Frasi su settima

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema settima, due-giorni, giorno, tre-giorni.

Frasi su settima

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“[Hai fatto quasi 800 presenze a livello di club e di 126 per il tuo paese. Quale allenatore ha avuto il maggiore impatto su di te e hai capito meglio di chiunque? ] Io non voglio essere noioso, ma penso che ogni allenatore ha avuto un impatto decisivo sulla mia carriera. Devo dire, però, che Antonio Conte è sicuramente il miglior allenatore con cui ho lavorato. In un breve lasso di tempo è riuscito a infondere nuova vita in una squadra che in due stagioni non ha saputo fare di meglio del settimo posto. E lui fu subito vincente.”

Gianluigi Buffon (1978) calciatore italiano

[You've made nearly 800 appearances at club level and 126 for your country. Which coach has had the biggest impact on you and has understood you better than anyone?] I don't want to be boring but I think every coach has had a decisive impact on my career development. I have to say, though, that Antonio Conte is definitely the best coach I've worked with. In a short space of time he's managed to breathe new life into a team that in two seasons could do no better than seventh place. And he was a winner straightaway.

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“All'età di diciannove anni per mia sola deliberazione ed a mie spese formai un esercito con il quale restituii la libertà alla repubblica dominata e oppressa da una fazione. Per questo il senato con decreti mi accolse nell'ordine suo attribuendomi il diritto di esprimere fra i consolari la mia sentenza e mi conferì il comando militare; e ordinò che io provvedessi, in qualità di pretore, insieme con i consoli, affinché lo stato non patisse danno. Il popolo in quell'anno medesimo mi fece console, essendo in guerra entrambi i consoli caduti, e triumviro con l'incarico di riordinare la repubblica.
Quelli che il mio padre trucidarono mandai in esilio punendo il loro delitto con procedimenti legali; e movendo poi essi guerra alla repubblica li vinsi due volte in battaglia. Guerre per terra e per mare civili ed esterne in tutto il mondo combattei spesso; e vincitore lasciai in vita tutti quei cittadini che implorarono grazia. Quasi cinquecentomila cittadini romani in armi sotto le mie insegne; dei quali più di trecentomila inviai in colonie o rimandai nei loro municipi, compiuto il servizio militare; e a essi tutti assegnai terre o donai denaro in premio del servizio.
Due volte ricevette l'onore trionfale dell'ovazione e tre curili trionfi celebrai; e fui ventuno volte acclamato imperator, pur decretando altri numerosi trionfi a me il senato, ai quali tutti io rinunziai. […] Triumviro per riordinare lo stato fui per dieci anni continui. Princeps senatus fui fino al giorno in cui scrissi queste memorie per anni quaranta. E fui pontefice massimo, augure, quidecemviro alle sacre cerimonie, settemviro degli epuloni, fratello arvale, sodale Tizio, feziale. […] Nel mio sesto e settimo consolato, dopo di aver estinto l'avvampare delle guerre civili, avendo io per consenso universale assunto il potere supremo, trasferii dalla mia persona al senato e al popolo romano il governo della repubblica. Per questo mio atto, in segno di riconoscenza, mi fu dato il titolo di Augusto per deliberazione del senato. Dopo di allora tutti sovrastai per autorità, ma potere non ebbi più ampio di quelli che in ogni magistratura mi furono colleghi.”

