Frasi sull'umore

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema umore, vita, due-giorni, essere.

Migliori frasi sull'umore

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“Non mi sveglierò mai più di buon umore.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Tempesta Elettrica

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“L'ape e la serpe spesso
Suggon l'istesso umore;”

Pietro Metastasio (1698–1782) poeta italiano

Morte d' Abele (1732)

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“Siate artefici del buon umore: un sorriso salva la vita.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

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“Siate artefici del buon umore: un sorriso salva la vita.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

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“Il buon umore dà sempre vita a prestigiose idee.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

Frasi sull'umore

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“Adesso che mi ci fai pensare, mi domando anch'io che cosa ho conservato di abruzzese e debbo dire, ahimè, tutto; cioè l'orgoglio di esserlo che mi riviene in gola quando meno me l'aspetto, per esempio quest'estate in Canada, parlando con alcuni abruzzesi della comunità di Montreal, gente straordinaria e fedele al ricordo della loro terra. Un orgoglio che ha le sue relative lacerazioni e ambivalenze di sentimenti verso tutto ciò che è Abruzzo. Questo dovrebbe spiegarti il mio ritardo nel risponderti; e questo ti dice che sono nato a Pescara per caso: c'era nato anche mio padre e mia madre veniva da Cappelle sul Tavo. I nonni paterni e materni anche essi del Teramano, mia madre era fiera del paese di sua madre, Montepagano, che io ho visto una sola volta di sfuggita, in automobile, come facciamo noi, poveri viaggiatori d'oggi… Tra i dati positivi della mia eredità abruzzese metto anche la tolleranza, la pietà cristiana (nelle campagne un uomo è ancora nu cristiane), la benevolenza dell'umore, la semplicità, la franchezza nelle amicizie; e cioè quel sempre fermarmi alla prima impressione e non cambiare poi il giudizio sulle persone, accettandole come sono, riconoscendo i loro difetti come miei, anzi nei loro difetti i miei. Quel senso ospitale che è in noi, un po' dovuto alla conformazione di una terra isolata, diciamo addirittura un'isola (nel Decamerone, Boccaccio cita una sola volta l'Abruzzo, come regione remota: «Gli è più lontano che Abruzzi»); un'isola schiacciata tra un mare esemplare e due montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere: se ci pensi bene, il Gran Sasso e la Majella son le nostre basiliche, che si fronteggiano in un dialogo molto riuscito e complementare… Bisogna prenderci come siamo, gente rimasta di confine (a quale stato o nazione? O, forse, a quale tempo?), con una sola morale: il lavoro. E con le nostre Madonne vestite a lutto e le sette spade dei sette dolori ben confitte nel seno. Amico, dell'Abruzzo conosco poco, quel poco che ho nel sangue.”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

Origine: Da una lettera citata in Pasquale Scarpitti, Disincanto, Sarus, Teramo, 1972.

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“Il cucciolo deve imparare che una regola, è una regola e non cambia secondo l'umore di chi regge il guinzaglio.”

Paolo Crepet (1951) medico, psichiatra e scrittore italiano

L'autorità perduta

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“Per casa in cerca di calma | cambio maglia | cambio canale, canzone | cambio espressione, umore | e in fondo per quanto posso cambiare mi cambi il mondo.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Luna piena, n. 2
Turbe giovanili

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“La felicità e l'infelicità degli uomini dipendono tanto dalla loro buona sorte quanto dal loro umore.”

François de La Rochefoucauld (1613–1680) scrittore, filosofo e aforista francese

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Massime, Riflessioni morali

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“Rio. Fin dall'alba avevo vagabondato in questa residenza del dio solare, il cui portale di roccia accoglie il forestiero apparendogli come le nuove colonne d'Ercole, varcate le quali egli dimentica il Vecchio Mondo. […]Solo nel tardo pomeriggio mi destai come da un sogno nel quale avevo dimenticato di mangiare e di bere, e sentivo che lo spirito cominciava ad affaticarsi sotto la profusione delle immagini. Eppure non riuscivo a separarmene, e mi comportavo da spilorcio col mio tempo. Senza concedermi sosta svoltai in strade e piazze sempre nuove.
Ma presto mi parve che i miei passi divenissero più leggeri e che la città mutasse aspetto, stranamente. Nello stesso tempo, mutò il mio modo di vedere: mentre fino a quel momento avevo dissipato gli sguardi nella visione del nuovo e dell'ignoto, ora le immagini penetrarono in me senza sforzo. Ora poi mi erano note; mi sembrarono ricordi, composizioni di me stesso. Strumentai il mio umore a piacere, come uno che vada a passeggio con la sua bacchetta direttoriale e, gesticolando con essa in questa o in quella direzione, faccia musica col mondo. […] La sera, in un caffé presso Copacabana, meditavo su queste relazioni. Pensai che esiste un'eco non soltanto per l'orecchio, ma anche per l'occhio: anche le immagini che osserviamo richiamano una rima, e come per ogni eco esistono relazioni sonore particolarmente favorevoli, così qui è la bellezza che risuona con maggior forza.
Ma in formula più semplice e precisa, le cose si presentano in questo modo: con lo sguardo profondo e gioioso che rivolgiamo alle immagini, noi offriamo un sacrificio, e ogni volta siamo esauditi secondo il valore della nostra offerta.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da L'eco delle immagini, pp. 174-175
Il cuore avventuroso. Figurazioni e capricci

