Frasi su appunto
pagina 5

Silvio Berlusconi photo
Costanzo Preve photo
Leo Longanesi photo
Umberto Eco photo
Melisso di Samo photo

“Questo che abbiamo detto è dunque massima prova che l'essere è soltanto uno. Ma sono prove anche le seguenti. Se ci fossero molte cose dovrebbero essere così come io dico che è l'uno. Infatti se c'è la terra e l'acqua e l'aria e il fuoco e il ferro e l'oro e una cosa è viva e l'altra è morta e nera e bianca e quante altre cose gli uomini dicono essere, se dunque tutto questo esiste e noi rettamente vediamo e udiamo, bisogna che ciascuna cosa sia tale quale precisamente ci parve la prima volta e che non muti ne diventi diversa, ma che ciascuna sempre sia quale precisamente è. Ora noi diciamo di vedere udire intendere rettamente. Invece ci sembra il caldo diventi freddo e il freddo caldo, il duro molle e il molle duro e che il vivente muoia e venga dal non vivente e che tutte queste cose si trasformino e che ciò che era e ciò che è ora per nulla siano uguali; anzi che il ferro che pure è duro, si logori a contatto col dito e così l'oro e le pietre e ogni altra cosa che sembra essere resistente, e che all'inverso la terra e le pietre vengano dall'acqua. Cosicché ne viene di necessità che noi ne vediamo ne conosciamo la realtà. Perché non c'è certo accordo in questo. Mentre infatti diciamo che le cose sono molte ed eterne e che hanno certi aspetti e resistenza, ci sembra che tutto si trasformi e si muti da quel che ogni vola l'occhio ci fa vedere. È chiaro dunque che non rettamente vedevamo e che quelle cose non rettamente sembrano essere molteplici; infatti non si trasformerebbero se fossero reali, ma ciascuna sarebbe tale quale precisamente sembrava. Ma se si trasforma ecco che l'essere perì e il non essere nacque. Così se ci fosse il molteplice esso dovrebbe essere tale quale è appunto l'uno.”

Melisso di Samo (-470–-430 a.C.) filosofo e militare greco antico

frammento 8
Frammenti di Sull'essere (titolo convenzionale)

Massimo Piattelli Palmarini photo

“Per mettere in moto i nostri muscoli, per farci agire, decidere […], la ragione ha bisogno di certe "idee". Questi piccoli grandi motorini della ragione sono idee come quelle di libertà, di anima, di immortalità, di cosmo e, appunto, di dio.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 1, Perché proprio Kant? Ovvero: il fascino discreto della ragione pura, p. 22

Massimo Piattelli Palmarini photo
Bassi Maestro photo
Umberto Curi photo
Cristina Campo photo
Cristina Campo photo
Ippolito di Roma photo
Piergiorgio Odifreddi photo
Piergiorgio Odifreddi photo
Adriano Panatta photo
Plinio Corrêa de Oliveira photo
Ippolito Nievo photo
Suso Cecchi D'Amico photo
Corrado Guzzanti photo
Giulio Confalonieri photo
Domenico Losurdo photo
Domenico Losurdo photo
Domenico Losurdo photo

“Epperò, proprio da questa ricostruzione storica, lontana da ogni tono apologetico ed edificante, emergono i reali meriti e i reali punti di forza del liberalismo. Dando prova di una straordinaria duttilità, esso ha cercato costantemente di rispondere e adattarsi alle sfide del tempo. È vero, ben lungi dall'essere spontanea e indolore, tale trasformazione è stata in larga parte imposta dall'esterno, ad opera di movimenti politici e sociali coi quali il liberalismo si è ripetutamente e duramente scontrato. Ma per l'appunto in ciò risiede la duttilità. Il liberalismo ha saputo apprendere dal suo antagonista (la tradizione di pensiero che, prendendo le mosse dal «radicalismo» e passando attraverso Marx, sfocia nelle rivoluzioni che in modi diversi a lui si sono richiamate) ben più di quanto il suo antagonista abbia saputo apprendere dal liberalismo. Soprattutto, l'antagonista non ha saputo apprendere quello che costituisce il secondo grande punto di forza del liberalismo. Certo, il processo di apprendimento dal liberalismo è tutt'altro che agevole, almeno per coloro che vogliono superare le clausole d'esclusione che attraversano in profondità questa tradizione di pensiero. Nessun'altra più di essa si è impegnata a pensare il problema decisivo della limitazione del potere. Epperò, storicamente, questa limitazione del potere è andata di pari passo con la delimitazione di un ristretto spazio sacro: maturando un'autocoscienza orgogliosa ed esclusivistica, la comunità dei liberi che lo abita è spinta a considerare legittima la schiavizzazione ovvero l'assoggettamento più o meno esplicito, imposti alla grande massa dispersa per lo spazio profano. Talvolta si è giunti perfino alla decimazione e all'annientamento. È dileguata del tutto questa dialettica in base alla quale il liberalismo si trasforma in un'ideologia del dominio e finanche in un'ideologia della guerra?”

