Frasi su imbecille
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“Cosí diranno molti lettori, e rimprovereranno l'autore d'inverosimiglianza, o daranno dell'imbecille ai poveri funzionari, giacché l'uomo è generoso di questa parola imbecille, e pronto a somministrarla venti volte al giorno al suo prossimo. È sufficiente, di dieci lati, averne uno un po' sciocco, per esser spacciato imbecille a onta dei nove buoni. Ai lettori riesce facile trinciar giudizi guardando dal loro angolo tranquillo, da una sommità da cui è tutta aperta la visuale su tutto quanto avviene in basso, dove l'uomo scorge soltanto gli oggetti vicini. Anche negli annali universali dell'umanità vi sono addirittura molti secoli, che, si direbbe, andrebbero cancellati e annullati, come superflui. Molti errori si sono compiuti a questo mondo, tali che, si direbbe, ora non li farebbe neppure un bambino. Che strade tortuose, cieche, anguste, impraticabili, lontane dal giusto orientamento, ha scelto l'umanità nel suo conato di pervenire alla verità eterna, mentre pure aveva innanzi tutta aperta la retta via, simile a quella che conduce alle splendide stanze, destinate all'imperatore in una reggia! Piú larga di tutte l'altre vie, piú fastosa era questa, rischiarata dal sole e illuminata tutta notte dai fuochi: ma fuori di essa, nella fitta oscurità, ha proceduto il flusso degli uomini. E quante volte, già guidati da un pensiero che scendeva dai cieli, essi hanno ancora saputo deviare e smarrirsi, hanno saputo nel pieno fulgore del giorno cacciarsi un'altra volta nei fondi impraticabili, hanno saputo un'altra volta spandersi l'un l'altro negli occhi una cieca nebbia, e vagando dietro ai fuochi fatui, hanno pur saputo spingersi fin sull'orlo dell'abisso, per poi, inorridendo, domandarsi l'un l'altro: – Dov'è l'uscita? dov'è la via? – Ora tutto appare chiaro alla generazione che passa, e si meraviglia degli errori, ride della semplicità dei suoi antenati, e non vede che un fuoco celeste irradia tutti questi annali, che grida da essi ogni lettera, e che di là, penetrante, un dito s'appunta proprio su essa, su essa, la generazione che passa. Ma ride la generazione che passa, e sicura di sé, orgogliosa, dà inizio a una nuova serie di errori, sui quali a loro volta rideranno i posteri.”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

I, 10; 1977, p. 210

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“Ci sono due grandi stereotipi da sfatare a proposito del concetto di territorio. C'è chi lo usa per motivi reazionari di matrice fascista, e chi lo considera un concetto per imbecilli attaccati ciecamente alla tradizione. Sono due interpretazioni sbagliate: in realtà il territorio è in continuo mutamento.”

Jonathan Nossiter (1961) regista statunitense

Origine: Citato in Kaganski, Serge, Durand Jean-Marie e Lingard Jade, Coups de canons, Les Inrockutibles, 3 novembre 2004, traduzione italiana I signori delle vigne, Internazionale, 17/22 dicembre 2004, n.º 570, anno 12.

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“Gli imbecilli a sinistra, i grandi statisti a destra… Craxi, dove cazzo vai?”

Roberto Benigni (1952) attore, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano
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“Lo scoraggiamento è la scusa degli imbecilli.”

Pierre Veber (1869–1942)

da Maximes et Aphorismes d'un directeur de théâtre; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, Il libro dei mille savi, Hoepli, 1945<sup>2</sup>

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“[Parlando di Gadda] La derisoria violenza della sua scrittura esplodeva esasperata, contestando insieme il linguaggio e la parodia, tra il ron-ron rondesco-neoclassico-fascistello e il pio-pio crepuscolare-ermetico-pretino, in schegge di incandescente (espressionistica) espressività… Proprio come per Rabelais e per Joyce che gli sarebbero poi stati accostati, «a braccio» e «a orecchio», i suoi messaggi fanno a pezzi ogni codice, spiritate e irritate, le sue invenzioni verbali dileggiano significati e significanti; devastano ogni funzione o finalità comunicativa; rappresentano innanzitutto se stesse, e i propri fantasmi, in un foisonnement inaudito e implacabile di spettacolari idioletti… […] La complessa ricchezza linguistica e tematica dell'opera gaddiana, così visceralmente composta e tramata, e sardanapalesca, e pantagruelica, continua a sollecitare una pluralità di letture, a diversi livelli, lungo differenti parametri, secondo i più svariati presupposti e pregiudizi: a costo di razionalizzare fin troppo lucidamente attraverso nitidi procedimenti di schede e di referti quel suo atrabiliare viluppo di fantasticate irrisioni e di furie «compossibili»… […] Non per nulla, gl'interessi enciclopedici dell'Ingegnere coincidono (fino al delirio di riversare tutta la Funzione nell'Espressione) coi manifesti tracciati due secoli fa dagli impeccabili fratelli Verri e da Cesare Beccaria, risoluti a insultare programmaticamente la Crusca in nome di Galileo e di Newton, cioè a sviluppare una cultura extraletteraria cosmopolita e un pensiero intellettuale «assolutamente moderno» a dispetto della grammatica arcaica dei Pedanti, trasgredendo al purismo imbecille che caldeggia l'impiego di qualsiasi grulleria del Piovano Arlotto per definire prodotti e nozioni del nostro tempo.”