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“E intanto passa ignaro | il vero senso della vita, | si cambia amore, idea, umore, | per noi che siamo solo di passaggio.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Di Passaggio, n. 1
L'imboscata

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“L'amore tutto si trasforma, l'umore di un sogno col tempo si dimentica.”

Carmen Consoli (1974) cantautrice italiana

da Guarda l'alba
Per niente stanca

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“Ora non più, ma forse dentro il vento | è rimasto qualcosa del tuo amore, | come una foglia o un grigio mutamento | dentro l'umore di un dannato Iddio.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Ora il corpo è sublime
Destinati a morire. Poesie vecchie e nuove

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“Birra che frizzi, tabacco che morda e una servetta in gala son quanto va meglio al mio umore.”

Uno studente: Parte I, capitolo Dinanzi la porta della città; 1960
Faust

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“Com'è bello essere nelle Tombe | dove l'Umore della Natura non penetra | né proiettile mai arriva.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

J1172 – F1246, vv. 5-8
Lettere

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“Il capriccio del nostro umore è ancor più bizzarro di quello della fortuna.”

François de La Rochefoucauld (1613–1680) scrittore, filosofo e aforista francese

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Massime, Riflessioni morali

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“Il diritto spinto all'eccesso diviene torto, e l'arancia troppo strizzata sprizza umore amaro.”

Baltasar Gracián (1601–1658) gesuita, scrittore e filosofo spagnolo

Non spingere mai all'estremo né il male né il bene, p. 70
Oracolo manuale e arte di prudenza

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“Si è tentato più volte, e ancora si tenta, di esprimere attraverso metafore la differenza tra il nostro mondo nordico e quello mediterraneo, suggerendo via via contrapposizioni come forma e movimento, sole e nebbia, il cipresso e la quercia, il tetto piatto e il tetto a punta. Credo che la contrapposizione fra la cisterna e la sorgente non sia meno adeguata. […] Lo stesso vale per la letteratura antica; la sua struttura complessiva non assomiglia a una rete fluviale ma a un sistema di locali chiusi collegati per mezzo di acquedotti. Di qui la straordinaria facilità di ricavarne citazioni, e di qui anche il fatto che i suoi «classici» sono tali in un senso del tutto diverso dal nostro. Questa possibilità di trovare ristoro nelle forme chiuse si riscontra anche nella grammatica; certe costruzioni participiali e soprattutto l'ablativo assoluto si incastonano nella prosa come piccole cisterne. Lo spirito della cisterna trova forse la sua rappresentazione più icatica nel racconto delle Mille e una notte sul facchino e le tre dame, mentre lo spirito della sorgente si esprime in modo insuperabile nella ballata goethiana del pescatore.
Ritrovato lo slancio, e conversando di queste cose, muovemmo verso la cima. Friedrich Georg fece qui l'osservazione che il Don Chisciotte è una vera cisterna di buon umore.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da Soggiorno in Dalmazia, pp. 39-40
Foglie e pietre

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“Il cattivo umore è l'evadere dalla realtà; il buon umore è l'accettarla.”

Malcolm Muggeridge (1903–1990) giornalista e scrittore britannico

Origine: Da Muggeridge al microfono, BBC, 1970.

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“Nella sua profonda opera Della vita, che era anche il libro preferito di mia madre, Tolstoj parla della ragione come fonte stessa della nostra vita. Questo testo fu scritto con un vigore e un fervore eccezionali. In quel periodo si videro rinascere di nuovo in mio padre allegria e buon umore. Il suo lavoro lo appassionava ed era il segno più evidente della sua riuscita. Infatti questo libro di Tolstoj, poco noto alla massa dei lettori, è una delle più notevoli tra le sue opere filosofiche e religiose.
«La vera vita inizia solo nel momento in cui si manifesta la ragione.» La ragione è l'unica forza che riveli in noi l'amore.
Ed è ancora una nuova forma di fede che Tolstoj scopre all'interno della sua anima e che ci espone in quest'opera. A mio giudizio, Della vita e Il regno di Dio è in voi sono le opere religiose capitali di mio padre.
In quest'ultima opera di una chiarezza sorprendente e perfettamente armoniosa, Tolstoj esprime al meglio la propria dottrina, rivolgendosi direttamente agli uomini dalle professioni più disparate e predicando le sue idee. Zar, generali, ministri, giudici, preti, uomini di scienza, ognuno trova in questo sermone una parola che lo tocca personalmente e che lo invita a cambiare vita.
Fu l'ultima grande opera prettamente religiosa di mio padre e tutte quelle che scrisse in seguito non sono altro che ripetizioni.”

