Frasi su vergine
pagina 2

Karl Kraus photo
Charles Bukowski photo

“tenetevi le vostre vergini voi giovani | date a me vecchie appassionate con i tacchi alti | con culi che hanno dimenticato d'invecchiare.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

da tra le più appassionate; p. 19
L'amore è un cane che viene dall'inferno

Johann Wolfgang von Goethe photo
Georg Heym photo
Louis-ferdinand Céline photo
Gustav Meyrink photo
Gustave Flaubert photo

“L'Unione [europea] ci ha reso tutti più ricchi ma ora si venera l'auto più della Vergine.”

Joseph O`Connor (1916–2001)

Origine: Da L'Unione ci ha reso tutti più ricchi ma ora si venera l' auto più della Vergine, Corriere della sera, 13 giugno 2008.

Oswald Spengler photo

“Una civiltà nasce nel punto in cui una grande anima si desta dallo stato della psichicità primordiale di una umanità eternamente giovane e si distacca, forma dall'informe, realtà limitata e peritura di fronte allo sconfinato e al perenne. Essa fiorisce sul suolo di un paesaggio esattamente delimitabile, al quale resta radicata come una pianta. Una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità sotto specie di popoli, lingue, forme di fede, arti Stati, scienze; essa allora si riconfonde con l'elemento animico primordiale. Ma finché essa vive, la sua esistenza nella successione delle grandi epoche, che contrassegnano con tratti decisi la sua progressiva realizzazione, è una lotta intima e appassionata per l'affermazione dell'idea contro le potenze del caos all'esterno, così come contro l'inconscio all'interno, ove tali potenze si ritirano irate. Non è solo l'artista a lottare contro la resistenza della materia e contro ciò che in lui vuol negare l'idea. Ogni civiltà sta in un rapporto profondamente simbolico e quasi mistico con l'esteso, con lo spazio in cui e attraverso cui essa intende realizzarsi. Una volta che lo scopo è raggiunto e che l'idea è esteriormente realizzata nella pienezza di tutte le sue interne possibilità, la civiltà d'un tratto s'irrigidisce, muore, il suo sangue scorre via, le sue forze sono spezzate, essa diviene civilizzazione. Ecco quel che noi sentiamo e intendiamo nelle parole egizianismo, bizantinismo, mandarinismo. Così essa, gigantesco albero disseccato di una foresta vergine, ancor per secoli e per millenni può protendere le sue ramificazioni marcite. Lo vediamo in Cina, in India, nel mondo dell'Islam. Così la civilizzazione antica del periodo imperiale giganteggiò in apparenza di forza giovanile e di pienezza, togliendo luce e aria alla giovane civiltà araba d'Oriente. Questo è il senso di ogni tramonto nella storia, il senso del compimento interno ed esterno, dell'esaurimento che attende ogni civiltà vivente. Di tali tramonti, quello dai tratti più distinti, il «tramonto del mondo antico», lo abbiamo dinanzi agli occhi, mentre già oggi cominciamo a sentire in noi e intorno a noi i primi sintomi di un fenomeno del tutto simile quanto a decorso e a durata, il quale si manifesterà nei primi secoli del prossimo millennio, il «tramonto dell'Occidente.»”

Il tramonto dell'Occidente

Francesco Petrarca photo
Francesco Petrarca photo
Francesco Petrarca photo
Georges Bernanos photo
Michail Jurjevič Lermontov photo
Sibilla Aleramo photo
Mária Margita Alacoque photo
Mária Margita Alacoque photo
Ludwig Feuerbach photo
Boris Leonidovič Pasternak photo

“Ho ricevuto da parte della santa Vergine, una specie di appello urgente, istantaneo, sconvolgente e irresistibile che ha cambiato tutta la mia vita.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Origine: Citato in Claudio Dalla Costa, Maurice Zundel. Un mistico contemporaneo, Effata Editrice, 2008.

Papa Giovanni Paolo I photo

“È impossibile concepire la nostra vita, la vita della Chiesa, senza il rosario, le feste mariane, i santuari mariani e le immagini della Madonna.”

