Frasi su due-giorni
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“Bisogna saper migliorare con pazienza quanto ogni giorno ci offre.”

Alexandr Isajevič Solženicyn (1918–2008) scrittore, drammaturgo e storico russo

Origine: Da Dalla Vandea ai gulag: Il filo rosso di Solzenicyn http://www.avvenire.it/Cultura/Dalla+Vandea+ai+gulag+Il+filo+rosso+di+Solzenicyn_200909280755226430000.htm, Avvenire, 27 settembre 2009.

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“Le porte del paradiso sono due: innocenza e penitenza.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Il giornale dell'anima

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“Noi siamo più grandi dell'universo intero; un giorno avremmo noi stesse un'esistenza divina.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

a Celina, 5 marzo 1889
Lettere

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“Qualsiasi uomo può essere lodato, e a ragione. Anche soltanto stando in piedi su due gambe fa qualcosa che una mucca non sa fare.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

L'Utopia degli usurai

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“La croce di Cristo abbracciata con amore non porta mai alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quel che ha fatto Lui nel giorno della sua morte.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie, Omelia nella solennità della Domenica delle Palme http://www.vatican.va/holy_father/francesco/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130324_palme_it.html, Piazza San Pietro, 24 marzo 2013

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“[Riferito ai presunti favoreggiamenti della Fia per la Ferrari] La Fia usa due pesi e due misure. A Hockenheim le prime tre vetture sul traguardo furono trovate tutte irregolari nel gradino del fondo piatto ma siccome era la prima volta che lo si usava, la Fia lasciò correre.”

Michael Schumacher (1969) pilota automobilistico tedesco

Origine: Da un'intervista a Auto Bild; citato in Schumacher: "La Fia favorisce la Ferrari" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/09/02/schumacher-la-fia-favorisce-la-ferrari.html, la Repubblica, 2 settembre 1994.

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“Vale più un giorno di vita di colui che vive saggio e meditante, di chi vive cent'anni vizioso e distratto.”

Gautama Buddha (-563–-483 a.C.) monaco buddhista, filosofo, mistico e asceta indiano, fondatore del Buddhismo

111; 2003, p. 249
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“Vi racconto una piccola atroce storia per capire quale possa essere talvolta la posizione del potere politico dentro una vicenda mafiosa, una storia vecchia di alcuni anni fa e che oggi non avrebbe senso e che tuttavia in un certo modo interpreta tutt'oggi il senso politico della mafia. Nel paese di Camporeale, provincia di Palermo, nel cuore della Sicilia, assediato da tutta la mafia della provincia palermitana, c'era un sindaco democristiano, un democristiano onesto, di nome Pasquale Almerico, il quale essendo anche segretario comunale della DC, rifiutò la tessera di iscrizione al partito ad un patriarca mafioso, chiamato Vanni Sacco ed a tutti i suoi amici, clienti, alleati e complici. Quattrocento persone. Quattrocento tessere. Sarebbe stato un trionfo politico del partito, in una zona fino allora feudo di liberali e monarchici, ma il sindaco Almerico sapeva che quei quattrocento nuovi tesserati si sarebbero impadroniti della maggioranza ed avrebbero saccheggiato il Comune. Con un gesto di temeraria dignità, rifiutò le tessere.
Respinti dal sindaco, i mafiosi ripresentarono allora la domanda alla segreteria provinciale della DC, retta in quel tempo dall'ancora giovane Giovanni Gioia, il quale impose al sindaco Almerico di accogliere quelle quattrocento richieste di iscrizione, ma il sindaco Almerico, che era medico di paese, un galantuomo che credeva nella DC come ideale di governo politico, ed era infine anche un uomo con i coglioni, rispose ancora di no. Allora i postulanti gli fecero semplicemente sapere che, se non avesse ceduto, lo avrebbero ucciso, e il sindaco Almerico, medico galantuomo, sempre convinto che la Dc fosse soprattutto un ideale, rifiutò ancora. La segreteria provinciale s'incazzò, sospese dal partito il sindaco Almerico e concesse quelle quattrocento tessere. Il sindaco Pasquale Almerico cominciò a vivere in attesa della morte. Scrisse un memoriale indirizzato alla segreteria provinciale e nazionale del partito denunciando quello che accadeva e indicando persino i nomi dei suoi probabili assassini. E continuò a vivere nell'attesa della morte. Solo, abbandonato da tutti. Nessuno gli dette retta, lo ritennero un pazzo visionario che voleva continuare a comandare da solo la città emarginando forze politiche nuove e moderne.
Talvolta lo accompagnavano per strada alcuni amici armati per proteggerlo. Poi anche gli amici scomparvero. Una sera di ottobre mentre Pasquale Almerico usciva dal municipio, si spensero tutte le luci di Camporeale e da tre punti opposti della piazza si cominciò a sparare contro quella povera ombra solitaria. Cinquantadue proiettili di mitra, due scariche di lupara. Il sindaco Pasquale Almerico venne divelto, sfigurato, ucciso e i mafiosi divennero i padroni di Camporeale. Pasquale Almerico, per anni, anche negli ambienti ufficiali del partito venne considerato un pazzo alla memoria.”

