Frasi su base
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“Il voto è senza dubbio la base della democrazia ma non risolve problemi endemici come la crisi economica, la disoccupazione, la povertà e la corruzione. Il Sudafrica ha fatto passi da gigante in quindici anni, potevano cadere nel baratro diventare un altro Afghanistan dopo il rilascio di Mandela, ma non è stato così.”

Nadine Gordimer (1923–2014) scrittrice sudafricana

Origine: Da "Mandela è ormai solo un ricordo" Intervista a Nadine Gordimer http://alessandracardinale.com/2010/07/07/mandela-e-ormai-solo-un-ricordo/, Il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2010,

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“Tale fede religiosa ha un carattere segnatamente pragmatista, poiché le manifestazioni di essa nei riti e nelle cerimonie rivelano una preoccupazione per assicurare alla vita umana una base solida di continuità. Il Norito, collezione di preghiere per le diverse festività, è orientato nel suo insieme a rivolgersi alle divinità per assicurarsi una vita migliore. Le parole usate nelle preghiere sono parole umane, ma possono anche essere chiamate "parole divine", nel senso che le divinità stesse le hanno trasmesse indirettamente, attraverso uomini specialmente dotati di spirito divino; e dunque in tal modo si stabilisce un dialogo tra le divinità e gli uomini, grazie al quale si ottiene il grande beneficio di una vita felice.
Ma la vita felice non era, per i giapponesi antichi come poi, e ancora, per lo shintoismo, una vita di oltre la tomba, bensì una vita presente, attualmente esistente. La felicità consiste nella sufficienza dei mezzi necessari per la vita, garantita, soprattutto nei tempi antichi, da abbondanti raccolti agricoli; ma, e ciò è alquanto sorprendente, anche dalla purezza del cuore. In ambedue gli aspetti, l'uno materiale e l'altro spirituale, si insiste molto nelle preghiere contenute nel Norito. Non si parla di peccati contro la divinità, tuttavia si accentua la purezza dei costumi come mezzo per placare gli dèi e ottenere i loro favori.”

da Shintoismo, cap. III.1c, p. 50

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“Epperò, proprio da questa ricostruzione storica, lontana da ogni tono apologetico ed edificante, emergono i reali meriti e i reali punti di forza del liberalismo. Dando prova di una straordinaria duttilità, esso ha cercato costantemente di rispondere e adattarsi alle sfide del tempo. È vero, ben lungi dall'essere spontanea e indolore, tale trasformazione è stata in larga parte imposta dall'esterno, ad opera di movimenti politici e sociali coi quali il liberalismo si è ripetutamente e duramente scontrato. Ma per l'appunto in ciò risiede la duttilità. Il liberalismo ha saputo apprendere dal suo antagonista (la tradizione di pensiero che, prendendo le mosse dal «radicalismo» e passando attraverso Marx, sfocia nelle rivoluzioni che in modi diversi a lui si sono richiamate) ben più di quanto il suo antagonista abbia saputo apprendere dal liberalismo. Soprattutto, l'antagonista non ha saputo apprendere quello che costituisce il secondo grande punto di forza del liberalismo. Certo, il processo di apprendimento dal liberalismo è tutt'altro che agevole, almeno per coloro che vogliono superare le clausole d'esclusione che attraversano in profondità questa tradizione di pensiero. Nessun'altra più di essa si è impegnata a pensare il problema decisivo della limitazione del potere. Epperò, storicamente, questa limitazione del potere è andata di pari passo con la delimitazione di un ristretto spazio sacro: maturando un'autocoscienza orgogliosa ed esclusivistica, la comunità dei liberi che lo abita è spinta a considerare legittima la schiavizzazione ovvero l'assoggettamento più o meno esplicito, imposti alla grande massa dispersa per lo spazio profano. Talvolta si è giunti perfino alla decimazione e all'annientamento. È dileguata del tutto questa dialettica in base alla quale il liberalismo si trasforma in un'ideologia del dominio e finanche in un'ideologia della guerra?”

cap. X, 6, p. 339
Controstoria del liberalismo

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“[Sulla crisi del meccanicismo in fisica] Forse agli occhi dei nostri posteri il momento storico attuale apparirà come a noi quello del Rinascimento, in cui il concetto di sistema del mondo cambiò la base stessa su cui era poggiato.”

Vito Volterra (1860–1940) matematico e fisico italiano

Origine: Da Il momento scientifico presente e la nuova Società Italiana per il Progresso delle Scienze, in Rivista di Scienza, 1907, vol. II, p. 231.

