Frasi su nero
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The Shadows
The Road to Oxiana

“Un amico in un momento nero è un amico per davvero.”
Shanghai Redemption
Clear Water

Origine: Da I cappi e quella testa caduta due volte, la Repubblica, 31 dicembre 2006.

Nuova etnologia e sviluppo), p. 116
Atlante ideologico

At 7:30 AM on April 17, 1975, the war on Cambodia was over. It was a unique war, for no country has ever experienced such concentrated bombing. On this, perhaps the most graceful and gentle land in all of Asia, president Nixon and mister Kissinger unleashed 100,000 tons of bombs, the equivalent of five Hiroshimas. The bombing was their personal decision. Illegally and secretly, they bombed Cambodia, a neutral country, back to the Stone Age, and I mean Stone Age in its literal sense. Shortly after dawn on April 17, the bombings stopped and there was silence. Then, out of the forest, came the victors, the Khmer Rouges, whose power had grown out of all proportion to their numbers. They entered the capital Phnom Penh, a city most of them had never seen. They marched in disciplined Indian file through the long boulevards and the still traffic. They wore black and were mostly teenagers, and people cheered them, nervously, naively. After all, the bombing, the fighting, was over at last. The horror began almost immediately. Phnom Penh, a city of 2.5 million people, was forcibly emptied within an hour of their coming, the sick and wounded being dragged from their hospital beds, dying children being carried in plastic bags, the old and crippled being dumped beside the road, and all of them being marched at gunpoint into the countryside and towards a totally new society, the likes of which we have never known. The new rulers of Cambodia called 1975 "Year Zero", the dawn of an age in which there would be no families, no sentiments, no expressions of love or grief, no medicines, no hospitals, no schools, no books, no learning, no holidays, no music, no songs, no post, no money, only work and death.
Variante: Alle sette e mezzo il 17 aprile 1975, la guerra contro la Cambogia si concluse. Era una guerra particolare, poiché nessun paese aveva sofferto d'un tale bombardamento. Su questa terra, forse la più graziosa e più pacifica in tutta l'Asia, il presidente Nixon e il signor Kissinger sguanciarono centomila tonnellate di bombe, l'equivalente di cinque Hiroshima. Il bombardamento fu una loro scelta personale. Illegalmente e in segreto, bombardarono la Cambogia, un paese neutrale, fino a riportarla all'età della pietra, e intendo età della pietra nel suo senso strettamente letterale. Poco dopo l'alba, il 17 aprile 1975, i bombardamenti cessarono, e regnò il silenzio. Poi, i vittoriosi, i Khmer Rossi, il cui potere era cresciuto fuori proporzione dai loro numeri, emersero dalla foresta. Entrarono la capitale, Phnom Penh, una città che molti di loro non avevano mai visto prima. Marciarono in fila indiana disciplinata lungo i viali e il traffico immobile. Si vestivano di nero, ed erano per la maggior parte adolescenti. Il popolo li acclamò ansiosamente ed ingenuamente. Dopo tutto, i bombardamenti e le sparatorie erano finiti. Il terrore cominciò quasi immediatamente. Phnom Penh, una città di 2.5 milioni d'abitanti, fu evacuata con la foza entro un ora del loro arrivo, i malati e feriti trascinati dai loro letti d'ospedale, bambini morenti trasportati in sacchi di plastica, i vecchi e zoppi lasciati per la strada, tutti marciati sotto tiro verso la campagna e una società totalmente nuova, mai vista prima. I nuovi leader di Cambogia nominarono 17 aprile «Anno zero», l'alba di un' era in cui non ci sarebbero state famiglie, niente sentimenti, nessuna espressione d'amore o lutto, niente medicine, niente ospedali, niente scuole, niente libri, niente istruzione, niente vacanze, niente musica, niente canzoni, niente posta e niente denaro: solo fatica e morte.

Origine: Citato in di Historia, Mensile illustrato di Storia, Anno VII – N. 66 – Milano – Maggio 1963, p. 60

Origine: Da Sylvie Vartan,la Reginetta dello Yé-Yé https://spettacolomusicasport.com/2017/08/19/sylvie-vartan-la-reginetta-dello-ye-ye/, SpettacoloMusicaSport.com, 19 agosto 2017.

