Frasi su primo
pagina 20

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“Non vi è peggior schiavitù di quella che s'ignora.”

Paola Maugeri (1971) giornalista e conduttrice televisiva italiana

introduzione
Las vegans

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“Fin dal primo versetto del Qohèlet si viene trasportati da una corrente ininterrotta di suoni, incantatoria, quasi ipnotica […]. Si hanno le orecchie in estasi e al tempo stesso si è totalmente vigili.”

Doris Lessing (1919–2013) scrittrice inglese

Origine: Da Introduzione, traduzione di Anna Nadotti, in Qohèlet, Einaudi, Torino, 2000, p. VIII. ISBN 88-06-15180-0

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“Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perché il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull'ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli o Villa Certosa. Il motivo è semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori. Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici. È avvenuto in passato, come ricorderete, quando si tentò di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva un suo collaboratore in una situazione definita scabrosa. È accaduto più volte in queste settimane in cui è stata messa sotto i riflettori la vita privata del premier in nome di un improvviso moralismo: abbiamo visto addirittura celebri mangiapreti vestire i panni di novelli Savonarola. Queste strumentalizzazioni, questi processi mediatici, non hanno nulla a che vedere con l'informazione del servizio pubblico. Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno scelto le nuove regole per proteggere il risparmio nel mondo, mentre esplodeva il caso Iran, e alla vigilia del G8, sarebbe stato incomprensibile privilegiare polemiche sul gossip nazionale solo per scimmiottare qualche quotidiano o rotocalco. Questa è la linea editoriale del Tg1 che vi ho promesso, cari telespettatori, fin dal primo giorno. E che continuerò a garantirvi.”

Augusto Minzolini (1958) giornalista italiano

al Tg1 del 22 giugno 2009, in risposta ai richiami del presidente Rai, Paolo Garimberti
Origine: Critiche al Tg1, interviene Garimberti Minzolini attacca in video- Il Pd: "Incredibile" http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-9/pd-tg1/pd-tg1.html, la Repubblica, 23 giugno 2009.

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“Il primo monumento da ristaurare è l'uomo.”

Salvatore Morelli (1824–1880) scrittore, giornalista e politico italiano

citato in Virgilio Estival, Cenno critico-biografico, introduzione a Salvatore Morelli, La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale, p. XXXV

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“E qual rovinio era sopravvenuto in Sicilia di tutte le illusioni, di tutta la fervida fede, con cui s'era accesa alla rivolta! Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! Ed erano calati i Continentali a incivilirli… e i tribunali militari, e i furti, gli assassinii, le grassazioni, orditi ed eseguiti dalla nuova polizia in nome del Real Governo; e falsificazioni e sottrazioni di documenti e processi politici ignominiosi: tutto il primo governo della Destra parlamentare! E poi era venuta la Sinistra al potere, e aveva cominciato anch'essa con provvedimenti eccezionali per la Sicilia… – Ridere, ridere! – incalzò donna Caterina con più foga. – Lo sa bene anche lei come quegli ideali si sono tradotti in realtà per il popolo siciliano! Che n'ha avuto? Com'è stato trattato? Oppresso, vessato, abbandonato e vilipeso! Gli ideali del Quarantotto e del Sessanta? Ma tutti i vecchi qua gridano: Meglio prima! Meglio prima! La Francia che soffia nel fuoco? Lei si conforta così? Sono tutte calunnie, le solite, quelle che ripetono i ministri, facendo eco ai prefetti e ai tirannelli locali capielettori; per mascherare trenta e più anni di malgoverno! Qua c'è la fame, caro signore, nelle campagne e nelle zolfare; i latifondi, la tirannia feudale dei cosiddetti cappelli, le tasse comunali che succhiano l'ultimo sangue a gente che non ha neanche da comperarsi il pane! Si stia zitto! Si stia zitto! Perché voi lo vedrete, – concluse. Faccio una facile profezia: non passerà un anno, assisteremo a scene di sangue.”

cap. III, p. 59
I vecchi e i giovani

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“Primo dovere del governo è e sarà sempre di mantenere l'ordine a qualunque costo.”

