Frasi su battaglia
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“[Sulla propria candidatura alle regionali 2010] Non sarò un uomo di partito, ma un uomo delle istituzioni e di un programma di rinnovamento. Non mi bastano le etichette di partito. Per la Campania occorre uno sforzo straordinario, dobbiamo unire le forze. Non è più il tempo delle piccole tattiche. C'è bisogno di uno sforzo straordinario ed è una battaglia che non si fa con etichette di partito, ma che dobbiamo combattere chiamando all'appello uomini e donne per bene di centro, di sinistra e di destra.”

Vincenzo De Luca (1949) politico italiano

Origine: Da un intervento all'assemblea nazionale di Alleanza per l'Italia, 29 gennaio 2010; riportato in Vincenzo De Luca un Leader capace di parlare oltre il centrosinistra http://www.paternopolionline.it/politica/75-partito-democratico/5460-vincenzo-de-luca-un-leader-capace-di-parlare-oltre-il-centrosinistra, PaternopoliOnline.it, 30 gennaio 2010.

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“Questa [thumos] è la parola ipostatica di gran lunga più comune e importante dell'intero poema [l'Iliade]. Essa ha una frequenza tre volte maggiore rispetto a qualsiasi altra. In origine, nella fase oggettiva, doveva significare semplicemente un'attività percepita esteriormente, e non aveva nessuna connotazione interiore. Questo uso miceneo è documentato spesso nell' Iliade, specialmete nelle scene di battaglia, dove un guerriero che colpisce con la lancia nel posto giusto fa cessare il thumos o attività di un altro.
La seconda fase o fase interna, come abbiamo visto nell'ira di Achille, si presenta in una situazione di stress nuova, durante il periodo del crollo della mente bicamerale, quando la soglia di stress che si richiedeva per l'evocazione di voci allucinatorie era più elevata. Il thumos si riferisce allora a un insieme di sensazioni interne in risposta a crisi esterne. […] insieme di sensazioni interne che precedeva un'attività particolarmente violenta in una situazione critica. Presentandosi in modo ricorrente, il tipo di sensazione comincia ad appropriarsi del vocabolo che in precedenza designava l'attività stessa. Da questo momento in poi è il thumos a conferire forza a un gueriero in battaglia, ecc. Tutti i riferimenti al thumos come sensazione interna nell' Iliade sono in accordo con questa interpretazione.
Ora, l'importante transizione alla terza fase, quella soggettiva, è già iniziata nell' Iliade stessa, benché non ancora in modo molto appariscente. La percepiamo nella metafora inespressa del thumos come qualcosa di simile a un recipiente: in vari passi menos o vigore è «infuso» nel thumos di qualcuno (XVII, 451; XXII, 312). Il thumos viene anche paragonato implicitamente a una persona: non è Aiace che è ansioso di combattere ma il suo thumos (XIII, 73), né è Enea a rallegrarsi ma il suo thumos (XIII, 494; si veda anche XIV, 156). Se non è un dio, è il thumos a «spingere» più spesso un uomo a un'azione. E come se esso fosse un'altra persona, un uomo può parlare al suo thumos (XI, 403) e può udire ciò che questo ha da dirgli (VII, 68) o sentire la sua risposta come quella di un dio (IX, 702).
Tutte queste metafore sono estremamente importanti. Dire che le sensazioni interne di grandi mutamenti circolatori e muscolari sono una cosa in cui si può infondere forza, significa generare uno «spazio» immaginato, qui collocato sempre nel petto, che è l'antecedente dello spazio mentale della coscienza contemporanea. E confrontare la funzione di tale sensazione con quella di un'altra persona o anche con i meno frequenti interventi degli dèi significa iniziare quei processi metaforici che in seguito diventeranno l'analogo «io.»”

Origine: Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza, pp. 314-316

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“Il matrimonio, nella vita, è come un duello nel mezzo di una battaglia.”

