Frasi su cena
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“[A Nilla Pizzi] Ha chiamato Goffredo Mameli, dice che domani fanno una cena alla Vecchia carbonara, lui Nino Bixio e Pietro Micca. Chiede se puoi portare la chitarra.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Sai che la Ventura dal vivo è quasi il doppio?

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“Gli amici non muoiono e basta: «ci» muoiono, una forza atroce ci mutila della loro compagnia e poi dobbiamo continuare a vivere con quei vuoti nelle ossa.”

Luis Sepúlveda (1949) scrittore, giornalista e sceneggiatore cileno

da Cena con poeti morti
La lampada di Aladino e altri racconti per vincere l'oblio

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“[Parlando dell'incontro separato con Cisl e Uil] È stato un incontro a casa mia non per cena ma un incontro assolutamente breve che non ho fatto io, a cui sono stato io stesso invitato [viene interrotto dalle fragorose risate del pubblico e da quelle di Floris, Epifani e Castelli] …non a casa mia ma nella Presidenza di Forza Italia.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2008
Origine: Dall'intervento telefonico alla trasmissione telefonica Ballarò, Rai 3, 18 novembre 2008; citato in Berlusconi ha detto: (anno 2008) http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=Frasario2008, Corriere.it.

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“Ma guarda un po', sono qui con l'uomo più potente d'Italia [Silvio Berlusconi], il più acclamato, una cena che tutti m'invidieran­no e mi viene una gran tristezza. Quest'uomo mi sembra così solo!”

Mike Bongiorno (1924–2009) conduttore televisivo, conduttore radiofonico e partigiano italiano

citato in Silvio & Mike, così uguali, Corriere della sera, 9 settembre 2009

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“Gli uomini | Quasi cotti sono ormai | Per la cena atomica. | Io sono uno di quei pazzi in verità | Che giocherebbe ai dadi questa umanità | Perché non ho creduto mai | Che Lui ha creato tutti noi.”

Adriano Celentano (1938) cantautore, ballerino e showman italiano

da L'uomo nasce nudo, n. 11
Le robe che ha detto Adriano
Origine: Testo di Miki Del Prete e Luciano Beretta.

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“Ciao Casini. Beh, te l'hanno messa in quel posto, eh?”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

citato in Bossi show, battute «pepate» a Casini e invito a cena per D'Alema http://www.corriere.it/politica/08_aprile_30/bossi_battute_show_b87e3822-16a6-11dd-8b67-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 30 aprile 2008

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“Chi non beve con me, peste lo colga!”

Sem Benelli (1877–1949) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

da La cena delle beffe, 1908

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“Luna piena tu che vai a cena | io da stamattina che aspetto questa sera.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Luna Piena, n. 2
Turbe giovanili

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“Nei giardini della villa ci si può tro­vare a cena, oppure a pranzo, con imprendito­ri di passaggio, e con amici, con parlamentari, con dirigenti politici… ma anche, e questo è uno degli aspetti francamente più simpatici, con tante belle famigliole.”

Sandro Bondi (1959) politico italiano

Origine: Villa Certosa, la residenza di Silvio Berlusconi in Costa Smeralda.
Origine: Dall'intervista di Fabrizio Roncone, Bondi: ragazze? Alla villa ricordo famigliole http://www.corriere.it/cronache/09_giugno_01/bondi_ragazze_villa_roncone_1467a634-4e71-11de-be80-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 1º giugno 2009.

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“Sono a metà strada nella selva oscura | 1 per la tecnica 2 per la natura. | Cerco il mio Virgilio | morto d'overdose | cerco la Beatrice | ma oggi ha le sue cose.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Date al diavolo un bimbo per cena, n. 13
Lorenzo 2002 – Il quinto mondo

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“Erra sia chi sbaglia, sia chi è vagabondo | ma se io non erro poi non so com'è il mondo.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Date al diavolo un bimbo per cena, n. 13
Lorenzo 2002 – Il quinto mondo

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“Se Voi, probabilmente avete letto le opere di Giordano Bruno, ebbene ne La cena delle ceneri, fa uno strano ragionamento. Dice: supponiamo di avere una palla, come la terra. La terra viene illuminata dal sole, ma soltanto una parte della terra viene illuminata dal sole. Man mano che ci si allontana, il sole è più lontano dalla terra, una parte sempre maggiore della sfera viene illuminata. Ora, domanda: quant'è la parte della sfera che al massimo può venire illuminata? Se il sole fosse all'infinito, allora illuminerebbe esattamente metà della sfera. Ora Giordano Bruno si chiede: ma poverina l'altra metà della sfera che cosa fa? Rimane in ombra? Allora l'idea di Giordano Bruno è: quando arriviamo all'infinito, facciamo un passo in più, incominciamo ad andare oltre questo primo infinito e il sole comincerà a illuminare la parte di dietro della sfera. Quando s'arriva all'infinito per la seconda volta tutta la sfera è illuminata. Non c'è bisogno di dire che questa è, ovviamente, è un'idea semplicemente metaforica, non ha nessun senso. Però è la prima volta nella storia in cui qualcuno pensa che ci sia effettivamente la possibilità di avere due o più infiniti. I matematici oggi sono arrivati ad averne addirittura infiniti.”

