Frasi su solito
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“Mi colpì la sua voce straordinaria, la vitalità con cui cantava, la sua potenza vocale che andava di pari passo con la sensibilità musicale. Un binomio difficile perché quando hai una voce potente di solito sei anche un po' grossolano. Ma lei era in grado di unire le nuances più raffinate.”

Giuni Russo (1951–2004) cantautrice italiana

Franco Battiato
Origine: citato in http://www.villachincana.it/villachincana/redazione-v-c/articoli-redazione/714-giuni-russo-una-grande-artista-siciliana.html.

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“I vitellini sentono terribilmente la mancanza della madre. Sentono anche la mancanza di qualcosa da succhiare. Il bisogno di poppare è forte in un vitello piccolo così come in un bambino. Questi vitelli [da allevamento] non hanno capezzoli da succhiare, né altro che li sostituisca. Dal loro primo giorno di reclusione – che può facilmente essere soltanto il terzo o quarto giorno di vita – essi bevono da un secchio di plastica. Sono stati fatti tentativi di nutrire i vitelli con tettarelle artificiali, ma il problema di mantenerle pulite e sterili a quanto sembra non vale il disturbo del produttore. È comune vedere i vitelli che cercano freneticamente di succhiare qualche parte del loro box, benché non vi si trovi di solito nulla di adatto; e se si dà a un vitello da latte un dito, si vedrà che comincia immediatamente a succhiarlo, come un piccolo umano si succhia il pollice.
Più tardi il vitello sviluppa il bisogno di ruminare – cioè di ingerire della fibra naturale e rimasticare il bolo. Ma la fibra è rigorosamente proibita perché contiene ferro e fa diventare scura la carne, per cui, ancora una volta, il vitello può ricorrere a vani tentativi di masticare parti del suo box. Disturbi digestivi, comprese ulcere gastriche, sono frequenti nei vitelli a carne bianca. Lo stesso vale per la diarrea cronica.”

Origine: Liberazione animale, p. 145

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“Tutti di solito sono convinti che le persone si separano perché una si è stancata dell'altra, per propria volontà o per volontà dell'altra persona. Ma non è così. I periodi finiscono, come cambiano le stagioni. Semplicemente. È una cosa su cui la volontà individuale non ha nessun potere. Viceversa, si ha la possibilità, fino a quando verrà quel giorno, di godere di ogni momento. Noi, fino all'ultimo, vivemmo nella gioia.”

Hardboiled & Hard Luck
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Variante: Tutti di solito sono convinti che le persone si separano perché una si è stancata dell'altra, per propria volontà o per volontà dell'altra persona. Ma non è così. I periodi finiscono, come cambiano le stagioni. Semplicemente. È una cosa su cui la volontà individuale non ha nessun potere. Viceversa, si ha la possibilità, fino a quando verrà quel giorno, di godere ogni momento.

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“Giocare nel Genoa è diverso e lo capisci subito, appena sei nel tunnel che dallo spogliatoio porta al campo, il solito rumore dei tacchetti ma fuori uno stadio intero che canta You'll never walk alone! Da brividi, un emozione unica.”

Sebastien De Maio (1987) calciatore francese

dopo la sua cessione dal Genoa all'Anderlecht nel 2016
Origine: Da un post https://www.facebook.com/DeMaioOfficial/posts/825726637561185 pubblicato nella sua pagina ufficiale di Facebook, 6 luglio 2016.

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“La sofferenza, se provocata dall'ottusità e dalla stupidità di una società legata alle tradizioni, di solito riduce i deboli a uno stato di cieco odio, ma esalta i forti a una superiorità morale e a una generosità altrimenti irraggiungibili dall'uomo.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Da un commento all'articolo di Walter White, Perché preferisco rimanere negro, Saturday Review of Literature, 11 ottobre 1947.
Origine: Il lato umano, p. 81

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“[Su Albert Einstein] Mi diceva spesso che la musica era una delle cose più importanti della sua vita. Ogni volta che si sentiva in un vicolo cieco o comunque in difficoltà con il lavoro, si rifugiava nella musica e di solito bastava questo a risolvere ogni problema.”

Hans Albert Einstein (1904–1973) ingegnere svizzero

Origine: Citato da Bernard Mayer in un'intervista, riportato in G.J. Whitrow, Einstein: The Man and His Achievement, Dover, New York, 1967, p. 21; citato in Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso (The Quotable Einstein), a cura di Alice Calaprice, prefazione di Freeman Dyson, traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, p. 174. ISBN 88-04-47479-3.

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“[Su Luciano Moggi] Si è compiaciuto troppo del proprio potere, gli piaceva essere riconosciuto come Lucky Luciano; quando andava in giro per Torino e Roma usava la sirena sulla macchina. Di solito le persone che sono costrette a farlo, un pò si vergognano. A lui invece piaceva.”

