Frasi su primo
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“Senza dubbio, esclusivamente nostra lo è la satira, nella quale Lucilio, che per primo vi conseguì distinta fama, ha ancora oggi dei lettori così fedeli a lui da dire di preferirlo non solo agli altri satirici, ma anche a tutti i restanti poeti. Ma io non sono d'accordo né con loro né con Orazio, il quale ritiene che Lucilio sia grossolano e che usi delle parole che andrebbero tolte. Infatti sono ammirevoli in lui l'erudizione e la libertà di spirito, e anche la mordacità, la notevole arguzia.”

X, 1, 94
Satura quidem tota nostra est, in qua primus insignem laudem adeptus Lucilius quosdam ita deditos sibi adhuc habet amatores ut eum non eiusdem modo operis auctoribus sed omnibus poetis praeferre non dubitent. Ego quantum ab illis, tantum ab Horatio dissentio, qui Lucilium fluere lutulentum et esse aliquid quod tollere possis putat. Nam et eruditio in eo mira et libertas atque inde acerbitas et abunde salis.
Institutio oratoria

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“Capodanno nella lista di Rocco Schiavone veniva al terzo posto delle peggiori date del calendario. Al primo posto c'era il suo compleanno, che lui odiava in maniera totale, violenta, omicida. Gli auguri li considerava degli insulti. E non era un atteggiamento preso dopo i quaranta, non era una cosa da scambiare con la senilità incipiente e col tempo che passa sempre più veloce. Lui già a sei anni, quando giocava per le strade di Trastevere, poteva spaccare teste e setti nasali se un amichetto o un parente gli avesse fatto i fatidici auguri il 7 di marzo.
Al secondo posto c'era la Pasqua. Rocco la odiava per tre motivi. Il primo era che non arrivava mai lo stesso giorno. Cambiava ogni anno, e questo la rendeva imprevedibile e micidiale come un killer professionista. Il secondo che, proprio per la sua imprevedibilità, faceva arrivare le colombe e le uova mentre ancora stavi digerendo il panettone di Natale. Il terzo era di natura squisitamente teologica. Sapete quando è nato il figlio di Dio. Possibile che non siete mai riusciti a capire quand'è che è risorto? Al terzo posto c'era il Capodanno. Dovere per forza andare da qualche parte a fare il conto alla rovescia, stappare la bottiglia, urlare auguri a squarciagola e fingere di divertirsi e essere sereno. E poi c'erano i botti. Nel suo personalissimo codice la pena per i costruttori e i fruitori dei fuochi di Capodanno andava da un anno di reclusione ai lavori forzati in una miniera in Cile, in base ai botti che utilizzavano, al rumore che provocavano e ai soldi che riuscivano a sprecare in sei minuti. Gente che lesina sulla frutta e la verdura tutto l'anno per poi scoppiare centinaia di euro in pochi minuti ferendosi, facendosi danni, spaccando oggetti e coglioni, lui la detestava. Il primo gennaio invece era uno dei giorni più belli dell'anno. Nessuno per le strade, nessuno nei negozi, tutti a dormire gonfi di cibo e vino da supermercato, con le bocche secche e le orecchie che ancora fischiano per la musica a palla e i tricchetracche sul balcone. E lui solo, a Ostia a passeggiare sulla spiaggia.”

Antonio Manzini (1964) attore, sceneggiatore e regista italiano

da L'accattone
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, L'accattone

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“[…] considerato dai suoi colleghi lo stratega più abile tra i generali della nuova generazione.”

Basil Liddell Hart (1895–1970) storico, militare e giornalista britannico

Basil Liddell Hart, Storia militare della seconda guerra mondiale, Volume primo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1970, p. 54

