Frasi su morale
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“Uno dei motivi di sospetto verso convinzioni morali apparentemente sincere è il loro legame con interessi particolari di coloro che le sostengono. Chiedersi cui bono e cui malo è appropriato se siamo alla ricerca di possibili elementi di contaminazione della coscienza: il senso morale di una persona può essere distorto da privilegi radicati così come dalla paura di perderli. […] gli animali non sono in grado di perorare la loro causa e coloro che la perorano per loro non hanno alcun interesse finanziario diretto, né altri tipi di interesse personale in gioco, per quanto molti possano essere emotivamente "coinvolti". Riguardo invece ai guadagni particolari legati al mantenimento delle pratiche esistenti e alle perdite che deriverebbero dal loro mutamento, scopriamo un gran numero di gruppi alle cui convinzioni potremmo non dare credito. Macellai, cacciatori, allevatori, pellicciai, ricercatori che sperimentano su animali, se non risarciti, dovrebbero sopportare perdite personali significative qualora dovessimo modificare le nostre pratiche. Pertanto, non ci si può attendere che essi valutino la questione morale senza la distorsione derivante dai loro interessi particolari. Gli scienziati potrebbero sostenere che nel loro caso l'interesse personale coincide con un interesse umano universale; un'analoga giustificazione, però, credo, potrebbe essere avanzata anche dal macellaio e dal pellicciaio […].”

Annette Baier (1929–2012) filosofa neozelandese

Origine: La nostra posizione nel mondo animale, pp. 59-60

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“Antigone riemerge nei secoli – e continua ad emergere ancor oggi – ogniqualvolta il conflitto fra dovere e ribellione, legge morale, valori assoluti e responsabilità politica divampa con bruciante violenza e attualità. È figura della purezza assoluta e della colpa che quest'ultima può implicare; ha dato volto e voce a lacerazioni e contraddizioni drammatiche, dalla resistenza al terrorismo all'eutanasia.”

Claudio Magris (1939) scrittore italiano

Origine: Da Il mito di Antigone secondo Claudio Magris http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2015/03/20/news/il-mito-di-antigone-a-haiti-sbarco-prima-del-terrore-del-sanguinario-papa-doc-1.11085924, Il Piccolo.it, 21 marzo 2015.

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“Ricordo che nell'agosto 2003 presi la decisione di diventare (quasi) vegano, e fu allora che avvertii dentro di me un profondo allineamento emozionale. Capii che avevo scelto di fare la cosa giusta, e che mi sarei impegnato a rispettare quella decisione per il resto della vita. Le mie convinzioni e la mia morale avevano finalmente trovato il perfetto allineamento.”

John Mackey (1953)

Origine: Da un'intervista di Jeffrey Moussaieff Masson; riportato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 11. ISBN 978-88-6052-218-4

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“Sarebbe probabilmente noioso se tutte giocassero con il controllo supremo di Chris Evert. La morale della favola è che io sono quella che si fa male, ma non voglio mettere sotto chiave le mie emozioni.”

Hana Mandlíková (1962) tennista ceca

Origine: Dall'autobiografia Hana, 1989; citato in Riccardo Nuziale, Hana Mandlikova, storia della John McEnroe al femminile http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2014/02/19/1027882-chiamatela_imprevedibile.shtml, Ubitennis.com, 19 febbraio 2014.

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“[Su Fiorenzo Magni] Si è spento un grande faro che illuminava la via maestra. Ma non siamo rimasti al buio. A indicare la strada giusta ci sono i suoi esempi di onestà, intelligenza, fermezza. Anche stavolta è stato imprevedibile, come nelle corse. Era dotato di grande forza, fisica e morale, sapeva credere in se stesso. Noi viviamo del suo esempio, delle sue invenzioni che hanno salvato lo sport.”