Alberto Arbasino (1930) scrittore, saggista e giornalista italiano

da Genius Loci, in Certi romanzi, pp. 339-71

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“[Su V per Vendetta] La sceneggiatura è imbecille. Ci sono dei buchi di sceneggiatura così grossi che non sarebbero accettabili neppure in un fumetto di Tiramolla.”

Alan Moore (1953) fumettista e scrittore britannico

Origine: Citato in Alan Moore: questo non è il mio V http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/5811/alan-moore-questo-non-a-il-mio-v/, Corriere della Fantascienza], 26 maggio 2005.

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“Jeff: Ricordi che siamo andati a Green Bay nel Wisconsin?
Walter: Sì, a febbraio! C'erano -20°C… Parli con la gente del posto, e cosa ti dicono? "Brrr… Amiaamo questo poosto! Siamo gente di cuore!"… Un mucchio di imbecilli congelati, ecco cosa siete.”

Jeff Dunham (1962) comico statunitense

Spark of Insanity
Variante: 'Jeff': Ricordi che siamo andati a Green Bay nel Wisconsin?
'Walter': Sì, a febbraio! C'erano -20°C... Parli con la gente del posto, e cosa ti dicono? "Brrr... Amiaamo questo poosto! Siamo gente di cuore!"... Un mucchio di imbecilli congelati, ecco cosa siete.

“L'imbecille finisce dove comincia l'eroe.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Storia dell'universo in comode dispense settimanali

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“Abbiamo il dovere morale di liberare il nostro popolo da questa Italia schiavista. Il potere colonialista imbecille non capisce che il popolo aspetta solo il momento per attaccare, e quel momento verrà.”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

dall'intervento durante la manifestazione leghista davanti alla prefettura di Bergamo, 8 dicembre 2007; citato in «Il nostro popolo pronto ad attaccare» http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_08/bossi_momento_attacco_183b1bbe-a57c-11dc-87a0-0003ba99c53b.shtml, Corriere della sera, 8 dicembre 2007

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“Scrivere un libro senza preoccuparsi della sua sopravvivenza sarebbe da imbecilli.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

Origine: Dall'intervista di Deborah Solomon, "Populismo e controllo totale dei media: rischio-Berlusconi anche in altri Paesi" http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/inte-eco/inte-eco/inte-eco.html, traduzione di Elisabetta Horvat, la Repubblica, 25 novembre 2007.

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“Il fenomeno twitter permette a certa gente, in fondo, di essere in contatto con gli altri, benché abbia una natura leggermente onanistica ed escluda la gente da tanti contatti faccia a faccia. Crea però da un lato un fenomeno anche positivo, pensiamo a cose che succedono in Cina o a Erdogan in Turchia. È stato anche un movimento di opinioni. Qualcuno ha detto se ci fosse stato internet ai tempi di Hitler, i campi di sterminio non sarebbero stati possibili perché la notizia si sarebbe diffusa viralmente. Ma d'altro canto […] dà diritto di parola a legioni di imbecilli, i quali prima parlavano solo al bar dopo due o tre bicchieri di rosso e quindi non danneggiavano la società. […] Sono della gente che di solito veniva messa a tacere dai compagni […] e che adesso invece ha lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. […] Credo che dopo un poco si crei una sindrome di scetticismo, la gente non crederà più a quello che gli dice Twitter. All'inizio è tutto un grande entusiasmo, a poco poco a poco dice: chi l'ha detto? Twitter. Allora tutte balle.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

Origine: Dall'incontro con i giornalisti in occasione della laurea honoris causa in Comunicazione e cultura dei media conferitagli dall'Università di Torino, 10 giugno 2015; video visibile su Umberto Eco e i social: "Danno diritto di parola a legioni di imbecilli" https://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/umberto-eco-e-i-social-danno-diritto-di-parola-a-legioni-di-imbecilli/203952/203032, Video.Repubblica.it, 11 giugno 2015.

