Frasi su vincitore
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“La Grecia conquistata il barbaro vincitore conquistò, e le arti portò nell'agreste Lazio.”

Quinto Orazio Flacco (-65–-8 a.C.) poeta romano

da Libro II, Epistole I, linea 156

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“Monty era meraviglioso, faceva sentire speciale ogni persona che incontrava. Tutti lo amavano.”

Augusta Dabney (1918–2008) attrice statunitense

citato in Michelangelo Capua, Montgomery Clift, vincitore e vinto, Lindau Editore, 2009. ISBN 9788871808086

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“I politici degli Stati Uniti […] non vedono nulla di errato nella regola secondo la quale ai vincitori spetta il bottino.”

William Learned Marcy (1786–1857) politico statunitense

The politicians of the United States [...] they see nothing wrong in the rule, that to the victor belong the spoils.
Origine: Citato in Paul F. Boller, John George, They Never Said It: A Book of Fake Quotes, Misquotes, and Misleading Attributions http://books.google.it/books?id=NCOEYJ0q-DUC&pg=PA54&lpg=PA54&dq=%22they+see+nothing+wrong+in+the+rule,+that+to+the+victor+belong+the+spoil&source=bl&ots=hARtPEzZEE&sig=uxojquozCiwKg6VIBXK58aORhz0&hl=it&ei=vC-1S57GJtKEsAbnzZiwDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=8&ved=0CC4Q6AEwBw#v=onepage&q=&f=false, pag. 54.

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“Se ansia di gloria, sete d'onore | spegne la guerra al vincitore, | non ti concede un momento per fare all'amore.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Carlo Martello: da Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, n. 10
Volume I

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“Come dal vincitor fugge e s'asconde | Il vinto, in volto mesto e vergognoso, | Sommerse il carro suo tosto nell'onde.”

Angelo di Costanzo (1507–1591) storico e poeta italiano

da Sonetto LXXXIX
Rime amorose

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“[Alla fine della seconda guerra mondiale] Presumo che, se avessimo perso, sarei stato processato come criminale di guerra. Fortunatamente eravamo dalla parte dei vincitori.”

Curtis LeMay (1906–1990) militare statunitense

citato in Michael Zezima, Salvate il soldato potere, Il Saggiatore, 2004

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“Il problema dopo una guerra riguarda il vincitore. Egli pensa di avere appena dimostrato che la guerra e la violenza rendono. Chi ora gli darà una lezione?”

A. J. Muste (1885–1967) pacifista, attivista (socialista)

da Crisis in the World and in the Peace Movement

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“[A proposito di Montgomery Clift] Dava tutto sé stesso, era quasi doloroso vederlo. […] Sembrava volesse distruggersi recitando.”

Macha Méril (1940) scrittrice e attrice francese

citato in Michelangelo Capua, Montgomery Clift, vincitore e vinto, Lindau Editore, 2009. ISBN 9788871808086

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“[A proposito di Montgomery Clift] Aveva un talento unico, il pubblico lo adorava. […] Che cosa lo angustiasse, fino all'autodistruzione, non l'ho mai saputo.”

Lehman Engel (1910–1982)

citato in Michelangelo Capua, Montgomery Clift, vincitore e vinto, Lindau Editore, 2009. ISBN 9788871808086