Edmond About (1828–1885) scrittore, giornalista e critico d'arte francese

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“[Su Andreas Hofer] Non aveva Andrea alcuna qualità eminente, dico di quelle, alle quali il secolo va preso: bensì era un uomo di retta mente e di incorrotta virtù. Vissuto sempre nelle solitudini dei tirolesi monti ignorava il vizio e i suoi allettamenti. I parigini e i milanesi spiriti, anche i più eminenti, correvano alle lusinghe napoleoniche; povero albergator di montagna perseverava Hofer nell'innocente vita. Allignano in ordinario in questa sorte di uomini due doti molto notabili, l'amore di Dio e l'amore della Patria: l'uno e l'altro risplendevano in Andrea. Per questo la tirolese gente aveva posto in lui singolare benevolenza e venerazione. Non era in lui ambizione. Comandò richiesto non richiedente. Di natura temperatissima, non fu mai veduto, né nella guerra sdegnato, né nella pace increscioso, contento a servire o al principe o alla famiglia. Vide vincitori insolenti, vide pacifici tugurj, vide lo strazio e la strage dei suoi: né per questo cessò dall'indole sua moderata e uguale: terribile nella battaglia, mite contro i vinti, non mai sofferse che chi le guerriere sorti avevano dato in sua potestà, fosse messo a morte; anzi i feriti dava in cura alle tirolesi donne, che, e per sé, e per rispetto di Hofer gli accomodavano di ogni più ospitale servimento. Distruggeva Napoleone le patrie altrui, sdegnoso anche contro gli amici: difendeva Hofer la sua, dolce anche contro coloro che la chiamavano a distruzione e a morte.”

Carlo Botta (1766–1837) storico e politico italiano

citato in Massimo Viglione, Rivolte dimenticate: le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815, Città Nuova, p. 115

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“La cristianità è battaglia, non un sogno.”

Henry Ward Beecher (1813–1887) politico statunitense

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“Alcune battaglie devono essere intraprese pur sapendo che potrebbero essere perse, ma nel disegno complessivo sono indispensabili per vincere la guerra.”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

da Tutti insieme appassionatamente, contro la mozione Idv http://www.antoniodipietro.com/2009/05/tutti_insieme_appassionatament.html, 28 maggio 2009
Dal suo blog

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“Il sangue del Principe e del Moro | arrossano il cimiero di identico color.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, n. 10
Volume I
Origine: Testo di Fabrizio De André e Paolo Villaggio.

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“Se ansia di gloria, sete d'onore | spegne la guerra al vincitore, | non ti concede un momento per fare all'amore.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Carlo Martello: da Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, n. 10
Volume I

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“È mai possibile, oh porco di un cane, | che le avventure in codesto reame | debban risolversi tutte con grandi puttane.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Carlo Martello: da Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, n. 10
Volume I

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“La battaglia di Sadowa è stata vinta dal maestro di scuola prussiano.”

Oskar Peschel (1826–1875) geografo tedesco

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, U. Hoepli, Milano, 1921, p. 518, § 1538

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“[In risposta al Re Sole che aveva offerto al duca di non bombardare i suoi appartamenti durante l'assedio di Torino nel 1706] Il mio alloggio è là dove la battaglia è più furiosa.”

Vittorio Amedeo II di Savoia (1666–1732) re di Sardegna

Origine: Citato in Dario Gariglio, 1706, l'assedio di Torino, Blu Edizioni, Torino, 2005, p. 57. ISBN 88-7904-008-1

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“Le battaglie hanno luogo per essere decisive! Attaccate, attaccate, attaccate sempre, dunque!”

Federico II di Prussia (1712–1786) re di Prussia

Origine: Citato in Thomas Mann, Federico e la grande coalizione. Un saggio adatto al giorno e all'ora, a cura di Nada Carli, Edizioni Studio Tesi, 1986.