Giuseppe Fava (1925–1984) scrittore, giornalista e drammaturgo italiano

da I Siciliani, gennaio 1983

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“[In occasione del ritorno in campo] Ho pregato Dio ogni giorno, ho pregato perché rendesse possibile tutto ciò e in questo momento l'unica cosa che posso dire è grazie al Signore. Con la fede, con la voglia di vivere ogni handicap può essere sconfitto.”

Magic Johnson (1959) cestista, allenatore di pallacanestro e imprenditore statunitense

Origine: Citato in Romano Riccardi, Magic, ora l'inferno può attendere https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/01/Magic_ora_inferno_puo_attendere_co_0_9602017727.shtml, Corriere della Sera, 1 febbraio 1996.

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“Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni e di qui, costeggiando, giungemmo a Reggio.”

Luca evangelista uno dei quattro evangelisti

28, 12 – 13

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“Lo so che tra noi due il più forte sei, sempre tu! Ma dammi questa dolce morte, tanto non vivo più.”

Raf (1959) cantautore italiano

da Ti pretendo
Cosa resterà

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“Dimentica tutti quei giorni e anche l'amore fisico, gli addio e i ritorni.”

Raf (1959) cantautore italiano

da Dimentica
Passeggeri distratti

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“Prima del giorno della giustizia mando il giorno della Misericordia.”

Faustina Kowalska (1905–1938) religiosa e santa polacca

Diario

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“Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, guardatevi le rose dell'Inter di Mancini e della Juve di Capello, che hanno fatto meno punti di noi. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario soprattutto considerando da dove venivamo, ovvero da due settimi posti. Il resto sono chiacchiere. Ma si sa: quando il lupo non arriva all'uva dice che è amara…”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Citato in Conte: "Noi meglio dell'Inter di Mancini: guardate le rose!" Poi sbaglia il proverbio http://www.fcinter1908.it/?action=read&idnotizia=70021, Fcinter1908.it, 22 dicembre 2012.

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“La vita è questa: ogni giorno muore quello che siamo stati ieri e ogni mattina nasce ciò che saremo oggi.”

Lorenzo Licalzi (1956) scrittore e psicologo italiano

Che cosa ti aspetti da me?