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“Stavo pensando alle squadre di calcio.»
«E?»
«E allora, ci pensi. Guardi, per esempio, cosa fa una squadra di calcio per raggiungere migliori risultati?»
«Si allena?» azzardò Rocco.
«Non solo. Compra i giocatori. Stranieri. Ne conviene?»
«Sì. Vero, basta dare un'occhiata all'Inter».
«Appunto. Si forma la squadra con le eccellenze internazionali e si vincono coppe e scudetti. Mi dica se sbaglio.»
«Non sbaglia.»
«Bene, Schiavone. Ora trasferisca questo concetto al nostro paese».
Rocco incrociò le gambe. «Non la seguo».
«Faccia conto che per raggiungere risultati noi, l'Italia, ce ne andiamo in giro a comprare i giocatori migliori.»
«E no mi scusi, ma la Nazionale di calcio italiana deve essere formata tutta da giocatori italiani» obiettò Rocco.
«Non mi riferisco più al calcio. Il calcio è solo una metafora. Mi riferisco alla politica. Allora che farei? Si compra un bel primo ministro svedese, un Reinfeldt, poi all'economia ci mettiamo un tedesco, un Bruederle, poi alla cultura un francese, la Albanel, alla giustizia un danese, insomma! Pensi che squadra della Madonna! E finalmente 'sto paese la smetterà di essere il paese di pulcinella. Ha capito?»
La probabilità che il magistrato fosse affetto da una forma di patologia ciclotomatica si affacciò prepotente nella mente di Rocco Schiavone. «Chiaro e tondo. Una bella campagna acquisti» rispose, perché dargli ragione era la strada migliore.
«Esatto!» e il magistrato mollò un pugno sul tavolo. «Esatto, Schiavone. Sarebbe bello, non trova?»
«Sì»
«Scherzo, è ovvio. Lei mica mi avrà preso sul serio, no?”

«Un po' sì».
«No. anche perché non basta cambiare le teste di serie. qui c'è mezza classe politica da mandare al confino. Ma non si stia a preoccupare, sono solo un po' schifato da quello che vedo e leggo sui giornali ogni giorno. Mi stia bene e mi tenga informato.»
Pista nera

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“[In occasione degli ottant'anni di Ignazio Buttitta] Ero un bambino di dieci o dodici anni e ricordo, una sera, un corteo con una bandiera rossa, la prima bandiera rossa della mia vita. In testa al corteo c'era Ignazio, il poeta Buttitta, che aveva stampato il suo primo libro di poesie, Sintimintali…”

Renato Guttuso (1911–1987) pittore e politico italiano

Origine: Citato in Matteo Collura, Ignazio Buttitta, un cantastorie dalla parte dei vinti https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/aprile/06/Ignazio_Buttitta_cantastorie_dalla_parte_co_0_9704062637.shtml, Corriere della Sera, 6 aprile 1997, p. 31.

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“[…] non esiste niente al di fuori del momento.”

Il primo giorno del festival di Edimburgo; 1996, p. 24
Trainspotting, Tirarsi fuori

“Le questioni principali che affrontiamo in Inchiesta su Gesù sono quattro. Quattro domande in particolare. Primo. Gesù era un cristiano o invece era un ebreo che è rimasto sempre tale e non mai voluto fondare una nuova religione? E se il cristianesimo è nato dopo la sua morte, quando e perché si è formato e in che misura gli è fedele? Se Gesù era un ebreo la nostra civiltà occidentale ha alla sua base anche l'ebraismo o solo il cristianesimo? Secondo. Gesù era convinto che l'avvento del Regno di Dio fosse imminente? Pensava davvero che avrebbe posto fine alle ingiustizie, portato la salute ai malati e la liberazione ai poveri e agli schiavi? Oppure attendeva solo la risurrezione ed era portatore di un messaggio di salvezza ultraterrena? Terzo. La responsabilità della morte di Gesù fu dei Romani che lo giustiziarono con la pena romana della crocifissione oppure fu prevalentemente degli ebrei? E infine, quarto. I Vangeli canonici (Marco, Luca, Matteo e Giovanni) datano all'incirca tra il 70 e il 100 dopo Cristo? Oppure a scriverli furono dei testimoni oculari? Le loro informazioni sempre sono esatte? Oppure a volte si contraddicono? Per sapere chi fu realmente Gesù è necessario utilizzare anche fonti non canoniche come la Didachè, l'Ascensione di Isaia, il Vangelo di Pietro, ecc.? Oppure devono bastare i quattro Vangeli canonici e le lettere di Paolo? E ancora. Gesù era un celibe come vuole la tradizione o invece era sposato o addirittura gay come vorrebbe tutto un filone di film e romanzi torbidi?”