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“Crisalo: I due Atridi sono famosi per aver compiuto un'impresa grandiosa: conquistarono dopo dieci anni Pergamo, la patria di Priamo, difesa da mura divine, con armi, cavalli, un esercito di fortissimi combattenti, una flotta di mille navi. Roba veramente da nulla rispetto a quello che farò io per espugnare il mio padrone, senza flotta e senza tutto quel grande esercito. L'ho preso, sono riuscito a portargli via l'oro per il padroncino innamorato. Prima che ritorni, voglio intonare un lamento funebre. O Troia, patria, Pergamo, o vecchio Priamo, sei bello che morto: ti sto per scucire quattrocento filippi d'oro. Le tavolette sigillate che ti ho consegnato non sono mica delle tavolette, sono il cavallo di legno degli Achei. Pistoclero, da cui le ho prese, è Epeo, il costruttore, Mnesiloco è Sinone, quello che fu lasciato indietro, ma non sta presso la tomba di Achille, è a letto con Bacchide. Quello vero un tempo accese del fuoco per dare il segnale, questo qua invece… è proprio lui a bruciare. E io sono Ulisse, grazie alla cui astuzia sta avvenendo tutto questo. Tutte le cose scritte qui, nelle tavolette, sono i soldati all'interno del cavallo, ben armati e pien di coraggio. Fino a questo momento tutto è andato per il verso giusto. Il cavallo ora dovrà attaccare non una rocca, ma un forziere: per l'oro del vecchio sarà rovina, strage, terribile lusinga. Al nostro sciocco vecchio posso dare sicuramente il nome di Ilio; al soldato è Menelao, io sono Agamennone e anche Ulisse figlio di Laerte, Mnesiloco è Paride che manda in rovina la sua patria. Ha rapito Elena, per questo sto assediando Ilio. Ho sentito che anche lì Ulisse fu coraggioso e perfido, proprio come me. Io sono stato beccato nel mezzo dei miei inganni, lui rischiò quasi di morire mentre spiava le mosse dei Troiani travestito da mendicante. Oggi a me è successo qualcosa di simile. Mi hanno incatenato, ma me la sono cavata con l'inganno: anche lui si salvò con i suoi inganni. Ho sentito che tre furono i segni del fato che preannunciavano la rovina di Troia: se fosse stata portata via la statua dalla rocca, poi la morte di Troilo, terzo, quando si fosse spaccato lo stipite superiore delle porte frigie. E tre sono anche i segnali del fato per la nostra Ilio. Primo: quando ho raccontato al vecchio la storia dell'ospite, dell'oro e della barca: in questo modo ho portato via dalla rocca la statua. Poi me ne rimanevano ancora due per prendere la roccaforte. Quando ho consegnato le tavolette al vecchio: lì ho ucciso Troilo: lui pensava che Mnesiloco fosse a letto con la moglie del soldato. Qui mi sono salvato per un pelo. Ma è come il pericolo che corse Ulisse quando, raccontano, fui riconosciuto da Elena e consegnato a Ecuba; ma, come allora Ulisse riuscì a liberarsi grazie alle sue lusinghe, convincendo Ecuba a lasciarlo andare, così io con la mia astuzia sono scampato al pericolo e ho messo nel sacco il vecchio. Poi mi son dovuto scontrare con il grande soldato che conquista le città senza armi, solo con le sue ciance, e ho sistemato anche lui. Poi altra battaglia con il vecchio. M'è bastato un solo inganno per sbaragliarlo e ho preso il bottino in un colpo solo. Ora consegerà al soldato i duecento filippi che ha promesso. Però ne servono altri duecento da spendere dopo la presa di Troia, che ci sia del vino per il trionfo dei vincitori. Questo Priamo è molto meglio dell'altro: non c'ha mica cinquanta figli, ne ha quattrocento e tutti di prima scelta, senza un solo difetto. Li farò a pezzi in due soli colpi. Se c'è qualcuno che lo compra, il nostro Priamo, io lo metto pure in vendita: penso che questo vecchio sia veramente roba da vendere, da mettere all'asta, dopo che avrò espugnato la roccaforte. Ma eccolo là il nostro Priamo, davanti alla porta. Gli vado a parlare.”

vv. 925-978; 2007
Bacchides
Origine: Il servo plautino è anche un personaggio sbruffone e strafottente. Qui celebra le proprie gesta con lessico e argomenti attinti dall'epica di Omero, che è parodiata nel monologo. Tutti i personaggi epici ivi citati: Achille, Agamennone, Ecuba, Elena, Epeo, Laerte, Menelao, Paride, Priamo, Sinone, Troilo, Ulisse.

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“«Le cose sono andate in un altro modo. Non c'è stato l'assalto al Palazzo d'Inverno. Barcellona, come il resto del mondo, appartiene ormai ai vincenti. I ricchi, in quanto vincitori "morali"…».”

