Frasi su consumo
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“Un ambiente che non perdona, che consuma.”

Kevin Spacey (1959) attore, produttore cinematografico, regista e sceneggiatore statunitense
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“Nelle prime fasi della rivoluzione industriale, gli animali venivano usati come macchine. E altrettanto si faceva con i bambini. Più tardi, nelle cosiddette società post-industriali, gli animali vengono trattati come materia prima. I capi di bestiame destinati all'alimentazione vengono lavorati alla stregua di prodotti industriali. […] Questa riduzione dell'animale […] fa parte dello stesso processo che ha ridotto gli uomini a isolate unità di produzione e consumo. In effetti, durante questo periodo l'atteggiamento nei confronti degli animali spesso prefigurava quello nei confronti dell'uomo. La visione meccanica della capacità lavorativa animale fu in seguito applicata a quella degli uomini. F. W. Taylor, che sviluppò il "taylorismo" studiando il rapporto tempo-moto e la gestione "scientifica" del lavoro industriale, sosteneva che il lavoro dovesse essere «così stupido» e così flemmatico da rendere [il lavoratore] «più simile, per struttura mentale, al bue che a qualsiasi altra specie». Pressoché tutte le moderne tecniche di condizionamento sociale si basano su esperimenti condotti sugli animali. E lo stesso vale per i cosiddetti test attitudinali. Oggi comportamentisti come Skinner rinchiudono il concetto stesso di uomo entro il perimetro di ciò che ricavano dai loro esperimenti di laboratorio sugli animali.”

John Berger (1926–2017) critico d'arte, scrittore e pittore inglese

Perché guardare gli animali?, pp. 12-13
Sul guardare

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“Non vi è peggior schiavitù di quella che s'ignora.”

Paola Maugeri (1971) giornalista e conduttrice televisiva italiana

introduzione
Las vegans

“Ai signori Vichy e Lenorme era sufficiente ottenere tutti i permessi per perlustrare il terreno presso il santuario del Marzale; e il parigino, che s'era previdentemente messo in società con uno stimanto cittadino piemontese, anzi italiano ormai, sperava che la questione romana, il pontefice, Roma capitale d'Italia, tutti problemi sui quali fra le due potenze non c'era accordo, non interferissero nei suoi affari, guastassero i buoni rapporti con le autorità. Anche le relazioni fra le autorità politiche e quelle religiose non erano tranquille. Sul principio del 1863, il ministro Pisanelli aveva proposto la legge per l'abolizione delle congregazioni ecclesiastiche e per l'ordinamento dell'asse ecclesiastico. in Francia era uscita, in quei mesi, la Vita di Gesù di Renan. L'8 dicembre di quell'anno, noi sappiamo, che il pontefice avrebbe pubblicato l'enciclica Quanta cura e il Sillabo. E fra due anni, nel 1866, si avrebbe avuta «l'infausta campagna» del 1866, con la donazione del Veneto da parte dei francesi, anche se: «Questa mostra di guerra consumò 144 milioni per gli apparecchi e armamenti: 141 milioni per la flotta; poi 91 milioni e mezzo per indennità pagate all'Austria, sicché la Venezia costava al regno quasi un miliardo». Il governo dei moderati durò, sappiamo ancora, sedici anni, fornendo al regno ben quindici ministeri.”

Alberico Sala (1923–1991) scrittore, poeta e critico d'arte italiano

Origine: I vizi naturali, p. 36

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“Io credo, lo credo profondamente, che il vero fascismo sia quello che i sociologhi hanno troppo bonariamente chiamato la "società dei consumi". Una definizione che sembra innocua, puramente indicativa. E invece no. Se uno osserva bene la realtà, e soprattutto se uno sa leggere intorno negli oggetti, nel paesaggio, nell'urbanistica e, soprattutto, negli uomini, vede che i risultati di questa spensierata società dei consumi sono i risultati di una dittatura, di un vero e proprio fascismo. Nel film di Naldini noi abbiamo visto i giovani inquadrati, in divisa… Con una differenza, però. Allora i giovani nel momento stesso in cui si toglievano la divisa e riprendevano la strada verso i loro paesi e i loro campi, ritornavano gli italiani di cento, di cinquant'anni addietro, come prima del fascismo.
Il fascismo, in realtà, li aveva resi dei pagliacci, dei servi, e forse in parte anche convinti, ma non li aveva toccati sul serio. Nel fondo dell'anima, nel loro modo di essere. Questo nuovo fascismo, questa società dei consumi, invece, ha profondamente trasformato i giovani, li ha toccati nell'intimo, ha dato loro altri sentimenti, altri modi di pensare, di vivere, altri modelli culturali. Non si tratta più, come all'epoca mussoliniana, di un'irregolamentazione superficiale, scenografica, ma di una irregolamentazione reale che ha rubato e cambiato loro l'anima. Il che significa, in definitiva, che questa "civiltà dei consumi" è una civiltà dittatoriale. Insomma, se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la "società dei consumi" ha bene realizzato il fascismo.”