Mauro Pesce (1941) docente, biblista e storico italiano

da Inchiesta su Gesù http://www.magazine.unibo.it/Magazine/Attualita/2006/12/14/gesu.htm, in magazine.unibo.it, 14 dicembre 2006

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“La Costituzione è un processo di liberazione della persona umana naturalmente inconcluso e da rinnovare continuamente con spirito di cooperazione solidale. La Costituzione è stata scritta avendo in mente il passato, il presente e il futuro. Considerando chi aveva già la voce per farsi sentire e chi ancora non aveva trovato spazio nella comunità politica, come le persone omosessuali, oggetto di un pervasivo e doloroso stigma sociale. Queste persone per troppo tempo assenti e taciute, noi oggi le rendiamo finalmente presenti al resto della comunità politica, riconosciamo la loro esperienza di vita familiare come una realtà meritevole di tutela, perché attinente alla loro dignità di persone. Così, concretamente, realizziamo quella parte di Costituzione scritta per gli assenti – quegli assenti – individui adulti bambini famiglie, che finalmente diventano presenti, con pari diritti e dignità già riconosciuti agli altri cittadini. Colleghi, vi chiedo: da che parte vorremo farci trovare dai nostri figli e dai nostri nipoti, quando fra trent'anni torneranno a leggere i resoconti di questa seduta? Dalla parte di chi ha creduto possibile far muovere all'Italia il primo e tanto atteso passo verso l'uguaglianza? O dalla parte di chi ha visto nella Costituzione il patrimonio di pochi privilegiati, e nell'estensione di diritti un pericolo?”

Monica Cirinnà (1963) politica italiana

Origine: Dall'intervento in Senato dopo le votazioni sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità e sulle questioni sospensive del ddl Cirinnà, 2 febbraio 2016; citato in Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 569 del 02/02/2016 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00964262&part=doc_dc-ressten_rs-ddltit_rdddddl2081ecddcdfeduc-trattazione_dg-intervento_cirinnapd&parse=no, Senato.it, 2 febbraio 2016. Visibile al minuto 06:00 di L'intervento di Monica Cirinnà al Senato https://www.youtube.com/watch?v=qQDLure4FrM, YouTube.com, 2 febbraio 2016.

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“[Prima di Torino-Inter] Dobbiamo entrare in campo per essere dominatori, l'importante è che la squadra non dimentichi questa voglia di vincere dal primo minuto – l'obiettivo ovviamente non è segnare subito, questo succede una volta ogni trenta partite. Ma non perdere tempo, entrare per essere dominatori e per dimostrare che vogliamo vincere veramente la partita.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)
Origine: Citato in Mourinho: "Adriano? Sarà titolare quando lo dirò io" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/09/20/conferenza.shtml, Gazzetta.it, 20 settembre 2008.

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“I vitellini sentono terribilmente la mancanza della madre. Sentono anche la mancanza di qualcosa da succhiare. Il bisogno di poppare è forte in un vitello piccolo così come in un bambino. Questi vitelli [da allevamento] non hanno capezzoli da succhiare, né altro che li sostituisca. Dal loro primo giorno di reclusione – che può facilmente essere soltanto il terzo o quarto giorno di vita – essi bevono da un secchio di plastica. Sono stati fatti tentativi di nutrire i vitelli con tettarelle artificiali, ma il problema di mantenerle pulite e sterili a quanto sembra non vale il disturbo del produttore. È comune vedere i vitelli che cercano freneticamente di succhiare qualche parte del loro box, benché non vi si trovi di solito nulla di adatto; e se si dà a un vitello da latte un dito, si vedrà che comincia immediatamente a succhiarlo, come un piccolo umano si succhia il pollice.
Più tardi il vitello sviluppa il bisogno di ruminare – cioè di ingerire della fibra naturale e rimasticare il bolo. Ma la fibra è rigorosamente proibita perché contiene ferro e fa diventare scura la carne, per cui, ancora una volta, il vitello può ricorrere a vani tentativi di masticare parti del suo box. Disturbi digestivi, comprese ulcere gastriche, sono frequenti nei vitelli a carne bianca. Lo stesso vale per la diarrea cronica.”

Origine: Liberazione animale, p. 145

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“Questa sentenza [sull'incostituzionalità della Legge Pecorella] è in grado di riaprire processi che già sono in Cassazione e tornerà ad essere decisivo non il giudizio orale e pubblico di primo grado, ma quello d'appello fatto sulle carte scritte”

Gaetano Pecorella (1938) politico e giurista italiano

citato da Corriere della Sera http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/01_Gennaio/25/guastella.shtml, 27 gennaio 2007

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“[Gaffe] Salvare le nostre ragazze e catturare B. Haram dev'essere il primo proposito di ogni essere umano.”

