Frasi su lato
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“L'umanità è il lato immortale dell'uomo mortale.”

Karl Ludwig Borne (1786–1837) scrittore

Origine: Citato in Focus, n. 110, pag. 175.

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“Il cinema per la sua esistenziale necessità di ricerca, di denuncia, di novità e di rinnovamento… e per la sua caratteristica irrinunciabile di spettacolo di massa… è per sua natura socialista in senso lato.”

Alfredo Bini (1926–2010) produttore cinematografico italiano

da Appunti per chi ha il dovere civile, professionale e politico di difendere il cinema italiano; citato in Corsi 2001, p. 161-162

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“Ci si può domandare se è ragionevole e morale – questi due termini sono inseparabili – uccidersi.
No! Uccidersi è irragionevole, così come tagliare i polloni di una pianta che si vorrebbe estirpare. Essa non morrà, crescerà irregolarmente, ecco tutto. La vita è indistruttibile, al di là del tempo e dello spazio. La morte non può che cambiarne la forma, mettendo fine alla sua manifestazione in questo mondo. Ma rinunciando alla vita in questo mondo, io non so se la forma che essa prenderà altrove, mi sarà più gradita e in secondo luogo io mi privo della possibilità di imparare e di acquisire a profitto del mio io, tutto ciò che avrei potuto apprendere in questo mondo. D'altra parte e soprattutto, il suicidio è irrazionale perché, rinunciando alla vita a causa del disgusto che essa mi provoca, io mostro di avere un concetto errato dello scopo della mia vita, supponendo che serva al mio piacere, mentre essa ha per scopo, da un lato, il mio perfezionamento personale e dall'altro la cooperazione all'opera generale che si compie nel mondo.
Ed è per questo che il suicidio è immorale. All'uomo che si uccide, la vita era stata data con la possibilità di vivere fino alla sua morte naturale, a condizione di essere utile all'opera generale della vita e lui, dopo aver goduto della vita, finché gli è parsa gradevole, ha rinunciato a metterla al servizio dell'utilità generale, appena gli è divenuta spiacevole; mentre verosimilmente egli cominciava a divenire utile nel preciso istante in cui la sua vita si incupiva, perché ogni lavoro comincia con travaglio.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

p. 31

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“I poeti che brutte creature, ogni volta che parlano è una truffa.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Le storie di ieri, lato B, n.° 1

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“Fulvio: Aura che passa, | Ed or da questo or da quel lato spira, | È amor di plebe.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Atto I, p. 124
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“[Dopo la sentenza in primo grado nel processo penale dello Scandalo del calcio italiano del 2006 a Napoli, nel 2011] Le sentenze in linea di massima (cfr. il casino su Amanda Knox…) si rispettano, e se ne attendono le motivazioni: questo penso e questo farei se non vedessi un rischio preciso nella pesantissima, delicata e sorprendente sentenza di condanna del Tribunale di Napoli per Moggi e compagni. Non vorrei cioè che essa fosse un macigno a chiudere, invece che un argomento di riflessione. […] Machete adoperato a Napoli. Benissimo: la forza di gravità nei due sensi porta in basso e questo è il segnale che arriva dalla sentenza. Da un lato però mi basterebbe poter pensare che tutta questa vicenda fosse rimasta all'interno del recinto giudiziario, della verità processuale intendo, senza altre valutazioni politiche, o di opportunità ambientale, o di messaggio pubblico ecc. Con una sentenza opposta sarebbe crollato il potere istituzionale, non dimentichiamocelo (Figc, Alta corte del Coni ecc.). Dall'altro che se non sono state prese in considerazione altre prove finora, venga fatto nei successivi gradi di giudizio. Più verità, non un target prescelto. Senza cioè lasciare l'impressione che Moggi, bollato come l'Al Capone del calcio, sia servito perfettamente da tappo a una bottiglia di pessimo liquore per l'ubriacatura pubblica, finendo in un trappolone: sarebbe un rischio ancora peggiore.”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

citato in "A Napoli con il machete" http://ilfattoquotidiano.it/2011/11/10/a-napoli-con-il-machete/169668/, il Fatto Quotidiano.it, 10 novembre 2011

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“Ci sono due categorie di persone che, per il momento, devono temere la collera di Dio: da un lato i peccatori incalliti e dall'altro i giusti incalliti.”