da Fascista; pp. 289-290
Scritti corsari
Origine: Dall'intervista di Massimo Fini, L'Europeo, 26 dicembre 1974.

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“Se mi piace Roma? Sì, checché ne dicano… Ad abitarci no, perché ci si consuma troppo di politica: non si può vivere in un mondo di ossessi politici.”

Romano Prodi (1939) politico e economista italiano

Origine: Citato in Corriere della sera, 20 gennaio 2006.

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“La preghiera è una partecipazione attenta alle cose del mondo, che per il miracolo della preghiera perdono la storia per diventare i necessari passaggi attraverso i quali si compie la salvazione… mentre l'azione rende tutto provvisorio e inutile dopo il consumo, la preghiera rende tutto eterno e necessario.”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Da La chiave d'argento, L. Pellegrini, Cosenza, 1984; citato in Alfredo Cattabiani, «La chiave d'argento» per aprire la porta della spiritualità http://www.trapaninostra.it/libri/Biblioteca_Fardelliana/La_Fardelliana_1984_n_2-3/La_Fardelliana_1984_n_2-3-21.pdf, La Fardelliana n. 2-3-21, 1984, p. 383.

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“Di qui l'allarme, finalmente, preso sul serio. Ma di qui anche la necessità di capire che il rientro nell'ambito della respirazione regolare comporta non solo un rallentamento quantitativo, ma una "mutazione" vera e propria, qualitativa, della crescita: una trasformazione dalla formula "di tutto di più" alla formula "meno ma meglio" alla quale tutta la struttura tecnica e, soprattutto, socio e psicologica è totalmente impreparata. Ciò comporta la realizzazione di quello stato stazionario (che non è affatto uno stato statico, come un lago aperto non è uno stagno chiuso) che era considerato dagli economisti classici come l'inevitabile esito di una impossibile crescita continua, che procede oggi al ritmo catastrofico dell'interesse composto. Il senso positivo dell'allarme climatico è questo. L'emergenza di una scarsità assoluta che si credeva confinata in un futuro indistinguibile è lì, di fronte a noi. Il problema ambientale diventa non aspirazione poetica, ma, dapprima, problema energetico, quello del passaggio dalle energie non rinnovabili sprofondate nel sottosuolo a quelle rinnovabili che inondano con la luce solare la superficie della Terra; e conseguentemente problema economico, di scala sostenibile della produzione; e infine problema culturale e morale di dislocazione dei bisogni e dei desideri dal consumo distruttivo alla creatività attivistica, dal privatismo aggressivo all'individualismo sociale.”

Giorgio Ruffolo (1926) politico, giornalista e saggista italiano

da Uomini e farfalle, L'espresso, n. 28, anno LIII, 19 luglio 2007, p. 107

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“Carissima Lotte, perché mai l'uomo può fare tanto per sé e così poco per gli altri! […] Per gli altri io mi consumo nel lavoro e non ottengo nulla, per me basta ch'io muova un dito e tutto mi viene offerto sopra un cuscino.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

dalla lettera del 2 aprile 1782; p. 69
Varie

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“Vorrei che si riaprisse anche in Italia il dibattito per la liberalizzazione delle droghe leggere. È arrivato il momento di superare le barriere ideologiche e ammettere che proibire non serve a ridurre il consumo. La sentenza della Consulta, che dichiara incostituzionale la legge Fini-Giovanardi, dimostra, ancora una volta, la visione civilmente più avanzata dei nostri giudici rispetto al Parlamento. Con la bocciatura della legge, che equiparava droghe pesanti e leggere e prevedeva pene fino ad 20 anni di reclusione, si è calcolato che le condanne dovranno essere riviste per 10.000 detenuti, perché connesse all'uso di droghe leggere, dunque per reati di lieve entità. È un numero enorme, che corrisponde quasi alla metà di tutti i reclusi per droga, complessivamente circa il 40% dei carcerati. Ora, si stima che circa il 50% dei nostri giovani faccia uso di cannabis, oltre a molti adulti. Significa che metà dei giovani italiani è criminale? Se fosse così, ci sarebbe un motivo in più per ritenere la Fini-Giovanardi un totale fallimento. Mettere sullo stesso piano droghe leggere e pesanti è antiscientifico.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Da L'appello di Veronesi: liberalizzare la cannabis http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-idee/polis/2014/02/20/news/l_appello_di_veronesi_liberalizzare_la_cannabis-79134131/?ref=search, Repubblica.it, 20 febbraio 2014.

