Frasi su limite
pagina 8

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“Michel Onfray si lamenta di ricevere critiche senza essere letto? Ebbene, l'ho quindi letto. L'ho fatto sforzandomi di mettere da parte, per quanto possibile, i vecchi cameratismi, le amicizie comuni, come anche la circostanza — ma questo era evidente — che entrambi siamo pubblicati dallo stesso editore. A dir la verità, sono uscito da questa lettura ancora più costernato di quanto lasciassero presagire le recensioni di cui, come tutti, ero venuto a conoscenza. Non che per me, come invece per altri, l'«idolo» Freud sia intoccabile: da Foucault a Deleuze, a Guattari e ad altri ancora, molti se la sono presa con lui e io, pur non essendo d'accordo, non ho mai negato che abbiano fatto avanzare il dibattito. E nemmeno sono il risentimento anti-freudiano, la collera, addirittura l'odio, come ho letto qua e là, a suscitare il mio disagio alla lettura del libro Crépuscule d'une idole. […] si fanno grandi libri con la collera! E che un autore contemporaneo mescoli i propri affetti con quelli di un glorioso predecessore, che si misuri con lui, che faccia i conti con la sua opera in un pamphlet che, nell'ardore dello scontro, apporta argomenti o chiarimenti nuovi è, in sé, qualcosa di piuttosto sano. Del resto, Onfray l'ha fatto spesso, altrove, e con vero talento. No, non è questo. Quel che infastidisce nel Crépuscule d'une idole è di essere banale, riduttivo, puerile, pedante, talvolta al limite del ridicolo, ispirato da ipotesi complottistiche assurde quanto pericolose.”

Bernard-Henri Lévy (1948) filosofo, giornalista e imprenditore francese
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“Supponiamo, ad esempio, un mondo rinchiuso un una grande sfera e soggetto alle seguenti leggi:
1) la temperatura non è uniforme;
2) è massima al centro, diminuisce man mano che ci si allontana da esso, per ridursi allo Zero Assoluto quando si raggiunge la superficie della sfera che racchiude questo mondo.
Preciso meglio la legge secondo cui la temperatura varia. Sia R il raggio della sfera limite: sia r la distanza fra il punto considerato e il centro di tale sfera. La temperatura assoluta sarà proporzionale a R2 – r2. Suppongo ancora che, in questo mondo, tutti i corpi abbiano lo stesso coefficiente di dilatazione, in modo tale che la lunghezza di un qualunque regolo sia proporzionale alla sua temperatura assoluta. Supporrò infine che un oggetto, trasportato da un punto all'altro, essendo diversa la sua temperatura, si ponga immediatamente in equilibrio calorifico con il suo nuovo ambiente. In queste ipotesi, nulla è contraddittorio o inimmaginabile. Un oggetto mobile diverrà allora sempre più piccolo nella misura in cui ci si avvicinerà alla sfera limite. Osserviamo innanzitutto che, se questo mondo è limitato sul piano della nostra abituale geometria, apparirà come infinito ai suoi abitanti. Se essi volessero avvicinarsi alla sfera limite, si raffredderebbero e diverrebbero sempre più piccoli. I loro passi sarebbero sempre più brevi, al punto che essi non potrebbero mai raggiungere la sfera limite. […] Farò ancora un'altra ipotesi. Supporrò che la luce attraversi mezzi diversamente rifrangenti e in modo tale che l'indice di rifrazione sia inversamente proporzionale a R2 – r2. E' facile constatare che, in queste condizioni, i raggi luminosi non sarebbero rettilinei, ma circolari. […] Se fondassero una geometria, essa non sarebbe come la nostra, e cioè uno studio dei movimenti dei solidi invariabili. Sarebbe […] la geometria non euclidea. Così, individui come noi, la cui educazione si realizzasse in un mondo simile, non avrebbero la nostra stessa geometria.”

Henri Poincaré (1854–1912) matematico, fisico e filosofo francese

Origine: La scienza e l'ipotesi, pp. 73-ss.

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“Colui il quale si nutre di miele, che viene prodotto con l'annientamento di decine di migliaia di minuscole creature, è peggiore di un macellaio, che si limita a uccidere un animale per volta.”

