Frasi su profondo
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“Quando cominciai ad agire clandestinamente dalla mia nuova posizione, la questione principale di fronte a noi era: Perché il nostro popolo perse fiducia in tutto? Perse fiducia nel suo capo, nell'impiegato di stato, nel futuro, in ogni cosa visibile, dubitativo di tutto ciò che non potesse essere visto. Arrivammo al fondamentalmente convincimento che questo popolo avesse una personalità insolitamente energica, un'energia che tentava sempre d'esprimere attraverso i canali giusti per dare la sua propria profonda e fedele espressione di vita. Ma i governanti imprigionavano sempre il popolo in angusti confini dove non poteva esprimere pienamente la sua personalità nel modo desiderato.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

When I started underground activity from my new position, the basic question before us was: Why did our people lose faith in everything? They lost faith in the ruler, the government employee, the future, everything visibile around, doubting whatever could not be seen. We came to a basic belief that this people has a personality of an unusual energy, always trying to express that energy through the right channels, to give its own deep and faithful expression of life. But the rulers always kept the people within narrow confines, where they could not reach a full expression of their personality as desired.

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“Naturalmente è un'infermiera, il che potrebbe significare che i suoi interessi sono più profondi, più umani, meno egoistici. O potrebbe significare che a conoscerla meglio si rivelerà una portapadelle senza fantasia.”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

2004
Effetti collaterali (Side Effects), Il più superficiale degli uomini

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“In quegli anni circolavano due diverse immagini di Hailè Selassiè. Una, quella nota all'opinione pubblica internazionale, presentava l'imperatore come un monarca esotico ma capace, dotato di un'energia inesauribile, di una mente acuta e di una profonda sensibilità; un uomo che si era opposto a Mussolini, aveva riconquistato l'impero e il trono, e nutriva l'ambizione di sviluppare il proprio paese e di svolgere nel mondo un ruolo di rilievo. L'altra immagine, formata poco per volta dalla parte più critica, e inizialmente esigua, dell'opinione pubblica interna, lo mostrava come un monarca deciso a difendere il potere con ogni mezzo; ma soprattutto come un demagogo e un padre padrone che, con i fatti e con le parole, mascherava la corruzione, l'ottusità e il servilismo della classe dirigente da lui stesso creata e blandita. Le due immagini, come spesso succede, erano vere entrambe. Hailè Selassiè aveva una personalità complessa: per taluni piena di fascino, per altri odiosa; certuni lo adoravano, altri lo maledicevano. Governava un paese che conosceva solo i metodi più brutali per conquistare (o per conservare) il potere, e dove le libere elezioni erano sostituite da pugnali e veleni, e le libere discussioni da forche e fucilazioni. Lui stesso era un prodotto di quella tradizione, alla quale a suo tempo aveva fatto ricorso. Tuttavia si rendeva conto che in tutto ciò c'era qualcosa di stonato e di incompatibile con il mondo nuovo. Non potendo certo modificare il sistema che lo manteneva al potere (e per lui il potere veniva prima di ogni altra cosa), ricorreva alla demagogia, al cerimoniale e a quei discorsi sullo sviluppo così assurdi in un paese tanto povero e arretrato. Uomo simpatico, politico astuto, padre tragico e avaro patologico, condannava a morte gli innocenti e graziava i colpevoli: capricci del potere, tortuose manovre di Palazzo, ambiguità e misteri che nessuno riuscirà mai a decifrare.”

Ryszard Kapuściński (1932–2007) giornalista e scrittore polacco

Origine: Il negus, p. 105

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“[Parlando di Miriam Makeba] Le sue melodie hanno dato voce al dolore dell'esilio che provò per 31 lunghi anni. Allo stesso tempo, la sua musica effondeva un profondo senso di speranza.”

Nelson Mandela (1918–2013) politico sudafricano

Origine: Citato in Muore Miriam Makeba dopo il concerto per Saviano http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/makeba-muore/makeba-muore/makeba-muore.html, Repubblica.it, 10 novembre 2008.