Papa Giovanni Paolo I (1912–1978) 263° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

da Ho iniziato ad amare la Vergine Maria in 30giorni 5, 2003

Giovanni Maria Vianney photo

“O Vergine Immacolata, che ottenete da Dio tutto ciò che volete…”

Giovanni Maria Vianney (1786–1859) presbitero francese

Pensieri

Erasmo da Rotterdam photo
Giordano Bruno photo
Madonna (cantante) photo
Papa Giovanni Paolo II photo
Teresa di Lisieux photo
Teresa di Lisieux photo
Teresa di Lisieux photo
Teresa di Lisieux photo
Teresa di Lisieux photo

“La Santa Vergine non ha una Santa Vergine da amare, è meno fortunata di noi.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

11 agosto 1897

Teresa di Lisieux photo

“Quanto avrei desiderato esser sacerdote per predicare sulla Santa Vergine!”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

21 agosto 1897

Teresa di Lisieux photo
Teresa di Lisieux photo
Pitigrilli photo

“La medicina è l'arte di accompagnare con parole greche all'estrema dimora.”

Pitigrilli (1893–1975) scrittore e aforista italiano

da La vergine a 18 carati, Sonzogno, 1936

Gilbert Keith Chesterton photo
Antoni Gaudí photo

“Vergine Maria, non ti sembri male essere piccola, lo sono anche i fiori e le stelle.”

Antoni Gaudí (1852–1926) architetto spagnolo

citato in Giuseppe Frangi, L'architetto di Dio, in Tracce, febbraio 2003

Gustave Thibon photo

“Bisogna, quaggiù, che i fiori muoiano ed il loro profumo svanisca perché diventino frutto e nutrimento. Lassù, respireremo un fiore eterno. Ed il suo profumo ci nutrirà. Solo ciò che muore si riproduce. La fecondità è un perpetuo compromesso tra l'essere ed il nulla. L'eternità è sterile: dove i fiori non appassiscono, i semi sono inutili. L'inflessione unica della tua voce, la luce fuggitiva del tuo sguardo, la freschezza delle tue mani sulla mia fronte, l'ora eletta in cui la preghiera aveva il sapore del pane terreno spezzato dopo la rude fatica d'un giorno d'estate: questo, questo solo, ritroverò in Dio. Ma senza limiti, ed al di là del filtro avaro del momento e del luogo. Qui, ho vissuto solo di queste briciole, ho camminato solo alla luce rapida di questi lampi. Ma queste briciole saranno lassù un pane inesauribile, questi lampi un'alba senza tramonto. L'abitudine sarà scomparsa: tutto sarà stupefacente sorpresa. L'uniformità, la separazione — il triste destino dei granelli di sabbia tutti eguali e tutti solitari — non getteranno più la loro ombra: niente sarà simile a niente, e tutto sarà immerso nell'unità. La resurrezione sarà più vergine di una nascita; la certezza e l'imprevisto fioriranno insieme. «Amate quel che non potrà mai essere visto due volte». Tutto ciò che merita di essere contemplato non si lascia guardare impunemente due volte. Bisogna desiderare vederlo eternamente. L'inferno è ripetizione; il cielo, rinnovamento.”

Gustave Thibon (1903–2001) filosofo e scrittore francese

Origine: L'uomo maschera di Dio, p. 80

Tommaso di Villanova photo

“La gloria della Vergine, come si legge nei salmi, è tutta interiore ed è più facile pensarla che descriverla.”

Tommaso di Villanova (1486–1555) religioso e arcivescovo cattolico spagnolo

citato in Maria, a cura della Comunità di Bose, Mondadori, 2000

Marco Manilio photo
Giuseppe Siri photo

“Gesù sapeva benissimo che sarebbe stato conservato nei Tabernacoli anche solitari, senza contorno nella notte, all'infuori di una fiammella che le leggi della Chiesa esigono. Sapeva benissimo che anche nel giorno, secondo il variare della densità di fede nei tempi, cristiani sarebbero andati e non andati a rendere adorazione alla sua ineffabile Presenza, lo sapeva. Forse qualcheduno di noi avrebbe potuto obbiettargli: "Signore, fa' in modo di essere presente quando c'è gente che Ti adora, altrimenti è inutile". Inutile? No. Le Chiese possono essere vuote, ma Cristo nel tabernacolo non è inutile, perché l'Eucarestia, sia attraverso il Sacrificio – del quale oggi non parlo – sia attraverso il Sacramento permanente, è una fonte di forza, di grazia, di benedizione, di salvezza incessante. Ricordiamoci che è di lì che si germinano i vergini e le vergini, è di lì che sorgono i fondatori, è di lì che resistono i combattenti, è di lì forse che attraverso una vita apparentemente lontana da Dio si prepara la finale di salvezza nella sua misericordia, ma la si prepara attraverso questa Presenza, che appare a noi silenziosa e inerte, e non è né silenziosa né inerte. Non dobbiamo compiangere la solitudine che spesso è intorno ai Tabernacoli e che è sempre da condannarsi. Dobbiamo rimpiangere, dico rimpiangere e a piena ragione, coloro che si dimenticano che Gesù Cristo sta lì ad attenderli, come Egli, narrando la parabola del figliol prodigo, pone per tanto tempo immobile sulla soglia di casa il padre che non si stanca di aspettare il figlio, il quale alla fine ritorna ed è accolto come figlio, non come servo.”

