Frasi sulla notte
pagina 8

Osip Ėmil'evič Mandel'štam photo

“A Pietroburgo ci incontreremo di nuovo | come se vi avessimo sepolto il sole, | e una beata insensata parola | per la prima volta pronunceremo. || Nel nero velluto della notte sovietica, | nel velluto del vuoto universale, | cantano sempre i cari occhi di donne beate, | sempre fioriscono fiori immortali.”

Osip Ėmil'evič Mandel'štam (1891–1938) poeta russo

Origine: Da A Pietroburgo ci incontreremo di nuovo, traduzione di Angelo Maria Ripellino; citato in Incontrarsi a Pietroburgo. Osip Mandel’štam https://www.quotidiano.net/blog/marchi/incontrarsi-a-pietroburgo-osip-mandelstam-83.34023, Quotidiano.net, 26 dicembre 2015.

Aung San Suu Kyi photo

“Quello che sai dimenticalo ancora. | La strada è più difficile, la notte fa paura. | Tu vedi i grandi numeri, ma io vedo la polvere.”

Filippo Gatti (1970) cantautore, musicista e produttore discografico italiano

da Requiem per i grandi numeri, n.5
Tutto sta per cambiare

Francesco Guccini photo
Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
Alexander Graham Bell photo
Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
Hans Küng photo
Wolfgang Amadeus Mozart photo
Wolfgang Amadeus Mozart photo
Alberto Sordi photo
Jim Morrison photo

“L'arte può addolcire. Le parole non possono placare la Notte.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Tempesta Elettrica

Jim Morrison photo

“Benvenuti nella profonda buona tenebrosa Notte Americana.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Tempesta Elettrica

Jim Morrison photo
Jim Morrison photo

“Il sonno è un'oceanica profondità immersa in ogni notte.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

I Signori e Le Nuove Creature

Jim Morrison photo
Jim Morrison photo

“Alcuni nascono per la dolce gioia, altri per la notte senza fine.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Canzoni

Jim Morrison photo
Giuseppe Mazzini photo
David Frost photo
William Blake photo

“Ed altri sette amori nel mio letto | D'ebrietà il mio cupo capo incoronano, | E compatiscono e sono dimentichi | D'ogni tua trasgressione grande o piccola.”

William Blake (1757–1827) poeta, incisore e pittore inglese

da Attorno a me il mio spettro notte e giorno, in Manoscritto Rossetti, 2000
Versi e Canti

William Blake photo

“Nascono alcuni al soave diletto, | Nascono alcuni ad infinita notte.”

William Blake (1757–1827) poeta, incisore e pittore inglese

da Presagi di innocenza; citato in Nadine Gordimer, Il salto, traduzione di Franca Cavagnoli, Feltrinelli, 1992, p. 50
Versi e Canti

Georges Braque photo

“L'Arte è fatta per turbare, la Scienza rassicura.”

Georges Braque (1882–1963) pittore e scultore francese

da Il giorno e la notte, a cura di M. Revol Cappelletti, Robin Edizioni, 2002

Georges Braque photo

“Mi piace la regola che corregge l'emozione. Mi piace l'emozione che corregge la regola.”

Georges Braque (1882–1963) pittore e scultore francese

da Il giorno e la notte

Andy Warhol photo

“Io ho la malattia sociale. Devo andare fuori tutte le sere. Se sto a casa una notte comincio a parlare coi miei cani. Una volta sono stato a casa per una settimana e i miei cani hanno avuto un collasso nervoso.”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

La cosa più bella di Firenze è McDonald's

George Gordon Byron photo

“Così non andremo più vagando, | Nella notte fonda | Anche se il cuore vuole ancora amore | E la luna splende luminosa…”

George Gordon Byron (1788–1824) poeta e politico inglese

Origine: Da So we'll go no more a-roving, in Poesie, 1817

William Hamilton photo
William Hamilton photo
Sigmund Freud photo
Jean Cocteau photo
Jean Cocteau photo
Hans Urs Von Balthasar photo
Hans Urs Von Balthasar photo
Hans Urs Von Balthasar photo
Simone Weil photo
Simone Weil photo
Angelus Silesius photo
George Berkeley photo
Giordano Bruno photo
Giordano Bruno photo
Giordano Bruno photo
Carlo Carretto photo
Vitaliano Brancati photo
Ray Bradbury photo

“C'era come un odore di Tempo, Nell'aria della notte. Tomàs sorrise all'idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? Odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? Faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d'una grotta, di voci querule, di terra che risuonava con un tonfo cavo sui coperchi delle casse, e battere di pioggia. E, per arrivare alle estreme conseguenze: che aspetto aveva il Tempo? Era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un'antica sala cinematografica, cento miliardi di facce cadenti come palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte – Tomàs immerse una mano nel vento fuori della vettura – quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo.”

The Martian Chronicles
Cronache Marziane
Variante: C'era come un odore di Tempo, Nell'aria della notte. Tomàs sorrise all'idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? Odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? Faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d'una grotta, di voci querule, di terra che risuonava con un tonfo cavo sui coperchi delle casse, e battere di pioggia. E, per arrivare alle estreme conseguenze: che aspetto aveva il Tempo? Era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un'antica sala cinematografica, cento miliardi di facce cadenti come palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte – Tomàs immerse una mano nel vento fuori della vettura – quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo.
(Cronache Marziane, trad. Giorgio Monicelli)

Stephen King photo
Stephen King photo
Douglas Adams photo
Hermann Hesse photo
Hermann Hesse photo
Franz Kafka photo

“18 ottobre 1917. Paura della notte. Paura della non-notte.”

da III quaderno; 1988
Quaderni in ottavo

Paul Valéry photo

“Qual cuore può soffrire l'incanto inesorabile | della notte abbagliante e il firmamento fatale | senza erompere un grido puro siccome un'arma?”