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“[Su Carla Bruni] Da sempre simpatica come un'invasione di cavallette nel giorno del tuo matrimonio, la Bruni ci ha già deliziato con le sue canzoncine profonde come quelle di Katia Svizzero. Adesso in tv esegue due brani, accompagnandosi alla chitarra come una Joan Baez più avezza ai salons de beauté che ai campus universitari. Ha una vocina che sembra una fuga di gas. Precisa che i ricavati delle vendite andranno tutti in beneficienza. Ma la vera opera di bene sarebbe smettere di cantare.”

Tommaso Labranca (1962–2016) scrittore, autore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Carlà, 05/2009
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Variante: [... ] Da sempre simpatica come un’invasione di cavallette nel giorno del tuo matrimonio, la Bruni ci ha già deliziato con le sue canzoncine profonde come quelle di Katia Svizzero. Adesso in tv esegue due brani, accompagnandosi alla chitarra come una Joan Baez più avezza ai salons de beauté che ai campus universitari. Ha una vocina che sembra una fuga di gas. Precisa che i ricavati delle vendite andranno tutti in beneficienza. Ma la vera opera di bene sarebbe smettere di cantare. (Carlà)

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“[Sugli immigrati] Aiutarli in Africa è la soluzione più saggia e più utile, anche se è della Lega. Lo direi anche se lo dicesse Hitler. Che però li voleva eliminare. Siccome non si può, è necessario aiutarli in Africa. […] Anche il Papa esprime profondo dolore, ma è un'ipocrisia. Non gliene frega un cazzo.”

Paolo Villaggio (1932–2017) attore e scrittore italiano

Origine: Da un intervento alla trasmissione radiofonica La Zanzara, Radio 24; citato in Gisella Ruccia, Paolo Villaggio: "Ha ragione Salvini, i migranti bisogna aiutarli in Africa" http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/23/migranti-paolo-villaggio-ha-ragione-salvini-bisogna-aiutarli-in-africa/364177/, ilFattoQuotidiano.it, 23 aprile 2015.

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“La passione più profonda dell'uomo è l suo desiderio di trovare un significato.”

Marshall McLuhan (1911–1980) sociologo canadese

La luce e il mezzo

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“La qualità e la quantità vengono generalmente considerate come due termini complementari, benché molto spesso si sia lontani dal capire la ragione profonda di questa relazione; tale ragione risiede nella corrispondenza da noi indicata nell'ultima parte dell'introduzione. Occorre dunque partire dalla prima di tutte le dualità cosmiche, da quella cioè che è nel principio stesso dell'esistenza o della manifestazione universale, e senza la quale nessuna manifestazione sarebbe in alcun modo possibile; questa dualità è quella di Purusha e Prakriti secondo la dottrina indù, oppure, per servirci di un'altra terminologia, quella di « essenza » e « sostanza ». Queste ultime devono essere considerate come principi universali, essendo i due poli di qualsiasi manifestazione; ma ad altri livelli, cioè a quelli corrispondenti ai molteplici campi più o meno particolarizzati che si possono considerare all'interno dell'esistenza universale, si possono anche usare questi stessi termini per analogia, in senso relativo, per designare ciò che corrisponde a questi princìpi, o ciò che più direttamente li rappresenta in relazione ad una certa modalità più o meno ristretta della manifestazione. Si potrà così parlare di essenza e di sostanza, sia per un mondo, cioè per uno stato di esistenza determinato da certe particolari condizioni, sia per un essere considerato in particolare, o anche per ciascuno degli stati di questo essere, cioè per la sua manifestazione in ciascuno dei gradi dell'esistenza; in quest'ultimo caso, l'essenza e la sostanza rappresentano naturalmente la corrispondenza microcosmica di ciò che esse, dal punto di vista macrocosmico, sono per il mondo in cui si situa questa manifestazione, o, in altri termini, esse non sono altro che particolarizzazioni degli stessi princìpi relativi, i quali sono essi stessi determinazioni dell'essenza e della sostanza universali in rapporto alle condizioni del mondo in questione.”

