Frasi su prezzo
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“La differenza tra gli uomini e i bambini sta nel prezzo dei loro giocattoli.”

Lee Child (1954) scrittore britannico

Trappola mortale

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“Quando l'essere umano è sentito come qualcosa di scomponibile e sostituibile nelle sue parti, è già inesorabilmente ridotto a cosa e ogni cosa ha necessariamente il suo prezzo e il suo mercato.”

Sergio Quinzio (1927–1996) teologo e aforista italiano

da I magazzini dell'orrore http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0955_01_1988_0008_0001_12925628/, La Stampa, 10 gennaio 1988

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“Se non c'è un prezzo da pagare, allora non ha valore.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Aforisma scritto il 20 giugno 1927; Archivio Einstein 36-582.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 141

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“Stati come questi, e i terroristi loro alleati, costituiscono un asse del male, che si arma per minacciare la pace del mondo. Questi regimi, nella loro ricerca di armi di distruzione di massa, pongono una minaccia sempre più grave. Essi potrebbero fornire queste armi ai terroristi, equipaggiandoli dei mezzi per tradurre nei fatti il loro odio. Potrebbero attaccare i nostri alleati o tentare di riattaccare gli Stati Uniti. In tutti questi casi, il prezzo dell'indifferenza sarebbe catastrofico. Opereremo in modo stretto con la nostra coalizione per impedire ai terroristi mi ha gli stati che li appoggiano di costruire e distribuire armi di distruzione di massa. Svilupperemo e dispiegheremo difese missilistiche adeguate a proteggere l'America i suoi alleati da attacchi improvvisi. Tutte le nazioni dovranno saperlo: l'America farà tutto ciò che è necessario per difendere la propria sicurezza(…). Non starò ad aspettare che le cose accadano. Non mi fermerò mentre il pericolo si fa sempre più vicino. Gli Stati Uniti non permetteranno che regimi più minacciosi del mondo li minaccino con gli armamenti più distruttivi del mondo. Le nostra guerra contro il terrore è iniziata bene, mi sono lavato iniziale (…). Non possiamo fermarci presto. Se ci fermiamo lasciando intatti i campi dei terroristi e gli Stati terroristi fuori controllo, il nostro senso di sicurezza sarebbe falso e temporaneo. La storia ha chiamato l'America i suoi alleati all'azione e del nostro privilegio così come nostra responsabilità combattere una guerra per la libertà.”

George Bush (1946) 43º presidente degli Stati Uniti d'America

Discorso sullo Stato dell'Unione, 29 gennaio 2002

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“«Il bene ha sempre un prezzo, Marcus. Il male è gratis». – Jeremiah Smith.”

8a sezione: Due giorni fa
Il tribunale delle anime

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“Il prezzo di Pogba lo ha fatto Florentino Pérez, acquistando Gareth Bale per cento milioni. A questo punto, Pogba vale almeno il doppio. Non sono io, sia chiaro, che faccio la valutazione: è stato il Real Madrid e la legge del mercato a dire che Pogba oggi vale duecento milioni.”

Mino Raiola (1967) procuratore sportivo italiano

Origine: Citato in Juventus, Raiola: "Pogba vale il doppio di Bale. È prezioso come un Salvador Dalì" http://www.gazzetta.it/Calciomercato/27-08-2013/juventus-raiola-pogba-vale-doppio-bale-prezioso-come-salvador-dali-201046044966.shtml, Gazzetta.it, 27 agosto 2013.

