Frasi sugli uomini
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“In una parola, in tre quarti degli uomini c'è come un poeta che muore giovane, mentre l'uomo sopravvive.”

Charles Augustin de Sainte-Beuve (1804–1869) critico letterario, scrittore e aforista francese

Origine: Da Critiche e ritratti letterari.

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“L'umano è nell'imitazione; un uomo diventa uomo solo imitando altri uomini.”

Theodor W. Adorno (1903–1969) filosofo, musicologo e aforista tedesco

Minima moralia

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“Da un po' d'aria mossa dipende tutto quello che mai gli uomini hanno pensato, voluto, fatto e quanto faranno di umano sulla terra.”

Johann Gottfried Herder (1744–1803) filosofo e teologo tedesco

da Idee per la filosofia della storia dell'umanità

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“Con cento mila uomini pari ai vostri, Eugenio sarebbe già sul Danubio.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

Origine: Citato in Bartolomeo Bertolini, Il valore vinto dagli elementi, vol. II, Milano, 1869, p. 347.

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“I grandi uomini sono simili alle meteore che splendono e si consumano per rischiarar la terra.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Pensieri morali

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“In tutti i paesi la religione è utile per il governo; e bisogna servirsene per agire sugli uomini.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Aforismi politici

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“Le leggi che in teoria sono il tipo della chiarezza, nell'applicazione loro divengono troppo sovente un vero caos; gli uomini e le passioni guastano tutto ciò che toccano.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Pensieri morali

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“Quando un sovrano conosce gli uomini che vogliono disfarsi di lui, dovrebbe prima d'ogni cosa disfarsi di loro.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Aforismi politici

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“Quanti uomini superiori sono fanciulli parecchie volte al giorno.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Pensieri morali

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“Se io tenessi chiuse nella mia mano tutte le verità, mi guarderei bene dall'aprirla per rivelarle agli uomini.”

Bernard le Bovier de Fontenelle (1657–1757) scrittore e aforista francese

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 528

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“Verrà il giorno in cui gli uomini non potranno pronunciare il nome di Gesù senza piangere.”

Georges Bernanos (1888–1948) scrittore francese

citato in Antonio Socci, Indagine su Gesù, BUR, 2009. ISBN 978-88-17-03252-0

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“Veleno è forse l'immortalità, se gli uomini ne senton così il peso?”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

da Dietro la porta n. 1728

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“Gli uomini sono più sentimentali delle donne. Questo confonde i loro pensieri.”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

Lazarus Long l'Immortale

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“L'autocrazia si basa sull'ipotesi che un uomo solo sia più saggio di un milione di uomini. Ripensiamoci un po', chi decide?”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

Lazarus Long l'Immortale

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“Un altro giorno avendo con qualche nausea servita un'inferma di dissenteria, ei me ne diè una sì forte riprensione, ut lasanum exportans, adactam me, hujus culpae sarciendae causa, senserim ad linguam longo temporis intervallo intingendam in eas sordes, quas aegrota egesserat, et ad buccas iisdem implendas. [che, per riparare a questa colpa, mi vidi costretta, mentre andavo a buttare via ciò che aveva fatto, a bagnarvi la lingua dentro e a riempirmene la bocca]. Appresso il Signore dolcemente, ed in amichevol modo mi rimproverò del far tali cose: Ed io, O mio Signore, gli dissi, così fo a fin di piacervi, e di così obbligarmi il Cuor vostro divino, e tanto spero io conseguire da voi. Ma che non faceste voi, mio Signore, per guadagnarvi i cuori degli uomini, che vel niegano, e da sé spesso vi scacciano? "Il confesso, o mia figlia, che fui sospinto dalla potenza dell'amor mio a segno di tutto sagrificare per la lor salvezza, benché al mio amore con niuna dimostrazione di gratitudine essi rispondano. Or voglio che da' meriti del mio Sacratissimo Cuore tal ingratitudine tu misuri. A te io voglio darlo questo mio Cuore."”

