Frasi su precedente
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“Tutto il rituale precedente viene adesso esposto secondo i metodi del Kula.”

2013, 1
Tantrāloka, Capitolo XXIX

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“Io credo che noi donne sappiamo essere tremende, siamo capaci di crudeltà assolute, possiamo essere delle iene senza precedenti, ma quando ci amiamo e ci troviamo tra noi, possiamo costituire un punto di forza davvero molto importante e unito.”

Elena Sofia Ricci (1962) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Patrizia Simonetti Elena Sofia Ricci, tra Moliere, Ozpetek e la tv: "Ringrazio Ferzan d’aver notato la mia follia" http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/27/elena-sofia-ricci/1619800/, Il Fatto Quotidiano.it, 27 aprile 2015.

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“Per spiegare preventivamente che non c'erano i presupposti d'urgenza sul decreto, Berlusconi si è gettato in una requisitoria che può essere considerata una sorta di «apoteosi del decisionismo», un j'accuse contro i tempi antiquati delle nostre istituzioni e un invito perentorio all'intero governo a sposare una linea chiara che difende le prerogative del potere esecutivo rispetto a prassi vecchie e nuove che ne potrebbero mortificare e limitare il ruolo. «La lettera di Napolitano – ha spiegato il Cavaliere – è la cosa più irrituale che mi è capitata di vedere. Ci ha bocciato il decreto prima ancora che lo presentassimo. Invece, la responsabilità del decreto di fronte alla Costituzione è del governo. Quello del Quirinale è un atto di forza che tende a mettere sotto tutela il governo. Tanto più su un provvedimento necessario senza il quale perpetueremmo una sorta di omissione di soccorso. Leggere la lettera di Napolitano piena di cavilli, precedenti e normative mi ha fatto venire un brivido alla schiena, lo stesso che mi provocò la lettura di un'iscrizione sulla facciata di un tribunale: fiat iustitia, pereat mundus – sia fatta giustizia e perisca il mondo. Per me una vita umana è più importante di mille cavilli.”

Augusto Minzolini (1958) giornalista italiano

citato in Il rilancio di silvio http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9077536, la Stampa, 7 febbraio 2009