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“Per prevenire l'infarto non c'è cura migliore di un moderato consumo di alcol.”

Serge Renaud (1927–2012) scienziato

Origine: Citato in Carper, p. 48.

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“La società dei consumi pare considerare il silenzio un crimine.”

Eric Hobsbawm (1917–2012) storico e scrittore britannico

cap. 2, Dove vanno le arti?
La Fine della Cultura. Saggio su un secolo in crisi d'identità

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“Grande, importante malattia quella di Basedow! Per me fu importantissimo di averla conosciuta. La studiai in varie monografie e credetti di scoprire appena allora il segreto essenziale del nostro organismo. Io credo che da molti come da me vi sieno dei periodi di tempo in cui certe idee occupino e ingombrino tutto il cervello chiudendolo a tutte le altre. Ma se anche alla collettività succede la stessa cosa! Vive di Darwin dopo di essere vissuta di Robespierre e di Napoleone eppoi di Liebig o magari di Leopardi quando su tutto il cosmo non troneggi Bismark.
Ma di Basedow vissi sol io! Mi parve ch'egli avesse portate alla luce le radici della vita la quale è fatta così: tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale ad un ritmo precipitoso, il battito di un cuore sfrenato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica, destinati a perire di una malattia che sembrerebbe di esaurimento ed è invece di poltronaggine. Il giusto medio fra le due malattie si trova al centro e viene designato impropriamente come la salute che non è che una sosta. E fra il centro ed un'estremità — quella di Basedow — stanno tutti coloro ch'esasperano e consumano la vita in grandi desiderii, ambizioni, godimenti e anche lavoro, dall'altra quelli che non gettano sul piatto della vita che delle briciole e risparmiano preparando quegli abietti longevi che appariscono quale un peso per la società. Pare che questo peso sia anch'esso necessario. La società procede perché i Basedowiani la sospingono, e non precipita perché gli altri la trattengono. Io sono convinto che volendo costituire una società, si poteva farlo più semplicemente, ma è fatta così, col gozzo ad uno dei suoi capi e l'edema all'altro, e non c'è rimedio. In mezzo stanno coloro che hanno incipiente o gozzo o edema e su tutta la linea, in tutta l'umanità, la salute assoluta manca.”

Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, pp. 387-389

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“Odiavo le mie avversarie. Non era solo un'avversione passeggera, ma un odio potente che consuma. Pensavo di non poter vincere senza odio.”

Maureen Connolly (1934–1969) tennista statunitense

Origine: Da Forehand Drive (Colpo di Diritto), 1957; citato in John Martin, "Little Mo" Connolly, la prima regina del tennis http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/10/03/959862-little_connolly.shtml, traduzione di Giulia Vai, Ubitennis.com, 3 ottobre 2013.

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“Credo si possa essere sicuri che una dieta vegetariana sia molto migliore di una dieta che preveda il consumo di carne, soprattutto per quel che riguarda il rischio di cancro e malattie cardiovascolari, e che una dieta vegana sia un buon modo di ridurre, tra le altre cose, il rischio di cancro alla prostata.”

Neal D. Barnard (1953) medico statunitense

Origine: Citato in Jeffrey Moussaieff Masson (che riporta una mail inviatagli da Barnard), Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 183. ISBN 978-88-6052-218-4

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“L'eccessivo consumo di carne da parte del ricco significa la fame per il povero. Bisogna cambiare questi sistemi costosi di agricoltura, sopprimere terreni coltivati per ingrassare bovini e ridurre il bestiame.”

René Dumont (1904–2001) sociologo francese

Origine: Dichiarazione rilasciata a Roma, nel 1974, in occasione della Conferenza per l'Alimentazione Mondiale delle Nazioni Unite; citato in Aa.Vv., Un gusto superiore: un modo nuovo di mangiare e di vivere, The Bhaktivedanta Book Trust Italia, 1992, p. 12.