Beatrice Borromeo (1985) modella, giornalista e conduttrice televisiva italiana

Origine: La Borromeo parla di Boko Haram come se fosse un singolo terrorista e non un'organizzazione.
Origine: Da un tweet; citato in Bring Back Our Girls: l’epic fail di Beatrice Borromeo su twitter, la foto originale http://www.diredonna.it/bring-back-our-girls-lepic-fail-di-beatrice-borromeo-su-twitter-la-foto-originale-1687455.html, DireDonna.it, 15 maggio 2014.

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“Il primo grado dell'eroismo è vincere la paura e il dominio su se stessi.”

Gian Piero Bona (1926) poeta e scrittore italiano

Passeggiata con il diavolo

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“La canzone-personaggio è sempre stata nelle mie corde, dagli inizi: nel primo disco dei Bluvertigo c'era L'eretico, nel secondo L'eremita, nel terzo Lo psicopatico, e anche The baby, in Canzoni dell'appartamento apparteneva a questa categoria. L'ottico, con tutti quei cambi di atmosfera, quei salti ritmici e quel gusto psichedelico, assomiglia molto allo stile dei Bluvertigo, secondo me.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

Origine: Citato in Morgan e il "suo" De André: "Ho fatto un remake perché questa musica è di tutti" http://www.rockol.it/news-71157/morgan-e-il-suo-de-andre-ho-fatto-remake-perche-questa-musica-tutti, Rockol.it, 5 maggio 2005

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“[Pitagora] Per primo si scagliò contro l'abitudine di cibarsi di animali […].”

XV, 72
Metamorfosi
Origine: Citato in Erica Joy Mannucci, La cena di Pitagora, Carocci, Roma, 2008, p. 16. ISBN 978-88-430-4574-7

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“L'artista è, in primo luogo, uno che ha fiducia in se stesso.”

Henry Miller (1891–1980) scrittore, pittore e saggista statunitense

L'incubo ad aria condizionata

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“Parlo per la prossima generazione, non per la mia: i giocatori adesso sono più alti, più robusti, con le racchette si colpisce più forte, ma le regole non cambiano per rendere gli scambi più lunghi e più eccitanti. Non ricordo una partita emozionante basata solo sul servizio e sul punto al primo colpo, io per esempio cambierei l'altezza della rete. La gente vuole punti appassionanti, non scambi velocissimi.”

Rafael Nadal (1986) tennista spagnolo

Origine: Citato in Tennis, Nadal contro il tennis "troppo fisico": "Occorre cambiare le regole" http://www.gazzetta.it/Tennis/27-03-2016/tennis-nadal-contro-tennis-troppo-fisico-occorre-cambiare-regole-15014807510.shtml, Gazzetta.it, 27 marzo 2016.

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“Neppure in quel momento, mentre si avvicinava alla sua vecchia casa, [Louisa Bounderby] avvertí su di sé alcun benefico influsso. Che cosa aveva piú da spartire ormai con i sogni dell'infanzia, con le sue fiabe leggiadre, con la grazia, la bellezza, l'umanità, le illusioni di cui si adorna il futuro? Tutte cose tanto belle in cui credere da piccoli, da ricordare con tenerezza una volta adulti perché, allora, anche la piú insignificante di esse si eleva alla dignità di una grande e benevola disposizione del cuore che consente ai piccini che soffrono di avventurarsi per le vie irte di sassi di questo mondo, conservando quel piccolo angolo fiorito con le loro mani pure. Un giardino nel quale i figli di Adamo farebbero meglio a entrare piú spesso per scaldarsi al sole con fiducia e semplicità, liberi da vanità mondane.
Già, cos'aveva ormai da spartire con i ricordi dell'infanzia? Il ricordo di come, al primo incontro, attraverso la luce delicata dell'immaginazione, la Ragione, le fosse apparsa come una divinità benefica che additava a divinità altrettanto magnanime e non già come un idolo arcigno, gelido e crudele, con vittime legate mani e piedi; grossa figura ottusa dallo sguardo fisso che solo un sistema di leve, azionato da un preciso numero di tonnellate, sarebbe stato in grado di smuovere. La casa paterna e la fanciullezza le rimandavano immagini di fonti e sorgenti inaridite nell'istante stesso in cui sgorgavano dal suo giovane cuore. Niente acque dorate per lei: esse fluivano invece a fecondare la terra in cui si coglie l'uva dai rovi e il fico dal pruno.”

