Frasi su attacco
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“«Quando il mondo della creatività avrà compiuto la sua secessione, l'industria dell'appropriazione che limita i diritti d'uso […] deperirà lentamente nel campo cinto di filo spinato che finge di coltivare. Ne è così consapevole che è pronta a tutto per impedirlo. Noi dobbiamo proteggere l'ecosistema dell'informazione da questi attacchi, ma ciò non ci esime dal riflettere sui vincoli al suo sviluppo e al suo divenire. E se ce ne daranno l'occasione, potrà essere utile aiutare questa industria a reinventarsi in forme meno distruttive.» Queste parole di Philippe Aigrain, nel suo libro dedicato al conflitto fra la condivisione libera e il monopolio proprietario dei beni informativi, possono essere lette e riprodotte in virtù di una scelta coerente e consapevole del suo autore, che ha sottoposto il testo a una licenza Creative Commons. La domanda di Aigrain – fino a che punto la cosiddetta "proprietà intellettuale", un monopolio che rende artificiosamente costoso qualcosa che sta diventando riproducibile sempre più facilmente, danneggia la creatività e la cultura?”

Maria Chiara Pievatolo (1963) accademica italiana

è ormai molto comune, 2 anche se buona parte degli autori accademici italiani, almeno nel settore delle scienze umane, sembra continuare a ignorarla. (introduzione, p. 11)
Sette scritti politici liberi, Incipit
Origine: Traduzione di Maria Chiara Pievatolo da Philippe Aigrain, [//paigrain.debatpublic.net/?page_id=160/ Cause commune: l’information entre bien commun et propriété], Fayard, Parigi, 2005, p. 215 sg.

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“Chi attacca la magistratura lo fa per trovarsi un alibi… Il nemico primo è la corruzione.”

Rocco Buttiglione (1948) politico e accademico italiano

dall'intervista a l'Europeo, Macché complotto, rubate un po' meno, 11 settembre 1992; citato in Marco Travaglio, Carta Canta – Il Buttiglione pieno e quello vuoto http://www.repubblica.it/2003/k/rubriche/cartacanta/18-luglio/18-luglio.html, la Repubblica, 18 luglio 2007

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“Il patteggiamento sta diventando come miele per pentiti falsi. Per ottenere uno sconto. A Conte lo hanno rigettato e per un uomo come lui è meglio così. Meglio un secolo di squalifica.”

Giulia Bongiorno (1966) avvocato e politica italiana

citato in Carlotta De Leo, Parla Conte: «Condannato da giudici tifosi». Petrucci: «Basta con gli attacchi alla giustizia» http://www.corriere.it/sport/12_agosto_23/conte-conferenza-stampa_8bcf6eca-ed22-11e1-89a9-06b6db5cd36c.shtml, Corriere della sera.it, 23 agosto 2012

“Il teismo, specie quello cristiano, non attacca gli atei, ma semmai li chiama, porge loro annunci o tutt'al più avvisi di garanzia.”

Guido Sommavilla (1920–2007) religioso, scrittore, critico letterario e teologo cattolico italiano

Il bello e il vero

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“Lo sceneggiatore è un tale che attacca il padrone dove vuole l'asino.”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