Franco Carraro (1939) dirigente sportivo e politico italiano

Origine: Dall'intervista di Marco Mensurati, citato in La Cupola del calcio secondo Carraro: "Lo scudetto del '98 falsato per la Juve" http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/sport/calcio/2015/03/27/news/la_cupola_del_calcio_secondo_carraro_lo_scudetto_del_98_falsato_per_la_juve_-110601382/, Repubblica.it, 27 marzo 2015.

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“Ero solo in casa e Petalo come al solito si era messo a grattare la porta e a gemere nel modo più molesto e inurbano, disturbando indicibilmente la mia concentrazione profonda di filosofo. […] Con una scopa corsi alla porta e… ma non ricordo di avergli dato un colpo… forse glielo minacciai soltanto, urlandogli istericamente di filare […]. Quel che ricordo nitidamente, come se guardassi una istantanea di quel momento, è la fuga del maleamato sulla rampa della scala […]. Su ogni gradino c'erano gocce di sangue. Petalo era ferito. Era venuto a supplicarmi soccorso e si era ricevuto un colpo di scopa.Andai su a vedere, temendo di essere stato io il feritore… (Forse glielo diedi, il colpo). Stava leccando del latte, disperatamente. Una zampina era stata portata via di netto da qualcosa di terribile, e sulla schiena aveva uno squarcio, vicino al collo, un cratere di sangue. Non si lamentava più, ogni tanto ci guardava, come fossimo stati i suoi giudici, o i suoi medici.
Chiamai il veterinario, che aveva il rimedio nella borsa e che consigliò di adoperarlo subito. Era stato un cane a ridurlo in quello stato […]. Mentre il misericordioso Dottore preparava l'iniezione, [Petalo] mi fissò in modo indimenticabile e volle – proprio così – che la mia mano si posasse dolcemente sulla sua mutilazione, un grumo di dolore che spenzolava. Non so se mai più mi capiterà di supplicare mentalmente, con tanta angoscia e febbrile vergogna, qualcuno, qualche groviglio di visceri viventi, di perdonarmi, sul punto della morte.”

Guido Ceronetti (1927–2018) poeta, filosofo e scrittore italiano

Origine: La pazienza dell'arrostito, pp. 286-288

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“Successe la solita 'osa che succede sempre in Italia». «La sinistra ha perso le elezioni?”

Marco Malvaldi (1974) scrittore italiano

Origine: Racconti, Carnevale in giallo, p. 214

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“Ospedale (s. m.). Luogo dove il malato riceve di solito due diversi tipi di trattamento: medico da parte del dottore, inumano da parte degli infermieri.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 130
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“Se una febbre non abbandona il paziente nei giorni dispari, di solito è dispari.”

Ippocrate di Coo (-460–-370 a.C.) filosofo, medico

IV, 60; p. 46
Aforismi

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“In una sua memorabile inchiesta un giornalista d'incrollabile fede sinistrorsa, ma di esemplare onestà, Giampaolo Pansa, mise benissimo in luce questo contrasto fra i due atteggiamenti e mentalità, che ieri ha trovato una eloquente conferma nella manifestazione di Torino. Niente chiasso, niente sceneggiate, niente slogans, niente insomma che appartenga al repertorio del buffonismo nazionale. Nessuno ha rotto le righe per andare a rovesciare auto o a fracassar vetrine. Questa, sì, era Danzica, sia pure senza Madonne; non i picchettaggi e i pestaggi di Mirafiori, sia pure con le Madonne. Ora sappiamo già cosa diranno gli altri, oggi e domani. Diranno che gli operai non c'erano. Infatti. Doveva trattarsi di quarantamila presidenti, consiglieri delegati, ingegneri: insomma, la solita «maggioranza silenziosa»: termine che soltanto nella lingua italiana ha significato spregiativo. La maggioranza silenziosa esiste in tutti i Paesi del mondo, dove nessuno si vergogna di appartenervi perché è essa, in definitiva, che ristabilisce gli equilibri. Fu la maggioranza silenziosa – autoqualificatasi come tale – di seicentomila parigini che dodici anni fa pose fine al carnevale sessantottesco, riportò De Gaulle all'Eliseo e restituì alla Francia la stabilità di cui tuttora essa gode. […] Il motivo vero che farà i dimostranti bersaglio delle peggiori critiche e accuse è ch'essi rappresentano la rivolta delle persone serie contro gli arruffoni della «conflittualità permanente», dei «modelli di sviluppo» e via baggianando. E in questo Paese nulla fa più paura, perché nulla è più rivoluzionario, della serietà.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

15 ottobre 1980
il Giornale

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“Una mia foto in bikini vale, sul web, commercialmente di più di una mia foto nuda, perché la prima può essere utilizzata su un sito con pubblicità mainstream e la seconda no. Quando dico che io il bikini me lo tolgo perché ho un'etica, anziché vendermi tenendomelo addosso, suscito di solito l'ilarità di quelli che non capiscono certi meccanismi.”

