Frasi su italiano
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“Materah, città bella, estesa et popolata.”

Idrisi (1100–1165) geografo e viaggiatore arabo

citato in Adele Falasca, Basilicata, Calabria CZ: appendice I Sassi di Matera, Istituto enciclopedico italiano, 2001, p. 263

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“Nessuno di noi inventa niente, hanno inventato tutto Omero e Tolstoj e gli altri continuano soltanto a riproporre.”

Duccio Tessari (1926–1994) regista italiano

citato in Franca Faldini, Goffredo Fofi, L'Avventurosa storia del cinema italiano, Feltrinelli, 1981

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“Cornacchie magre volavano in circolo sopra le sterpaglie in cerca di cibo. Qualcuna si avventurava anche al centro della carreggiata deserta se c'era da piluccarela carcassa di qualche animaletto sfortunato appena maciullato da un'auto. Rocco odiava quegli uccelli. anche a Roma avevano preso il sopravvento sugli altri volatili. Sbranavano le uova di passeri, pettirossi, cinciallegre ed erano sempre più numerosi. Stavano diventando i padroni dei cieli italiani, a Roma ormai gli unici a tenergli testa erano i gabbiani e i pappagalli verdi che avevano colonizzato i grandi parchi cittadini. Quelli erano rapaci veri, venivano dal Brasile e in quanto a fame non avevano certo da imparare da una cornacchia italiana. Ogni volta che a Villa Borghese o a Villa Ada li vedeva volare in formazione come degli stuka, verdi e rossi coi loro richiami sgraziati, pensava al primo scemo che aveva aperto la gabbia e s'era fatto scappare il Pappagallo Alfa, il pioniere di quella che ora era un'enorme colonia aggressiva e micidiale che stava finendo di massacrare i passeri e gli altri uccellini romani. Comunque, in quanto a bellezza, i pappagalli erano assolutamente superiori a quelle cornacchie spelacchiate e sgraziate. Rocco aspettava trepidante il momento in cui a Roma il cretino di turno si sarebbe lasciato scappare un anaconda. L'Anaconda Alfa. Lì sì che le cose si sarebbero fatte interessanti. Se non altro sarebbe diminuita in maniera esponenziale la popolazione dei ratti romani, ormai grossi come alani e davanti ai quali qualsiasi gatto scappava a zampe levate. Ecco, gli sarebbe piaciuto vederli di fronte ad un anaconda del delta delle Amazzoni, lungo una decina di metri, che ingoia in pochi minuti una bufala campana. Anche questo sarebbe stato un effetto collaterale della globalizzazione, un effetto benefico secondo Rocco Schiavone. Certo poi sarebbe stato un po' complesso affrontare serpenti abbarbicati sui rami dei platani del lungotevere ma almeno il nemico era visibile, meno subdolo, elegante e bello da guardare. In più non era portatore di malattie infettive come i sorci. Magari avrebbe anche incrementato la produzione di borse e scarpe. Chissà.”

La costola di Adamo

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“Tutti coloro che hanno svolto pubbliche funzioni in Sicilia sono rimasti e sono tuttora in qualche modo «collusi» con la mafia. Lo furono quotidianamente, e per secoli, il governo e la polizia borbonica. Lo fu Garibaldi che in essa trovò, dopo lo sbarco, la sua prima alleata. Lo furono i governi nazionali sia di destra che di sinistra. Lo fu Giolitti che pure non scese mai, a ch'io sappia, a sud di Napoli. Lo fu il presidente della vittoria, Orlando, che quando tornava a Palermo, la prima visita che rendeva non era al prefetto né all'arcivescovo, ma al capomafia. Tentò di non esserlo Mori che aveva licenza di uccidere garantita da un regime totalitario, e ci rimise il posto. Lo sono stati tutti i politiconi e politicastri della Prima Repubblica. Anche il cautissimo Andreotti? Può darsi, attraverso i suoi proconsoli in loco. Ma il Tribunale deve aver capito che l'imputato non era lui. Era il costume morale e politico della nostra vita pubblica, sul quale un Tribunale non ha, né può né deve avere competenza. […] E il problema, secondo me, è questo: che fin quando noi italiani crederemo di salvarci dalla peste mandando sul rogo una strega o un untore, dalla peste non ci libereremo mai.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Il tribunale della storia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/24/TRIBUNALE_DELLA_STORIA_co_0_991024441.shtml, 24 ottobre 1999, p. 1
Corriere della Sera

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“L'italiano è un animale sociale; quando cerca sul serio la solitudine, l'organizza in consorzio e si fa monaco.”

