Frasi su vincitore

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema vincitore, essere, grande, due-giorni.

Frasi su vincitore

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“Perché chi fugge non sarà per niente un vero vincitore”

Tiziano Ferro (1979) cantautore italiano

da Per un po' sparirò, n. 11
Alla mia età

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“Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso.”

Nelson Mandela (1918–2013) politico sudafricano

Origine: Citato in Antonio Gaspari, È morto un grande uomo! http://www.zenit.org/it/articles/e-morto-un-grande-uomo, Zenit.org, 6 dicembre 2013. Citato anche in Gino & Michele e Paolo Borraccetti, Le cicale 2010, Kowalski – Feltrinelli, Milano, 2009, [//books.google.it/books?id=9LpkZInLQLQC&pg=PT49 § 2759]: «Un vincitore è un sognatore che non si è arreso».

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“All'età di diciannove anni per mia sola deliberazione ed a mie spese formai un esercito con il quale restituii la libertà alla repubblica dominata e oppressa da una fazione. Per questo il senato con decreti mi accolse nell'ordine suo attribuendomi il diritto di esprimere fra i consolari la mia sentenza e mi conferì il comando militare; e ordinò che io provvedessi, in qualità di pretore, insieme con i consoli, affinché lo stato non patisse danno. Il popolo in quell'anno medesimo mi fece console, essendo in guerra entrambi i consoli caduti, e triumviro con l'incarico di riordinare la repubblica.
Quelli che il mio padre trucidarono mandai in esilio punendo il loro delitto con procedimenti legali; e movendo poi essi guerra alla repubblica li vinsi due volte in battaglia. Guerre per terra e per mare civili ed esterne in tutto il mondo combattei spesso; e vincitore lasciai in vita tutti quei cittadini che implorarono grazia. Quasi cinquecentomila cittadini romani in armi sotto le mie insegne; dei quali più di trecentomila inviai in colonie o rimandai nei loro municipi, compiuto il servizio militare; e a essi tutti assegnai terre o donai denaro in premio del servizio.
Due volte ricevette l'onore trionfale dell'ovazione e tre curili trionfi celebrai; e fui ventuno volte acclamato imperator, pur decretando altri numerosi trionfi a me il senato, ai quali tutti io rinunziai. […] Triumviro per riordinare lo stato fui per dieci anni continui. Princeps senatus fui fino al giorno in cui scrissi queste memorie per anni quaranta. E fui pontefice massimo, augure, quidecemviro alle sacre cerimonie, settemviro degli epuloni, fratello arvale, sodale Tizio, feziale. […] Nel mio sesto e settimo consolato, dopo di aver estinto l'avvampare delle guerre civili, avendo io per consenso universale assunto il potere supremo, trasferii dalla mia persona al senato e al popolo romano il governo della repubblica. Per questo mio atto, in segno di riconoscenza, mi fu dato il titolo di Augusto per deliberazione del senato. Dopo di allora tutti sovrastai per autorità, ma potere non ebbi più ampio di quelli che in ogni magistratura mi furono colleghi.”

Augusto (-63–14 a.C.) primo imperatore romano antico

da Res gestae divi Augusti

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“Questo nostro mondo è diviso in vincitori e vinti, dove i primi sono tre e i secondi tre miliardi. Come si può essere ottimisti?”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da un'intervista a Senzapatria, 14 agosto 1991

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“Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore.”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

citato in Giuseppe Prezzolini, Italia fragile, Pan, Milano 1975
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“Il loro cuore è mite, e l'animo paziente. Secoli di rassegnazione pesano sulle loro schiene, e il senso della vanità delle cose, e della potenza del destino. Ma quando, dopo infinite sopportazioni, si tocca il fondo del loro essere, e si muove un senso elementare di giustizia e di difesa, allora la loro rivolta è senza limiti, e non può conoscere misura. È una rivolta disumana, che parte dalla morte e non conosce che la morte, dove la ferocia nasce dalla disperazione. I briganti difendevano, senza ragione e senza speranza, la libertà e la vita dei contadini, contro lo Stato, contro tutti gli Stati. Per loro sventura si trovarono ad essere inconsapevoli strumenti di quella Storia che si svolgeva fuori di loro, contro di loro; a difendere la causa cattiva, e furono sterminati. Ma, col brigantaggio, la civiltà contadina difendeva la propria natura, contro quell'altra civiltà che le sta contro e che, senza comprenderla, eternamente la assoggetta: perciò, istintivamente, i contadini vedono nei briganti i loro eroi. La civiltà contadina è una civiltà senza Stato, e senza esercito: le sue guerre non possono essere che questi scoppi di rivolta; e sono sempre, per forza, delle disperate sconfitte; ma essa continua tuttavia, eternamente, la sua vita, e dà ai vincitori i frutti della terra, ed impone le sue misure, i suoi dèi terrestri, e il suo linguaggio.”

