Frasi su difetto
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“Il demonio spesso ci fa un quadro dipinto a vividi colori dei difetti altrui, ed oscura i nostri.”

Giuseppe Marello (1844–1895) vescovo cattolico italiano

Scritti

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“Diventare uomo buono veramente è, bensì, arduo, | tetragono di mani, di piedi e di mente, | forgiato senza difetto.”

Simonide (-556–-468 a.C.) poeta lirico greco antico

citato da Platone, Protagora

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“Ma intanto, della cresciuta gloria di Dante congratuliamoci, come di felice augurio colla nostra età, colla nostra Patria. Ella ha molti altri grandi scrittori, anzi i più grandi in ogni arte o scienza moderna; il più gran lirico di amore, il più gran novellatore, il più grand'epico grave, il più grande giocoso, il più gran pittore, il più grande scultore, il primo de' grandi fisici moderni e il maggior degli ultimi: Petrarca, Boccaccio, Tasso, Ariosto, Raffaello, Michelangelo, Galileo e Volta. Vogliam noi glorie, vanti, supremazie? Non ci è mestieri ire in cerca d'ignoti o negati. Tutti questi ce ne daranno. Ma vogliamo noi aiuti? e non a ingegno, di che non abbiam difetto, ma a virtù, se già così sia che ne sentiam bisogno? Torniamo pure, abbandoniamoci all'onda che ci fa tornare al più virtuoso fra' nostri scrittori, a colui che è forse solo virilmente virtuoso fra' nostri classici scrittori. In lui l'amore non è languore, ma tempra; in lui l'ingegno meridionale non si disperde su oggetti vili, ma spazia tra' più alti naturali e soprannaturali; in lui ogni virtù è esaltata, e i vizi patrii od anche proprii sono vituperati, e gli stessi errori suoi particolari sono talora occasioni di verità più universali; la patria città, la patria provincia e la patria italiana sono amate da lui senza stretto detrimento l'una dell'altra, e massime senza quelle lusinghe, quelle carezze, quegli assonnamenti più vergognosi che non l'ingiurie, più dannosi che non le ferite; e i destini nostri allor passati, presenti o futuri, sono da lui giudicati con quella cristiana rassegnazione alla Provvidenza divina, che accettando con pentimento il passato, fa sorgere con nuova forza ed alacrità per l'avvenire. Noi cominciammo con dire, essere stato Dante il più italiano fra gli italiani; ma ora, conosciuti i fatti ed anche gli errori di lui, conchiudiamo pure, essere lui stato il migliore fra gl'Italiani. S'io m'inganno sarà error volgare di biografo; ma come o perché s'ingannerebbe ella tutta la nostra generazione?”

Cesare Balbo (1789–1853) politico italiano

Origine: Da Vita di Dante, pp. 218-219

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“Non pretendiamo che gli altri non abbiano difetti; correggiamo i nostri e sopportiamo quelli degli altri.”

Giuseppe Allamano (1851–1926) presbitero italiano

La vita spirituale

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“Dal punto di vista morale e religioso, non si ha nulla da obiettare contro il prelievo della cornea da cadavere, cioè, contro la cheratoplastica, tanto lamellare quanto perforante, considerate in sé stesse. Per chi riceve, ossia il paziente, rappresentano un ripristino e correzione di un difetto di nascita o accidentale. In relazione al defunto, al quale si toglie la cornea, non lo si danneggia in nessuno dei beni a cui ha diritto, né nel suo diritto di tali beni. Il cadavere non è, nel significato proprio della parola, un soggetto di diritto, perché si trova privato della personalità, l'unica che può essere soggetto di diritto. Nemmeno l'espianto è più la privazione di un bene; gli organi della vista, in effetti (la loro presenza, la loro integrità), non posseggono più nel cadavere il carattere di beni, perché non gli servono più e non hanno relazione con alcun fine. Questo non significa, tuttavia, che riguardo a un cadavere di un uomo non si possa o non si abbia, in realtà, obblighi morali, prescrizioni o proibizioni; nemmeno significa che i terzi che hanno la custodia del corpo, della sua integrità e del trattamento di cui sarà oggetto, non possano cedere e non cedano, in realtà, diritti e doveri propriamente detti. Tutto il contrario.”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Da Allocuzione di Sua Santità Pio XII ai membri dell'associazione di donatori di cornea e l'Unione Italiana Ciechi http://www.malatidireni.it/filesito/trapianti%20cnt/1956%20Pio%20XII%20trapianti.pdf, 14 maggio 1956. Pubblicato in spagnolo e tradotto da Mara Della Vecchia, per conto dell'Associazione Malati di Reni onlus.

