Frasi su dopo
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“[Dopo la fucilazione di Gian Galeazzo Ciano] I veri furfanti sono di un'altra stoffa.”

Winston Churchill (1874–1965) politico, storico e giornalista britannico

Origine: Citato in Paolo Pavolini, 1943, la caduta del fascismo – 1, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1973.

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“[Dopo essere uscito indenne nell'attentato del 20 luglio 1944] Vedo in questo una conferma del compito, affidatomi dalla Provvidenza, di proseguire l'obiettivo di tutta la mia vita, esattamente come ho fatto fino ad oggi…»”

Adolf Hitler (1889–1945) dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945

Origine: Citato in Alberto Tagliati, Adolfo Hitler si mangia Carlo Marx, Historia, giugno 1978, n. 244, Cino del Duca.

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“Quanto ai fidanzati, lo sforzo comune nella purezza permette di crescere in quell'amore, fatto di rispetto reciproco e di capacità di attendere, che un giorno sarà il solo a poter garantire la riuscita del loro matrimonio. Permette di apprezzare gesti semplici come una stretta di mano, uno sguardo, un bacio, gesti che agli altri possono sembrare banali, ma che acquistano invece, in questo caso, un valore grandissimo.
Agli sposati la purezza, che si chiama ora fedeltà, permette di guardarsi negli occhi ogni sera, senza dover mentire, di guardare senza rimorsi i propri figli; permette di avere il cuore in famiglia e non altrove. Evita di finire in quella doppia vita di falsità a cui quasi sempre condannano l'adulterio e il tradimento.
Alle persone consacrate, sacerdoti e suore, la purezza permette di essere fratelli e sorelle di tutti senza voler possedere nessuno in esclusiva per noi stessi. Permette di essere messi a parte di ogni segreto e di accostarci a ogni miseria, senza rimanere personalmente invischiati; permette, come diceva il grande Lacordaire, di avere «un cuore di acciaio per la castità e un cuore di carne per la carità».
A tutti infine, giovani, sposati e consacrati, la purezza assicura la cosa più preziosa che c'è al mondo: la possibilità di accostarsi a Dio. «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.»”

Raniero Cantalamessa (1934) presbitero, teologo e predicatore italiano

Non lo vedranno solo un giorno, dopo la morte, ma già ora. Lo vedranno nella bellezza del creato, di un volto, di un'opera d'arte; lo vedranno nel loro stesso cuore.
Gettate le reti

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“Al Pacino è un uomo che sprigiona così tanta forza che dopo ogni ripresa con lui avevo un nodo allo stomaco. È così bravo che in una scena ho avuto persino paura che stesse per uccidermi davvero. È stato assurdo.”

Ben Affleck (1972) attore, sceneggiatore e regista statunitense

citato in Amore estremo http://www.primissima.it/pages/film.php?id_film=1066, primissima. it
la pagina dell'intervista non si trova su sito, è necessario una fonte

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“[La Prima guerra mondiale] infrange tutte le barriere riconosciute in tempo di pace. […] Abbatte quanto trova nella strada con rabbia cieca, come se dopo di essa non dovesse più esservi avvenire e pace tra gli uomini.”

da Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, 1915
Il disagio della civiltà (1929)
Origine: Citato in IrreLombardia.it http://old.irrelombardia.it/classicionline/didattica_novecento/esperienza_krisis_vienna_bacciola.htm, L'esperienza della Krisis nella "Grande Vienna" – Come vecchi viennesi di Fabrizio Bacciola