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“Ruggiero per la prima impresa volle andare sopra Squillace, la quale era tenuta da benissimo presidio de' soldati, richiese il Re, che mandasse per terra Blasio d'Alagona con l'esercito, a tal ch'in un medesimo tempo si potesse combattere per mare e per terra: venne Blasio, e nel dare l'assalto per terra fu in modo ributtato, che se i Terrazzani voleano essere contenti d'avere ben difesa la Città, come conveniva, non sarebbe pigliata mai; ma i Terrazzani, ch'eran in maggior numero che i soldati del presidio, usciro e s'allontanaro temerariamente tanto dalla Terra, dando la caccia a' nemici, che Ruggiero di Loria, ch'invano si travagliava di combattere la Terra per mare, pose subito i soldati dell'armata in terra, ed occupò quel luogo, ch'era tra i Cittadini usciti col presidio e la Città, ed allora Blasio avendo per forza fatto far testa a suoi che fuggivano, rinnovò la battaglia e si trovaro i Terrazzani rinchiusi, sentendosi all'improvviso Ruggiero coi suoi dietro le spalle, onde fu fatta tal uccisione, che non fu casa in Squillace ove non fosse morto alcun a quella giornata: de' soldati del presidio si salvaro pochissimi, facendosi per vera virtù la strada con l'arme a ritornar alla Città, la maggior parte feriti, e la Città restò tanto spaventata al ritorno loro, che subito pigliò partito di rendersi e fu data a Corrado Lanza con buon numero di gente, e Biasio, con l'esercito di terra andò sopra Pietro Ruffo, ch'era in Catanzaro, Signore per antica nobiltà di sangue illustre, il qual essendo stato fidato sopra la speranza della pace, non avea fatte quelle provisioni di cose da vivere né dei soldati, che avesse potuto sostenere un lungo assedio; pur i Terrazzani che l'amavano, lo confortaro a tenersi, promettendo di voler morire tutti sotto la bandiera sua, ma il buon Signore volle assicurarsi, mandò a Riggio a patteggiare con Re Federico, e così si rese a patti, che se fra quaranta dì, l'esercito di Re Carlo non venia a soccorrere, si dava reso.”

Angelo di Costanzo (1507–1591) storico e poeta italiano

Origine: Istoria del regno di Napoli, p. 172

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“Per l'Inter si può parlare di de profundis, è finito il credito ottenuto grazie a Calciopoli. Certo Moratti ci ha messo del suo sostituendo Mourinho con Benítez, il contrario del portoghese. La squadra è passata in pochi mesi da un'armata da battaglia ad una banda scarica. Per tornare a vincere Moratti forse avrà bisogno di una nuova Calciopoli.”

Luciano Moggi (1937) dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Moggi: L'Inter è finita. Per vincere servirà altra Calciopoli http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/11/22-95035/Moggi%3A+L'Inter+%C3%A8+finita.+Per+vincere+servir%C3%A0+altra+Calciopoli, tuttosport.com, 22 novembre 2010.

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“Ma la cosa più sorprendente era l'enorme cumulo di ossa.”

riferendosi al campo di battaglia dopo l'assedio di Antiochia
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“Zeman è un allenatore di calcio quindi dovrebbe occuparsi di campo più che di altre cose. Il boemo è comunque un paraculo che si è parato poco, per cui credo vada stimato. Sicuramente ha pagato per le battaglie che ha fatto.”

Urbano Cairo (1957) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Cairo: «Zeman è un parac... che si è parato poco» http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/torino/2012/09/17-213134/Cairo%3A+%C2%ABZeman+%C3%A8+un+parac...+che+si+%C3%A8+parato+poco%C2%BB, Tuttosport.com, 17 settembre 2012.

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“Il futuro è digitale; i giornali hanno fatto il loro tempo. Le vostre battaglie sembrano quelle dei costruttori di carrozze che volevano impedire la diffusione delle auto. Non potete fermare il progresso. Non so indicarvi io la soluzione, ma quando ci sono prodotti che diventano obsoleti bisogna prendere altre strade.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Frasi pronunciate il 10/12/2003 nel corso della presentazione di un libro di Bruno Vespa. Le citazioni sono state raccolte e pubblicate in Giornali e tv negli anni di Berlusconi, Marsilio, 2005, a cura di Giancarlo Bosetti e Mauro Buonocore

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“Disegnando grandi battaglie sul muro | tu dichiari le guerre così | combattendole in modo più vile e puerile che mai…”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Dalai
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“Sul fronte dell'anticlericalismo e dell'avversione alla Chiesa stiamo assistendo ad una vera e propria deriva, parallela a certe battaglie politiche. C'è una marea anticristiana che monta in Europa, un sentimento anticattolico. È difficile prevedere con esattezza cosa accadrà. Oramai la violenza non tocca più solo la politica bensì la parte simbolica della società. Quindi anche la Chiesa.”