Alfredo Martini (1921–2014) ciclista su strada e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Luca Gialanella, Monza, ultimi applausi per Magni. Martini: "Sii sereno in Paradiso" http://www.gazzetta.it/Ciclismo/20-10-2012/monza-ultimi-applausi-magni-martini-sii-sereno-paradiso-912965526423.shtml, Gazzetta.it, 20 ottobre 2012.

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“Sono sempre stato per la censura […]. Ma a condizione che questa censura sia affidata a delle persone qualificate sia per la loro sicurezza di giudizio che per il loro tatto morale e resa efficiente nel concreto. […] Non parlo qui che della censura etica.”

Henry De Montherlant (1895–1972) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Dall'intervista di Vittorio Abrami, A colloquio con Montherlant http://digital.sturzo.it/spogliogenerale/1963/19631026/20/5/acoll, Il Popolo, 26 ottobre 1963.

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“È il popolo rivendicato a se stesso, libero del suo braccio e della sua coscienza che dovrà creare in Italia il nuovo elemento di progresso civile, morale ed economico. Però oggi è d'uopo crear quest'Italia, che non esiste, né può esistere, col Tedesco a Venezia e col Papa a Roma.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

Alla Società operaia — Millesimo, Caprera, 4 luglio 1865, p. 373
Scritti politici e militari, ricordi e pensieri inediti

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“La forza morale è la sola, la vera forza. Guardate con coraggio, con ostinazione e fisso l'uomo che vi guarda: s'egli abbassa gli occhi, voi siete suo padrone: ma non abbassate i vostri perché in tal caso egli vi abbatterà.”

Francesco Anzani (1809–1848) patriota e militare italiano

Origine: Citato in Giuseppe Garibaldi, Memorie, Tipografia di Alessandro Lombardi, Milano, 1860, vol. 1, p. 123 https://books.google.it/books?id=LtsoAAAAYAAJ&pg=PA123.
Garibaldi introduce questa citazione con «Anzani soleva dire». La parte centrale della citazione è riportata anche, come «massima di Anzani», in Indro Montanelli e Marco Nozza, Garibaldi, Rizzoli Editore, 1962, cap. VII.

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“La matematica rende lo spirito giusto in matematica, e le lettere lo rendono giusto in morale. La matematica insegna a fare ponti e la morale insegna a vivere.”

Joseph Joubert (1754–1824) filosofo e aforista francese

Da Carnets; citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Una delle fallacità più pericolose che ha influenzato molti ragionamenti politici e filosofici è che l'uomo sia essenzialmente buono e che sia la società a renderlo cattivo. […] Rousseau ha trasferito il peccato originale dall'uomo alla società e questa visione ha contribuito in modo rilevante a quella che io ritengo sia una premessa incorretta su cui basare una filosofia politica e morale.”

Stanley Kubrick (1928–1999) regista statunitense

Origine: Dall'intervista di Bernard Weinraub, Kubrick spiega la meccanica dell'arancia, The New York Time, 4 gennaio 1972; riportata in ArchivioKubrick.it http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1972clockworktick.html.

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“Non c'è dubbio che la reintroduzione della pena di morte sarebbe contraria ai valori fondamentali dell'Ue. L'abolizione della pena di morte è stata una pietra miliare nell'evoluzione dei diritti fondamentali in Europa, conferendo al nostro continente l'autorità morale di fare campagna in tutto il mondo.”

Frans Timmermans (1961) politico e diplomatico olandese

Origine: Citato in L'Ungheria pensa alla pena di morte. L'Ue: Chiariscano o sarà uno scontro http://www.corriere.it/esteri/15_aprile_30/ungheria-pensa-pena-morte-l-ue-chiariscano-o-sara-scontro-4f7b415a-ef28-11e4-a9d3-3d4587947417.shtml, Corriere.it, 30 aprile 2015.