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“Per completare la mia esposizione precedente devo aggiunger che fin dall'inizio ho esercitato l'ipnosi per uno scopo che nulla aveva a che fare con la suggestione ipnotica. Mi sono avvalso dell'ipnosi per interrogare il malato sulla genesi dei suoi sintomi, genesi sulla quale nello stato di veglia egli non era spesso in grado di dire alcunché, o comunque troppo poco. Questo procedimento non solo si rivelò più efficace del mero comando o divieto, ma aveva inoltre il vantaggio di offrire soddisfazione alla brama di sapere del medico, che dopo tutto aveva il diritto di apprendere qualcosa circa l'origine di quel fenomeno che cercava di eliminare mediante il monotono procedimento della suggestione. A quest'altro modo di usare l'ipnosi ero giunto per la via seguente. Quando ancora lavoravo nel laboratorio di Brücke avevo conosciuto il dottor Josef Breuer, uno dei medici di famiglia più stimati di Vienna … Già prima del mio viaggio a Parigi, Breuer mi aveva parlato di un caso d'isteria da lui sottoposto, dal 1880 al 1882, a un trattamento particolare, per mezzo del quale era riuscito a penetrare profondamente nella motivazione e nel significato dei sintomi isterici … Quando era ricorsa alle cure di Breuer la paziente offriva un quadro sintomatico complesso e variopinto: paralisi con contratture, inibizioni e stati di confusione psichica. Un'osservazione casuale permise al medico di scoprire che la malata poteva essere liberata da tali turbamenti della sua coscienza se e quando veniva indotta a dare espressione verbale alle fantasie affettive che in quel momento la dominavano. Breuer trasse da questa scoperta un metodo terapeutico. Ripetutamente, dopo aver sottoposto la paziente a ipnosi profonda, la invitò a raccontare ciò da cui l'animo suo si sentiva oppresso. Dominati in tal modo gli accessi di ottenebramento depressivo, fece uso di questo stesso procedimento per eliminare le inibizioni e i disturbi somatici. Durante lo stato di veglia la giovinetta, al pari di qualsiasi altro malato, non sapeva dir nulla sull'origine dei suoi sintomi né ravvisava alcun legame fra questi ultimi e le impressioni della sua vita … Quando dunque la malata rammentava allucinatoriamente in ipnosi una di queste situazioni e portava finalmente a compimento l'atto psichico a suo tempo represso, dando libero sfogo ai propri affetti, ecco che il sintomo scompariva per sempre.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Autobiografia (1925), p. 87 e s.

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“[In risposta alla domanda di Enzo Biagi: «Senza cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?»] Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l'eros, per me il football è uno dei grandi piaceri.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Da Enzo Biagi intervista Pier Paolo Pasolini, La Stampa, 4 gennaio 1973; citato in Valerio Piccioni, Quando giocava Pasolini, p. 3.

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“L'opera di Adrienne von Speyr [L'Apocalisse] è basata su alcuni presupposti. Essi sono essenzialmente i seguenti: 1) l'autore dell'Apocalisse è il discepolo prediletto Giovanni, che l'ha scritta come sua ultima opera dopo il Vangelo e le lettere; 2) le sue affermazioni vanno prese sul serio. Egli ha realmente visto quel che dice d'aver contemplato, e l'ha visto precisamente nel modo in cui lo riferisce: perciò non ha finto né il fatto del rapimento, perché una cosa del genere fa parte del modo di esprimersi del genere letterario apocalittico, né ha fatto ricorso a forme e immagini letterarie esistenti, magari per esprimere un'estasi effettiva; la sua opera è originaria ed autonoma. Essa, qualora qui si possa seriamente parlare di un genere letterario, costituisce al riguardo lanalogatum princeps; se l'Apocalisse conclude la serie delle visioni e predizioni bibliche genuine, allora queste (soprattutto in Ezechiele e Daniele) nell'economia salvifica divina erano orientate alla "rivelazione" conclusiva "di Gesù Cristo concessagli da Dio". Erano predizioni preparatorie e parziali di quanto Dio volle ora rivelare per mezzo di Cristo ai suoi servi nella Chiesa e che manifestò "inviando il suo angelo al suo servo Giovanni"”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Ap 1,1
Origine: Dall'introduzione a Adrienne von Speyr, L'Apocalisse, traduzione di Carlo Danna, Jaca Book, Milano, 1983. ISBN 88-16-30102-3