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“Beh, guarda… io… Noi due non ci conosciamo, sicuramente non ci conosciamo. Però… apro una parentesi veloce, senza polemiche e senza niente. Credo che tu non sia stato… non sei molto al corrente della mia carriera., la Fiorentina anc… eh però, però nel mio curriculum… Però, se ti devo dire la verità, ti devo dir la verità… arrivato qua mi sembra di esser tornato ai tempi del Chievo. Però cosa c'è qua? Che respiri un'aria, pur essendo piccola… ecco la differenza, eh… c'è, c'è aria di una società mol… importante, secondo me. Ecco, queste sono le mie prime sensazioni quando mi son calato nel nero-verde.
[…] E quando vieni fuori da una situazione di 'sto tipo qua, che comunque poi ti hanno scelto, beh, parti ancora più rinvigorito, perché vuol dire che… che tu li hai convinti e… e che è una cosa bella! Se tu invece vieni fuori da situazioni forzate, eccetera, non sta bene, capisci? Ecco, questa l'ho vissuta molto bene. Perché comunque credo che alla fine dopo, o per un motivo o per l'altro, la scelta è caduta su di me perché ero quello… quello a cui la scoietà voleva arrivare.
[…] Esonero se tu fai… Allora, chiaro che se tu fai 2 anni di carriera, la statistica, magari fai 2 esoneri di fila, è un conto. Se tu fai 20 anni di Serie A e lavori anche all'estero qualche esonero ci sta, vai a vedere le carriere degli allenatori… Poi dopo, sai… un conto è lavorare in un posto, un conto è lavorare in un altro posto. È una cosa normale in un… in un trand, diciamo di lavoro di un allenatore. La vivo, l'ho sempre vissuta… chiaro che non fa mai piacere essere esonerati, però bisogna sempre trovare l'energia e la forza di andare avanti, di capire perché comunque sei stato esonerato, di cercare di, di, di, di… di avere quel coraggio di insistere e di migliorarti in modo che poi di far ricredere anche chi ti ha esonerato, ecco, questo ti deve sempre animare secondo me. […] Modena, Modena fu… il mio esonero è stato perché c'è stata incompatibilità col direttore sportivo Tosi. Non è stato un esonero di quelli… e non c'era incompatibilità, io purtroppo ho un carattere di quelli, allora magari più di adesso, avevo un carattere che io non, non… non ci si deve sposare per forza nella vita, se c'è incompatibilità ci si lascia. Ecco, di Modena ho 'sto ricordo qua.
[…] Però sono parito dalle giovanili, ho fatto un percorso, un cammino credo giusto e mi hanno scelto per allenare la prima squadra, ho fatto 2 anni di allenatore in seconda, ho imparato; poi mi hanno dato in mano la squadra, l'ho portata in Serie B, credo che se non è un'impresa come il Sassuolo, ci manca poco. Perché il Chievo, chi sa dov'è Verona, era un posto dove c'era la diga, ci passa l'Adige… ci sono 500 persone, e lì siamo andati in Serie B. In Serie B ho fatto 3 anni, tutti in miglioramento fino alla soglia della Serie A. Poi l'ho lasciato… l'ho lasciato perché sai, e lo sa anche il Sassuolo, tu quando vai, ad esempio il Sassuolo va in Serie A e cerca il giocatore di grande esperianze, eccetera, a volte ti senti dire di no. Quindi al Chievo c'era questo grande enigma. Noi eravamo in B madovevamo fare ancora con giocatori di C. Quindi sono state grandi imprese quelle lì. Perché, chi veniva al Chievo? Capisci? Chi veniva… adesso al Chievo ci va anche il grande giocatore, ma allora figurati. Quindi, abbiamo seminato insieme anche là con una grande società insieme con buon lavoro di gruppo, e siamo arrivati alla soglia della Serie A, che dopo l'ha ottenuta Del Neri dopo 2 anni. Però bisogna guardare anche il lavoro precedente, perché non è che tutto quanto è da buttare a mare, capito? Ecco, questo voglio dire.
[…] Io quando la mattina apro gli occhi e guardo il cielo ringrazio il Signore, perché credo che bisogna anche nella vita essere… Io credo di aver fatto, di avere avuto la fortuna di fare il lavoro che mi piace e di averlo svolto in maniera professionale al massimo e sono ancora qua dopo 20 che ho questa voglia qua perché penso che sia… per me è il più bel lavoro del mondo. E mi limito a dire questo, capito? Cioè, non ho nessun rimpianto, non ho nessun rammarico. La carriera di un allenatore purtroppo, o bene o male, ha degli alti e bassi e bisogna accetarli, bisogna sempre essere lì sul pezzo, a migliorarsi, a… la voglia di, di… altrimenti quando non c'è quella voglia lì bisogna smettere. Se non c'hai quella voglia lì bisogna smettere, qualsiasi tipo di lavoro. Oppure cambiare lavoro. Io questa voglia qua ce l'ho ancora, quindi sono qua con la voglia di, di, di… di trasmettere le, le, le, le, le, le mie sensazioni e le mie motivazioni a questa società ma soprattutto ai ragazzi.”

Alberto Malesani (1954) allenatore di calcio e ex calciatore italiano
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“La mia tesi di fondo è che Borghesia e Proletariato non sono classi strutturali e permanenti dell'intero corso storico del modo di produzione capitalistico, ma solo classi genetiche, iniziali e provvisorie di esso. Nell'attuale età del capitalismo esse sono nell'essenziale già tramontate, e senza comprendere la dinamica del loro tramonto non è possibile neppure impostare il problema della natura di una crisi culturale. A mio parere siamo infatti oggi in un'età post-borghese e post-proletaria. Ritengo invece di dover usare la dicotomia di Dominanti e Dominati. Mi si potrebbe obbiettare che si tratta di una dicotomia tautologica e generica, che peggiora anziché migliorare la dicotomia precedente. Non lo credo. Non si tratta di fare il giochetto verbale di continuare a chiamare "borghesia" i dominanti capitalisti e "proletariato" i dominati salariati. Si tratta di comprendere che, in mancanza di una credibile terminologia scientifica ammessa da tutti, è meglio fare un passo indietro e limitarci a chiamare Dominanti e Dominati gli agenti storici attivi e passivi della riproduzione sociale complessiva del modo di produzione capitalistico. Almeno ci sottrarremo agli inganni del linguaggio consueto, quelli che Bacone chiamava idola fori.”