Hemacandra (1089–1172) letterato, monaco e filosofo indiano

Origine: Dallo Yogasastra; citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 25. ISBN 978-88-6052-218-4

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“Tom Curzon, il terapista del centro antidroga, che faceva l'assistente sociale e non il medico, era uno della scuola rogeriana, e aveva una terapia basata sull'individuo. Allora sono andato in biblioteca a vedere quello che aveva scritto Carl Rogers. Il libro che ho letto era una cacata, ma per dire la verità mi sembrava che Tom si fosse avvicinato più degli altri a quella che secondo me era la verità. Disprezzavo me stesso e il mondo perché non ero capace di accettare i miei limiti personali e quelli che mi venivano imposti dalla vita.
A quanto pareva, quindi, l'accettazione dei propri limiti era una condizione mentale sana, o comportamento non deviante.
Il successo e il fallimento sono semplicemente la soddisfazione o la frustrazione del desiderio. Il desiderio può essere in prevalenza intrinseco, basato sui nostri impulsi personali, oppure estrinseco, stimolato soprattutto dalla pubblicità o dai modelli di comportamento sociale che ci vengono proposti dai mass media e dalla cultura popolare. Dice Tom che i miei concetti di successo e fallimento funzionano solo a un livello individuale, e non a un livello sia individuale che sociale. E quindi, siccome mi rifiuto di accettare un riconoscimento da parte della società, il successo e il fallimento possono essere per me soltanto delle esperienze momentanee, perché sono esperienze che non possono essere sostenute dall'accettazione di altri valori di tipo sociale, come il benessere materiale, il potere o la posizione sociale; oppure, nel caso di un fallimento, la condanna e la disapprovazione. E allora, secondo Tom, non serve a un cazzo venirmi a dire che sono andato bene agli esami, che ho un buon lavoro o che sto con una bella ragazza; perché questo tipo di riconoscimento per me non significa niente. È chiaro che mi fa piacere, quando succedono queste cose, e che hanno un valore in se stesse, ma è un valore che non può essere sostenuto senza un riconoscimento da parte mia della società che lo considera come tale. Quello che Tom sta cercando di dire, credo, è che non me ne frega un cazzo. Perché?
Così torna in ballo la mia alienazione dalla società. Il problema è che Tom si rifiuta di accettare il mio punto di vista, che non è possibile cambiare la società per migliorarla davvero, e che io non posso cambiare per adattarmi alla società. Questa situazione provoca in me depressione. Scarico tutta la rabbia che provo contro me stesso, è questa la depressione, dicono. Però la depressione provoca anche una mancanza di motivazione. Mi cresce un vuoto dentro. La droga mi serve a riempire il vuoto, e mi aiuta anche a soddisfare il mio bisogno di distruggere me stesso, e qui torniamo alla rabbia diretta contro di sé.
Qui devo dire che sono d'accordo con Tom. Dove non ci troviamo più d'accordo è quando lui si rifiuta di vedere lo squallore totale del quadro generale. Lui dice che soffro di una mancanza di fiducia in me stesso, e che mi rifiuto di accettare questo fatto scaricando tutta la colpa sulla società. Secondo lui, questo mio modo di sminuire tutte le lodi e le ricompense (e di conseguenza anche le condanne) che potrei ricevere dalla società non è un rifiuto dei valori in sé, ma una prova del fatto che non mi sento abbastanza soddisfatto (o abbastanza scontento) di me stesso per accettarle. Invece di uscirmene a dire chiaro e tondo: Non credo di avere queste qualità (oppure credo di essere meglio di così), io dico: Tanto sono un mucchio di cazzate.”

Alla ricerca dell'essere interiore; pp. 196-197
Trainspotting, Salta tutto

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“Mi limito a dire alle persone quello che già sanno, ma hanno paura di ammettere con se stesse.”

Safe Haven
Vicino a te non ho paura
Variante: Mi limito a dire alle persone quello che già sanno, ma hanno paura di ammettere con sé stesse.