IX; 1999, p. 236
Tempi difficili, Libro secondo

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“Perché deve esserci sempre un resp… un deficiente di turno qua, che paga per tutti, cazo?
Dodici anni, ventiquattro allenatori: e cazo, sarà mica sempre l'allenatore qua che deve pagare. Sempre l'allenatore? E i tifosi diano una mano alla squadra oggi invece di contestarla, che sono giovani, abbiamo fatto una squadra, diano una mano! Abbiano i coglioni di dare una mano alla squadra!
Io son là ventiquattro ore al giorno, io! Ventiquattro ore al giorno sono là, io! Tutti i giorni, cazo! Non è possibile una roba del genere… vergognatevi, cazo!
E sono arrabbiato no perché ho pareggiato… sono arrabbiato perché è uno schifo, 'sta roba qua! Io non ho mai visto una roba del genere! Ma come dove siamo, cazo? Cos'è diventato il calcio? 'Na jungla, cazo?!? No, no, no, calma… e ridono, e ridono, cosa ridete, cosa? Vi divertite a scrivere cosa, dopo? Cosa ridete, che? Cosa ridete, cazo? Cosa ridete? Cosa ridete? Abbiate il rispetto della gente!
Con voi bisogna dire bugie e fare i ruffiani, come coi tifosi… io non lo sono, cazo!!! Okay? Io guardo tutti in faccia, tutti, dal primo all'ultimo! Perché sono serio, cazo! Vado a lavorare con serietà. No, no, parlo io adesso… è finita qua, cazo. Parole? Parole di che, cazo? Dopo quattro mesi che giochi a calcio, ss.. parole?!? Ma fatemi un piacere, dai, su! Cazo! Fatemi un piacere! È ora di finirla qua, state calmi tutti, cazo! State calmi! Non ho mai visto una roba del genere! Tutti presuntuosi, ironici, ridono: eh, eccolo, arriva il scemo di turno! Qua si fanno le cose seriamente, cazo!
No, è meglio che… eh, vabbè, è lo stesso… va… non preoccup… […] Bravo. Ecco, se hai capito traducilo te allor'! Lascia che, traduci te, avanti. No, no, io non ce l'ho con te. No, no, io non ce l'ho con te, eh. Ho detto ""traduci te"". No, no, io non ce l'ho con te, eh. Oh, io posso andar fuori. Scusami, no, no, io posso andar fuori. A me non me ne frega neanche se m'ammazzano, Me son roto i coioni. […] Cosa me ne frega a me? […] Dai… E ridono, cazo. Non vedi che ridono? […] Parla te: spiegagli come lavoriamo. […] Son tranquillissimo. Dì che i vegna avanti. Me faso ucider, me faso pugnalar. Vaffanculo! […] È cattiveria questa, dai. […] Cosa devo dire, cazo? Andiamo via? Non è un problema.”

Alberto Malesani (1954) allenatore di calcio e ex calciatore italiano
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“Cercare il raccoglimento all'inizio dell'orazione, significa allora imparare a evitare la «solitudine dei pensieri»: quei pensieri che ronzano incessantemente nella nostra testa e ci impediscono di ascoltare Dio. È necessario imparare a raccoglierli uno per uno e ad abbandonarli nelle sue mani, fossero anche pensieri per le nostre offese a Dio. Guardare a Cristo, piuttosto che rimanere soli nel fastidioso brontolio di quegli sciami che ronzano nella nostra testa, significa aver individuato la differenza tra Pietro e Giuda. Entrambi tradiscono Cristo. Anzi forse Pietro, che tradisce il Maestro per paura di una donnetta e non al cospetto di Caifa, lo fa in maniera più umiliante. Eppure Pietro diventa santo e invece Giuda si suicida. La differenza è molto semplice: Pietro quando si accorge del proprio peccato, non guarda sé stesso ma Cristo («E Pietro si ricordò della parola di Gesù che aveva detto "Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte"» Mt 26, 75). Invece Giuda ha occhi solo per sé stesso, per il progetto della propria vita ormai andato perso, irrecuperabile («Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente», Mt 27, 4). Pietro si conosce nello sguardo di Cristo, Giuda si vede con i propri occhi. Il primo vede la propria grandezza: Cristo mi ama non perché io "lo meriti", ma perché sì; e proprio quest'amore mi renderà amabile ai suoi occhi. Il secondo crede ormai di doversi arrangiare da solo. Di essere diventato grande. Adulto. Cioè orfano.”

