Frasi sulla giustizia
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“Quando la giustizia ha esaurito il suo compito, lasci che la carità cominci il suo.”

Juliette Colbert (1785–1864) filantropa francese

Con gli occhi del cuore

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“Io mi sento legato agli scopi e alle speranze di giustizia degli uomini e perciò voglio render chiaro attraverso le mie immagini che ci sono forze le quali possono opporre resistenza contro avvenimenti ingiusti, contro il terrore, la violenza e gli orrori della società.”

Juan Genovés (1930) pittore e artista grafico spagnolo

Origine: Citato in Salvatore Guglielmino, Civiltà letterarie straniere, Sintesi storico-letteraria, Antologia, Testimonianze, Zanichelli, Bologna, Antologia, p. A524.

“il Giudice, come le forze dell'ordine di Polizia devono saper applicare le leggi secondo giustizia e operare sempre con i principi della rettitudine”

Carlo Biotti (1901–1977) Giudice della Corte Suprema di Cassazione, Presidente del Tribunale di Milano, Consigliere di Amministrazio…

Attribuite

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“La legge è la grammatica della giustizia.”

Tullio Colsalvatico (1901–1980) scrittore italiano

L'uomo, il tempo e l'amore

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“Per quanto riguarda Mach, è bene distinguere tra l'influenza che ebbe in generale e quella che esercitò su di me in particolare. Mach ha compiuto significative ricerche sperimentali (ad esempio, la scoperta delle onde d'urto, basata su un metodo ottico veramente geniale); ma non di questo vogliamo discutere, bensì di come influenzò la visione generale dei concetti di base della fisica. In questa prospettiva il suo grande merito sta, a mio parere, nell'aver allentato il dogmatismo che dominava in quell'ambito nei secoli XVIII e XIX. Egli ha cercato di mettere in luce, specialmente nei campi della meccanica e della teoria del calore, il modo in cui i concetti hanno avuto origine dall'esperienza; Mach sosteneva in maniera convincente l'opinione che finanche i più basilari tra i concetti fisici si fondano sui dati empirici e, da un punto di vista logico, non sono in alcun modo necessari. Evidenziando come nella fisica siano cruciali i problemi connessi ai concetti di base, più che quelli d'ordine logico-matematico, egli ha esercitato un'influenza particolarmente salutare. Il suo punto debole stava, a mio modo di vedere, nel considerare l'attività scientifica all'incirca un semplice «mettere ordine» nei materiali empirici. Egli, insomma, non rese giustizia all'elemento di libera volontà costruttiva presente nella formazione dei concetti. Riteneva, in certo modo, che all'origine delle teorie vi fossero «scoperte» e non «invenzioni», spingendosi addirittura a vedere, nelle sensazioni, unità costitutive del mondo reale piuttosto che semplici oggetti di comprensione; pensava di poter colmare in tal modo lo iato fra psicologia e fisica. Fosse stato coerente fino in fondo, avrebbe dovuto rifiutare non solo l'atomismo, ma l'idea stessa d'una realtà fisica.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

6 gennaio 1948; pp. 689-690
Lettere a Michele Besso

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“Signor Presidente, resto ancora allibito dal fatto che, più volte chiamato in causa, il Ministro [Anna Maria Cancellieri] non si sia ancora presentato e allora ci sarebbe un motivo valido per rinominare proprio il dicastero: non è più il Ministero della giustizia il suo, è il Ministero dell'ingiustizia.”

Emanuele Prataviera (1985) politico italiano

Origine: Citato in Camera dei Deputati della Repubblica Italiana – XVII Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea - Seduta n. 44 del 2 luglio 2013 http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0044/stenografico.pdf – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Ferranti ed altri; Costa: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (A.C. 331-927-A). Roma, 2 luglio 2013.

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“I miei amici sono capaci anche da soli di comportarsi con giustizia, senza bisogno che gli scriva io.”