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“[…] Qui c'è anzitutto molta Asia nell'atmosfera… non per nulla si devono brulicare i tipi della Mongolia moscovita! Questa gente" e Settembrini accennò col mento dietro a sé, "non si regoli spiritualmente su di loro, non si lasci contagiare dai loro concetti, ponga invece la sua natura, la sua superiore natura contro la loro, e consideri sacro tutto quanto a lei, figlio dell'Occidente, del divino Occidente, figlio della civiltà, è sacro per natura e tradizione, per esempio il tempo! Codesta liberalità, codesta barbara larghezza del consumo del tempo è stile asiatico… e forse per questo I figli dell'Oriente si trovano così bene quassù. Non ha mai notato che quando russo dice: "quattro ore" non dice più di quando uno di noi dice "una"? Non è difficile immaginare che la noncuranza di costoro in riferimento al tempo dipenda dalla selvaggia vastità del loro paese. Dove c'è molto spazio c'è molto tempo… infatti si dice che sono il popolo che ha tempo può aspettare. Noi no, noi europei non possiamo. Abbiamo poco tempo, come il nostro nobile continente, articolato con tanto garbo, ha poco spazio, noi dobbiamo ricorrere alla precisa amministrazione dell'uno e dell'altro, allo sfruttamento, caro ingegnere! Prenda per simbolo le nostre grandi città, centri e fuochi della civiltà, crogioli del pensiero! Come il terreno vi rincara, È lo spreco di spazio diventa impossibile, nella stessa misura, noti, anche il tempo diviene sempre più prezioso. Carpe diem! Lo disse uno che viveva in una metropoli. Il tempo è un dono di Dio, dato all'uomo affinché usi… ne usi, ingegnere, al servizio dell'umano progresso!”

1992, p. 402-403
La montagna incantata

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“C’è chi naviga tra fulmini e tempeste, e chi consuma la propria esistenza nella noia più assoluta. La”

Luciano De Crescenzo (1928–2019) scrittore italiano

Il tempo e la felicità

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“I secoli passano e si consuma il mondo, ma la mia anima è sempre giovane; veglia tra le stelle, nella notte dei tempi.”

Jeanne de Vietinghoff (1875–1926) scrittrice svizzera

Origine: Citato in Marguerite Yourcenar Il Tempo, grande scultore, p. 192

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“Prima che sulla coppia, Eyes wide shut è né più né meno che un film sulla borghesia - ieri e oggi, dopo Barry Lyndon e l'89 di duecento e passa anni fa - e dunque, visto che il potere è sempre saldo nelle mani di questa classe, assistita o appena contrastata, oggi come oggi, solo da poteri più esoticamente criminali di essa, è un film sul potere, […] il Potere Borghese e Maschile sul corpo della donna e del ricco sul corpo del povero. […] Che cos'è questo film, in definitiva, se non una classica storia di "presa di coscienza", che a metà pone il protagonista di fronte a una crisi e lo costringe a cominciare a vedere? Con procedimenti non immemori di Hitchcock e di Lang, Bill è ora mosso nelle sue azioni dal senso di colpa, che però non è "cattolico" come nei due maestri, o metafisico alla Kafka, o psicoanalitico-edipico-freudiano, bensì precisamente e chiaramente sociale. E il clou ne sarà la conversazione con Ziegler (Pollack), il borghese cinico che sa e che ha scelto e che è "dentro" la grande rete nascosta del potere. Quello che prima era tutto freddezza di professionista acciuffadenari che esorcizza la morte e il male con il censo e il sesso, cambierà, sarà un'altra persona e un altro medico. […] È poco? È tantissimo almeno da dentro il mondo borghese di cui Kubrick parla e da cui proviene e in cui si era nevroticamente installato. Se i Bill e Alice del mondo lo capissero tutti, il mondo sarebbe diverso. […] A fine secolo, Kubrick non rinuncia quindi a "farci la morale" e noi gliene siamo grati, anche perché ci lascia qualcosa in cui credere. Di fronte a questo, che la prima lettura del film sia per i Bill e Alice del mondo meno godibile… affari loro. Chi ha occhi per vedere veda, sia pure tra sonno e veglia, e gli altri dormano pure l'immenso meschino complice doppio sogno del consumo e del consenso.”

