Frasi su pane
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“Chi ha del ferro, ha del pane.”

Auguste Blanqui (1805–1881) rivoluzionario, attivista e politico francese
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“La verità è che la Chiesa Cattolica è sorta intorno all'Eucarestia. Cristo ci ha comandato: "Fate questo in memoria di me". E da allora l'abbiamo fatto: celebrando l'Eucarestia, cambiando il pane e il vino nel Corpo e Sangue così che il Buon Pastore possa continuare a nutrire il suo gregge.”

Sean Patrick O'Malley (1944) cardinale e arcivescovo cattolico statunitense

Ricordati di santificare le feste: la Famiglia nel Giorno del Signore http://www.zenit.org/it/articles/santificare-la-festa-la-famiglia-nel-giorno-del-signore, Congresso Internazionale Teologico Pastorale di Milano, 1 giugno 2012

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“Lev Nikolajevič manda un odore di chiesa, molto severo: di cipressi, di pinete, di pane consacrato.”

Valentin Bulgakov (1886–1966) scrittore e pacifista russo

Origine: Dal diario; citato in Enzo Biagi, Russia, Rizzoli editore, Milano, 1977, p. 50.

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“Felicità | dicono è | venire qua | al ventitré. | Prendi pane, marmellata e me | cerca amore dentro di me.”

Ilona Staller (1951) attrice pornografica, cantante e politica ungherese naturalizzata italiana

da Pane, marmellata e me, in Ilona Staller, etichetta: Sequel Records, 2000

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“[Su Pietro Mennea] Lui era pane e atletica, viveva per questo sport, i risultati ottenuti li ha voluti con tutto se stesso.”

Gabriella Dorio (1957) atleta italiana

Origine: Citata in Morto Mennea, Sara Simeoni: "Se n'è andato un pezzo della mia vita" http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/03/21/news/reazioni_morte_mennea-55036477/, Repubblica.it, 21 marzo 2013.

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“Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo.”

Filippo apostolo (5–80) apostolo di Gesù

da Vangelo di Giovanni
Vangelo secondo Giovanni

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“Quando gli uomini condividono il pane condividono la loro amicizia.”

Jean Cardonnel (1921–2009) religioso

Origine: Dio si compromette, p. 12

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“Io non chiedo un po' più di pane, ma che tu lo mangi insieme a me.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Crescendo & Cercando
Crescendo e cercando

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“E se non aspettassi e volessi subito sentire, che sapore ha il pane quando hai fame.”

Chiara Civello (1975) cantautrice italiana

da E se
Al posto del mondo

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“Per un periodo feci anche l'uomo-sandwich, ma andò male. Mica è facile trovare fette di pane così grandi.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Storia dell'universo in comode dispense settimanali

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“Chi va in viaggio porti il pane in seno e il bastone in mano.”

Le sottilissime astuzie di Bertoldo, Detti sentenziosi di Bertoldo innanzi la sua morte

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“Chi invita la formica d'estate, non va per pane in presto il verno.”

Le sottilissime astuzie di Bertoldo, Detti sentenziosi di Bertoldo innanzi la sua morte
Origine: In prestito durante l'inverno.

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“Chi dà pane ai cani d'altri, spesso vien latrato dai suoi.”

Le sottilissime astuzie di Bertoldo, Detti sentenziosi di Bertoldo innanzi la sua morte

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“Il sonno del paradiso
Quella sera sorse la luna e saettò con le sue frecce d'argento la casa sotto l'albero del pane. La casa era vuota. Poi la luna, via via salendo, rischiarò tutto il mare e la scogliera. Penetrò la laguna fino ai più profondi e oscuri recessi. Illuminò le forme dei coralli e i fondi sabbiosi stampandovi sopra l'ombra dei pesci imbiancati anch'essi dal chiarore. L'equoreo signore della laguna emerse a salutarla, e il moto delle sue pinne ne ruppe i riflessi argentei sullo specchio dell'acqua, in mille lucenti increspature. Essa guardò le bianche ossa dello scheletro sulla scogliera. Poi, sbirciando attraverso gli alberi, s'insinuò giù nella valle, dove il grande idolo di pietra era rimasto a vigilare per cinquemila anni o forse più. Ai suoi piedi, nella sua ombra, quasi affidati alla sua protezione, nudi e avvinti, giacevano nel sonno profondo due esseri felici.
La lunga veglia dell'idolo, pur nella solitudine, non sarebbe stata triste, se allietata di quando in quando, a distanza di anni, da episodi come questo. Era avvenuto come tra le creature dell'aria. Un rito naturale, innocente, senz'ombra di colpa. Eran state nozze secondo Natura, senza pompa mondana, consumate con cinismo inconsapevole, all'ombra di una religione morta da migliaia d'anni.
Così felici si sentivano essi nella loro ignara maraviglia, che sapevano solo come la vita fosse d'improvviso mutata, il cielo e il mare fatti più azzurri, e se stessi divenuti magicamente l'uno parte dell'altra. E anche gli uccelli dell'albero proteso sopra l'umile tetto erano ugualmente beati nella loro ingenua ebbrezza d'amare.”