Augusto (-63–14 a.C.) primo imperatore romano antico

da Res gestae divi Augusti

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“Uno Statuto del suo primo anno di regno, del 1547, stabilisce che qualora una persona, si rifiuti di lavorare deve essere data come schiavo a colui che ne ha denunciato l'accattonaggio. Il padrone deve nutrire il suo schiavo con pane e acqua, con bevande leggere e con i resti della carne che riterrà opportuno dargli. Ha il diritto di obbligarlo a qualsiasi lavoro, anche il più ripugnante, con la frusta e con la catena. Qualora lo schiavo s'assenti per 14 giorni, è condannato alla schiavitù perpetua e marchiato a fuoco sulla fronte o sulla guancia con la lettera S; se fugge per la terza volta, lo si deve giustiziare in quanto traditore dello Stato. Il padrone ha facoltà di venderlo, lasciarlo in eredità, affittarlo a terzi come schiavo, al pari di ogni altro bene mobile o animale. Se gli schiavi si rivoltano al padrone, anche in questo caso saranno giustiziati. I giudici di pace debbono, dietro denuncia, far cercare i farabutti. Se si trova che un vagabondo se ne è stato in ozio per tre giorni, sarà portato alla sua città natale, marchiato a fuoco con la lettera V sul petto e, dopo essere stato incatenato, sarà impiegato nella pulizia delle strade o in altri servizi. Qualora il vagabondo fornisca un luogo di nascita falso, sarà punito con la schiavitù perpetua in quel luogo, proprietà dei suoi abitanti o della sua corporazione, e sarà bollato con il segno S. Tutte le persone hanno il diritto di portar via ai vagabondi i loro figli e di tenerli come apprendisti, i maschi fino ai 24 anni, le femmine fino ai 20. Se cercano di fuggire, diverranno schiavi fino a questa età dei maestri artigiani, che hanno facoltà di incatenarli, frustarli, ecc. a piacere. Ogni padrone è libero di mettere al collo, alle braccia o alle gambe del suo schiavo un anello di ferro per poterlo riconoscere e per non correre rischi. L'ultima parte di questo statuto contempla che certi poveri debbano essere impiegati da persone o da località che siano disposti a dar loro da mangiare e da bere e a farli lavorare. Questa sorta di "schiavitù della parrocchia" s'è perpetuata in Inghilterra fino al XIX secolo avanzato con il nome di roundsmen.”

Libro I, settima sezione, cap. 24, p. 529
Il Capitale
Origine: Edoardo VI (1537-1553) Re d'Inghilterra, salì al trono nel 1547 dopo il padre Enrico VIII noto per aver voluto lo scisma dal papato romano.

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“Parecchie migliaia di questi poveri bambini abbandonati, dai 7 ai 13 o 14 anni, furono in tal maniera inviati al nord. Era usanza che il padrone (alias il ladro di bambini) desse da vestire e da mangiare ai suoi apprendisti e li alloggiasse in una abitazione posta accanto alla fabbrica. Alcuni guardiani avevano il compito di vigilare il loro lavoro. Tali aguzzini avevano interesse a spremere questi bambini fino all'inverosimile, dato che la loro paga era proporzionata alla quantità di prodotto che riuscivano ad estorcere dai fanciulli. Come conseguenza ne derivò la crudeltà. In molti distretti industriali, soprattutto nel Lancashire, questi poveri innocenti e derelitti, in balìa del padrone di fabbrica, andavano incontro ai tormenti più atroci. Venivano prostrati a morte dal lavoro eccessivo, venivano flagellati, messi in catene e torturati coi metodi di crudeltà più squisitamente raffinati; si davano parecchi casi in cui per mancanza di cibo si riducevano a pelle e ossa, e intanto la frusta li legava al lavoro. Qualche volta arrivavano persino a suicidarsi! Le belle e romantiche vallate del Derbyshire, del Nottinghamshire e del Lancashire, ignote al pubblico, divennero orribili deserti di tortura — e spesso di assassinio! I guadagni dei fabbricanti erano immensi. Malgrado ciò la loro insaziabilità da lupi mannari era sempre più forte, ed allora inaugurarono la prassi del lavoro notturno, ossia dopo aver paralizzato durante il giorno un gruppo di braccia, ne apprestavano un altro per il lavoro di notte; il gruppo diurno si metteva nei letti appena abbandonati dal gruppo notturno, e 'vice versa'. Nel Lancashire è divenuta tradizione popolare che «i letti non si raffreddino mai.»”