Giuseppe Siri (1906–1989) arcivescovo cattolico e cardinale italiano

citato in Il Settimanale di Padre Pio, n. 23, anno VIII

Jean-Jacques Olier photo

“Due prodigi per Dio nella Chiesa: la Vergine e il Sacerdote.”

Jean-Jacques Olier (1608–1657) sacerdote francese

Origine: Citato in Natale Ginelli, La tua via, Edizioni Paoline, 1957.

Vincenzo Monti photo

“Sognai d'essere venuto alle nozze d'una bella e casta vergine, e mi sono svegliato fra le braccia d'una laida meretrice.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

citato in Gianfrancesco Rambelli, Notizie intorno alla vita e alle opere del cavaliere Vincenzo Monti

Giuseppe Giacosa photo

“Dal Cenisio al Mongibello | Dal mare greco al Tosco mar | Ogni villa, ogni castello | È concorde in esultar. | La cagion di tanta gioia | Regal vergine [Margherita di Savoia] sei tu | Tu la perla dei Savoia | Fior di grazia e di virtù.”

Giuseppe Giacosa (1847–1906) drammaturgo, scrittore e librettista italiano

Origine: Ballata composta nell'aprile 1868 in occasione delle nozze del principe ereditario Umberto I di Savoia con la cugina Margherita (Romano Bracalini, La regina Margherita, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1985, ISBN 88-17-16555-7).

Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Moscati photo
Margaret Atwood photo

“Se avessi intenzione di convertirmi a qualche religione probabilmente sceglierei il cattolicesimo perché ha, in definitiva, sante e la Vergine Maria.”

Margaret Atwood (1939) poetessa, scrittrice e ambientalista canadese

citato in Margaret Atwood, Ontario Review Press, 1990

Alessandro Baricco photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Jaroslav Pelikan photo
Peter Singer photo
Jules Bois photo
Roberto Mattioli photo
Giuseppe Cesare Abba photo

“Per esaltare la Vergine Maria, da sempre il popolo di Dio sceglie le parole più splendenti e le similitudini più suggestive.”

Giacomo Biffi (1928–2015) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

La donna ideale

Angelo Scola photo
Giuseppe Marotta (scrittore) photo
Juan Ruiz photo
Frank McCourt photo
Stefano Benni photo