Piergiorgio Odifreddi (1950) matematico, logico e saggista italiano

dalla trasmissione RAI Il Grillo, 2 aprile 2001; citato in Storia dell'infinito http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=795#bruno, emsf.rai.it

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“Io sono sposato con figli, ma a un certo punto mi sono imbattuto in una donna che mi seguiva ovunque sostenendo davanti a tutti che lei era mia moglie. Mi telefonava negli studi televisivi, mi aspettava fuori, mi inseguiva, chiedendomi a che ora sarei tornato a casa per la cena. Non sapevo più che fare. Tanto più che mia moglie, quella vera, dopo un po' cominciò a sospettare qualcosa di torbido. E a scrivermi lettere come se fosse lei una mia ammiratrice…”

Takeshi Kitano (1947) regista, sceneggiatore e attore giapponese

da Kitano si celebra in stile felliniano «Ma non capisco il vostro regista» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/settembre/03/Kitano_celebra_stile_felliniano_non_co_9_050903032.shtml, Corriere della sera, 3 settembre 2005

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“Io non so cosa bisogna fare per farvi imbucare tutti al bunga bunga, anche se vi deluderebbe molto: è una normalissima cena.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Dopo la sentenza di assoluzione per il processo Ruby, rivolto agli elettori di Forza Italia fuori da Palazzo Grazioli
2015

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“Quando c'è un vegano a cena mi vorrei ammazzare.”

Alba Parietti (1961) conduttrice televisiva e attrice italiana

Origine: Dalla trasmissione televisiva Announo, La7; citato in Alba Parietti: "Quando c'è un vegano a cena mi vorrei ammazzare. Rompono le palle al mondo intero" http://www.huffingtonpost.it/2015/05/22/alba-parietti-announo-parla-dei-vegani_n_7419290.html, huffingtonpost.it, 22 maggio 2015.

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“Mi dicono che sono orfico, ermetico, dadaista, ma storicamente non posso esserlo, se lo volessi dovrei andare a cena con Tzara. Mi chiamano così perché non hanno una parola di nuovo conio.”

Pasquale Panella (1950) poeta, scrittore e paroliere italiano

Origine: Citato in Ernesto Assante, Quel filosofo? Uno sconosciuto http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/09/29/quel-filosofo-uno-sconosciuto.html, la Repubblica, 29 settembre 1994.

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“È un pezzo che scappi, disse Jason, ma non sei mai andata piú in là dell'ora di cena.”

Sette aprile 1928, 1997, p. 62
L'urlo e il furore

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“L'uomo davvero libero è colui che sa rifiutare un invito a cena senza fornire pretesti.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

25 novembre 1895
Diario 1887-1910

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“Ma prima di aver finito | faremo un buco nell'infinito | e accetteremo l'invito a cena | dell'Uomo Ragno.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da La ballata dell'Uomo Ragno, n. 9
Canzoni d'amore

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“Ricca è l'Italia, ma ricca assai.”

Giovanni Prati (1814–1884) poeta e politico italiano

da Una cena di Alboino re

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“La tessera del tifoso in trasferta non mi piace. È una cosa che ghettizza. Anche se sono il ct della Nazionale, dico sinceramente che, a caldo, questo strumento non mi convince. A sentire l'espressione "scheda del tifoso" mi viene da pensare ai supporter che il sabato sera sono a cena e hanno in mente di andare a vedere la partita il giorno dopo a Milano o a Torino, ma poi non possono farlo perché non hanno la tessera. Diciamo che qualsiasi forma di schedatura non mi piace, tanto meno quella che riguarda i tifosi.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Dall'intervista rilasciata a Klaus Davi per il programma tv web KlausCondicio, YouTube, citato in Lippi boccia la tessera del tifoso Non mi piace, sa di schedatura http://www.repubblica.it/2009/08/sport/calcio/nazionale/lippi-tessera-tifoso/lippi-tessera-tifoso/lippi-tessera-tifoso.html?refresh_ce, Repubblica.it, 26 agosto 2009.