René Guénon (1886–1951) scrittore e esoterista francese

Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Incipit

“Terrore dallo spazio profondo”

Jack Finney (1911–1995) autore di fantascienza statunitense

Film

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“Ci sono quelli che sono intenzionalmente superficiali e profondi solo per caso.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

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Frammenti in prosa

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“Chiederci che cosa stanno cercando di dirci i nostri sogni significa farci domande profonde e difficili che altrimenti eviteremmo, anche se in realtà non stavano cercando di dirci proprio nulla.”

Oliver Burkeman (1975) giornalista britannico

Origine: Da Are our dreams trying to tell us something – or should we sleep on it? https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2017/nov/17/dreams-as-therapy-oliver-burkeman, The Guardian.com, 17 novembre 2017; tradotto da Bruna Tortorella in I nostri sogni cercano di dirci qualcosa https://www.internazionale.it/opinione/oliver-burkeman/2017/11/22/sogno-interpretazione-inconscio, Internazionale.it, 22 novembre 2017.

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“Benché la testimonianza sopraccitata dimostri la sua reputazione di persona di intelligenza eccezionale, nessuno fra quanti ebbero contatti con lei sembra avere sospettato l'altezza del suo genio. Questa altezza si manifestò in svariate lettere, e soprattutto nella poesia. È una poesia la cui caratteristica più appariscente risiede nel suo totale il anticonformismo: il successo lentamente arriso alla Dickinson sarebbe venuto nei tempi moderni, quando retrospettivamente si trovarono in lei anticipazioni di esperienze centrali nella nuova letteratura americana. Tale anticonformismo riguarda tanto le idee, quanto la forma nella quale queste sono espresse; fra le prime balzando in primo piano l'ironia per non dire la sfiducia nell'incrollabile religiosità di stampo calvinista di cui era saturo il suo ambiente (non che questa religiosità da cui prese le distanze non lasciasse comunque tracce profonde nel suo modo di ragionare e di esprimersi), unita alla costante, intensa ricerca di un'elevazione, di una fuga dalla quotidianità, nel sogno e nell'avventura intellettuale vissuta con una concretezza accostabile ai cosiddetti poeti metafisici del Barocco inglese.”

Masolino D'Amico (1939) critico teatrale, traduttore e giornalista italiano

Origine: Da Il diamante Emily http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0998_01_1986_0296_0003_23320083/, La Stampa, 18 dicembre 1986, p. 3.

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“Aubrey Beardsley, il giovane disegnatore inglese, che un morbo implacabile doveva, nella primavera del 1898, trascinare nella tomba appena ventiseienne, è, a parer mio, una delle personalità più spiccate che l'aristocratica arte del bianco e nero abbia avuto in quest'ultimo ventennio.
Dinanzi all'opera sua così numerosa, così varia ed a cui egli ha saputo, fondendo gli elementi più disparati, imprimere un'originalità spiccatissima ed affatto individuale; dinanzi all'opera sua, che, acerbamente censurata dagli uni ed enfaticamente glorificata dagli altri, ha esercitata un'influenza così larga e così profonda sui disegnatori dell'Inghilterra e dell'America Settentrionale, suscitando tutta una falange d'imitatori, non si può rimanere indifferenti e se, già altra volta si è ceduto al fascino dell'arte d'eccezione, si finisce ben presto col non trovare esagerato l'epiteto di geniale attribuitole dai ferventi suoi ammiratori.”

Vittorio Pica (1864–1930) scrittore e critico d'arte italiano

Variante: Aubrey Beardsley, il giovane disegnatore inglese, che un morbo implacabile doveva, nella primavera del 1898, trascinare nella tomba appena ventiseienne, è, a parer mio, una delle personalità più spiccate che l'aristocratica arte del bianco e nero abbia avuto in quest'ultimo ventennio.
Dinanzi all'opera sua così numerosa, così varia ed a cui egli ha saputo, fondendo gli elementi più disparati, imprimere un'originalità spiccatissima ed affatto individuale; dinanzi all'opera sua, che, acerbamente censurata dagli uni ed enfaticamente glorificata dagli altri, ha esercitata un'influenza così larga e così profonda sui disegnatori dell'Inghilterra e dell'America Settentrionale, suscitando tutta una falange d'imitatori, non si può rimanere indifferenti e se, già altra volta si è ceduto al fascino dell'arte d'eccezione, si finisce ben presto col non trovare esagerato l'epiteto di geniale attribuitole dai ferventi suoi ammiratori.
Origine: Attraverso gli albi e le cartelle, p. 94

