Frasi sul dubbio
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“Quando si raggiunge una crisi? Quando sorgono delle domande a cui non si può dare risposta.”

Ryszard Kapuściński (1932–2007) giornalista e scrittore polacco

da A Warsaw Diary, Granta, 15, primavera 1985

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“Le domande in inglese se fanno cor "do". Ad esempio: n'do sta lo stadio de Roma, do?”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

Personaggi originali, Lorenzo

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“La domanda del nostro sondaggio è: «Ha torto la sinistra o ha ragione la destra?»”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

Imitazioni, Emilio Fede

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“A Sottsass importano le domande, gli importa ritualizzare l'esistenza intorno a quelle domande, gli importa restituire il senso del sacro all'esistenza.”

Ettore Sottsass (1917–2007) architetto e designer italiano

L'architetto che volle disegnare l'utopia di Demetrio Paparoni
Scritti 1946-2001

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“È Meglio conoscere alcune delle domande che tutte le risposte.”

James Thurber (1894–1961) giornalista, fumettista e scrittore statunitense

Citato in Focus N.105 pag. 167

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“La cameriera mi si avvicina: "Ehi, cosa leggi a fare?". Non è la domanda più strana mai sentita? Non "cosa leggo" ma "cosa leggo a fare"? Cazzo, mi hai lasciato di sasso. Cosa leggo a fare? Uhm… Beh, non so, credo di leggere per varie ragioni e la principale è che così non finisco per essere una fottuta cameriera in una Waffle House! Se siete mai stati in una Waffle House, avete notato che i menù hanno su le foto dei cibi, ecco…
Waitress walks over to me: "Hey, what're you reading for?"”

Bill Hicks (1961–1994) comico statunitense

Isn't that the weirdest question ever? Not "what am I reading" but "what am I reading for"? Shit, you stumped me! Why do I read? Uhm... Well, I don't know...I guess I read for a lot of reasons and the main one is so I don't end up being a fucking waitress in a Waffle House! ... If you have been in a Waffle House, you notice that the menus has pictures of the food on it, yeah...
Relentless

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“In altri termini, più forte della ragione è, nell’uomo comune, la paura d’usarla. […] Ma è così: l’uomo […] si china alle contraddizioni grottesche e alle buffe scappatoie. […] Una selva di domande s’affaccia in un momento; e l’una è legata all’altra, sì che non puoi dire: comincio da questo punto o da quello… È un bene la vita? è un male? Se è un bene, perché viene a cessare? Se è un male, perché c’è dato? E ancora: se è un male, perché tanta sua parte è bella e buona? E se è un bene, perché vedo tanto male intorno a me e anche dentro di me? Che cosa mi si offre, in compenso di questo male, così che io possa dire in piena coscienza: “Sì, la vita è, in fondo, solamente un bene”? E che cosa, soprattutto, mi verrà dato al posto del bene che dovrò cedere da un momento all’altro? Ho bisogno di sapere “se ciò che qualcuno ci prende,/ c’è qualch’altro che ce lo rende!” (G. Pascoli, Commiato, in Canti di Castelvecchio).
Quest’idea del compenso fa apparir chiaro che il problema di cui stiamo parlando coincide con quello, notissimo, della felicità: tormento vano della ragione umana e suo scoglio invalicabile. Dunque anche il Pensiero con la maiuscola […] non sa rispondere agli enigmi della vita e della morte. La risposta verrà solamente dal Verbo, fattosi carne e “sapienza nostra” (S. Paolo, 1a Corinzi, 1, 30): vera sapienza, antagonista vittoriosa di quella umana, che è “stoltezza dinanzi a Dio” (Id., 3, 19).”

Franco Fochi (1921–2007) linguista e saggista italiano

Origine: La festa turbata, p. 22

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“La domanda è: l'uomo, come lo conosciamo noi, è intelligente perché ha un grosso cervello o ha un grosso cervello perché ha dovuto essere intelligente?”

Alberto Salza scrittore, antropologo ricercatore e studioso italiano

Origine: L'anello mancato, p. 54

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“Lo sguardo si fa tanto più libero quanto meno cerchiamo nella natura il rango e il valore. L'ultima risposta ad ogni domanda è: «Questo sei Tu.»”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da Lo scarabeo spagnolo, p. 223
Il contemplatore solitario

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“Einstein era un fisico e non un filosofo. Ma la schietta ingenuità delle sue domande era filosofica.”

Carl Friedrich von Weizsäcker (1912–2007) fisico e filosofo tedesco

Origine: Citato in Peter Aichenburg e Roman V. Sexl, Albert Einstein, Vieweg, Braunschweig, 1979, p. 159; citato in Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso (The Quotable Einstein), a cura di Alice Calaprice, prefazione di Freeman Dyson, traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, p. 182. ISBN 88-04-47479-3

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“La maggior parte degli insegnanti perdono tempo a fare domande che mirano a scoprire ciò che l'alunno non sa, mentre la vera arte del fare domande mira a scoprire ciò che l'alunno sa o che è capace di sapere.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Nel 1920; citato in Alexander Moszowski, Conversation with Einstein, Horizon Press, New York, 1970, p. 65.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 69

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“Firmerò anch'io la domanda di grazia per Oscar Wilde, a condizione che egli dia la sua parola d'onore di non scrivere più.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