Libro I, settima sezione, cap. 24, p. 545
Il Capitale

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“I poveri sono il luogo teologico dove Dio si manifesta e il roveto ardente e inconsumabile da cui Egli ci parla.”

Antonio Bello (1935–1993) vescovo cattolico italiano

dall' omelia http://ospiti.peacelink.it/romero/testi/tonino.htm pronunciata nel settimo anniversario della morte di Óscar Romero, Basilica dei Santi Apostoli, Roma, 23 marzo 1987

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“Sono il settimo giocatore più forte del mondo. Forse tra dodici anni sarò il sesto.”

Zlatan Ibrahimović (1981) calciatore svedese

Origine: Da un'intervista a Studio Sport, Italia 1, 27 novembre 2006.

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“Quella di Beethoven [Settima Sinfonia] si confondeva in me con l'immagine di Shakespeare: nell'estasi dei signi ricorrevano entrambi, li vedevo, parlavo con loro; al risveglio mi trovavo in lacrime.”

Richard Wagner (1813–1883) compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco

Origine: Citato in Giorgio Gervasoni, Richard Wagner, Grandi Operisti Europei, Periodici San Paolo, Milano, 1997.

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“Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, guardatevi le rose dell'Inter di Mancini e della Juve di Capello, che hanno fatto meno punti di noi. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario soprattutto considerando da dove venivamo, ovvero da due settimi posti. Il resto sono chiacchiere. Ma si sa: quando il lupo non arriva all'uva dice che è amara…”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Citato in Conte: "Noi meglio dell'Inter di Mancini: guardate le rose!" Poi sbaglia il proverbio http://www.fcinter1908.it/?action=read&idnotizia=70021, Fcinter1908.it, 22 dicembre 2012.

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“Settimio! Dorme che apro 'l gasse, eeeeeh!”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, Sora Flora

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“L'Europa si è ridotta a portare le sue chiese senza Dio, i suoi palazzi senza re come gioielli scintillanti sul seno sfatto.”

Pierre Drieu La Rochelle (1893–1945) scrittore e saggista francese

Origine: Da Le jeune européen, Gallimard, 1927; citato in Ideario antiborghese, a cura di Mario Bozzi Sentieri, Edizioni Il Settimo Sigillo, 1989.

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“Rendere illegale la marijuana è come dire che Dio ha commesso un errore. Capite cosa intendo? È come se Dio il settimo giorno avesse guardato giù verso la sua creazione: "Eccola, la mia creazione. Perfetta e sacra in tutti i sensi. Ora posso riposare. [imita Dio che si accorge della marijuana] Oh mio Io, ho lasciato della fottuta erba ovunque! Non mi sarei dovuto fare quella canna al terzo giorno, merda! Quello è stato il giorno in cui ho creato gli opossum. Mi fa ancora ridere! Se lascio erba ovunque, gli uomini penseranno che gli è permesso usarla. Ora devo creare i repubblicani!"”

Bill Hicks (1961–1994) comico statunitense

To make marijuana against the law is like saying to God made a mistake. You know what I mean? It's like God on the seventh day looked down on his creation: "There it is, my creation, perfect and holy in all ways. Now, I can rest. Oh my Me, I left fucking pot everywhere! I should never have smoked that joint on the third day, shit! That was the day I created possums. Still gives me a chuckle! If I leave pot everywhere that's gonna to give humans the impression they're supposed to use it. Now I have to create Republicans!".
Revelations

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“La violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una nuova società.”

Libro I, settima sezione, cap. 24, p. 540
Il Capitale

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“La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non uccide. L'ultima è una vela. Bianca. All'orizzonte.”

Ocean Sea
Oceano mare
Variante: La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è la fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è carne e la decima è un uomo che mi guarda e non mi uccide.

