Frasi su virtuoso

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema virtuoso, essere, uomo, grande.

Frasi su virtuoso

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“Tutti nasciamo spontaneamente virtuosi, intelligenti, liberali e juventini. Taluni, poi, crescendo si corrompono e diventano imbecilli, interisti o milanisti.”

Luigi Einaudi (1874–1961) 2º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Citato in Fulvio Paglialunga, I presidenti della Repubblica del pallone http://www.rivistastudio.com/standard/i-presidenti-della-repubblica-del-pallone/, Rivista Studio, 9 febbraio 2015.

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“Fate il bene in ogni tempo, in ogni luogo, in tutte le circostanze in cui potrete farlo; e sarete, a non dubitarne, virtuosi e saggi.”

Confucio (-551–-479 a.C.) filosofo cinese

Origine: Citato in Cesare Cantù, Biografie per corredo alla storia universale, Confucio, 1845.

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“Sai dove si vende il pesce?» «Si, al mercato.» «E sai dove gli uomini diventano virtuosi?» «No.”

Socrate (-470–-399 a.C.) filosofo ateniese

«Allora seguimi»
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi

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“Un avaro non può mai essere virtuoso.”

Antistene (-444–-365 a.C.) filosofo greco antico

Origine: Citato in G. B. Garassini e Carla Morini, Gemme, classe 5 maschile, Sandron, Milano [post. 1911].

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“[…] questo «io eroico» non si pone più autonomamente dinanzi ai propri avversari, come al tempo dei cinismi giovanili o delle prime dispute contro la pedagogia istituzionale, ma è certo d'agire per conto di un'istanza superiore ben identificata e inesauribile, la dottrina del Vangelo – del testo greco dei Vangeli ritradotto dallo stesso Tolstòj (un'ottima traduzione). Una dottrina che Tolstòj fa valere integralisticamente, ignorando di proposito la distanza di diciotto secoli, rifiutandosi di «storicizzare» e di attenuare come che sia i comandamenti di Gesù, e aprendo così un fronte immenso sul quale battersi nel mondo «pseudo-cristiano» o «cristiano-ecclesiastico» (come egli lo chiama) in cui non c'è versetto del Vangelo che, tradotto fedelmente, non suoni completamente sconosciuto e scandaloso. In questa sua ultima ed enorme scommessa sulla propria energia e forza d'urto, a Tolstòj non rimane più tempo né spazio per una dimensione privata, per una qualche quinta in cui riprendere fiato: tutto è messo in gioco, e tutto è illuminato dai riflettori. Da questa condizione Tolstòj trae adesso la forza e il gusto di continuare a vivere; da questa condizione – e dalla forza e dal gusto di vivere che gliene vengono – la sua arte trae vigore, volontà, argomenti; e di questa sua arte Tolstòj vive – scrittore com'egli è, fino al midollo. In questo cerchio virtuoso, trionfante, percorre i suoi cicli la dialettica tra pubblico e privato dell'ultimo periodo della vita di Tolstòj, vecchio conte che è diventato in tutto attore e non lo è più in nulla. (Non per nulla questo Tolstòj fu l'ultima grande passione di Nietzsche, prima della follia, e Nietzsche lo leggeva e compulsava avidamente, riconoscendo in lui lo stesso mito al quale anch'egli si sentiva forzato: la consumazione del confine tra «arte» e «vita», tra «volontà» e «realtà».)”

Igor Sibaldi (1957) traduttore, saggista e scrittore italiano

p. L

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“C'è un circolo virtuoso nello sport: più ti diverti più ti alleni; più ti alleni più migliori; più migliori più ti diverti.”

Pancho Gonzales (1928–1995) tennista statunitense

Origine: Citato in Enos Mantoani, In odor di GOAT: Pancho Gonzales http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2011/09/20/581396-odor_goat_pancho_gonzales.shtml, Ubitennis.com, 15 settembre 2011.

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“Quando gli uomini diventano virtuosi in vecchiaia, non fanno altro che sacrificare a Dio gli avanzi del diavolo.”

Jonathan Swift (1667–1745) scrittore e poeta irlandese

Origine: Citato in Focus, n. 115, p. 170.

