Frasi su armonia
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“Ogni cooperativa è diventata una piccola società collettivista, una società totalmente nuova, liberata da una cultura e da tradizioni corrotte e depravate. Si tratta di una nuova, sana società che si consolida e si sviluppa costantemente, nella quale prevalgono l'uguaglianza e l'armonia.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Each cooperative has become a small collectivist society, an entirely new society, freed from corrupt and depraved culture and traditions. It is a new healthy society, which is consolidating and developing itself constantly, where equality and harmony prevail.
Variante: Ogni cooperativa è diventata una piccola società collettivista, una società totalmente nuova, liberata da una cultura e da tradizioni corrotte e depravate. Si tratta di una nuova, sana società che si consolida e si sviluppa costantemente, nella quale prevalgono l'uguaglianza e l'armonia.

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“Niente è ciò che è se non perché convenit, si confà, è in armonia con qualcos'altro.”

Ivan Illich (1926–2002) scrittore, filosofo, sociologo, teologo

Origine: Pervertimento del cristianesimo, p. 96

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“Dio non è che una parola inventata per spiegare il mondo.”

Alphonse De Lamartine (1790–1869) poeta, scrittore e storico francese

Origine: Da Armonie Poetiche e Religiose.

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“La cenere dei morti fu quella che creò la Patria.”

Alphonse De Lamartine (1790–1869) poeta, scrittore e storico francese

Origine: La caduta d'un angelo, da Armonìe poetiche e religiose.

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“Il film, quando non è un documentario, è un sogno. È per questo che Tarkovskij è il più grande di tutti.”

Ingmar Bergman (1918–2007) regista, sceneggiatore e drammaturgo svedese

Origine: Citato in Tarkovskij. La nostalgia dell'armonia, di Francesca Pirani, Le Mani-Microart'S, 2009.

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“Una Religione rivelata deve essere particolarmente poetica e così è infatti. Mentre le sue proposizioni presentano una originalità capace di avvincere l'intelletto, esprimono anche una bellezza capace di soddisfare la natura morale. Essa ci offre quelle forme ideali di eccellenza di cui si diletta la natura poetica e con le quali si associano ogni grazia e ogni armonia. Ci conduce in un mondo nuovo, un mondo di straordinario interesse, dotato delle più sublimi visioni, dei più teneri e puri sentimenti. La peculiare grazia mentale degli scrittori del Nuovo Testamento impressiona non meno del tangibile effetto che essi producono sui cuori di coloro che ne hanno assorbito lo spirito. Ora non vogliamo occuparci della natura pratica, bensì del lato poetico della verità rivelata. Per i cristiani, una visione poetica delle cose è un dovere: siamo tenuti a colorire tutte le cose con le tinte della fede, a riconoscere in ogni evento un divino significato e una tendenza soprannaturale. Anche gli amici che ci circondano sono investiti di uno splendore ultraterreno: non sono più semplici uomini imperfetti, ma esseri che godono del favore divino, sui quali è impresso il sigillo di Dio, e che si addestrano per la felicità futura. Si può aggiungere che le virtù particolarmente cristiane sono anche particolarmente poetiche – mansuetudine e gentilezza, compassione, gioia e modestia, per non parlare delle virtù devote – mentre i sentimenti più rozzi e ordinari sono gli strumenti della retorica, più che della poesia, come la collera e l'indignazione, l'emulazione, lo spirito combattivo e l'amore dell'indipendenza.”

John Henry Newman (1801–1890) teologo e filosofo inglese

Origine: Citato in J.H.Newman, La mente e il cuore di un grande, Edizioni Paoline; pagine scelte dalle opere di John Henry Newman con saggio introduttivo di Malachy Gerard Carroll, versione dall'inglese di Frida Ballini.

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“Credo nel Dio di Spinoza che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste, ma non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Da un telegramma a un giornale ebraico, 1929.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 110

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“Nulla v'è di così insensibile, brutale o scatenato dalla rabbia che la musica, finché se ne prolunghi l'eco, non trasformi nella sua stessa natura. Colui che non può contare su alcuna musica dentro di sé, e non si lascia intenerire dall'armonia concorde di suoni dolcemente modulati, è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: i moti dell'animo suo sono oscuri come la notte, e i suoi affetti tenebrosi come l'Erebo. Nessuno fidi mai in un uomo simile.”

