Frasi sulla storia
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“Alcune delle più incredibili storie d'amore che io conosca hanno avuto un protagonista solo.”

Wilson Mizner (1876–1933) sceneggiatore statunitense

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1388.

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“La storia individuale del malato e l'intera vita del malato non devono mai passare in second'ordine.”

Oliver Sacks (1933–2015) neurologo e scrittore inglese

Origine: Dall'intervista di Massimo Piattelli Palmarini, Oliver Sacks: la genetica curerà le malattie della mente, Corriere della Sera, 24 settembre 2005, p. 25.

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“Ogni storia d'amore è una storia di fantasmi.”

David Foster Wallace (1962–2008) scrittore e saggista statunitense

p. 404

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“[«Preferiresti passare alla storia come cantante o come autore?»] Come autore perché a tutt'oggi la mia attività più importante è quella di autore. Comunque preferisco non passare alla storia della musica.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

Origine: Dal programma radiofonico Formula uno, Rai, 1971 ( Link Youtube http://it.youtube.com/watch?v=tzY_TubZQBI).

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“So che la geografia è destino, la storia non si fa, signorile, a tavolino.”

Giovanni Lindo Ferretti (1953) cantautore e scrittore italiano

da Orfani e vedove

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“Il tempo stringe anche per me ma si fa la parte che si sa, | la storia è scritta nella mente e nel DNA.”

Neffa (1967) cantautore e rapper italiano

da Elementi, n. 16
107 Elementi

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“Fra poco sarà il 25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Origine: Da La mia Italia che non si arrende http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/04_Aprile/22/biagi_ritorno_in_tv.shtml, Corriere della.it, 22 aprile 2007.

“Amici, studiatemi e ne caverete qualcosa di gustoso!”

Clemente Rebora (1885–1957) presbitero e poeta italiano

da Lettere, Vol. I e II, Ed. di Storia e Letteratura
Origine: Citato in Arche di Noè: le prose fino al 1930, a cura di Carmelo Giovannini, Jaca Book, 1994.

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“Noi siamo in una storia dove ognuno conosce tutto dell'altro.”

Raffaello Brignetti (1921–1978) scrittore italiano

p. 103

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“In tempo di pace i figli seppelliscono i padri ma in tempo di guerra sono i padri a seppellire i figli.”

Creso (-596–-546 a.C.) re di Lidia

citato in Erodoto, Storie, libro I, 87

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“Si può, siamo liberi come l'aria | si può, siamo noi che facciam la storia, | si può, libertà, libertà, libertà, | libertà obbligatoria.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da Si può, disco 2, n. 9
Libertà obbligatoria

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“Quando dico "altre storie" intendo dire… Quello che voglio dire… Ma che non riesco a dire… È tutto quello che desidero raccontare musicalmente…”

Gigi D'Agostino (1967) disc jockey e produttore discografico italiano

da Quando dico, n. 3, cd 1
Lento Violento Man: La Musica Che Pesta

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“I revisionisti sono quelli che ripensano le proprie idee oltre che i fatti della storia.”

Marcello Veneziani (1955) giornalista e scrittore italiano

da Libero, 31 ottobre 2006

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“Nella storia ebraica non ci sono coincidenze.”

Elie Wiesel (1928–2016) scrittore rumeno

Origine: Da E il mare non si riempie mai (And The Sea Is Never Full), Bompiani, 2003.

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“La grave colpa che aleggia in quest'Aula, da parte di chi crede di potere cancellare la democrazia che questo Paese ha conquistato nella storia per darla in pasto ai banchieri e agli speculatori finanziari, dimostra tutta la vostra disonestà, mista ad un'abbondante dose di analfabetismo democratico.”

Danilo Toninelli (1974) politico italiano

Origine: Citato in Camera dei Deputati – Legislatura XVII – Aula – Resoconto stenografico della Seduta n. 544 di lunedì 11 gennaio 2016 http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0544&tipo=stenografico#sed0544.stenografico.tit00070.sub00010.int00100. Roma, 11 gennaio 2016.

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“Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina.”