Costanzo Preve (1943–2013) filosofo e saggista italiano

Origine: Da La crisi culturale della terza età del capitalismo. Dominanti e dominati nel tempo della crisi del senso e della prospettiva storica http://www.petiteplaisance.it/ebooks/1031-1060/1038/el_1038.pdf, Petite Plaisance, 2010.

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“[Haiku] Non ero per caso tuo cugino | in una vita precedente, | cuculo bello?”

Kobayashi Issa (1763–1828) poeta e pittore giapponese

citato in Cento haiku, p. 24

“Che cos'è l'Ottocento? Un'epoca nella quale la donna era sacra, e si poteva comprare una ragazza di tredici anni per poche sterline, o pochi scellini se la si voleva soltanto per un'ora o due. Nella quale si costruirono più chiese che in tutta la precedente storia del paese, e a Londra una casa su sessanta era un bordello (la proporzione moderne sarebbe pressappoco una su seimila). Nella quale la santità del matrimonio (e della castità prematrimoniale) era esaltata da ogni pulpito, in tutti gli editoriali e nei pubblici comizi, e grandi personaggi pubblici - dal futuro re in giù - conducevano una vita assolutamente scandalosa. Nella quale venne gradatamente umanizzato il sistema penale, e la flagellazione era talmente diffusa che un francese cercò seriamente di dimostrare che il marchese De Sade doveva essere d'origine inglese. Nella quale il corpo femminile era più che mai celato agli occhi indiscreti, e i meriti degli scultori erano valutati in base alla loro capacità di scolpire donne nude. Nella quale non esiste un romanzo, una commedia o una poesia di un certo livello letterario che si spinga oltre la sessualità di un bacio […], mentre la popolazione di opere pornografiche raggiungeva un livello mai superato. Nella quale non si nominavano mai le funzioni escretorie, e le condizioni igieniche erano ancora talmente primitive […] che dovevano esserci poche case e poche strade che non le ricordassero in continuazione. Nella quale si sosteneva all'unanimità che le donne non hanno orgasmo, e si insegnava a ogni prostituta come simularlo. Nella quale ci furono progressi enormi in tutti gli altri settori dell'attività umana, e soltanto tirannide nel più personale e fondamentale”

The French Lieutenant's Woman

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“Le teorie che riescono a rovesciare un punto di vista generale e ben radicato e lo soppiantano sono ristrette inizialmente a un ambito di fatti abbastanza limitato, a una serie di fenomeni paradigmatici che le sostengono e che solo lentamente vengono estesi in altre aree. Lo possiamo vedere da taluni esempi storici (capitoli 8 e 9; nota 1 del capitolo 9) e risulta plausibile anche sulla base di principi generali; nel tentativo di sviluppare una nuova teoria, dobbiamo prima fare un passo indietro rispetto ai dati empirici e riconsiderare il problema dell'osservazione (come abbiamo visto nel capitolo dodicesimo). In seguito, ovviamente, la teoria viene estesa ad altri campi; ma solo raramente il modo dell'estensione è determinato dagli elementi che costituiscono il contenuto delle teorie precedenti. L'apparato concettuale lentamente emergente della teoria comincia ben presto a definire i suoi problemi, e i problemi, fatti e osservazioni anteriori sono o dimenticati o messi da parte come irrilevanti (si vedano i due esempi nella nota 1 del capitolo 9 e la discussione verso la fine del prossimo capitolo). Questo è uno sviluppo interamente naturale e del tutto incontestabile. Perché infatti un'ideologia dovrebbe essere vincolata da problemi anteriori i quali, in ogni caso, hanno senso soltanto nel contesto abbandonato e ora ci appaiono sciocchi e innaturali? Perché mai dovrebbe prendere in considerazione i "fatti" che dettero origine a problemi di quel genere o che ebbero una parte nella loro soluzione? Perché non dovrebbe procedere piuttosto a modo suo, definendo da sé i propri compiti e delimitando il proprio ambito di "fatti"? Una teoria generale, dopo tutto, dovrebbe contenere anche un'ontologia, la quale ontologia determini che cosa esiste e circoscriva cosi il campo dei fatti possibili e delle possibili domande. (XV; pp. 143-144)”

Contro il metodo

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“Sul primo tram mattutino c'è ancora il sonno del giorno precedente.”