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“Un pellegrinaggio nelle chiese ruandesi non manca di emozioni. Crea un profondo malessere. Se aggiungi le migliaia di croci appuntate sulle colline, e le fosse comuni, hai l'impressione di essere capitato in un cimitero sterminato, dove per i becchini, senz'altro un po' pigri, viste tutte quelle ossa ancora in mostra, c'è un lavoro di anni. Per i giudici e gli storici c'è invece un lavoro di decenni. Forse più. Ci vorrà del tempo prima di far giustizia, anche perché esiste una Norimberga africana, ma spesso i giudici non hanno neppure i soldi per pagare la bolletta del telefono, che gli viene puntualmente tagliato. La giustizia internazionale non ha fretta di conoscere la verità. Ci vorrà ancora più tempo per scrivere la vera storia di questa parte dell'Africa. Larga parte della classe dirigente è stata creata dall'educazione coloniale. Disprezza la cultura africana ed è imbevuta di quella occidentale. Quest'ultima è adeguata all'economia, alla tecnica, a tutto ciò che regola il mondo moderno, ma non alla società africana. Gran parte dell'élite africana è dunque alienata.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Un pellegrinaggio nelle chiese ruandesi non manca di emozioni. Crea un profondo malessere. Se aggiungi le migliaia di croci appuntate sulle colline, e le fosse comuni, hai l' impressione di essere capitato in un cimitero sterminato, dove per i becchini, senz' altro un po' pigri, viste tutte quelle ossa ancora in mostra, c' è un lavoro di anni. Per i giudici e gli storici c' è invece un lavoro di decenni. Forse più. Ci vorrà del tempo prima di far giustizia, anche perché esiste una Norimberga africana, ma spesso i giudici non hanno neppure i soldi per pagare la bolletta del telefono, che gli viene puntualmente tagliato. La giustizia internazionale non ha fretta di conoscere la verità. Ci vorrà ancora più tempo per scrivere la vera storia di questa parte dell' Africa. Larga parte della classe dirigente è stata creata dall'educazione coloniale. Disprezza la cultura africana ed è imbevuta di quella occidentale. Quest' ultima è adeguata all' economia, alla tecnica, a tutto ciò che regola il mondo moderno, ma non alla società africana. Gran parte dell' élite africana è dunque alienata.

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“La strada è un sorprendente e misterioso film; soggioga e turba lo spettatore, anche se questi fatica a capirne le ragioni profonde; là dove lo stesso Fellini è arrivato più con la forza dei sentimenti che con la chiarezza dell'intelletto. Gelsomina è nata dentro di lui molto tempo fa, prima dello Sceicco bianco, prima dei Vitelloni, e vi ha dipanato lentamente la sua storia con la chiaroveggente libertà propria appunto dei folli. Molte cose di Gelsomina, Fellini non è riuscito, mi sembra, a dire; ma tale reticenza ha qualcosa di nobile, di alto, questo lo indoviniamo e ci riempie di rispetto. Comunque, soltanto Gelsomina resta vagamente irreale; Zampanò è uno dei più poderosi, corposi e drammatici personaggi del cinema contemporaneo; e lo stile del film tra i più puri e più lucidi del neorealismo (si rammenti la lievità, l'intensità, l'immediato calore dei personaggi e l'immediata definizione di essi nella sequenza del pranzo nuziale e della escursione di Gelsomina nella grande casa campestre, fino allo scoprimento del bambino malato). E penso peraltro sia ingiusto dire che Fellini ha costruito un film di evasione dalla realtà. Si potrà se mai discutere la natura dell'uomo Fellini, quella sua ben reale inclinazione alla creatura eccezionalmente "innocente", nel senso dostojewskiano.”