Lev L'vovič Tolstoj (1869–1945) scrittore russo

Origine: La verità su mio padre, pp. 123-124

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“Se fosse stato un uomo di umore costante ed equilibrato [Winston Churchill] non avrebbe mai potuto ispirare la nazione. Nel 1940, quando tutti i pronostici erano contro l'Inghilterra, un leader di giudizio ponderato avrebbe molto probabilmente concluso che eravamo finiti.”

Anthony Storr (1920–2001) psichiatra, scrittore

Origine: Da Churchill: l'uomo; citato in Serena Zoli, Giovanni B. Cassano, E liberaci dal male oscuro, TEA, Milano, 2009, p. 483. ISBN 978-88-502-0209-6

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“Egle: Beata quella vite, ond'è uscì fuore | Così soave umore [Il vino].”

Giambattista Giraldi Cinzio (1504–1574) letterato, poeta e drammaturgo italiano

Atto I, Scena III
Egle

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“Niente affatto. Combatta come se pensasse che noi abbiamo torto. Oh, a che serve tutto il suo equilibrio di giudizio se non decide mai con la sua testa? Chiunque l'afferra e le fa fare quello che vuole. E lei vede dentro di loro e ne ride… ma lo fa. Non basta avere le idee chiare; io ho la testa confusa e stupida, e non valgo la quarta parte di lei, ma ho cercato di fare quello che al momento mi è sembrato giusto. E lei… il suo cervello e il suo intuito sono splendidi. Ma quando vede quello che è giusto, è troppo indolente per farlo. Una volta mi disse che saremo giudicati per le nostre intenzioni, non per quello che abbiamo effettivamente fatto. Mi è sembrata un'osservazione splendida. Ma dobbiamo avere l'intenzione di fare… non starcene seduti su una sedia con le nostre intenzioni.»
«Lei è meravigliosa!» egli disse gravemente.
«Oh, lei mi apprezza!» lei proruppe di nuovo. «Vorrei che non m'apprezzasse. Lei ci apprezza tutti… vede il bene in tutti noi. E intanto lei è sempre morto… morto… morto. Ora, per esempio, perché non s'è arrabbiato? Gli si avvicinò, con un improvviso cambiamento d'umore, gli afferrò tutte e due le mani. Lei è tanto straordinario, signor Herriton, che non posso sopportare di vederla sprecarsi. Non posso sopportarlo… sua madre… non è stata buona con lei.»
«Signorina Abbott, non si preoccupi per me. Alcuni sono nati per non fare nulla. Io sono uno di questi; non ho mai concluso niente, né a scuola né nella professione. Venni qui per impedire il matrimonio di Lilia, ed era troppo tardi. Sono venuto qui con l'intenzione di ottenere il bambino, e ne riporterò un onorevole insuccesso. Adesso non mi aspetto mai che succeda qualcosa, e così non sono mai deluso. Lei si meraviglierebbe di sapere quali sono per mei grandi avvenimenti. Essere andato a teatro ieri, parlare con lei ora… non credo che mi capiterà mai niente di più grande. Il mio destino è di passare nel mondo senza mai scontrarmi con esso o smuoverlo… e veramente non so dire se il mio destino sia buono o cattivo. Io non muoio… io non m'innamoro. E se altri muoiono o s'innamorano, lo fanno sempre proprio quando io non ci sono. Ha perfettamente ragione; la vita per me è semplicemente uno spettacolo, che — grazie a Dio, grazie all'Italia, e grazie a lei — è ora più bello e più incoraggiante di quanto sia mai stato prima.» […. ]
«Ogni minima inezia, per una qualche ragione, oggi sembra imponderabilmente importante, e quando lei dice che da una cosa "non dipende niente," le sue parole suonano come una bestemmia. Non si può mai sapere… (come posso esprimermi?)… quale delle nostre azioni, quale delle nostre omissioni non influiranno su qualcosa per sempre.”

cap. VIII, pp. 185-9
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“La malattia e l'umore morboso stanno alla radice della nostra stessa società, e intanto chi osa notarlo e indicarlo ha subito contro di sé lo sdegno generale.”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo

Origine: Dalla lettera a E. A. Štakenštejner, 15 giugno 1879; citato in Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamàzov, introduzione di Igor Sibaldi, Mondadori, 1994.

