Frasi su rosso
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“Cappuccetto Rosso. C'era un volta una bambina. E dico c'era, perché ora non c'è più.”

Filippo Timi (1974) scrittore, attore e regista italiano

E lasciamole cadere queste stelle

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“[Parlando di Antonio Tatò] La sua vita, lo stile, le azioni e i risultati del lavoro di Tonino, in tutti questi anni, sono un esempio della politica vissuta come passione. Come attenzione alle cose della vita, alle sofferenze e alle ingiustizie della vita, e come volontà di incidere su di esse, di cambiare realmente, di intervenire in ogni momento negli aspetti più minuti della vita politica. Era anche attenzione nel valutare la realtà per quel che è, le relazioni, i rapporti di forza, anche, per quel che sono, e la convinzione che non ci si possa, però, limitare a registrarli, ma che la politica ha invece senso solo se su di essi si interviene, appunto per modificarli, per introdurre la novità. La sua casa era diventata, per i segretari del Pci prima e del Pds dopo, centro di incontri politici ad alto livello, incontri nei quali si respirava la volontà della politica – di quella politica che aveva fatto questa Repubblica – di ritrovare il respiro antico del progetto democratico. Ma ciò avveniva sempre in rapporto alle masse, avremmo detto un tempo, agli interessi, ai bisogni delle donne e degli uomini in carne ed ossa. Perché fuori di questo riferimento, di questo ancoraggio, non vi è reale creatività politica. Questa intuizione dell'agire politico, ne sono convinto, è il filo rosso che unisce l'esperienza di Tonino partigiano, militante nella Sinistra cristiana, nel sindacato, nel Pci, nel Pds.”

Achille Occhetto (1936) politico italiano

Origine: Dal discorso riportato dall'Agenzia DIRE, supplemento al n. 218/21, novembre 1992, p. 5.

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“Lontano, molto lontano, da qualche parte al centro della galassia e a quattromila anni nel futuro, c'è un mondo con un grande sole rosso e quattro lune. Volete venire laggiù a giocare con me?”

Marion Zimmer Bradley (1930–1999) scrittrice, glottoteta e curatrice editoriale statunitense

Origine: La scopritrice di Darkover, FantasyMagazine, L. Azzolini http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/5823/

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“Io non sono nero, bianco, rosso, giallo, sono un uomo.”

Patrice Evra (1981) calciatore senegalese naturalizzato francese
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“L'ombra, straniero, che hai perduta | nel rosso del tramonto: | un truce corsaro | nel salso mar della tristezza.”

Georg Trakl (1887–1914) poeta austriaco

da Il sonno
Origine: In Poesie, 1974, p. 111.

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“Sottili fili di acciaio, avvolti intorno a quella stessa sorta di viti di legno che negli strumenti musicali servono a tender le corde, tenevano aperte le labbra di quelle orrende ferite: si vedeva il cuore nudo pulsare, i polmoni dalle venature dei bronchi simili a rami d'albero, gonfiarsi proprio come fa la chioma di un albero nel respiro del vento, il rosso, lucido fegato contrarsi adagio adagio, lievi fremiti correre sulla polpa bianca e rosea del cervello come in uno specchio appannato, il groviglio degli intestini districarsi pigro come un nodo di serpi all'uscir dal letargo. E non un gemito usciva dalle bocche socchiuse dei cani crocifissi. […] A un tratto, vidi Febo. Era disteso sul dorso, il ventre aperto, una sonda immersa nel fegato. Mi guardava fisso, e gli occhi aveva pieno di lacrime. Aveva nello sguardo una meravigliosa dolcezza. Non mandava un gemito, respirava lievemente, con la bocca socchiusa, scosso da un tremito orribile. Mi guardava fisso, e un dolore atroce mi scavava il petto. "Febo" dissi a voce bassa. E Febo mi guardava con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Io vidi Cristo in lui, vidi Cristo in lui crocifisso, vidi Cristo che mi guardava con gli occhi pieni di una dolcezza meravigliosa. "Febo" dissi a voce bassa, curvandomi su di lui, accarezzandogli la fronte. Febo mi baciò la mano, e non emise un gemito. Il medico mi si avvicinò, mi toccò il braccio: "Non potrei interrompere l'esperienza", disse, "è proibito. Ma per voi… Gli farò una puntura. Non soffrirà". […] Anche gli altri cani, distesi sul dorso nelle loro culle, mi guardavano fisso, tutti avevano negli occhi una dolcezza meravigliosa, e non il più lieve gemito usciva delle loro bocche. A un tratto un grido di spavento mi ruppe il petto: "Perché questo silenzio?", gridai, "che è questo silenzio?"”