Valentina Nappi (1990) attrice pornografica italiana

Origine: Da Sull'uso improprio del corpo nei media http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/09/01/valentina-nappi-sulluso-improprio-del-corpo-nei-media/?refresh_ce, La pagina dei blog, Micromega.it, 1° settembre 2014.

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“[Ultime parole famose] Cosa manca alla Juve in Europa? Il tempo. Si vuole tutto e subito, dall'oggi al domani ci siamo trovati a combattere contro corazzate strutturate. […] Credo che da qui a molti anni a venire sarà dura vedere una squadra italiana in finale di Champions, so di averlo già detto ma di solito ci azzecco.”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Citato in Juve, Conte: "Champions? Nessun fallimento. Il presente è il Sassuolo" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/14-12-2013/juve-conte-dalle-sconfitte-si-deve-trarre-insegnamento-presente-sassuolo-201823802829.shtml, Gazzetta.it, 14 dicembre 2013.

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“Nel 1964 [Alan Paton] aveva testimoniato a favore di Nelson Mandela nel processo che doveva poi condannare all'ergastolo il leader dell'African national congress. Nonostante ciò nessuna organizzazione radicale sudafricana, né l'Anc né l'Udf, e nessun leader, né il reverendissimo Desmond Tutu, né Allen Boesak, ha ritenuto di dovere onorare la memoria di Ala F. Paton. Perché? Perché Paton era portatore di un virus che per l'intellighenzia sudafricana (e non solo sudafricana), nera e bianca, è peggiore dell'Aids: era contrario alla violenza. Peggio: sosteneva che la grande maggioranza dei neri sudafricani non è violenta ed è fortemente contraria all'uso della violenza per dare uno sbocco alla complessa situazione politica del Sud Africa. […] Naturalmente gli feci la domanda rituale. «È ancora possibile fermare la rabbia nera?». Rispose: «Lei è stato nello Kwa Zulu Natal, dove vivono sei milioni di Zulu, ed ha visto la rabbia nera? Io ho vissuto al bordo della "valle delle mille colline" per trentacinque anni e non ho mai visto nessuna rabbia nera. E se andrà in Transkei, dove vivono altri quattro o cinque milioni di persone, lei non vedrà nessuna rabbia nera, non sentirà nessun odio nero. La rabbia nera c'è a Soweto, ma dipende molto più da questioni di disgregazione urbana, di perdita totale delle proprie radici contadine, che da questioni razziali che comunque sono continuamente alimentate, fomentate, incoraggiate dall'Anc». […] Paton aveva molto in sospetto questo genere di progressisti che sono soliti far gli eroi sulla pelle degli altri. Di Edward Kennedy, che era stato in Sud Africa qualche anno prima, mi disse: «È venuto solo per farsi propaganda; dei neri, in verità, non gliene importa niente. Se gliene importasse dovrebbe andare ad Harlem prima che a Soweto.»”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Questi sono i motivi per cui nessun fiore progressista è stato posato sulla tomba di Alan F. Paton. Così a quest'uomo, che ha dedicato l'intera sua vita e le sue opere alla battaglia antirazzista, è toccato il paradosso di ricevere, in morte, un solo telegramma di condoglianze: quello del presidente sudafricano Botha.
Origine: Da Sud Africa, pace e astratti furori, L'Europeo, 29 aprile 1988.

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“C’è un’interazione più profonda tra la teologia e la scienza di quanto ci si renda conto di solito.”

Thomas F. Torrance (1913–2007) teologo protestante scozzese

Senso divino e scienza moderna

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“Un ladruncolo ieri iva in prigione, | ed io chiedendo a lui per qual ragione | «Si sa» — mi rispondea — «solito gioco: | ci vo' perché ho rubato troppo poco».”

Francesco Proto (1815–1892) politico italiano

Un ladruncolo, p. 89
In Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni, a cura di Giuseppe Porcaro