1993, p. 54
Frasario essenziale per passare inosservati in società

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“Motoscafo turismo modificato M T M detto «barchino esplosivo». Motoscafo a fondo piatto, largo m. 1,90, lungo m. 5,20; un motore Alfa Romeo 2500 gli assicura la velocità di 32 mg.; 5 ore di autonomia alla massima velocità. Il complesso elica-timone, costituente un blocco esterno allo scafo come in un fuori-bordo, è rotante; si solleva cioè, con facile manovra, per passare a fior d'acqua sopra le ostruzioni senza intopparvi. Nella parte anteriore del motoscafo ha sede un barilotto contenente 300 Kg. di esplosivo con sistema di scoppio ad urto o a pressione idrostatica. Un uomo solo lo pilota; superate cautamente le eventuali ostruzioni e le reti para siluro, individua il bersaglio; lo punta con la prua del barchino: quando è in punteria, mette a tutta forza, blocca il timone, e subito si lancia in mare. Mentre il pilota, per non trovarsi in acqua al momento dell'esplosione, si issa rapidamente sul salvagente di legno che gli faceva da schienale e che si stacca da bordo un attimo prima del tuffo mediante la manovra di una leva, il barchino continuando la sua corsa investe il bersaglio: la parte poppiera si stacca da quella prodiera (per l'azione di una corona di carichette esplosive disposte tutt'intorno allo scafo che, all'urto, tranciano il barchino in due) e affonda rapidamente, mentre il barilotto con la carica, giunto alla quota prestabilita in base al pescaggio del bersaglio, esplode per pressione idrostatica, aprendogli una vasta falla nell'opera viva. Con questo mezzo d'assalto sono stati compiuti gli attacchi di Suda e di Malta.”

Junio Valerio Borghese (1906–1974) militare e politico italiano

Origine: Decima Flottiglia Mas, p. 27

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“È tutta una fungaia di attacchi al veleno.”

Armando Ceroni (1959) giornalista svizzero

Citazioni tratte Dalle telecronache sulla TSI, Le frasi tipiche

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“Ci si attacca anche ai posti peggiori. Proprio come il grasso si attacca sul fondo della padella.”

Joël Egloff (1970) scrittore e sceneggiatore francese

Lo stordimento

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“Le cose non sono mai tanto torbide, che non abbiano alcun attacco di speranza.”

Gasparo Gozzi (1713–1786) scrittore italiano

dalla lettera al cardinale Scipione Gonzaga, in Opere, 1820

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“Voi siete qui dopo aver conquistato potenti nazioni e aver soggiogato il mondo, considero quindi assurdo dovervi incitare con discorsi come se non foste uomini provati dalle azioni. […] Infatti cos'è la guerra per voi se non una consuetudine? Oppure cosa per un uomo coraggioso è più piacevole che cercare vendetta con la propria mano? È un diritto naturale saziarsi l'anima con la vendetta. Quindi lanciamoci contro il nemico con ardore poiché sono sempre i più coraggiosi ad attaccare. Disprezzate questa accozzaglia di razze diverse. Chi si difende tramite un'alleanza dimostra codardia. Guardate, anche prima del nostro attacco sono tormentati dal terrore. Cercano le vette, si impossessano dei colli e poi, pentendosi troppo tardi, chiedono a gran voce una protezione dalla battaglia in campo aperto. […] Quindi giù nella mischia, con cuore gagliardo come siete abituati. Disprezzate il loro ordine di battaglia. Attaccate gli Alani, sbaragliate i Visigoti. […] Lasciate che il vostro coraggio si levi e la vostra furia scoppi. Ora, o Unni, mostrate la vostra scaltrezza e le vostre gesta d'armi. Chi rimane ferito pretenda in cambio la morte del suo avversario; chi è incolume si diverta a massacrare il nemico. Che nessuna lancia colpisca chi è sicuro di vivere, e che il fato colga anche in pace chi è sicuro di morire. Infine perché mai il destino avrebbe dovuto rendere gli Unni vittoriosi su così tante nazioni se non per prepararli alla gioia di questo conflitto? […] Chi ha fatto sì che degli uomini armati si arrendessero a voi quando eravate ancora disarmati? Nemmeno una massa di nazioni federate potrebbe resistere alla vista degli Unni. In questo non mi sbaglio […]. Io lancerò la prima lancia contro il nemico. Chi riposa mentre Attila combatte è un uomo morto.”