Ramón Gómez De La Serna (1888–1963) scrittore e aforista spagnolo

Origine: Mille e una greguería, Greguería‎s‎, p. 45

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“Per quel poco che se ne sa, la prima pallida espressione di socialismo cristiano in Italia, a prescindere dalla proposta piuttosto umanitaristica di Curci socialiste. (Capitolo primo Precedenti del socialismo cristiano, 2. Dai preti "plebei" a Gennaro Avolio, p. 16)”

Lorenzo Bedeschi (1915–2006) presbitero, partigiano e storico italiano

Cattolici e comunisti
Variante: Per quel poco che se ne sa, la prima pallida espressione di socialismo cristiano in Italia, a prescindere dalla proposta piuttosto umanitaristica di Curci. (Capitolo primo, 2. Dai preti "plebei" a Gennaro Avolio, p. 16)

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“C'è più lavoro da fare che nella mia vita precedente. Pensavo sarebbe stato più facile.”

Donald Trump (1946) 45esimo Presidente degli Stati Uniti d'America

2017

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“Le contraddizioni generarono l'odio, ma, in passato, esse erano camuffate. Perché? Perché la classe dei proprietari, i capi e i leader spirituali erano al servizio delle classi dirigenti per rincitrullire il popolo. L'idea che le buone a cattive azioni d'una vita precedente siano la causa delle attuali condizioni serviva a ingannare i contadini e ad impedire loro di vedere le contraddizioni. Eppure, le contraddizioni erano presenti.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dai discorsi
Variante: Le contraddizioni generarono l'odio, ma, in passato, esse erano camuffate. Perché? Perché la classe dei proprietari terrieri, i detentori del potere e i leader spirituali erano al servizio delle classi dirigenti per rincitrullire il popolo. L'idea che le cattive e le buone azioni d'una vita precedente siano la causa delle attuali condizioni serviva a ingannare i contadini e ad impedire loro di vedere le contraddizioni. Eppure, le contraddizioni erano presenti.