“Vent'anni fa, Leopold Mapple era il giovane scienziato più brillante del nostro corso per studenti superdotati all'Istituto di Scienze di Londra. Era un ragazzone di cento chili, roseo e ben vestito. Lo si sarebbe potuto prendere per un ricco rampollo nullafacente: invece era lo scienziato più importante nella ricerca sulla fisica subatomica. Ma era anche il più inveterato gaudente, mangione, bevitore, tabagista, donnaiolo e cultore di ogni altra cosa dai più chiamata vizio. Spesso veniva richiamato dal nostro rettore, gran lucertolone calvinista, ad un atteggiamento più morale, ma Apple gli rispondeva sempre: "Sono uno scienziato e ho studiato con attenzione il mondo: e dico mai, nelle mie osservazioni, né col microscopio, né con con la camera a bolle, né con le analisi chimiche, né coi raggi X ho mai visto apparirmi una cosa chiamata 'morale'. Era infatti Leopold Mapple, l'uomo più radicalmente ateo, più rigidamente materialista, più lontano da qualsiasi sbavatura filosofica o mistica, che io avessi conosciuto. Per lui tutto era materia, numero, osservazione, confronto, realtà: su tutto il resto egli spargeva abbondantemente la sua risata fragorosa, ben conosciuta in tutte le birrerie londinesi. "C'è un solo mezzo", egli ripeteva spesso, "per elevarsi da questa terra: ed è possedere una velocità superiore a 11,45 chilometri al secondo: tutto il resto è carburante per la superstizione e l'ignoranza." E a questo suo monolitico approccio all'esistenza, egli si manteneva coerente. Radunava un gruppo di amici, io, il dottor Hyde, e Bohr, e Fermi e Jacobson e ci trascinava nella Londra notturna. Mangiava e beveva smodatamente: "Nulla teoria, sine hosteria,"diceva e aggiungeva: "Certo non ci si ciba in fondo che di molecole, ma tra un piatto di idrogeno e un pasticcio di maiale, c'è una bella differenza." E a chi gli diceva che diventa sempre più grasso, rispondeva: "Nell'Universo, le cose grosse sono più rare delle piccole: pochi elefanti, molte zanzare, pochi grandi stelle, tanti pianetini." Insomma, un tipo piuttosto bizzarro, l'avrete capito: ma l'eccezionale bravura scientifica e l'allegria contagiosa, lo rendevano simpatico a tutti. Piaceva anche alle donne, anche se lui ripeteva spesso:"Considero ogni parola detta a letto, oltre le sei, come una conferenza, e come tale mi riservo di abbandonarla." Questo suo carattere gli causava anche qualche guaio, come una volta, quando vide alcuni bambini fermi davanti a un presepe sotto Natale. Subito volle spiegare loro: uno, che Gesù Bambino non poteva essere nato seminudo nella capanna perché sarebbe morto assiderato entro pochi minuti, due, che la Madonna non poteva averlo partorito restando vergine perché la fecondazione artificiale è stata inventata quasi duemila anni dopo, e tre, che se veramente sulla capanna fosse arrivata una cometa avrebbe ridotto tutta la Palestina a una voragine fumante. Inoltre i pastori che arrivavano con le pecore probabilmente non erano venuti per regalarle, ma per venderle come è loro abitudine, e che i tre re magi erano la più grande delle fandonie perché mai nella storia un re si è fatto una cammellata nella notte per andare a portare dei doni a un bambino nudo, magari a una bambina di sedici anni sì, ma a un neonato mai nei secoli dei secoli amen e dopo, siccome i bambini erano piuttosto choccati, li portò tutti in una pasticceria e offrì loro una montagna di kraffen dicendo: prendete e mangiate, eccovi dio infinitamente buono nella sua santa trinità di crema, marmellata di arance e cioccolato. Fu denunciato dai genitori, e si guadagnò una nota di biasimo dal rettore, che però non lo espulse perché proprio in quei mesi Mapple stava ultimando un esperimento straordinario: era riuscito a costruire una camera a bolle speciale dove era sicuro di scoprire la terza forza elementare, la forza che, diceva, sta all'origine di tutte, e non è né onda né particella, qualcosa di completamente diverso, e definitivo. "Farò l'ultimo strip-tease alla cosiddetta materia," ci disse, troneggiando tra macerie di lattine di birre, a una festa organizzata la sera prima dell'esperimento. "E quello che resterà alla fine, sarà il principio: altroché Buddha e Javeh e Visnù e altri figuri metà uomo e metà cane e splendenti e resuscitanti e volanti e sibilanti su e giù per il cielo. Basta con il traffico aereo degli impostori! Quello che troveremo al termine del mio esperimento, sarà Dio a tutti gli effetti di legge: ciò da cui tutto è composto, e creato, e causato: una particella, un'onda, una relazione. Non lancerà fulmini, nel suo nome nessun profeta sarà costretto a massacri, non avrà bisogno di travestirsi da toro di legno per scopare: sarà una formula, tutto lì. Gioiosa, semplice, tangibile, consistente, divulgabile nelle scuole, utilizzabile in industria. Ragazzi quel giorno andrò dal rettore e gli dirò: 'faccia mettere questa formula nel presepe al posto di Gesù Bambino. E vedrà se giuseppi e marie e pastori e pecorelle e reganti cammellari e angeli trombettieri non ci faranno la figura dei fessi!" Noi scoppiammo a ridere, qualcuno era un po' scandalizzato, ma Mapple ci travolse, beveva e cantava e petava come un cavallo gridando: "In interiore hominis vox veritatis!" e passammo in rassegna tutte le bettolacce di Sub-Chelsea e per contare i tappi di birra fatti saltare Bohr disse che ci sarebbe voluta un'equazione complessa, e tornammo a casa ubriachi fradici. Il giorno dopo, fragoroso come sempre, Mapple arrivò all'Istituto per l'esperimento. "Bene," disse "ora prendiamo un bell'atomo grassotto e prendiamolo a cazzotti finché non gli cascano giù tutti gli elettrodentoni." Era questo un suo modo colorito di definire gli esperimenti subatomici. Un giovane tecnico si calò nella grande camera a bolle, dentro la quale sarebbe avvenuto il bombardamento, fino all'ultima particella. Quella mattina Mapple era particolarmente euforico, e ben farcito di birra. Non si accorse che il tecnico si era sdraiato a terra per controllare la temperatura del suolo. Così lo chiuse senza accorgersene dentro la camera e iniziò il bombardamento. L'esperimento durò otto giorni: per quel tempo, il reparto restò chiuso a tutti. Il nono giorno ecco arrivare Mapple in smoking, reduce dalla solita notte di baldoria. C'eravamo tutti con lui, mentre si avviava alla camera nucleare: "Ragazzi", egli gridava, facendo roteare il bastone d'avorio, "le nuvole di duemila anni di incensi religiosi stanno finalmente per dissolversi. Migliaia di preti invaderanno gli uffici di disoccupazione in tutto il mondo. Nessun bambino verrà mai più atterrito da purgatori e inferni! Le marmellate in cima agli armadi verranno sterminate, senza paura di ritorsioni. Nelle chiese risuonerà, liberatorio, il tintinnio dei brindisi. Suore nude si concederanno a rabbini infoiati, ex voto, ex stole, ex messali, tiare, sottanoni e paramenti e ultime cene tutto brucerà, nello stesso fuoco in cui la chiesa ha bruciato i libri, gli eretici, i villaggi degli infedeli. L'ultima crociata è giunta! L'umanità è salva! Cristo è disceso in terra, anzi è sempre stato lì, e io ve lo mostrerò! La causa causarum, la sacra particula, il colui da cui, il primo motore, l'ordo initialis, l'uovo cosmico, il fabbro celeste, il danzatore eterno, l'occhio del Buddha, il kkien, il waugwa, il primo bit, il supremo artefice! Presto a voi in tutto il suo scientifico splendore! Seguitemi!" E noi lo seguimmo, eccitati, fin davanti la porta sigillata della camera dell'esperimento, e trattenemmo il fiato insieme a lui, quando lui aprì la porta e vide… vide… Vide il tecnico, con la barba lunga, i capelli incolti, con il viso scavato da otto giorni di digiuno, e il camice bianco strappato, che alzava al cielo le mani bruciate dalle ustioni radioattive e gridava: "Sono qui! Sono io, Mapple, finalmente mi hai trovato!" Descrivere il viso di Mapple in quel momento, non mi è possibile: diventò bianco come un marmo, gli occhi sembrarono uscirgli dalle orbite, ed egli lanciò un urlo, un urlo che fece tremare i vetri dell'Istituto, e i nostri cuori. "Nooooooooooooooooo!" Fuggì, travolgendo tutti. Nessuno di noi riuscì a raggiungerlo per spiegargli cos'era veramente successo. Sparì nel nulla e riapparve solo dopo molti giorni, la barba lunga, gli occhi rossi: capimmo subito che era uscito di senno. "Mapple," cercammo di spiegargli "quello che hai visto era solo il tecnico dell'Istituto, rimasto chiuso nella tua camera atomica per otto giorni!" "No amici," egli disse con voce ispirata, "era Dio! In fondo a ogni atomo c'è Dio." Due mesi dopo partì, con questa strana astronave, nello spazio. Da quel giorno egli vola per le galassie, portando la Religione ovunque, nelle stazioni spaziali, nei pianeti, nelle astronavi: non c'è culto o rito o confessione che egli non conosca e commerci. Cosi sia.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
Tommaso da Celano photo