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“Se si fa un film su un fotografo, c'è soltanto una pellicola di riferimento nella storia del cinema, che è Blow-Up e nient'altro, solo questa. Se fai un film in cui pensi che la morte compaia nei panni di una persona, hai solo un punto di riferimento, che è Il settimo sigillo.”

Wim Wenders (1945) regista tedesco

Origine: Visibile al minuto 02:00 di Palermo Shooting, Intervista al regista del film, Wim Wenders http://www.comingsoon.it/film/palermo-shooting/1714/video/?vid=1138, comingsoon.it

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“una vera e propria Nazione, anche per come è considerata con ammirazione all’estero. E d’altronde, se la Lombardia fosse autonoma, sarebbe per popolazione il settimo stato dell’Unione europea.”

Giovanni Fava (1968) politico italiano

citato in REFERENDUM COSTITUZIONALE, FAVA: Votare NO per difendere gli interessi della Lombardia http://www.terredilombardia.info/referendum-costituzionale-fava-votare-no-per-difendere-gli-interessi-della-lombardia/

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“Platone occultò ciò che scrisse intorno alle cose divine sotto veli di enigmi e di figure matematiche […].”

Lope De Vega (1562–1635) poeta, drammaturgo

Atto I, Scena Settima
La ragazza sciocca

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“La chiarezza è piacevole a tutti; sia nello scrivere sia nel parlare.”

Lope De Vega (1562–1635) poeta, drammaturgo

Atto I, Scena Settima
La ragazza sciocca

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“Ho quattro uomini addetti ai cavalli che dimorano nelle vicinanze. Il lavoro leggero, che necessita di parecchie braccia, è svolto da bande. I campi richiedono molto lavoro leggero, quale la sarchiatura, la zappatura, alcune operazioni per concimare, la raccolta delle pietre, etc. Che sono effettuate dalle "gangs" o bande organizzate che alloggiano nelle località aperte. La banda consta d'una numero di persone che varia da 10 a 50 persone, donne e bambini d'ambo i sessi, sebbene i ragazzi in genere giunti al tredicesimo anno di età, vadano via e in ultimo bambini di entrambi i sessi. Capo della banda è un capobanda che in ogni caso è un normale operaio agricolo, quasi sempre un cd. ceffo, individuo privo di senso morale, dagli umori instabili, ubriacone ma dotato d'un po' d'intraprendenza e di "savoir faire". Egli recluta la banda, che lavora sotto il suo comando e non sotto il comando del fittavolo. Con questo ultimo in genere stabilisce una paga a cottimo; i suoi introiti, che in media non vanno troppo oltre quelli d'un normale operaio agricolo, dipendono quasi totalmente dalla capacità che egli possiede di smungere dalla sua banda la maggiore quantità possibile di lavoro entro il tempo concordato. I fittavoli si sono accorti che le donne lavorano seriamente soltanto sotto la dittatura di un uomo che donne e bambini quando hanno preso il via effondono le proprie forze vitali in maniera realmente impetuosa, cosa di cui Fourier era già a conoscenza, mentre l'operaio maschio adulto è così perfido da risparmiarle quanto più è possibile. Il capobanda gira da un podere all'altro e in questa maniera è in grado di occupare la propria banda per 6-8 mesi all'anno.”