cap. X, 6, p. 339
Controstoria del liberalismo

Enrico Ghezzi photo

“Proprio l'atteggiamento anti-classico, con cui gli opposti diventano i termini diadici di una tensione esistenziale fino ad una tragica identificazione («Dioniso contro il Crocifisso» diventerà 'Dioniso crocifisso'), costituisce lo stigma profondo di una filosofia in cui la «magia degli estremi» si risolve nella magia di una lotta a cui non è risparmiato l'orrore d'un sanguinoso campo di battaglia, di una atroce autodafé. […] Sia in Jean Paul che in Nietzsche, la follia centrifuga in cui si disgrega l'edificio cosmico, la polverizzazione ontologica, la rottura di tutte le coordinate discendono dall'assenza di un centro di gravità costituito appunto da un Summum Ens.”

Ferruccio Masini (1928–1988) germanista, critico letterario e traduttore italiano

da Parte seconda, cap. quinto, L'autodafé del nichilismo, p. 171
Lo scriba del caos
Origine: Il riferimento è a Jean Paul, Discorso di Cristo morto dall'alto dello universo, in cui si afferma che Dio non è, in app. a F. Masini, Nichilismo e religione in Jean Paul, Bari, 1974, pp. 107 ss. [Jean Paul, Rede des toten Christus, in Werke, a cura di N. Miller e G. Lohmann, 6 voll., München, 1959-1963, II, pp. 266-271]. Lo scriba del caos, nota a p. 172.

Ödön von Horváth photo
Dino Garrone photo
Fabrizio De André photo
Jeffrey Moussaieff Masson photo
Duiliu Zamfirescu photo
Pippo Baudo photo
Henrik Ibsen photo

“Manders: Ha l'impressione che letture di questo genere la rendano migliore o più felice?
Signora: Mi sembra che mi diano una specie di serenità.
Manders: Curioso. In che modo?
Signora: Ci trovo come la spiegazione e la conferma di molte cose alle quali ho già riflettuto per conto mio. Questa appunto è la cosa strana, signor pastore… in quei libri, in fondo, non c'è nulla di nuovo; nulla più di quel che il mondo pensa e crede in generale. Ma il fatto è che il mondo non se ne rende conto e non vuole confessarselo.
Manders: Oh, per l'amor di Dio! Crede sul serio che il mondo…
Signora: Certo che lo credo.
Manders: Sì, ma non in questo paese? Non qui da noi?
Signora: Ma sì, anche qui da noi.
Manders: Bene, le garantisco che…!
Signora: D'altronde che cosa ha da obiettare contro questi libri?
Manders: Obiettare? Non vorrà già credere ch'io mi sia mai dato all'esame di opere di quel genere?
Signora: In altri termini, lei non conosce affatto ciò che condanna?
Manders: Ho letto abbastanza di quel che si scrive intorno a questi libri per disapprovarli.
Signora: Sì, ma la sua opinione personale…
Manders: Cara signora Alving, nella vita vi sono casi in cui bisogna fidarsi dell'opinione altrui. Così è in questo mondo; ed è bene che sia così. Altrimenti che ne sarebbe della società umana?”

Henrik Ibsen (1828–1906) scrittore, drammaturgo e poeta norvegese

1959, p. 21
Gli spettri
Origine: Helene Alvig

Luigi Pulci photo
Indro Montanelli photo
Menno ter Braak photo
Umberto Eco photo
Giuseppe Tomasi di Lampedusa photo
Charles Dickens photo
Oscar Giannino photo

“«L'aforismo è l'ultimo anello di una lunga catena di pensieri». E rischia appunto come tale – da Eraclito a Nietzsche – di stritolare, tanto stringe, la verità che reca.”

Leone Traverso (1910–1968) traduttore italiano

da Aforismi di Marie von Ebner-Eschenbach, p. 201
Sul "Torquato Tasso" di Goethe e altre note di letteratura tedesca
Origine: Marie von Ebner-Eschenbach, traduzione di Rodolfo Paoli, collana «Fuochi» Morceliana.