Manuel Vázquez Montalbán (1939–2003) scrittore, saggista e poeta spagnolo

da I mari del Sud
Da controllare: non risulta
Senza informazioni bibliografiche complete

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“È facile vincere quando si è belli e intelligenti. Ci dici invece tu come cacchio hai fatto a vincere? (da Mai dire GF e figli, 9 maggio 2006)”

Mago Forest (1961) comico, showman e conduttore televisivo italiano

Rivolto al vincitore del Grande Fratello 6 Augusto De Megni

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“L'amore si nutre di tutti i sentimenti che trova lungo il suo cammino e li offre al vincitore.”

Gianni Monduzzi (1946) scrittore, giornalista e editore italiano

Origine: Il manuale della Playgirl, p. 118

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“«Ce lo chiede il popolo italiano», dicevate. Ma quando avete visto gli italiani scendere in piazza al grido: «Senato delle autonomie subito!»? Ho visto gli italiani lottare per i propri diritti costituzionalmente garantiti, non certo per avere una Camera di nominati, non certo per una riforma che non farà trovare lavoro al 43 per cento di giovani disoccupati, che non migliorerà la sanità, sempre lasciata in balìa degli avidi appetiti delle Regioni, con le note disuguaglianze tra quelle virtuose e quelle no. Chi di voi avrebbe la faccia tosta di dire che il bicameralismo rallenta il procedimento legislativo? […] Allo stesso modo non vi interessa la soluzione del conflitto di interessi che viola il principio costituzionale dell'uguaglianza di tutti i cittadini nell'accesso alle cariche elettive, sempre sacrificata sull'altare del baratto politico. Queste sono le vere riforme che il popolo italiano ci e vi chiede, non per cancellare, ma per attuare la nostra legge fondamentale, la «grande incompiuta», come diceva Calamandrei, per realizzare pienamente i principi della nostra Costituzione. Tutto questo però il Premier fa finta di non saperlo. Tanti giornali titolano: «Renzi vuole uscire vincitore», come se il nostro ordinamento costituzionale fosse la scommessa di un Premier infantile, il premio da attribuire a un narciso egoista, arrogante sul piano nazionale e irrilevante su quello europeo. E chi se ne frega se nelle università, così come nei pochi media liberi e tra i nostri banchi, in molti disperatamente chiedono di fermare una riforma sbagliata.”

Paola Taverna (1969) politica italiana

“[…] quel che resta sono le opere aristocratiche dei vinti, i Tomasi e i Buzzati, i Praz e i Morselli, i Berto e gli Alianello. O di vinti a disagio nel campo dei vincitori, come Pavese e Pasolini.”

Marcello Veneziani (1955) giornalista e scrittore italiano

da I vinti: i perdenti della globalizzazione e loro elogio finale, Mondadori, Milano, 2004, p. 121

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“Una volta Churchill, Hitler e Mussolini si riunirono a colloquio. Dissero: «C'è una grande vasca con dentro un solo pesce; a turno secondo la sorte cercheremo di prenderlo, chi vi riuscirà sarà il vincitore di questa guerra». Per primo fu tratto a sorte Mussolini per la prova. Egli si levò la giacca, rimboccò le maniche, cacciò la testa nell'acqua, sbuffò bolle e spruzzi, gridò roboanti minacce, bestemmiò anche finché, sfinito, fu portato a braccia lontano dalla vasca.
Secondo fu a provare Hitler: egli radunò il suo Stato maggiore, si fece portare la pianta precisa della vasca, prese misure di lunghezza, larghezza e profondità, chiese il volume dell'acqua e il peso specifico del pesce… poi decretò con matematica, teutonica precisione: «Alla tale ore, al tale minuto il pesce dovrà passare di qui». Attese, tuffò la mano, e la ritrasse col pesce, ma subito questo, con improvviso guizzo, sparì di nuovo sott'acqua.
«Siete stato a un pelo dalla vittoria» sorrise allora Churchill che stava bevendo il suo tè. «Ora tocca a me». Egli terminò di sorbire la bevanda e col suo cucchiaino incominciò a vuotare la vasca pazientemente… «Che fate?» gli chiese Hitler. «Quando la vasca sarà vuota potrò prendere il pesce tranquillamente!» Non tutti conoscevano la barzelletta che divertì la compagnia. Tutti risero. Drina disse:
– Io so il seguito. Me l'hanno raccontato a Milano.
– Il seguito? Ma se finisce qui!
– No. Si dice che Churchill abbia vuotato la vasca cucchiaino per cucchiaino e quando già il pesce boccheggiava ed egli stava per allungare la mano, sia passato Stalin e se lo sia preso!…”