Vittorio Bonicelli (1919–1994)

Origine: Da Il Tempo, 7 ottobre 1954; citato in Claudio G. Fava e Aldo Viganò, I film di Federico Fellini, Gremese Editore, 1995, pp. 74-75 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA74. ISBN 88-7605-931-8

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“[…] ciò che costituisce il maggior merito di Félix Vallotton, disegnatore così fermo, sicuro e personale nella sua volontaria limitazione dei mezzi grafici di rappresentazione, decoratore così garbato ed efficace, psicologo così sottile ed osservatore spesso così acuto delle realtà anche più usuali e volgari, è che egli ha sempre voluto e saputo vivificare quanto di arcaico ha la forma da lui prescelta, mercé un sentimento schietto e profondo della modernità. Ed avviene così che, mentre la ricerca alquanto artificiosa di un dilettantistico arcaismo raffredda, dopo un po' di tempo che le abbiamo guardate, il godimento estetico che a bella prima ci hanno procurato le ingegnose fantasie decorative, […], non ci stanchiamo punto di contemplare le incisioni del valente ed originalissimo disegnatore di Losanna, perché ci accorgiamo subito che sotto la vecchia ruvida corteccia fluisce una linfa abbondante e giovine, la quale assicura foglie, olezzanti fiori e pomi ai nostri occhi, alle nostre nari, al nostro palato del secolo ventesimo.”

Vittorio Pica (1864–1930) scrittore e critico d'arte italiano

da I moderni incisori su legno: Félix Vallotton https://archive.org/details/emporium21isti/page/318, Emporium [Rivista mensile illustrata d'arte letteratura scienza e varietà], Istituto italiano d'arti grafiche Bergamo - Editore, volume XXI, 1905, p. 318
Origine: Raro latinismo per "verdi".
Origine: Variante arcaica di "saporosi".

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“Per governare, l'attore deve abdicare. L'arte del grande attore sta nella sua perfetta personalità. Si tratta di uno sdoppiamento, l'attore si sta supervisionando nella realizzazione della costruzione di un nuovo personaggio, quello sognato dall'autore. L'obiettivo sarà raggiunto solo quando la trasformazione darà l'impressione di verità, perfetta coesione, profonda convinzione ….”

Lucia Sturdza-Bulandra (1873–1961) attrice e docente rumena

Ca să domnească, actorul trebuie să abdice. În perfecta-i personalitate rezidă marea artă a actorului. Este o dedublare, în care actorul se supraveghează pe sine în îndeplinirea construirii unui alt personaj, al aceluia visat de autor. Scopul va fi atins numai atunci când transformarea dă impresia de adevăr, de perfectă coeziune, de convingere aprofundată…

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“Mare infinito
Il mare oggi mi vede, il mondo gira con i suoi pianeti e stelle cosmiche accese da luci laser e scie di fuoco in un cielo spento da fontane di acqua di luce senza limiti nell'infinito eterno.
Un giorno vicino mi guarderai ma io non riuscirò più a vederti perché sarò anni luce da te.
Le prospettive dei progetti e cantieri eretti da palazzi vetrati di specchi creano cloni di individui che si riproducono di continuo e nuovi mondi si formano con città, mari, soli artificiali.
Passato presente futuro
Il centro del mondo con melodie di note vibrano lungo le orbite dell'infinito, accompagnati da scie di cavalli dorati e trasparenti delfini pesci, balene, elefanti sospesi nell'aria che galleggiano nel cielo in folli corse
Rivedo tutti dappertutto e alzo gli occhi al cielo portando in alto la terra e formano un paradiso gigante.
Volo leggero e non vedo più nulla e il pensiero volge è affonda tra i tuoi magnifici occhi che in rilievo manifestano gioia e sorrisi, un bagno caldo di emozioni spensieratezza tra la luce del tuo dolce sguardo che conquista ed attrae, perché spaziale e le tue orbite di energia fulminante corrono attorno ad emozioni trasparenti illuminando il desiderio.
Mi inondi di amore con tua aurea di pace e benessere sento i brividi quando il tuo sguardo mi scalda e lievito in alto proteggendo e assaporando la tua freschezza delicata che mi inebria
Sento vibrare la tua voce quando ti lascio e i sorrisi contagiosi che mi esaltano dentro quegli occhi profondi c'è un oceano di saggezza che corre via e mi sfuggono. Onde pacifiche di piacere da assaporare dolcemente senza fine e gustare il tuo profumo che si scioglie tra le mie labbra pallide
Tu plachi la mia sete come neve che si scioglie in bocca, con un sussurro, un suono che sale dentro me, fino in fondo per sentire la tua musica così soave attraversare il mio animo che inebriano il respiro fondendo il cuore con passione.