Era un silenzio orribile. Un silenzio immenso, gelido, morto, un silenzio di neve. Il medico mi si avvicinò con una siringa in mano: "Prima di operarli", disse, "gli tagliamo le corde vocali".
La pelle, Il vento nero

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“Si sentiva stremata, l'appiglio sfuggente al presente, l'appiglio al mondo e alla vita, le sarebbe presto scivolato dalle mani. Era questa la morte? Stava forse per morire? Non avrebbe più rivisto il cielo, la terra, il sorgo, suo figlio, e il suo amante che combatteva alla testa dei soldati? Gli spari risuonavano in lontananza oltre la fitta cortina di nebbia. Douguan! Douguan! Figlio mio, aiutami, tienimi stretta, tua madre non vuole morire. Oh, cielo! Cielo… mi hai donato un amante, un figlio, la ricchezza, e questi trenta anni di vita densa come il sorgo rosso. Cielo, me le hai donate queste cose, non puoi riprendertele, perdonami, ma lasciami andare! Cielo, pensi che io sia in colpa? Credi che se avessi diviso il cuscino con un lebbroso, e generato un mostro rognoso e purulento insozzando questo bel mondo sarei stata nel giusto? Cielo, cos'è la castità? Cos'è la giusta via? Cos'è la bontà? Cos'è il male? Non me l'hai mai detto, ho sempre dovuto sbrigarmela da sola. Amo la felicità, amo la forza, amo la bellezza, il mio corpo mi appartiene, sono padrona di me stessa, non ho paura di sbagliare, non ho paura della punizione, non ho paura di entrare nei diciotto gironi del tuo inferno. Ho fatto tutto ciò che dovevo fare e ciò che andava fatto, e non temo nulla. Ma non voglio morire, voglio vivere, voglio vedere ancora un po' di mondo. Cielo…”

Mo Yan (1955) scrittore e sceneggiatore cinese

da Sorgo rosso, pp. 94-95

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“Ci sono alcune cose che non puoi comprare: l'amore, la risata di tua figlia e certo vino rosso.”

Eddie Vedder (1964) cantautore e chitarrista statunitense

Origine: Da un'intervista rilasciata a Spin, giugno 2006; traduzione a cura di Pearljamonline.it http://www.pearljamonline.it/curiosit%E0/Intervisteandmore/2006parte2.htm.

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“Le parole sono lame d'erba che attraversando gli ostacoli, germogliano sulla pagina; lo spirito delle parole che si muove nel corpo è concreto e palpabile come la carne; la fame di creare è altrettanto materiale quanto le dita e la mano. Guardo le mie dita, vedo crescervi piume. Dalle dita, mie piume, inchiostro nero e rosso cola sulla pagina.”