Mária Margita Alacoque (1647–1690) monaca e mistica francese

da Vita della venerabile madre Margherita Maria Alacoque, cap. XL, pp. 80-81
Variante: Un altro giorno avendo con qualche nausea servita un'inferma di dissenteria, ei me ne diè una sì forte riprensione, ut lasanum exportans, adactam me, hujus culpae sarciendae causa, senserim ad linguam longo temporis intervallo intingendam in eas sordes, quas aegrota egesserat, et ad buccas iisdem implendas.. Appresso il Signore dolcemente, ed in amichevol modo mi rimproverò del far tali cose: Ed io, O mio Signore, gli dissi, così fo a fin di piacervi, e di così obbligarmi il Cuor vostro divino, e tanto spero io conseguire da voi. Ma che non faceste voi, mio Signore, per guadagnarvi i cuori degli uomini, che vel niegano, e da sé spesso vi scacciano? "Il confesso, o mia figlia, che fui sospinto dalla potenza dell'amor mio a segno di tutto sagrificare per la lor salvezza, benché al mio amore con niuna dimostrazione di gratitudine essi rispondano. Or voglio che da' meriti del mio Sacratissimo Cuore tal ingratitudine tu misuri. A te io voglio darlo questo mio Cuore."
Origine: Citato in Walter Peruzzi, Il cattolicesimo reale, Odradek Edizioni, Roma, 2008

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“La generale idiozia dell'umanità è tale che si possono muovere gli uomini a furia di parole.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

Vacanze di Natale

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“Ricorda come Gesù fu condotto del deserto e vi rimase quaranta giorni digiunando? Poi, quando fu affamato, il demonio gli si avvicinò e gli disse: "Se sei figlio di Dio, ordina che questi sassi siano trasformati in pani". Ma Gesù resisté alla tentazione. Il demonio allora lo collocò su una guglia del tempio: "Se sei figlio di Dio, buttati giù". Gli angeli infatti vegliavano su di lui e l'avrebbero sorretto. Ma Gesù seguitò a resistere. Il demonio lo condusse su un'alta montagna, gli mostrò tutti i regni del mondo e gli disse che glieli avrebbe dati se si fosse prosternato ai suoi piedi per adorarlo. Ma Gesù disse: "Va' via di qui, Satana". Così finisce la storia secondo il semplice e buon Matteo. Ma c'è un seguito. Il diavolo, che era molto astuto, tornò da Gesù e gli disse: "Se accetterai la vergogna e il disonore, le frustate, una corona di spine e la morte sulla croce salverai la razza umana, giacché l'amore più grande che un uomo possa provare è quello che gli fa sacrificare la vita per i suoi amici". Gesù cadde. E il diavolo rise fino a farsi scoppiare i fianchi: prevedeva il male che gli uomini avrebbero commesso in nome del loro Redentore.»
Isabel mi guardava indignata.
«Dove mai l'ha scovata questa storia?»
«In nessun posto. L'ho inventata lí per lí.»
«È un'idiozia, una bestemmia.»
«Volevo solo farle capire che il sacrificio di sé è una passione così prepotente da fare impallidire, al confronto, perfino la fame e la lussuria. Avvolge e conduce alla distruzione le sue vittime nella più alta affermazione della loro personalità. L'oggetto non conta: può essere degno o indegno. Nessun vino è tanto inebriante, nessun amore così rovente, nessun vizio così attraente. Mentre si sacrifica, un uomo è per un momento più grande di Dio, giacché, infinito e onnipotente com'è, come può Dio sacrificarsi? Nel migliore dei casi può solo sacrificare l'unico suo figlio.”

Maugham a Isabel: cap. V, 4
Il filo del rasoio

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“Darya si sentiva adesso molto più sicura di sé. E gli diede un'occhiata ardita.
«Non ho nessuna attrazione per te? Molti uomini mi hanno desiderata. E tu devi aver avuto dozzine di donne in Iscozia assai meno ben fatte di me.»
E guardava, così dicendo, la sua formosa, sensuale persona, in placido orgoglio.
«Io non ho mai posseduto una donna» disse Neil con gravità.
«Cosa?»
Essa scattò in piedi per lo stupore. Egli alzò le spalle. Non aveva modo di farle capire il disgusto che provava per quel genere di cose, e il disprezzo in cui teneva i fortuiti amori dei suoi compagni di Edimburgo. Trovava una mistica gioia nella sua castità. L'amore era sacro, per lui. L'atto sessuale lo riempiva d'orrore. Solo la necessità della procreazione e il sacramento del matrimonio lo giustificavano ai suoi occhi.
Gli gettò le braccia al collo e lo teneva. E gli copriva il viso di baci. Egli si dibatteva. Volgeva la faccia. E con la mano cercava di proteggersi la bocca. D'improvviso essa gli affondò i denti nella carne. Il dolore fu così vivo che, senza volerlo, egli le diede un pugno.
«Demonio» le gridò in faccia.
Il colpo violento aveva obbligato Darya a lasciare la preda. Egli si esaminò la mano. Vide che il morso era profondo e che sanguinava. Gli occhi di lei, intanto, mandavano fiamme. Era in tutta la sua vitalità, la donna, come una belva.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

da La tentazione di Adamo

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“La grande tragedia della vita non è che gli uomini muoiano, ma che cessino di amare.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

Origine: Citato in Leo Buscaglia, Nati per Amare, Mondadori, 1995.