Attila (406–453) sovrano e condottiero unno
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“[Dopo l'annuncio delle dimissioni di Maurizio Lupi dall'incarico di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti] Sa cosa significa corruzione? Significa rompere in tanti pezzi. La corruzione ha rotto in tanti pezzi questo Paese, l'ha sbriciolato garantendo abbondanti mangiatoie a pochi e briciole a tutti gli altri. La corruzione ha prodotto il cancro nella «terra dei fuochi» e l'abbandono dell'Italia da parte dei suoi giovani migliori; ha provocato notti insonni a padri che non sanno come pagare gli studi a figli, attacchi di panico di neolaureati che non sanno come trovare lavoro. La corruzione ha prodotto il dramma di imprenditori che preferiscono mettersi il cappio al collo piuttosto che dire in giro che stanno fallendo, le lacrime di malati costretti ad aspettare mesi per trovare un posto letto in un ospedale. La corruzione ha trasformato l'Italia in una giungla dove delinquenti ottengono appalti, conti correnti milionari, case da sogno, barche di lusso che attraccano sulle coste liguri, sarde o in qualche porto nel Gargano. La Liguria, la Sardegna, il Gargano, dove migliaia di italiani aspettano le briciole da uno Stato corrotto che non sa proteggerli neppure dalla pioggia.”

Alessandro Di Battista (1978) politico italiano

Origine: Dall'intervento alla Camera dei Deputati durante la seduta n. 396 del 20 marzo 2015 della XVII Legislatura; trascritto in Resoconto stenografico dell'Assemblea http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=17&sezione=assemblea&tipoDoc=alfabetico_stenografico&idSeduta=0396.

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“La pratica di creare finti attacchi nemici per raggirare la costituzione e poter liberamente dichiarare guerra ai fantomatici aggressori ha un nome ben preciso nella lingua degli yankees: si chiama false flag. Tutte le più recenti guerre che hanno coinvolto gli Stati Uniti d’America ne hanno una. Non a caso tutte le guerre moderne dell’America nascono da una menzogna!”

Paolo Bernini (1987) politico italiano

Origine: Citato in Bernini, il grillino complottista: «C'è chi crea finti attacchi nemici» http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2015/9-gennaio-2015/bernini-grillino-complottista-c-chi-crea-finti-attacchi-nemici-230825678516.shtml, Corriere.it, 9 gennaio 2015.

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“Penso che chiunque voglia creare uno stato palestinese e ritirarsi dai territori occupati da Israele favorirà gli attacchi contro Israele.”

Benjamin Netanyahu (1949) politico israeliano

Origine: Citato in Gwynne Dyer, Il prezzo della vittoria di Netanyahu http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/19/israele-netanyahu-vittoria, Internazionale.it, 19 marzo 2015.

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“[In riferimento alla missione americana in Iraq] In principio erano le armi di distruzione di massa. Per prevenire il terribile attacco di Saddam al resto del mondo, partì la guerra in Iraq. Poi si scoprì che le armi non c'erano, nulla non c'era nulla da prevenire. Allora si disse che bisognava colpire, a Baghdad, il più terribile alleato e foraggiatore e protettore di Al Quaeda. Poi si scoprì che i due nemmeno si conoscevano, anzi si odiavano. Poi si disse che eravamo lì per liberare gli Iracheni da Saddam […] Allora si disse che dovevamo restare lì perché gli Iracheni lo volevano, infatti ci accoglievano come liberatori. Poi si scoprì che ci sparavano addosso. Allora si disse che eravamo lì per esportare la democrazia. Poi si scoprì che, già che c'eravamo, esportavamo anche la tortura (per esempio nel carcere di Abu Ghraib), dalla quale peraltro l'Iraq era da tempo un discreto produttore. Allora Giuliano Ferrara, che è molto intelligente, disse che c'è una bella differenza fra la tortura di Saddam e la nostra: lui i torturati mica li fotografa, noi sì perché siamo democratici. Clic. Volete mettere la differenza? Allora si disse che bisognava restare per riportare la Pace in Iraq, contro una guerra che prima non c'era e che avevamo scatenato noi. Poi si scoprì che la pace faceva più morti della guerra. Allora si disse che bisognava restare per combattere il terrorismo. Poi si scoprì che di terroristi in Iraq, non ce n'erano, almeno prima dello sbarco delle truppe occidentali: ne arrivarono a migliaia da tutto il mondo arabo e ne sorsero molti in loco, dopo il nostro arrivo; insomma, il terrorismo, da quando lo combattiamo, aumenta. Allora si disse che bisognava restare perché altrimenti sarebbe scoppiata la guerra civile fra sciiti e sunniti. Poi, consultando i libri di storia, si scoprì che quella irachena non conosce guerre civili, ma grazie alla nostra presenza sul posto ottenemmo anche questo risultato: scatenare la prima guerra civile della storia dell'Iraq.”