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“«Il tuo dogma, la tua tirannia dell'ideale, hanno prosciugato la gioventù degli uomini. Sotto il dispotismo, i bambini nascono vecchi. Basta guardare i loro occhi e le loro bocche in quelle immagini dalla Romania. E se l'America è infantile, e forse lo è, che difetto fortunato! Fontana di giovinezza? La speranza dei conquistatori si è forse trasformata in Coca-Cola. Ma frizza!»
«Fa marcire i denti. Gesuita che sei. Gesuita casuista. […] Carlo, siamo una specie assassina, avida, impura. Ma abbiamo prodotto Platone e Schubert, per riprendere i tuoi esempi, Shakespeare e Einstein. Di conseguenza ci sono differenze di valore fra le imprese umane. Credo: che è intrinsecamente meglio che un essere umano sia ossessionato da un problema algebrico, da un canone di Mozart o da una composizione di Cézanne, piuttosto che dalla fabbricazione di automobili o dal mercato azionario. Che un insegnante, un erudito, un pensatore, persino, Dio mi perdoni, un prete è quasi incommensurabilmente più prezioso e vicino alla dignità della speranza di un campione di pugilato, di un piazzista o di un magnate dei detersivi. Credo ancora: che il mistero del genio creativo e analitico è proprio questo, un mistero, e che è concesso a pochissimi. Ma che gli esseri più umili possono essere risvegliati, resi attenti alla sua presenza e esposti alle sue esigenze.”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

cap. VIII, p. 65
Il correttore

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“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Comunicazione di rinuncia al Ministero Petrino, 11 Febbraio 2013
Discorsi

“È inutile proporsi la correzione di un difetto, se poi all'occasione non si sa resistere.”

Francesco Olgiati (1886–1962) religioso italiano

Origine: Schemi di conferenze, p. 72

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“In tutti i paesi del mondo la ricerca vive di finanziamenti pubblici. Ci sono essenzialmente tre modi per assegnarli: criteri di opportunità politica, indici bibliometrici, o la peer review, la valutazione da parte dei pari, anonima e indipendente. Prima di assumere un docente, qualsiasi dipartimento chiederà cosa ne pensino i rappresentanti della sua disciplina sparsi per il mondo. Il capo del dipartimento manderà una ventina di e-mail ai più noti studiosi in quella disciplina, chiedendo loro di scrivere una o due pagine con una valutazione della ricerca e delle prospettive future del docente in esame, e una comparazione della sua ricerca con quella di altri studiosi della stessa età che insegnano in atenei dello stesso livello. E prima di decidere se pubblicare un lavoro, un direttore di rivista scientifica chiederà a dei referees esterni cosa ne pensano. Questi sottoporranno dei rapporti, con una valutazione dettagliata degli elementi di innovazione nel lavoro e di eventuali difetti, ed eventuali suggerimenti su come correggere questi ultimi. Il direttore della rivista deciderà quindi se accettare il lavoro, rigettarlo, oppure rimandarlo agli autori perché vi apportino modifiche, da far poi valutare nuovamente ai referees. Con questa procedura, le migliori riviste di ogni disciplina pubblicano meno del 10% dei lavori ad esse sottoposte. Infine, molti dipartimenti pagano per essere sottoposti periodicamente alla valutazione dei migliori colleghi di altri atenei che ne indichino i punti di forza e di debolezza.”

Roberto Perotti (1961) economista italiano

Origine: L'università truccata, p. 148

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“La certezza è per se stessa una qualità positiva della conoscenza, non un suo difetto.”

Giacomo Biffi (1928–2015) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Pecore e pastori

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“Il suo solo difetto è di non avere difetti.”

Gaio Plinio Cecilio Secondo (61–113) scrittore e senatore romano

lib. IX, ep. 26
Lettere (Epistolae)

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“A Mascagni non faceva certo difetto la fiducia in se stesso.”

Mario Morini (1929–2005)

Origine: Cavalleria Rusticana e un carteggio familiare di Mascagni, p. 50

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“Nelle persone ogni qualità ha il contrappeso di qualche difetto.”

Lalla Romano (1906–2001) poetessa, scrittrice e giornalista italiana

Minima Mortalia

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“Tu vedi una persona per la strada, e la cosa fondamentale che noti è il suo difetto.”

Diane Arbus (1923–1971) fotografa statunitense

Origine: Citato in Susan Sontag, Sulla fotografia.

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“Non si possono trovare difetti alla spinta verso la sopravvivenza.”

Origine: La trasmigrazione di Timothy Archer, p. 134, 630 della trilogia

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“Lo scoraggiamento è spesso difetto di obiettività insieme a grave carenza di fede.”