cap. IX, pp. 224-225
La laguna azzurra

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“E avremo pane per non morire e rabbia per proseguire e vino e vino per chi ci seguirà…”

Daniele Silvestri (1968) cantautore italiano

da Unò-duè
Unò Dué

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“In una mano porta una pietra, mentre nell'altra mostra il pane.”
Altera manu fert lapidem, panem ostentot altera

v. 195
Altera manu fert lapidem, panem ostentat altera.
Aulularia

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“[Macalda Scaletta e Alaimo da Lentini durante l'accoglienza riservata da Messina a Pietro III d'Aragona] Così lo accompagnarono al palazzo imperiale con grandissimo gaudio, sicché parea che Dio fosse sceso in terra su loro. Nella città era un prode uomo, capitano molto sperimentato e valente e che appellavasi messer Alaimo; aveva questi una mogliera molto bella e gentile, e valente del cuore e del corpo; larga nel donare, e, quando n'era luogo e tempo, valea nell'arme al par d'un cavaliero, e tutti i giorni scorreva con trenta cavalieri armati la città e la guardava, e capitanava le genti che doveano combattere alle mura e negli altri siti dove maggiore facevasi il bisogno. Quando la donna vide il re, né mai avealo innanzi veduto, ne rimase innamorata come di colui che era valente e aggraziato signore, non già per cattiva intenzione. Poiché il re ebbe preso alloggio nel suo palazzo, e i cavalieri e l'altra gente furono entrati in città, si apparecchiarono le mense, e il re, lavatosi le mani, si assise al convito con tutti i cavalieri, e tutti allegramente mangiarono. E messer Alaimo da Messina stette a mensa col re e con madonna sua mogliera; e poi servirono il re quanto meglio potettero, cosicché la donna non si staccò dal re, né quando andava cavalcando, né quando tornava a casa; e corteggiavanlo e facevangli tante gentilezze quanto più sapeano ella, il marito e tutti gli abitanti della città. Indi a poco videro giugnere a Messina ventidue galee e quattro taride del re molto riccamente armate di remi; e quei che v'erano sbarcarono e si rinfrescarono di tutto ciò che aveano bisogno. E il re facea dar loro prodigamente pane, vino e carne.”

Bernat Desclot cronista catalano

cap. XCVI, pp. 840-41
Origine: In una prima redazione della Crònica, gli attributi di Macalda erano «leale (leyal) e gentile». In seguito, il «leyal», non più utilizzabile in maniera neutra dopo la caduta in rovina per presunte istigazioni e complotti, fu rimosso e sostituito con «bella» (Ferran Soldevila i Zubiburu, Pere II el Gran: el desafiament amb Carles d'Anjou, Estudis Universitaris Catalans, IX (1915-1916). Monografia pubblicata in ritardo, con separata tiratura, il 1919 (ora in: Ferran Soldevila i Zubiburu, El desafiament de Pere el Gran amb Carles d'Anjou, Barcelona, 1960)

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“Sono nato granata. E sono venuto grande a pane e Toro. Aveveo cinque anni la prima volta che mio padre mi portò con sé al Filadelfia, ricordo le battaglie di capitan Bearzot e di Lancioni, le volate di Bertoloni e Crippa, padre, mica figlio, le parate di Panetti e Rigamonti, qualche gol di Jeppson e Virgili. […] Inevitabile, in queste ultime stagioni, coltivare un debole per il Chievo, farsi catturare da certe geometrie straordinarie della Roma, chiedere asilo politico al calcio inglese in cerca di emozioni quantitative, e a quello spagnolo per il ramo qualitativo. […] In stagioni normali l'indice di sgradimento vede al primo posto la Juventus, per ragioni cromosomiche dunque indipendenti dalla mia volontà, seguite dalle altre due appaiate: facciamo quaranta, trenta, trenta. Ma per un certo tempo al quaranta è salito il Milan, per ragioni politiche altrettanto indipendenti dalla mia volontà. Mentre oggi la maggioranza relativa spetta all'Inter perché se chiagne e fotte un napoletano mi diverte; un milanese, meno. E così l'outing è completo. […] Oggi ce n'è un altro. Non un altro funerale, per fortuna. Un altro Torino, come un altro Napoli, un'altra Fiorentina, e chissà quante altre ancora ne verranno. Benvenute a tutte, anzi, bentornate. Questa disinvolta riesumazione ha un nome, si chiama Lodo Petrucci. Sulle ceneri della vecchia società può nascerne una nuova, dalla sera alla mattina, a patto di accettare la perdita di categoria e di adempire a poche altre formalità. Sarà che ho smarrito la fede. Ma ho come la sensazione che un paese che se ne frega di chi perde il lavoro ma legifera in tutta fretta per chi perde il tifo, sia a sua volta un paese a perdere.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. Complimenti per la trasmissione

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“Maria, Madre di Gesù,
dammi il tuo cuore,
tanto bello, tanto puro, tanto immacolato,
tanto pieno d'amore e d'umiltà,
cosicché io possa ricevere Gesù nel Pane della Vita,
amarLo come tu L'hai amato
e servirLo sotto le spoglie del più Povero dei Poveri.”