La scomparsa dei fatti

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“In Europa han messo in giro la storia che io ero irriso perché qui in Italia mi hanno fatto un attacco con il bunga-bunga, che è un'operazione di mistificazione e diffamazione che non si regge su nulla. Da 150mila intercettazioni telefoniche non è venuto fuori un reato e continuano con i processi che sono stati ripresi da tutti i giornali stranieri, dove la magistratura è una cosa seria. Mentre da noi la magistratura è una mafia più pericolosa della mafia siciliana, e lo dico sapendo di dire una cosa grossa, ma è così.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2013
Origine: Da un'intervista a Milanello; citato in Berlusconi viola la regola del silenzio. "Magistratura peggio della mafia siciliana" http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2013/2013/02/23/news/berlusconi_rompe_il_silenzio_elettorale_magistratura_peggio_della_mafia-53272701/, Repubblica.it, 23 febbraio 2013.

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“[Su Valentino Mazzola] Era un traccagno di piccola statura e tuttavia così dotato atleticamente da strabiliare. Scattava da velocista, correva da fondista, tirava con i due piedi come uno specialista del gol, staccava e incornava con mosse da grande acrobata, recuperava in difesa, impostava l'attacco e vi rientrava spesso per concludere. Era insieme regista e match-winner.”

Gianni Brera (1919–1992) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Mario Gherarducci, Capitan Mazzola e il Grande Torino, due leggende in mostra http://web.archive.org/web/20131203023031/http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/28/Capitan_Mazzola_Grande_Torino_due_co_0_01092811098.shtml, Corriere della Sera, 28 settembre 2001, p. 47.

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“[Durante la guerra civile siriana] Il nostro territorio non può essere raggiunto da eventuali attacchi siriani con gas mortali, dobbiamo però evitare in ogni modo che armi chimiche possano essere usate contro di noi.”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

2013
Origine: Citato in Obama: "Intervento in Siria sarà limitato. Ma il regime di Assad riceverà un duro colpo" http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/29/news/obama_intervento_in_siria_sar_limitato_impediremo_ulteriori_attacchi_con_i_gas-65459425/?ref=HREA-1, Repubblica.it, 29 agosto 2013.

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“Sono una pianta marcia che va estirpata, la Fratellanza Musulmana sembra moderata, ma nei fatti è dietro a tutti gli attacchi terroristici nel mondo.”

Khalifa Belqasim Haftar (1943) generale e politico libico

Citazioni di Khalīfa Belqāsim Ḥaftar
Origine: Dall'intervista rilasciata a Libya al Hadath; citato in Vincenzo Nigro, Libia, il generale Haftar: "Non riconosco il governo di Tripoli" http://www.repubblica.it/esteri/2016/05/18/news/libia_generale_haftar_non_riconosco_le_decisioni_di_tripoli_-140051982/, Repubbica.it, 18 maggio 2016.

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“La teoria del gender è come l'Isis, perché minaccia la società e è un attacco alla nostra identità. In un momento difficile dovremmo ripristinare i veri valori, mentre la propaganda gay incrementa ancor di più il già preoccupante calo demografico italiano.”

Roberto Fiore (1959) politico italiano

durante il convegno La Croce: un segno, un simbolo. Il ruolo della donna tenutosi al Pirellone di Milano, 16 marzo 2015
Origine: Citato in Micol Sarfatti, Roberto Fiore (Forza Nuova) in Regione Lombardia: "La teoria gender è come l'Isis" http://www.huffingtonpost.it/2015/03/17/fiore-regione-lombardia_n_6883470.html, Huffington Post.it, 17 marzo 2015.

