Frasi su umiltà
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“L'umiltà raccoglie il cuore.”

Isacco di Ninive (640–700) monaco, mistico, religioso (vescovo di Ninive)

Discorsi ascetici – prima collezione

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“Senza l'umiltà non si può obbedire ai comandamenti e raggiungere alcun bene.”

Doroteo di Gaza (510–620) monaco cristiano e abate

Insegnamenti spirituali

“L'umiltà è il fondamento su cui poggia tutta la santità.”

Origine: La tua via, p. 254

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“Maria, Madre di Gesù,
dammi il tuo cuore,
tanto bello, tanto puro, tanto immacolato,
tanto pieno d'amore e d'umiltà,
cosicché io possa ricevere Gesù nel Pane della Vita,
amarLo come tu L'hai amato
e servirLo sotto le spoglie del più Povero dei Poveri.”

Madre Teresa di Calcutta (1910–1997) religiosa e beata albanese

Origine: Nel libro, prima di questo brano, è indicato che si tratta di "una delle preghiere spesso recitate da Madre Teresa e dalle Missionarie della Carità".
Origine: Il cammino semplice, p. XX

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“Moggi si rivolge a Cristo con umiltà, con desiderio di ricostruire: è un uomo che nella vita ha dato il suo contributo.”

Domenico Sigalini (1942) vescovo cattolico italiano

E non solo agli arbitri. Finalmente anche la Chiesa, nella persona del vescovo Domenico Sigalini, ha capito quello che in Italia ormai sapevano tutti: cioè che Lucianone è un perseguitato, un martire, uno che dava fastidio e per questo l'hanno incastrato. Altro che buon ladrone o figliol prodigo: la parabola vivente è lui, l'evangelico Moggi, appena tornato da Lourdes dove, al solito, non si è fatto notare. San Giovanni Rotondo, Lourdes, la Madonna del Divino Amore: sono posti miei. Al termine di una simile Champions League della fede, bisognerebbe farlo santo subito.
Origine: Da Santo subito http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/09/04/santo-subito.html, la Repubblica, 4 settembre 2007, p. 51.

“Se fatto con onesta umiltà, il perverso mestiere dell'economista accorda la memoria ai numeri, e alla più pacata ragione.”

Geminello Alvi (1955) economista e saggista italiano

Una repubblica fondata sulle rendite

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“Il messaggio di San Francesco è un messaggio universale. Ne rimani affascinato, non c'è niente da fare! Ma sono un peccatore come gli altri. Faccio attenzione alla natura e do tanta importanza agli altri. L'altro va rispettato sempre ed è questo aspetto del messaggio di San Francesco che provo in particolar modo a mettere in pratica con umiltà.”

Carlo Conti (conduttore televisivo) (1900) conduttore televisivo italiano

Citazioni di Carlo Conti
Origine: Da Luigi Carnevale, Intervista a Carlo Conti: "Il messaggio di San Francesco è un messaggio universale" http://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/home-eventi/intervista-a-carlo-conti-san-francesco-che-affascina-30892#.VBQgKf4cTMx, Sanfrancescopatronoditalia.it.

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“Punta al tuo bersaglio spavaldo | perché l'umiltà è un'arma a doppio taglio.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Campione, n. 9

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“Cosa si mangia di speciale a Torino? Esiste un ambiente di lavoro molto particolare, sei contagiato: un'atmosfera che serve nella vita e in panchina. La principale caratteristica alla Juve è la testa bassa. L'umiltà rispetto a quello che si vince, che è sempre tanto. Il club ti in­segna l'importanza degli one­ri: ti mette nelle condizioni giuste per dimostrare quanto vali, ma poi tu devi dare il mas­simo. A quel punto vinci e ti go­di gli onori. Ma per poco per­ché devi rivincere subito dopo. Ecco, il successo è spesso un sollievo più che una gioia […]. Certo, al Barcellona predili­gono l'estetica, la bellezza o anche solo il divertimento, mentre la Juventus è meravi­gliosamente pratica. Confesso che nei miei anni in biancone­ro non è mai entrato un diri­gente a dirci: "Mi raccomando, oggi giochiamo bene."”