Gianni Baget Bozzo (1925–2009) sacerdote, politico e giornalista italiano

Origine: Citato in Roberto Zuccolini, Baget Bozzo: è il segno dell' anticlericalismo dilagante https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/aprile/30/Baget_Bozzo_segno_dell_anticlericalismo_co_9_070430094.shtml, Corriere della sera, 30 aprile 2007, p. 3.

“La polemica teologica di Lessing assunse in primo luogo il tono di un'appassionata battaglia per la libertà di pensiero e di stampa.”

Nicolao Merker (1931–2016) scrittore e filosofo italiano

dall'Introduzione a La religione dell'umanità, p. IX

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“Crisalo: I due Atridi sono famosi per aver compiuto un'impresa grandiosa: conquistarono dopo dieci anni Pergamo, la patria di Priamo, difesa da mura divine, con armi, cavalli, un esercito di fortissimi combattenti, una flotta di mille navi. Roba veramente da nulla rispetto a quello che farò io per espugnare il mio padrone, senza flotta e senza tutto quel grande esercito. L'ho preso, sono riuscito a portargli via l'oro per il padroncino innamorato. Prima che ritorni, voglio intonare un lamento funebre. O Troia, patria, Pergamo, o vecchio Priamo, sei bello che morto: ti sto per scucire quattrocento filippi d'oro. Le tavolette sigillate che ti ho consegnato non sono mica delle tavolette, sono il cavallo di legno degli Achei. Pistoclero, da cui le ho prese, è Epeo, il costruttore, Mnesiloco è Sinone, quello che fu lasciato indietro, ma non sta presso la tomba di Achille, è a letto con Bacchide. Quello vero un tempo accese del fuoco per dare il segnale, questo qua invece… è proprio lui a bruciare. E io sono Ulisse, grazie alla cui astuzia sta avvenendo tutto questo. Tutte le cose scritte qui, nelle tavolette, sono i soldati all'interno del cavallo, ben armati e pien di coraggio. Fino a questo momento tutto è andato per il verso giusto. Il cavallo ora dovrà attaccare non una rocca, ma un forziere: per l'oro del vecchio sarà rovina, strage, terribile lusinga. Al nostro sciocco vecchio posso dare sicuramente il nome di Ilio; al soldato è Menelao, io sono Agamennone e anche Ulisse figlio di Laerte, Mnesiloco è Paride che manda in rovina la sua patria. Ha rapito Elena, per questo sto assediando Ilio. Ho sentito che anche lì Ulisse fu coraggioso e perfido, proprio come me. Io sono stato beccato nel mezzo dei miei inganni, lui rischiò quasi di morire mentre spiava le mosse dei Troiani travestito da mendicante. Oggi a me è successo qualcosa di simile. Mi hanno incatenato, ma me la sono cavata con l'inganno: anche lui si salvò con i suoi inganni. Ho sentito che tre furono i segni del fato che preannunciavano la rovina di Troia: se fosse stata portata via la statua dalla rocca, poi la morte di Troilo, terzo, quando si fosse spaccato lo stipite superiore delle porte frigie. E tre sono anche i segnali del fato per la nostra Ilio. Primo: quando ho raccontato al vecchio la storia dell'ospite, dell'oro e della barca: in questo modo ho portato via dalla rocca la statua. Poi me ne rimanevano ancora due per prendere la roccaforte. Quando ho consegnato le tavolette al vecchio: lì ho ucciso Troilo: lui pensava che Mnesiloco fosse a letto con la moglie del soldato. Qui mi sono salvato per un pelo. Ma è come il pericolo che corse Ulisse quando, raccontano, fui riconosciuto da Elena e consegnato a Ecuba; ma, come allora Ulisse riuscì a liberarsi grazie alle sue lusinghe, convincendo Ecuba a lasciarlo andare, così io con la mia astuzia sono scampato al pericolo e ho messo nel sacco il vecchio. Poi mi son dovuto scontrare con il grande soldato che conquista le città senza armi, solo con le sue ciance, e ho sistemato anche lui. Poi altra battaglia con il vecchio. M'è bastato un solo inganno per sbaragliarlo e ho preso il bottino in un colpo solo. Ora consegerà al soldato i duecento filippi che ha promesso. Però ne servono altri duecento da spendere dopo la presa di Troia, che ci sia del vino per il trionfo dei vincitori. Questo Priamo è molto meglio dell'altro: non c'ha mica cinquanta figli, ne ha quattrocento e tutti di prima scelta, senza un solo difetto. Li farò a pezzi in due soli colpi. Se c'è qualcuno che lo compra, il nostro Priamo, io lo metto pure in vendita: penso che questo vecchio sia veramente roba da vendere, da mettere all'asta, dopo che avrò espugnato la roccaforte. Ma eccolo là il nostro Priamo, davanti alla porta. Gli vado a parlare.”