Henry Furst (1893–1967) giornalista, scrittore e regista teatrale statunitense

da Emily, p. 28
Donne Americane

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“Il più grande difetto della società italiana è quello di essere senza memoria. Francesco Lanza è morto cinquanta anni fa. Ho cercato di farlo rileggere, facendo pubblicare da Sellerio, con la prefazione di Italo Calvino, i Mimi, ma il libro è andato così così. Gli italiani ancora ignorano questo scrittore che si può considerare un piccolo classico, ed è oltretutto uno scrittore molto divertente.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Origine: Da Un vertice letterario di Aldo Scimè, per Rai Teche; video disponibile in Un vertice letterario http://www.regionesicilia.rai.it/dl/sicilia/video/ContentItem-d8fc6354-0b15-403a-afc8-7e6890a309ad.html, Regionesicilia.rai.it, 1983.

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“Noi altri Italiani c'innamoriamo in chiesa.”

Francesco Domenico Guerrazzi (1804–1873) politico e scrittore italiano

da L'assedio di Firenze, cap. VIII

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“Iura novit curia? L'interrogativo, più che lecito, è doveroso di fronte al principio di diritto affermato dalla I Sezione penale della Corte di cassazione nella presente sentenza (così definita dalla stessa Corte, anche se parrebbe trattarsi di una ordinanza), a proposito dei criteri di computo dei termini di durata della custodia cautelare fissati per le diverse fasi del giudizio, con particolare riguardo all'incidenza su tale computo dei giorni in cui si sono tenute le udienze. […] Perché mai la Corte di cassazione sia incorsa in un simile sbandamento interpretativo, tanto più in una vicenda processuale di estrema delicatezza, che di per sé avrebbe richiesto il massimo di ponderazione da parte dei giudici della I Sezione penale (i quali, invece, non sembrano essersi impegnati come avrebbero dovuto, almeno a giudicare dalla frettolosità e dalla modestia della motivazione addotta a sostegno della loro pronuncia), è un quesito cui non saprebbe darsi una risposta soddisfacente. Probabilmente la Corte è stata sviata, oltreché dall'andamento della discussione di fronte alla Corte d'assise d'appello, e dall'erronea impostazione già emergente dalle ordinanze impugnate), anche dalla sorprendente assenza di iniziativa mostrata dal rappresentante della procura generale, che nel chiedere l'annullamento delle medesime ordinanze non si è neppure prospettato — a quanto pare — il problema della necessaria neutralizzazione ope legis dei giorni di udienza ai sensi dell'art. 297, 4° comma c. p. p. Senonché tutto ciò non basta a giustificare il contenuto approssimativo e superficiale della decisione annotata, almeno per chi creda ancora nella Corte di cassazione quale «organo supremo della giustizia», cui compete di assicurare «l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge». Il bilancio è mortificante, come sempre quando capita — e non è la prima volta, sebbene si tratti fortunatamente di episodi isolati — di registrare errori di diritto tanto vistosi da parte della Corte di cassazione. Ed allora, se è permesso riprendere l'interrogativo con cui si sono aperte queste brevi osservazioni «a caldo», occorre davvero domandarsi fino a che punto sia consentito ai giudici della Corte regolatrice di ignorare il diritto di cui dovrebbero essere i massimi tutori: o forse si deve ritenere che, almeno per certi giudici, debba ormai valere l'inedito brocardo per cui ignorantia legis excusat?”

Vittorio Grevi (1942–2010) giurista e editorialista italiano

da Una erronea interpretazione in tema di congelamento dei giorni di udienza ai fini dei termini di custodia cautelare nella fase del giudizio, In Giurisprudenza italiana, 1991, Disp. 5a, Parte II