RUGIADA DI LACRIME
Dammi la forza di piangere perché mi celo in una rugiada di lacrime di verità, in questo fiume che sfocia nella ipocrisia dell'inganno, dammi il coraggio per uscire da compromessi e umiliazioni e di iniziare da dove non sono mai partito, cancellando tutto il presente perché il domani non esiste e il passato non ritorna, ma vive solo attraverso ai ricordi ormai irraggiungibili, che costruiscono la nostra vita in frammenti che non riconosciamo. Corro per raggiungere un obiettivo perso in partenza che non riesco più a vedere ma esiste, impedito dallo sconforto, e malvagità è una routine obbligata, non mi apre la mente per nuovi orizzonti e crollo travolto dagli eventi…
Si può ottenere indipendenza, autonomia nella libertà interiore fuori dagli schemi imposti e attendo quel viaggio per staccarsi da impedimenti forzati mentali che impediscono e limitano i pensieri e la capacità di creare la vita a cui si aspira e non quella degli altri tesi a rubarti la tua anima, creatività ed originalità. Ti vengo a cercare per parlarti, per curarmi attraverso il tuo spirito, candido che illumina il cuore e colora il buio attraverso occhi spenti da egoismo e subordinazione. Ti cerco al di sopra di tutto dove hai il potere di controllare con il vento e calore che emani la forza di un incantesimo tra giorno e notte giocando con il cosmo e nuotando immergendosi nel sole sciogliendo il ghiaccio della crudeltà. Ti cerco tra le nuvole che piangono la tua bontà di salvezza e accecato dalle guerre, doni pace correndo nelle orbite attorno all'infedelta'. Vivi in ogni cuore ma siamo morti dentro senza gratitudine. Ti cerco nel mare che crea la vita ma tu sei l'infinito incontaminato ma stringo ogni misera molecola che ti compone. Bevo il tuo nettare nella pioggia infinita. Ti trovo tra il canto dei passerotti e il volo di aquile lontane e in stormi migratori a caccia di sopravvivenza a causa di crudele polvere nera creata dal progresso. Sento l'erba e il profumo degli alberi che crescono formando linfa e non carbone. Ti raggiungo ovunque e ti sento dentro annulli le solitudini e i falsi amori. Uomini e donne sono il davanti e dietro alla medaglia ma un entità unica, espansa da una terra stanca e vecchia senza risorse. Ti ho trovato finalmente nelle mie riflessioni e pensieri o solitudini perché eri stato sempre nel mio cuore ma non ti sentivo e ti premevo in fondo come un fiocco di neve che diventa slavina nell'immensita' di una creazione effimera ma reale dove tutti calpestiamo le tue orme dorate e il denaro è sabbia che un alito di vento è di menzogne innalza e si perde attraverso onde di oceano che lottano contro un tempo assetato di successi e profitti di infelicità e che procede inizia ma finisce ogni giorno il suo lavoro. Il treno non aspetta mai è quel minuto poteva decidere il tuo destino quell'ora e i mesi che si susseguono segnano una vita che firmiamo noi e si ritrova in un progresso improvviso che ci travolge e ci rende schiavi. I binari della vita sono innalzati al cielo e quel treno è già partito con la sua folle corsa a non arrivare mai a destinazione…
Insegniamo ai sogni a ritornare bambini nell'intensità e nella speranza che il domani si fissi nel tempo quando raggiungiamo la felicità.