Origine: Noi no, p. 120-121

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“Due anni fa votai per l'Italia dei Valori, soprattutto perché nel mio Piemonte candidava Franca Rame, persona straordinaria che sono felice di aver contribuito a mandare al Senato. Credo proprio che anche stavolta tornerò a votare per il partito di Antonio Di Pietro, che tra le altre cose non candida né condannati né inquisiti. […] Per essere chiari: voterei molto più volentieri per un Einaudi o un De Gasperi redivivi. Ma, in attesa che rinasca qualcuno di simile e riesca a entrare in politica, penso che l'astensione – da cui sono stato a lungo tentato – finisca col fare il gioco della casta, anzi della cosca. Il non voto, anche se massiccio, non viene tenuto in minimo conto dalla partitocrazia: anche se gli elettori fossero tre in tutto, i partiti se li spartirebbero in percentuale per stabilire vincitori e vinti. E infischiandosene degli assenti, che alla fine hanno sempre torto. Dunque penso che si debba essere realisti, votando non il «meno peggio», ma ciò che si sente meno lontano dai propri desideri. A convincermi a votare per l'Idv sono le liste che ha presentato Di Pietro, che ospitano diverse persone di valore, alcune delle quali sono amici miei, di MicroMega, dei girotondi e di chi ha combattuto in questi anni le battaglie per la legalità e la libertà d'informazione. […] E poi c'è Di Pietro che, pur con tutti i suoi difetti, ha saputo pronunciare – da ministro e da leader di partito – una serie di «no» molto pesanti contro le vergogne del centro-sinistra.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Con Di Pietro, per fare il guastafeste, n.º 2/2008, 25 marzo 2008
Micromega

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“Nei primi tempi, quando gli spiriti parlavano a mia sorella ed a me sulle pendici della montagna, quale essere umano avrebbe creduto che gli spiriti fossero cose prive d'importanza? Persino noi eravamo prigioniere del loro potere, e ritenevamo un dovere usare i doni in nostro possesso per il bene della nostra gente. Poi, per millenni questa fede nel sovrannaturale ha fatto parte dell'anima umana. A volte avrei detto che era naturale, chimica, un ingrediente indispensabile della struttura umana, qualcosa senza cui non potevano prosperare e tanto meno sopravvivere. Abbiamo assistito molte volte alla nascita di culti e religioni, alle proclamazioni di visioni e miracoli ed alle successive promulgazioni delle fedi ispirate da questi "eventi". Viaggiate nelle città dell'Asia e dell'Europa e vedrete gli antichi templi ancora in piedi e cattedrali del Dio cristiano dove vengono cantati i suoi inni. Visitate i musei di tutti i paesi: vedrete sculture e pitture religiose che abbagliano l'anima. Quanto sembrano grandiose queste realizzazioni: la macchina stessa della cultura dipende dal combustibile della fede religiosa. Eppure qual è stato il prezzo della fede che galvanizza i paesi e manda le armate una contro l'altra, che divide le mappe delle nazioni in vincitori e vinti ed annienta gli adoratori degli dei alieni? Ma negli ultimi secoli è comparso un miracolo vero che non ha nulla a che vedere con spiriti o apparizioni o voci celesti che annunciano a questo o quello zelota ciò che deve fare! Abbiamo visto finalmente nell'animale umano una resistenza al miracoloso; uno scetticismo nel confronto dell'opera degli spiriti o di coloro che affermano di vederli e di comprenderli e di essere interpreti delle loro verità. Abbiamo veduto la mente umana abbandonare lentamente le tradizioni della legge basata sulla rivelazione, cercare le verità etiche tramite la ragione ed un modo di vita basato sul rispetto per il fisico e lo spirituale così come vengono percepiti da tutti gli esseri umani. E con questa perdita di rispetto per il sovrannaturale, con questa mancanza di credulità in tutte le cose distaccate dalla carne, è venuta l'epoca più illuminata; perché donne e uomini cercano l'aspirazione più alta non nel regno dell'invisibile, ma nel regno dell'uomo, la cosa che è carne e spirito, visibile ed invisibile, terrena e trascendente. Il chiaroveggente e la strega non hanno più valore. Gli spiriti non possono darci nulla di più. Insomma, abbiamo superato la suscettibilità a questa follia e ci avviamo verso una perfezione che il mondo non ha mai conosciuto. Finalmente "il verbo si e fatto carne", per citare un'antica frase biblica con tutto il suo mistero; ma il verbo della ragione e la carne è il riconoscimento delle esigenze e dei desideri comuni a tutti gli uomini ed a tutte le donne.”