Libro I, settima sezione, cap. 21, p. 502
Il Capitale

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“La "Compagnia inglese delle Indie Orientali" aveva ottenuto, oltre al potere politico nelle Indie Orientali, il monopolio assoluto del commercio del tè, del commercio con la Cina in generale e del trasporto delle merci dall'Europa all'Asia e viceversa. Ma la navigazione costiera dell'India e quella inter-insulare, come anche il commercio all'interno dell'India, erano divenuti monopolio degli alti funzionari della Compagnia. I monopoli di sale, dell'oppio, del betel e di altre merci erano inesauribili miniere di ricchezza. I funzionari stabilivano di persona prezzi e spellavano a discrezione l'infelice indù. Il governatore aveva la sua arte in questo commercio privato. I suoi favoriti riuscivano a stipulare contratti base ai quali, più capaci degli alchimisti, riuscivano a creare l'oro dal nulla. Grandi patrimoni crescevano in un sol giorno come i funghi, l'accumulazione originaria veniva fatta senza aver anticipato neanche uno scellino. Il processo di Warren Hastings è pieno di esempi del genere. Ecco un caso. Un tale Sullivan riesce a stipulare un contratto di fornitura d'oppio al momento della sua partenza — per una missione ufficiale — per una regione dell'India estremamente lontana dai distretti dell'oppio. Sullìvan vende il suo contratto a un certo Binn per 40000 sterline; Binn lo rivende lo stesso giorno per 60000 e l'ultimo acquirente, che poi provvederà alla fornitura, ammette di aver ricavato ugualmente un enorme profitto. In base a una lista presentata al parlamento, la Compagnia e i suoi funzionari s'erano fatti donare dagli indiani, tra il 1757 e il 1766, sei milioni di sterline Dal 1769 al 1770 gli inglesi fabbricarono una carestia facendo incetta di tutto il riso e rifiutando di venderlo se non a prezzi favolosi.”

Libro I, settima sezione, cap. 24, p. 541
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Origine: (1732-1818) governatore generale dell'India britannica, fu processato per corruzione e assolto nel 1795.
Origine: Nel 1866 nella sola provincia di Orissa più di un milione di indù morì di fame, malgrado ciò si cercò di riempire le casse dello Stato ponendo prezzi altissimi ai mezzi di sussistenza di gente che moriva di fame.

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“Il mio punto di vista sul controllo delle nascite è leggermente distorto dal fatto di essere il settimo di nove fratelli.”

Robert Kennedy (1925–1968) politico statunitense

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1487.

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“In modo un po' ingrato, in modo un po' irrispettoso il padrone di casa al Mugello ha tirato fuori le chiavi, ha aperto la porta e sta entrando in salotto, dove lo aspettano i suoi amici, il suo rivale (Stoner) invece è li sul pianerottolo, a cercare di tallonare Barros, per quanto fenomeno, per quanto per quanto fenomeno…”

Guido Meda (1966) giornalista e conduttore televisivo italiano

Durante la gara classe MotoGP Rossi conquista su Stoner, il quale è arrivato quarto, il Gran Premio del Mugello per la settima volta consecutiva
Tratte da alcune gare

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“Tonica, terza, quinta, | settima diminuita. | Resta dunque irrisolto | l'accordo della mia vita?”

Giorgio Caproni (1912–1990) poeta, critico letterario e traduttore italiano

Origine: Da Cadenza, 1972

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“Nel settimo giorno Dio creò Wall Street. Lì, a Wall Street, dove non è arrivato Dio ci arriva il mercato.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Tutto il grillo che conta

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“Ma le autorità, rimaste amareggiate | dalla vista spaventosa del pulcino | che non pigolava ma buttava gridate, | trovaron il rimedio bello e passegino: | lo spedirono con gran giubilio | unanime in un bel castello vicino.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

cap. VII, p. 149
Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, Canzoni inedite, Terzo quaderno