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“Era Bishop. No, non Bishop, ma un perfetto duplicato. Una copia assolutamente fedele del povero, disattivato Bishop. Bishop II, si disse Ripley, Bishop venuto a prendersi la regina.
Non finché la signora sarà in vita, pensò decisa.
— Lei sa chi sono, — affermò la figura.
— Sì. Un androide. Lo stesso modello di Bishop. Mandato qui dalla fottuta Compagnia.
— Io non sono Bishop l’androide. L’ho progettato. Io sono il prototipo, e naturalmente l’ho modellato con i miei stessi lineamenti. Io sono umano. Sono stato mandato qui per mostrarle un volto amico, e per farle capire quanto lei sia importante per noi. Per me. Io seguo questo progetto sin dall’inizio. Lei significa molto per me, tenente Ripley. Per tante persone. La prego, scenda.
— Io voglio solo aiutarla. Abbiamo qui tutto quello che serve per aiutarla, Ripley. — Le rivolse un’occhiata ansiosa. In quel momento Ripley si accorse che due degli uomini di Bishop II erano vestiti in modo diverso: erano dei biomedici. Le tornò in mente Clemens.
— Vada al diavolo. Conosco tutti i volti “amici” della Compagnia. L’ultimo che mi è capitato di vedere apparteneva a uno stronzo di nome Burke.
Il sorriso svanì dal volto dell’uomo. — Il signor Burke si è rivelato una scelta sbagliata per la sua precedente missione. Aveva più a cuore i suoi interessi personali che quelli della Compagnia. Le garantisco che tale errore non si ripeterà più. Ecco perché mi trovo qui io, invece che un inesperto ed ambizioso subalterno.
— E lei, naturalmente, non ha ambizioni personali.
— Io voglio solo aiutarla.
— Lei mente, — replicò la donna con calma. — A lei non importa un accidente di me né di chiunque altro. Lei vuole solo portarsi via l’alieno. Queste creature hanno acido al posto del sangue, voialtri denaro. Non ci vedo molta differenza.
Bishop II fissò per un momento il pavimento prima di alzare gli occhi verso la sagoma solitaria sulla piattaforma della gru. — Lei ha tutte le ragioni di essere diffidente; ma, purtroppo, non ci è rimasto molto tempo. Noi vogliamo riportarla a casa. Non ci interessano più quelle creature. Sappiamo quello che ha passato. Lei ha dimostrato grande coraggio.
— Balle!
— Mi creda. Noi vogliamo aiutarla.
— In che modo?
— Vogliamo tirare fuori l’alieno che ha in corpo.
— E tenervelo.
Bishop II scosse la testa. — No, distruggerlo.
Ripley ebbe un attimo di esitazione, avrebbe voluto credergli. Cogliendo il suo smarrimento, Bishop II si affrettò ad aggiungere: — Ripley, lei è stanca, sfinita. Si conceda un momento per riflettere. A me sta a cuore solo il suo benessere. Sulla mia astronave, la Patna, c’è un’attrezzatissima sala operatoria. Possiamo asportare il feto, o larva, o come lo si voglia chiamare. Non abbiamo un nome per le diverse fasi di gestazione. L’operazione andrà benissimo! Lei avrà una lunga vita piena di gioie.
Ripley lo guardò, ora tranquilla, rassegnata. — Ho già avuto una vita, grazie. Una vita di cui non ho dovuto rendere conto a nessuno.
L’uomo alzò una mano in un gesto di supplica. — Ragioni, Ripley! Ammetto che abbiamo fatto degli errori, ma involontariamente. Possiamo riparare. Farle recuperare tutto il tempo perduto. Può ancora avere figli. Riscatteremo il suo contratto. Avrà tutto quello che merita. Glielo dobbiamo.
Lei esitò ancora una volta. — Non porterete l’alieno sulla Terra?
— No. Ora sappiamo con chi abbiamo a che fare. Lei aveva ragione fin dall’inizio. Ma il tempo stringe, dobbiamo intervenire. La sala operatoria sull’astronave è già pronta.
I biomedici avanzarono immediatamente. — È un’operazione breve, indolore. Un paio di incisioni. Sarà tutto finito nel giro di un paio d’ore. Poi sarà di nuovo in piedi, pronta per ricominciare da zero.
— Che garanzie ho che, una volta tirato fuori, lo distruggerete?
Bishop II avanzò di un altro passo. Adesso era molto vicino. — Dovrà avere fiducia in me. — Tese una mano. — Abbia fiducia in me. La prego. Vogliamo solo aiutarla.
Ripley rifletté con calma. Vide Aaron e Morse che la guardavano. Il suo sguardo si posò nuovamente su Bishop II.
Fece scorrere il cancelletto della piattaforma che la separava da loro.”

Alan Dean Foster (1946) scrittore statunitense

No... (pp. 125-126)
Alien<sup>3</sup>

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“[…] mentre in Europa si stringeva il cerchio degli eserciti alleati intorno alla Germania nazista e nell'Italia settentrionale il preparava l'insurrezione contro gli occupanti nazifascisti, giungeva una precisazione dell'autorità vaticana in prima pagina del giornale della S. Sede, […] la suprema gerarchia ecclesiastica rendeva noto che "i principi e la tendenza della così detta Sinistra Cristiana, nonostante questa sua ultima qualifica, non sono conformi agli insegnamenti della Chiesa e quindi coloro che li promuovono non hanno diritto di parlare come rappresentanti del pensiero cristiano e tanto meno di pretendere che quei cattolici i quali vogliono il vero bene del popolo debbano aderire al movimento." (Capitolo quarto I precedenti dello scioglimento della Sinistra Cristiana, 3. La "avvertenza" del giornale della S. Sede e l'attacco democristiano, p. 131)”

Lorenzo Bedeschi (1915–2006) presbitero, partigiano e storico italiano

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Variante: [... ] mentre in Europa si stringeva il cerchio degli eserciti alleati intorno alla Germania nazista e nell'Italia settentrionale il partigianato preparava l'insurrezione contro gli occupanti nazifascisti, giungeva una precisazione dell'autorità vaticana in prima pagina del giornale della S. Sede, [... ] la suprema gerarchia ecclesiastica rendeva noto che "i principi e la tendenza della così detta Sinistra Cristiana, nonostante questa sua ultima qualifica, non sono conformi agli insegnamenti della Chiesa e quindi coloro che li promuovono non hanno diritto di parlare come rappresentanti del pensiero cristiano e tanto meno di pretendere che quei cattolici i quali vogliono il vero bene del popolo debbano aderire al movimento." (Capitolo quarto I precedenti dello scioglimento della Sinistra Cristiana, 3. La "avvertenza" del giornale della S. Sede e l'attacco democristiano, p. 131)