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“«Ce lo chiede il popolo italiano», dicevate. Ma quando avete visto gli italiani scendere in piazza al grido: «Senato delle autonomie subito!»? Ho visto gli italiani lottare per i propri diritti costituzionalmente garantiti, non certo per avere una Camera di nominati, non certo per una riforma che non farà trovare lavoro al 43 per cento di giovani disoccupati, che non migliorerà la sanità, sempre lasciata in balìa degli avidi appetiti delle Regioni, con le note disuguaglianze tra quelle virtuose e quelle no. Chi di voi avrebbe la faccia tosta di dire che il bicameralismo rallenta il procedimento legislativo? […] Allo stesso modo non vi interessa la soluzione del conflitto di interessi che viola il principio costituzionale dell'uguaglianza di tutti i cittadini nell'accesso alle cariche elettive, sempre sacrificata sull'altare del baratto politico. Queste sono le vere riforme che il popolo italiano ci e vi chiede, non per cancellare, ma per attuare la nostra legge fondamentale, la «grande incompiuta», come diceva Calamandrei, per realizzare pienamente i principi della nostra Costituzione. Tutto questo però il Premier fa finta di non saperlo. Tanti giornali titolano: «Renzi vuole uscire vincitore», come se il nostro ordinamento costituzionale fosse la scommessa di un Premier infantile, il premio da attribuire a un narciso egoista, arrogante sul piano nazionale e irrilevante su quello europeo. E chi se ne frega se nelle università, così come nei pochi media liberi e tra i nostri banchi, in molti disperatamente chiedono di fermare una riforma sbagliata.”

Paola Taverna (1969) politica italiana
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“L'onorevole Fini ha proposto il progetto della Destra italiana e direi che più che un progetto per la Destra è un progetto essenzialmente per l'Italia, perché un cattolico e un liberale possono aderirvi: ma non è un progetto di Destra. È un progetto così ampio. La Destra possiede l'idea di nazione, tutto il Risorgimento italiano è stato fatto sull'idea di nazione. La Destra possiede sicuramente l'idea di Stato, ma la Destra possiede anche l'idea di patria. Se nel documento questa idea non è chiarita, si può cadere nella posizione che l'idea di patria sia fuori dall'idea di Destra. L'idea di patria non è l'idea di nazione né di stato. Se non teniamo ferma l'idea di patria non ha senso Alleanza Nazionale, potremmo essere un movimento liberale o qualsiasi altro movimento di Destra. […] Fini ci ha fatto una lezione molto curiosa, da cui emerge che il sistema è tutto costruito sulla legge elettorale: questa visione della politica costruita sulle varie leggi elettorali non è una visione di Destra, può essere benissimo una visione di Sinistra; Gramsci ha certamente teorizzato l'idea delle leggi elettorali, ma la posizione di Destra non può essere determinata dal fatto che c'è una legge elettorale maggioritaria o proporzionale. […] Una volta nei nostri congressi si faceva sempre capo alla letteratura, alla cultura, e si citava per esempio Gentile, non c'era congresso del Movimento Sociale dove non vi fosse Gentile di mezzo, Céline o Ezra Pound, del quale cito: "Ama il tuo sogno e disprezza ogni amore meschino, i sogni possono veramente essere e perciò in sogno ti raggiungo e mi avvio, o Patria mia."”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Dall'intervento tenuto il 7 febbraio 1998 durante l'Assemblea nazionale di Alleanza Nazionale presso l'Hotel Ergife, Roma; ascoltabile su Radioradicale.it http://www.radioradicale.it/scheda/98372/98727-assemblea-nazionale-di-alleanza-nazionale-co-hotel-ergife.

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“Un giorno di luglio arrivai a Grenoble…avevo con me un solo libro in italiano: Mondo piccolo…lessi e rilessi le storie di don Camillo e del sindaco Peppone, e mi innamorai del piccolo paese sul grande fiume.”

Antonia Arslan (1938) scrittrice e saggista italiana

da Don Camillo a Grenoble http://www.avvenire.it/rubriche/Pagine/Piccole%20storie/Don%20camillo%20a%20grenoble.aspx?Rubrica=Piccole%20storie, Avvenire, 3 novembre 2010, p. 1.

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“Io non ci sto… Prima si è tentato con le bombe, ora con il più vergognoso e ignobile degli scandali. Occorre rimanere saldi e sereni. Penso sia giunto il momento di fare un esame chiaro dell'attuale realtà italiana per trarne conclusioni forti ed efficaci. […] Nessuno può stare a guardare di fronte a questo tentativo di lenta distruzione dello Stato, pensando di esserne fuori. O siamo capaci di reagire considerando reato il reato, ma difendendo a oltranza e gli innocenti e le nostre istituzioni repubblicane o condanniamo tutto il popolo e noi stessi ad assistere a questo attentato metodico, fatale alla vita e all'opera di ogni organo essenziale per la salvezza dello Stato democratico. A questo gioco al massacro io non ci sto. Io sento il dovere di non starci, e di dare l'allarme. Non ci sto non per difendere la mia persona, che può uscire di scena in ogni momento, ma per tutelare, con tutti gli organi dello Stato, l'istituto costituzionale della Presidenza della Repubblica. Il tempo che manca per le elezioni non può consumarsi nel cuocere a fuoco lento, con le persone che le rappresentano, le istituzioni dello Stato.”