Agesilao II di Sparta (-444–-360 a.C.) re di Sparta

212 D
Citazioni di Agesilao

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“No, sarà che le conosco e quindi do un po' meno peso. C'è un atto assolutamente pubblico, la requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo di appello per la strage di Capaci dove sono stati condannati tutti i boss di Cosa Nostra, da Riina in giù, per avere ordinato e realizzato la strage che ha visto la morte di Falcone, della moglie, degli uomini della scorta; in questo processo di appello Tescaroli fa un accenno ad un'altra indagine che è in corso alla procura di Caltanissetta, e che riguarda i mandanti a volto coperto, cioè coloro che avrebbero diciamo suggerito se non altro la tempistica per quelle due stragi in sequenza che erano Capaci e poi via D'Amelio: voi ricorderete che in quei 50 giorni saltarono in aria i due giudici più famosi d'Italia, a Palermo, cioè Falcone e Borsellino: intere autostrade sventrate, cioè una cosa mai vista; forse in Colombia. E questo pubblico ministero nella requisitoria ha sostenuto, ha ricordato, le parole di alcuni collaboratori di giustizia i quali sostengono che Totò Riina, prima di mettere a punto queste stragi, aveva incontrato alcune persone importanti, come le chiamava lui, e questi pentiti riferiscono che erano Berlusconi e Dell'Utri. Naturalmente tutto ciò è una requisitoria, è un documento pubblico, è una cosa che è stata letta in udienza e noi l'abbiamo pubblicata, non è una sentenza, ci mancherebbe altro, è semplicemente uno spunto di indagine, indagine che mentre Tescaroli parlava era in corso: e altre indagini ci sono sulle stragi del '93, perché voi ricorderete che nel '93 ci fu quella replica, quando la mafia stranamente cominciò ad occuparsi del patrimonio artistico: cioè, la mafia uscì dal territorio siciliano e cominciò a mettre bombe agli Uffizi, a via Palestro a Milano e qui a Roma, a San Giovanni in Laterano, per non parlare dell'attentato a Maurizio Costanzo, che è un altro caso clamoroso: è molto interessante, soltanto a livello cronologico, leggere quello che racconta Cartotto, e cioè che Maurizio Costanzo era uno, all'interno della Fininvest, ferocemente contrario alla nascita del partito della Finivest, cioè alla "scesa in campo" della Fininvest in politica. Insomma, è un bel quadretto.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Non sono tenero, sono giusto. Sono diretto. La nostra empatia viena dalla giustizia.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Real Madrid (2010 – 2013)

“La giustizia di Dio è cieca, lo sanno tutti.”

Jean-Claude Izzo (1945–2000) scrittore, giornalista e poeta francese

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“Rivendico dalla mia parte politica la convinzione secondo cui la responsabilità civile dei giudici è deterrente, storicamente individuata dall'opinione garantista del nostro Paese, per responsabilizzare i protagonisti del sistema giustizia.”

Enrico Buemi (1947) politico italiano

Origine: Dalla discussione generale sul disegno di legge "Responsabilità civile dei magistrati", Senato; citato in Responsabilità magistrati, respinti al Senato gli emendamenti con voto segreto http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/19/responsabilita-magistrati-respinti-senato-gli-emendamenti-voto-segreto/1220790/, il Fatto Quotidiano.it, 19 novembre 2014.

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“I milanesi sono produttivi, con una profonda visione etica del lavoro, un forte senso della giustizia sociale, della trasmissione del benessere alle generazioni future e con un rispetto totale della civiltà, dei diritti, della tolleranza e della solidarietà.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Dall'intervista di Elisabetta Soglio, Veronesi: «Sala vero civil servant, continuerà quanto fatto da Pisapia» http://milano.corriere.it/notizie/politica/16_gennaio_11/veronesi-sala-vero-civil-servant-continuera-quanto-fatto-pisapia-237f7bbc-b84e-11e5-8210-122afbd965bb.shtml, Corriere.it, 11 gennaio 2016.

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“[Rivolgendosi a Enrico Letta. ] Il Ministro dell'interno del suo Governo, signor Presidente del Consiglio, è responsabile, secondo la Costituzione, del sequestro di una bambina di sei anni e di sua madre e dell'infame consegna di questi innocenti a una dittatura amica; perché questo è stato il suo Governo, signor presidente Letta: un Governo amico dei dittatori, come quello kazako, e nemico e avversario implacabile dei cittadini che chiedono giustizia…”

Mario Michele Giarrusso (1965) politico italiano

Origine: Citato in Senato della Repubblica – XVII Legislatura – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 115 del 02 ottobre 2013 Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri e conseguente discussione - Approvazione della proposta di risoluzione n. 2, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/719471.pdf. Roma, 2 ottobre 2013.

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“[A proposito di Erich Priebke] Poso lo sguardo sul carcere dove è chiuso in attesa di un nuovo processo […]. Non si può non ammirare la dignità con cui accetta, dopo oltre mezzo secolo dal reato di cui è accusato, tutto il rituale solenne della giustizia. […] Era la guerra. E la guerra non ha nulla di morale. Perché odiare? […] Lasciate cadere i bastoni. E i lupi feriti di tutto il mondo, rispettateli.”

Anna Maria Ortese (1914–1998) scrittrice italiana

Origine: Citato su Il Giornale, 12 gennaio 1997; citato in Giulia Borgese, Cara Ortese, Priebke non è un povero lupo ferito https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/13/Cara_Ortese_Priebke_non_povero_co_0_9701133484.shtml, Corriere della Sera, 13 gennaio 1997, p. 27.

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“La Fifa è più influente di tutti i paesi del mondo e di ogni religione per via delle emozioni positive che sprigiona. Noi muoviamo masse e vogliamo utilizzare questo per creare più pace, giustizia e salute nel mondo.”