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“Cicada: Da qua si vede che l'ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale; e questa medesima è l'orto del paradiso de gli animali; come si fa chiaro nelli dialogi de la Cabala del cavallo Pegaseo e per quel che dice il sapiente Salomone: chi aumenta sapienza, aumenta dolore.
Tansillo: Da qua avviene che l'amore eroico è un tormento, perché non gode del presente, come il brutale amore; ma e del futuro e de l'absente, e del contrario sente l'ambizione, emulazione, suspetto e timore. Indi dicendo una sera dopo cena un certo de nostri vicini: – Giamai fui tanto allegro quanto sono adesso; – gli rispose Gioan Bruno, padre del Nolano: – Mai fuste piú pazzo che adesso. –
Cicada: Volete dunque, che colui che è triste, sia savio, e quell'altro ch'è piú triste, sia piú savio?
Tansillo: Non, anzi intendo in questi essere un'altra specie di pazzia, ed oltre peggiore.
Cicada: Chi dunque sarà savio, se pazzo è colui ch'è contento, e pazzo è colui ch'è triste?
Tansillo: Quel che non è contento, né triste.
Cicada: Chi? quel che dorme? quel ch'è privo di sentimento? quel ch'è morto?
Tansillo: No; ma quel ch'è vivo, vegghia ed intende; il quale considerando il male ed il bene, stimando l'uno e l'altro come cosa variabile e consistente in moto, mutazione e vicissitudine (di sorte ch'il fine d'un contrario è principio de l'altro, e l'estremo de l'uno è cominciamento de l'altro), non si dismette, né si gonfia di spirito, vien continente nell'inclinazioni e temperato nelle voluptadi; stante ch'a lui il piacere non è piacere, per aver come presente il suo fine. Parimente la pena non gli è pena, perché con la forza della considerazione ha presente il termine di quella. Cossí il sapiente ha tutte le cose mutabili come cose che non sono, ed afferma quelle non esser altro che vanità ed un niente; perché il tempo a l'eternità ha proporzione come il punto a la linea.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

parte prima, dialogo II

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“[L'origine delle specie di Charles Darwin è] lo strumento più potente che gli uomini hanno sottomano, dopo la pubblicazione dei Principia di Newton, per ampliare il campo della conoscenza naturale.”

Thomas Henry Huxley (1825–1895) biologo e filosofo inglese

Origine: Citato in James Dewey Watson, In principio fu il Verbo o il Dna? http://www.corriere.it/Primo_Piano/Documento/2005/09_Settembre/28/index.shtml, Corriere della Sera, 2 gennaio 2006.

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“Il dipingere è meraviglioso, rende più allegri e più pazienti. Dopo non si hanno le dita nere come quando si scrive, ma rosse e blu.”

Hermann Hesse (1877–1962) scrittore, poeta e aforista tedesco

Origine: Da L'infanzia dell'incantatore, traduzione di Gianna Ruschena Accatino, Mondadori, Milano, 2004.

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“Resta dubbio, dopo tanto discorrere, se le donne preferiscano essere prese, comprese o sorprese.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Febbraio, p. 26

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“Nessuno meglio dell'italiano sa prendere posizione dopo aver visto come si sono messe le cose.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

La volpe e l'uva

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“Dopo tutto, una gioventù bisogna averla: poco importa l'età in cui si decide di essere giovani.”

Henri Duvernois (1875–1937) scrittore, drammaturgo e sceneggiatore francese

Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Dire quella parola e poi morire: cosa v'è di più grande? Poiché voler morire è morire e non fu colpa di quell'uomo se, mitragliato, sopravvisse.
Colui che ha vinto la battaglia di Waterloo non è Napoleone messo in rotta, non è Wellington, che alle quattro ripiega e alle cinque è disperato, non è Blücher che non ha affatto combattuto; colui che ha vinto la battaglia di Waterloo è Cambronne. Poiché fulminare con una parola simile il nemico che v'uccide, significa vincere.
Dar questa risposta alla catastrofe, dire siffatta cosa al destino, dare codesta base al futuro leone, gettar codesta ultima battuta in faccia alla pioggia della notte, al muro traditore d'Hougomont, alla strada incassata d'Ohain, al ritardo di Grouchy e all'arrivo di Blücher; esser l'ironia nel sepolcro, fare in modo di restar ritto dopo che si sarà caduti, annegare in due sillabe la coalizione europea, offrire ai re le già note latrine dei cesari, fare dell'ultima delle parole la prima, mescolandovi lo splendore della Francia, chiudere insolentemente Waterloo col martedì grasso, completare Leonida con Rabelais, riassumer questa vittoria in una parola impossibile a pronunciare, perder terreno e conquistare la storia, aver dalla sua, dopo quel macello, la maggioranza, è una cosa che raggiunge la grandezza eschilea.
La parola di Cambronne fa l'effetto d'una frattura: la frattura d'un petto per lo sdegno, il soverchio dell'agonia che esplode.”

II, I, XV; 1981
I miserabili

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