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“[Sulla battaglia di Maida] […] il primo giugno, una squadra inglese venne a gettare l'ancora nel golfo di Eufemia per sbarcare sulla spiaggia, fra la foce del Lamato e quella dell'Angitola, un contingente di seimila soldati britannici comandati da sir John Stuart, nonché alcuni personaggi atti a capeggiare una insurrezione popolare nel paese. Era allora di stanza a Nicastro una compagnia di polacchi al comando del capitano Laskowsky. Essa si portò sulla riva insieme a un corpo di volontari a cavallo formato dai giovani della nobiltà cittadina, che, come già nel 1799, aveva abbracciato la causa dei francesi. Ma dopo un breve combattimento la piccola formazione dovette ripiegare su Maida, dove il generale Reynier stava raccogliendo in tutta fretta le forze francesi più vicine. Subito la plebe di Nicastro prese le armi e risollevò la bandiera dei Borboni, mise a sacco le case dei nobili sostenitori del re Giuseppe e sgozzò i soldati francesi malati che gremivano l'ospedale civile. «Nella città di Nicastro» scriveva qualche giorno dopo Giuseppe a Napoleone, «il comandante delle guardie d'onore è stato accecato e poi crocifisso; era un principe che mi aveva accolto in casa sua». La sera del 3 il generale Reynier, scorgendo Nicastro illuminata dal balcone della casa da lui occupata a Maida, disse agli ufficiali del suo stato maggiore: «Domani batteremo gli inglesi e dopodomani bruceremo Nicastro». […] Reynier disponeva solo di 4.000 uomini. Tutto gli imponeva di attendere gli inglesi nella posizione eccezionalmente forte di Maida, da dove difficilmente lo avrebbero potuto scacciare. Ma egli credette che anche dei britannici, come già dei napoletani, sarebbe venuto a capo con facilità. Commise perciò l'errore, enorme, di scendere in pianura per attaccare in campo loro le forze di sir John Stuart, superiori di numero, e per giunta appoggiate dall'artiglieria della flotta. Lo scontro ebbe luogo il 4 luglio; esso fu breve e terminò con la disfatta delle nostre truppe. In questa occasione, come in quasi tutte le battaglie che ebbero luogo in quello stesso periodo tra le due nazioni, il sangue freddo e la precisione di tiro degli inglesi fermarono nettamente l'impeto dei francesi e inflissero loro perdite enormi rispetto al numero degli arruolati. Era la prima volta, da lunghissimo tempo, che i francesi subivano una sconfitta per terra. Sir John Stuart ne fu tanto orgoglioso che arrivò ad insultare i vinti. «Mai» disse nel suo rapporto, «la vanità del nostro presuntuoso nemico è stata più duramente mortificata, mai la superiorità delle truppe britanniche più gloriosamente provata come negli avvenimenti di questa giornata memorabile». Sebbene da entrambe le parti pochissime fossero le truppe schierate, la battaglia ebbe conseguenze rilevanti. I francesi perdettero per qualche tempo tutta la Calabria. Il generale Reynier fu costretto a ritirarsi in disordine per la vallata del Lamato su Catanzaro, che raggiunse con molta fatica l'indomani.
Fortunatamente, per lui, gli inglesi non pensarono ad inseguirlo. Di lì a qualche giorno, pago del suo successo, sir John Stuart fece nuovamente imbarcare i suoi uomini, dopo aver calato a terra il materiale necessario ad armare una insurrezione calabrese, a capo della fu designato il maggiore Gualtieri, soprannominato Pane di Grano.”

François Lenormant (1837–1883) assiriologo e numismatico francese

citato in Viaggiatori stranieri nel Sud, a cura di Atanasio Mozzillo, Saggi di cultura contemporanea, 1982, Edizioni di Comunità, Milano, p. 288

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“Amo talmente tanto la Germania che ne preferivo due.”

Giulio Andreotti (1919–2013) politico, scrittore e giornalista italiano
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“Sì [ero interista]. Il mio idolo era Mazzola. Ero stato comprato, diciamo, da tifoso, perché avevo mio cugino che viveva a Milano e mi aveva portato un completo dell'Inter, con la maglia e i pantaloncini, e da quel giorno ero diventato tifoso dell'Inter.”

Carlo Ancelotti (1959) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Ancelotti rivela: "Ero interista, ho pianto per l'Inter" http://www.tuttomercatoweb.com/inter/?action=read&idnet=ZmNpbnRlcm5ld3MuaXQtMTA5OTM, Tuttomercatoweb.com, 27 novembre 2009.