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“Colui che tanto vi domina non ha che due occhi, due mani, un corpo, non ha niente di più dell'uomo meno importante dell'immenso ed infinito numero delle nostre città, se non la superiorità che gli attribuite per distruggervi. Da dove ha preso tanti occhi, con i quali vi spia, se non glieli offrite voi? Come può avere tante mani per colpirvi, se non le prende da voi? I piedi con cui calpesta le vostre città, da dove li ha presi, se non da voi? Come fa ad avere tanto potere su di voi, se non tramite voi stessi? Come oserebbe aggredirvi, se non avesse la vostra complicità? Cosa potrebbe farvi se non foste i ricettatori del ladrone che vi saccheggia, complici dell'assassino che vi uccide e traditori di voi stessi? Seminate i vostri frutti, affinché ne faccia scempio. Riempite ed ammobiliate le vostre case, per rifornire le sue ruberie. Allevate le vostre figlie perché abbia di che inebriare la sua lussuria. Allevate i vostri figli, perché, nel migliore dei casi, li porti alla guerra e li conduca al macello, li faccia ministri delle sue bramosie, ed esecutori delle sue vendette. Vi ammazzate di fatica perché possa trattarsi delicatamente nei suoi lussi e voltolarsi nei suoi piaceri sporchi e volgari. Vi indebolite per renderlo più forte e rigido nel tenervi la briglia più corta. E di tutte queste indegnità, che neanche le bestie potrebbero accettare o sopportare, voi potreste liberarvi se provaste, non dico a liberarvene, ma solo a volerlo fare. Siate decisi a non servire più, ed eccovi liberi. Non voglio che lo scacciate o lo scuotiate, ma solo che non lo sosteniate più, e lo vedrete, come un grande colosso al quale è stata tolta la base, piombare giù per il suo stesso peso e rompersi.”

2014, p. 36
Discorso sulla servitù volontaria

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“L'attuale momento di crisi può essere raccontato sotto vari aspetti, e questo è un primo elemento da valutare. Ma un tema così ampio lo si può affrontare in modi diversi anche in base alle fasce orarie: al mattino presto la tv è vista dal ceto produttivo del Paese, dunque a quell'ora si dà un taglio più d'attualità alla trasmissione.”

Franco Di Mare (1955) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Dall'intervista di Marco Leardi, Franco Di Mare a DM: "Il miglior complimeno? L'ho ricevuto da una vecchietta..." http://www.davidemaggio.it/archives/65858/franco-di-mare-a-dm-il-miglior-complimento-lho-ricevuto-da-una-vecchietta-sarei-ben-felice-di-sostituire-santoro, Davidemaggio.it. 31 dicembre 2012.

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“Gli altri lavorano in base ai soldi, noi in base alle idee.”

Zdeněk Zeman (1947) allenatore di calcio ceco

Origine: Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, [//books.google.it/books?id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2112 p. 2112]. ISBN 8880898620

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“Il principio dell'invarianza dell'organizzazione. Secondo questo principio, qualunque sistema con la medesima organizzazione funzionale di base avrà esperienze qualitativamente identiche. Se per esempio la struttura causale dell'organizzazione neuronale fosse duplicata in silicio, con un chip di silicio al posto di ogni neurone nello stesso schema di interazioni, allora il soggetto avrebbe la stessa esperienza. In base a questo principio, ciò che è determinante per l'emergenza dell'esperienza non è il substrato fisico del sistema, ma lo schema astratto delle interazioni causali fra i suoi componenti.”

David Chalmers (1966) filosofo australiano

Origine: The principle of organizational invariance. This principle states that any two systems with the same fine-grained functional organization will have qualitatively identical experiences. If the causal patterns of neural organization were duplicated in silicon, for example, with a silicon chip for every neuron and the same patterns of interaction, then the same experiences would arise. According to this principle, what matters for the emergence of experience is not the specific physical makeup of a system, but the abstract pattern of causal interaction between its components.

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“Per quanto riguarda i diritti dei gay, l'ho ripetuto in tutta l'Africa, credo che le persone non debbano essere discriminate dalle legge sulla base del loro orientamento sessuale.”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

2015
Origine: Citato in Obama in difesa dei diritti dei gay in Africa http://www.ilpost.it/2015/07/26/obama-diritti-gay-africa/, Il Post.it, 26 luglio 2015.