Giovanni Giolitti (1842–1928) politico italiano

Memorie della mia vita

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“Erano queste le caratteristiche invocate dai partigiani dell'integrazione. I responsabili del movimento operaio lavoravano quindi all'avvicinamento tra operai ebrei e non ebrei, assicurando che quello che li accomunava (la loro condizione) era più importante di quello che li divideva (l'ebraismo). Senza dubbio, nei gruppi operai ebraici ci si esprimeva soprattutto in yiddish, ma per il semplice motivo che quello era il modo più facile di comunicare. Tuttavia, il primo intellettuale ebreo a constatare le difficoltà di un progetto di assimilazione fu proprio Martov. Indirizzandosi il 1º maggio 1894 agli operai di Vilno, egli affermò che gli interessi degli operai russi ed ebrei non erano sempre concordanti. Certamente, essi dovevano lottare insieme, ma gli ebrei non potevano fidarsi completamente dei russi. Occorreva dunque, concluse Martov, formare delle organizzazioni separate. Opinione destinata ad avere un seguito in un'epoca in cui un terrificante antisemitismo era diventato prassi quotidiana.
Fu contro questa visione specifica di un movimento operaio ebraico che il Bund venne invece fondato. Senza dubbio, al momento della sua costituzione, era un'organizzazione della classe operaia ebraica, ma, nello spirito di Martov si trattava di un temporaneo sacrificio alle condizioni specifiche della Russia; il fine ultimo era sempre l'internazionalizzazione della classe operaia che bisognava preparare.”

Hélène Carrère d'Encausse (1929) storica francese

cap. 3, p. 67
Lenin

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“[Sono il] primo onorevole gay dichiarato. Del resto abbiamo avuto anche ministri e premier gay. Il primo giorno a Montecitorio ne individuai una settantina. Mi creda, io ho il gaydar, il radar gay. E quelli che non beccavo, venivano loro a confidarsi, "ho famiglia, non mi sputtanare, ma… hai l'indirizzo di qualche localino?"”

Franco Grillini (1955) politico italiano

Origine: Citato in Michele Smargiassi, Franco Grillini: "La rivoluzione è iniziata quando ho convinto l'operaio metalmeccanico" http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/politica/2016/02/28/news/franco_grillini_la_rivoluzione_e_iniziata_quando_ho_convinto_l_operaio_metalmeccanico_-134410656/, Repubblica.it, 28 febbraio 2016.

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“Rimarrà per sempre a Wagner il merito di aver mostrato per primo, con le sue parole e più ancora con le sue esecuzioni e impegnando tutta la sua appassionata personalità, che cosa è veramente Beethoven.”

Wilhelm Furtwängler (1886–1954) direttore d'orchestra e compositore tedesco

da Considerazioni sulla musica di Beethoven, in Suono e Parola, Fògola, Torino, 1977