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“Nei primi tempi, quando gli spiriti parlavano a mia sorella ed a me sulle pendici della montagna, quale essere umano avrebbe creduto che gli spiriti fossero cose prive d'importanza? Persino noi eravamo prigioniere del loro potere, e ritenevamo un dovere usare i doni in nostro possesso per il bene della nostra gente. Poi, per millenni questa fede nel sovrannaturale ha fatto parte dell'anima umana. A volte avrei detto che era naturale, chimica, un ingrediente indispensabile della struttura umana, qualcosa senza cui non potevano prosperare e tanto meno sopravvivere. Abbiamo assistito molte volte alla nascita di culti e religioni, alle proclamazioni di visioni e miracoli ed alle successive promulgazioni delle fedi ispirate da questi "eventi". Viaggiate nelle città dell'Asia e dell'Europa e vedrete gli antichi templi ancora in piedi e cattedrali del Dio cristiano dove vengono cantati i suoi inni. Visitate i musei di tutti i paesi: vedrete sculture e pitture religiose che abbagliano l'anima. Quanto sembrano grandiose queste realizzazioni: la macchina stessa della cultura dipende dal combustibile della fede religiosa. Eppure qual è stato il prezzo della fede che galvanizza i paesi e manda le armate una contro l'altra, che divide le mappe delle nazioni in vincitori e vinti ed annienta gli adoratori degli dei alieni? Ma negli ultimi secoli è comparso un miracolo vero che non ha nulla a che vedere con spiriti o apparizioni o voci celesti che annunciano a questo o quello zelota ciò che deve fare! Abbiamo visto finalmente nell'animale umano una resistenza al miracoloso; uno scetticismo nel confronto dell'opera degli spiriti o di coloro che affermano di vederli e di comprenderli e di essere interpreti delle loro verità. Abbiamo veduto la mente umana abbandonare lentamente le tradizioni della legge basata sulla rivelazione, cercare le verità etiche tramite la ragione ed un modo di vita basato sul rispetto per il fisico e lo spirituale così come vengono percepiti da tutti gli esseri umani. E con questa perdita di rispetto per il sovrannaturale, con questa mancanza di credulità in tutte le cose distaccate dalla carne, è venuta l'epoca più illuminata; perché donne e uomini cercano l'aspirazione più alta non nel regno dell'invisibile, ma nel regno dell'uomo, la cosa che è carne e spirito, visibile ed invisibile, terrena e trascendente. Il chiaroveggente e la strega non hanno più valore. Gli spiriti non possono darci nulla di più. Insomma, abbiamo superato la suscettibilità a questa follia e ci avviamo verso una perfezione che il mondo non ha mai conosciuto. Finalmente "il verbo si e fatto carne", per citare un'antica frase biblica con tutto il suo mistero; ma il verbo della ragione e la carne è il riconoscimento delle esigenze e dei desideri comuni a tutti gli uomini ed a tutte le donne.”

La regina dei dannati

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“Quelle lettere erano tutte farina del sacco di Moro, e questa farina non è molto encomiabile perché, vede, tutti gli uomini hanno diritto ad avere paura. Tutti. Però quando un uomo sceglie la politica, e nella politica emerge a uomo di Stato – a uomo rappresentativo dello Stato – non perde il diritto a avere paura, ma perde il diritto a mostrarla. Questo sì. Questo è uno dei principi che dovrebbe essere affermato. L'incidente, tipo quello di Moro, fa parte del mestiere. Chi affronta quel mestiere deve sapere che può incorrere in quell'incidente e deve avere i nervi, e diciamo gli altri attributi, per resistere. Moro era lo Stato. Lo Stato si raccomandava, implorava, minacciava la classe politica che facesse di tutto, anche che si prostituisse, per salvargli la vita: eh, no. No. Moro era certamente un politico a modo suo, estremamente abile – era anche un galantuomo, credo – ma uomo di Stato non era nemmeno lui. […] Anch'io mi sono posto questa domanda molto spesso: «Ma se Moro fosse tornato in politica dopo aver costretto lo Stato a prostituirsi, a inginocchiarsi di fronte ai terroristi, avrebbe potuto restarci?». Avrebbe potuto restare? Con che faccia? Vabbè che siamo in Italia. [«Forse lo Stato sarebbe stato un altro perché i terroristi avrebbero vinto»] Appunto. I terroristi avrebbero vinto. Quindi lui che cosa diventava, il braccio politico del terrorismo? Che cosa diventava? Come poteva ripresentarsi? Va bene, gli italiani hanno lo stomaco forte, inghiottono tutto – noi italiani abbiamo lo stomaco forte e inghiottiamo tutto – ma, insomma, di fronte a un uomo la cui vita, la cui sopravvivenza, aveva avuto quel prezzo per noi non credo che avrebbe potuto ripresentarsi all'opinione pubblica italiana.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Il terrorismo fino al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro
Interviste

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“Il circuito [di Suzuka] è veramente uno spettacolo, ma è molto difficile e tecnico, probabilmente uno dei più difficili del mondiale. Qui si paga a caro prezzo ogni piccola sbavatura.”