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“La paura o la stupidità sono sempre state alla base della maggior parte delle azioni umane.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Dalla lettera a E. Mulder, aprile 1954; Archivio Einstein 60-609.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 140

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“Per quanto riguarda Mach, è bene distinguere tra l'influenza che ebbe in generale e quella che esercitò su di me in particolare. Mach ha compiuto significative ricerche sperimentali (ad esempio, la scoperta delle onde d'urto, basata su un metodo ottico veramente geniale); ma non di questo vogliamo discutere, bensì di come influenzò la visione generale dei concetti di base della fisica. In questa prospettiva il suo grande merito sta, a mio parere, nell'aver allentato il dogmatismo che dominava in quell'ambito nei secoli XVIII e XIX. Egli ha cercato di mettere in luce, specialmente nei campi della meccanica e della teoria del calore, il modo in cui i concetti hanno avuto origine dall'esperienza; Mach sosteneva in maniera convincente l'opinione che finanche i più basilari tra i concetti fisici si fondano sui dati empirici e, da un punto di vista logico, non sono in alcun modo necessari. Evidenziando come nella fisica siano cruciali i problemi connessi ai concetti di base, più che quelli d'ordine logico-matematico, egli ha esercitato un'influenza particolarmente salutare. Il suo punto debole stava, a mio modo di vedere, nel considerare l'attività scientifica all'incirca un semplice «mettere ordine» nei materiali empirici. Egli, insomma, non rese giustizia all'elemento di libera volontà costruttiva presente nella formazione dei concetti. Riteneva, in certo modo, che all'origine delle teorie vi fossero «scoperte» e non «invenzioni», spingendosi addirittura a vedere, nelle sensazioni, unità costitutive del mondo reale piuttosto che semplici oggetti di comprensione; pensava di poter colmare in tal modo lo iato fra psicologia e fisica. Fosse stato coerente fino in fondo, avrebbe dovuto rifiutare non solo l'atomismo, ma l'idea stessa d'una realtà fisica.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

6 gennaio 1948; pp. 689-690
Lettere a Michele Besso

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“[Sulla Porta Nuova a Palermo] L'altra porta guarda occidente e mezzogiorno. I due schiavi dalle braccia mozze ai lati ascoltano i venti che vengono d'Africa. Tutto il giorno ruote, scalpicii, il richiamo dei venditori ambulanti e quello dei dispensatori d'acqua su le panchette colorate – l'acqua nell'ombra dell'arco è splendida – con il loro frastuono sembrano ostacolare transiti più leggeri. Allato è un'abitazione di poche stanze, finestre con sbarre orizzontali, ricavata dalla base stessa del bastione. Ma il sole se ne và più presto qui, dietro le montagne che s'imbrunano subito, nelle costole della salita l'erbe si risvegliano per le mani dell'erborista, e in compenso di questo suo celarsi in anticipo il sole che nimbi che aloni lascia sui profili e le cime, raggiere simili a stecche d'un ventaglio d'opaco scarlatto o venato di viola, e su una nuvoletta varca e si colora di mese e di stagione, fa immaginare le fiammate del tramonto su le sabbie d'occidente. Così la sera viene prima, e col suo arrivo i rimbombi sotto la volta vanno affievolendo, i passaggi meno frequenti. […] L'ombra cresce, ancora poco e lo spazio dell'arco si colmerà d'azzurro già notturno, la calma peschiera dove estinguere ogni ansia. Le stelle seguono la loro strada, attente, come di grado in grado, forse sanno che le segue uno sguardo dal foro del tetto più alto o da una mobile piattaforma di acciaio. Una mano poi segnerà i loro umori negli annali delle piogge e dei venti.”

Lucio Piccolo (1901–1969) poeta italiano

da Le esequie della luna

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“Non bisogna asservirsi al vino, né mangiare carne… il pane soddisferà al bisogno e l'acqua basterà alla sete… e le pietanze a base di legumi possono bastare a conservare al corpo la forza.”

Basilio Magno (329–379) vescovo e teologo cristiano greco antico

Origine: Da Lettere; citato in Aa. Vv., La dieta vegetariana nel Cristianesimo, Edizioni Il Sentiero, Milano, 2011, p. 49. ISBN 978-88-86604-12-3

