Frasi su strada
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“Io credo, lo credo profondamente, che il vero fascismo sia quello che i sociologhi hanno troppo bonariamente chiamato la "società dei consumi". Una definizione che sembra innocua, puramente indicativa. E invece no. Se uno osserva bene la realtà, e soprattutto se uno sa leggere intorno negli oggetti, nel paesaggio, nell'urbanistica e, soprattutto, negli uomini, vede che i risultati di questa spensierata società dei consumi sono i risultati di una dittatura, di un vero e proprio fascismo. Nel film di Naldini noi abbiamo visto i giovani inquadrati, in divisa… Con una differenza, però. Allora i giovani nel momento stesso in cui si toglievano la divisa e riprendevano la strada verso i loro paesi e i loro campi, ritornavano gli italiani di cento, di cinquant'anni addietro, come prima del fascismo.
Il fascismo, in realtà, li aveva resi dei pagliacci, dei servi, e forse in parte anche convinti, ma non li aveva toccati sul serio. Nel fondo dell'anima, nel loro modo di essere. Questo nuovo fascismo, questa società dei consumi, invece, ha profondamente trasformato i giovani, li ha toccati nell'intimo, ha dato loro altri sentimenti, altri modi di pensare, di vivere, altri modelli culturali. Non si tratta più, come all'epoca mussoliniana, di un'irregolamentazione superficiale, scenografica, ma di una irregolamentazione reale che ha rubato e cambiato loro l'anima. Il che significa, in definitiva, che questa "civiltà dei consumi" è una civiltà dittatoriale. Insomma, se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la "società dei consumi" ha bene realizzato il fascismo.”

da Fascista; pp. 289-290
Scritti corsari
Origine: Dall'intervista di Massimo Fini, L'Europeo, 26 dicembre 1974.

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“Ma perché quando un uomo è da solo diventa più vero.”

Michele Zarrillo (1957) cantautore e chitarrista italiano

da Strade di Roma, n. 1
Adesso
Origine: Test di Vincenzo Incenzo e Antonello Venditti.

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“Nel canto XI tale linguaggio, ma d'un'ebbrezza divina che conserva tutta la sua lucidità. Manca a Dante il balbettamento del mistico che esce dall'estasi; questo uomo cammina nell'azzurro come su una strada.”

Julien Green (1900–1998) scrittore e drammaturgo statunitense

dalla nota di diario del 27 giugno 1941, p. 92
Diario 1940 – 1943

“Capodanno nella lista di Rocco Schiavone veniva al terzo posto delle peggiori date del calendario. Al primo posto c'era il suo compleanno, che lui odiava in maniera totale, violenta, omicida. Gli auguri li considerava degli insulti. E non era un atteggiamento preso dopo i quaranta, non era una cosa da scambiare con la senilità incipiente e col tempo che passa sempre più veloce. Lui già a sei anni, quando giocava per le strade di Trastevere, poteva spaccare teste e setti nasali se un amichetto o un parente gli avesse fatto i fatidici auguri il 7 di marzo.
Al secondo posto c'era la Pasqua. Rocco la odiava per tre motivi. Il primo era che non arrivava mai lo stesso giorno. Cambiava ogni anno, e questo la rendeva imprevedibile e micidiale come un killer professionista. Il secondo che, proprio per la sua imprevedibilità, faceva arrivare le colombe e le uova mentre ancora stavi digerendo il panettone di Natale. Il terzo era di natura squisitamente teologica. Sapete quando è nato il figlio di Dio. Possibile che non siete mai riusciti a capire quand'è che è risorto? Al terzo posto c'era il Capodanno. Dovere per forza andare da qualche parte a fare il conto alla rovescia, stappare la bottiglia, urlare auguri a squarciagola e fingere di divertirsi e essere sereno. E poi c'erano i botti. Nel suo personalissimo codice la pena per i costruttori e i fruitori dei fuochi di Capodanno andava da un anno di reclusione ai lavori forzati in una miniera in Cile, in base ai botti che utilizzavano, al rumore che provocavano e ai soldi che riuscivano a sprecare in sei minuti. Gente che lesina sulla frutta e la verdura tutto l'anno per poi scoppiare centinaia di euro in pochi minuti ferendosi, facendosi danni, spaccando oggetti e coglioni, lui la detestava. Il primo gennaio invece era uno dei giorni più belli dell'anno. Nessuno per le strade, nessuno nei negozi, tutti a dormire gonfi di cibo e vino da supermercato, con le bocche secche e le orecchie che ancora fischiano per la musica a palla e i tricchetracche sul balcone. E lui solo, a Ostia a passeggiare sulla spiaggia.”