Hans Magnus Enzensberger photo
Enrico Crispolti photo
Michael Faraday photo
Søren Kierkegaard photo
Vittorio Sgarbi photo
Il Farinotti photo
Polibio photo
Pietro Della Valle photo

“Vedemmo l’eco artificiale che dicono essere stato fatto fabbricar da Dionisio in una prigione, dove teneva molti schiavi, perchè si sentisse ciò ch’essi colà dentro parlavano; e parmi, se non fallo, che di tal fabbrica fosse artefice Archimede. È in vero una delle più belle cose ch’io abbia visto al mondo, ed anche degli artifizii che l’arte abbia saputo inventare, imitando così bene la natura che fa un eco bellissimo che replica le parole ed i detti interi, imita i suoni e i canti perfettissimamente, come alla presenza nostra con diversi instromenti si provò; e se si batte con una verga qualche panno grosso steso, rende tanto rimbombo ch’imita i colpi delle più grosse artiglierie; e che tutto questo faccia cosi bene una grotta formata non dalla natura, ma dall’artificio umano, è certo cosa strana e mostra il grandissimo ingegno di colui che l’inventò e lo seppe fare. Non è da tacere che la fabbrica del concavo di questa grotta è fatta e cavata appunto nella forma del concavo d’una orecchia umana, donde l’artefice debbe pigliar l’invenzione che, come la voce percotendo nell’orecchie fabbricate in quel modo rende suono e si sente, cosi si vede per isperienza che percotendo colà in quel grande ed artifizioso orecchio, intagliato a mano nella dura pietra, fa il medesimo effetto di rendere il suono, benchè gli altri echi naturali non sappiamo che siano in caverne in tal modo fabbricate. Vedemmo presso al luogo dell’eco i gran vani sotterranei cavati per stanza e prigione dei sopraddetti schiavi, e sopra quelli, nell’alto il luogo del palazzo di Dionisio in bellissimo sito che scuopriva da lunge la terra e ‘l mare.”

Pietro Della Valle (1586–1652) scrittore italiano

Il pellegrino

Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff photo
Goffredo Parise photo
Luigi Settembrini photo
Maria Cecilia Guerra photo

“[Sul linguaggio in riferimento alla maternità surrogata] […] il termine «utero in affitto» ha un connotato in sé, come termine utilizzato, offensivo, sia per la donna, che viene appunto ridotta al suo utero, sia per le persone che ritengono di poter ricorrere a questo strumento per perseguire la finalità di avere un figlio.”

Maria Cecilia Guerra (1957) economista e politica italiana

Origine: Citato in Camera dei Deputati della Repubblica Italiana – XVII Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Seduta n. 149 del 10 gennaio 2014 http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0149&tipo=stenografico#sed0149.stenografico.tit00020.sub00070, p. 34.

Paolo Conte photo

“L'uomo del Mocambo è nato quando curavo pratiche fallimentari: era l'avventuriero appunto fallito, improbabile, sognatore.”

Paolo Conte (1937) cantautore, paroliere e polistrumentista italiano

Variante: L'uomo del Mocambo è nato quando curavo pratiche fallimentari: era l'avventuriero appunto fallito, improbabile, sognatore.

Salvatore Fisichella photo
Aldo Palazzeschi photo

“[Parla dei romanzi della serie Sound! Euphonium] È stata una lettura molto piacevole. Ero completamente assorto nella storia che leggevo, soprattutto con la grande potenza dell'ultima parte con la competizione tra Reina e Kaori per il posto di solista. Mentre prendevo appunti per la sceneggiatura, mi chiedevo se i personaggi che avevamo non fossero troppi per soli 13 episodi, considerando che il numero dei componenti di un'orchestra è così alto. Come potevamo restringere la rappresentazione di quei personaggi che conoscevo dall'inizio [della storia]? In un romanzo, non sareste interessati ai personaggi che sono accanto al protagonista se non si scrive qualcosa su di loro, ma potrete vederli in un anime.”

Jukki Hanada (1969) sceneggiatore giapponese

Origine: It was a very entertaining read. I was completely absorbed into the story as I read, especially with the power behind the last part with the showoff between Reina and Kaori for the solo. As I took notes for the scenario, I wondered if we would be casting too big a net with the number of characters we have for only 13 episodes, considering the number of people in a band is so huge. How we would narrow down our depiction of which characters was something I was aware of from the very beginning. In a novel, you aren't concerned with characters that are around the protagonist if you don't write about them, but you'll see them in an anime. (da Sound! Euphonium Interview: Jukki Hanada (translated) https://ultimatemegax.wordpress.com/2015/09/28/sound-euphonium-interview-jukki-hanada-translated/. Ultimatemegax's blog, 28 settembre 2015)