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“L'evoluzione è solo il risultato di una serie di mutazioni che si affermano o scompaiono. Giusto?" "Giusto", confermò Arby. "Ma in questo concetto sono insiti alcuni problemi", proseguì Malcolm. "In primo luogo, il problema tempo. Un singolo batterio – la più antica forma di vita – ha duemila enzimi. Gli scienziati hanno calcolato che per raccogliere a caso questi enzimi da un brodo primordiale occorrerebbe un tempo che varia da quaranta miliardi a cento miliardi di anni. Ma la terra ha solo quattro miliardi di anni. Quindi un processo casuale sembrerebbe troppo lento. Tanto più che sappiamo che i batteri sono comparsi solo quattrocento milioni di anni dopo il principio della Terra. La vita è comparsa molto rapidamente, ed è per questo che gli scienziati hanno ipotizzato che essa debba avere origini extraterrestri. Anche se, a mio avviso, questa non è una vera e propria risposta". "D'accordo, ma…". "Secondariamente, c'è un problema di coordinazione. Se si accetta la teoria attuale, allora tutta la straordinaria complessità della vita altro non è se non l'accumularsi di eventi casuali… una serie di eventi genetici riuniti insieme. Ma osservando attentamente gli animali, si direbbe che molti elementi debbano aver avuto un'evoluzione simultanea. Prendiamo per esempio i pipistrelli, che sono guidati dall'eco degli ultrasuoni da loro emessi. Per fare una cosa simile, molti elementi devono evolversi. I pipistrelli hanno bisogno di un apparato speciale per emettere suoni, di un udito speciale per udire l'eco, di un cervello speciale capace di interpretare i suoni, e di un corpo capace di scendere in picchiata per catturare gli insetti. Se tutte queste cose non si evolvono contemporaneamente, non vi è alcun vantaggio. E immaginare che tutto questo avvenga per puro caso è come immaginare che un tornado possa abbattersi su un cimitero di rifiuti industriali e mettere insieme un jumbo jet funzionante. Difficile da credere.”

Origine: Cfr. Fred Hoyle: "Che quella faccenda complicata e complessa che è una cellula sia nata spontaneamente e per caso sulla Terra ha la stessa probabilità che un tornado, passando su un deposito di rottami, ne tiri fuori un Boeing 747 perfettamente funzionante. (Times, 1981)
Origine: Il mondo perduto, p. 240

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“L'unico requisito a mio avviso intrinseco alla stesura di un romanzo è, come ho già detto, la sincerità. Questa libertà è un privilegio splendido, e la prima lezione per il giovane romanziere è imparare a esserne degno. 'Apprezzala come merita', gli direi; 'prendine possesso, esplorala fino al limite ultimo, divulgala, gioiscine. La vita intera ti appartiene, e non prestare ascolto a chi vorrebbe stringerti nei suoi angoli dicendoti che soltanto qua o là dimora l'arte, o a chi vorrebbe persuaderti che questo messaggero divino si libra al di fuori della vita, respirando un'aria rarefatta e torcendo il capo dalla verità delle cose. Non v'è impressione di vita, né modo di vederla e sentirla, cui il disegno del romanziere non sappia offrire uno spazio; considera soltanto che talenti dissimili come Alexandre Dumas e Jane Austen, Charles Dickens e Gustave Flaubert, hanno operato entro questo territorio con pari dignità. Non dare troppo peso all'ottimismo e al pessimismo; sforzati di cogliere il colore della vita stessa. […] Ricorda che il tuo primo dovere è di essere il più completo possibile – e di rendere l'opera perfetta. Sii prodigo, sii riguardoso, e ambisci al premio.”

Henry James (1843–1916) scrittore e critico letterario statunitense

Origine: Da L'arte della narrativa; citato in Lilla Maione, introduzione a Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro, traduzione di Lilla Maione, Universale Economica Feltrinelli, X ed., Milano, 2014, p. 31.

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“Tiziano [Ferro] per me è stato un battesimo, il primo a darmi fiducia, è stato il mio padre artistico. Lui non aveva bisogno di me ed è stato un grandissimo regalo artistico ed e umano quello che mi ha fatto. Ha una professionalità incredibile.”

Michele Bravi (1994) cantante italiano

Origine: Dall'intervista Michele Bravi: "Tiziano Ferro è stato il mio padre artistico" http://www.radioitalia.it/news/michele_bravi/sanremo/13895_michele_bravi_%E2%80%9Ctiziano_ferro_e_stato_il_mio_padre_artistico%E2%80%9D.php, Radioitalia.it, 7 febbraio 2017.

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“Ai giovani letterati voglio dare tre bei consigli: Primo, non scrivete poesia; secondo idem; terzo idem.”