“È una questione di parole e di sostanza. Il «Vaffa day» rimandava a una volgarità reazionaria ma tutto sommato inoffensiva. Il «certificato di trasparenza» suona decisamente sinistro, da piccolo Grande Fratello. Quanto alla sostanza, siamo alla solita attraente sintesi di astratti furori, buonsensismo e inutilità, già sperimentata con successo nel «Vaffa». Le due principali proposte di legge di Grillo erano, lo ricordiamo, il divieto di candidare alle elezioni condannati in primo grado e il limite di due mandati per i parlamentari. La prima proposta, oltre che incostituzionale, ove interessasse, rappresenta una resa avvilente della democrazia. In una democrazia non c'è bisogno di leggi per impedire ai criminali di essere eletti. Dovrebbe bastare la libera volontà del popolo. Questo giornale, prima di Grillo, ha denunciato la presenza di venticinque condannati in via definitiva in parlamento e di due pregiudicati, gli onorevoli Cirino Pomicino e Alfredo Vito, nella commissione antimafia. Ma a quel punto la parola spetta al giudizio di lettori ed elettori. Se gli italiani continuano a eleggere certa gente, la colpa non può essere sempre dei partiti. È soltanto dell'effetto di una pessima legge elettorale, il «porcellum», dice Grillo. Sarà. Ma quando c'erano le preferenze o i collegi spesso ha vinto Barabba e i pregiudicati in Parlamento erano il doppio e il triplo. Il limite del secondo mandato è un'altra ricetta facile quanto inutile, se non cambia il costume etico, il seggio tolto all'originale andrebbe ai figli, nipoti e portaborse del medesimo, con dubbio vantaggio. Il «Grillo Doc» sulle liste civiche composte da non iscritti ai partiti e incensurati è un'altra parola d'ordine vecchia come il cucco, la stessa usata, per dire, dai protoleghisti veneti negli anni Ottanta, i padri del Gentilini sindaco sceriffo di Treviso.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da la Repubblica del 17 settembre 2007

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“[…] l'amore sboccia tra persone, non tra sessi. Perché porsi dei limiti? Siamo nel 1936; è il futuro, o quasi.”

David Leavitt (1961) scrittore statunitense

Philippa: VII; p. 117
Mentre l'Inghilterra dorme

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“Usain da anni domina lo sprint mondiale e grazie a lui i limiti umani si sono spostati un po' più avanti. È il [Lionel] Messi dell'atletica perché sa anche essere un uomo squadra, come dimostrano i successi con la 4x100 della Giamaica ai mondiali o alle Olimpiadi.”

Joseph Blatter (1936) dirigente sportivo svizzero

Origine: Citato in Blatter incontra Bolt: "Sei il Messi dell'atletica" http://www.lastampa.it/2013/08/28/multimedia/sport/blatter-incontra-bolt-sei-il-messi-dellatletica-EXQ7P7pMoIkS4b66diLX0K/pagina.html, La Stampa.it, 28 agosto 2013.

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“[Sull'eutanasia] Totalmente, convintamente, naturalmente, psicologicamente, sentimentalmente a favore […]. Gli strumenti di cui dispone la medicina, ai giorni nostri, oltre un certo limite, tolgono dignità all'uomo. Essere tenuti in vita a forza è un orrore. È peggio della morte stessa.”

Mina (cantante) (1940) cantante italiana

dalla rubrica "Mina per voi" http://minapervoi.vanityfair.it/2014/12/30/eutanasia-totalmente-psicologica-sentimentalmente-a-favore/, 30 dicembre 2014
Citazioni di Mina

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“Le passioni non si sradicano: bisogna che ciascuno possa soddisfarle nei limiti della virtù.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Citato in Saggezza dell'Oriente, p. 176

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“Un'identità forte è una finestra sul mondo, capace di includere in sé anche le altre. Se è debole, invece, si limita a glorificare se stessa, rinchiudendosi nei confini del localismo.”

Raffaele La Capria (1922) scrittore italiano

Origine: Citato in Dario Fertilio, Le mille Italie e l'identità nazionale https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/08/mille_Italie_identita_nazionale_co_9_090808061.shtml, Corriere della sera, 8 agosto 2009.

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“Bisogna spec­chiarci in questo Paese, vederlo per quello che è in realtà. Un Paese nel qua­le le madri offrono le figlie minorenni in cambio di un'illusoria notorietà. Un Paese in cui nessuno vuole più fare sa­crifici perché tanto la fama, i soldi, la fortuna arrivano con la tv, col Grande Fratello. Che futuro si prepara per un Paese così?.”