Amicizia
Scandendo il tempo, fermi frammenti unici ed irripetibili, dipingendo in autentica semplicità, tramonti che accendono scie di stelle in infinite emozioni. Accarezzando suoni di magistrali percorsi che allietano fiocchi di neve danzanti di fronte a concerti di fulmini energetici in impetuosi arrivi senza partenze. Dove termini gli spazi vuoti e crei un nuovo inizio, coperto da un cielo limpido che si rispecchia nel tuo impetuoso mare di allegria eterna proiettata in un domani già passato. Il volo avvolto tra ali dorati temperate dal tuo umore costante, in equilibrio, con sorrisi sempre annunciati che presentano una personalità piccante e carismatica si perde in pazienti sentimenti che giungono con dolcezza in questa valle, dispersa in monti crescenti che stuzzicano atmosfere vaganti. Palazzi di carta, immagini di ricordi si susseguono con terre rosse e colori di pareti che si ergono in oceani dove si sentono le tue melodie dei fiori che sbocciano e distinguono primavere fresche. Vedi le foglie trasportate da venti stagionali tiepidi e folli respiri agitati ma calmi. Annunci il tuo ritorno quando arrivi in un passaggio di orme tra boschi illuminati da petali fuggenti. Ora i sogni sono realtà nel protagonismo di fantasie che crescono in ognuno di noi
Un cuore irrefrenabile di vita essenziale e valore estremo gratificante con una pioggia di tesori argentati e cablati in ogni essenza che tocchi e rendi incantata.”

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“A ovest della Norvegia si trova un’isola chiamata Islanda, circondata dal vasto Oceano. È questo un luogo difficile da abitare, ma che merita di essere menzionato per il verificarsi di fatti prodigiosi e inauditi, che sembrano sfuggire a ogni verosimiglianza. Esiste laggiù una fonte che, per maleficio della sua acqua fumante, distrugge l’essenza di qualsiasi cosa. Ogni oggetto che venga investito dalle sue esalazioni vaporose viene sicuramente trasformato in solida pietra. Non saprei dire se questo fenomeno sia più pericoloso o stupefacente: queste proprietà solidificanti sono talmente attive nella sua acqua che qualsiasi cosa si avvicini e venga immersa nel suo vapore fumante viene subito trasformata in pietra, assumendone tutte le caratteristiche e mantenendo soltanto l’aspetto esteriore che aveva prima Nella stessa località, sono state segnalate molte altre sorgenti che in certi momenti, si gonfiano enormemente d’acqua, e quando le loro cavità sotterranee sono strapiene emettono getti frequenti verso l’alto; in altri momenti, quando queste emissioni sono inattive, vengono assorbite in profonde e remote cavità nascoste della terra, in modo da restare appena visibili al livello del suolo. Perciò avviene che, quando l’acqua viene espulsa, bagnano di biancore spumeggiante ogni cosa che si trovi nelle vicinanze, mentre, una volta scomparso il getto, non sono identificabili nemmeno dalla vista più acuta In quest’isola esiste anche una montagna che, rivaleggiando con il bagliore delle meteore, brucia di fuochi eterni: erutta fiamme dalla cima ininterrottamente, cosi da alimentare un incendio senza fine. La meraviglia che desta questo fenomeno è pari a quella dei portenti di cui ho parlato prima; in particolare, stupisce il fatto che una terra esposta a temperature cosi fredde abbondi della materia necessaria per nutrire un cosi grande calore, tanto da alimentare fiamme eterne con combustibili nascosti e inesauribili In periodi rigorosamente prestabiliti, inoltre, una enorme massa di ghiaccio si spinge galleggiando verso quest’isola: non appena questa si avvicina e comincia a infrangersi contro la costa rocciosa e frastagliata, si odono risuonare sulla scogliera come delle voci fragorose provenienti dalle profondità marine, e il frastuono di moltissime strane grida. Per questo motivo si pensa che si tratti di anime condannate dopo una vita scellerata a scontare i loro crimini li, nel freddo più intenso.”

Origine: Gesta Danorum, pp. 14-15

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“È la profonda ignoranza a ispirare il tono dogmatico.”

Della società e della conversazione, V, 76; 2012
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