1990, p. 122
Cristo si è fermato a Eboli

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“Allora, tutte le persone qui, nonostante l'evidenza del contrario, ancora scelgono di sostenere un uomo che con tutte le buone intenzioni e tutti i buoni propositi non può sostenersi neanche da solo? OK, OK, così siete dei fan di Jeff Hardy, che portano una maglietta di Jeff Hardy, e che portano quei suoi piccoli "copri maniche" diabolici, che Dio impedisce; se vi siete dipinti la vostra faccia, voglio vedervi alzarvi in piedi adesso. Voglio sentirvi fare del rumore! Andate avanti, se amate e sostenete Jeff Hardy, lasciate che il mondo lo sappia! [il pubblico lo acclama e si alza in piedi] Cameraman, cameraman, fai una bella inquadratura, fai un'inquadratura reale a tutte queste persone. La verità è, signori e signore, che io non vi incolpo. Io non incolpo nessuno qui per sostenere Jeff Hardy. Le persone che incolpo, sono i loro genitori. Siamo realistici, ho detto genitori, ma avrei dovuto dire genitore. Perché è ovvio che avete una situazione con un genitore solo, come nel mondo in cui Jeff Hardy è cresciuto. Vedete, voi siete così preoccupati del rapporto con vostro figlio che fallite, come avete fatto con il vostro matrimonio, soddisfando ogni loro capriccio e ogni loro desiderio. Odio dirvelo, ma questo non vi rende un buon genitore, Philadelphia, questo vi rende un riabilitatore/riabilitatrice. [il pubblico lo fischia ed inizia ad urlare il nome di Hardy] Ed il problema è che lasciate i vostri bambini ammirare un ragazzo come Jeff Hardy, dimostrando solo che non vi preoccupate di quello che accadrà loro iniziando a farlo. È una situazione triste. Quindi io non incolpo nessuno del pubblico o seduto a casa a guardare lo show, se sostengono Jeff Hardy e se hanno meno di 17 anni, perché loro sono giovani e loro sono, diciamo, loro sono impressionabili. Il vero problema sono i genitori, sono i genitori che non fanno il consapevole sforzo di sedersi con i propri figli per insegnargli il modo corretto di vivere! [Fischi dal pubblico] Vedete, comincia tutto con una maglietta di Jeff Hardy, poi la prossima cosa è iniziare a fumare un pacchetto di sigarette, dopo ciò iniziano a bere una bottiglia di birra. Proprio dopo questo, passano a un po' di Jack Daniels, che è la droga iniziale verso l'uso di marijuana… [il pubblico si infervora al nome della marijuana] Ed il fatto che voi siate seduti qui e vi lamentiate di ciò va a dimostrare che io stia dicendo la verità! Volete altro riguardo a quelle vecchie droghe di strada che vanno di moda? E prima che voi lo sappiate, loro stanno già rovistando dentro la borsa della mamma, perché ne sono assuefatti, sono assuefatti da medicine prescritte. [il pubblico fischia, Punk non al microfono urla ai fans: "Questo non è divertente!"] Tutto questo può essere fermato prima che sia troppo tardi! Genitori, tutto quello che dovete fare è parlare ai vostri figli. Sedetevi con loro e mostrategli la giusta via, pronunciate loro le parole che possono salvare le loro vite, mostrate loro che a volte è quello che non fai a renderti ciò che sei. Per settimane, per settimane ho detto alle persone come voi di dire "no". Ma oggi penso che dobbiate dire solo "si". "Si" al futuro di un'America Straight Edge libera da droghe! Dite solo "si" al vincitore del match di stasera, dite "si" al World Heavyweight Champion [CM Punk stesso]! Grazie.”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Night of Champions 2009