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“Cos'è l'amore? Ognuno ha una risposta diversa a questa domanda. Questo demone ha tormentato un numero infinito di uomini valorosi e di donne virtuose e capaci.
Basandomi sulle storie d'amore del nonno, sugli amori tempestosi di mio padre e sul pallido deserto delle mie esperienze, ho desunto alcune costanti valide per le tre generazioni della mia famiglia. La prima fase, quella dell'amore ardente, è fatta di dolore lacerante, dal cuore trafitto gocciola un liquido simile alla resina di pino; il sangue versato per le pene d'amore sgorga dallo stomaco, attraversa gli intestini e viene espulso dal corpo sotto forma di feci nere come la pece. La seconda fase, quella dell'amore crudele, è la fase della critica impietosa; gli innamorati adorano scorticarsi vivi sul piano fisico, psicologico, spirituale e materiale; adorano strapparsi a vicenda le vene, i muscoli, gli organi e infine il cuore nero o rosso, e gettarlo in faccia all'altro, facendo sì che i due cuori si scontrino e vadano in pezzi. La terza fase, o dell'amore di ghiaccio, è caratterizzata da lunghi silenzi. La freddezza trasforma gli amanti in ghiaccioli. E' per questo che quelli che amano veramente hanno il viso bianco come brina e una temperatura corporea di venticinque gradi. Battono i denti senza riuscire a parlare, non perché non lo vogliano ma perché hanno disimparato, e agli altri danno l'impressione di esser muti.”

Red Sorghum

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“È meglio combattere al fianco di pochi virtuosi contro tutti i malvagi piuttosto che al fianco di molti malvagi contro pochi virtuosi.”

Antistene (-444–-365 a.C.) filosofo greco antico

Origine: Citato in 2005, VI, 12.

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“Il più virtuoso davanti a Dio non è necessariamente il più idoneo.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Le lettere pastorali di San Paolo

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“Non si è viziosi che per il vizio, non si è virtuosi che per la virtù; così non si è frugali che per riguardo alla propria prodigalità.”

Jacques Deval (1890–1972) commediografo, regista e scrittore francese

Taccuino di un autore drammatico

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“È così virtuoso che per lui la vita stessa è un vizio.”

Georg Büchner (1813–1837) scrittore e drammaturgo tedesco

Origine: Citato da Luigi Manconi, Otto punti sono più di un indizio, Travaglio è un vizioso del moralismo, Il Foglio, 30 aprile 2013

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“È piú che dubbioso che l'eroe da noi scelto sia piaciuto ai lettori. Alle signore non piacerà, questo si può dir di sicuro, giacché le signore esigono che l'eroe sia una perfezione assoluta, e basta che abbia, nell'anima o nel corpo, una qualsiasi macchiolina – apriti cielo! Per quanto profondo sia sceso in lui lo sguardo dell'autore, per quanto abbia reso con piú nettezza d'uno specchio la sua immagine, non gliene riconosceranno il minimo pregio. La stessa complessione pienotta e la mezza età di Číčikov gli saranno di grave pregiudizio: la complessione pienotta non verrà a nessun patto perdonata al nostro eroe, e moltissime signore, torcendo il viso dall'altra parte, diranno: – Pfu! com'è detestabile! – Ahimè, son tutte cose che l'autore sa bene; e, nonostante tutto, egli non può scegliere per suo eroe un uomo virtuoso. Ma… chissà, nel corso di questa stessa narrazione, si faranno sentire altre corde, non tocche fin qui; verrà a risaltare la smisurata ricchezza dello spirito russo; apparrà un uomo dotato di virtú sovrumane, o una di quelle prodigiose giovinette russe, come altrove non se ne trovano al mondo, in tutta la stupenda bellezza della sua anima femminile, tutta aspirazioni magnanime e spirito di sacrificio. E morti sembreranno, di fronte a loro, tutti gl'individui virtuosi dell'altre stirpi, com'è morto un libro di fronte alla viva parola! Si solleveranno i moti propri dell'indole russa… e si vedrà quanto a fondo sia penetrato nella natura slava ciò che ha sfiorato appena la natura degli altri popoli… Ma a che scopo parlare di quello che è innanzi? Non si conviene all'autore, che è un uomo educato ormai da gran tempo alla severa vita interiore e alla fredda lucidità della solitudine, lasciarsi trasportare come un giovanotto. A ogni cosa il suo turno, e il suo luogo, e il suo tempo! Ma l'uomo virtuoso, no, non l'abbiamo scelto a nostro eroe. E possiamo anche dire perché non l'abbiamo scelto. Perché è tempo, una buona volta, di concedere un po' di riposo al povero uomo virtuoso; perché a vuoto gira su tutte le labbra la parola uomo virtuoso; perché hanno ridotto a un cavallo l'uomo virtuoso, e non c'è scrittore che non ci scarrozzi, incitandolo colla frusta, o qualunque altra cosa gli capiti; perché hanno talmente massacrato l'uomo virtuoso, che ormai non c'è piú in lui neppur l'ombra della virtú – gli sono restate le coste e la pelle, al posto del corpo; perché ipocritamente si fa venire in ballo l'uomo virtuoso; perché non si rispetta, l'uomo virtuoso. No, è tempo, una buona volta, d'attaccare alle stanghe anche un farabutto. Suvvia dunque, attacchiamo questo farabutto!”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