Walt Whitman (1819–1892) poeta, scrittore e giornalista statunitense

Origine: Da un'intervista rilasciata a The Signal, febbraio 1888; citato in Emanuele Buzzi, Whitman: ragazzi, non scrivete poesia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/agosto/20/Whitman_ragazzi_non_scrivete_poesia_co_9_050820018.shtml, Corriere della Sera, 20 agosto 2005, p. 31.

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“Durante le riprese del primo episodio [Una donna vera] tutto il vecchio cast era venuto a trovarci, facendoci sentire parte del gruppo. Così non ci sentivamo a disagio.”

Kal Penn (1977) attore e politico statunitense

citato nei contenuti speciali dei DVD della quarta stagione di Dr. House, Universal Pictures

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“Il vero soldato mente a sé stesso quando dice di odiare la guerra. Egli ama in modo profondo la guerra. E non perché sia un uomo particolarmente malvagio, assetato di sangue, ma perché ama la vitalità che (per quanto paradossale possa sembrare) la guerra porta dentro di sé. Con la vitalità, la sfida e la scommessa e il mistero di cui essa si nutre. Sul palcoscenico della gran commedia che ha nome "pace" il mistero non esiste. Sai già che lo spettacolo si compone di alcuni atti e che dopo il primo atto vedrai il secondo, dopo il secondo vedrai il terzo: le incognite riguardano solo lo sviluppo della storia narrata e il suo epilogo. Sul palcoscenico della gran tragedia che ha nome "guerra", invece, non sai mai che cosa accadrà. Che tu ne sia spettatore o interprete, ti chiedi sempre se vedrai la fine del primo atto. E il secondo è una possibilità. Il terzo, una speranza. Il futuro, un'ipotesi. Puoi morire in qualsiasi momento, alla guerra, e in qualsiasi momento puoi restar ferito cioè venire tolto dal cast o dal recinto del pubblico. Tutto è un'incognita lì, un interrogativo che tiene col fiato sospeso, ma proprio per questo ci vibri d'una vitalità esasperata. I tuoi occhi sono più attenti, alla guerra, i tuoi sensi più svegli, i tuoi pensieri più lucidi. Scorgi ogni particolare, percepisci ogni odore, ogni rumore, ogni sapore. E, se hai cervello, puoi studiarvi l'esistenza come nessun filosofo potrà mai studiarla: puoi analizzarvi gli uomini come nessun psicologo potrà mai analizzarli, capirli come non potrai mai capirli in un tempo e in un luogo di pace. Se poi sei un cacciatore, un giocatore d'azzardo, ti ci diverti come non ti sei mai divertito e non ti divertirai mai nel bosco o nella tundra o al tavolo della roulette. Perché l'atroce gioco della guerra è la caccia delle cacce, la sfida delle sfide, la scommessa delle scommesse. La caccia all'Uomo, la sfida alla Morte, la scommessa con la Vita. Eccessi di cui il vero soldato ha bisogno.”

I, V, I; pp. 145–146
Insciallah

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“Ma noi siamo comunque avanti rispetto ad altri fantasy game. Fanta calcio è stato il primo, da subito, ad avere le sostituzioni come nella realtà. In alcuni giochi analoghi di molti altri paesi non esistono ancora.”

Riccardo Albini (1953) giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Nino Ragosta, "Come inventai il Fanta calcio": intervista a Riccardo Albini http://www.fantagazzetta.com/esclusive-fg/come-inventai-il-fanta-calcio-intervista-a-riccardo-albini-165805, Fantagazzetta.com, 30 novembre 2012.

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“Gli uomini sono una razzaccia. Sono bestiacce cupide, libidinose, avare, senza fede, senza gratitudine, egoiste, nella maggior parte dei casi esseri senza forza di spirito, incapaci di seguire il bene o il male, incerti e pronti a cedere al più forte, senza sentimento di responsabilità, vittime del primo partito che capita.”