The work of the early pioneers of Pan-Africanism such as Sylvester Williams, Dr. W.E.B. DuBois, Marcus Garvey, and George Padmore, none of whom were born in Africa, has become a treasured part of Africa’s history. It is significant that two of them, Dr. DuBois and George Padmore, came to live in Ghana at my invitation. Dr. DuBois died, as he wished, on African soil, while working in Accra on the Encyclopedia Africana. George Padmore became my Adviser on African Affairs, and spent the last years of his life in Ghana, helping in the revolutionary struggle for African unity and socialism.
The Specter of Black Power
Arturo Bocchini, il superdittatore giocondo, ovvero la storia della polizia fascista. Un Carlo Marx nelle liste dell'OVRA, pp. 225-226
Personaggi di ieri e di oggi
Variante: La lettura delle liste dell'«O. V. R. A.» se da un lato è penosa dall'altra procura anche delle distrazioni perché vengono fuori certi inattesi nomi e cognomi e certe professioni così singolari che qualche volta provocano il riso e lasciano dubbiosi. Ci si imbatte in barbe austere di antichi democratici, che magari ricoprirono in passato cariche pubbliche; in giornalisti di punta che sembrava avessero nei loro discorsi un fatto personale col vile denaro; in ex ufficiali disposti solo a battersi al di là di ogni ostacolo; in illustri insegnanti tutti intenti a meditazioni filosofiche; in donne di tutte le età e condizioni sociali, dalla femminuccia da conio alla dama del patriziato nero, dalla cocotte d'alto bordo all'onesta vedova di un prode generale; dal tranquillo funzionario di P. S. in pensione al lestofante matricolato; dal tenutario di case da the all'umile fascista carico di figliolanza; dal vecchio corridoista sussidiato da tutti i Governi a qualche prelato illustre, magari promosso Cardinale; dall'uomo politico discorsivo e grafomane che vuole conciliare le espettorazioni cerebrali con l'incasso di qualche foglietto da mille ai vecchi arnesi di polizia che hanno fatto sempre le spie e gli agenti provocatori, così, per consuetudine e per temperamento oltre che per lucro sotto tutti i regimi. (Arturo Bocchini, il superdittatore giocondo, ovvero la storia della polizia fascista. La fortuna di una sigla, pp. 225-226)

Origine: Citato in Enrico Comaschi, Bentivoglio e la rivoluzione della poesia. Intervista all'autore di Lascia perdere, Johnny http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2013/08/21/news/bentivoglio-e-la-rivoluzione-della-poesia-intervista-all-autore-di-lascia-perdere-johnny-1.7610878?ref=search, Gazzettadimantova.gelocal.it, 21 agosto 2013.

Origine: Citato in di Historia, Mensile illustrato di Storia, Anno VII – N. 66 – Milano – Maggio 1963, pp. 60-61

Citazioni di Mobutu, Paroles du Président
Variante: Congolesi, mostrate al vecchio mondo che si è dichiarato più civilizzato del continente nero che l'ospitalità africana dei nostri avi non è una parola vuota e che voi siete più umani di coloro che, in Europa, si sentono in dovere di far subire agli individui le conseguenze di conflitti che oppongono gli stati africani ai gruppi finanziari.

Origine: Citato in Cristina Taglietti, Pérez-Reverte: io non voglio migliorare il mondo http://www.corriere.it/cultura/17_settembre_07/perez-reverte-arturo-festivaletteratura-mantova-codice-scorpione-rizzoli-romanzo-spagnolo-capitano-alatriste-2998ae78-93f9-11e7-8bb4-7facc48f24a3.shtml, Corriere.it, 7 settembre 2017.

da Dannata giornata di pioggia, n. 4
Demo (1998-1999), Ricomincio da Capa
Antichi pittori italiani
Ed anche "senza storia", perché, appunto, la si tramandava per via orale. Partendo da questo principio, coloni e (spesso) missionari hanno creato una storia africana con un calco occidentale e hanno imposto la loro cultura come se prima ci fosse stato il vuoto. Ne sono uscite delle mostruosità.
Variante: La posta in gioco sono centinaia di migliaia di profughi hutu, fuggiti dal Ruanda nel timore di una rappresaglia, dopo il genocidio dei '94. Una massa umana in bilico sul confine, respinta dai tutsi: e di cui si servono invece, come di un ariete, i superstiti dell'ex regime di Kigali, autore del massacro, ora alla ricerca di una rivincita, con l'aiuto dello Zaire. Là il dramma ruandese può essere il detonatore che fa saltare quell'autentica polveriera tribale che è l'ex Congo belga. Un paese disegnato sulle frontiere coloniali, senza tener conto della storia – non scritta – di quelle regioni: e che adesso rischia, come già accadde al momento dell'indipendenza, di andare in frantumi e di destabilizzare l'intera Africa centrale. È al tempo stesso allucinante ed esemplare. A conclusione di un secolo che ha conosciuto la morte del colonialismo, e che ora, arrivato alla fine, assiste alla non tanto lenta rovina del continente nero, questo dramma ruandese è in definitiva il risultato di quello che gli scrittori africani riuniti a Roma, nella primavera del '59, denunciarono come uno dei più gravi peccati occidentali: l'avere accettato, senza discutere, e diffuso, la nozione di un popolo, quello africano, "senza cultura". Ed anche "senza storia", perché, appunto, la si tramandava per via orale. Partendo da questo principio, coloni e (spesso) missionari hanno creato una storia africana con un calco occidentale e hanno imposto la loro cultura come se prima ci fosse stato il vuoto. Ne sono uscite delle mostruosità.