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“Si sarebbe – com'è ovvio – creduto che quanto successe in Uganda negli ultimi nove anni ci avrebbe insegnato una lezione permanente, e inculcato nel nostro popolo un nuovo senso di unità e lo zelo nel salvaguardare con grande attenzione la nostra libertà appena conquistata così difficilmente. Dopo solo un anno dalla nostra liberazione, però, ancora una volta l'opportunismo, l'ambizione personale e l'avidità di alcuni dei nostri leader hanno dato la stura a tutti i futili battibecchi che in passato contribuirono con una tale vendetta alla frammentazione della nostra società e permisero a Amin di ottenere facilmente e consolidare il suo controllo sul nostro paese, creando una devastazione senza precedenti. Invito tutti gli ugandesi a rendersi conto che solo attraverso la divisione possono verificarsi tali calamità e, nel vedere lo stato in cui si trova il nostro paese oggi, riconoscere quanto sia semplice disfare ciò che ci vollero anni a costruire.”

Milton Obote (1925–2005) politico ugandese

One would have naturally assumed that what happened in Uganda over the past nine years will have taught us a permanent lesson and instilled in our people a new sense of unity and the zeal to closely guard our newly won freedom. However, in just a year since our liberation, opportunism, personal ambition and greed of some of our leaders have once again vent to all petty bickering which in the past contributed with such a vengeance to the fragmentation of our society and enabled Amin to easily gain and consolidate his control of our country and create unprecedented havoc. I call upon all Ugandans to heed the fact that it is only through disunity that such calamities can occur and looking at the state of our country today, recognise how simple it is to undo what takes literally years to build.

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“Il Partito, il popolo, e l'intrepido Esercito Rivoluzionario di Kampuchea amano la loro patria più delle loro stesse vite, e hanno inflitto una sconfitta pesante e ignominiosa, senza precedenti nella storia, agli aggressori imperialisti statunitensi e ai loro lacchè.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Il Partito, il popolo, e l'impavido Esercito Rivoluzionario di Kampuchea amano la loro patria più delle loro stesse vite, e hanno inflitto una sconfitta pesante e ignobile senza precedenti sugli aggressori imperialisti statunitensi e i loro seguaci.

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“[Sulla riforma dell'esame di maturità] Sono già stati proposti suggerimenti per rendere meglio edotti gli esaminatori della personalità dei singoli candidati e della loro precedente carriera scolastica: il che è sempre stato opportuno ma è ormai indispensabile.”

Luigi Gui (1914–2010) politico italiano

Origine: Dall'intervista all'Europeo, citato in Il ministro Gui parla dei lavoratori studenti http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,13/articleid,0110_01_1966_0182_0013_8986092/, La Stampa, 13 agosto 1966.

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“Esiste per l'individuo un percorso già fatto, come un corridoio in cui tutto ciò che viene dal passato è già presente: un itinerario obbligato, che egli comunque deve percorrere. È la serie delle conseguenze di ciò che egli ha già posto come cause in vite precedenti. Qui è riconoscibile la corrente necessitante del karma, che appunto entra nel tempo come procedente dal passato.
Al tempo stesso, però, nell'individuo agisce una corrente che va verso l'avvenire: è la corrente dell'Io attiva nel pensiero puro, indipendente dagli impulsi del sentire e del volere radicati nella natura, nel sangue, nella razza, esprimenti appunto la direzione del karma, il passato. Dall'incontro e dal combinarsi delle due correnti nasce il destino. Colui che operi interiormente movendo dall'Io indipendente dal karma, modifica il proprio destino. Il contenuto del karma può assumere forme diverse a seconda della presenza del principio di libertà nell'individuo. L'uomo libero può invero trasformare il contenuto del karma: ma colui il cui pensiero non conosca l'interna liberazione, che gli è innata, non può non subire passivamente il karma.”