Oscar Luigi Scalfaro (1918–2012) 9º Presidente della Repubblica Italiana

Dal messaggio televisivo straordinario alla Nazione andato in onda a reti unificate alle ore 22 e 30 circa del 3 novembre 1993
Origine: Visibile su Video.Repubblica.it http://video.repubblica.it/dossier/addio-oscar-luigi-scalfaro/e-morto-oscar-luigi-scalfaro-il-presidente-del-non-ci-sto/86838/85228

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“I riformatori italiani, quando si tratta di riformare ciò che non ha bisogno di essere riformato, sono instancabili. L'attività dell'Ucas, Ufficio complicazioni affari semplici, come ricordava un altro lettore esasperato, è frenetica.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

13 dicembre 1995 https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/13/Ufficio_complicazioni_affari_semplici_co_0_9512139920.shtml
Corriere della Sera, La stanza di Montanelli – rubrica

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“Chi dice che gli italiani non sanno quello che vogliono? Su certi punti, anzi, siamo irremovibili. Vogliamo la grandezza senza spese, le economie senza sacrifici e la guerra senza morti. Il disegno è stupendo: forse è difficile da effettuare.”

Ferdinando Martini (1841–1928) scrittore e politico italiano

Origine: Da Lettere 1860-1923; citato in Domenico Quirico, Adua: la battaglia che cambiò la storia d'Italia, Mondadori, 2004, p. 99. ISBN 8804526815

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“Quando voglio sapere che cosa pensa la sinistra di qualche categoria culturale o di un evento o personaggio storico o contemporaneo, cerco su Wikipedia. Esprime la mentalità media del ricercatore universitario italiano, di solito allievo frustrato e (crede lui) misconosciuto di Umberto Eco.”

Renato Brunetta (1950) economista e politico italiano

Origine: Da Demolizione della satira servile, furba e canagliesca (in Rai) http://www.ilfoglio.it/soloqui/19939, Il Foglio.it, 25 settembre 2013. Ospitata anche sul fattoquotidiano.it http://archive.is/gXwgP/.

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“Entrambi, Juventus e [l'azienda automobilistica] Jeep, cominciano con la J: in America è usata per insegnare ai bambini la lettera, allo stesso modo in cui viene usata la Juventus in italiano.”

Sergio Marchionne (1952–2018) dirigente d'azienda italiano

Origine: Citato in "Jeep-Juve, matrimonio da 35 milioni" http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quijuve/articolo/lstp/449364/, La Stampa.it, 7 aprile 2012.

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“Che gli italiani siano capaci di emanare leggi di riforma, ci credo senz'altro. L'Italia è la più grande produttrice di regole, ognuna delle quali è una riforma, è la riforma di un'altra regola. Gli stessi esperti pare che abbiano perso il conteggio delle leggi, dei regolamenti che vigono in Italia: c'è qualcuno che parla di 200.000, altri di 250.000. Ora, quando si pensa che la Germania ha in tutto 5.000 leggi, la Francia pare 7.000, l'Inghilterra nessuna, quasi nessuna – ha dei principi, così stabiliti. A cosa ha portato tutta questa proliferazione? A riempire gli scantinati dei nostri pubblici uffici, dove ci sono questi mucchi di legge che nessuno va nemmeno a consultare perché ognuna di queste leggi poi offre il modo di evaderle. Questa è la grande abilità dei legislatori italiani. I legislatori italiani sono quasi tutti degli avvocati. E gli avvocati a che cosa pensano? A ingarbugliare le leggi in modo da restarne loro i supremi e unici depositari. […] Riforme: hai voglia se ne faremo, continuiamo a farne, è la nostra vocazione, questa. Quanto poi all'attuazione, allora è un altro discorso: le leggi in Italia non vengono osservate, anche perché sono formulate in modo che si possano non osservare. Ed è questo che spiega l'abbondanza, la prodigalità delle nostre classi politiche, delle nostre classi dirigenti, nello sfornarne di continuo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Dal Governo Dini all'Ulivo
Interviste

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“In Germania l'1% della popolazione è italiana, troverete laggiù un ambiente accogliente, in cui le vostre usanze e tradizioni saranno tollerate.”