Veronica Lario (1956) attrice italiana

citato in Maria Latella, L'ho aiutato fino all'ultimo ma ora ha superato i limiti http://www.corriere.it/politica/09_maggio_04/veronica_limiti_maria_latella_fb8da8c6-386c-11de-a257-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 9 maggio 2009

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“Tra i telespettatori che guardano i nostri programmi c'è chi è poverissimo. Noi siamo giullari ma dovremmo avere un limite, dovremmo dare un segnale. Mi chiedo quanto dovrebbe guadagnare un chirurgo che salva una vita, un ricercatore che salva l'umanità. È anche una questione di immagine: come ci giudicherà la gente che ci guarda?”

Enrico Papi (1965) conduttore televisivo italiano

Origine: Citato in Bonolis: Enrico Papi, "cifre allucinanti" http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1998/01/29/Spettacolo/BONOLIS-ENRICO-PAPI-CIFRE-ALLUCINANTI_180000.php, Adnkronos.com, 29 gennaio 1998.

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“[Ayrton Senna] È stato un "mentore", soprattutto dal punto di vista della professionalità, non solo per me. Ha dimostrato a tutti che si può continuare a lavorare duramente e senza porsi limiti anche quando si è già dotati di un talento incredibile, ha portato la professionalità ad un livello più alto.”

Valtteri Bottas (1989) pilota automobilistico finlandese

Origine: Citato in F1 | Coulthard, Rosberg e Bottas ricordano Senna http://www.formulapassion.it/2014/04/f1-coulthard-rosberg-e-bottas-ricordano-senna/, FormulaPassion.it, 29 aprile 2014.

“Cademmo vittime della nostra fiducia nel genere umano, vittime della convinzione che l'umanità avesse posto dei limiti al degrado e alla persecuzione dei propri simili.”

Alexander Donat (1905–1983) giornalista polacco

Origine: Citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto?, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 160. ISBN 978-88-6052-218-4

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“È inutile e controproducente sperare che i ragazzi non si facciano canne, che non si sentano attratti dall'uso di droghe sintetiche, che non bevano il sabato sera. Deresponsabilizza tutti, genitori, educatori e istituzioni. La verità è che dovremmo trovare il coraggio di dire ai nostri ragazzi: scusateci, siamo talmente inadatti a questo mondo che preferiamo che ogni tanto qualcuno di voi muoia piuttosto che assumerci come società l'onere di vigilare affinché le sostanze che la maggior parte di voi decide di assumere non siano pericolose per la salute. Eh sì, perché chi prova droghe e beve alcolici il sabato sera non è l'adolescente con una vita familiare complicata, non è la ragazza mollata dal fidanzatino. Non è il diciassettenne sovrappeso o che si crede brutto. Le droghe le prova chiunque per semplice curiosità. È un momento di crescita, come fare sesso per la prima volta. È crescita e trasgressione insieme. È dimostrazione di coraggio, e la vita degli adolescenti è nella fase eroica, quella in cui si vuole costantemente dimostrare a se stessi – non necessariamente agli altri – di poter superare i propri limiti o quelli che la pubblica morale pone. A sedici anni ci si sente onnipotenti ed eterni e non c'è nulla che faccia davvero paura, ecco perché inutile demonizzare o vietare, l'unica cosa che gli adolescenti ascoltano è il ragionamento, l'unica cosa davanti alla quale si fermano è la conoscenza.”

Roberto Saviano (1979) giornalista, scrittore e saggista italiano

Origine: Citato in È ora di legalizzare le droghe http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2015/07/29/news/e-ora-di-legalizzare-il-mercato-delle-droghe-1.222979?ref=fbpr&refresh_ce, Espresso.repubblica.it, 31 luglio 2015.

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“[sulla guerra] Lo status belli è assenza di limiti circa l'uso dei mezzi atti a distruggere o asservire il nemico.”

Gianfranco Miglio (1918–2001) giurista, politologo e politico italiano

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“[Canaletto] Niuno seppe più vivamente di lui rappresentare gli oggetti, né con maggiore effetto, ma fu osservato che non sempre si tenne entro i limiti delle regole prospettiche.”