Massimo Scaligero (1906–1980) filosofo e esoterista italiano

Variante: Esiste per l'individuo un percorso già fatto, come un corridoio in cui tutto ciò che viene dal passato è già presente: un itinerario obbligato, che egli comunque deve percorrere. E' la serie delle conseguenze di ciò che egli ha già posto come cause in vite precedenti. Qui è riconoscibile la corrente necessitante del karma, che appunto entra nel tempo come procedente dal passato.
Al tempo stesso, però, nell'individuo agisce una corrente che va verso l'avvenire: è la corrente dell'Io attiva nel pensiero puro, indipendente dagli impulsi del sentire e del volere radicati nella natura, nel sangue, nella razza, esprimenti appunto la direzione del karma, il passato. Dall'incontro e dal combinarsi delle due correnti nasce il destino. Colui che operi interiormente movendo dall'Io indipendente dal karma, modifica il proprio destino. Il contenuto del karma può assumere forme diverse a seconda della presenza del principio di libertà nell'individuo. L'uomo libero può invero trasformare il contenuto del karma: ma colui il cui pensiero non conosca l'interna liberazione, che gli è innata, non può non subire passivamente il karma. (p. 36)
Origine: Reincarnazione e karma, p. 36

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“[Dopo la morte di Davide Astori] O capitano, mio capitano. Perché non sei sceso a fare colazione insieme a tutti noi? Perché non sei passato a riprendere le tue scarpe fuori dalla camera di Marco e non sei venuto a bere la tua solita spremuta d'arancia? Ora ci diranno che la vita scorre, che lo sguardo va puntato in avanti e dovremo rialzarci, ma che sapore avrà la tua assenza? Chi arriverà ogni mattina in mensa a riscaldare l'ambiente con il proprio sorriso? Chi ci chiederà incuriosito ciò che abbiamo fatto la sera precedente per riderci su? Chi sgriderà i più giovani e chi responsabilizzerà i più esperti? Chi formerà il cerchio per giocare a "due tocchi" o chi farà ammattire Marco alla play? Con chi dibatteremo sulle puntate di Masterchef, i ristoranti fiorentini, le serie TV o le partite disputate? Su chi appoggerò la mia spalla a pranzo dopo un allenamento estenuante? Torna dai, devi ancora finire di vedere LaLaLand per poterlo analizzare come ogni film appena uscito. Torna a Firenze, ti attendono in sede per rinnovare il contratto e riconoscerti il bene e la positività che doni quotidianamente a tutti noi. Esci da quella maledetta stanza, ti aspettiamo domani alla ripresa degli allenamenti. Nella vita ci sono persone che conosci da sempre con le quali non legherai mai, poi ci sono i Davide che ti entrano immediatamente dentro con un semplice "Benvenuto a Firenze Ricky."”

Riccardo Saponara (1991) calciatore italiano

Ovunque tu sia ora, continua a difendere la nostra porta e dalle retrovie illuminaci il giusto cammino. O capitano, mio capitano. Per sempre mio capitano.
Origine: Da un post https://www.instagram.com/p/Bf8Kcfln3_C/?utm_source=ig_embed&utm_campaign=embed_ufi_test sul profilo Instagram.com, 5 marzo 2018.

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“Governo Conte? Ho notato un enorme pregiudizio che non ha paragone coi governi precedenti.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Origine: Da Otto e mezzo, La7, riportato in Gisella Ruccia, Governo, Travaglio: "Quando arrivarono Monti e Renzi c'erano articoli che sembravano i cinegiornali Luce" https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/09/governo-travaglio-quando-arrivarono-monti-e-renzi-cerano-articoli-che-sembravano-i-cinegiornali-luce/4415512/, Ilfattoquotidiano.it, 9 giugno 2018.

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“Il femminismo è la sola vera novità in materia di politica sociale. Esistono precedenti a tutti i sistemi politici, salvo quello della eguaglianza dei sessi. Questa eguaglianza è la sola vera innovazione contemporanea, la sola innovazione integrale.”

Gaston Bouthoul (1896–1980)

Parte terza, La pianificazione demografica, Il femminismo è la sola vera novità in politica. Ed è possibile soltanto con la moderazione delle nascite, p. 271
La sovrappopolazione

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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