Giuseppe Prezzolini (1882–1982) giornalista, scrittore e editore italiano

Da Vita di Machiavelli
Origine: Citato in Guglielmo Lo Curzo, Prezzolini grande maestro, L'osservatore politico letterario, anno 29, n° 4, maggio 1983, pp. 33-46; disponibile anche su Circe.lett.unitn.it http://circe.lett.unitn.it/le_riviste/riviste/bibliografia_spe/biblio/locurzo.pdf.

“Venuto a contatto con gli intellettuali progressisti del gabinetto Vieusseux, Leopardi invece di rifiorire a nuova vita, si chiuse, dopo il primo entusiasmo, ancora di più nella propria solitudine.”

Giacinto Spagnoletti (1920–2003) critico letterario, poeta e romanziere italiano

Da Letteratura e utopia: alle origini della fantascienza, Empiria, Roma, 1998, p. 43

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“Se mettessimo insieme un leopardo e un Velociraptor antirrhopus, il primo sarebbe nei guai.”

Gregory Scott Paul (1954) paleontologo, sociologo e illustratore statunitense

Predatory Dinosaurs of the World

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“Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. […] L'elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c'è stata e non c'è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C'è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico "de paese", "de borgata", quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione "razza ebraica", perché la ragazza è molto ignorante. E… questo non è bello. La censura se c'è stata risale al direttore di Rai 3, Paolo Ruffini, che ha avuto un ripensamento domenica 16 novembre al pomeriggio, poi ha deciso di mandarla in onda, e è andata in onda tranquillamente. Dopodiché la presidente di garanzia della Rai indicata dalla sinistra, Lucia Annunziata, all'unanimità con il resto del consiglio di amministrazione ha deciso che, prima di mandare in onda una cosa, vogliono sapere di cosa si tratta. Anche perché sennò si beccano le querele e soprattutto rendono un cattivo servizio al pubblico. […] Guardi, io faccio un giornale che per un terzo è satira, mi rendo colpevole di vilipendio tutti i giorni. Tutto sta a intenderci: c'è stile o non c'è stile? è una cosa fatta per comunicare con il pubblico e per essere onesti con sé stessi o una slealtà professionale e un tentativo di lucrare vantaggi politici da un contratto con la Rai? Ecco, secondo me è questa seconda cosa. […] La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell'attore. Un attore cosa fa? Un attore interpreta una parte, fa la satira – tra l'altro non l'ha mica inventata la Guzzanti la satira: la faceva pure Alighiero Noschese, voglio dire; se l'ha inventata qualcuno l'ha inventata la televisione commerciale dell'odiato Berlusconi, che ha rinnovato la televisione italiana e le ha aperto nuovi spazi di libertà. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira –come avvenne con Daniele Luttazzi– vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

da Primo piano, RaiTre, 24 novembre 2003

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“Ho inviato dei versi a Cattabiani della Rusconi in cui si dice: «Vorrei essere il primo cane asservito all'uomo-editore.»”

Gaio Fratini (1921–1999) poeta e giornalista italiano

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“[Su Stephen Hawking] Se il grande astrofisico ricordasse un po' della filosofia studiata nel primo anno di liceo non dimenticherebbe che una delle tesi più note del materialismo classico, che ha attraversato la cultura moderna (Karl Marx, per esempio, ne è un grande estimatore), è quella del greco Democrito. La sua teoria delle klinamen, spiegava l'origine del mondo dal contatto di particelle di materia, che si incontrano a causa di una determinata inclinazione, formando il Tutto, così a caso, senza un disegno divino.”