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“Volare è sicuro? Sì, rispondono i dati. Nel 1989 ci sono stati 35 incidenti mortali, nel 2000 solo 21, nel 2005 solo 15 e l'anno scorso appena 11. Ai viaggiatori però interessano le probabilità di essere coinvolti in un incidente simile. Nelle peggiori compagnie le possibilità sono una su un milione e mezzo, in quelle medie una su 3,4 milioni e nelle migliori una su dieci milioni. Secondo Arnold Barnett, del Massachussetts institute of technology, uno statunitense dovrebbe volare ogni giorno per quattro milioni di anni per essere sicuro di morire in un incidente. Vi sembra ancora troppo pericoloso? Facciamo qualche paragone. Le probabilità che facendo un bagno in mare siate attaccati da uno squalo sono una su tre milioni. Ma di solito il confronto è con gli incidenti stradali. Il consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha fatto il calcolo sette anni fa: la probabilità di morire in un incidente d'auto è 75 volte superiore a quella di morire in un disastro aereo. Quindi perché non abbiamo paura di salire in auto? Ma i dati hanno un difetto. Non tengono conto della psiche dellHomo sapiens, che si è formata decine di migliaia di anni fa nella lotta per la sopravvivenza. E questa logica, sebbene poco aderente alla realtà, dice che una persona che guida un'auto è più o meno padrona del proprio destino, mentre in aereo non lo è. L'esperienza del cacciatore ha la meglio su qualunque statistica.”

Zbyněk Petráček (1959) giornalista cecoslovacco

Origine: Dal quotidiano ceco Lidové Noviny; tradotto in Paura di volare, Internazionale, n. 1095, 27 marzo 2015, p. 19.

“Secondo me, il piede di Deinonychus rappresenta forse l'evidenza anatomica più importante, tra quelle ravvisate in tanti decenni, in merito alle abitudini e alle capacità dei dinosauri. Naturalmente, le dichiarazioni pompose di questo tipo vengono di solito respinte con facilità, ma le implicazioni funzionali del piede di Deinonychus non possono essere confutate con la medesima facilità, specialmente quando si prendono in considerazione le altre caratteristiche di questo animale. Deinonychus non poteva essere affatto "rettiliano" nel suo comportamento, nei suoi riflessi e nel suo stile di vita. Deve essere stato un animale estremamente rapace dai passi leggeri, estremamente agile e molto attivo, sensibile a tanti stimoli e svelto nelle sue reazioni. Queste caratteristiche, pertanto, denotano un livello d'attività e un indice metabolico alto inusuali per un rettile.”

John Ostrom (1928–2005) scienziato e paleontologo statunitense

In my opinion, the foot of Deinonychus is perhaps the most revealing bit of anatomical evidence pertaining to dinosaurian habits and capabilities to be discovered in many decades. Grandiose statements of this kind are, of course, easily rejected, but the functional implications of the pes of Deinonychus are not so easily discarded – especially in view of the other remarkable adaptations of this animal. Deinonychus must have been anything but "reptilian" in its behavior, responses and way of life. It must have been a fleet-footed, highly predaceous, extremely agile and very active animal, sensitive to many stimuli and quick in its responses. These in turn indicate and unusual level of activity from a reptile and suggest an unusually high metabolic rate.
Osteology of Deinonychus antirrhopus...

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“Immagino penserete che una donna a bordo sia pressoché inutile».
«Per dirla senza troppi fronzoli, di solito le donne sulle navi sono un autentico flagello.”

Edgar Wallace (1875–1932) scrittore, giornalista, sceneggiatore e commediografo britannico

Ann e Driscoll, p. 32
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“Di solito non parlo con gli sconosciuti. Non mi piace parlare con chi non conosco. E non per via della famosa frasa Non Dare Confidenza Agli Sconosciuti che ci ripetono continuamente a scuola, che tradotto vuol dire non accettare caramelle o un passaggio da uno sconosciuto perché vuole fare sesso con te. Non è questo che mi preoccupa. Se un estraneo mi toccassse lo colpirei immediatamente, e io so colpire molto forte. Come per esempio quella volta che ho preso a pugni Sarah perché mi aveva tirato i capelli e l’ho fatta svenire e le è venuta una commozione cerebrale e avevano dovuto portarla al pronto soccorso. E poi ho sempre con me il mio coltellino svizzero che ha una lama a seghetto in grado di tranciare le dita a un uomo.
Non mi piacciono gli estranei perché non mi piacciono le persone che non conosco. Sono difficili da capire. È come essere in Francia, dove andavamo qualche volta in campeggio quando mio madre era ancora viva. E io odiavo la Francia perché se entravo in un negozio o in un ristorante o andavo in spiaggia non capivo quel che dicevano, e la cosa mi terrorizzava.

Ci metto un sacco di tempo per abituarmi alle persone che non conosco. Per esempio, quando c’è una persona nuova che viene a lavorare a scuola non le parlo per settimane e settimane. Rimango a osservarla finché non sono certo di potermi fidare. Poi le faccio delle domande su di lei, sulla sua vita, del tipo se ha degli animali e qual è il suo colore preferito e cosa sa dell’Apollo e le chiedo di disegnarmi una piantina della sua casa e voglio sapere che macchina ha, così imparo a conoscerla. Da quel momento in poi non mi preoccupo più se mi capita di trovarmi nella stessa stanza con questa persona e non sono più obbligato a stare all’erta.”

The Curious Incident of the Dog in the Night-Time

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