Mauro Leonardi (1959) giornalista italiano

Origine: Mezz'ora di orazione, p. 23

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“Ho già espresso in più occasioni, peraltro senza ambiguità di sorta, il mio giudizio sull'antiberlusconismo e sul berlusconismo. Si tratta di due fenomeni altamente ripugnanti, dei quali tuttavia il primo è – se mai è possibile – ancora più osceno e disgustoso del secondo. E questo per molte ragioni. Ne ricorderò unicamente una, su cui già ho insistito ad abundantiam. L'antiberlusconismo, con cui la sinistra ha identificato il proprio pensiero e la propria azione negli ultimi vent'anni, rappresenta l'esempio insuperato della volgarità della sinistra italiana in ogni sua gradazione. L'antiberlusconismo ha, infatti, permesso alla sinistra di occultare la propria adesione supina al capitale dietro l'opposizione alla contraddizione falsamente identificata nella figura di un'unica persona, secondo il tragicomico transito dal socialismo in un solo paese alla contraddizione in un solo uomo. Così facendo, la sinistra si è potuta volgarmente riciclare, aderendo al monoteismo del mercato e dirottando su un'unica persona la contraddizione contro cui combattere. Come l'odierno antifascismo in assenza integrale di fascismo, così l'antiberlusconismo ha svolto il ruolo di fondazione e di mantenimento dell'identità di una sinistra ormai conciliata con l'ordine neoliberale. Ingiustizia, miseria e storture d'ogni sorta hanno così cessato di essere intese per quello che effettivamente sono, ossia per fisiologici prodotti dell'ordo capitalistico, e hanno preso a essere concepite come conseguenze dell'agire irresponsabile di un singolo individuo.”

Diego Fusaro (1983) filosofo italiano

Origine: Da L'idiotismo dell'antiberlusconismo http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/lidiotismo-dellantiberlusconismo-11961.html, LoSpiffero.com, 5 agosto 2013.

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“Ho il più profondo rispetto per la libertà del sacerdote, a patto che egli resti nelle sue funzioni: se questa libertà fosse attaccata, sarei il primo a difenderla; ma il prete si accontenti con la gestione delle cose sacre, e non lasci la soglia della sua chiesa: fuori, egli rientra in mezzo alla folla dei cittadini, e non ha più diritti che quelli di comuni di legge.”

André Dupin (1783–1865) giurista, avvocato e politico francese

J’ai le plus profond respect pour la libertè du prêtre, tant qu’il se renferme dans ses fonctions: si cette liberté était attaquée, je serais le premier à la défendre; mais que le prêtre se contente du maniement des choses saintes, et qu’il ne sorte pas du seuil de son éclise: hors de la, il rentre pour moins dans la foule des citoyens, il n’a plus de droits que ceux du droit comun.
Origine: citato in Antonio Rosmini, Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, Napoli, Stabilimento tipografico del Tramater, 1849, p. 55)

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“Se possedessi un club, Tony Pulis sarebbe il primo manager che contatterei. È perfetto, è una garanzia per raggiungere l'obiettivo che un club vuole. Non ha mai allenato un club che vuole diventare campione, non ha mai allenato un club che vuole rimanere tra le prime quattro d'Inghilterra, ha sempre e solo allenato squadre che dovevano sopravvivere, salvarsi e avere la giusta stabilità. Tony Pulis è matematica e il suo record è incredibile.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Chelsea (2013-2015)
Origine: Dalla conferenza stampa prima della partita contro il West Bromwich Albion (testo in lingua originale citato in Oliver Todd Jose Mourinho: If I owned an English club, I would make Tony Pulis manager... he is a guarantee of delivering what a club wants http://www.dailymail.co.uk/sport/football/article-3083386/Jose-Mourinho-owned-English-club-make-Tony-Pulis-manager-guarantee-delivering-club-wants.html, Dailymail.co.uk, 15 maggio 2015); citato in Mourinho: "Se possedessi un club, contatterei Tony Pulis" http://www.maidirecalcio.com/2015/05/19/mourinho-se-possedessi-un-club-contatterei-tony-pulis.html, MaiDireCalcio.com, 19 maggio 2015.

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“E se uno è primo nel gioco del cottabo, | vince una bacinella per le mani; | se invece è un uomo retto, un cittadino utile allo stato, | capace di superare in onestà, | non vince nemmeno una bacinella.”

Eupoli (-446–-411 a.C.) commediografo ateniese della Commedia antica

fr. 129 Kassel-Austin; citato in I comici greci, p. 271
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