Nico Rosberg (1985) pilota automobilistico tedesco

Origine: Citato in Rosberg: "Qui si paga cara ogni piccola sbavatura" http://www.formulapassion.it/2013/10/f1-rosberg-qui-si-paga-caro-ogni-sbavatura/, FormulaPassion.it, 11 ottobre 2013.

“[Canaletto] Il gusto contemporaneo predilige nuovamente le minuziose e vivaci telette dei pittori di vedute veneziane, tra i quali non v'è dubbio che Canaletto emerga, come già dominava ai suoi tempi. È una visione lieta e solare, quella della Venezia canalettiana, espressa da un linguaggio che piega il gioco delle luci reali all'espressione di una vitalità fantastica sempre ripetuta e sempre nuova. A quel segreto si riferisce anche tutta la produzione grafica dell'artista, dalle incisioni ai numerosissimi disegni. Di questi conosciamo tutti i tipi possibili: dai rapidi cenni a matita agli schizzi prospettici, dagli studi di macchiette ai disegni "finiti", da vendere a carissimo prezzo. L'immagine grafica, per Canaletto, non è più solamente un mezzo per giungere alla espressione poetica, ma è spesso addirittura l'espressione poetica stessa […]. Crediamo che non vi siano molti altri disegni (tolti forse quelli contemporanei del Tiepolo) che sappiano suggerire analoghi profondissimi squarci di luminosità, di biancore solare.”

Terisio Pignatti (1920–2004) critico e storico dell'arte italiano

da Il quaderno di disegni di Canaletto alle Gallerie di Venezia, 1958
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“Alle due e mezzo del mattino XN varcò il confine di Milano. Le notti milanesi, file di luci rosse e bianche delle auto, crocchi di persone lungo i marciapiedi, solitari nottambuli in cerca di una meta. Ad ogni metro di asfalto, le insegne dei locali offrono antidoti alla depressione, cocktail di solitudine a prezzi da boutique. In via Brera, per cinquanta euro, l'uomo barbuto vende un futuro migliore in un mazzo di carte. L'auto di XN arranca davanti al Piccolo Teatro, l'Arena e poi finalmente l'ultima spiaggia di un uomo disperato: negrolandia. Una terra di nessuno, popolata da volti scuri invisibili nella notte, risuona di una lingua babelica, in quelle strade il passaporto con l'italico stellone è un miraggio, un lasciapassare per schiudere le porte dell'inferno. In quelle vie incombono paure ancestrali, leggende, esseri mitologici. XN cercava proprio uno di quegli uomini dal passato epico, un uomo che ha attraversato i mari e la storia di due mondi: Omero. Le luci della pizzeria cinese Mergellina, vedi Shangai e poi muori, illuminavano di un'opaca luce rossa una decina di uomini dai colori esotici. Il gruppetto bivaccava sul marciapiede, individui seduti a terra con le gambe incrociate fumavano sigarette, bevevano vino da scatole di tetrapack, gli occhi fissi verso il cantore. Omero seduto, come sempre, sul gradino della vetrina illuminata narrava leggende. Impartiva lezioni di letteratura avanzata ad individui che non possedevano nemmeno l'idea astratta di libro, insegnava a scrivere e leggere: almeno quanto bastava per compilare i moduli della questura. XN aveva conosciuto il cantore di strada qualche anno prima, un'altra vita, un'era felice e perfetta.”

Senza Ritorno

“Prima i carabinieri con pazienza chiedano a chi ottura l'ingresso degli istituti superiori di sgomberare. Non obbediscono? Qualche calcio nelle parti molli sarà un prezzo giusto per ripristinare la legalità democratica e repubblicana.”

Renato Farina (1954) politico e scrittore italiano

da Chiamate la polizia http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/081022/jmc5u.tif, Libero, 22 ottobre 2008, p. 1

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“Ho scoperto, in vent'anni di carriera intorno al diamante, che la conoscenza del gioco è di solito inversamente proporzionale al prezzo del biglietto pagati dagli spettatori.”

Bill Veeck (1914–1986)

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 58. ISBN 88-8598-826-2.