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“Ci sono forze potenti che spingono in direzioni diverse. Da una parte Monsanto, Mc Donald's, le società agrochimiche che investono pesantemente traendo profitto dal vendere cibi dannosi. Dall'altra una marea crescente di persone che vogliono cibo sano, amico della terra. Queste forze stanno combattendo una guerra… sulla cena!”

John Robbins (1947) saggista statunitense

Origine: Citato in Maurizio Martucci, Alimentazione, rivoluzione coltello e forchetta http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/06/alimentazione-rivoluzione-coltello-e-forchetta/1015021/, il Fatto Quotidiano.it, 6 giugno 2014.

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“PRI, partito blazer, che puoi indossare a colazione, a pranzo, a cena, facendo sempre bella figura.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Ve li racconto io, p. 26

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“È necessario che il letterato sia la voce dei suoi simili, ma per tale non basta volgere gli occhi attorno e parlare se non quando la parola è indice di una 'azione' e può diventare in lui 'azione.”

Giovanni Cena (1870–1917) scrittore italiano

citato in Salvator Gotta, La più bella favola del mondo: Giovanni Cena, poeta e filantropo, SEI, Torino 1962

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“Intreccio d'ombre e di rami | tutta una cosa col cielo! | Tre cornacchie che hanno il nido in un pino | strillano d'allegria per così poco. | C'è un sospiro d'aria appena, | una dolce calma di sole calato | e nel cielo liscio una stella | che ammicca a un barchetto dorato. | Ecco la navicella | che scivola a fil di cielo | portando nell'aria serena | i sogni dei bambini | che intanto stanno a cena. | Che odore d'infanzia e di favole! || Questo è il mattino | color del mio brivido. | Ed io con parole innocenti | vado come palpando | i fuggitivi contatti di questi momenti col cielo: | sono altrettanti saluti d'amore | al bel clima di felicità silenziosa | specchiata nel giro del nostro orizzonte. || Quando spunta l'erba novella sul prato, | una resistenza è spezzata in forma di luce, | e assistiamo alla gloria | dei lavorii già nascosti sotterra | in forza di luminosi aspetti | che il buio gelosamente protesse | fino al momento che divenuti polpa | il sole vi urta sopra | con quel rimbalzo di splendore | che noi chiamiamo esistenza. || Queste minute creature | che ieri erano fuori del nostro raggio, | possiamo toccarle al vivo | come una nostra affezione… | Tieniti muta, | anima nostra, | nel tuo vibrante solstizio, | giacché un abbraccio tacito e immenso, | un abbraccio al mondo | è l'ultimo gesto appreso dal tuo dolore | quando hai scoperto che la tua pena | è soltanto una pena d'amore.)”

Arturo Onofri (1885–1928) poeta e scrittore italiano

Origine: Citato in De Marchi e Palanza, Protagonisti della civiltà letteraria nella critica, Antologia della critica Letteraria dalle Origini ai nostri giorni, Casa Editrice Federico & Ardia, Napoli, 1974, p. 750.

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“Ho invitato una volta un uomo dell'Isis a cena, ma ha risposto che se fosse venuto avrebbe dovuto tagliarmi la testa.”

Andrew White (1964)

Origine: Dall'intervista a the Spectator; citato in Marco Tosatti, Nel Corano c'è un buco enorme: non c'è posto per il perdono. Questo spiega tutto http://www.iltimone.org/33924,News.html, il Timone.org.

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“La cucina italiana è una storia di uomini e di donne e della loro grande passione e attenzione verso la tradizione e i prodotti del territorio, un'arte unica, una vocazione preziosa che non finisce mai di stupire, è il nostro essere italiano, siamo gli unici capaci di chiedere cosa ci sia per cena durante il pranzo.”

Alessandro Borghese (1976) cuoco e conduttore televisivo italiano

Vasco Rossi – Cambia-Menti
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Origine: Citato in L'Italia è una Repubblica fondata sulla cucina http://www.paginafood.it/2014/03/litalia-e-una-repubblica-fondata-sulla-cucina-0021952.php?utm_content=bufferec2f3&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer, Pagina Food.it 17 marzo 2014..

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“Capello ha i suoi metodi, non sono mai uscito a cena con lui e credo non l'abbia fatto nessuno di noi, però giudico l'allenatore e sui risultati non c'è nulla da dire. Capello sa come tenere in pugno le situazioni difficili.”