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“Capello si deve ritenere molto fortunato, perché ha la possibilità di lavorare con alcuni dei migliori calciatori del mondo, come John Terry, Rio Ferdinand, Steven Gerrard ed Ashley Cole, ma a volte devi avere il coraggio di dare un taglio al passato, devi prenderti i tuoi rischi e affidarti a qualche giovane, perché niente dura per sempre. E qui arriviamo al nocciolo della questione, perché il calcio inglese non ha talenti emergenti che possano fare la differenza, ovvero giocatori in grado di crescere e diventare campioni. Una delle cose che mi hanno sempre sorpreso quando stavo in Inghilterra è il modo in cui viene seguito il calcio giovanile. Si fa tanto chiasso sull'argomento, ma forse la soluzione è più semplice di quanto si creda. In Portogallo, un ragazzino può iniziare a giocare nel Porto a 10 anni e all'età di 16 aver già incontrato 10 o 12 volte il Benfica o lo Sporting Lisbona; aver disputato partite importanti, anche davanti a un pubblico numeroso, ed essere pronto al grande salto. In Inghilterra, invece, ciò non è possibile perché il calendario è fatto su base regionale e questo per me è il vero errore. Che senso ha per un giovane del Chelsea vincere 14 a 0 contro Cobham e incontrare i pari età di Liverpool o Manchester United giusto una volta l'anno, se va bene? Cosa può davvero imparare da una cosa del genere? Mi rendo conto che molti allenatori delle squadre della Premier League non sono inglesi e che non lo sono nemmeno molti giocatori, ma quando sei in un'altra nazione tu hai il dovere di migliorare il modo in cui funzionano le cose anche lì. Ed è esattamente quello che ho cercato di fare io quando sono arrivato al Chelsea nel 2004, ma sul calendario non ho potuto fare nulla. Ecco perché ritengo che allenare la Nazionale inglese sia un compito davvero arduo, ma almeno contro Andorra sarà una gara facile e non possono esserci assolutamente problemi nel conquistare i tre punti. Con la Croazia, invece, sarà un po' diverso, perché loro hanno grande qualità e poi sono fieramente nazionalisti. È vero, hanno già battuto l'Inghilterra due volte nelle ultime due partite, ma non credo affatto che ci sarà una terza occasione.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)

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“Possiamo distinguere vari tipi di teorie nella fisica. Per la maggior parte sono costruttive. Tentano di ricavare un quadro dei fenomeni più complessi dai materiali di uno schema formale relativamente semplice, da cui prendono le mosse. Così la teoria cinetica dei gas cerca di ridurre i processi meccanici, termici e di propagazione a movimenti di molecole, cioè a ricavarli dalle ipotesi del moto molecolare. Quando diciamo che siamo riusciti a comprendere un insieme di processi naturali, invariabilmente intendiamo dire che abbiamo trovato una teoria costruttiva che copre i processi in questione.
Insieme a questa classe di teorie assai importante ne esiste una seconda, che chiamerò delle «teorie dei principi». Queste impiegano il metodo analitico, anziché quello sintetico. Gli elementi che ne costituiscono la base e il punto di partenza non sono stati costruiti per via ipotetica, ma vi si è giunti in modo empirico; essi sono caratteristiche generali di processi naturali, principi che danno origine a criteri formulati in modo matematico, che i processi separati o le loro rappresentazioni teoriche devono saper soddisfare. Così la scienza della termodinamica cerca di dedurre con mezzi analitici i nessi necessari – che gli eventi separati devono soddisfare – del fatto universalmente provato che il moto perpetuo è impossibile.
I vantaggi della teoria costruttiva sono la completezza, l'adattabilità e la chiarezza, quelli della teoria dei principi sono la perfezione logica e la sicurezza dei fondamenti.
La teoria della relatività appartiene a quest'ultima classe. Al fine di coglierne la natura, occorre prima di tutto acquisire dimestichezza con i principi su cui si fonda.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Out of My Later Years, pp. 51-52

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“Io quand'ero questore scoprii la sua tomba [di Archimede], sconosciuta ai Siracusani, cinta con una siepe da ogni lato e vestita da rovi e spineti, sebbene negassero completamente che esistesse. Tenevo, infatti, alcuni piccoli senari, che avevo sentito essere scritti nel suo sepolcro, i quali dichiaravano che alla sommità del sepolcro era posta una sfera con un cilindro. Io, poi, osservando con gl'occhi tutte le cose – c'è, infatti, alle porte Agrigentine una grande abbondanza di sepolcri – volsi l'attenzione ad una colonnetta non molto sporgente in fuori da dei cespugli, sulla quale c'era sopra la figura di una sfera e di un cilindro. E allora dissi subito ai Siracusani – c'erano ora dei principi con me – che io ero testimone di quella stessa cosa che stavo cercando. Mandati dentro con falci, molti ripulirono e aprirono il luogo. Per il quale, dopo che era stato aperto l'accesso, arrivammo alla base posta di fronte. Appariva un epigramma sulle parti posteriori corrose, di brevi righe, quasi dimezzato. Così la nobilissima cittadinanza della Grecia, una volta veramente molto dotta, avrebbe ignorato il monumento del suo unico cittadino acutissimo, se non lo fosse venuto a sapere da un uomo di Arpino.”