La regina dei dannati

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“Il football professionistico è come una guerra nucleare. Non ci sono vincitori, ma solo sopravvissuti.”

Frank Gifford (1930–2015) giocatore di football americano statunitense

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 67. ISBN 88-8598-826-2

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“[Su Checco Zalone] Premesso che mi fa molto ridere, e che di fronte al successo bisogna inchinarsi e domandarsi perché, mi fa altrettanto ridere la sinistra che dopo anni di snobismo sale sul carro del vincitore, eleggendo Zalone a sociologo d'Italia, quando è solo un grande comico che è riuscito a prendere il pubblico dei cinepanettoni e quelli che non li andavano a vedere, che era la sinistra.”

Sergio Castellitto (1953) attore italiano

Origine: Citato in Rosicata da record del super-big del cinema, insulti a Zalone: la (gravissima) accusa a Checco http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11868858/castellitto-contro-zalone-quo-vado-bene-del-cinema.html, LiberoQuotidiano.it, 18 gennaio 2016.

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“Solo la notte sapevi che eri un vinto e Cristo era il vincitore. Ma t'addormentavi così presto!”

Rocco Scotellaro (1923–1953) scrittore, poeta e politico italiano

Uno si distrae al bivio

“Sono trascorsi 5 minuti dalle ore 14 di sabato 5 ottobre. Siamo nel 2002 e i professori Francesco Mazzoleni, Cristiano Dominici, Roberto Bracaglia si riuniscono nei locali del dipartimento di Scienze ortopediche, ricostruttive e del lavoro dell'Università degli studi di Firenze. «Dopo lunga, attenta e approfondita discussione nella quale intervengono ripetutamente tutti i presenti, la commissione delibera all'unanimità vincitore della valutazione comparativa Giulia Lo Russo». Ecco il giudizio: «Ottime le qualità e l'impegno scientifico della candidata: è adatta a ricoprire il ruolo di ricercatore universitario». Alle ore 14,30 termina la seduta. Lunga discussione? Ma come: letto, approvato e sottoscritto in 25 minuti per un posto che durerà tutta la vita? Già perché la concorrente era l'unica a partecipare. Un posto per tutta la vita che fa gola solo ad una persona… Giulia Lo Russo è figlia dell'ordinario Domenico Lo Russo. Entrambi lavorano presso l'università di Firenze nella facoltà di Medicina, in Chirurgia plastica. Quindi la candidata era la figlia del prof ed è stata l'unica a presentarsi, altro che valutazione comparativa come scrivono i commissari. Che fortuna! Alla seconda prova scritta è stato "estratto" il seguente tema: «Il lembo di muscolo grande gluteo». Poteva essere estratto, e già questa è una fortuna, anche il muscolo piccolo oppure quello medio. Eppure è uscito il grande. «Che grande colpo di gluteo!»”

Origine: Parentopoli, p. 144

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“I vinti sono buoni e generosi. I vincitori cattivi ed egoisti. Preferisco i vinti: ma non potrei adattarmi alla condizione di vinto.”