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“Proprio come un re onnipotente e di umore giocoso per muoversi va a piedi, così anche il Signore gioca felice in corpi umani.”

Somānanda (875–925) filosofo indiano

1, 37-38
Śivaḍṛṣti
Origine: Citato in Kamalakar Mishra, Tantra. Lo Śivaismo del Kaśmīr, traduzione di P. Zanoni, Lakṣmī, Savona 2012, p. 278.

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“Non potevo fare a meno di pensare alle differenze tra la mia vita di New York, piena di cibo e comodità, e la vita che conducevano i miei famigliari in Somalia. In Occidente la maggior parte della gente possiede così tante cose da perderne il conto. Era probabile, invece, che i miei genitori potessero contare a una a una tutte le loro cose, e il cibo era difficile da reperire; eppure erano felici e di buon umore. Per la strada la gente sorrideva e conversava. Credo che gli occidentali cerchino di riempirsi di roba nel tentativo di colmare un vuoto. Tutti sono in cerca di qualcosa. Cercano nei negozi e nella televisione. Una volta dei tizi mi hanno mostrato una stanza della loro casa destinata alle candele per le preghiere la meditazione. Un'intera stanza solo per le candele. Qui dovevamo pigiarci l'uno contro l'altro per poter stare tutti insieme: continuavamo a ringraziare Allah per essere tutti insieme. In Somalia non abbiamo posti particolari per pregare, preghiamo anche per salutare qualcuno: «Che Allah sia con te.» A New York tutti tutti dicono «Hello!». Che cosa significa? Nulla, che io sappia, è solo un modo di dire. La gente dice: «Have a good day», buon giorno, ma anche quello è solo un modo di dire. In Somalia diciamo: «Se Dio vuole, ci vediamo dopo.»”

Waris Dirie (1965) modella e scrittrice somala

Dio ha voluto e il mio primo giorno in famiglia è stato bello, bellissimo!
Alba nel Deserto

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“L'anima umana è davvero strana, e a mutarla d'umore meglio dei fatti sono le sorprese.”

Geminello Alvi (1955) economista e saggista italiano

da Il Giornale, 24 dicembre 2007

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“Sapete perché Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2010
Origine: Citato in Marco Trabucco, A Torino la gaffe del premier sulla Bresso: "Si guarda allo specchio e si rovina la giornata" http://www.repubblica.it/politica/2010/03/24/news/a_torino_la_gaffe_del_premier_sulla_bresso_si_guarda_allo_specchio_e_si_rovina_la_giornata-2857062/, Repubblica.it, 24 marzo 2010.

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“I morti maturano, | il mio cuore con essi. | Pietà di sé | nell'ultimo umore hsa la terra.”

Metamorfosi nell'urna del Santo
Ed è subito sera, Òboe sommerso

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“Negli anni della maturità pochi uomini sanno, in fondo, come son giunti a se stessi, ai propri piaceri, alla propria concezione del mondo, alla propria moglie, al proprio carattere e mestiere e loro conseguenze, ma sentono di non poter più cambiare di molto. Si potrebbe sostenere persino, che sono stati ingannati; infatti è impossibile scoprire una ragione sufficiente per cui tutto sia andato proprio così come è andato; avrebbe anche potuto andare diversamente; essi hanno influito pochissimo sugli avvenimenti, che per lo più sono dipesi da circostanze svariate, dall'umore, dalla vita, dalla morte di tutt'altri individui; e solo in quel dato momento si sono abbattuti su di loro. Quand'erano giovani la vita si stendeva loro dinanzi come un mattino senza fine, colmo di possibilità e di nulla, e già al meriggio ecco giungere all'improvviso qualcosa che pretende di essere ormai la loro vita; e tutto ciò è così sorprendente come vedersi davanti tutt'a un tratto una persona con la quale siamo stati vent'anni in corrispondenza, senza conoscerla, e ce la siamo immaginata completamente diversa. Ancora più strano, però, che quasi nessuno, se ne accorga; adottano la persona che è venuta a loro, la cui vita si è incorporata alla loro vita, giudicano le sue vicende ed esperienze ormai come le espressioni delle loro qualità, e il suo destino diventa merito o disgrazia loro. […] E non hanno più che un ricordo confuso della giovinezza, quando c'era in loro qualcosa come una forza opposta.”

cap. 34, pp. 144-145
L'uomo senza qualità