Joseph Blatter (1936) dirigente sportivo svizzero

Origine: Citato in Blatter: "La Fifa è più influente di ogni religione" http://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2015/03/22/news/calcio_blatter_la_fifa_e_piu_influente_di_ogni_religione_-110198790/, la Repubblica.it, 22 marzo 2015.

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“La giustizia non è l'esercizio dell'odio: è la celebrazione della civiltà.”

Richard Rahl all'imperatore Jagang
Scontro finale

“Chiunque è sempre innocente fino a prova contraria, la giustizia non calunnia.”

Carlo Biotti (1901–1977) Giudice della Corte Suprema di Cassazione, Presidente del Tribunale di Milano, Consigliere di Amministrazio…
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“Se noi siamo qui a parlare liberamente in quest'aula, in cui una sciagurata voce [Benito Mussolini] irrise e vilipese venticinque anni fa le istituzioni parlamentari, è perché per venti anni qualcuno ha continuato a credere nella democrazia, e questa sua religione ha testimoniato con la prigionia, l'esilio e la morte.
Io mi domando, onorevoli colleghi, come i nostri posteri tra cento anni giudicheranno questa nostra Assemblea Costituente: se la sentiranno alta e solenne come noi sentiamo oggi alta e solenne la Costituente Romana, dove un secolo fa sedeva e parlava Giuseppe Mazzini. Io credo di sì: credo che i nostri posteri sentiranno più di noi, tra un secolo, che da questa nostra Costituente è nata veramente una nuova storia: e si immagineranno, come sempre avviene che con l'andar dei secoli la storia si trasfiguri nella leggenda, che in questa nostra Assemblea, mentre si discuteva della nuova Costituzione Repubblicana, seduti su questi scranni non siamo stati noi, uomini effimeri di cui i nomi saranno cancellati e dimenticati, ma sia stato tutto un popolo di morti, di quei morti, che noi conosciamo ad uno ad uno, caduti nelle nostre file, nelle prigioni e sui patiboli, sui monti e nelle pianure, nelle steppe russe e nelle sabbie africane, nei mari e nei deserti, da Matteotti a Rosselli, da Amendola a Gramsci, fino ai giovinetti partigiani, fino al sacrificio di Anna-Maria Enriquez e di Tina Lorenzoni, nelle quali l'eroismo è giunto alla soglia della santità.
Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all'Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile; quella di morire, di testimoniare con la resistenza e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole; quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno: di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore.
Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti.
Non dobbiamo tradirli.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Origine: Discorso pronunciato all'Assemblea Costituente nella seduta del 4 marzo 1947.

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“Bisogna costruire, giorno per giorno, una vera politica dell'innovazione tecnologica nella giustizia non solo annunciata ma concretamente praticata, con una migliore utilizzazione delle risorse disponibili e su un rinnovamento procedurale basato su strumenti informatici avanzati di trattamento ed elaborazione dei dati giudiziari e processuali, e oggi strumenti informatici avanzati non significa costi elevati, al contrario.
Ogni giorno di più l'arretratezza sul terreno dell'innovazione nella giustizia si traduce in un passo indietro sul terreno dell'innovazione pubblica complessiva, e la schematicità di certe soluzioni sconta, a volte, anche la mancanza di una progettualità "di sistema" nel settore dell'informatica giuridica e giudiziaria rinunciando alle molte prospettive di interazione interna ed esterna (a cominciare dalla scarsa propensione di molti all'uso quotidiano ed efficace degli strumenti informatici disponibili o nella incapacità di individuare ed adottare caso per caso soluzioni informatiche in grado di porsi come "interfacce" condivise semplici e diffuse, ed il processo telematico costituisce forse un significativo banco di prova per i magistrati, ma anche per gli avvocati).
Ed in questo occorre allora un impegno diretto senza deleghe all'esterno cioè a uffici particolari o a referenti particolari, o mantenendo la consueta (e deleteria a mio modo di vedere) politica delloutsourcing. L'innovazione implica un impegno all'interno dei nostri uffici, un impegno locale e insieme globale, ma un impegno diretto e non una delega costante agli "specialisti".
E una politica dell'innovazione implica anche un completo ripensamento delle strutture dedicate: il sistema dei referenti distrettuali ha dieci anni, risente di un'articolazione rigida e inattuale e non ha dato molti risultati concreti o, meglio, non sono mancate esperienze innovative in qualche caso molto interessanti, ma esse non si sono tradotte in riferimenti generali.”

Giuseppe Corasaniti (1957) magistrato italiano

dall'intervento al XXIX Congresso della ANM, 2008; citato in Le proposte della Magistratura http://archivio.associazionenazionalemagistrati.it/media/71664/Atti%202008.pdf, archivio.associazionenazionalemagistrati.it