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“Stiamo pagando il prezzo della nostra scelta. Abbiamo voluto entrare in Europa contro la volontà di Vladimir Putin e lui, per punirci, ha scatenato l'offensiva nell'est del Paese.”

Arsenij Jacenjuk (1974) politico, economista e avvocato ucraino

Origine: Dall'intervista di Pietro Del Re, Arsenij Yatsenjuk: "L'Ucraina è al disastro. Putin arma ancora i ribelli, l'Occidente deve fermarlo" http://www.repubblica.it/esteri/2015/04/21/news/arsenij_yatsenjuk_l_ucraina_e_al_disastro_e_la_guerra_non_e_finita_putin_arma_ancora_i_ribelli_l_occidente_deve_fermarlo_-112460028/, Repubblica.it, 21 aprile 2015.

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“Testimone del prezzo di una passione | ho creato "La vetta del cielo", il mio regno | io l'imperatore filosofo come Marco Aurelio.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Sulla carta come nella vita, n. 7
In Ogni Dove

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“Tutto ha un prezzo, si sa, e anche al di qua delle vetrine ma per capire non avevo l'età.”

Mistaman (1976) rapper italiano

da Se solo avessi..., n. 2
Anni senza fine

“Oggi, per trovare un paragone accettabile col sistema di corruzione italiano bisogna risalire alla Bibbia: Esaù che vende il potere per un piatto di lenticchie. Però da allora i prezzi sono lievitati.”

Luca Goldoni (1928) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Io voto per vivere non vivo per votare https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/maggio/17/voto_per_vivere_non_vivo_co_0_9305175844.shtml, Corriere della Sera, 17 maggio 1993, p. 11.

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“Se Renzi vuole dare la dimostrazione che il Paese cambi, provi a cambiare la Rai: è una riforma senza costi, l’unico prezzo per lui è rinunciare al controllo sulla tv di Stato. Se da un cambiamento della Rai e della governance cambia il sistema è un punto, altrimenti non si arriverà a un mercato in cui ci si sfida liberamente, come Renzi ha promesso.”

Michele Santoro (1951) giornalista, conduttore televisivo e autore televisivo italiano

Origine: Citato in Santoro: "Addio a Servizio Pubblico. In Italia è in crisi il sistema tv, non i talk" http://www.lastampa.it/2015/05/18/spettacoli/santoro-addio-a-servizio-pubblico-in-italia-in-crisi-il-sistema-tv-italiano-non-i-talk-YDurw0gN2F85VPNvrvN4zJ/pagina.html, Lastampa.it, 18 maggio 2015.

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“Negli ultimi mesi l'Ucraina ha pagato al più alto prezzo per far diventare realtà il sogno europeo, deve essere valso qualcosa, ad esempio una semplice dichiarazione da parte dell'Unione europea che quando l'Ucraina sarà pronta, potrà entrare. Una dichiarazione che all'Unione europea non costerebbe nulla ma per il mio paese vorrebbe dire tutto.”

Petro Oleksijovyč Porošenko (1965) imprenditore e politico ucraino

Origine: Citato in L’Unione europea stringe accordi di associazione con l’Ucraina. Kiev spera ora nell’adesione http://it.euronews.com/2014/06/27/l-unione-europea-stringe-accordi-di-associazione-con-l-ucraina-kiev-spera-ora-/, Euronews.it, 27 giugno 2014.

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“Il ddl Cirinnà vuole attaccare il cartellino del prezzo al ventre delle madri. I diritti civili esistono e sono quelli dei figli.”

Mario Adinolfi (1971) giornalista, politico e giocatore di poker italiano

Origine: Citato in Andrea Riva, Family Day contro le unioni civili "Respingere il ddl Cirinnà" http://www.ilgiornale.it/news/cronache/family-day-1-milione-persone-piazza-1218610.html, il Giornale.it, 30 gennaio 2016.