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“So assolutamente, o soldati, che le parole non aggiungono valore e che un esercito non diventa coraggioso da vile né forte da pavido per un discorso del generale. Quanto è grande il coraggio nell'animo di ciascuno per indole o per educazione, tanto grande è solito manifestarsi in guerra. Colui che né la gloria né i pericoli incitano, lo potresti esortare invano: il timore dell'animo tappa le orecchie. Ma io vi ho convocato per ammonirvi riguardo a poche cose e contemporaneamente per esporvi il motivo del mio piano. Invero certamente sapete, o soldati, qual grave danno abbiano portato a noi la viltà e l'indolenza di Lentulo, e anche a lui stesso, e per quale modo mentre aspettavo rinforzi dalla città, non sono potuto partire per la Gallia. Ora dunque a quale punto sia la nostra situazione, voi tutti lo capite insieme a me. Due eserciti nemici ci sbarrano la strada, uno dalla città e uno dalla Gallia; rimanere più a lungo in questi luoghi, anche se il nostro animo lo desidera moltissimo, lo impedisce la mancanza di frumento e di altre cose. Dovunque ci piaccia andare, bisogna aprirsi la strada con le armi. Perciò vi esorto ad essere forti e pronti e, quando entrerete in combattimento, a ricordare che voi portate nelle vostre mani destre ricchezze, onore, gloria, senza contare la libertà e la patria. Se vinceremo, non correremo più alcun pericolo; ci saranno vettovaglie in abbondanza, municipi e colonie spalancheranno le porte. Se, causa la paura, ci saremo ritirati, quei medesimi diventeranno ostili, nessun amico, nessun luogo potrà proteggere chi le armi non siano riuscite a proteggere. Inoltre, soldati, non è il medesimo bisogno ad incombere su di noi e su di loro: noi combattiamo per la patria, per la libertà, per la vita; per loro è superfluo combattere per il potere di pochi. Perciò, attaccate con maggior audacia, memori dell'antico valore! Vi sarebbe stato concesso passare la vita in esilio con il massimo disonore: alcuni di voi avrebbero potuto bramare a Roma, dopo aver perso le proprie, le ricchezze di altri. Poiché quelle azioni sembravano turpi ed intollerabili agli uomini, avete deciso di seguire queste. Se volete abbandonare questa situazione, c'è bisogno di coraggio; nessuno, se non da vincitore, ha mai cambiato in pace una guerra. In guerra il massimo pericolo è quello di coloro che di più hanno paura; il coraggio è considerato come un muro. Quando vi guardo, o soldati, e quando considero le vostre azioni, mi prende una grande speranza di vittoria. L'animo, l'età, il valore vostri mi incoraggiano, e la necessità, inoltre, che rende coraggiosi anche i pavidi. E infatti l'inaccessibilità del luogo impedisce che la moltitudine dei nemici possa circondarci. Se la fortuna si sarà opposta al vostro valore, non fatevi ammazzare invendicati, e neppure, una volta catturati, non fatevi trucidare come bestie piuttosto che lasciare ai nemici una vittoria cruenta e luttuosa combattendo alla maniera degli eroi!”

Lucio Sergio Catilina (-109–-62 a.C.) militare e senatore romano

Citato in Gaio Sallustio Crispo 1994

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“[All'insegnante del figlio] Cerchi di dare a mio figlio la forza per non seguire la massa, anche se tutti saltano sul carro del vincitore.”

Abraham Lincoln (1809–1865) 16º Presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato in Aldo Grasso, Il vizio antico, fuga dal carro perdente, Corriere della Sera, 11 dicembre 2016, p. 1.

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“Se in battaglia un uomo ne vincesse mille, e un altro vincesse se stesso, il vero vincitore sarebbe il secondo.”

Gautama Buddha (-563–-483 a.C.) monaco buddhista, filosofo, mistico e asceta indiano, fondatore del Buddhismo
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“La causa del vincitore piacque agli dei, quella del vinto a Catone.”

I, 128
Victrix causa deis placuit, sed victa Catoni.
Pharsalia

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“Voi volate sempre in soccorso del vincitore.”

Bruno Barilli (1880–1952) scrittore e critico musicale italiano

da Il paese del melodramma

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“Clitennestra: Re vincitor non serba odio a nemico | Di cui non teme.”

atto I, scena II, vv. 54-55, p. 17
Agamennone

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“[a Sanremo] Buonasera. Buonasera. Buonasera a lei Faazio. […] se mi chiede un giudizio io le dirò senz'altro che il festival.. per l'enorme numero di individui che lo guardano, e con tale avidità, si può senz'altro definire come un fenomeno di VOYEURISMO COLLETTIIVO. Il voyeurismo, mi chiederà lei, è un… un.. un.. un eehhhehhe.. è u.. è…È UNO; curiosità smodata per atti o parti del corpo a connotazione sessuale, come per esempio la fi… il.. e.. i.. il la.. il.. quello messo sotto, là, IN BAASSO… tra le COOSCIUE… MA ANCHE DIETRO!, O DAVANTI!…ehm.. m… LÌ insomma, per lo più spiati attraveso pertusi, cespugli, SCHERMI TELEVISIVI, BUCHI insomma! che inducono una certaa… ECCITAZZIONE SESSUAALE, ma anche, financooOOOOOHHHH… l'orgasmoo. E dunque, nella settimana tra il 23 e il 27 febbraio, si verifica, come vediamo, questo fenomeno: milioni e milioni di individui guardano con occhi MORBOOUSI un fenomeno raro come l'eclissi, e cioè in cui il festival sì…….. INFIIILA nella televisione, PENETRA la televisione stessa, e per cinque sere, DAAI CHE TI RIDAAI, a forza di… MENARLO… è così…è così…, a forza di menarlo, dicevamo, il festival raggiunge il suo culmine… attraverso una… una.. UNA FIUMAANA di voti, un EMISSIONE di voti, che GERMINANO un vincitore. E dunque, gli individui che durante tale evento CROLLANO nel sonno si dicono normaali; gli individui che guardando tale evento si mastu……si eccittano.. m.. sì.. siii… fanno atti: SMANAZZAMENTI con il.. partner, in genere un ciocco rigido e inespressivo intento a guardare il finaale del festival stesso, si dicono voyer; gli individui, infine, i quali si ECCITANO a tal punto.. da cercare di avere un rapporto fisico con lo schermo stesso (!) si dicono SPOORCACCIONI. E questo è quello che penso.”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, La sessuologa Merope Generosa