Paul Valéry (1871–1945) scrittore, poeta e aforista francese

da Lo stesso incanto
Album di versi antichi

Gesualdo Bufalino photo
Roberto Gervaso photo

“La notte porta consiglio. A condizione che si dorma.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

La volpe e l'uva

Rabindranath Tagore photo
Christopher Marlowe photo
Christopher Marlowe photo

“Faust: "O lentamente, lentamente correte, o cavalli della notte!"
Le stelle ruotano, il tempo corre, l'orologio suonerà,
verrà il demonio e Faust sarà dannato.
Salirò fino a Dio! Chi mi trascina in basso?
Guarda, guarda, il sangue di Cristo allaga il firmamento!
Una sola goccia mi salverebbe, metà d'una goccia. Ah, mio Cristo,
non uncinarmi il cuore se nomino Cristo.
Lo dirò di nuovo. Risparmiami, Lucifero.
Dov'è ora? È scomparso. Vedo Dio
che stende il braccio e china la fronte minacciosa!”

'Faustus: "O lente, lente currite, noctis equi!"<br ></ref> The stars move still, time runs, the clock will strike,
The devil will come, and Faustus must be damn'd.
O, I'll leap up to my God! — Who pulls me down? —
See, see, where Christ's blood streams in the firmament!
One drop would save my soul, half a drop: ah, my Christ! —
Ah, rend not my heart for naming of my Christ!
Yet will I call on him: O, spare me, Lucifer! —
Where is it now? 'tis gone: and see, where God
Stretcheth out his arm, and bends his ireful brows!
La tragica storia del Dottor Faust, Atto V, Scena II
Origine: Verso ripreso da: Ovidio (Amores, I, 13, 40) (1994)

William Shakespeare photo

“La follia, mio signore, come il sole se ne va passeggiando per il mondo, e non c'è luogo dove non risplenda.”

Feste: atto III, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber
La dodicesima notte

William Shakespeare photo

“Nulla v'è di così insensibile, brutale o scatenato dalla rabbia che la musica, finché se ne prolunghi l'eco, non trasformi nella sua stessa natura. Colui che non può contare su alcuna musica dentro di sé, e non si lascia intenerire dall'armonia concorde di suoni dolcemente modulati, è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: i moti dell'animo suo sono oscuri come la notte, e i suoi affetti tenebrosi come l'Erebo. Nessuno fidi mai in un uomo simile.”

Lorenzo: atto V, scena I
Il mercante di Venezia
Variante: Nulla v’è di così insensibile, brutale o scatenato dalla rabbia che la musica, finché se ne prolunghi l’eco, non trasformi nella sua stessa natura. Colui che non può contare su alcuna musica dentro di sé, e non si lascia intenerire dall’armonia concorde di suoni dolcemente modulati, è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: i moti dell’animo suo sono oscuri come la notte, e i suoi affetti tenebrosi come l’Erebo. Nessuno fidi mai in un uomo simile.

William Shakespeare photo
Victor Hugo photo

“Dire quella parola e poi morire: cosa v'è di più grande? Poiché voler morire è morire e non fu colpa di quell'uomo se, mitragliato, sopravvisse.
Colui che ha vinto la battaglia di Waterloo non è Napoleone messo in rotta, non è Wellington, che alle quattro ripiega e alle cinque è disperato, non è Blücher che non ha affatto combattuto; colui che ha vinto la battaglia di Waterloo è Cambronne. Poiché fulminare con una parola simile il nemico che v'uccide, significa vincere.
Dar questa risposta alla catastrofe, dire siffatta cosa al destino, dare codesta base al futuro leone, gettar codesta ultima battuta in faccia alla pioggia della notte, al muro traditore d'Hougomont, alla strada incassata d'Ohain, al ritardo di Grouchy e all'arrivo di Blücher; esser l'ironia nel sepolcro, fare in modo di restar ritto dopo che si sarà caduti, annegare in due sillabe la coalizione europea, offrire ai re le già note latrine dei cesari, fare dell'ultima delle parole la prima, mescolandovi lo splendore della Francia, chiudere insolentemente Waterloo col martedì grasso, completare Leonida con Rabelais, riassumer questa vittoria in una parola impossibile a pronunciare, perder terreno e conquistare la storia, aver dalla sua, dopo quel macello, la maggioranza, è una cosa che raggiunge la grandezza eschilea.
La parola di Cambronne fa l'effetto d'una frattura: la frattura d'un petto per lo sdegno, il soverchio dell'agonia che esplode.”

II, I, XV; 1981
I miserabili

Victor Hugo photo
Victor Hugo photo
Gabriele d'Annunzio photo
Gabriele d'Annunzio photo
Gabriele d'Annunzio photo
Carlo Goldoni photo
Italo Svevo photo
Henrik Ibsen photo
Bertolt Brecht photo
Terry Pratchett photo
Terry Pratchett photo
Frank Herbert photo
Frank Herbert photo
Jorge Luis Borges photo
Jorge Luis Borges photo
Jorge Luis Borges photo
Thomas Hardy photo
Thomas Hardy photo
John Milton photo
Jacques Delille photo
Alfred De Musset photo

“I più disperati sono i canti più belli | e ne so d'immortali che sono puri singhiozzi.”

Alfred De Musset (1810–1857) poeta, scrittore e drammaturgo francese

(da La notte di maggio, in Poesie nuove)
I più disperati sono i canti più belli. Ne conosco di immortali che sono dei veri singhiozzi.

Stanisław Jerzy Lec photo

“Non invocare aiuto di notte. Potresti svegliare i vicini.”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

Federico García Lorca photo
Ralph Waldo Emerson photo
Allen Ginsberg photo