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“I medici non sono al mondo per facilitare la morte ma per conservare a qualunque prezzo la vita.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

IX, I; 2002, p. 518
I Buddenbrook

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“No, non c'erano tanti modi di guadagnarsi la libertà! Di recente aveva riflettuto, senza avere l'ingenuità di stupirsene, sullo stato di una civiltà la quale tiene lo spirito in tal conto che chi di esso si nutre, essendone ormai sazio, si risolve pian piano a mangiare a prezzi ridotti. E allora? Non aveva certo voglia di vendere automobili, valori o discorsi, come quei suoi compagni i cui capelli impomatati esprimevano distinzione; né di costruire ponti, come quegli altri i cui capelli mal tagliati esprimevano scienza. Perché lavoravano, costoro? Per crescere nell'altrui considerazione. Lui la odiava, quella considerazione a cui ambivano. La sottomissione all'ordine dell'uomo senza figli e senza dio è la più profonda delle sottomissioni alla morte; dunque, cercare le proprie armi dove non le cercano gli altri: ciò che deve anzitutto esigere da se stesso colui che sa di essere isolato, è il coraggio. Che cosa può farsene del cadavere delle idee che dominano la condotta degli uomini allorché credono la loro esistenza utile a un qualche fine salvifico, o delle parole di quelli che vogliono sottomettere la loro vita a un modello - questi altri cadaveri? Negare alla vita qualsiasi finalità era divenuta una premessa dell'azione. Che altri confondessero pure con l'abbandono al caso questa tormentosa premeditazione dell'ignoto. Strappare le proprie immagini al mondo stagnante che le possiede… «Quel che essi chiamano l'avventura» pensava «non è una fuga, è una caccia: l'ordine del mondo non si distrugge a beneficio del caso, ma della volontà di approfittarne». […] Essere ucciso, scomparire, poco gli importava: non teneva a se stesso, e avrebbe trovato così la sua lotta, se non la sua vittoria. Ma accettare così da vivo la vanità dell'esistenza, come un cancro, vivere con quel tepore di morte nella mano… (Da dove saliva, se non da essa, quell'esigenza di cose eterne, così fortemente impregnata del suo odore di carne?). Che cos'era quel bisogno di ignoto, quella distruzione provvisoria dei rapporti fra prigioniero e padrone - che chi non la conosce chiama avventura - se non la sua difesa contro di essa? Difesa di cieco, che voleva conquistarla per farne una posta del gioco… Possedere più che se stesso, sfuggire alla vita fatta di polvere degli uomini che vedeva ogni giorno…”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

La Via dei Re, Adelphi, 1992, pag. 41-42
La Via dei Re

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“Il Partito d'Azione è scomparso dalla scena della nostra storia politica appena vi si è affacciato. Gli azionisti hanno dato un contributo e hanno pagato un prezzo molto alto nella lotta di liberazione dell'occupazione tedesca e fascista del Norditalia. Non mi pare che siano ricordati con particolare gratitudine. Anzi, sono diventati un concetto – l'azionismo – non solo esecrabile, ma che in quanto tale si è trasformato in qualcosa che ha a che vedere esclusivamente con un atteggiamento di etica politica (questo sì ha dato e dà fastidio, a destra come a sinistra). "Azionista" racchiude tante e diverse cose: tutte brutte e ormai totalmente sganciate dalle persone e dalle azioni. L'azionismo è diventato una categoria dello spirito, una categoria culturale. Qual è l'immagine che si vuole dare dell'azionista, allora? Innanzitutto è un intellettuale elitario che, in fondo, disprezza la massa, vuole fare la lezione, per di più con la presunzione che sia per il suo bene. Poi, è una "mosca cocchiera", un'anima bella, un generale senza truppe. Infine. è un rigorista che vorrebbe portare nella politica l'etica dei princìpi e delle convinzioni, senza pragmatismi e compromessi. Insomma, dal punto di vista delle capacità politiche, è un pedagogo moralista e velleitario. Ce lo immaginiamo – questo "azionista" – anche come un tipo antropologico a sé: un vecchio trombone (se non nel corpo, nell'anima), magari un "professorone", un moralista che tratta quotidianamente con le grandi idee che non sporcano le mani, mentre gli altri si danno da fare e le mani se le sporcano e si compromettono (loro sì!) nella "feconda bassura" dell'esperienza (espressione kantiana), cioè della "vera vita": insomma, l'azionista è un morto vivente. Un vero disastro umano. In più, è anche un ipocrita perché, mentre incita gli altri all'azione (azionista, appunto) e a correre i rischi, lui se ne sta nella biblioteca di casa sua, oppure con gli amici, come lui "radical chic" che, se hanno un cane, ha il pedigree oppure, ostentatamente, è un cane di strada e coltivano rancore per il mondo e il popolo bue, a caviale e champagne (la gauche-caviar).”