I, 11; 1977, p. 223

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“Lodate l'istruzione che nutre l'anima e la fa crescere; stimate le alte verità che li incoraggiano a renderla saggia e virtuosa.”

Fénelon (1651–1715) religioso, teologo e pedagogo francese

Origine: L'educazione delle fanciulle, p. 71

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“Il profumo dei fiori non va controvento, non [quello di] sandalo, tagara, o gelsomino; il profumo dei buoni va controvento, in tutti i sensi lo effonde il virtuoso.”

Gautama Buddha (-563–-483 a.C.) monaco buddhista, filosofo, mistico e asceta indiano, fondatore del Buddhismo

54; 1994, p. 56

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“Ma intanto, della cresciuta gloria di Dante congratuliamoci, come di felice augurio colla nostra età, colla nostra Patria. Ella ha molti altri grandi scrittori, anzi i più grandi in ogni arte o scienza moderna; il più gran lirico di amore, il più gran novellatore, il più grand'epico grave, il più grande giocoso, il più gran pittore, il più grande scultore, il primo de' grandi fisici moderni e il maggior degli ultimi: Petrarca, Boccaccio, Tasso, Ariosto, Raffaello, Michelangelo, Galileo e Volta. Vogliam noi glorie, vanti, supremazie? Non ci è mestieri ire in cerca d'ignoti o negati. Tutti questi ce ne daranno. Ma vogliamo noi aiuti? e non a ingegno, di che non abbiam difetto, ma a virtù, se già così sia che ne sentiam bisogno? Torniamo pure, abbandoniamoci all'onda che ci fa tornare al più virtuoso fra' nostri scrittori, a colui che è forse solo virilmente virtuoso fra' nostri classici scrittori. In lui l'amore non è languore, ma tempra; in lui l'ingegno meridionale non si disperde su oggetti vili, ma spazia tra' più alti naturali e soprannaturali; in lui ogni virtù è esaltata, e i vizi patrii od anche proprii sono vituperati, e gli stessi errori suoi particolari sono talora occasioni di verità più universali; la patria città, la patria provincia e la patria italiana sono amate da lui senza stretto detrimento l'una dell'altra, e massime senza quelle lusinghe, quelle carezze, quegli assonnamenti più vergognosi che non l'ingiurie, più dannosi che non le ferite; e i destini nostri allor passati, presenti o futuri, sono da lui giudicati con quella cristiana rassegnazione alla Provvidenza divina, che accettando con pentimento il passato, fa sorgere con nuova forza ed alacrità per l'avvenire. Noi cominciammo con dire, essere stato Dante il più italiano fra gli italiani; ma ora, conosciuti i fatti ed anche gli errori di lui, conchiudiamo pure, essere lui stato il migliore fra gl'Italiani. S'io m'inganno sarà error volgare di biografo; ma come o perché s'ingannerebbe ella tutta la nostra generazione?”

Cesare Balbo (1789–1853) politico italiano

Origine: Da Vita di Dante, pp. 218-219

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“L'età nelle persone virtuose, di entrambi i sessi, dona una autorità che la rende preferibile a tutti i piaceri della giovinezza.”

Richard Steele (1672–1729) scrittore, saggista e politico britannico

da The Spectator, n. 153, 25 agosto 1711

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“Le donne virtuose non scelgono l'uomo con l'occhio ma con la ragione!”
Animo virum pudicae, non oculo eligunt.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

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“Mai più con partner virtuose, avevo una ex che raggiungeva l'orgasmo sentendosi cantare le strofe delle canzoni di Eros Ramazzotti. A volte dimenticavo i testi ed ero costretto ad attaccarli sulla parete per poi cantarli. Mi accorgevo del momento topico quando lei gemeva tre volte Eros, Eros, Eros,…”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Replica di Maurizio Costanzo: "E lei come un juke-box partiva!?". (Dal Maurizio Costanzo Show – Canale 5 – del 19 maggio 1995; )

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“Dopo Liszt, tutti gli altri virtuosi appaiono poca cosa, incluso Thalberg.”