Goffredo Fofi (1937) saggista, attivista e giornalista italiano
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“Nella nostra Rivoluzione, crediamo d'aver spezzato le catene dell'economia del consumo basato sull'importazione, e che siamo liberi di decidere il nostro destino. Per realizzare gli interessi del popolo somalo; la realizzazione d'una vita migliore, lo sviluppo completo del suo potenziale e il compimento delle sue aspirazioni, dichiariamo solennemente che la Somalia sia uno Stato socialista.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II
Variante: Nella nostra Rivoluzione, crediamo d'aver spezzato le catene dell'economia del consumo basata sull'importazione, e di essere liberi di decidere il nostro destino. E per realizzare gli interessi del popolo somalo; il conseguimento da parte sua d'una vita migliore, lo sviluppo completo delle sue potenzialità e il compimento delle sue aspirazioni, dichiariamo solennemente che la Somalia è uno Stato socialista.

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“La donna è sopra la pecunia, come il sol sopra il ghiaccio, che del continue lo strugge e consume.”

Bernardo Dovizi da Bibbiena (1470–1520) cardinale e drammaturgo italiano

La Calandria (c. 1507)

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“Crudel, che tal beltà turba e consuma.”

Torquato Tasso (1544–1595) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

Gerusalemme Liberata (1581)

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“Non ho soggiornato abbastanza a Napoli, per essere istruito a fondo sulla vita, sia privata sia di società che vi si conduce. So solo che vi si dorme più che in qualsiasi altro paese dell'Italia; che vi si consuma una quantità prodigiosa di cioccolato che ogni privato fa preparare a casa sua nella dose che più preferisce; che le conversazioni o riunioni generali sono nel tono di quelle delle altre città d'Italia; che nelle cerchie private il parlare è alla greca, cioè, molto allegro ed estremamente libero; che la galanteria è tanto comune e poco discreta nei primi ranghi, quanto rara e misteriosa nella borghesia; che, a seguirla nel popolo, gli estremi si toccano; che la continenza, in generale, a Napoli è la virtù meno comune; che l'amore, che altrove spesso non è che apparenza, fatuità, fantasia, è uno dei più urgenti bisogni; infine che il Vesuvio, che comanda questa città, è l'emblema più esatto sotto cui da questo punto di vista la si possa rappresentare.
Altri bisogni, che la polizia ed un certo pudore altrove, soprattutto nelle grandi città, reprimono, a Napoli sono al di sopra di tutte le leggi. Lo zolfo, mescolato a tutti i vegetali e a tutti gli alimenti, l'uso continuo del cioccolato, dei liquori più forti, delle spezie che più riscaldano provocano esplosioni ed eruzioni che non sopportano né rinvio né cerimonie. I cortili dei palazzi e degli alberghi, i porticati delle case private, le loro scale e i loro pianerottoli sono altrettanti ricettacoli per le necessità di tutti i passanti. Anche chi va in carrozza scende per mescolarsi alla folla che cammina; chiunque si prende in casa d'altri la libertà che permette a casa sua.”

Pierre-Jean Grosley (1718–1785) storico e scrittore francese

Observations sur l'Italie et sur les Italiens, , vol. III

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“So che rimpiangerò lo sport, ma sono a pezzi. Stanca di soffrire. Smetto per questo, perché è un fuoco che riscalda, ma che consuma anche. Non solo te, ma anche quelli che ti stanno attorno.”

Tania Cagnotto (1985) telecronista sportiva e tuffatrice italiana

Origine: Da un'intervista a la Repubblica, Tania Cagnotto a Repubblica: "Arrivare fin qui è stato feroce. Dopo Rio mi ritiro, non voglio più soffrire" https://www.huffingtonpost.it/2016/08/09/tania-cagnotto-tuffi_n_11398968.html, riportata in Huffingtonpost.it, 9 agosto 2016.

