Frasi su tumulto

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema tumulto, grande, anima, vita.

Frasi su tumulto

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“E l'amore ha l'amore come solo argomento | e il tumulto del cielo ha sbagliato momento.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Dolcenera, n.° 4

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“So tutto dell'Inter. È la mia squadra, lo sarà per sempre. È una questione affettiva difficile da spiegare. Quando la vedo giocare, dentro di me è un tumulto di emozioni.”

Lothar Matthäus (1961) allenatore di calcio e calciatore tedesco

Origine: Citato in "Eto'o fai come Berti E l'Inter spicca il volo http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/marzo/31/Eto_fai_come_Berti_Inter_ga_10_110331009.shtml, Gazzetta dello Sport, 31 marzo 2011

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“Nel tumulto degli uomini e degli avvenimenti, la solitudine era la mia tentazione. Adesso è la mia compagna. Di che cos'altro accontentarsi quando si è incontrata la Storia?”

Charles de Gaulle (1890–1970) generale e politico francese

Origine: Citato in Dizionario mondiale di Storia, Rizzoli Larousse, Milano, 2003, p. 448. ISBN 88-525-0077-4

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“Dopo una lunga scena di tumulto e di strida, dieci solo furono acciuffati. Condussero via que' poverini; e i loro parenti e i figlioli li avrebbero accompagnati, se lautorità l'avesse conceduto.”

Paul-louis Courier (1772–1825) scrittore e grecista francese

Origine: Processo a un liberale (libelli), Petizione alle due Camere (1816), pp. 15-16

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“Il tumulto e l'andirivieni quotidiano rendono Napoli una città popolata e piena di vita come Parigi.”

Donatien Alphonse François de Sade (1740–1814) scrittore, filosofo e poeta francese

citato in Vincenzo Russo, Napoli e Parigi, le vere capitali, napule. org, 29 dicembre 2011; traduzione dall'articolo di Marco Cesario, NAPLES, PARIS, THE TRUE CAPITALS, ANSAMed, 2007

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“[Sulla riforma agraria in India] Se anche mancava la sicurezza contro i tumulti popolari o la rivoluzione, direi che la "sistemazione permanente”

William Bentinck (1774–1839) politico inglese

... ] ha questo grande vantaggio [... ] di aver creato un vasto corpo di ricchi proprietari terrieri profondamente interessati alla continuità del dominio britannico e con un controllo completo della massa del popolo. (1829; citato in Chomsky 2003, p. 257)

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“E meglio tra capanne in umil sorte, | che nel tumulto di ribalta corte, | filosofia s'impara.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da Invito d'un solitario a un cittadino, p. 275
Poesie varie

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“L'ira, furor brevis come la chiamò Orazio, fomenta risse allo stadio, tumulti di disoccupati davanti alla prefettura e parolacce in parlamento.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

prefazione, p. 9
Quando siamo a tavola

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“Durante il regno di un certo Sovrano, non so bene quale, tra le numerose Spose Imperiali e dame di Corte ve n'era una che, seppure di rango non molto elevato, più di ogni altra godeva del favore di Sua Maestà. Le dame di alto rango, convinte com'erano di dover essere le prescelte, la guardavano dall'alto in basso e ne erano gelose. Quelle di uno stesso grado o di uno inferiore a maggior ragione si sentivano offese. Sera e mattina la sua presenza a Corte non faceva che esporla alla malevolenza delle altre e, forse per via del rancore che si riversava su di lei, ella si ammalò e in preda alla malinconia si ritirò più volte presso la famiglia di origine, ma il Sovrano, sempre più sollecito, seguitava a prendersi cura di lei senza prestare ascolto alle critiche di coloro che gli stavano attorno e suscitando chiacchiere a non finire. Dignitari e nobili dei più alti ranghi, coinvolti loro malgrado, mostravano il loro scontento distogliendo lo sguardo e mormorando che era un'infatuazione tale da turbare la vista e che nel regno dei Tang, per simili circostanze, il paese era caduto in preda a disordini e tumulti. Col passare del tempo, mentre anche nel resto del mondo la vicenda seminava malcontento e preoccupazione al punto che si citava l'esempio di Yang Guifei, non le erano state risparmiate umiliazioni, ma ella era riuscita a partecipare alla vita di Corte, confidando nell'affetto senza limiti che Sua Maestà le riservava. Il padre, che era stato Gran Consigliere, era morto, e la madre, appartenente a un'antica famiglia di tutto rispetto, convinta che la figlia non dovesse essere inferiore alle altre dame che grazie all'appoggio paterno avevano a Corte grande successo, le aveva fornito tutto quanto era indispensabile per ogni occasione ufficiale; pur tuttavia, essendo ella priva di un solido appoggio, in caso di bisogno non aveva nessuno sui cui fare affidamento ed era più sola e sperduta che mai.”

Murasaki Shikibu (973–1014) scrittrice e poetessa giapponese

Murasaki Shikibu, La storia di Genji, a cura di Maria Teresa Orsi, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2012, ISBN 978-88-06-14690-0

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“Egli riteneva essenziale, così pareva, conoscere l'uomo prima di tentare di fargli del bene. Quando esistono cuore e intelletto, le malattie dell'organismo fisico sono colorate dai caratteri di quelli. In Arthur Dimmesdale il pensiero e l'immaginazione erano così attivi, e la sensibilità così intensa, che l'infermità corporea doveva trovarvi un terreno d'operazione. Così Roger Chillingworth, uomo abile, medico amorevole e amico, procurava di affondare nel petto del paziente, frugando fra i princìpi di lui, nonché nei ricordi, saggiando tutto con tocco cauto, come un cercatore di tesori in una buia caverna. Pochi segreti possono eludere un indagatore che abbia opportunità e licenza di intraprendere una simile ricerca, nonché l'abilità di seguirla. Un uomo oppresso da un segreto dovrebbe schivare l'intimità del suo medico. Se questi possiede sagacia e un ineffabile elemento in più, chiamiamolo intuito, se egli non mostra un egoismo indiscreto, né caratteri personali spiccatamente sgradevoli, se ha la forza, che gli deve essere innata, di trovare delle affinità con il paziente al punto che questi si trovi ad aver detto ciò che si immagina di avere soltanto pensato; se tali rivelazioni vengono ricevute senza tumulti e riconosciute non tanto da una simpatia dichiarata quanto da un silenzio, da un afflato inarticolato, con una parola gettata qua e là a dimostrare che tutto viene compreso, se a questi requisiti di un confidente si aggiungono i vantaggi forniti dal carattere sociale del medico, allora, ad un istante inevitabile, l'anima del sofferente si scioglierà e sgorgherà in un fiotto oscuro ma trasparente, recando tutto il mistero alla luce del giorno.”

cap. IX
La lettera scarlatta
Origine: Citato in Elémire Zolla, La cura psicanalitica http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/ritagliostampa/bncr_zolla_a10/001, s. t., 2 novembre 1960.

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