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“Sara: QUESTO È TROPPO!
Ozzy (voce narrante): La scena è questa: la finestra di cucina è aperta, con le tendine a ciliegine svolazzanti. La mamma strilla come un'ossessa aggrappata allo stivale di un vecchio che se ne sta a cavalcioni sul davanzale. No, non è un vecchio. È solo uno coi capelli così biondi che sembrano bianchi, come quelli di un albino.
Sara: ADESSO BASTA! SCENDI!
Ozzy (voce narrante): La cosa più assurda è che più lei strilla, più l'Albino si sganascia dalle risate. Eppure, uno in bilico sulla finestra di un settimo piano avrebbe più da piangere che da ridere. Il tizio allarga le braccia, mentre il vento gli scarruffa i ciuffi bianchi sulla capoccia.
Roddy: Guarda Sara, senza mani!
Ozzy (voce narrante): Grida l'Albino con uno spiccato accento americano. Ho detto uno spiccato accento… Cavolo, l'Albino è lui! In un attimo realizzo che il Californiano sta per buttarsi dalla finestra. Farà a tempo a sganciare l'assegno prima di spiaccicarsi sul cortiletto condominiale? Non farà a tempo: tira che ti tira, la mamma è rimasta col suo stivale in mano inorridita. In un balzo il pazzo scavalca il davanzale e piomba giù… Un istante dopo riappare sghignazzando, issandosi sul davanzale. Poi tonfa sul pavimento di cucina, facendo un bel rutto.
Roddy: Visto? Sono appena planato sul cornicione e non sono caduto di sotto. Prova che non sono affatto sbronzo come dici!
Ozzy (voce narrante): La mamma gli scaglia addosso lo stivale, ma lui si abbassa prontamente e io, che mi sono sporto un po' più del dovuto dalla porta, mi becco in piena faccia tacco e sperone (il Californiano ha in realtà stivali da Texano). Al mio grido soffocato i due si voltano di scatto.
Roddy: Porca zozza!
Ozzy (pensiero: "Che razza di linguaggio…")
Sara: Ozzy! Dio mio, stai sanguinando! Ozzy (voce narrante): Io mi passo la mano sulla bocca e la ritiro piena di sangue.
Ozzy (voce narrante): "Non è niente" faccio, accasciandomi svenuto sul pavimento. La vista del sangue non è per noi Loffi.”

Domenica Luciani (1962) scrittrice italiana

Tostissimo!, Dialoghi

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“Un'eccessiva attenzione nell'esaminarsi e nell'osservare tutte le proprie azioni e tutti i propri motivi, degenera infine in incertezza. Più ci si guarda da vicino e per lungo tempo, meno ci si conosce.”

Jacques Joseph Duguet (1649–1733)

Parte seconda, Articolo settimo, Una attenzione eccessiva nell'esaminare se stessi e i propri motivi, p. 101
Trattato sugli scrupoli

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“S'era nell'agosto; ed in Iscaricabarilopoli, città moscosissima, nessuno rimembrava di aver mai visto negli agosti precedenti tanta copia di mosche, tal quantità di mosconi, tanti stuoli di moscerini, tali turbe di mosconcini, tal novero di mosconacci, tal moltitudine di mosconcelli, tanta folla di moschette, tanta adunanza di moscini, tanto popolo di moschettone, tanta frequenza di moscherelli, tanto spesseggiar di moscherini, tanto concorso di moschini, tanto esercito di mosciolini e tanta folta di moscioni. Scaricabarilopoli era tutta un moscaio. I signori salariavano persone apposta per moscare con gli scacciamosche, le ventole, le roste, i ventagli, i paramosche: per ogni stanza si tenevan tre o quattro piattelli con carta moschicida, cinque o sei acchiappamosche prussiani; ed il suolo era bruno per gl'innumerevoli cadaveri moscherecci. Ma non pareva, che quello sterminio le diminuisse: e le moscaiuole e i guardavivande non bastavano a riparare i cibi e le provviste. La povera gente pappava mosche in ogni pietanza. Anzi, il dottissimo Dummkopf, professore a Gottinga, nella Filosofia e Storia comparata della culinaria e della gastronomia, volume quarto, capitolo sessagesimoquinto, pagina seicentonovantotto della settima edizione, annotata dall'egregio Zeitverlust, racconta, che, abituandovisi, le trovarono finalmente gustose; e che gli Scaricabarilesi son tuttora moschivori ed educano ed ingrassano apposta in certi loro moschili sciami, o gregge di insetti. Cosa, della quale non può dubitarsi, vedendola affermata da due tali rappresentanti della scienza tedesca!”