Michael Thamm (1963)

Origine: Citato in E il manager tedesco cita Schettino: "Meglio portare altrove la sicurezza" http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/01/31/news/e_il_manager_tedesco_cita_schettino_meglio_portare_altrove_la_sicurezza-106187021/, Repubblica.it, 31 gennaio 2015.

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“[Su I Viceré] Dopo I Promessi sposi, il più grande romanzo che conti la letteratura italiana.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Origine: Citato in Croce sbagliò "I Viceré" è un grande romanzo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/10/croce-sbaglio-vicere-un-grande-romanzo.html, la Repubblica, 10 novembre 2007.

“Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico.”

Attilio Momigliano (1883–1952) critico letterario italiano

da Le tendenze della lirica italiana dal Carducci ad oggi, in La Nuova Italia, dicembre 1934; ristampato nel volume Introduzione ai poeti, Roma, 1946, pp. 213-236
Origine: Citato in I classici italiani nella storia della critica, opera diretta da Walter Binni, vol. II, da Vico a D'Annunzio, La Nuova Italia, Firenze, 1974, p. 591.

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“Dobbiamo lasciare del lavoro per le generazioni future.”

Kurt Weitzmann (1904–1993) storico dell'arte tedesco

In risposta a chi gli segnalava il perfezionismo di altri colleghi e per giustificare la sua notevole produzione di articoli, saggi, mostre, conferenze ecc.
citato in Massimo Bernabò, Rita Tarasconi, Ricordo dei Weitzmann, in Kurt Weitzmann, L'illustrazione del libro nell'antichità, Spoleto, Fondazione Centro Italiano di studi sull'alto medioevo, 2004, p. XXIII

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“[Dopo l'annuncio delle dimissioni di Maurizio Lupi dall'incarico di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti] Sa cosa significa corruzione? Significa rompere in tanti pezzi. La corruzione ha rotto in tanti pezzi questo Paese, l'ha sbriciolato garantendo abbondanti mangiatoie a pochi e briciole a tutti gli altri. La corruzione ha prodotto il cancro nella «terra dei fuochi» e l'abbandono dell'Italia da parte dei suoi giovani migliori; ha provocato notti insonni a padri che non sanno come pagare gli studi a figli, attacchi di panico di neolaureati che non sanno come trovare lavoro. La corruzione ha prodotto il dramma di imprenditori che preferiscono mettersi il cappio al collo piuttosto che dire in giro che stanno fallendo, le lacrime di malati costretti ad aspettare mesi per trovare un posto letto in un ospedale. La corruzione ha trasformato l'Italia in una giungla dove delinquenti ottengono appalti, conti correnti milionari, case da sogno, barche di lusso che attraccano sulle coste liguri, sarde o in qualche porto nel Gargano. La Liguria, la Sardegna, il Gargano, dove migliaia di italiani aspettano le briciole da uno Stato corrotto che non sa proteggerli neppure dalla pioggia.”

Alessandro Di Battista (1978) politico italiano

Origine: Dall'intervento alla Camera dei Deputati durante la seduta n. 396 del 20 marzo 2015 della XVII Legislatura; trascritto in Resoconto stenografico dell'Assemblea http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=17&sezione=assemblea&tipoDoc=alfabetico_stenografico&idSeduta=0396.

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“In Sicilia mi sono trovato molto bene, ho avuto una grandissima collaborazione da parte di tutti, veramente enorme. Taormina la conoscevo di notte, perché io arrivavo nel pomeriggio, semmai prendevo un David o un Nastro d'Argento, e la mattina me ne andavo via. Però ho avuto modo di girare un po' intorno, Taormina e posti limitrofi. E mi sono reso conto, conoscendo già altre zone della Sicilia, che la Sicilia è veramente una delle più importanti e belle regioni d'Italia. È veramente bella. Ho fatto un giorno una gita a Noto e io sono rimasto a bocca aperta. Noi italiani, e non voglio fare adesso pubblicità alla Sicilia, andiamo sempre nei luoghi turistici canonici, ma ci sono dei gioielli nascosti in Sicilia che andrebbero veramente visti. È una cosa che veramente mi ha lasciato senza fiato, meravigliosa, per eleganza, il sincretismo tra architettura normanna, Magna Grecia, i colori…Poi ero pure in autunno, quindi quei bei colori estivi, forti, rossi, non c'erano.”