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“Ahi come s'inganna il pensiero degli uomini che passano senza sapere.”

Píndaro (-517–-437 a.C.) poeta

Origine: Da Frammenti, traduzione di Enzo Mandruzzato.

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“Quando la città che celebro sarà distrutta, quando gli uomini che canto saranno scomparsi nell'oblio, le mie parole perdureranno.”

Píndaro (-517–-437 a.C.) poeta

Origine: Citato in George Steiner, Una lettura ben fatta, in Nessuna passione spenta, p. 9.

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“La metafisica mi è sempre sembrata una forma comune di pazzia latente. Se conoscessimo la verità la vedremmo; tutto il resto è sistema e periferia. Ci basta, se riflettiamo, l'incomprensibilità dell'universo; volerlo capire è essere meno che uomini, perché essere uomo è sapere che non si capisce.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

da Il libro dell'inquietudine, a cura di Maria José de Lancastre, prefazione di Antonio Tabucchi, Feltrinelli, Milano 1987, p. 247
Il poeta è un fingitore

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“Non ci sono belve tanto infeste agli uomini quanto i più dei cristiani sono esiziali a se stessi.”

XXII, cap. 5, par. 4
[N]ullas infestas hominibus bestias, ut sunt sibi ferales plerique Christianorum expertus.
Res Gestae
Origine: Citato in Silvia Ronchey, Ipazia: La vera storia, Rizzoli, Milano, 2010, p. 13. ISBN 978-88-17-04565-0

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“Non c'è malvagità nell'atomo: solo nelle anime degli uomini.”

Adlai Ewing Stevenson I (1835–1914) politico statunitense

dal discorso del 18 settembre 1952 ad Hartford, Connecticut, citato in Dizionario delle citazioni, BUR, 1992

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“La cristianità deve diventare tollerante prima che il mondo desideri unirsi con essa in una carità comune. Dio non ha lasciato Se stesso senza una testimonianza in ogni cuore, e gli uomini, soprattutto coloro che seguono Gesù Cristo, dovrebbero voler ammettere questo.”

Vivekananda (1863–1902) mistico indiano

citato in Swami Vivekananda - Buddha, Cristo e Maometto http://www.ramakrishna-math.org/index.php?option=com_content&view=article&id=90:swami-vivekananda-buddha-cristo-e-maometto&catid=34:swami-vivekananda&Itemid=73

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“Sei ancora giovane, Socrate", replicò Parmenide, "e la filosofia non si è ancora impossessata di te, come, secondo la mia previsione, si impossesserà in futuro, quando non stimerai più indegna nessuna di quelle cose: ora ti preoccupi ancora di prestare eccessiva attenzione alle opinioni degli uomini, vista l'età.”

Parmenide
Variante: " Sei ancora giovane, Socrate", replicò Parmenide, "e la filosofia non si è ancora impossessata di te, come, secondo la mia previsione, si impossesserà in futuro, quando non stimerai più indegna nessuna di quelle cose: ora ti preoccupi ancora di prestare eccessiva attenzione alle opinioni degli uomini, vista l'età."