6 dicembre 1895; Vergani, p. 98
Diario 1887-1910

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“Un giorno Febo uscì, e non tornò più. Lo aspettai fino a sera, e scesa la notte corsi per le strade, chiamandolo per nome. Tornai a casa a notte alta, mi buttai sul letto, col viso verso la porta socchiusa. Ogni tanto mi affacciavo alla finestra, e lo chiamavo a lungo, gridando. […] Non appena si fece giorno, corsi alla prigione municipale dei cani. Entrai in una stanza grigia, dove, chiusi in fetide gabbie, gemevano cani dalla gola ancora segnata dalla stretta del laccio del chiappino. Il guardiano mi disse che forse il mio cane era rimasto sotto una macchina o era stato rubato, o buttato a fiume da qualche banda di giovinastri. […] Tutta la mattina corsi di canaio in canaio, e finalmente un tosacani, in una botteguccia di Piazza dei Cavalieri, mi domandò se ero stato alla Clinica Veterinaria dell'Università, alla quale i ladri di cani vendono per pochi soldi gli animali destinati alle esperienze cliniche. Corsi all'Università, ma era già passato mezzogiorno, la Clinica Veterinaria era chiusa. Tornai a casa, mi sentivo nel cavo degli occhi un che di freddo, di liscio, mi pareva di aver gli occhi di vetro. Nel pomeriggio tornai all'Università, entrai nella Clinica Veterinaria. […] Lungo le pareti erano allineate l'una a fianco dell'altra, come i letti di una clinica per bambini, strane culle in forma di violoncello: in ognuna di quelle culle era disteso sul dorso un cane dal ventre aperto, o dal cranio spaccato, o dal petto spalancato.”

La pelle, Il vento nero

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“La traduzione è indubbiamente – direi addirittura: inevitabilmente – una manifestazione di gusto, come tutto ciò ch'è Spirito, a cominciare dal linguaggio. Non mi domandi: In qual misura perché, e Lei lo sa benissimo, nei fatti spirituali non è mai questione di quantità, ma di qualità.”

Renato Mucci (1893–1976) traduttore e poeta italiano

Origine: Dall'intervista di Luigi De Nardis, Renato Mucci: È un atto di modestia e d'altruismo, La Fiera Letteraria, anno VI, n. 32, 12 agosto 1951, p. 3.

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“La geografia della fame è una leggenda: è legata solo alla passività, all'inerzia creata dal colonialismo nelle popolazioni autoctone. Faceva comodo al colonialismo incoraggiare la fatalità, la rassegnazione. Io leggo sempre i vostri discorsi e quello che più mi ha colpito è la lotta contro la fatalità e la rassegnazione. Ho lottato anch'io contro l'idea fissa che esisteva nel mio Paese: che l'Italia fosse condannata a essere povera per mancanza di materie prime e di fonti energetiche. Queste fonti energetiche le ho individuate e le ho messe in valore e ne ho tratto delle materie prime. Ma prima di far tutto questo: ho dovuto fare anch'io della decolonizzazione perché molti settori dell'economia italiana erano colonizzati, anzi, direi, che la stessa Italia meridionale era stata colonizzata dal Nord d'Italia! Il fatto coloniale non è solo politico: è anche, e soprattutto, economico. Esiste una condizione coloniale quando manca un minimo d'infrastruttura industriale per la trasformazione delle materie prime. Esiste una condizione coloniale quando il giuoco della domanda e dell'offerta per una materia prima vitale è alterato da una potenza egemonica: anche privata, di monopolio o di oligopolio? Nel settore del petrolio questa potenza egemonica oligopolistica è il cartello. Io lotto contro il cartello non solo perché è oligopolistico ma perché è maltusiano e maltusiano ai danni dei paesi produttori come ai danni dei paesi consumatori.”

Enrico Mattei (1906–1962) imprenditore e politico italiano

Origine: Dagli appunti (poi non utilizzati) per un discorso da tenere a Tunisi nel giugno 1960, Archivio storico dell'Eni; pubblicato in Le mie idee sul petrolio http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/04/25/le-mie-idee-sul-petrolio.html?refresh_ce, la Repubblica, 25 aprile 2006.

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“Farmi vivere è la sola cosa che domando all'opera d'arte.”

Ardengo Soffici (1879–1964) scrittore italiano

24 dicembre, p. 265
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“Un giorno (più di vent'anni fa) un allievo di prima media, accompagnato da due o tre compagni, andò a porre timidamente, alla fine di un corso, la seguente domanda al professore di Francese: bisogna, quando si legge un libro (un romanzo), ricordare, oltre alla storia, il nome dell'autore?”

Abdelfattah Kilito (1945) scrittore marocchino

Origine: 1985; citato in Wu Ming, Giap! Tre anni di narrazioni e movimenti http://www.liberliber.it/mediateca/libri/w/wu_ming/giap_etc/pdf/giap_t_p.pdf, a cura di Tommaso De Lorenzis, Einaudi, Torino, 2003, introduzione. ISBN 88-06-16559-3

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“Di nuovo dentro il cuor soffi la bora | ed il borino! Questo | domando, o vita, ancora: | un vento in un cuore rapinoso e fresco.”

Pier Antonio Quarantotti Gambini (1910–1965) scrittore, giornalista e bibliotecario italiano

da Al sole e al vento, Edizioni Einaudi, 1971