Stefano Zecchi (1945) scrittore, giornalista e docente italiano

Origine: In merito a questa citazione venne pubblicato un commento su L'espresso: «Se il grande filosofo Zecchi ricordasse un po' della filosofia studiata al liceo non dimenticherebbe che la teoria del clinamen non è di Democrito bensì di Epicuro e il clinamen viene nominato come tale da Lucrezio (De rerum natura II, 29), con la c e non con la k, e naturalmente al singolare (il clinamen è il fenomeno dell'inclinazione) e non al plurale come lo mette lui come se "le klinamen" fossero tante cose.» L'espresso, rubrica Riservato, a cura di Enrico Arosio e Primo di Nicola, n. 37 anno LVI, 16 settembre 2010, p. 13.
Origine: Da Stephen Hawking ci dice com'è nato l'universo Ma non affronta il perché http://www.ilgiornale.it/cultura/stephen_hawking_ci_dice_come_nato_luniverso_ma_non_affronta_perche/esistenza_dio-cultura-hawking-scienza/03-09-2010/articolo-id=470784, il Giornale.it, 3 settembre 2010.

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“Devo dire che l'esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto. […] C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo.”

Primo Levi (1918–1987) scrittore, partigiano e chimico italiano

Origine: Queste due ultime frasi furono aggiunte a matita sul dattiloscritto dell'intervista con Camon da Primo Levi stesso.
Origine: Da Ferdinando Camon, Conversazione con Primo Levi, Guanda

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“Il lavoro di Bill Watterson ha qualcosa di mistico. Ciò che abbiamo di fronte non è una qualunque striscia a fumetti. Possiede quella particolare dimensione riconosciuta un tempo in Krazy Kat di George Herriman e, più tardi, in Pogo di Walt Kelly. Il che è stato, comunque, molto tempo fa: dopo di loro non c'è stato più niente di simile nel mondo del cartoon. Ora abbiamo Calvin & Hobbes. In questa striscia non ci sono personaggi finti o sdolcinati. Il ragazzino è decisamente e irresistibilmente pestifero. La madre e il padre (i nomi non sono necessari) vivono a fianco della loro discendenza chiedendosi con perenne e agitato stupore che cosa abbiano fatto per meritarsi un figlio del genere. Il bambino, da parte sua, vive per un buon 70 per cento del suo tempo in un mondo parallelo popolato dalle creature indicibili della sua fantasia, e per il resto del tempo in un mondo reale popolato da altre creature indicibili (la maestra, la bambina, il bullo). E trova scampo da questo secondo mondo rifugiandosi nel primo. E poi c'è il tigrotto di pezza. È un animo nobile e molto più intelligente del bambino, di cui, con sarcastica e affettuosa saggezza, tempera l'esuberanza. Ci sono un sacco di strisce a fumetti in giro, alcune buone, altre passabili, la maggior parte semplicemente roba di secondo piano. Tutti hanno il loro cast di personaggi, più o meno indovinati, tenuti insieme dal dialogo, a volte buono, a volte no. Sono pochissimi quelli che posseggono quella magia particolare che li fa reggere il confronto con il meglio del passato. Guardando al lavoro dei nostri due paragoni, Herriman e Kelly, possiamo vedere un connubbio tra sceneggiatura e segno grafico che si trova raramente al giorno d'oggi, la sensazione che le parole migliorino il disegno e che il disegno faccia lo stesso con il testo, che la fusione attentamente miscelata di questi due ingredienti possa creare quell'incanto che rivela il genio. Volete la magia? L'alchimista Watterson ha portato avanti un lavoro che, per acume, carattere e profondità, è portentoso in rapporto alla sua giovane età. Gli auguro lunga vita e possano i poteri della sua stregoneria non venir mai meno. Volete la magia? Questa è una raccolta di ricette dello stregone per trasformare della semplice carta e del semplice inchiostro in oro puro. Lasciate che umilmente vi presenti Calvin (il bambino) e Hobbes (il tigrotto). Questo libro è magico.”

Pat Oliphant (1935)

dalla prefazione di Bill Watterson, C'è qualcosa che sbava sotto il letto, Comix, 1997. ISBN 9788881930197

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