Vittorio Imbriani (1840–1886) scrittore italiano

Origine: Da Mastr'Impicca.

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“La verità è che non ho nessun tipo di legame con Rei. Nel bel mezzo della produzione di Eva, mi resi improvvisamente conto di essermi completamente dimenticato di lei, di essermi dimenticato della sua stessa esistenza. Per esempio, nel settimo episodio, me ne sono ricordato e ho aggiunto una scena con Rei. […] Penso che fosse giusto, perché nell'episodio 8 lei non appare, vero? Nemmeno in una singola scena. […] Alla fine [dell'episodio 6] Rei dice: "Non so come dovrei sentirmi", Shinji risponde: "Penso che dovresti sorridere" e Rei sorride… In seguito, quando ci ho ripensato, ho imprecato. In breve, se lei e Shinji stavano completamente comunicando [i propri sentimenti] in quel momento, allora per lei non era finita? […] Quando sorrise, come personaggio era già finito.”

Hideaki Anno (1960) regista e animatore giapponese

Origine: «「実は僕、レイって、全然思い入れないんですよ」 「『エヴァ』を作ってる最中でも、ハッと気がついたら、僕、忘れてましたからね。 彼女の存在すら。七話なんて、思い出してレイのシーンを1カット足したぐらいです。全然思い入れがなかったですね。 そこが良かったんだと思います。 八話なんか、出て来ないですかね。一カットも出て来ない」 「最後でレイの「どうしたらいいかわからないの」っていう台詞に、シンジが「笑えばいいと思うよ」って言った時に、 レイが笑顔を見せると。(略)後になって考えたら「しまった!」と。 つまり、そこでシンジとコミュニケーション取っちゃったら、終わりじゃないかと。 その瞬間に僕の中で、レイって終わっちゃったんですよ、一度」 「笑ったところで、もうおしまいじゃん、このキャラクターって」». Citato in Takekuma Kentaro (a cura di), Anno Hideaki Parano Evangerion (庵野秀明パラノ・エヴァンゲリオン), Ōta Shuppan, marzo 1997, pp. 95-96. ISBN 4872333160

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“I compositori inglesi più straordinari del 1963 sono, a tutti gli effetti, John Lennon e Paul McCartney… le settime maggiori e le none si integrano così bene nelle loro canzoni da far pensare che armonia e melodia nascano insieme.”

William Mann (1924–1989)

Origine: Da The Times, 1963; citato in Chris Ingham, Guida Completa ai Beatles, 2005, Antonio Vallardi Editore, p. 244. ISBN 8882119866

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“In questo istante di estatica sospensione («Affocato meriggio dorme sui campi. Non cantare! Taci!»), sacro al sonno del dio Pan che si riposa dalla caccia, la natura stessa sembra sepolta in un misterioso, impenetrabile sopore: i venti sono caduti e il sole, a perpendicolo sull'orizzonte, è come un'alta fiamma pietrificata. A questo punto si tronca repentinamente lo scorrere del tempo («Non se n'è volato via il tempo?») e Zarathustra sprofonda nel pozzo dell'eternità («Fiel ich nicht – horch! in den Brunnen der Ewigkeit?») ed ecco che emerge silenziosamente il mondo dalla sua perfezione, o meglio quella eternità, calata nella profondità del mondo, che costituisce la sua perfezione («Die Welt ist vollkommen»). Gli stessi attributi di questa perfezione, «maturo» e «rotondo» («Non era infatti il mondo perfetto, rotondo e maturo?», rimandano alla perfezione del circolo, in cui il movimento è conchiuso in se stesso e non si dispiega più in una progressione indefinita. L'anima e il mondo sono ora immersi in una trasognata mescolanza che ha lo stupore del possesso.”