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“Stati come questi, e i terroristi loro alleati, costituiscono un asse del male, che si arma per minacciare la pace del mondo. Questi regimi, nella loro ricerca di armi di distruzione di massa, pongono una minaccia sempre più grave. Essi potrebbero fornire queste armi ai terroristi, equipaggiandoli dei mezzi per tradurre nei fatti il loro odio. Potrebbero attaccare i nostri alleati o tentare di riattaccare gli Stati Uniti. In tutti questi casi, il prezzo dell'indifferenza sarebbe catastrofico. Opereremo in modo stretto con la nostra coalizione per impedire ai terroristi mi ha gli stati che li appoggiano di costruire e distribuire armi di distruzione di massa. Svilupperemo e dispiegheremo difese missilistiche adeguate a proteggere l'America i suoi alleati da attacchi improvvisi. Tutte le nazioni dovranno saperlo: l'America farà tutto ciò che è necessario per difendere la propria sicurezza(…). Non starò ad aspettare che le cose accadano. Non mi fermerò mentre il pericolo si fa sempre più vicino. Gli Stati Uniti non permetteranno che regimi più minacciosi del mondo li minaccino con gli armamenti più distruttivi del mondo. Le nostra guerra contro il terrore è iniziata bene, mi sono lavato iniziale (…). Non possiamo fermarci presto. Se ci fermiamo lasciando intatti i campi dei terroristi e gli Stati terroristi fuori controllo, il nostro senso di sicurezza sarebbe falso e temporaneo. La storia ha chiamato l'America i suoi alleati all'azione e del nostro privilegio così come nostra responsabilità combattere una guerra per la libertà.”

George Bush (1946) 43º presidente degli Stati Uniti d'America

Discorso sullo Stato dell'Unione, 29 gennaio 2002

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“Fegato (s. m.). Organo di dimensioni rilevanti e di colore rosso che la provvida natura ci ha cortesemente fornito per consentirci di avere attacchi di bile.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 82
Dizionario del diavolo

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“È che proprio i trentenni non esistono più, come gli gnomi, il dodo e gli esquimesi. Adesso c'è l'adolescenza, la postadolescenza e la fossa comune. I trentenni sono una categoria superata, a cui ci si attacca per nostalgia, come il posto fisso.”

Zerocalcare (1983) fumettista italiano

Strisce, Zerocalcare.it
Origine: Da Perché non possiamo dirci trentenni http://www.zerocalcare.it/2012/03/12/perch-non-possiamo-dirci-trentenni/, 12 marzo 2012.

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“Nel primo attacco che sferrammo sul fronte russo ci rendemmo conto subito che avevamo a che fare con soldati essenzialmente diversi dai francesi e dai belgi: quasi invisibili, trincerati con una perizia consumata, e risoluti! Subimmo perdite considerevoli.”

Günther Blumentritt (1892–1967) generale tedesco

Origine: Il riferimento è alla Prima guerra mondiale. Storia di una sconfitta, p. 382.
Origine: Citato in Basil Henry Liddell Hart, Storia di una sconfitta, p. 382

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“[Su José Mourinho] Mi piace. Mi diverte. Capisco certi suoi attacchi d'ira. Mourinho viene tormentato con le domande su Mancini. Un incubo, ha fatto bene a reagire. I conti si faranno alla fine.”

David Trezeguet (1977) calciatore francese

citato in Trezeguet: "Brava Juve Io ritorno in Champions" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Juventus/Primo_Piano/2008/11/16/trezegol.shtml, Gazzetta.it, 16 novembre 2008

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“Ho portato a termine il più sofisticato e spettacolare attacco politico mai commesso in Europa sin dai tempi della Seconda guerra mondiale.”

Anders Behring Breivik (1979) terrorista norvegese

dalle dichiarazioni al processo per le stragi di Oslo e Utoya; citato in Il delirio di Anders Breivik: "sì lo rifarei di nuovo" http://tg.la7.it/esteri/video-i540434, Tg. la7. it