Antonio Manzini (1964) attore, sceneggiatore e regista italiano

da L'accattone
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, L'accattone

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“Ascolto e scorgo Dio in ogni oggetto, e tuttavia Dio non lo capisco affatto, | come non capisco chi mai possa esiste più straordinario di me. || Perché dovrei desiderare di vedere Dio meglio di quanto non lo veda oggi? | Vedo qualcosa d'Iddio in ogni ora delle ventiquattro, in ogni momento di esse, | nei volti di uomini e donne vedo Dio, e nel mio volto riflesso allo specchio, | trovo lettere inviate da Dio per le strade, ognuna firmata col nome d'Iddio, | e le lascio dove si trovano, perché so che, ovunque mi rechi, | altre puntuali verranno, per sempre e per sempre.”

48, p. 108
Foglie d'erba, Il canto di me stesso
Origine: Citato nel film Hachiko - Il tuo migliore amico (2009). Ken legge alcuni passi de Il canto di me stesso nell'elegia funebre per Parker: «Ascolto e vedo Dio in ogni oggetto eppure non capisco minimamente Dio, né che possa esserci qualcuno più meraviglioso di me stesso. Io vedo Dio nei volti di uomini e donne e nel mio viso allo specchio. Trovo lettere inviate da Dio per le strade, ciascuna firmata col suo nome e le lascio lì col suo nome perché so che dovunque io vado altre verranno puntualmente sempre e per sempre.»

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“L'uomo ha la memoria corta. Una giornata di sole basta per far dimenticare tutto, il pavimento solido della strada smentisce la paura.”

José Saramago (1922–2010) scrittore, critico letterario e poeta portoghese

Di questo mondo e degli altri

“Stavo pensando alle squadre di calcio.»
«E?»
«E allora, ci pensi. Guardi, per esempio, cosa fa una squadra di calcio per raggiungere migliori risultati?»
«Si allena?» azzardò Rocco.
«Non solo. Compra i giocatori. Stranieri. Ne conviene?»
«Sì. Vero, basta dare un'occhiata all'Inter».
«Appunto. Si forma la squadra con le eccellenze internazionali e si vincono coppe e scudetti. Mi dica se sbaglio.»
«Non sbaglia.»
«Bene, Schiavone. Ora trasferisca questo concetto al nostro paese».
Rocco incrociò le gambe. «Non la seguo».
«Faccia conto che per raggiungere risultati noi, l'Italia, ce ne andiamo in giro a comprare i giocatori migliori.»
«E no mi scusi, ma la Nazionale di calcio italiana deve essere formata tutta da giocatori italiani» obiettò Rocco.
«Non mi riferisco più al calcio. Il calcio è solo una metafora. Mi riferisco alla politica. Allora che farei? Si compra un bel primo ministro svedese, un Reinfeldt, poi all'economia ci mettiamo un tedesco, un Bruederle, poi alla cultura un francese, la Albanel, alla giustizia un danese, insomma! Pensi che squadra della Madonna! E finalmente 'sto paese la smetterà di essere il paese di pulcinella. Ha capito?»
La probabilità che il magistrato fosse affetto da una forma di patologia ciclotomatica si affacciò prepotente nella mente di Rocco Schiavone. «Chiaro e tondo. Una bella campagna acquisti» rispose, perché dargli ragione era la strada migliore.
«Esatto!» e il magistrato mollò un pugno sul tavolo. «Esatto, Schiavone. Sarebbe bello, non trova?»
«Sì»
«Scherzo, è ovvio. Lei mica mi avrà preso sul serio, no?”