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“Per guidare un sistema industriale, e anche farne la critica, non si può essere preindustriali. Riguardo alla mentalità che ha prevalso, bisogna ricordare che in definitiva per anni in tutte le sedi hanno detto: i padroni. Noi dicevamo: gli imprenditori. Perché lo spirito imprenditoriale c'era, sarà stato all'italiana ma c'era, aveva una sua creatività e non si poteva ucciderlo. Io temo che già sia stato mezzo ucciso. Se leggi certe encicliche recenti dei papi, il linguaggio è anticapitalistico nella più vecchia delle maniere. E il linguaggio ha la sua importanza. Anche Andreotti per esempio ha detto: "Dobbiamo colpire i ricchi". Ma in un paese moderno si dice: gli alti redditi. Lui dice i ricchi, pensando forse che sia questione di morale cristiana. Ma quale morale cristiana! In Svezia tassano davvero gli alti redditi e non per morale cristiana, semmai per morale laica. Il Partito comunista, ideologicamente, ha usato un certo linguaggio. Ma ora si è accorto che quel linguaggio non si applica al nostro tipo di società. I Socialisti li conosciamo bene. I democristiani hanno un linguaggio per cui il capitalismo è un male. Non vedono i problemi se non con mentalità precapitalistica, puramente assistenziale. Quindi l'opinione pubblica non è stata informata sulla realtà dei suoi problemi, è stata solo abituata a quel linguaggio. Gli emigrati in Germania usano già un altro lessico. Se mai avremo una ripresa, questa sarà possibile solo imparando alcune cose.”

Ugo La Malfa (1903–1979) politico italiano

Origine: Intervista sul non – governo, pp. 73-74

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“Non esistono leggi sante, nel mondo fisico e nel mondo morale; però tutte le leggi, man mano che si scoprono, sono sante.”

Guido Piovene (1907–1974) scrittore e giornalista italiano

Origine: Romanzo americano, p. 61

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“Non credo che gli elettori siano così stupidi da affidarsi a gente come D'Alema e Fassino, a chi ha una complicità morale con chi ha fatto i più gravi crimini come il compagno Pol Pot.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2005
Origine: 14 dicembre 2005; citato in Berlusconi ha detto: (anno 2005) http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerArticolo.php?storyId=4ebaadc11e0a7, a cura di Marzia Amico, Jessica D'Ercole, Daria Egidi e Roberta Mercuri, Corriere.it.

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“Sinché non fu udita in Italia la poesia di Leopardi (la quale fu da ben pochi attentamente udita) non era dopo Dante, per utilità morale, chi mettere né innanzi né appresso al Parini; lirico nelle odi singolare; nel poema trovatore di nuova materia, e fabro di stile a tal novità egregiamente appropriato.”

Pietro Giordani (1774–1848) scrittore italiano

dalla prefazione, IV, in Le operette morali di Giacomo Leopardi, Francesco Vigo, Livorno, 1870, p. 33 http://books.google.it/books?id=YopqELvwpxsC&pg=PA33