Carlo Verdone (1950) attore e regista italiano

Origine: Dall'intervista realizzata nel quadro del programma Sensi Contemporanei-Cinema e Audiovisivo del Ministero dello Sviluppo Economico-Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione e Mibac-Direzione Generale Per il Cinema; in collaborazione con l'Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana e Siciliafilm Commission. Video https://www.youtube.com/watch?v=_aE1vXERZbE disponibile su Youtube.com.

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“I migranti non vengono in Italia soltanto per fare il lavoro che gli italiani non vogliono più fare. Ma vengono a difendere i diritti che gli italiani non vogliono più difendere.”

Roberto Saviano (1979) giornalista, scrittore e saggista italiano

Origine: Da un intervento a I venerdì del Direttore alla Normale di Pisa, Pisa, 15 maggio 2009.

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“La disattenzione di Silvio Berlusconi ai temi etici, l'accordo meccanico tra centrodestra e gerarchia della Chiesa italiana nel recente passato, hanno seminato confusione e opportunismi.”

Gianni Riotta (1954) scrittore e giornalista italiano

Origine: Da L’Italia, i diritti e una destra troppo antica http://www.lastampa.it/2014/01/04/cultura/opinioni/editoriali/litalia-i-diritti-e-una-destra-troppo-antica-HCd4ExjQ7u6f3LigPSb45M/pagina.html, La Stampa, 4 gennaio 2014.

“Se prendessimo l'1% del Pil italiano, che equivale più o meno a 15 miliardi di euro e lo destinassimo alle nuove famiglie, offrendo 30mila euro ad ogni nuovo nucleo familiare, creeremmo 500mila nuove famiglie all'anno, e se ognuna di queste famiglie avesse un figlio ci ritroveremmo con un aumento del 3% del Pil, a fronte di un investimento dell'1%”

Ettore Gotti Tedeschi (1945) economista e banchiere italiano

Origine: Citato in Alessandra Benignetti, A Roma la "generazione famiglia" contro gender e unioni civili http://www.ilgiornale.it/news/cronache/roma-generazione-famiglia-contro-gender-e-unioni-civili-1183931.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content=A%2BRoma%2Bla%2B%E2%80%9Cgenerazione%2Bfamiglia%E2%80%9D%2Bcontro%2Bgender%2Be%2Bunioni%2Bcivili%2B-%2BIlGiornale.it&utm_campaign=Facebook+Page, il Giornale.it, 18 ottobre 2015.

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“I greci sono straordinariamente bravi nell'autoflagellazione. Non per senso di colpa, per realismo. Proprio come voi italiani abbiamo problemi con il senso dello Stato. Se entra in una casa greca la troverà pulitissima. Fuori, le strade sono sporche.”

Yanis Varoufakis (1961) economista e politico greco naturalizzato australiano

Origine: Da un'intervista al Messaggero; citato in Yanis Varoufakis: "In Grecia case pulite e strade sporche. Abbiamo problemi con il senso dello Stato come voi italiani" http://www.huffingtonpost.it/2015/03/15/varoufakis-case-strade_n_6871984.html?1426411990&utm_hp_ref=italy, Huffington Post.it, 15 marzo 2015

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“[Ai siciliani] Avete un po' la vocazione a piangervi addosso, ma Rosa fresca aulentissima, la prima espressione poetica della lingua italiana, è vostra, siete imbattibili per la cultura, la letteratura, la cucina. Per la corruzione purtroppo non avete nessun primato, l'Italia intera soffre di corruzione e i corrotti quando si incontrano si riconoscono subito.”

Dario Fo (1926–2016) drammaturgo, attore, scrittore, paroliere e scenografo italiano

Origine: Citato in Dario Fo: "Cari giovani della Sicilia prendete esempio dal santogiullare" http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/09/05/news/dario_fo_cari_giovani_della_sicilia_prendete_esempio_dal_santogiullare-95097128/, Palermo.repubblica.it, 5 settembre 2014.

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“[Riguardo a Calciopoli] Al di là del fatto che siano state violate o meno leggi, che è cosa che accerterà la magistratura, non c'è dubbio però che il calcio italiano è stato offuscato da una grande ombra determinata da comportamenti che, quanto meno sul piano etico e deontologico, sono scorretti.”

Piero Fassino (1949) politico italiano

Origine: Citato in Beckenbauer: "Gli azzurri pagheranno ai Mondiali". Presidenti e tecnici dai pm http://www.repubblica.it/2006/05/dirette/sezioni/calcio/scandalocalcio/sabato20maggio/, Repubblica.it, 20 maggio 2006.

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