Gustavo Zagrebelsky (1943) giurista italiano
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“Tu cosa credi, bello? di sapere veramente il prezzo e il nome, il nome e il prezzo | che ti stanno dando?”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Chi ruba nei supermercati?, n. 4
Canzoni d'amore

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“O tu, uomo che nascesti con una gamba sola o con un bugno sulla schiena, i tuoi genitori ti ebbero a prezzo ridotto dunque?”

Aldo Palazzeschi (1885–1974) scrittore e poeta italiano

Varietà (rubrica su Lacerba)

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“A lui non frega nulla di Eluana. A lui interessa affermare il principio che una sentenza definitiva può essere ribaltata per decreto, o per legge ordinaria, o per legge costituzionale. A lui non frega nulla della vita e della morte. A lui interessa compiacere il Vaticano con un decreto impopolare ma a costo zero, fatto già sapendo che il Quirinale non lo firmerà, dunque senza pagare alcun prezzo di impopolarità. A lui non frega nulla delle questioni etiche. A lui interessa coprire il colpo di mano contro la giustizia e la civiltà: i medici trasformati in questurini e delatori contro i malati clandestini; le ronde illegali legalizzate; le intercettazioni legali proibite; gli avvocati promossi a padroni del processo, che faranno durare decenni convocando migliaia di testimoni inutili per procacciare ai clienti ricchi l'agognata prescrizione; i pm degradati ad «avvocati dell'accusa», come negli stati di polizia, dove appunto la polizia, braccio armato del governo, fa il bello e il cattivo tempo senza controlli della magistratura indipendente; dulcis in fundo, abolito l'appello del pm contro l'assoluzione o la prescrizione in primo grado, ma non quello del condannato (non hai vinto? Ritenta, sarai più fortunato), sempre all'insegna della «parità fra difesa e accusa». Tutte leggi incostituzionali che, dopo il no del Quirinale al decreto contra Eluana, hanno molte possibilità in più di passare. Per giunta, inosservati. Parlare di colpo di Stato è puro eufemismo. E poi, che sarà mai un colpo di Stato? Se la Costituzione non lo prevede, si cambia la Costituzione.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Tecnica di un colpo di Stato, 11 febbraio 2009
l'Unità

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“Siamo ostaggi di uno che ogni giorno alza il prezzo del riscatto.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Aprile, p. 44

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“La Chiesa, com'è dipinta nel dramma e com'è incarnata in certi cardinali […] è un partito essa stessa, che chiede ai suoi seguaci il prezzo altissimo dell'anima.”

Claudio Marabini (1930–2010) scrittore, giornalista e critico letterario italiano

Claudio Marabini, Introduzione, in Ignazio Silone, L'avventura di un povero cristiano, Oscar Mondadori, Milano, 2006, pp. VII-VIII

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“Patriottismo (s. m.). Combustibile di poco prezzo utilizzato da chiunque sia sufficientemente ambizioso da voler dare lustro al suo nome.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, pp. 135-136
Dizionario del diavolo

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“Sono anni che faccio il fantacalcio e per la prima volta ho potuto fare l'asta su di me. […] Quando ho fatto il primo gol contro il Carpi è stato bellissimo perché mi ero schierato e ho beneficiato del gol. Sono tornato nello spogliatoio ed ho detto ai miei compagni: "Comprarsi, schierarsi al fantacalcio e fare gol non ha prezzo."”

Daniel Ciofani (1985) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Bruno Majorano, Daniel Ciofani e il fantacalcio: "In panchina per scaramanzia, ma ho vinto con Higuain!" http://gianlucadimarzio.com/news-cat/d-ciofani-e-il-fantacalcio-cosi-mi-sono-preso-e-lasciato-in-panchina-ma-ho-vinto-con-moras/, GianlucaDiMarzio.com, 2 dicembre 2015.