Pietro Barcellona photo
Antonio Sicari photo
Tina Anselmi photo

“Nel fondamentale gruppo di disegni ora a Windsor, che lo stesso Canaletto cedette al console Smith e che almeno in parte dovette eseguire per lui appositamente, mentre mancano gli appunti documentari e gli schizzi del tutto sommari, la varietà è notevole in quanto a carattere e grado di finitezza, ed è da mettere in relazione ai diversi momenti dell'artista in oltre trent'anni di lavoro. Si va da riprese sintetiche macchiate con vigore, ad altre tratteggiate regolarmente con un andamento incisorio, ed altre ancora a contorni lineari e con ombre acquarellate. Ma non basta, perché in qualche caso Canaletto si esercitò a ripetere fedelmente nella terza maniera, quasi con una diversa strumentazione, lo stesso soggetto già realizzato nella seconda: così da darci l'occasione di riflettere sulla parte dominante che talvolta dovette avere per lui la intenzione stilistica. Potrebbe darsi che i diversi modi di Canaletto disegnatore venissero in se stessi variamente apprezzati. Sarebbe sulla linea critica ormai tradizionale una preferenza agli schizzi sommari esprimenti di getto impressioni e idee in pochi tratti essenziali. Se però da tale orientamento, che certamente può essere motivato, si passasse, anche in modo non esplicito, a mettere da parte certi disegni finiti semplicemente perché tali, ciò rischierebbe di portare ad un accademismo alla rovescia e ad una incomprensione non solo della posizione storica di Canaletto ma dei risultati che egli seppe raggiungere in quei disegni. Non giova contrapporre l'estro lirico ad una meditata stesura, ma interessa piuttosto di riconoscere liberamente dove anche nei disegni più finiti la vibrazione poetica ha un battito inconfondibile, anche se tutti gli strumenti e gli accorgimenti sono stati usati, come del resto nei quadri e nelle miracolose incisioni dello stesso Canaletto.”

Vittorio Moschini (1864–1940) politico e storico dell'arte italiano

Canaletto
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

Marco Travaglio photo
Indro Montanelli photo

“Quelle lettere erano tutte farina del sacco di Moro, e questa farina non è molto encomiabile perché, vede, tutti gli uomini hanno diritto ad avere paura. Tutti. Però quando un uomo sceglie la politica, e nella politica emerge a uomo di Stato – a uomo rappresentativo dello Stato – non perde il diritto a avere paura, ma perde il diritto a mostrarla. Questo sì. Questo è uno dei principi che dovrebbe essere affermato. L'incidente, tipo quello di Moro, fa parte del mestiere. Chi affronta quel mestiere deve sapere che può incorrere in quell'incidente e deve avere i nervi, e diciamo gli altri attributi, per resistere. Moro era lo Stato. Lo Stato si raccomandava, implorava, minacciava la classe politica che facesse di tutto, anche che si prostituisse, per salvargli la vita: eh, no. No. Moro era certamente un politico a modo suo, estremamente abile – era anche un galantuomo, credo – ma uomo di Stato non era nemmeno lui. […] Anch'io mi sono posto questa domanda molto spesso: «Ma se Moro fosse tornato in politica dopo aver costretto lo Stato a prostituirsi, a inginocchiarsi di fronte ai terroristi, avrebbe potuto restarci?». Avrebbe potuto restare? Con che faccia? Vabbè che siamo in Italia. [«Forse lo Stato sarebbe stato un altro perché i terroristi avrebbero vinto»] Appunto. I terroristi avrebbero vinto. Quindi lui che cosa diventava, il braccio politico del terrorismo? Che cosa diventava? Come poteva ripresentarsi? Va bene, gli italiani hanno lo stomaco forte, inghiottono tutto – noi italiani abbiamo lo stomaco forte e inghiottiamo tutto – ma, insomma, di fronte a un uomo la cui vita, la cui sopravvivenza, aveva avuto quel prezzo per noi non credo che avrebbe potuto ripresentarsi all'opinione pubblica italiana.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Il terrorismo fino al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro
Interviste

Giamblico photo
Alessandro Di Battista photo
Davide Rondoni photo
Fabrizio Mazzotta photo
Andrea Camilleri photo

“Credo di capire la sorpresa e l'interesse che le nove poesie che Lucio Piccolo stampò a sue spese e inviò a Montale suscitarono appunto in Montale. Il fatto è che quelle nove poesie si distaccavano completamente, del tutto, da quella che era la linea predominante fino a quel momento della poesia italiana.”

Andrea Camilleri (1925–2019) scrittore, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Video disponibile in Il meridiano della solitudine. Letteratura e nobiltà: un film sul poeta Lucio Piccolo e la Sicilia d'un secolo fa http://www.artribune.com/2015/11/il-meridiano-della-solitudine-letteratura-e-nobilta-un-film-sul-poeta-lucio-piccolo-e-la-sicilia-dun-secolo-fa/, artribune.com, 21 novembre 2015.

Alberto Moravia photo
Mario Moretti photo
Alfred Edmund Brehm photo
Ezra Pound photo