«Un po' sì».
«No. anche perché non basta cambiare le teste di serie. qui c'è mezza classe politica da mandare al confino. Ma non si stia a preoccupare, sono solo un po' schifato da quello che vedo e leggo sui giornali ogni giorno. Mi stia bene e mi tenga informato.»
Pista nera

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“Un filmato di quelli accelerati, i fotogrammi veloci mischiati con una musica di sottofondo. Evocativa. Mani che si avventano. Poi, solo lo scheletro, arrugginito. Forse, dopo, neanche più il palo. Distrutto, bruciato. Alla base. Penzolante. Tenuto sospeso dai fili elettrici. L'immagine perfetta. Il palo è alla mercé del vento. Ma non cade. Mentre tutti si rendono conto che c'è un motorino abbandonato, mi guardo intorno. Castel Volturno. Il mare è vicino. Anche se non si vede. L'odore. Intorno case abbandonate. Sventrate. Come se ci fossero state delle esplosioni. Ma pochi le hanno udite. Canneti, arbusti, polvere, rifiuti, cartelli. Tutto nasconde la vista del mare. Osservo il motorino. Anche gli africani, dopo i casalesi, hanno fatto una scelta. Casale di Principe sede legale. L'Africa sede legale. La sede operativa La Domitiana, Castel Volturno, e le sue terre, strade sterrate tutt'intorno. Mentre i casalesi hanno combattuto le loro guerre con gli altri clan vicini per difendere e imporre la sede operativa, gli africani non ne hanno avuto bisogno. Decenni di permanenza. Inesorabile. Protetta. Utile. A testa bassa hanno subito colpi, lamentele, repulisti generali, promesse di miglioramento e promesse di esodi biblici. Hanno accettato tutto, in silenzio. E sono rimasti. Sempre pochi a rendersene conto, gli altri in ritardo. In ritardo a cercare nel vocabolario aggettivi e sostantivi iperbolici, costrutti intelligenti, paradossi eccentrici, aforismi, per colpire la fantasia. Trovare una bellezza nell'inferno, che non c'è.”

Sergio Nazzaro (1973) scrittore e giornalista italiano

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MafiAfrica

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“L'Amore è la strada dove le nostre impronte invece di seguirci ci precedono.”

Gianluca Magi (1970) storico delle religioni, orientalista e filosofo italiano

Il Gioco dell'Eroe

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“La sfera e le costellazioni fisse | si persero per strada quand'io nacqui; | se facessi candele per lavoro | il sole si spegnerebbe solo alla mia morte… | se dovessi commerciare sudari | nessuno più morirebbe finché io vivo!”

Abraham ibn ‛Ezra (1089–1167) erudito e poligrafo

Origine: Citato in Norman Solomon, Ebraismo, edizione italiana a cura di Alberto Cavaglion, traduzione di Luisa Balacco, Einaudi, Torino, 1999, p. 43. ISBN 88-06-14952-0

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“In occasione della nona Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia, istituita per iniziativa del Parlamento Europeo nel 2007, desidero incoraggiare quanti in questi anni si sono battuti e continuano a battersi contro ogni forma di discriminazione basata sull'orientamento sessuale delle persone. […] Il principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione e affermato nella Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea, non è soltanto un asse portante del nostro ordinamento e della nostra civiltà. Esso costituisce un impegno incessante per le istituzioni e per ciascuno di noi. Rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della personalità umana è una responsabilità primaria, dalla quale discende la qualità del vivere civile e della stessa democrazia. […] Le discriminazioni, le violenze morali e fisiche, non sono solo una grave ferita ai singoli, ma offendono la libertà di tutti, insidiano la coesione sociale, limitano la crescita civile. Dobbiamo promuovere il rispetto delle differenze laddove invece la diversità scatena reazioni intolleranti. E dobbiamo parlarne con i giovani, perché purtroppo continuano a registrarsi atti di bullismo contro ragazze e ragazzi, che talvolta spingono alla disperazione. Si tratta di espressioni di disumanità insopportabili che vanno contrastate con un'azione educativa ispirata alla bellezza di una società aperta, solidale e ricca di valori. […] Contro l'inciviltà delle discriminazioni e delle violenze molta strada è stata fatta, eppure il cammino è ancora lungo. È il cammino di una libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nelle sfera personale come in quella affettiva. Libertà anche come responsabilità. È compito della società nel suo insieme abbattere i pregiudizi dell'intolleranza. E costruire al loro posto una cultura che assuma l'inclusione come obiettivo sociale, che applichi il principio di eguaglianza alle minoranze, che contrasti l'omofobia e la transfobia, perché la piena affermazione di ogni persona è una ricchezza inestimabile per l'intera comunità.”