Stefano Ticozzi (1762–1836) storico dell'arte italiano

da Dizionario degli architetti, scultori, pittori http://books.google.it/books?id=0NNNAQAAIAAJ&hl=it&pg=PA265#v=onepage&q&f=false, pag. 265, tomo I, presso Gaetano Schiepatti, Milano, 1830
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“Ayrton aveva grande talento e determinazione. Portava la macchina ai limiti, cercando di farle fare anche quello che non era in grado di fare. Una delle cose che più mi ossessiona è che venne da noi convinto che fossimo i migliori perché da tre anni lo eravamo. Ma la vettura del 1994, sfortunatamente, non fu una buona macchina.”

Adrian Newey (1958) ingegnere britannico

Origine: Da un'intervista per la BBC; citato in Newey e il tormento Senna: "Si fidava di noi. E invece..." http://www.gazzetta.it/Sport-Motori/Formula1/02-10-2013/newey-senna-imola-f1-201279842659.shtml, Gazzetta.it, 2 ottobre 2013.

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“L'introspezione, l'osservazione e la storia del comportamento umano nei tempi passati e in quelli presenti ci dicono chiaramente che il bisogno di autotrascendenza è quasi altrettanto diffuso e, qualche volta, altrettanto potente quanto il bisogno di autoaffermazione. Gli uomini desiderano intensificare la coscienza di essere ciò che essi considerano "se stessi", ma desiderano anche – e lo desiderano, molto spesso, con irresistibile violenza – la coscienza di essere qualcun altro. Insomma, essi bramano di uscire da se stessi, di oltrepassare i limiti di quel minuscolo universo-isola entro il quale ogni individuo si trova confinato. Questo desiderio di autotrascendenza non è identico al desiderio di sfuggire al dolore fisico o morale. In molti casi, è vero, il desiderio di sfuggire la pena rinforza il desiderio di autotrascendenza. Ma questo può esistere senza l'altro. Se cosí non fosse, gli individui sani e fortunati, i quali (nel linguaggio psichiatrico) «si sono adattati alla vita in maniera eccellente», non sentirebbero mai il bisogno di uscire da se stessi. Mentre lo fanno. Anche tra coloro che la natura e la ricchezza hanno piú generosamente dotati, troviamo e non infrequentemente, un orrore profondamente radicato di se stessi, un'ansia appassionata di liberarsi della piccola ripugnante identità alla quale sono stati condannati proprio dalla perfezione del loro "adattamento alla vita". Chiunque, uomo o donna, che sia felice (secondo i criteri del mondo) oppure disgraziato, può arrivare, improvvisamente o gradatamente, a ciò che l'autore della Nuvola dell'Inconoscibile chiama "la conoscenza e la sensazione nude del tuo proprio essere". Questa immediata consapevolezza di sé produce uno struggente desiderio di andare al di là dell'io isolato.”

III, 2; pp. 71-72
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“Ecco dove porta l'amarsi fino in fondo, senza limiti: al dono di sé sulla croce, al sacrificio, l'amore che si fa sacro.”

Paolo Curtaz (1965) scrittore e teologo italiano

Origine: In coppia con Dio. Pagine bibliche da leggere in due, p. 121

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“Non c'è limite al sadismo del burocrate.”

Il caffè sospeso

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“C'è chi si innalza sopra le definizioni e i limiti”

Licia Troisi (1980) scrittrice italiana

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Le leggende del mondo emerso

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“Lo sport [in Italia] è maschilista ed estremamente conservatore. Lo è ormai più della politica, dove ci sono tentativi per svecchiare il sistema e favorire il ricambio generazionale ai vertici. Penso al limite dei due mandati per i sindaci, per esempio. Nelle federazioni ci sono presidenti ormai da cinque legislature. Il problema non è di merito o di giudizio sulle singole persone al comando, non mi permetterei mai. Ma è l'approccio a non essere moderno.”

Josefa Idem (1964) politica e ex canoista tedesca naturalizzata italiana

Origine: Dall'intervista Josefa Idem: “Lo sport italiano? È più maschilista della politica” http://www.repubblica.it/sport/vari/2016/10/20/news/josefa_idem_lo_sport_italiano_e_piu_maschilista_della_politica_-150181474/, Repubblica.it, 20 ottobre 2016.

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“L'uomo non esiste veramente che nella lotta contro i propri limiti.”

Ignazio Silone (1900–1978) scrittore italiano

da Ed egli si nascose, Città nuova
Origine: Anche in Vino e pane.