Gloria Anzaldúa (1942–2004)

da Terre di confine. La frontera, a cura di Paola Zaccaria, Palomar, Bari, 2000, p. 113.
Origine: Citato in Pierre Lepori, Wolf in translation; in Louis Wolfson, Cronache da un pianeta infernale, a cura di Pietro Barbetta ed Enrico Valtellina. Con un saggio del premio Nobel J.M.G. Le Clézio, Manifestolibri, 2014, pp. 92-93. ISBN 978-88-7285-757-1

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“Era di nuovo notte. La locanda della Pietra Miliare era in silenzio, e si trattava di un silenzio in tre parti.
La parte più ovvia era una quiete vuota, riecheggiante, formata da cose che mancavano. Se ci fosse stato del vento, avrebbe spirato attraverso gli alberi, fatto scricchiolare l’insegna della locanda sui suoi cardini e spazzato via il silenzio lungo la strada come vorticanti foglie autunnali.
Se ci fosse stata una folla o anche solo un gruppetto di avventori, questi l’avrebbero riempito con conversazioni e risa, il fracasso e gli schiamazzi che ci si aspetta da una taverna nelle buie ore notturne. Se ci fosse stata musica… ma no, ovviamente non c’era alcuna musica. In realtà non c’era nulla di tutto ciò, perciò rimaneva il silenzio.
All’interno della Pietra Miliare alcuni uomini erano radunati a un angolo del bancone. Bevevano con calma determinazione, evitando serie discussioni di notizie preoccupanti. Nel fare ciò essi aggiungevano un piccolo, cupo silenzio a quello, vuoto, più grande. Formava una sorta di lega, un contrappunto.
Il terzo silenzio non era facile da notare. Se foste rimasti in ascolto per un’ora, avreste potuto cominciare a sentirlo nel pavimento di legno sotto i piedi e nei ruvidi barili scheggiati dietro il bancone.
Era nel peso del focolare di pietra nera che tratteneva il calore di un fuoco spento da molto. Era nel lento andirivieni di un bianco panno di lino che sfregava le venature del bancone. Ed era nelle mani dell’uomo che se ne stava lì in piedi a pulire un tratto di mogano che già risplendeva alla luce delle lampade. L’uomo aveva capelli di color rosso vivo, come fiamma. I suoi occhi erano scuri e distanti, e lui si muoveva con la sottile certezza che proviene dal conoscere molte cose.
La Pietra miliare era sua, proprio come il terzo silenzio.
Era appropriato, dato che dei tre era il silenzio più grande, che avvolgeva gli altri.
Era profondo e vasto come la fine dell’autunno. Era pesante come una grossa pietra levigata dal fiume. Era il paziente suono di fiori recisi, di un uomo che sta aspettando di morire.”

The Name of the Wind

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“«Tutti abbiamo il nostro momento d'oro. E dopo, è bello ricordarlo. Se fosse sempre il nostro momento d'oro non ce ne accorgeremmo neanche».
«Quand'è stato il tuo momento d'oro» mi chiede Mara.
Ci penso un po' su e poi rispondo: «Una volta ho vinto un pesce rosso al Luna Park».
Segue un rispettoso silenzio.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano

Baol. Una tranquilla notte di regime
Variante: «Tutti abbiamo il nostro momento d'oro. E dopo, è bello ricordarlo. Se fosse sempre il nostro momento d'oro non ce ne accorgeremmo neanche».
«Quand'è stato il tuo momento d'oro?» mi chiede Mara.
Ci penso un po' su e poi rispondo: «Una volta ho vinto un pesce rosso al Luna Park».
Segue un rispettoso silenzio.

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“E allora vado al cesso (oh, oh) / mi soddisfo da me stesso (guarda un po') / ma non posso farlo spesso (proprio no) / sennò diventa rosso (e frizza un po').”

Marco Malvaldi (1974) scrittore italiano

canzone sulle note di Laura non c'è di Nek
Origine: Racconti, In crociera col Cinghiale, p. 102

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“Spinelli fu per anni un fervente comunista italiano, e ottenne a suo tempo un enorme successo con un suo compromesso culinario fra tortellini in bianco e agnolotti al sugo rosso. (1981)”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