Curzio Malaparte (1898–1957) scrittore italiano

Origine: Dall'intervista Venti domande a Malaparte, il Tempo, 28 luglio 1955.

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“La donna che si vede vinta sente un impulso d'odio contro il suo vincitore per quanto possa adorarlo.”

Alphonse Karr (1808–1890) giornalista e scrittore francese

Origine: Aforismi sulle donne, sull'uomo e sull'amore, p. 29

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“L'altro giorno (come riferisce il sito articolo21. info) quello della spagnola Tve riportava il primo incidente diplomatico scatenato dal nostro futuro premier prim'ancora di insediarsi al governo, con una frase riportata col dovuto rilievo solo dall'Unità (subito rimbrottata dall'interessato): "Zapatero avrà una certa difficoltà, troppe donne nel suo governo". In effetti Zapatero non ha la fortuna di avere come ministri Bossi, Calderoli e Maroni. Così il Cainano ha compiuto il miracolo di mettere d'accordo la destra e la sinistra spagnole. "La risposta al vincitore delle elezioni italiane – riferiva la Tve il 16 aprile – è stata unanime, al di là del colore politico". E giù critiche feroci dalle neoministre Bibiana Aido e Magdalena Alvarez, ma anche da Esperanza Aguirre, presidente del Comune di Madrid (Partito Popolare, centrodestra): "Questo è il secolo delle donne, e una delle cose migliori del presidente è stata la nomina di così tante donne nel governo". Il socialista Alfonso Guerra ha sintetizzato il comune sentire iberico con una frase lapidaria: "Berlusconi è un delinquente, non c'è altro da dire su questo signore". Insomma l'immagine internazionale dell'Italia, oscurata da due anni di comunismo, torna finalmente a rifulgere nel mondo intero. In Spagna se ne sono già accorti. Il Tg1 seguirà.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Liscia la notizia, 22 aprile 2008
l'Unità

“Dante rivive intero nell'opera sua. Perciò la Divina Commedia è molto più che lIliade. Omero è assente dall'opera sua, non è che un nome, un'ombra vana; e la Commedia è invece la grande, l'immortale voce di Dante: os magna sonaturum.
Chi ha messo alla pari Dante e Shakespeare, ha discorso da esteta; ma ha mostrato di non comprendere la ragione complessa dell'eccellenza di Dante uomo-poeta, a cui s'inchinano, con così stupendo consenso, tutte le nazioni colte del mondo, gareggiando nel tributargli onore i vinti e i vincitori di ieri, i potenti di oggi e quelli di domani, dal Belgio e dalla Francia alla Germania, dall'Inghilterra al Giappone e agli Stati Uniti.
Dante è esso medesimo un'affascinante opera d'arte, e la Commedia non è che la sua espressione vocale. Egli è, come con l'usata felicità disse il De Sanctis, nello stesso tempo l'Omero e l'Achille del suo mondo poetico. Nessuno dei personaggi del gran dramma oltramondano riesce a interessarci a sé così lungamente come la persona del poeta, attore e narratore insieme. (da Dante”

Michele Scherillo (1860–1930) docente e politico italiano

Commemorazione secentenaria), Emporium, Vol. LIII, n.º 315, marzo 1921, p. 128 https://archive.org/stream/emporium5354berguoft#page/n153/mode/2up
Origine: Gli stessi concetti, a volte con frasi uguali o simili, erano già apparsi in Michele Scherillo, Le origini e lo svolgimento della letteratura italiana. Vol. I, Ulrico Hoepli, Milano, 1919, pp. 80 sgg. https://archive.org/stream/leoriginielosvol01sche#page/80/mode/2up

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“s'ode tuonar di balza in balza: | Salve, Scilla divina, ecco t'inaugura | Meronte vincitor questo trofeo.”

Diego Vitrioli (1818–1898) poeta italiano

Megali del Giudice, p. 22
Xiphias

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“È dunque sognando a occhi aperti, io credo, che vivi intensamente; ed è ancora con l'immaginazione che puoi trovarti a competere persino con l'inattuabile. E qualche volta ne esci anche vincitore.”