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“Socrate: Dimmi, dunque: discorsi su cosa? Nell'insieme delle cose esistenti, qual è l'oggetto dei discorsi di cui si serve la retorica?
Gorgia: Si tratta, o Socrate, delle più grandi e delle migliori fra le umane faccende.
Socrate: Ma, o Gorgia, è controversa anche questa tua affermazione, e non è affatto chiara. Immagino, infatti, che tu abbia già avuto occasione di sentir cantare nei banchetti quello scolio in cui si enumerano i beni, cantando che essere sani è il primo bene, secondo viene l'essere belli, e il terzo, come dice l'autore dello scolio, è l'essere ricchi senza frode.
Gorgia: L'ho già sentito. Ma a che proposito dici questo?
Socrate: Supponiamo che in questo istante ti si parassero dinanzi gli artefici di questi beni che l'autore dello scolio elogiava, cioè il medico, il maestro di ginnastica e l'uomo d'affari, e che per primo il medico dicesse: "O Socrate, Gorgia t'inganna: non è la sua arte ad occuparsi del bene più grande per gli uomini, ma la mia". Se io allora gli domandassi: "E chi sei tu per dire questo?", egli certamente mi risponderebbe che è medico. "Ebbene, cosa hai detto? è forse opera della tua arte il bene più grande?" "E come potrebbe non esserlo", probabilmente direbbe, "Socrate, visto che si tratta della salute? Che cosa è bene più grande per gli uomini della salute?". Se poi, dopo di lui, a sua volta, il maestro di ginnastica dicesse: "Resterei stupito anch'io, Socrate, se Gorgia sapesse dimostrarti che il bene che è frutto della sua arte è maggiore di quanto io saprei dimostrare che lo è il bene prodotto dalla mia arte", io, a mia volta, potrei dire anche a costui: "E tu chi sei, o uomo, e qual è il tuo mestiere?". "Sono maestro di ginnastica", risponderebbe, "e il mio mestiere è di rendere gli uomini belli e forti nel corpo". Dopo il maestro di ginnastica, sarebbe l'uomo d'affari a dire, con fare, credo, assai sprezzante per tutti: "Ebbene, pensaci su, Socrate, se ti pare che esista bene più grande della ricchezza, sia presso Gorgia sia presso chiunque altro". Ed io allora gli direi: "E allora? Ne sei forse l'artefice?". Egli affermerebbe di esserlo. "E chi sei tu?"”

Platone libro Gorgia

"Un uomo d'affari". "E allora? Pensi forse che il bene più grande per gli uomini sia la ricchezza?", diremo noi. "E come no?", risponderà.
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“Mi è difficile credere che permetta agli uomini di dedicare interamente se stessi a cercarLo, senza far che in un modo o in un altro Lo trovino.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Parte prima, 28 aprile, p. 50
Il segno di Giona

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“Chi ha vissuto e pensato, questi non può nella sua anima non disprezzare gli uomini.”

Alexander Sergejevič Puškin (1799–1837) poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo

cap. I, st. XLVI
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“Che orribile tributo riscuote la morte dagli uomini.”

Ivan Alekseevič Bunin (1870–1953) scrittore russo

Origine: Il villaggio, p. 28

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“[Da una conferenza femminista di Giraudoux tenuta alla vigilia dell'ultima guerra] Per gli uomini è dunque arrivato il momento di ammettere la loro sconfitta? Non saprei, quello che so è che essi avevano sempre allontanato la dura ammissioni che le donne fossero uguali, se non superiori, nei campi di azione che essi si erano riservati. Gli uomini avevano messo la donna in posizione subordinata facendola serva, o in posizione troppo superiore facendola dea. Mai l'avevano ammessa alla parità. Quando un'armata di greci fu battuta dalle parti della Tracia da un'armata di donne, gli uomini di allora inventarono le Amazzoni; essi escogitarono che quelle donne fossero semidee e che conducessero una esistenza favolosa. Quando Giovanna D'arco salvò la Francia, i suoi nemici la fecero un'indemoniata, e i suoi partigiani un'arcangelo, ma nessuno ebbe mai l'idea che essa potesse essere semplicemente una donna. Per Semiramide, per Cleopatra l'uomo se l'è cavata attribuendo ad esse una grande bellezza. Quelle donne erano forse brutte. Cleopatra era certamente brutta, ma tutte e due erano dotate di genio politici. Eppure l'uomo ha nascosto il loro genio dietro una bellezza che non esisteva per togliersi d'impaccio. Ora però non è più possibile ricorrere ad espedienti del genere. Ora è giocoforza ammettere che le donne, quando s'impadroniranno del potere, non sarà perché posseggono dei nasi perfetti e dei fianchi possenti o perché hanno venduto l'anima al diavolo, ma perché esse sono dotate per il comando e il governo della società come gli uomini. Come gli uomini e forse anche più di essi.”

Jean Giraudoux (1882–1944) scrittore e commediografo francese

citato in Illustrazione Igea, 1961
Citazioni di Jean Giraundoux

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“Degli uomini che amiamo sappiamo tante cose, eppure non le teniamo per vere.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La tortura delle mosche

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“Forzàti a cambiare nome ogni cinque anni. Il destino degli uomini illustri. I loro imbrogli.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La tortura delle mosche

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“Gli uomini fuggono da chi dice sempre le stesse cose. Ma se uno le dice con sufficiente arroganza, da costui si lasciano dominare.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La tortura delle mosche

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“Quando gli uomini sono molto felici non tollerano la musica che non conoscono.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La tortura delle mosche

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