Sergio Mattarella (1941) 12º Presidente della Repubblica Italiana

2015
Origine: Citato in Mattarella: «Gay, discriminazioni e violenze offendono libertà di tutti» http://www.corriere.it/politica/15_maggio_17/mattarella-gay-discriminazioni-violenze-offendono-liberta-tutti-cb145de4-fc73-11e4-9e3e-6f5f0dae9d63.shtml, Corriere.it, 17 maggio 2015.

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“Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi soldi e qualche biscotto. Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Da una lettera al Tablet di Londra; riportato in Perché io credo ancora a Babbo Natale. Ho semplicemente esteso l'idea http://www.tempi.it/perche-io-credo-ancora-a-babbo-natale-ho-semplicemente-esteso-lidea#.VnN1v_nhDIV, Tempi, 19 dicembre 2014.

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“Se si va sulla strada di Renzi si va al disastro politico.”

Massimo d'Alema (1949) politico italiano, presidente del Consiglio dei Ministri dal 1998 al 2000
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“Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere. Ci sono anche faccende delicate. Ci sono problemi di batteri, che richiedono una grande attenzione nel momento in cui si fanno certe pratiche. Onde evitare malattie, eccetera. Quindi nel momento dell'educazione sessuale nelle scuole, è normale, corretto e fisiologico dare un modello: gli organi dell'uomo e della donna sono stati creati per certe determinate funzioni. E non è altrettanto naturale il rapporto tra due uomini o due donne. […] [sul bacio tra due donne] A lei che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio.”

Carlo Giovanardi (1950) politico italiano

Origine: Da un'intervista alla trasmissione radiofonica Non ci sono più le mezze stagioni, Radio 24; citato in Marco Pasqua, "Bacio tra donne come fare pipì in strada" Giovanardi di nuovo nella bufera http://www.repubblica.it/politica/2012/02/12/news/bacio_tra_donne_come_fare_pip_in_strada_giovanardi_di_nuovo_nella_bufera-29771532/?ref=HREC1-15, Repubblica.it, 14 febbraio 2012.
Origine: Radio 24 in occasione dell'intervista ha titolato «Due donne che si baciano per strada? È come uno che fa la pipì in pubblico», Giovanardi ha precisato in un'intervista successiva: «Ma scherziamo? Io non ho mai detto quelle parole hanno usato le prime cinque righe della mia prima risposta e le hanno attaccate a sette risposte successive. Un taglio manipolatorio che omette tutto il ragionamento intermedio, il quale dimostra come non esista alcun atteggiamento omofobo da parte mia, ma semplicemente la difesa di regole di buona educazione che devono valere per tutti, etero ed omosessuali. [...] Soltanto dopo quattro giorni sono riuscito ad acquisire la registrazione integrale dell’audio di questa vergognosa operazione di manipolazione mistificatoria.» "La frase sui baci gay manipolata ad arte Ora mi perseguitano" http://www.ilgiornale.it/news/frase-sui-baci-gay-manipolata-ad-arte-ora-mi-perseguitano.html, ilgiornale.it, 18 febbraio 2012.