Walter Bonatti (1930–2011) alpinista italiano

da Discorso tenuto alla Società Geografica Spagnola (2008), p. 456
Un mondo perduto. Viaggio a ritroso nel tempo

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“Come il frastornato vincitore di una lotteria, il governo americano, la mattina dopo la caduta improvvisa del comunismo, non sa cosa fare.”

Ted Sorensen (1928–2010)

da Foreign Affairs, giugno 1990
Origine: Citato in Furio Colombo, Il terzo dopoguerra: conversazioni sul post-comunismo, Rizzoli, Milano, 1990, p. 5. ISBN 88-17-84070-X

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“Il mio primo scudetto all'Inter non lo abbiamo vinto in campo bensì al centro sportivo di Appiano Gentile. Era un sabato e il nostro inseguitore era il Milan, che nell'anticipo di quella sera era stato battuto rendendoci così campioni. Era la terz'ultima di campionato e noi dovevamo giocare il giorno dopo col Siena. Al centro esplose subito la baldoria, con tutta la squadra a chiedermi di andare a festeggiare in Piazza Duomo assieme ai tifosi. Io ho pensato: se ci andiamo non andremo a letto prima delle tre-quattro del mattino e poi scendiamo in campo stanchi e addormentati e la striscia di partite di fila sempre vinte finisce lì. No, non possiamo farlo: "Tutti a letto" ho tuonato. Quando già ero in camera mia pronto a coricarmi bussa alla porta Júlio Cesar. Il suo era un grido di dolore, piangeva a dirotto: "Mister, dobbiamo andarci in Piazza Duomo, ci aspettano in migliaia. Se non ci andremo tu in vita tua non vincerai più niente". Parole che sembravano una maledizione. Ho pensato: "Sono fregato". Non sono superstizioso, ma quelle parole mi hanno lasciato traballante. Bene. Andiamoci tutti: e così è avvenuto. I tifosi quando ci hanno scoperto sono diventati pazzi. Siamo tornati ad Appiano verso le tre di domenica e nel pomeriggio i giocatori sono stati fantastici, dando tutto per non perdere l'imbattibilità e per non consentire agli avversari di dire che avevano battuto i neocampioni d'Italia. Questi ricordi, lo ripeto, mi procurano tanta nostalgia. Gioisco per i successi dell'Inter e soffro quando l'Inter viene battuta o fermata, com'è successo in queste ultime settimane… Fra l'altro, l'unica volta in vita mia in cui ho vinto ai rigori è stata la Supercoppa Italiana conquistata contro la Roma, il primo dei miei trofei nerazzurri. È che quando si va ai rigori per decidere il vincitore mi assale il panico. Così perdo sempre, comprese due finali di Champions League. Soltanto l'Inter mi ha regalato anche questa gioia.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Real Madrid (2010 – 2013)

“Ho subito odiato la Juve ancor prima di capire di calcio. I motivi c'erano: Togliatti era per la Juve, i missini erano per la Juve e così i romagnoli. Tutti schierati dalla parte del più forte perché come diceva Flaiano l'italiano è sempre il primo a soccorrere i vincitori.”

Carlo Laurenzi (scrittore) (1920–2003) scrittore e giornalista italiano

Origine: Citato in Emanuela Audisio, Quel gusto ribelle di tifare "contro" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/04/05/quel-gusto-ribelle-di-tifare-contro.html, la Repubblica, 5 aprile 1986.

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“Cosa sarà di noi, tra due ore?, pensano i vincitori.”

Giorgio Falco (1967) scrittore italiano

La gemella H

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“Maradona ha confermato di non essere uomo-squadra, bensì favoloso match-winner (cioè vincitore di incontri): è un centravanti spiazzato per convenienza tattica: ma quando il momento agonistico lo richiede sa trovarsi perfettamente coordinato al posto giusto, e per coordinato intendo dire in grado di inventare quel che dentro gli ditta il genio innato.”

Gianni Brera (1919–1992) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da La fatica di essere primi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/11/12/la-fatica-di-essere-primi.html, la Repubblica, 12 novembre 1985, p. 4.

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