V, 23, 64-66
Cuius ego quaestor ignoratum ab Syracusanis, cum esse omnino negarent, saeptum undique et vestitum vepribus et dumetis indagavi sepulcrum. Tenebam enim quosdam senariolos, quos in eius monumento esse inscriptos acceperam, qui declarabant in summo sepulcro sphaeram esse positam cum cylindro. Ego autem cum omnia collustrarem oculis – est enim ad portas Agragantinas magna frequentia sepulcrorum – animum adverti columellam non multum e dumis eminentem, in qua inerat sphaerae figura er cylindri. Atque ego statim Syracusanis – erant autem principes mecum – dixi me illud ipsum arbitrari esse, quod quaererem. Immissi cum falcibus multi purgarunt et aperuerunt locum. Quo cum patefactus esset aditus, ad adversam basim accessimus. Apparebat epigramma exesis posterioribus partibus versiculorum dimidiatum fere. ita nobilissima Graeciae civitas, quondam vero etiam doctissima, sui civis unius acutissimi monumentum ignorasset, nisi ab homine Arpinate didicisset.
Philippicae, Tusculanae disputationes

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“Quando Dio Onnipotente stabiliva le eterne leggi della natura, venne assalito da un dubbio che non riuscì a dissipare neppure in seguito: come sarebbe imbarazzante se più tardi le massime autorità del materialismo dialettico dichiarassero illegali alcune o addirittura tutte le sue leggi!
Quando poi Egli creò i profeti e i saggi del materialismo dialettico fu tormentato da un altro dubbio analogo. Tuttavia si rincuorò al pensiero che mai quei profeti e saggi avrebbero potuto affermare che la base del materialismo dialettico poteva essere contraria alla Ragione e alla Verità.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Nell'Unione Sovietica la teoria della relatività venne spesso messa in discussione, non era chiaro se essa si accordasse o meno al materialismo dialettico e gli scienziati sovietici si guardavano bene dal confermare la validità della teoria. Nell'aprile 1952 un membro dell'Accademia delle scienze sovietica accusò Einstein di aver trascinato la fisica «nelle paludi dell'idealismo», di essere reo di «soggettivismo», sostenendo che il materialismo dialettico era invece basato «sull'oggettività della natura materiale». Lo stesso studioso russo condannò due suoi connazionali per aver dato credito alla teoria einsteiniana. L'attacco venne riportato dall<nowiki>'</nowiki>Associated Press. Il commento satirico di Einstein si riferiva all'atteggiamento sovietico in generale ed in particolare a tale episodio. Il lato umano, p. 85.
Origine: Da un commento satirico inedito rinvenuto tra le carte di Einstein e risalente probabilmente agli anni '50.
Origine: Il lato umano, p. 85

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“Nelle scuole italiane si insegnano le materie scientifiche, ma non si insegna quasi mai la scienza, ovvero le regole di base che permetterebbero di capire se chi annuncia di aver fatto una scoperta è credibile o no.”

Piero Angela (1928) divulgatore scientifico e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Cristiana Pulcinelli, «Stamina, anche noi giornalisti siamo responsabili» http://www.ufficiostampa.rai.it/aree/sipra/sipra_odierna.pdf#page=32&zoom=auto,36,777, l'Unità, 21 gennaio 2014, p. 18.

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“La chiave di ogni uomo è il suo pensiero. Benché egli possa apparire saldo e autonomo, ha un criterio cui obbedisce, che è l'idea in base alla quale classifica tutte le cose. Può essere cambiato solo mostrandogli una nuova idea che sovrasti la sua.”

Ralph Waldo Emerson (1803–1882) filosofo, scrittore e saggista statunitense

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Saggi, Prima serie
Origine: «The key to every man is his thought. Sturdy and defying though he look, he has a helm which he obeys, which is the idea after which all his facts are classified. He can only be reformed by showing him a new idea which commands his own». (da Essays, Digireads, 2007, p. 94 http://books.google.it/books?id=YBysIU4RoxQC&pg=PA94)

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“La storia talvolta viene scritta per sostenere i miti che sono alla base delle nostre identità immaginarie.”

Anthony Shadid (1968–2012) giornalista statunitense

Origine: La casa di pietra, p. 69

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