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“Ha rovinato tutto l'arbitro, è un cretino, è un imbecille. Chi è l'arbitro? Ceccarini? Non lo so, non importa, ha diretto come un forsennato. Un arbitro così va sospeso.”

Emilio Fede (1931) giornalista, scrittore e politico italiano

da L'ultrà Emilio Fede in TV "Arbitro, sei un imbecille" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/07/ultra-emilio-fede-in-tv.html?ref=search, la Repubblica, 7 novembre 1994

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“Brutto avvenire. Ramorra si ostinò sempre più nel pensiero di morire, da imbecille così com'era, e da eroe, suicidandosi.”

Rocco Scotellaro (1923–1953) scrittore, poeta e politico italiano

Uno si distrae al bivio

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“[Toni Negri] È un uomo che ho sempre giudicato un cretino per le sue elucubrazioni politiche e un imbecille come intellettuale.”

Giorgio Bocca (1920–2011) giornalista italiano

Origine: Citato in Negri, parole - pallottole http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/14/negri-parole-pallottole.html?ref=search, la Repubblica, 14 gennaio 1993.

“E venne il giorno del Giudizio Universale, il mondo fu giudicato da un dio imbecille. Un mondo guidato da cretini e presieduto dal principe dei cretini: non ho altre parole per riassumere il senso della bufala cosmica delle rivelazioni di Wikileaks.”

Marcello Veneziani (1955) giornalista e scrittore italiano

da Macché 11 settembre, è il 1° aprile della diplomazia http://www.ilgiornale.it/interni/macche_11_settembre_e_1_aprile_diplomazia/30-11-2010/articolo-id=490327-page=0-comments=1, il Giornale.it, 30 novembre 2010

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“Quanto all'Occidente, osservava in imbarazzato silenzio e chi aveva salutato con entusiasmo l'avvento dell'ayatollah confessava quasi a denti stretti il proprio errore o pentimento. La cosiddetta sinistra, quella sinistra per cui una rivoluzione va sempre assolta e chi non è d'accorso su questo è un fascista, tentava addirittura di giustificare lo scempio. «Devi capire che la rivoluzione non è un invito a nozze.» «Pensa a Robespierre e alle migliaia di ghigliottinati durante il Terrore, pensa a Lenin e alle centinaia di migliaia liquidati con le Grandi Purghe.» «Non dimenticare che certi eccessi sono inevitabili e necessari. Non è la prima volta che la rivoluzione divora i propri figli.» Non avevano detto le stesse cose, del resto, quando la libertà era stata assassinata in Polonia e in Cecoslovacchia e in Ungheria e nella Germania dell'Est, quando i sogni erano stati traditi a Cuba e in Vietnam? Non s'erano forse macchiati della stessa malafede, gli ipocriti, non s'erano forse rifugiati dietro la stessa disonestà, lo stesso timore d'apparir reazionari? Lo sapevo ben io che fino al giorno in cui avevo raccontato le infamie viste a Saigon, le colpe degli americani e dei sudvietnamiti e dei Loan, me l'ero cavata benissimo: conquistando orde di ammiratori e di amici. «Gran giornalista, grande scrittrice, gran donna.» Però appena avevo raccontato le infamie viste ad Hanoi, le colpe dei nordvietnamiti e dei vietcong e dei Giap, ero stata linciata sui loro giornali. E gli ammiratori s'erano trasformati in dispregiatori, gli amici in nemici: «Mascalzona, calunniatrice, serva del Pentagono. Ha offeso la rivoluzione!».
La rivoluzione. È dalla presa della Bastiglia che l'Occidente vive nella bugia chiamata rivoluzione. È da allora che questa parola equivoca ci ricatta come una parola santa, in quanto tale ci viene imposta come sinonimo di libertà-uguaglianza-fraternità, simbolo del riscatto e del progresso, speranza per gli oppressi. È da allora che le stragi compiute in suo nome vengono assolte, giustificate, accettate, che i suoi figli vengono macellati dopo aver macellato: convinti che essa sia la cura di ogni cancro, la panacea di ogni male. Ma rispettosamente la pronunciamo, rispettosamente la studiamo a scuola, rispettosamente la analizziamo nei trattati di politologia e nei saggi di filosofia. Rispettosamente non osiamo contestarla, rifiutarla, sbugiardarla sputando in faccia agli imbecilli e ai violenti che se ne servono per carriera.”