Andrea Gasparino (1923–2010) presbitero e scrittore italiano

Richiami del deserto

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“Crisalo: I due Atridi sono famosi per aver compiuto un'impresa grandiosa: conquistarono dopo dieci anni Pergamo, la patria di Priamo, difesa da mura divine, con armi, cavalli, un esercito di fortissimi combattenti, una flotta di mille navi. Roba veramente da nulla rispetto a quello che farò io per espugnare il mio padrone, senza flotta e senza tutto quel grande esercito. L'ho preso, sono riuscito a portargli via l'oro per il padroncino innamorato. Prima che ritorni, voglio intonare un lamento funebre. O Troia, patria, Pergamo, o vecchio Priamo, sei bello che morto: ti sto per scucire quattrocento filippi d'oro. Le tavolette sigillate che ti ho consegnato non sono mica delle tavolette, sono il cavallo di legno degli Achei. Pistoclero, da cui le ho prese, è Epeo, il costruttore, Mnesiloco è Sinone, quello che fu lasciato indietro, ma non sta presso la tomba di Achille, è a letto con Bacchide. Quello vero un tempo accese del fuoco per dare il segnale, questo qua invece… è proprio lui a bruciare. E io sono Ulisse, grazie alla cui astuzia sta avvenendo tutto questo. Tutte le cose scritte qui, nelle tavolette, sono i soldati all'interno del cavallo, ben armati e pien di coraggio. Fino a questo momento tutto è andato per il verso giusto. Il cavallo ora dovrà attaccare non una rocca, ma un forziere: per l'oro del vecchio sarà rovina, strage, terribile lusinga. Al nostro sciocco vecchio posso dare sicuramente il nome di Ilio; al soldato è Menelao, io sono Agamennone e anche Ulisse figlio di Laerte, Mnesiloco è Paride che manda in rovina la sua patria. Ha rapito Elena, per questo sto assediando Ilio. Ho sentito che anche lì Ulisse fu coraggioso e perfido, proprio come me. Io sono stato beccato nel mezzo dei miei inganni, lui rischiò quasi di morire mentre spiava le mosse dei Troiani travestito da mendicante. Oggi a me è successo qualcosa di simile. Mi hanno incatenato, ma me la sono cavata con l'inganno: anche lui si salvò con i suoi inganni. Ho sentito che tre furono i segni del fato che preannunciavano la rovina di Troia: se fosse stata portata via la statua dalla rocca, poi la morte di Troilo, terzo, quando si fosse spaccato lo stipite superiore delle porte frigie. E tre sono anche i segnali del fato per la nostra Ilio. Primo: quando ho raccontato al vecchio la storia dell'ospite, dell'oro e della barca: in questo modo ho portato via dalla rocca la statua. Poi me ne rimanevano ancora due per prendere la roccaforte. Quando ho consegnato le tavolette al vecchio: lì ho ucciso Troilo: lui pensava che Mnesiloco fosse a letto con la moglie del soldato. Qui mi sono salvato per un pelo. Ma è come il pericolo che corse Ulisse quando, raccontano, fui riconosciuto da Elena e consegnato a Ecuba; ma, come allora Ulisse riuscì a liberarsi grazie alle sue lusinghe, convincendo Ecuba a lasciarlo andare, così io con la mia astuzia sono scampato al pericolo e ho messo nel sacco il vecchio. Poi mi son dovuto scontrare con il grande soldato che conquista le città senza armi, solo con le sue ciance, e ho sistemato anche lui. Poi altra battaglia con il vecchio. M'è bastato un solo inganno per sbaragliarlo e ho preso il bottino in un colpo solo. Ora consegerà al soldato i duecento filippi che ha promesso. Però ne servono altri duecento da spendere dopo la presa di Troia, che ci sia del vino per il trionfo dei vincitori. Questo Priamo è molto meglio dell'altro: non c'ha mica cinquanta figli, ne ha quattrocento e tutti di prima scelta, senza un solo difetto. Li farò a pezzi in due soli colpi. Se c'è qualcuno che lo compra, il nostro Priamo, io lo metto pure in vendita: penso che questo vecchio sia veramente roba da vendere, da mettere all'asta, dopo che avrò espugnato la roccaforte. Ma eccolo là il nostro Priamo, davanti alla porta. Gli vado a parlare.”

vv. 925-978; 2007
Bacchides
Origine: Il servo plautino è anche un personaggio sbruffone e strafottente. Qui celebra le proprie gesta con lessico e argomenti attinti dall'epica di Omero, che è parodiata nel monologo. Tutti i personaggi epici ivi citati: Achille, Agamennone, Ecuba, Elena, Epeo, Laerte, Menelao, Paride, Priamo, Sinone, Troilo, Ulisse.

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“Io non capisco perché non mi rispetti | ma appena puoi mi imiti, | qui non si parla solo dei miei difetti | ci stanno anche dei limiti.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Troppi limiti, n. 2
Pensieri scomodi

“Riesco solo a ricordare Fausto senza alcun difetto.”

Adriano De Zan (1932–2001) giornalista, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano

Gentili signore e signori buongiorno

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“Il peggior difetto dell'adulterio è che richiede un sacco di tempo. Così si può dare nell'occhio e destare sospetti.”

Gianni Monduzzi (1946) scrittore, giornalista e editore italiano

Origine: Il manuale della Playgirl, p. 128

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“I difetti degli altri assomigliano troppo ai nostri.”

Leo Longanesi (1905–1957) giornalista, pittore e disegnatore italiano

Milano, 1° aprile 1955
La sua signora