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“Mi riconoscono per strada. Mi fa piacere. Ma siccome sono timido diventa anche imbarazzante.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Il Partito d'Azione è scomparso dalla scena della nostra storia politica appena vi si è affacciato. Gli azionisti hanno dato un contributo e hanno pagato un prezzo molto alto nella lotta di liberazione dell'occupazione tedesca e fascista del Norditalia. Non mi pare che siano ricordati con particolare gratitudine. Anzi, sono diventati un concetto – l'azionismo – non solo esecrabile, ma che in quanto tale si è trasformato in qualcosa che ha a che vedere esclusivamente con un atteggiamento di etica politica (questo sì ha dato e dà fastidio, a destra come a sinistra). "Azionista" racchiude tante e diverse cose: tutte brutte e ormai totalmente sganciate dalle persone e dalle azioni. L'azionismo è diventato una categoria dello spirito, una categoria culturale. Qual è l'immagine che si vuole dare dell'azionista, allora? Innanzitutto è un intellettuale elitario che, in fondo, disprezza la massa, vuole fare la lezione, per di più con la presunzione che sia per il suo bene. Poi, è una "mosca cocchiera", un'anima bella, un generale senza truppe. Infine. è un rigorista che vorrebbe portare nella politica l'etica dei princìpi e delle convinzioni, senza pragmatismi e compromessi. Insomma, dal punto di vista delle capacità politiche, è un pedagogo moralista e velleitario. Ce lo immaginiamo – questo "azionista" – anche come un tipo antropologico a sé: un vecchio trombone (se non nel corpo, nell'anima), magari un "professorone", un moralista che tratta quotidianamente con le grandi idee che non sporcano le mani, mentre gli altri si danno da fare e le mani se le sporcano e si compromettono (loro sì!) nella "feconda bassura" dell'esperienza (espressione kantiana), cioè della "vera vita": insomma, l'azionista è un morto vivente. Un vero disastro umano. In più, è anche un ipocrita perché, mentre incita gli altri all'azione (azionista, appunto) e a correre i rischi, lui se ne sta nella biblioteca di casa sua, oppure con gli amici, come lui "radical chic" che, se hanno un cane, ha il pedigree oppure, ostentatamente, è un cane di strada e coltivano rancore per il mondo e il popolo bue, a caviale e champagne (la gauche-caviar).”

Gustavo Zagrebelsky (1943) giurista italiano
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“Carissima Varese, fino a pochi giorni fa mi sorprendevo a pensare come e cosa poteva diventare la nostra vita salendo nel Paradiso del calcio, il gradino più alto per chi come noi vive il calcio per quello che è: un gioco. Era tutto scritto. Dal mio arrivo in C2, a campionato iniziato. Venivo dalla mia prima estate da disoccupato nonostante i 2 campionati vinti nelle 2 stagioni precedenti. Qui c'ero già stato per 2 brevi apparizioni da giocatore e da allenatore. Quel giorno, guidando verso di te, pensavo di aver accettato di allenare una quadra di calciatori ultima in serie C2. Arrivando al Varese stavo invece imboccando una strada che avrebbe cambiato radicalmente la mia vita. Qui, per la prima volta ho avuto la certezza di essere apprezzato per come sono, con i miei pregi e con i miei difetti. Qui non ho conoscenze e frequentazioni ma affetti e amici veri. Qui non ho allenato calciatori ma uomini. Varese è diventata e resterà la mia città. La mia professione mi porta a Siena per vivere quello che fino a domenica scorsa ero certo di poter realizzare nello stadio della mia città, nel quale ero entrato trovandolo grigio e con le curve chiuse e dal quale sono uscito ferito e con gli occhi lucidi insieme a un gruppo di uomini veri, applaudito da 8000 tifosi, anziani, giovani e famiglie intere. I tempi del calcio moderno non mi hanno permesso di staccarmi da te nel modo migliore. Mi hai dato molto ma ti chiedo ancora un'ultima cosa.”

Giuseppe Sannino (1957) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Dalla lettera di addio ai tifosi del Varese; riportata in Varese, la lettera d'addio di Giuseppe Sannino http://www.tuttomercatoweb.com/siena/?action=read&idtmw=272840, Tuttomercatoweb.com, 8 giugno 2011.

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“[Matteo] Renzi ha un livello di ambizione sfrenata, a volte parla e non si sa quello che dice, cerca solo i titoli sui giornali. Se non modera questa ambizione finisce fuori strada.”

Franco Marini (1933) sindacalista e politico italiano

Origine: Citato in Sul carro di Matteo Renzi c'è posto per tutti. Ma ecco cosa dicevano di lui i nuovi renziani http://espresso.repubblica.it/palazzo/2014/07/08/news/sul-carro-di-matteo-renzi-c-e-posto-per-tutti-ma-ecco-cosa-dicevano-di-lui-i-nuovi-renziani-1.172572, 17 luglio 2014.
Origine: Pronunciata da Franco Marini il 21 aprile 2013.