Variante: Aubrey Beardsley, il giovane disegnatore inglese, che un morbo implacabile doveva, nella primavera del 1898, trascinare nella tomba appena ventiseienne, è, a parer mio, una delle personalità più spiccate che l'aristocratica arte del bianco e nero abbia avuto in quest'ultimo ventennio.
Dinanzi all'opera sua così numerosa, così varia ed a cui egli ha saputo, fondendo gli elementi più disparati, imprimere un'originalità spiccatissima ed affatto individuale; dinanzi all'opera sua, che, acerbamente censurata dagli uni ed enfaticamente glorificata dagli altri, ha esercitata un'influenza così larga e così profonda sui disegnatori dell'Inghilterra e dell'America Settentrionale, suscitando tutta una falange d'imitatori, non si può rimanere indifferenti e se, già altra volta si è ceduto al fascino dell'arte d'eccezione, si finisce ben presto col non trovare esagerato l'epiteto di geniale attribuitole dai ferventi suoi ammiratori.
Origine: Attraverso gli albi e le cartelle, p. 94

vol. 7, parte 3, p. 761
Storia dell'arte italiana, La pittura del Quattrocento
tomo II, Antonio Zifrondi pittore, pp. 40-41
Vite de' pittori scultori e architetti bergamaschi


Origine: Blues in memoria; in W. H. Auden, La verità, vi prego, sull'amore, traduzione di Gilberto Forti, Adelphi, 1995.
Origine: Da L'omino nero che prese a stilettate l'Italia, Quotidiano Nazionale, 20 settembre 2013, p. 33; disponibile su MarcelloMarchesi.it https://72c72324-1a79-4737-92ab-3d118204bfe7.filesusr.com/ugd/7edfd5_8d263781fcf343b58de24a78f9ad818c.pdf.

Origine: Il processo di individuazione, p. 189
Origine: La città invisibile, p. 28

Origine: Citato in Albert Sánchez Piñol, Pagliacci e mostri (Pallassos i monstres), traduzione di Patrizio Rigobon, Scheiwiller, 2009, p. 123.

Origine: Riferito a un episodio del film La dolce vita (1960), in cui il libero pensatore Steiner uccide i figli e poi si suicida.
Origine: Da un'intervista per Cinema Nuovo; citato in La dolce vita? Un film cattolico http://www.lastampa.it/2009/12/30/spettacoli/la-dolce-vita-un-film-cattolico-BBWQfsgjJDibZI5VGx0bVP/pagina.html, LaStampa.it, 30 dicembre 2009.

Origine: Citato in AA.VV., Il libro del femminismo, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019, p. 227. ISBN 9788858022900
da Il corvo, p. 52
Gli uccelli

Scommetto che questo è tutto il ringraziamento che otterrò da parte loro — disse l'uomo con il cilindro al libraio, che non aveva minimamente idea di cosa parlasse, e non voleva nemmeno saperlo. (p. 231)
Stardust

Origine: Da La rivincita afroamericana dell’Alabama: oltre la siepe non c’è più solo il buio https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2017/12/13/news/la_rivincita_afroamericana_dell_alabama_oltre_la_siepe_non_c_e_piu_solo_il_buio-184040898/, Rep.repubblica.it, 14 dicembre 2017.

Origine: Ci vogliono le palle per essere una donna, p. 179

“Non importa che sia un gatto bianco o un gatto nero, finché cattura topi è un buon gatto.”
Origine: Tradotto e citato in Simona Gallo Una lettura "bachtiniana" dell'opera critica di Gao Xingjian, LCM Journal, Vol. 3, 2016, N. 1, Verso nuove frontiere dell'eteroglossia..., p. 72 https://books.google.it/books?id=rM7RDAAAQBAJ&lpg=PA72.

Origine: Citato in Federico Rampini, Martin Luther King abita ancora qui https://rep.repubblica.it/pwa/venerdi/2018/03/14/news/martin_luther_king_anniversario_atlanta_black_lives_matter-191283210/, Rep.repubblica.it, 14 marzo 2018.

“Ottobre, | oggi è arrivato ottobre | col suo cappotto nero.”
da Maggese, n. 1
Maggese
“Io capisco solo una cosa, ormai–. Si voltò, gli occhi di un nero luminoso.”
Che farei di tutto per te, anche se significasse andare contro i miei istinti, la mia natura. Rinuncerei a tutto ciò che possiedo, persino alla mia anima, per te. E se questo non è amore, è la cosa migliore che ho. (Patch a Nora)
Sulle ali di un angelo