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“Avete mai notato come la gente che crede nel creazionismo abbia un aspetto così involuto? L'avete notato? Occhi ravvicinati, arcate folte, piedi e mani grandi e pelose: "Io credo che Dio mi abbia creato in un giorno."”

Bill Hicks (1961–1994) comico statunitense

Sì, sembra che andasse di fretta...
You ever noticed how people who believe in creationism look really unevolved? You ever noticed that? Eyes real close together, eyebrow ridges, big furry hands and feet: "I believe God created me in one day". Yeah, looks liked He rushed it.
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“Io piango, quanno casco nello sguardo | de' 'n cane vagabondo perché, | ce somijamo in modo assurdo, | semo due soli al monno.”

Franco Califano (1938–2013) cantautore, poeta e scrittore italiano

da Io nun piango, 1977

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“[Parlando dei Black Sabbath] Nessuno di noi pensava più alla musica. Ricordo che ogni singolo giorno ero fatto o ubriaco.”

Ozzy Osbourne (1948) cantante, compositore e attore britannico

Origine: http://www.rockol.it/intervista.php?idartista=2598

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“Penso che Napoli riuscirà a sopravvivere a tutto, è una città molto dinamica che non è mai cambiata. La mia famiglia proviene da quel luogo ed è come se avessi dei legami di sangue con questa città. La città è stata un centro culturale del mondo dal suo primo giorno.”

Abel Ferrara (1951) regista statunitense

Origine: Da un'intervista circa il suo film Napoli Napoli Napoli; citato in La Napoli di Abel Ferrara http://www.film-review.it/new/show/news/1433/La_Napoli_di_Abel_Ferrara-433.htm?refresh_cens, Film-review.it, 11 settembre 2009.

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“Io le ho viste che cantavano nei giorni brevi di un'idea e gomiti e amicizie intrecciati”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

Ragazze dell'est
Strada facendo

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“Sono stati giorni di tempesta e vento ed era pronto solo chi era pronto, ma adesso sai a cosa vai incontro: chi non è morto è già più forte!”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Quando canterai la tua canzone, n. 1
Arrivederci, mostro!

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“L'umiltà e la semplicità sono le due vere sorgenti della bellezza.”

Johann Joachim Winckelmann (1717–1768) archeologo e storico dell'arte tedesco

Pensieri sull'imitazione delle opere greche in pittura e scultura

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“Camminare in una foresta tra due siepi di felci trasfigurate dall'autunno, ecco un trionfo. Che cosa sono al confronto suffragi e ovazioni?”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

L'inconveniente di essere nati

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“Le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

da Strettamente personale

“Virgolina, virgola, punto e virgola, punto, due punti e tié!”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, Signorina Carlo