André Louf (1929–2010) monaco cattolico belga, eremita, scrittore di libri di spiritualità

Sotto la guida dello Spirito

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“L'intento di Ščeglov è spiegare l'impressione comune, contraddittoria, che il mondo ovidiano lascia nel lettore: grande varietà e ricchezza, ma insieme grande unità, e parentela fra tutte le cose. Cercando di individuare i fattori che suscitano questa duplice impressione, Ščeglov – eccellente filologo – considera la strana insistenza con cui nel poema vengono usati epiteti che a prima vista possono apparire superflui o ornamentali (lungo serpente, umide paludi ecc.), e nota come questi abbinamenti abbiano invece la precisa funzione di isolare proprietà oggettive, di fissare tratti distintivi mediante concetti geometrici e fisici; e passando alla tecnica delle descrizioni ovidiane, in prima linea quelle delle trasformazioni, ci mostra come la riduzione di ogni fenomeno a un ristretto numero di elementi fondamentali (le proprietà, i tratti distintivi) abbia tutta una catena di effetti: da un lato Ovidio caratterizza non singole cose, ma classi di cose; dall'altro, dato che i concetti geometrici e fisici sono applicabili alle cose piú disparate, tutto diventa commensurabile e quindi riducibile ad altro: e qui appunto è riposto il segreto della facilità con cui le trasformazioni avvengono nel poema e sono da noi accettate, e il mondo per le infinite combinazioni possibili si allarga, e al tempo stesso, però, riportato a un livello unico, ci si presenta come un sistema.”

Piero Bernardini Marzolla (1929–2019) glottologo, filologo e traduttore italiano

Origine: Metamorfosi, p. XXI

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“Contrariamente a Quinton, Jünger non trascura, piuttosto esagera il lato tecnico della guerra, che sembra annientare il guerriero ancor meglio del proiettile che lo uccide.”

Roger Caillois (1913–1978) scrittore, sociologo e critico letterario francese

Origine: La vertigine della guerra, p. 64

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“Laggiù conobbi pure un vecchio aedo, [Omero] che si accecò per rimaner nel sogno.”

Roberto Vecchioni (1943) cantautore, paroliere e scrittore italiano

da L'ultimo spettacolo, n. 3, Lato B
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“Un sacerdote che non si colloca con frequenza sia da un lato che dall'altro della grata del confessionale subisce danni permanenti per la sua anima e per la sua missione.”

Joachim Meisner (1933–2017) cardinale e arcivescovo cattolico tedesco

Tragedia per la Chiesa: il sacramento della confessione dimenticato

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“Dalla finestra aperta entrò la luna | e dal tuo lato illuminò la stanza.”

Michele Marzulli (1908–1991) poeta, pittore e scrittore italiano

da La stanza illuminata, vv. 1-2, p. 48
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“Genova per noi | che stiamo in fondo alla campagna | e abbiamo il sole in piazza rare volte | il resto è pioggia che ci bagna. | Genova, dicevo, è un'idea come un'altra.”

Paolo Conte (1937) cantautore, paroliere e polistrumentista italiano

da Genova per noi, lato B, n. 2
Paolo Conte (1975)

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“[Dopo aver vinto Wimbledon 2009] È incredibile, il tennis è pazzesco, quest'anno per me è stato un anno meraviglioso. Mi dispiace per Roddick che ha giocato un match incredibile. So cosa vuole dire perdere una finale del genere perché lo scorso anno è capitato anche a me. Nel tennis purtroppo vince uno solo e io sono stato sul lato fortunato.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2009
Origine: Il riferimento è alla finale di Wimbledon del 2008, giudicata da molti come una delle più belle partite della storia, persa da Federer con il punteggio di 4-6, 4-6, 7-6<sup>5</sup>, 7-6<sup>8</sup>, 7-9 contro lo spagnolo Nadal.
Origine: Citato in Luca Marianantoni, Federer conquista Wimbledon, è il suo 15° titolo dello Slam http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Tennis/Wimbledon/05-07-2009/federer-re-wimbledon-50686728588.shtml, Gazzetta.it, 5 luglio 2009.

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“Lei dice, hey tesoro | fai un giro sul lato selvaggio | ha detto, hey dolcezza | fai un giro sul lato selvaggio.”