Origine: Intervista con il Potere, pp. 36–37

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“Ogni imbecille tollerato è un'arma regalata al nemico.”

Mino Maccari (1898–1989) scrittore, pittore e editore italiano

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“Chiunque giudichi Foster Wallace un genio letterario dovrebbe essere incluso nel Pantheon degli imbecilli.”

Bret Easton Ellis (1964) scrittore statunitense

Origine: Citato in Alessandra Farkas, «Foster Wallace: impostore» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2012/settembre/07/Foster_Wallace_impostore__co_9_120907076.shtml, Corriere della Sera, 7 settembre 2012.

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“Noi siamo tutti dei poveri imbecilli (parlo per me, beninteso) incapaci di essere buoni o cattivi per due ore intere di seguito.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

30 gennaio; Vergani, p. 54
Diario 1887-1910

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“È meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio.”

Mark Twain (1835–1910) scrittore, umorista, aforista e docente statunitense

Better to remain silent and be thought a fool than to speak and remove all doubt.
[Citazione errata] La prima attribuzione a Mark Twain sembra risalire al 1953, quando tale citazione viene riportata in un articolo di un giornale canadese. La citazione è stata attribuita anche ad Abraham Lincoln e in misura minore a Confucio, John Maynard Keynes e Arthur Burns. Inoltre diversi proverbi esprimono un concetto simile, tra questi ne va ricordato uno incluso nel Libro dei Proverbi della Bibbia: «Anche lo stolto, se tace, passa per saggio | e, se tien chiuse le labbra, per intelligente.». In realtà la citazione sembrerebbe appartenere a Maurice Switzer, infatti una prima traccia di questa frase si ritrova proprio nel suo libro, Mrs. Goose, Her Book del 1907. La frase viene citata anche da Lisa nel decimo episodio della quarta stagione de I Simpson.
Attribuite
Origine: Cfr. Better to Remain Silent and Be Thought a Fool than to Speak and Remove All Doubt http://quoteinvestigator.com/2010/05/17/remain-silent/, QuoteInvestigator.com, 17 maggio 2010.

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“Da molti decenni noi affermiamo d'aver annientato gli sfruttatori del nostro Paese, ma non abbiamo mai affermato d'aver annientato gli imbecilli.”

Il'ja Grigor'evič Ėrenburg (1891–1967) giornalista e scrittore sovietico

Origine: Citato in Enzo Bettiza, La cavalcata del secolo, Mondadori, Milano, 2000, p. 263.

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“La regia cinematografica è il mestiere degli imbecilli…e se ve lo dico io!”

Riccardo Freda (1909–1999) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Da Divoratori di celluloide, Emme edizioni, Milano, 1981, p. 3.

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“Quando noi abbiamo presentato la mozione di sfiducia nei confronti di questo Governo è perché la vicenda del salvataggio di queste banche, fatto pagare alle altre banche e ai risparmiatori, fa emergere un quadro gravissimo di rapporti, che è organico con tutto quello che è successo fino ad ora nel nostro Paese da quando il Presidente del Consiglio ha assunto la carica. Eppure, lui, il Presidente del Consiglio, viene qua a difendersi, e invece di spiegare questi rapporti che coinvolgono i parenti di un importante Ministro – guarda caso, il Ministro delle più importanti riforme nella storia di questo Paese – invece – ripeto – di spiegare i rapporti dei suoi parenti con l'ultimo direttore della Banca Etruria e con società panamensi – perché questo emerge dai dati – che cosa fa? Viene a dirci che ha commissariato Banca Etruria. Colleghi, ma ci prende per imbecilli? È la Banca d'Italia che ha commissariato Banca Etruria. La deve finire di venire qui a mentire. Piuttosto, ci deve spiegare com'è possibile che in questo Paese si voglia liquidare la Costituzione, nata dalla Resistenza, attraverso gruppi di soggetti tra loro collegati – non ultimo questo Carrai – che vogliono inserire al vertice di strutture pericolosissime! La conosciamo la storia della famiglia Carrai? Stiamo parlando del cuore nero di questo Paese, che non ha mai accettato la Costituzione repubblicana, che ha scalato il vostro partito [il Partito Democratico] e che non ha niente a che vedere con la storia del vostro partito. Ma quali nomine dobbiamo sentire in quest'Aula per fare scattare i campanelli d'allarme? Non vi dice niente Michael Ledeen? A cosa è servita la Commissione di inchiesta sul sequestro e l'omicidio Moro se non vi dice niente quel nome? Non dobbiamo essere preoccupati quando Carrai vuole l'immunità per ficcare il naso nelle vite di noi cittadini, di tutti i cittadini di questo Paese? Questo è un momento gravissimo.”