“Per questo Dio pietoso suscitò la vergine Chiara che veneriamo e in lei accese una lampada luminosissima per tutte le donne, che tu pure, Papa beatissimo [Alessandro IV], hai annoverato tra i Santi, per la potenza irresistibile dei segni miracolosi, ponendola sul candelabro perché faccia luce a tutti quanti sono nella casa.”

Tommaso da Celano (1190–1260) religioso, poeta e scrittore italiano

Origine: Cfr. Gesù, Discorso della Montagna: «Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli».
Origine: Dalla Lettera al sommo pontefice sul testo della vita di santa Chiara vergine; citato in Vita di Chiara d'Assisi, p. 13.

Prosper Guéranger photo
Prosper Guéranger photo
Prosper Guéranger photo
Papa Paolo VI photo
Papa Paolo VI photo
Papa Paolo VI photo
Papa Paolo VI photo
Edward Schillebeeckx photo
Emilio Bossi photo
Emilio Bossi photo
Davide Cassani photo

“Monte Vergine, Santuario Madonna della Guardia (Genova), Santuario di Oropa… Qua il santuario non c'è ma… Qualcuno la Madonna la vede…”

Davide Cassani (1961) commentatore televisivo, ex ciclista su strada e dirigente sportivo italiano

Origine: Da Processo alla tappa, ricognizione Lienz – Monte Zoncolan 2007.

Emil Cioran photo
Jeff Dunham photo