Lorenzo: atto V, scena I
Il mercante di Venezia
Variante: Nulla v’è di così insensibile, brutale o scatenato dalla rabbia che la musica, finché se ne prolunghi l’eco, non trasformi nella sua stessa natura. Colui che non può contare su alcuna musica dentro di sé, e non si lascia intenerire dall’armonia concorde di suoni dolcemente modulati, è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: i moti dell’animo suo sono oscuri come la notte, e i suoi affetti tenebrosi come l’Erebo. Nessuno fidi mai in un uomo simile.

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“Tra gli uomini d'affari, i portatori di sacchi dello Stato, e le teste che pensano, di rado si può sperare armonia.”

Friedrich Schiller (1759–1805) poeta, filosofo e drammaturgo tedesco

citato in Giambattista Vicari, Dibattito: Che cos'è la libertà di pensiero, La Fiera Letteraria, aprile 1973

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“Armonia, armonia, linguaggio inventato dal genio umano per uso dell'amore, ci venisti dall'Italia, dove eri venuto dal cielo.”

Alfred De Musset (1810–1857) poeta, scrittore e drammaturgo francese

Da Le Saule, fragment, I, nelle "Premières Poésies", e anche in Lucie, élégie, nelle "Poésies nouvelles".

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“Idea fondamentale. – Non esiste alcuna armonia prestabilita tra il favorire la verità e il bene dell'umanità.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

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“La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell'universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell'anima.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

da Ricordi, sogni, riflessioni
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“Nella Chiesa l'armonia la fa lo Spirito Santo.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

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“La bella musica è un linguaggio universale che parla direttamente da cuore a cuore, oltre i muri, oltre i confini delle nazioni.”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

citato in Salvino Chiereghin, La musica, divina armonia, SEI, Torino 1953.

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“Un mondo antico giace in frantumi. Veder sorgere al più presto da queste rovine un mondo nuovo, più sano, giuridicamente meglio ordinato, più in armonia con le sue esigenze della natura umana: tale è l'anelito dei popoli martoriati!”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

radiomessaggio del 1° settembre 1944; citato in Gianni Padoan, La grande crociata di Pio XII, Historia, n. 145, dicembre 1969, Cino del Duca

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“L'infuriare d'una rivoluzione — come tutto ciò che è critico; e nessuno, in un senso o in un altro, vorrà negare che lo stato della lingua italiana d'oggi sia tale — richiede ben altro che la sovrana flemma del teorico. Si voglia imbrigliarla o guidarla, non si avrà da lui più di questo: una volta arrivati a chiudere quel certo particolare problema nel complesso quadro dei suggerimenti attinti da trattati e codici, e trovato quindi, finalmente, come affrontarlo, gli sviluppi avranno cambiato faccia all'intera situazione, così da obbligare a un nuovo studio daccapo, su un nuovo problema particolare. Non rimarrà dunque, come risultato, che assistere passivamente. Ed è ciò che appunto fanno il Migliorini e chi ne segue i princìpi […]. […] Non la glottotecnica, ma il videotecnico (si veda a suo luogo), ha potere sull'italiano dei nostri giorni; cioè il popolo, secondo un ordine o disordine molto più naturale; cioè tutti, nel senso proprio che quest'aggettivo non ha mai avuto quanto oggi: senza distinzione di soggetti, com'è ormai senza distinzione di generi la lingua stessa, l'oggetto. Tutti, dunque, con mano libera sulla lingua di tutti (che non è più né comune né tecnica né letteraria e via dicendo).
Volgo disperso, anche se in begli abiti, quei tutti mancano d'una vera guida; perché manca, come abbiamo visto, l'altro elemento naturale nella fucina della lingua nuova: il poietès, l'artigiano studioso e colto… Se n'è andato, se ne va continuamente ("evadendo"); va e viene secondo il comodo o secondo, diremo meglio, il costume dei tempi. Eppure, c'è chi ancora, contro il sovvertimento d'ogni idea, guarda a lui, alla sua ideale e naturale torretta, aspettando di lì, e non da quella del linguista, i lumi. Giacché una lingua non può far a meno di saldi e disciplinati e meditati esemplari scritti: modelli vivi, che ricompongano, nella città dei parlanti e scriventi, l'armonia fra popolo e maestri.
Maestro di lingua, in ogni tempo, è sempre stato prima di tutti lo scrittore. E gli stessi maestri con titolo, insegnanti d'ogni grado di scuola, l'hanno imparata da. lui, più che dalle università. Da lui sono stati educati; da lui, nella sciatteria e nella "facilità", diseducati.”

Franco Fochi (1921–2007) linguista e saggista italiano

Filologi e scrittori, p. 349
Lingua in rivoluzione

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