“Chi comanda in Ungheria da più di trent'anni, fino alla vigilia dell'89, è Janos Kadar: il più riuscito esempio di leader restauratore di un comunismo afflitto dall'incapacità di rendersi tollerabile. La sua carriera politica ha seguito un percorso zigzagante, tra stalinismo e riformismo, scandito da scomuniche e promozioni. Il suo è il classico curriculum vitae di un dirigente dell'Est. All'inizio non ha osteggiato l'insurrezione del'56, ma poi è stato uno dei "normalizzatori". Il pragmatico Kadar ha preso le distanze dal tumultuoso disordine, troppo traboccante di sognie di passioni, al tempo stesso rivolto contro il comunismo e in favore di un comunismo migliore. E ha finito col chiedere l'intervento sovietico, che comunque ci sarebbe stato. Con lo stesso realismo, arrivato al vertice del partito, ha adottato la politica dell'indulgenza. Non verso la contestazioneo la critica politica; ma verso i piaceri più individuali. LL'Ungheria è diventata con lui la meta dei privilegiati degli altri paesi comunisti, attirati dalle vetrine in cui erano esposti, non senza gusto e con insolita abbondanza, tanti prodotti introvabili nelle loro città, dai tessuti di qualità ai cosmetici più raffinati. Non mancavano la buona cucina e la vita notturna con la sua dose di erotismo. L'ideologia dei consumi, accompagnata da un certo laissezfaire nell'illusoria satira dei cabaret, funzionava da surrogato delle libertà fondamentali chieste durante l'insurrezione del'56 e respinte con la repressione. Con il suo comunismo "al gulash" Kadar raggiunse un consenso passivo invidiabile nelle altre capitali del socialismo reale, alcune delle quali assai più dotate di risorse dell'Ungheria, paese economicamente gracile con una testa enorme e fantasiosa quale era (ed è) la sua capitale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

“[«Com'è cambiata la comicità dagli anni '90 ad oggi?»] Adesso le trasmissioni che contengono comicità sono un po' dei cataloghi, molto a consumo. I comici presenziano, magari neanche tutte le settimane, hanno i minuti contati per esibirsi e via. Negli anni '90 c'era un po' più il meccanismo dell'affetto, del sequel diciamo, si costruivano delle storie […]. I personaggi dalla prima all'ultima puntata facevano un percorso, c'erano comunque i tormentoni, però le storie si evolvevano.”

Marina Massironi (1963) attrice italiana

Origine: Citato in Paola M. Ruiu, Comicità al femminile. Intervista a Marina Massironi e Alesandra Faiella in scena con la commedia noir "Rosalyn" http://www.shmag.it/show/teatro/23_03_2017/comicita-al-femminile-marina-massironi-e-alessandra-faiella-in-scena-con-la-commedia-noir-rosalyn/, Shmag.it, 23 marzo 2017.

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“Come potete voi, come possiamo noi, organizzare in accordo con tali nozioni tutto un sistema di visibilità, di rappresentazione, di concessione di sovranità e di riconoscimento politico? Credete davvero di essere omosessuali o eterosessuali? Vi preoccupa questa distinzione? Ci contate? Riponete addirittura su di essa la vostra identità di umani? Se ascoltando una di queste parole sentite un fremito in gola, non frenatelo. È la molteplicità del cosmo che cerca di entrarvi in gola come fosse il tubo del telescopio di Herschel. Permettetemi di dirvi che l’omosessualità e l’eterosessualità non esistono al di fuori di una epistemologia binaria e gerarchica che cerca di preservare il dominio del pater familias sulla riproduzione della vita. L’omosessualità e l’eterosessualità non esistono al di fuori di una epistemologia binaria, coloniale e capitalista che privilegia le pratiche sessuali riproduttive a beneficio di una strategia di gestione della popolazione, della riproduzione della forza lavoro, ma anche di riproduzione della popolazione che consuma. È il capitale, e non la vita che si riproduce. Ma se l’omosessualità e l’eterosessualità non esistono: Che siamo? Come amiamo? Immaginatevelo.”

Paul B. Preciado (1970) filosofa spagnola

Origine: Da scritto per il Festival delle letterature a Roma http://www.festivaldelleletterature.it/un-appartamento-su-urano-un-apartamento-en-urano/#tab-italian , 8 giugno 2018.

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“Il capitalismo è l'opposto della solidarietà e della partecipazione democratica. I modelli di produzione e consumo che lo caratterizzano promuovono il saccheggio, il militarismo, minacciano la pace, generano violazioni dei diritti umani e sono il più grande pericolo per l'equilibrio ecologico del pianeta e la sopravvivenza degli esseri umani.”

Origine: Dal discorso al dibattito generale della 73ª Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 26 settembre 2018; citato in Discorso del presidente cubano all'ONU: «La natura irrevocabile del socialismo sarà ratificata» http://www.lariscossa.com/2018/09/29/discorso-del-presidente-cubano-allonu-la-natura-irrevocabile-del-socialismo-sara-ratificata, Lariscossa.com.