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“, a Milano e ho detto "Ma tu, Servizio Centrale, che dovresti accudire cosa hai fatto?" Il fratello di Pasquale Galasso che l'hanno fatto ammazzare, la figlia di Felice Maniero che si butta da una finestra e tanta altra gente. I pentiti vengono trattati peggio dei cani. A me non mi hanno pagato nemmeno i contributi per 20 anni che sto con loro ma lasciamo perdere perché io ho la pensione per i 23 anni che avevo lavorato prima, perché lavoravo, facevo sia l'agricoltore sia il calcestruzzo, ma altra gente che si è fidata dello Stato, gli ha dato anche i contributi, grossi o piccoli, che sono serviti a fare i sequestri di beni ed altro, li hanno mollati. Stanno in mezzo a una strada, gente che dorme sotto i portoni. Questo è lo Stato, è uno Stato di diritto questo? Poi senti per televisione chi raccomanda a destra e chi raccomanda a sinistra: il figlio di uno, il figlio di un altro, il nipote, lo zio… tutte queste situazioni clientelari, altro che mafia. Hanno avvelenato un popolo intero. Insomma: industriali che hanno cercato di guadagnare sullo smaltimento dei rifiuti, camionisti, che io non gli do una colpa perché dovevano campare, pagare pure la rata del camion, che hanno trasportato questa roba e parecchi di loro ci sono rimasti pure, criminali con l'appoggio delle istituzioni, perché io dico poi la polizia, i carabinieri dove stavano? Quando mai hanno controllato queste industrie che facevano, per dire, diecimila fusti all'anno di rifiuti tossici? Dove stavano le fatture per lo smistamento? Non ci stanno, però tutti quei soldi in nero sono finiti all'estero. Ora si lamentano. Il popolo che non sapeva niente oggi sa, se andassero a fondo e scavassero, ne succederebbero delle belle, veramente uscirebbero con i forconi. Io non dico che devono uscire con i forconi però hanno un arma che è molto più potente: il voto. Non lasciarsi corrompere dai vari potentati politici o leccaculi politici che vanno a promettere, a fare… noi non abbiamo nemmeno il diritto alla preferenza? Noi non vi votiamo proprio il partito. Andiamo a votare qualcuno che è contro di voi, pure se andiamo peggio, però vi diamo una lezione indimenticabile. Ormai quello è l'unico sistema che ha il popolo italiano per potersi difendere.”

Carmine Schiavone (1943–2015) criminale italiano
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“È sempre molto difficile scrivere buone canzoni, ma non penso che il numero delle canzoni che hai scritto in passato ti limiti in questo, al massimo i cambiamenti della tua vita che derivano dal successo possono farlo, ostacolando i tuoi progressi nel creare buone canzoni, almeno secondo la mia esperienza. Penso che più ti allontani dalla strada, dai tuoi problemi e dalle tue origini più ti viene difficile creare buona musica. La tua vita diventa troppo facile, troppo tranquilla. Se vuoi scrivere delle canzoni valide, una volta che hai superato le tue difficoltà: buona fortuna! Potrei farti almeno 100 esempi di ottimi compositori che una volta avuto il successo e la fama sono come scomparsi perché erano passati i tempi per i quali dovevano combattere per raggiungere qualcosa. C'entra anche il modo in cui la gente ti tratta, le brutture e le bellezza della vita. Penso che uno dei grandi motivi per il quale la gente voglia avere successo è allontanarsi dalla sofferenza, dal dover lottare, dall'avere difficoltà a pagare l'affitto e tutto quello che ne consegue ma tutto ciò inficia il processo artistico a lungo andare, credetemi. Alcuni artisti sono riusciti ad evitare ciò, ma veramente pochi, quindi dobbiamo sempre ringraziare le rotture strazianti o altri tipi di perdite che in qualche modo alimentano ancora il fuoco dell'arte.”

Anthony Kiedis (1962) cantante statunitense

Origine: Dall'intervista rilasciata alla radio statunitense Detroit 101WRIF; citato in Kiedis: «più ti allontani dalla strada e dai problemi, più è difficile fare buona musica» http://www.venicequeen.it/cms/News/kiedis-lpiu-ti-allontani-dalla-strada-e-dai-problemi-piu-e-difficile-fare-buona-musicar.html, Venicequeen.it, 8 febbraio 2017.

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