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“Il governo nazionalsocialista può fare quanto vuole, impunemente. La Germania è nazista. Il Völkischer Beobachter la definisce "una giornata storica. Il sistema parlamentare capitola di fronte alla nuova Germania. In quattro anni, Hitler potrà fare tutto ciò che ritiene necessario: lo sradicamento di tutte le forze corruttrici del marxismo e la costituzione di una nuova comunità popolare. La grande impresa ha avuto inizio! È giunto il giorno del Terzo Reich!". L'impresa ha avuto inizio: è giunto il giorno dei libri. Che cos'è un libro? Domanda abissale: un libro è un santo eretico, un impiccio che fa scivolare i re, la condensazione di visuali alternative e soprannaturali, la morale in azione travolgente, il virus della libertà. Esso agisce per contagio. Tale contagio fu sempre avvertito e si tentò di debellarlo: infezioni e cure simili ebbero luogo in Cina nel III secolo a. C., nel corso del Medioevo a opera dell'Inquisizione, dopo la distruzione dell'Impero Azteco, nella Spagna della Reconquista, fino ai nostri giorni. Laddove il contagio è appiccato, si appicca il fuoco. Lo scrittore è un untore, si sa. Per fare fronte alla diffusione della peste in Venezia devastata dai bubboni, si dispose il rogo di molti libri, strumento di contagio a causa del contatto con le pagine. Quando alcuni umanisti scrissero al vescovo Ghislieri di evitare questa azione, egli rispose che, al pari della peste reale, bisognava debellare la "peste dell'eresia". Nel 1644 John Milton scrisse nell'opera Areopagitica: "Uccidere un buon libro equivale a uccidere un essere umano; chi uccide un essere umano uccide una creatura ragionevole, l'immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione medesima". Nella Tempesta di Shakespeare, Calibano consiglia Trinculo e Stefano per sottrarre il potere a Prospero: "Egli è abituato a fare un pisolino nel pomeriggio, cosicché, dopo esserti impadronito dei suoi libri, potrai strappargli le cervella; oppure con un bastone potrai spezzargli il cranio, o sventrarlo con una pertica, o tagliargli un'arteria col tuo coltello. Però ricordati di impadronirti prima dei suoi libri; senza di essi egli è solo uno sciocco come me, e nessuno spirito potrebbe obbedirgli. Solo i suoi libri devi bruciare."”

Giuseppe Genna (1969) scrittore italiano

da Hitler – Romanzo

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“Dicevo che Palazzeschi è grande e che il divertimento c'è per tutte le borse e per tutti i cervelli.”

Giovanni Papini (1881–1956) scrittore, poeta e aforista italiano

Origine: Da Tutte le opere: Prose morali, A. Mondadori, Milano, 1959, p. 145.

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“Di fronte alla nuova, terribile, strage del mare, che conta centinaia di vittime al largo di Lampedusa, si sente il bisogno civile e morale di alzare la voce: non è possibile che la politica e le istituzioni non riescano a dare risposte concrete ad un fenomeno prevedibile come quello di chi è costretto a fuggire da Paesi in guerra o dove regna la violenza.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Citato in Riccardi: "Italia intervenga su stragi migranti anche senza UE http://www.andreariccardi.it/it/articoli/riccardi-italia-intervenga-su-stragi-migranti-anche-senza-ue, Riccardiandrea.it, 12 febbraio 2015.

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“Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa. Cosí per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempí gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso di pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai piú sarebbe potuto avvenire di cosí buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. È stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti, e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.”

La tregua
Variante: Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo.
Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quello che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.
Così per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso del pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. E' stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti; e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.

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“[Riferendosi al suo periodo al Brescia] Quando Roby si allenava, dava sempre tutto. Sembrava sempre un ragazzino, ed io lo invidiavo. In quel periodo faceva da chioccia a molti di noi. Diceva sempre, per ogni problema o consiglio, io sono qui… All'epoca ero giovane, ed a volte capitava che mi alzavo dal letto con zero voglia di allenarmi. Capitò un periodo in cui fallivo molte occasioni da goal. La porta non la vedevo proprio. Un giorno Roby, in allenamento, mi vide giù di morale, si avvicinò a me e disse: Luca, nel calcio capitano quei momenti, non ti abbattere, se posso darti un consiglio, quando sei davanti alla porta, prima di tirare, con l'occhio guarda per un secondo il portiere. Sembra una stronzata, ma in quel momento capisci che intenzioni ha. Ricordati che la porta è di sette metri, ed il portiere occupa solo un settimo dello specchio… A fine allenamento, rimaniamo a fare un po' di uno contro uno con il portiere. Parto prima io e poi tu. Guardami però, così vedi un po' quello che faccio io… Non sto qui a raccontarvi che lui fece sempre goal. Da lì però imparai ad essere più calmo, e da quel giorno anche grazie a Roberto, non mi sono più fermato.”

Luca Toni (1977) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, citato in Luca Toni racconta Roberto Baggio http://hellaslive.it/news/luca-toni-racconta-roberto-baggio/, HellasLive.it, 25 gennaio 2016.

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