Mircea Eliade (1907–1986) storico delle religioni e scrittore rumeno

da L'isola di Euthanasius, Scritti letterari

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“La Juve è dentro la sua storia, che è fatta di vittorie e di mentalità vincente: questa è la sua forza. È una squadra che vince perché ha imparato a soffrire quando non vinceva.”

Alessandro Del Piero (1974) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Francesco Di Luca, Del Piero: «Juve grande perché sa soffrire. Napoli? Un progetto da leader», Il Mattino; citato in Pianetaazzurro.it http://www.pianetazzurro.it/2014/03/29/del-piero-juve-grande-perche-sa-soffrire-napoli-un-progetto-da-leader/, 29 marzo 2014.

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“Alla fine la memoria dei martiri non è un libro degli eroi, ma la storia di tante esistenze cristiane vissute con fede e stroncate dalla violenza. Come scriveva il grande teologo Karl Rahner, "il martirio è semplicemente la morte cristiana. Questa morte è quella che dovrebbe essere in assoluto la morte cristiana.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da La forza della debolezza: ecco l'insegnamento dei martiri,Jesus, maggio 2000; riportato in Santegidio.org http://www.santegidio.org/news/rassegna/00001/20000509_jesus02_IT.htm.

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“Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch'io. […] Se dobbiamo difendere il crocifisso come "arredo", tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una "tradizione" (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta "civiltà ebraico-cristiana" (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare). Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno "scandalo" sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L'immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all'ingiustizia, ma soprattutto di laicità ("date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio") e gratuità ("Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno"). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all'asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l'ideologia più pagana della storia, il nazismo – l'ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. […] Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all'uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l'8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell'uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Ma io difendo quella croce, 5 novembre 2009
Il Fatto Quotidiano

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“La storia ci insegna che la sinistra è sempre "contro qualcuno": contro i padri, contro la borghesia, contro la nazione, contro la bandiera.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2005
Origine: Da una lettera al convegno di Liberal; citato in Berlusconi attacca la sinistra: "Lo dico chiaro, io sono il bene" http://www.repubblica.it/2005/a/sezioni/politica/dibacdldue/sinbandd/sinbandd.html, Repubblica.it, 21 gennaio 2005.

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“Comunque adesso ho un po' paura, | ora che quest'avventura | sta diventando una storia vera, | spero tanto tu sia sincera!”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da Con il nastro rosa, lato B, n. 5
Una giornata uggiosa

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“La storia degli uomini è un attimo fra due passi di un viandante.”

da III quaderno; 2010
Quaderni in ottavo

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“La Sicilia ha una storia lunga e complessa e allo stesso modo Israele ha una storia lunga e complessa.”

Amos Oz (1939–2018) scrittore e saggista israeliano

Origine: Audio disponibile in Amos Oz vince premio Tomasi di Lampedusa: "Sicilia come Israele" http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2012/20120810_video_12361874/00005453-amos-oz-vince-premio-tomasi-di-lampedusa-sicilia-come-israele.php, Il Sole 24 Ore, 12 agosto 2012.

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“Gli storici che fanno un'affermazione a vent'anni, a venticinque, a trenta, e la rifanno a settanta, quasi sempre sono dei mediocri […]. Secondo me il compito dello storico è questo. Lo storico non può rimanere attaccato come un'ostrica al suo guscio. Se lo fa, ha finito di fare lo storico; fa il teologo o il politico. Io dico che la storia si fa via via, con continue acquisizioni.”

Renzo De Felice (1929–1996) storico italiano

Origine: Da Intervista sul Fascismo, a cura di M.A. Leeeden, Laterza, 1975, p. 21; citato in Renzo De Felice: studi e testimonianze, a cura di Luigi Goglia, Renato Moro e Fiorenza Fiorentino, Ed. di Storia e Letteratura, 2002, p. 289 http://books.google.it/books?id=Dy1njYkAT2cC&pg=PA289. ISBN 8863723451