Zvonimir Boban (1968) calciatore croato

Origine: Citato in Alessandra Bocci, Parola di Boban «Rivoluzionari» http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/dicembre/28/Parola_Boban_Rivoluzionari__ga_0_0312287282.shtml, La Gazzetta dello Sport, 28 dicembre 2003.

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“Napoli fu per Metello il Rettifilo, via Toledo, piazza Plebiscito, e via Sergente Maggiore, via de' Fiorentini, quando gli sembrava di non aver altro da fare e si voleva prendere una distrazione. Non soltanto la mancanza di denaro, ma la divisa un poco lo umiliava; e dové adattarsi a quelle domestiche della Villa comunale, seppure non erano, per lui che aveva avuto Viola, proprio il suo tipo. Col tempo fece ghega insieme a un livornese, uno di Cascina, un fiorentino di Porta Romana: Mascherini, che negli anni dipoi non seppe mai dove fosse finito. Leoni, quello di Cascina, riceveva denaro, suo padre era mobiliere, ed egli era tirato ma finiva per offrire. Fu un sodalizio che durò a lungo: si frequentarono le bettole di Forcella, del Vasto e del Pendino, rioni che chiamano sezioni, come chi dicesse Sezione San Niccolò o Madonnone. Ebbero a che fare con la gente, per quei vicoli traversi o tutti in salita, dove la miseria e la spocizia erano pari all'animazione che vi si trovava. Entrarono, piuttosto che in via Sergente Maggiore, in alcuni bassi, dietro una sottana: ragazze tutte more di capelli, dai volti appassiti e i grossi seni. I bambini giocavano al di là della tenda. Non ci si toglieva nemmeno le mollettiere. Poi magari si restava a cena con tutta la famiglia, si diventava amici, ci tenevano in conto di figlioli: era gente come noi, come il livornese che non viveva meglio dietro la Darsena, come Mascherini che aveva il babbo fiaccherajo. E un po' ci si vergognava. Si vuotavano le tasche dell'ultimo soldino, come per farci perdonare. Cose trapassate nella memoria, viste e vissute da dentro la campana.”

Metello

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“Quello ch'è storia non cangia mai.”

Giovanni Prati (1814–1884) poeta e politico italiano

da La cena di re Alboino

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“Ci fu un attimo di silenzio. E perché mai avrebbe dovuto aspettarsi qualcosa di diverso? Un bacio e il contatto di due corpi spaventati che si aggrappano l'uno all'altro nel momento del pericolo era tutto quel che c'era stato fra loro. Inoltre l'anello di fidanzamento avrebbe dovuto metterlo in guardia; perché aveva creduto che si trattasse solo di un espediente per tener lontano Drax? Perché aveva immaginato che anche lei condividesse i suoi desideri, i suoi progetti? E ora? si chiese Bond. Scosse le spalle per liberarsi dal peso della delusione, dal dolore della sconfitta che è sempre tanto più forte del piacere procurato dal successo. Doveva uscire dalla vita di quei due esseri e portare altrove il suo cuore deluso. Niente rimpianti né inutili sentimentalismi. Doveva sostenere la sua parte, quella dell'uomo forte, dell'uomo che era solo un personaggio. Lei lo guardava piuttosto nervosamente; pareva ansiosa di liberarsi di quell'estraneo che aveva cercato di entrare nel suo cuore. Bond le sorrise con calore. «Sono geloso,» disse; «avevo fatto altri piani per domani sera.» Gala ricambiò il sorriso, lieta che il silenzio fosse stato rotto. «E dove avrebbero dovuto realizzarsi?» chiese. «Pensavo di portarti in Francia, in una locanda di campagna,» disse. «E dopo un'ottima cena, avrei voluto accertarmi se è vero quel che dicono delle rose.» Lei rise. «Mi spiace di non poterti accontentare. Ma ce ne sono tante altre che sarebbero ben liete di essere colte.» «Sì, spero di sì,» disse Bond. «Bene, addio, Gala.» Le tese la mano. «Addio, James.»”

Le sfiorò le dita per l'ultima volta, e poi si allontanarono, ciascuno verso la propria vita.
Moonraker

“Una buona cuoca è come una maga che dispensa felicità.”