Madre Teresa di Calcutta (1910–1997) religiosa e beata albanese

Origine: Nel libro, prima di questo brano, è indicato che si tratta di "una delle preghiere spesso recitate da Madre Teresa e dalle Missionarie della Carità".
Origine: Il cammino semplice, p. XX

“L'uomo vive di pane e pigiama.”

Giorgio Manganelli (1922–1990) scrittore, traduttore e giornalista italiano

da In Arabia con Leone, Il Mondo, 20 marzo 1975; ora in L'infinita trama di Allah, Quiritta, Roma, 2002

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“Non era pane | che chiedevo per me, | non era fame | che tenevo con me.”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

da La guerra dei poveri
Cuore, muscoli e cervello

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“E poi tornare a casa e dire al cuoco: | "To' queste cose e acconcia per dimane, | e pela, taglia, assetta e metti a' fuoco; || ed abbie fino vino e bianco pane, | ch'e' s'apparecchia di far festa e giuoco: | fa che le tue cucine non sian vane!" (da Sonetto del sabato”

Folgóre da San Gimignano (1270–1332) poeta italiano

Sabato die)
Variante: E poi tornare a casa e dire al cuoco: | "To' queste cose e acconcia per dimane, | e pela, taglia, assetta e metti a' fuoco; || ed abbie fino vino e bianco pane, | ch'e' s'apparecchia di far festa e giuoco: | fa che le tue cucine non sian vane!" (da Sonetto del sabato – Sabato die)

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“Pane e giochi.”

per distrarre il popolo
X, 81
Panem et circences.
Satire

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“Vi faccio tre rime:
amore, motore
cane, pane
gatto, esatto.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Tel chi el telùn
Personaggi originali, Brunello Robertetti

“Baby don't cry, make it funky! | Pane e vino io ti porterò | Miele e Venere su dai campi | che c'ho l'anima nel fondo del Po!”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

da Bacco perbacco, n. 1
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“Nessuno s'inganni: chi non è all'interno del santuario, resta privo del pane di Dio.”

Ignazio di Antiochia (35–108) vescovo cattolico e teologo romano

Lettera agli Efesini

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“I politici, che cercano oggi ingegnose soluzioni alla questione di Napoli, non si sono giammai chiesti in qual modo crescessero sotto i Borboni i figli del povero, in questo paese tanto malmenato e dalla stupidità e dall'ignoranza e dalla miseria, e dalla tirannia degli uomini, quanto beneficato da tutti i doni del Cielo. Quando il bambino staccavasi dal seno materno, e sovente anche prima, — dacché i fanciulli qui vengono allattati fino al terzo anno — stendeva la mano ai passeggeri e si struggeva in lacrime, giurando per tutti i santi del paradiso esser egli orfano di nascita, e morente per fame. Mancavano scuole ed asili, ed il pane era a sì mite prezzo, che i genitori non si trovavano costretti ad insegnare ai figli la necessità del lavoro. Il piccolo vagabondo restava dunque mendicante, e addiveniva ladro di buon'ora Rubava fazzoletti, col furto si assicurava ne' mercati il suo vitto, si impadroniva or qua or là di qualche piccola moneta di rame, e finiva un giorno o l'altro col risvegliarsi in prigione. Allora di due cose l' una : o avea coraggio, o ne difettava. Vigliacco, era sfruttato dalla camorra; coraggioso, aspirava a divenir camorrista. Ma per giungervi era mestieri che ei superasse i vari gradi di iniziamento. Dapprima, garzone di mala vita, era tenuto al servizio de' più rigorosi e de' meno produttivi, semplice servo de' servi de' settari, in realtà assai più di quello che il Papa sia servo de' servi di Dio. Rimaneva in questo stalo fino a che non avesse fornito prova di zelo e di ardire. Passando allora dal terzo grado al secondo, dalla candidatura al noviziato, diveniva picciotto di sgarro.”

Marc Monnier (1827–1885) scrittore italiano

Origine: La camorra, p. 6

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“Per gli dèi, che razza di ingordi erano i Persiani! Con tutta questa abbondanza a loro disposizione, venivano a rubarci il nostro pezzo di pane!”

Pausania (generale) generale spartano, vincitore della battaglia di Platea

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Citazioni di Pausania

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“Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

dall'intervista di Ivanoe Fossani, Soliloquio in «libertà» all'isola Trimellone, Isola del Trimelone, 20 marzo 1945, da Opera omnia, vol. 32

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“Non appena un uomo rappresenta – con la propria fisicità – il proprio modo di guadagnarsi il pane, suscita pietà.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: La Divina Mimesis, p. 33

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