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“Non voglio farla troppo lunga sulla mia traiettoria politica. Da elettore radicale, ho simpatizzato una prima volta per Berlusconi nel '94; da dirigente radicale, negli anni successivi, ho ripetutamente cercato – senza riuscirvi – di contribuire a un'intesa politica tra Forza Italia e il mio partito di allora; molto spesso, negli anni passati, ho considerato Berlusconi un avversario, e mi è capitato di indirizzargli non poche critiche; se in Italia ci fosse stata un'operazione davvero blairiana nel centrosinistra, molto probabilmente avrebbe visto una mia entusiastica adesione; ma la mia valutazione è che nello schieramento alternativo al Pdl non ci sia oggi spazio per una politica liberale. Per questo (fatto decisamente raro nel nostro Paese…), ho scelto nel novembre 2007 di dimettermi dalla Presidenza della Commissione attività produttive della Camera, dopo aver lasciato il mio partito. Sono state le due finanziarie del Governo Prodi a indirizzarmi verso quella scelta: mi sono espresso contro la prima manovra, e alla seconda ho ritenuto giusto lasciare la poltrona, come si dice. Le mie dimissioni – cosa che racconterò ai miei nipotini, se ne avrò – caddero proprio nel periodo in cui sembrava che l'Esecutivo Prodi potesse reggere a lungo: quelle che la stampa aveva definito "spallate" erano infatti fallite, e ho ancora nelle orecchie l'affettuoso "ma sei matto?" con cui amici autorevoli commentarono la mia decisione, tecnicamente suicida, almeno secondo i parametri della politica romana. La mia valutazione – invece – è che sia tuttora addirittura incalcolabile il danno arrecato al centrosinistra, oltre che all'Italia, dalle decisioni economiche del Governo Prodi-Visco-Padoa Schioppa. Va ricordato che il Governo Prodi ebbe la fortuna di lavorare in un momento positivo dell'economia mondiale: e invece bruciò questa grande opportunità rinunciando alle riforme, aumentando le tasse a tutti, gettando acqua gelida sulla crescita, e infine – per sovrammercato – ingannando il Paese con la telenovela del "tesoretto". Così, in quei mesi, si è prodotta una frattura difficilmente ricomponibile tra il centrosinistra e i cinque milioni di piccole imprese industriali, artigianali, commerciali, dei servizi, che rappresentano la spina dorsale economica del Paese. E non poteva bastare, come ha fatto Veltroni, "far sparire" Visco. Serviva, invece, molto più coraggio: occorreva un'autocritica pubblica e definitiva rispetto a una scellerata politica anti-imprese, con l'impegno solenne, per il futuro, a incamminarsi nella direzione opposta. Neppure questo, forse, sarebbe stato sufficiente a vincere: ma – almeno – sarebbe servito a dare al Pd un profilo nuovo, e a metterlo in condizione di tornare competitivo in futuro, almeno in tempi medi. Per queste ragioni, quando la legislatura si è successivamente interrotta, come tanti altri italiani ho trovato molto più convincente (citavo nelle pagine precedenti il rapporto Itanes) la proposta politica complessiva dello schieramento di centrodestra; infine, dopo le elezioni del 2008 (alle quali non mi sono candidato, pur sostenendo pienamente il Pdl), Silvio Berlusconi ha ritenuto di propormi un incarico di prestigio e responsabilità, quello di portavoce di Forza Italia, che ho molto volentieri accettato. Questa mia vicenda, questa mia condizione di libertà, di persona che vive con la lettera di dimissioni in tasca, mi permette di esprimere un giudizio sereno ed in qualche misura perfino freddo, quello – cioè – che emerge chiaramente dalle pagine di questo piccolo libro.”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

Democrazia istantanea

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“Le arti sono due… l'arte si divide in l'arte intera e l'arte parzialmente scremata.”

Nino Frassica (1950) attore, comico e personaggio televisivo italiano

I migliori anni

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“I nomi collettivi servono a far confusione. «Popolo, pubblico…». Un bel giorno ti accorgi che siamo noi. Invece, credevi fossero gli altri.”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

Origine: La saggezza di Pickwick, p. 101

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“È probabile che un giorno il successo convincerà Carmelo Bene di aver sbagliato tutto. Il successo può arrivare fatalmente, in una "civiltà di consumi" che adotta e riconosce con furia come proprie, le novità che appena ieri riteneva aliene e sovvertitrici.”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

6 aprile 1967
Origine: Da Lo spettatore addormentato, Adelphi, Milano, 1983; citato in Carmelo Bene, Opere. [Con l'Autografia d'un ritratto], p. 1399.

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“Nel nostro mondo cattolico-occidentale si è soliti opporre come due poli antitetici la prostituzione e il matrimonio.”

Álvaro Mutis (1923–2013) scrittore e poeta colombiano

Origine: Ilona arriva con la pioggia, p. 95

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“Strano sapersi perduti tutti i giorni e non dirsi mai addio.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

Tre cavalli
Tre Cavalli
Variante: Strano sapersi perduti tutti i giorni e non dirsi mai addio

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