Gianluca Vialli (1964) allenatore di calcio, ex calciatore e commentatore televisivo italiano

Più e più volte, la frase era: "Mi rac­comando, oggi vinciamo".
Origine: Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in Vialli: "Juve club speciale, non ci chiedevano di giocare bene, solo il successo. Lippi il maestro. Allegri adattissimo a mentalità bianconera" http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/gazzetta-vialli-juve-club-speciale-non-ci-chiedevano-di-giocare-bene-solo-il-successo-lippi-il-maestro-allegri-adattissimo-a-mentalita-bianconera-346434, Tuttojuve.com, 26 novembre 2016.

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“Il suo talento è grande quasi quanto la sua umiltà.”

Ramón Calderón (1951) avvocato e dirigente sportivo spagnolo

riferito a Gonzalo Higuaín durante la presentazione al Real Madrid
Origine: Citato in Chiara Biondini, La storia di Gonzalo Higuain, il bomber che fa sognare Napoli http://www.tuttomercatoweb.com/altre-notizie/la-storia-di-gonzalo-higuain-il-bomber-che-fa-sognare-napoli-501387, Tuttomercatoweb.com, 14 novembre 2013.

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“Status sociale, cultura, ricchezza, persino salute: il contrario stesso di tutto questo in Marie-Bernarde Soubirous, detta Bernadette, quattordicenne (ma con lo sviluppo di una decenne, secondo i medici che la visitarono, e non ancora donna, a causa dell'alimentazione insufficiente); asmatica; sofferente di stomaco; chiusa nel suo silenzio di timida e di introversa; analfabeta e considerata da qualche suo parente stesso incapace di imparare alcunché; incolta anche in materia religiosa, tanto da ignorare persino il mistero della Trinità; figlia della famiglia più miserabile della città; residente nella cella della prigione comunale, sgomberata dalle autorità perché considerata insalubre per gli stessi detenuti; con il padre non solo fallito e con la fama – seppure abusiva – di fannullone e di beone, ma con anche alle spalle un soggiorno in prigione per un sospetto di furto: rilasciato dopo nove giorni, si lasciò cadere l'accusa tanto era inconsistente, ma senza procedere ad alcun giudizio, così da lasciargli addosso un sospetto infamante.
Rendiamocene conto: in tutto questo, solo gli occhi della fede possono scorgere una misteriosa conformità al Vangelo e, dunque, le stigmate della verità. Solo l'adesione a una prospettiva rovesciata rispetto agli «occhi della carne» può far sentire gli echi del Magnificat intonato da Colei di cui Bernadette Soubirous fu testimone: «…ha guardato l'umiltà della sua serva […]; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati; ha rimandato i ricchi a mani vuote…»”

Lc 1, 48 e 51 ss.
Origine: Ipotesi su Maria, p. 92

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“Podê la nostra testa, | calmi, in umiltà.”

Biagio Marin (1891–1985) poeta italiano

Podé vive nel cuor, p. 19
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“Viaggiare dovrebbe essere sempre un atto di umiltà.”

Guido Piovene (1907–1974) scrittore e giornalista italiano

da De America

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“Io sono un orologio il cui pendolo oscilla senza stancarsi dall'orgoglio all'umiltà: ma, solido sulle mie gambe mantengo l'equilibrio e resto in piedi.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