Elsa Schiaparelli (1890–1973) stilista italiana

da Shocking Life, 1954; citato in Roberta Deiana, Invito a cena con aforisma, Il leone verde edizioni, 2011

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“Ti scrivo mentre tu sei da qualche parte a comprare la Coca-Cola. È la prima volta in vita mia che scrivo una lettera a qualcuno seduto accanto a me su una panchina. Ma se non facessi così dubito che riuscirei a farti arrivare quello che ti voglio dire. Perché tu non ascolti niente di quello che dico, prova a dire che non è vero. “Se può interessarti, oggi tu hai fatto una cosa molto grave nei miei confronti. Non ti sei neanche accorto che ho cambiato pettinatura. Piano piano, con sacrificio, avevo aspettato che mi crescessero i capelli e lo scorso week-end finalmente mi sono fatta fare un taglio femminile. Ma tu non ci hai fatto neanche caso. Ero così sicura di essere carina nella mia nuova pettinatura che non vedevo l'ora di farti una sorpresa, tanto più che era la prima volta che ci vedevamo da tanto tempo. E tu non te ne sei nemmeno accorto! Ti rendi conto di che vuoi dire? Figuriamoci, se è per questo probabilmente non sapresti dire neanche com'ero vestita. Ma guarda che io sono una donna. Per quanti pensieri tu possa avere, potresti almeno degnarmi di uno sguardo. Sarebbe bastato poco. Se solo mi avessi detto, non dico tanto, qualcosa tipo “Carina, questa pettinatura‟, ti avrei lasciato fare come volevi, immergerti nei tuoi pensieri quanto volevi. “Perciò sto per dirti una bugia. Ti dirò che ho un appuntamento a Ginza con mia sorella. Non è vero. Pensando di restare stanotte a dormire da te mi ero portata perfino il pigiama. Sì, se lo vuoi sapere nella mia borsa ci sono pigiama e spazzolino da denti. Mi viene da ridere, se penso a quanto sono cretina. A te l'idea di invitarmi a casa tua non ti ha sfiorato nemmeno. Ma non importa. Visto che ci tieni tanto a startene da solo fregandotene altamente di me, rimani pure da solo e pensa a tutti i tuoi problemi quanto vuoi senza nessuna interferenza da parte mia. “Il guaio è che non riesco nemmeno ad avercela con te. Mi sento soprattutto sola. In fondo sei sempre stato gentile con me mentre io per te non ho fatto niente. Tu sei sempre chiuso nel tuo mondo e ogni volta che io provo a bussare e a chiamarti tu mi lanci al massimo un'occhiata e subito ti richiudi in te stesso. “Eccoti che torni con la Coca-Cola. Vieni verso di me tutto sprofondato nei tuoi pensieri. Quanto vorrei che inciampassi! Ma non inciampi, ti siedi accanto a me come prima e bevi la tua Coca. Avevo un residuo di speranza che tornando notassi qualcosa e dicessi: “Di' un po‟, ma hai cambiato pettinatura?‟ Invece niente. Se te ne fossi accorto anche in ritardo avrei strappato questa lettera e ti avrei detto: “Dai, andiamo a casa tua. Ti cucinerò una cena favolosa e poi andremo a letto felici e contenti‟. Ma tu sei ottuso come un pezzo di legno. Sayonara.
P. S. La prossima volta che ci vediamo a lezione evita di rivolgermi la parola.”

Norwegian Wood

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“orrore all’idea di aggiungere i miei lamenti ai piagnistei dell’umanità, per lungo tempo non avrei saputo dire cosa mi avesse resa capace di sopportare tutto ciò. Se la Storia è l’inferno, la vita è il paradiso. La felicità non ci è data: è una cosa che si fa, si inventa. L’ho imparato da poco, leggendo dietro consiglio della signora Mandonato i filosofi della gioia, che hanno scritto nero su bianco tutto quanto ho sempre pensato, senza averlo mai saputo esprimere. Epicuro, capace di parlare così bene del piacere della contemplazione e morto per un blocco renale dopo aver sopportato i dolori di terribili calcoli. Spinoza, cantore della felicità, proscritto e maledetto dalla comunità a cui apparteneva. Infine Nietzsche, che ha celebrato la vita e sosteneva di provare un’indicibile allegria mentre soffriva martiri in tutto il corpo, divorato com’era da un mostruoso herpes genitale e da una sifilide all’ultimo stadio, oltre che da una cecità crescente e un’ipersensibilità uditiva. Per non parlare degli attacchi di vomito ed emicrania. «Nietzsche chiamava il dolore la sua cagna» ha precisato Jacky, che è una persona colta. «Lo considerava fedele come un cagnolone su cui sfogare il suo cattivo umore.» Dopo cena, ormai sbronza, mi sono alzata e ho sproloquiato un po’: «Un discorso è come un vestito da donna. Dev’essere abbastanza lungo da coprire e abbastanza corto da suscitare interesse. Il mio si comporrà di un’unica frase: ognuno ha solo la vita che si merita».”

La cuoca di Himmler

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