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“Stamattina ho chiesto a mia moglie un soldo. Le ho detto, amore, è per il caffè, i giornali… […] Mi ha detto che devo mettermi a fare qualcosa. […] Sono amareggiato, avvilito, indignato […] con quelli che nella vita non hanno mai fatto niente di buono e ci trattano peggio dei delinquenti. Urlano, sputano, tirano monetine. […] Però una fine così, con Franceschini, i cori, gli sputi… no, non la meritavamo. […] Tremonti non lo perdonerò mai! Mai! […] ho visto da parte sua un'arroganza, una protervia. Ci ha trascinati nel baratro. […] Io dico che Tremonti non è dei nostri. Lui non ha mai fatto parte della nostra squadra. […] Sono stati diciassette anni belli. Abbiamo davvero fatto cose positive: abbiamo fermato la Gioiosa macchina da guerra di Occhetto, abbiamo fondato un sistema bipolare che aveva tutte le caratteristiche per diventare un sistema bellissimo, civilissimo. […] [Su Berlusconi] Potrei elencare mille suoi difetti, riempire cento pagine con gli errori che ha commesso ma… sono con lui da 27 anni, gli devo tutto, non è neppure ipotizzabile che non gli sia riconoscente, fedele, leale fino a pagare il prezzo più alto. E poi, per quante sciocchezze abbia fatto, lui è ancora il migliore di tutti. Mi viene il magone…”

Giancarlo Galan (1956) politico italiano

Origine: Intervista a La Stampa http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/429652/, 14 novembre 2011.

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“Io non posso, per conquistare la vostra fiducia, vantare ritratti o trionfi o consolati dei miei antenati, ma se necessario, posso mostrare lance, stendardi, falere, altre decorazioni militari, e infine le cicatrici che mi attraversano il petto. Questi sono i miei ritratti, questa è la mia nobiltà: non mi è stata lasciata in eredità come la loro, ma l'ho conquistata a prezzo di innumerevoli fatiche e pericoli.”

Gaio Sallustio Crispo (-86–-34 a.C.) storico romano in lingua latina e senatore della repubblica romana

Gaio Mario: LXXXV, 29-30; 2013
Non possum fidei causa imagines neque triumphos aut consulatus maiorum meorum ostentare, at, si res postulet, hastas, uexillum, phaleras, alia militaria dona, praeterea cicatrices aduerso corpore. Hae sunt meae imagines, haec nobilitas, non hereditate relicta, ut illa illis, sed quae ego meis plurimis laboribus et periculis quaesiui.
La guerra giugurtina

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“Io mi diverto ad avere trent’anni, io me li bevo come un liquore i trent’anni: non li appassisco in una precoce vecchiaia ciclostilata su carta carbone. Ascoltami, Cernam, White, Bean, Armstrong, Gordon, Chaffee: sono stupendi i trent’anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perchè è finita l’angoscia dell’attesa, non è incominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent’anni! Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti. Se siamo atei, siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perchè anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c’è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell’olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi. Siamo un campo di grano maturo, a trent’anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più, si pensa e si capisce come non ci riuscirà mai più. Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto è chiaro là in cima: la strada per cui siamo saliti, la strada per cui scenderemo. Un po’ ansimanti e tuttavia freschi, non succederà più di sederci nel mezzo a guardare indietro e in avanti, a meditare sulla nostra fortuna: e allora com’è che in voi non è così? Com’è che sembrate i miei padri schiacciati di paure, di tedio, di calvizie? Ma cosa v’hanno fatto, cosa vi siete fatti? A quale prezzo pagate la Luna? La Luna costa cara, lo so. Costa cara a ciascuno di noi: ma nessun prezzo vale quel campo di grano, nessun prezzo vale quella cima di monte. Se lo valesse, sarebbe inutile andar sulla Luna: tanto varrebbe restarcene qui. Svegliatevi dunque, smettetela d’essere così razionali, ubbidienti, rugosi! Smettetela di perder capelli, di intristire nella vostra uguaglianza! Stracciatela la carta carbone. Ridete, piangete, sbagliate. Prendetelo a pugni quel Burocrate che guarda il cronometro. Ve lo dico con umilità, con affetto, perché vi stimo, perché vi vedo migliori di me e vorrei che foste molto migliori di me. Molto: non così poco. O è ormai troppo tardi? O il Sistema vi ha già piegato, inghiottito? Sì, dev’esser così.”

Oriana Fallaci (1929–2006) scrittrice italiana
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