3 novembre 1894; Vergani, pp. 81-82
Diario 1887-1910

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“È stata la mia unica esperienza al suo fianco. Interpretavo il ruolo della moglie, quindi ero la protagonista con lui, cui ammazzavano il figlio piccolissimo. Una di quelle storie di camorra e dolore che in quegli anni funzionava. Una rarità, purtroppo. Eppure, credo di essere adatta a ruoli seri, ma non me ne hanno mai affidati. Quello lo ricordo con piacere. Negli Anni Settanta, Mario Trevi aveva raccolto i frutti del suo lavoro, era considerato già un grande interprete della canzone napoletana. Era un cantante famoso, un personaggio doc. Poi, aveva lanciato Indifferentemente, una delle più belle canzoni del nostro repertorio, quindi per me era emozionante lavorare con lui e quel ruolo mi sembrò ancora più importante, anche se i film tratti dalle sceneggiate restavano un po' relegati in ambiti ristretti. Lui, inoltre, fu molto carino con me, che ero giovane e avevo ancora tanto da imparare. Era un'epoca meravigliosa, ricca di vitalità. Per un artista che avesse veramente voglia di fare questo mestiere era davvero stimolante. Mi ero appena trasferita a Roma. Nella capitale c'era tutto: il cinema, la musica, l'arte. S'incontravano i pittori, i poeti. Napoli era pervasa dalla stessa creatività, dalla stessa voglia di fare che si respirava dovunque. La nota dominante di quegli anni era la passione, ricordo anche il produttore del film La pagella, era un tipo particolare. Avevano coraggio, allora, rischiavano in proprio per produrre spettacoli di qualità. Tutti noi venivamo da quell'epoca, che volevamo fare gli attori, i cantanti, i musicisti, avevamo grandi maestri da imitare, ai quali ispirarci e ci avvicinavamo a loro con umiltà e serietà. Volevamo crescere, conoscere, sapere tutto quel che si poteva perché ci tenevamo a realizzare spettacoli di buon livello. Ragioniamo ancora così. Oggi, invece, tranne che per rare eccezioni (penso a Fabio Fazio, a Fiorello, per esempio), il successo immediato, i guadagni, la facile popolarità sembrano diventati gli unici obiettivi.”

Mario Trevi (cantante) (1941) cantante e attore teatrale italiano

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“Il complicato disegno sui pavimenti del Castello del Cristallo Oscuro rappresentava un sentiero. Chiunque lo vedeva non aveva dubbi in proposito, ma quello che veniva lasciato all'interpretazione individuale era il punto d'inizio e quello d'arrivo, oltre allo scopo del tragitto.
Con le sue biforcazioni e intersecazioni, i suoi archi, i suoi cerchi e le sue spirali che portavano di stanza in stanza, avrebbe potuto essere interpretato, secondo un modo di vedere trascendentale, come la strada che un pellegrino doveva percorrere per raggiungere i più alti gradi dell'illuminazione. Il viaggiatore, fatto in origine di materia bruta, si sarebbe a poco a poco elevato fino a diventare un puro spirito, senza però mai procedere in linea retta ma seguendo un percorso contorto, che continuava anche quando pareva che il percorso fosse stato compiuto. (Perché anche l'anima, fatta di puro spirito, ha ancora dei compiti da assolvere, e per questo il ciclo del disegno dei pavimenti si snodava all'infinito.)
Gli Skeksis, tuttavia, non la pensavano a questo modo. Il presupposto che la pura spiritualità fosse superiore alla materia bruta era qualcosa che sfuggiva alla loro comprensione. Uno dei significati del labirinto fu chiaro ai loro occhi il giorno successivo a quello dei funerali dell'Imperatore: era la via che conduceva al trono.
Colui che aspirava a stringere fra gli artigli lo scettro, sapeva come seguirne il tracciato. Doveva farlo con apparente umiltà, con rispetto, dimostrando di volersi sottomettere a una debita disciplina. Così quei tre – il Maestro delle Cerimonie, il Generale dei Garthim e il Ciambellano – stavano percorrendo da alcune ore il labirinto, con la dovuta solennità, sotto lo sguardo attento degli altri Skeksis. I tre seguivano le circonvoluzioni del percorso, ne studiavano le difficoltà, si soffermavano alle biforcazioni, e scoprivano infine che portavano invariabilmente al punto di partenza.”

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“«la natura della moltitudine è tale che o serve con umiltà o domina con superbia»”

Emilio Gentile (1946) storico italiano

Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa

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“Io sono una persona che ha costruito quel poco del mio successo sull'umiltà, sul perbenismo e sul lavoro.”

Ezio Capuano (1965) allenatore di calcio italiano

Origine: Dalla conferenza stampa al termine della partita Benevento-Sora, 11 gennaio 2004. Video https://www.youtube.com/watch?v=et13AShtsLo disponibile su Youtube.com.

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