Lou Reed (1942–2013) chitarrista e cantautore statunitense

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“House è sempre così critico, è indifferente nei confronti dell'intera umanità. Foreman è un ottimista, ma comincia a vedere quel lato oscuro di cui House parla sempre, comincia a percepirlo.”

Omar Epps (1973) attore statunitense

citato in Mag-net.it http://www.mag-net.it/News/News/drhouse-news-intervista-ad-omar-epps.htm

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“Per quanto smaliziati si possa essere, si conserva qualche lato ingenuo, non si coincide con ciò che si sa.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

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“[Riferito a Rino Gaetano] Dagli autori che leggeva, Dante, Pavese, Palazzeschi, dalla musica che ascoltava, dalle apparizioni in tv. Volevo tirare fuori un lato di lui che non si è mai visto, la parte più poetica e fragile.”

Claudio Santamaria (1974) attore e doppiatore italiano

Origine: Claudio Santamaria ha infatti interpretato Rino Gaetano nella miniserie televisiva italiana Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu.
Origine: Citato in Alessandra Vitali, Rino Gaetano, fiction con polemica. La sorella: "Il suo spirito non c'è" http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/fiction-festival/fiction-rino-gaetano/fiction-rino-gaetano.html, Repubblica.it, 2 luglio 2007.

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“Questo cambiamento [il retrocedere dell'uomo vecchio e l'inizio dell'attività dell'uomo nuovo] può prodursi progressivamente, per mezzo di molti sforzi, di fatiche e di tentativi, sostenuti con pazienza e tenacia, grazie anche a molte preghiere con lacrime, grida, violenza, dolore e tristezza. Infatti si tratta di una dolorosa duplice operazione di morte e di parto, espressa da una stessa parola nella Bibbia [1]: sono da un lato i dolori della morte dell'uomo vecchio recalcritrante che vi si oppone con tutto il suo essere e dall'altro i dolori del parto dell'uomo nuovo: essi implicano un'immensa trasformazione dell'essere che l'uomo subisce faticosamente, perché rinasce a immagine del suo Creatore nella giustizia e nella santità della verità. Le forze repulsive richieste per espellere il vecchio e el eforze di attrazione necessarie per mettere in opera il nuovo superano le capacità umane. È come se l'essere uomo dovesse ingaggiare la lotta contro se stesso e mettersi a morte. Se non fosse stato per le qualità eccezionali dell'uomo nuovo, la nuova nascita sarebbe stata impossibile. Ma Dio l'ha creato perché viva, perché domini e nulla possa impedirgli di vivere. Le forze vitali dell'uomo nuovo hanno la meglio sugli atteggiamenti recalcitranti dell'uomo vecchio, con una potenza invincibile che il soggetto percepisce con ammirazione, chiedendosi da dove gli venga questo aiuto, e perché prima fosse nascosto. Egli ha l'impressione di essere liberato da ciò che l'ostacolava e comincia a discernere come l'eco di una voce che lo chiama dall'intimo del suo essere e che lo invita alla traversata. Tuttavia questo stesso cambiamento può anche prodursi all'improvviso – come testimonia l'esperienza di molti – senza sforzo né dolore, come un risveglio dopo un profondo sonno. Sul punto di nascere, l'essere nuovo attende solo più un impulso della grazia, in un movimento di fede ardente nel cuore. Allora si sveglia, si manifesta e suscita lo stupore e l'ammirazione. Si dice allore che il tale si è "rinnovato", si è trasformato. Egli stesso percepisce bene che qualcosa è cambiato nel suo essere, nel suo fisico, nel suo stesso corpo. La sua voce, la sua intonazione, l'espressione del suo viso hanno qualcosa di nuovo. Una gioia serena inonda il suo cuore e sprizza dal suo viso e da tutto il suo essere. La calma interiore colma tutta la sua vita: altrettanti segni che una nuova nascita nello Spirito è effettivamente avvenuta. L'uomo si sente riempito di nuove energie spirituali che gli sembrano venire dall'alto ma che, in realtà, hanno la loro origine all'interno, nell'essenza stessa della sua creazione e della sua eredità celeste. [1] Il travaglio del parto (cf. Rm 8,22) e l'agonia della morte (cf. At 2,24) sono espressi in greco dallo stesso termine: odinas.”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Il cristiano: nuova creatura