Effetti collaterali (Side Effects), "Fabrizio's": critica e replica

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“Il clero sciita, che ha promosso e guida la rivoluzione islamica di Teheran, non è composto di vermi che si agitano nella sporcizia e nel fango, come diceva il defunto scià di Persia. Gli ayatollah, che lo hanno travolto quando sembrava all'apice della potenza, difendono l'umiliato orgoglio di un'antica nazione, la Persia, e una religione a lungo frustrata, che i loro predecessori non hanno saputo preservare e rispettare. Li difendono col fanatismo, con l'odio, con una crudeltà d'altri secoli, e con un pessimo gusto che arriva al punto di costruire nel cuore di Teheran una fontana da cui sgorga acqua tinta di rosso, per ricordare il sangue versato dai martiri della rivoluzione. Ma li difendono dopo i numerosi fallimenti dei laici, degli innovatori. La loro rivoluzione è contro il mondo moderno, contro le società occidentali, contro i pagani, dai quali per secoli sono stati presi a calci. È un orgoglio ferito che esplode irrazionalmente, con il conforto di una religione che ha conservato una carica, un'intensità che noi definiamo medievale. Senza tener conto di questo, non si può capire il fenomeno iraniano.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Il clero sciita, che ha promosso e guida la rivoluzione islamica di Teheran, non è composto di vermi che si agitano nella sporcizia e nel fango, come diceva il defunto scià di Persia. Gli ayatollah, che lo hanno travolto quando sembrava all'apice della potenza, difendono l'umiliato orgoglio di un' antica nazione, la Persia, e una religione a lungo frustrata, che i loro predecessori non hanno saputo preservare e rispettare. Li difendono col fanatismo, con l'odio, con una crudeltà d' altri secoli, e con un pessimo gusto che arriva al punto di costruire nel cuore di Teheran una fontana da cui sgorga acqua tinta di rosso, per ricordare il sangue versato dai martiri della rivoluzione. Ma li difendono dopo i numerosi fallimenti dei laici, degli innovatori. La loro rivoluzione è contro il mondo moderno, contro le società occidentali, contro i pagani, dai quali per secoli sono stati presi a calci. È un orgoglio ferito che esplode irrazionalmente, con il conforto di una religione che ha conservato una carica, un' intensità che noi definiamo medievale. Senza tener conto di questo, non si può capire il fenomeno iraniano.
Origine: Da La piaga iraniana http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/08/04/la-piaga-iraniana.html?ref=search, la Repubblica, 4 agosto 1987.

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“Oggi i gusti sul cibo provocano divisione, oggi i gusti sul genere provocano divisione, oggi i gusti sessuali provocano divisione. Mentre invece noi avremmo bisogno di una grande libertà ma di una grande unità, con un filo rosso che lega tutta la società per il cambiamento.”

Marco Rizzo (1959) politico italiano

min. 17:06
Variante: Oggi i gusti sul cibo provocano divisione, oggi i gusti sul genere provocano divisione, oggi i gusti sessuali provocano divisione. Mentre invece noi avremmo bisogno di una grande libertà ma di una grande unità con un filo rosso che lega tutta la società per il cambiamento. (min. 17:06)

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“Facile agli ormeggi, quello di Massaua è, senza contrasti, il più bel porto del Mar Rosso.”

Ferdinando Martini (1841–1928) scrittore e politico italiano

Origine: Nell'Affrica italiana, p. 10

“Il Mar Rosso è vitale per la economia etiopica e la costa eritrea sarà difesa ad ogni costo contro ogni tentativo di aggressione straniera.”

Tafari Bante (1921–1977) politico e militare etiope

Origine: Citato in L'Etiopia non vuole rinunciare al possesso della costa eritrea https://archivio.unita.news/assets/main/1975/02/23/page_017.pdf, L'Unità, 23 febbraio 1975

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“La storia del Bengala è stata una storia in cui il popolo di questa terra ha tinto di rosso le vie e le strade di questa terra con il suo sangue.”

Sheikh Mujibur Rahman (1920–1975) politico bengalese

The history of Bengal has been a history where the people of this land have made crimson the streets and highways of this land with their blood.

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“La dolcezza del tuo volto emana così tanta luce vitale che il cielo intero si tinge di rosso, imbarazzato dal tuo splendore.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net