Clara Wieck (1819–1896) pianista e compositrice tedesca

Origine: Citato nella raccolta Concerto (Liszt), a cura di Michele Selvini, Armando Curcio Editore, Roma 1989.

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“[…] la scuola veneziana risulta trovarsi in una situazione eccellente, assai quotata in Italia; ma tra tutti quei "virtuosi", ce ne son pochi o punti che ci convincono. Passiamo in rassegna, se volete, questi signori. 1° Canaletti, Pittore di Vedute, lunatico, intrattabile, "Baptistisé", che vende un quadro da collezione (giacché non ne esegue d'altro genere) fino a 120 zecchini, e che s'è impegnato per quattro anni a non lavorare che per un mercante inglese, chiamato Smitt. Da scartare.”

Carl Gustaf Tessin (1695–1770) politico, collezionista d'arte e mecenate svedese

dalla Lettera a C. Horleman, 16 giugno 1736
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“«Ce lo chiede il popolo italiano», dicevate. Ma quando avete visto gli italiani scendere in piazza al grido: «Senato delle autonomie subito!»? Ho visto gli italiani lottare per i propri diritti costituzionalmente garantiti, non certo per avere una Camera di nominati, non certo per una riforma che non farà trovare lavoro al 43 per cento di giovani disoccupati, che non migliorerà la sanità, sempre lasciata in balìa degli avidi appetiti delle Regioni, con le note disuguaglianze tra quelle virtuose e quelle no. Chi di voi avrebbe la faccia tosta di dire che il bicameralismo rallenta il procedimento legislativo? […] Allo stesso modo non vi interessa la soluzione del conflitto di interessi che viola il principio costituzionale dell'uguaglianza di tutti i cittadini nell'accesso alle cariche elettive, sempre sacrificata sull'altare del baratto politico. Queste sono le vere riforme che il popolo italiano ci e vi chiede, non per cancellare, ma per attuare la nostra legge fondamentale, la «grande incompiuta», come diceva Calamandrei, per realizzare pienamente i principi della nostra Costituzione. Tutto questo però il Premier fa finta di non saperlo. Tanti giornali titolano: «Renzi vuole uscire vincitore», come se il nostro ordinamento costituzionale fosse la scommessa di un Premier infantile, il premio da attribuire a un narciso egoista, arrogante sul piano nazionale e irrilevante su quello europeo. E chi se ne frega se nelle università, così come nei pochi media liberi e tra i nostri banchi, in molti disperatamente chiedono di fermare una riforma sbagliata.”

Paola Taverna (1969) politica italiana

“Velázquez, che deve molto ai maestri veneziani, alla fine paga il suo debito. Abbandonate le tonalità cupe della primitiva tavolozza, diviene uno dei maggiori coloristi del tempo suo. I suoi limiti erano piuttosto angusti, ma la conoscenza dei valori crebbe con gli anni, e nell'impiego dei bianchi e dei grigi-argento non ebbe rivali. Dove i veneziani avrebbero creato un contrasto stridente con rosso e rosa, con rosa e porpora, Velázquez, con non so quale misteriosa alchimia, li combinava insieme senza dissonanze, creando nuove armonie di colori. Dai veneziani apprese a rompere i rigidi contorni delle figure e a modellarne le forme con la luce, a correre sulla trama della tela con un pennelleggiare rapido, ponendo l'accento là dove era più necessario. Dal realismo degli "interni" all'impressionismo degli ultimi lavori, fu lungo e faticoso il cammino, il costante ostinato progresso di un artigiano, destinato a padroneggiare il proprio mestiere piuttosto che il successo senza fatica di un virtuoso.”

Elizabeth Du Gue Trapier (1893–1974) critica e storica dell'arte statunitense

da Velázquez, 1948
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“La vita e l'agire virtuoso di qualsiasi spirito consiste nella divina somiglianza e nella purezza della retta intenzione.”

Jan van Ruusbroec (1293–1381) presbitero e scrittore fiammingo

Lo splendore delle nozze spirituali

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