vv. 925-978; 2007
Bacchides
Origine: Il servo plautino è anche un personaggio sbruffone e strafottente. Qui celebra le proprie gesta con lessico e argomenti attinti dall'epica di Omero, che è parodiata nel monologo. Tutti i personaggi epici ivi citati: Achille, Agamennone, Ecuba, Elena, Epeo, Laerte, Menelao, Paride, Priamo, Sinone, Troilo, Ulisse.

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“[Con riferimento alla Battaglia di Curtatone e Montanara] Toscani! Son queste le vostre Termopili: o vincere o morire!”

Cesare De Laugier de Bellecour (1789–1871) militare italiano

da Racconto storico della giornata..., pag. 28

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“Nuotava a bracciate cieche contro il mare irritato, rideva quasi gemendo quando picchiava con i pugni chiusi la faccia bavosa delle onde più alte. Si beffavano della sua forza, lo staccavano dalla mobile consistenza del fondo di sabbia e conchiglie bianche, lo sollevavano con finta dolcezza e lo spingevano verso il largo o lo spostavano in diagonale, come se lo volessero trascinare verso i gorghi fatali. Cercò una zona di mare più calmo, per riprendere fiato e e toccare fondo con piede sicuro. Ma nell'alzare gli occhi, constatò che il cielo blu aveva perso la battaglia contro le nubi e contro il mondo intero, e che anche lui si trovava sotto un esasperante tendone grigio. E inoltre, il tuono risuonò come un avvertimento giunto dall'ovest trasformandosi quasi senza indugio in un a pioggia calda, inizialmente mite, poi furiosa, come fili di pietra intenti a inchiodarlo, introiettarlo nella sua battaglia persa contro gli elementi. Rimanere li con l'acqua al petto, con il diluvio sulla testa, con le acque del cielo mescolate con le lacrime che gli uscivano a fiotti dagli occhi, con i singhiozzi sempre più incontrollabili. Attraverso le cortine d'acqua e di lacrime, il mare era un opzione: o procedere verso le profondità definitive e affondare per sempre la pietra scura che gli occupava il cervello, o tornare in spiaggia per recuperare la penombra di una fuga frustrata. Tuttavia, il tiepido mare in cui era immerso lo avvolgeva con un calore protettivo, come una coperta, il corpo di una donna o la sensazione di chiudersi in una casa una sera d'autunno, con la pioggia fuori dalla finestra.. In qualche luogo dove abitano i ricordi, cominciò a crescere il viso della donna fino ad occupargli tutta la testa per riversarsi poi fuori e diventare un orizzonte totale di lineamenti diluiti dalle acque.”

Manuel Vázquez Montalbán (1939–2003) scrittore, saggista e poeta spagnolo

Origine: Da La rosa di Alessandria, traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli.

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“[…] piangendola caduta | sul campo di battaglia || riconoscendola santa | perché conoscendola donna.”

Attilio Bertolucci (1911–2000) poeta italiano

da La «Giovanna d'Arco» di Giuseppe Verdi

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“[Il quotidiano la Repubblica] Un foglio guerrigliero che ogni giorno scende in battaglia per distruggere Berlusconi.”

Giampaolo Pansa (1935–2020) giornalista, saggista e scrittore italiano

ivi
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“Io sto in battaglia | con un Italia dove una laurea serve solo a sposarsi tardi.”

July B (1984) rapper italiano

da Nel bene e nel male
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