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“La terra madre che toglie e dà la vita, questa la Sicilia di Pirandello, isola favolosa e reale che racchiude una varietà inimaginabile di tipi, di caratteri, dimentalità, oltre che di dialetti, dovuta alle diverse ondate di invasori che si sono avvicendati nel tempo.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

citato in Enzo Lauretta, Luigi Pirandello. Storia di un personaggio fuori di chiave, Milano, Ugo Mursia editore, 2008, p. 6

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“Si dice che ci sono quattro tipi di cavalli: eccellenti, buoni, mediocri e cattivi. Il migliore correrà piano o forte, a destra o a sinistra, secondo la volontà del cavaliere, ancor prima di vedere l'ombra della frusta; il secondo miglior cavallo farà tutto bene come il primo, ma un attimo prima che la frusta lo raggiunga; il terzo correrà quando avvertirà dolore sul corpo; il quarto correrà solo dopo che il dolore gli sarà penetrato fin nel midollo delle ossa. Immaginate un po' quanto è difficile per il quarto cavallo imparare a correre! Ascoltando questa storia, quasi tutti vorremmo essere il cavallo migliore. Se non è possibile essere il migliore, vogliamo essere il secondo dopo di lui. È questo, credo, il modo consueto di intendere questa storia e lo Zen. Può darsi che pensiate che, sedendo in zazen, scoprirete se siete tra i migliori cavalli o tra i peggiori. Qui, tuttavia, ci troviamo di fronte a un fraintendimento dello Zen. Se pensate che scopo della pratica zen sia addestrarvi a diventare uno dei cavalli migliori, allora avrete veramente un grosso problema. Ma non è questo il retto intendimento. Se praticate lo Zen nel modo giusto non ha alcuna importanza che voi siate il cavallo migliore o peggiore. Se considerate la misericordia del Buddha, quale pensate sia l'atteggiamento del suo cuore nei confronti dei quattro tipi di cavalli? Egli avrà più simpatia per i peggiori che non per i migliori. Quando siete decisi a praticare lo zazen con la grande mente di Buddha, scoprirete che il cavallo peggiore è quello che vale di più. Proprio nelle vostre imperfezioni troverete la base per la vostra mente ferma, la mente che cerca la via.”

Shunryū Suzuki (1904–1971) monaco buddhista

Origine: Mente Zen, Mente di principiante, pp. 33-34

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“Tra tutte le malattie volontarie, nessuna lo infastidisce quanto la nostalgia. Da bambino gli piaceva staccarsi dagli oggetti che gli avevano tenuto compagnia nelle tasche dei pantaloni, nei cassetti disordinati della scrivania, negli angoli segreti della sua camera-tana. Qualsiasi cosa, anche un vecchio tozzo di pane, aveva una storia e serbava un momento del passato. Deve aver cambiato atteggiamento ad un certo punto della vita, e ricorda se stesso incuriosito davanti a un album di foto di famiglia ereditato dai genitori, in particolare dalla madre: quel pozzo di sapienze emozionali e di memorie che risalivano a tre generazioni prima e a un povero albero genealogico dai rami poderosi. Morti i genitori, Carvalho aveva dedicato una sera a interrogare i volti presenti nell'album di foto. Ma tu chi sei? Che cosa ci fai qui? Per quale motivo dovresti far parte dei miei ricordi? In un certo senso, sua madre gli aveva affidato il pesante fardello di conservare la memoria familiare, ma a Carvalho la responsabilità parve eccessiva e bruciò l'album nel caminetto di casa, lo bruciò insieme alla tristezza ed al rimorso, altrimenti per tutta la vita l'anima gli avrebbe lacrimato davanti ad ogni foto sconosciuta, ad ogni tentativo di domandare alla madre morta: Chi è questo qui? Che cosa ci fa tra questa gente? Che cosa lo lega a noi altri? E quando passeggiava nella sua autentica patria, il Distrito V, si rifiutava di compiacere le viscere della nostalgia soffermando gli occhi su persone o luoghi che sembravano chiamarlo.”

Manuel Vázquez Montalbán (1939–2003) scrittore, saggista e poeta spagnolo

da Storie di padri e figli – Da tetti e terrazzi
Senza informazioni bibliografiche complete

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