Ferruccio Masini (1928–1988) germanista, critico letterario e traduttore italiano

da Parte seconda, cap. settimo, Il "mezzodì" come metafora cosmico-estatica della eternità, pp. 200-201
Lo scriba del caos
Origine: Da Friedrich Nietzsche, Also sprach Zarathustra; Schlechta, Werke in drei Bänden, II, p. 514 (Mittags) Lo scriba del caos, nota a p. 200.

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“[Riferendosi al suo periodo al Brescia] Quando Roby si allenava, dava sempre tutto. Sembrava sempre un ragazzino, ed io lo invidiavo. In quel periodo faceva da chioccia a molti di noi. Diceva sempre, per ogni problema o consiglio, io sono qui… All'epoca ero giovane, ed a volte capitava che mi alzavo dal letto con zero voglia di allenarmi. Capitò un periodo in cui fallivo molte occasioni da goal. La porta non la vedevo proprio. Un giorno Roby, in allenamento, mi vide giù di morale, si avvicinò a me e disse: Luca, nel calcio capitano quei momenti, non ti abbattere, se posso darti un consiglio, quando sei davanti alla porta, prima di tirare, con l'occhio guarda per un secondo il portiere. Sembra una stronzata, ma in quel momento capisci che intenzioni ha. Ricordati che la porta è di sette metri, ed il portiere occupa solo un settimo dello specchio… A fine allenamento, rimaniamo a fare un po' di uno contro uno con il portiere. Parto prima io e poi tu. Guardami però, così vedi un po' quello che faccio io… Non sto qui a raccontarvi che lui fece sempre goal. Da lì però imparai ad essere più calmo, e da quel giorno anche grazie a Roberto, non mi sono più fermato.”

Luca Toni (1977) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, citato in Luca Toni racconta Roberto Baggio http://hellaslive.it/news/luca-toni-racconta-roberto-baggio/, HellasLive.it, 25 gennaio 2016.

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“Mentre Barack Obama muove la sua settima guerra al mondo musulmano da quando gli è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace, e Francois Hollande promette un attacco “senza pietà” sulle macerie della Siria, l’isteria e le menzogne orchestrate fanno quasi venire la nostalgia per l’onestà omicida di Kissinger.”

John Pilger (1939) giornalista australiano

Variante: Mentre Barack Obama promuove la sua settima guerra al mondo musulmano da quando gli è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace, e Francois Hollande promette un attacco “senza pietà” sulle macerie della Siria, l’isteria e le menzogne orchestrate fanno quasi venire la nostalgia per l’onestà omicida di Kissinger.

Giuseppe Cruciani photo

“L'anti-juventinismo militante si basa su mille contraddizioni. Ha attraversato il culmine nel momento di Calciopoli, quando non c'erano nemmeno prove reali a sostegno di quelle accuse. Si è poi attenuato negli anni in cui la Juve arrivava settima. Nel momento in cui la Juventus è tornata forte è risorto l'anti-juventinismo d'accatto, quello di professione, il più becero. Questa altalena dimostra che per placare questa sindrome la Juve dovrebbe tornare sesta o settima. Vi sembra normale tutto ciò?”

Giuseppe Cruciani (1966) giornalista, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano

Origine: Da #RadioVS, citato in Cruciani a #RadioVS: "L'anti-juventinismo di professione è ridicolo. Il piagnisteo napoletano è ormai normalità. Gravissimi gli sfregi milanisti negli spogliatoi dello Stadium" http://m.tuttojuve.com/altre-notizie/cruciani-a-radiovs-lanti-juventinismo-di-professione-e-ridicolo-il-piagnisteo-napoletano-e-ormai-normalita-gravissimi-gli-sfregi-milanisti-negli-spogl-362460, TuttoJuve.com, 17 marzo 2017.

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“La mente è come un iceberg: galleggia con solo un settimo della sua massa sopra la superficie.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Citato in AA.VV., Il libro della psicologia, traduzione di Giuliana Lupi, Gribaudo, 2018, p. 96. ISBN 9788858015018