Mario Michele Giarrusso (1965) politico italiano
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“La bontà è la stupidità delle persone di spirito, la cattiveria è lo spirito degli imbecilli.”

Henri Duvernois (1875–1937) scrittore, drammaturgo e sceneggiatore francese

Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Mi basta giusto un pochettino di gloria, proprio l'indispensabile per non aver l'aria di un imbecille quando attraverso le strade del mio villaggio.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

aprile 1898; Vergani, p. 145
Diario 1887-1910

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“Il cretino non parla neppure, sbava, è spastico. Si pianta il gelato sulla fronte, per mancanza di coordinamento. Entra nella porta girevole per il verso opposto."
"Come fa?"
"Lui ci riesce. Per questo è cretino. Non ci interessa, lo riconosci subito, e non viene nelle case editrici. Lasciamolo lì."
"Lasciamolo."
"Essere imbecille è più complesso. È un comportamento sociale. L'imbecille è quello che parla sempre fuori del bicchiere.
"In che senso?"
"Così". Puntò l'indice a picco fuori del suo bicchiere, indicando il banco. "Lui vuol parlare di quello che c'è nel bicchiere, ma com'è come non è, parla fuori. Se vuole, in termini comuni, è quello che fa la gaffe, che domanda come sta la sua bella signora al tipo che è stato appena abbandonato dalla moglie. Rendo l'idea?"
"Rende. Ne conosco."
"L'imbecille è molto richiesto, specie nelle occasioni mondane. Mette tutti in imbarazzo, ma poi offre occasioni di commento. Nella sua forma positiva, diventa diplomatico. Parla fuori del bicchiere quando la gaffe l'hanno fatta gli altri, fa deviare i discorsi. Ma non ci interessa, non è mai creativo, lavora di riporto, quindi non viene a offrire manoscritti nelle case editrici. L'imbecille non eice che il gatto abbaia, parla del gatto quando gli altri parlano del cane. Sbaglia le regole di conversazione e quando sbaglia bene è sublime. Credo che sia una razza in via di estinzione, è un portatore di virtù eminentemente borghesi. Ci vuole un salotto Verdurin, o addirittura casa Guermantes. Leggete ancora queste cose voi studenti?"
"Io sì."
"L'imbecille è Gioacchino Murat che passa in rassegna i suoi ufficiali e ne vede uno, decoratissimo, della Martinica. 'Vous êtes nègres?" gli domanda. E quello: "Oui mon général!". E Murat: "Bravò, bravò, continuez!" E via. Mi segue? Scusi ma questa sera sto festeggiando una decisione storica della mia vita. Ho smesso di bere. Un altro? Non risponda, mi fa sentir colpevole. Pilade!"
"E lo stupido?"
"Ah. Lo stupido non sbaglia nel comportamento. Sbaglia nel ragionamento. È quello che dice che tutti i cani sono animali domestici e tutti i cani abbaiano, ma anche i gatti sono animali domestici e quindi abbaiano. Oppure che tutti gli ateniesi sono mortali, tutti gli abitanti del Pireo sono mortali, quindi tutti gli abitanti del Pireo sono ateniesi."
"Che è vero."
"Sì, ma per caso. Lo stupido può anche dire una cosa giusta, ma per ragioni sbagliate.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano
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“Con chi ho a che fare qui: con un onesto imbecille o con un leccaculo?”

Jaime Lannister
2016, p. 33
Tempesta di spade

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“È molto più difficile impadronirsi di una decina di teste forti che non di un centinaio di imbecilli.”

Lenin (1870–1924) rivoluzionario e politico russo

Che fare? Problemi scottanti del nostro movimento
Origine: Citato in Che fare? https://www.marxists.org/italiano/lenin/1902/3-chefare/cf4.htm, .marxists.org.

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“Canto sempre, con un complesso, un gruppo di amici. Per dimostrare che il pugile non è un imbecille che fa solo a cazzotti. Ho insegnato la boxe a Massimo Ranieri per interpretare Marcel Cerdan.”

Patrizio Oliva (1959) pugile italiano

[...] Facevamo bellissimi duetti, tra canto e pugni, nelle prove. Giuseppe Patroni Griffi mi disse: perché non interpreti il suo avversario? No, a teatro se sbagli una battuta, rovini tutti. Al cinema ci avrei provato.

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