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“[Rivolgendosi ad un Ambasciatore Francese] Se noi fossimo battuti in Crimea, non avremmo altro da fare che ritirarci, ma se saremo vincitori, benissimo! questo varrà per i Lombardi assai meglio di tutti gli articoli che i ministri vogliono aggiungere al trattato […] se essi non vorranno marciare, io sceglierò altri che marceranno […].”

Vittorio Emanuele II d'Italia (1820–1878) re di Sardegna dal 1849 al 1861, quindi re d'Italia dal 1861 al 1878

Citazioni di Vittorio Emanuele II d'Italia
Origine: Citato in Franco Catalano, L'Italia nel Risorgimento dal 1789 al 1870, Mondadori, 1964.

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“[Su Renato Guttuso] Sempre la sigaretta fra le dita, una appresso all'altra, consumate in poche boccate, nervosamente. Sempre quell'onda di fumo davanti al volto, come negli autoritratti, e sempre pieno d'angoscia, mi dice la persona che meglio lo conosce. Ci sono sì i suoi quadri nelle case, nelle gallerie pubbliche, riprodotti a milioni di esemplari, sotto gli occhi di tutti, ad arricchire e ad abbellire la vita, a riscoprila, ma sono come le terre al sole di Mastro don Gesualdo, un grande tumore di sofferenza. La difficoltà a resistere, a non soccombere sotto il gruzzolo delle cose fatte in cui abbiamo messo e mettiamo la nostra passione, questa è la lotta di Guttuso, la sua angoscia. E il suo tornare alla Sicilia, il legame fisico che ristabilisce con la sua terra, ha questo senso, di porsi faccia a faccia con la verità, di godere il suo tumore di sofferenza. Vedendolo in luce verghiana, come personaggio sconfitto nel momento stesso in cui vince, vincitore nel momento in cui è sconfitto, si capiscono tante cose di Guttuso, della sua pittura. In fondo su Guttuso, e in Guttuso, c'è un equivoco: quando dicono, o lui dice, "ideologia", bisogna intendere la vita, la morte.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Origine: Da Diario di Guttuso di Giuseppe Tornatore, per Rai Teche; video disponibile in Diario di Guttuso-seconda puntata http://www.regionesicilia.rai.it/dl/sicilia/video/ContentItem-3be9fb4c-c421-4fa6-b25a-16d86820ab16.html,Regionesicilia.rai.it.

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“[Sulla richiesta degli scudetti 2004-05 e 2005-06 da parte di Silvio Berlusconi nel 2006] Quanto agli scudetti da restituire, e quali, e a chi, segnaliamo un bel libro di Carlo Petrini: «Le corna del diavolo» (Kaos). Vi si racconta come il Milan ha vinto i suoi, di scudetti. A cominciare da quello del 1987-88, quando il Napoli di Maradona ormai sicuro vincitore si suicidò a fine stagione. Poi si scoprì che alcuni giocatori partenopei avevano rapporti con la camorra, terrorizzata dall'idea di restituire le alte quote promesse col totonero a chi scommetteva sul Napoli. Ma soprattutto c'è il caso di Gianluigi Lentini, il fantasista passato nel '92 dal Toro al Milan per 64 miliardi [di lire], di cui 10 versati in nero da Berlusconi e Galliani al presidente-bancarottiere Gianmauro Borsano. L'acquisto avvenne in periodo proibito: marzo '92. Borsano voleva i soldi subito, ma il Milan non si fidava e pretendeva garanzie: alla fine ottenne «in pegno» la maggioranza azionaria della società granata sino al termine della stagione. Così, per mesi, il Cavaliere controllò due società di serie A: un illecito sportivo clamoroso, sul quale ovviamente la giustizia sportiva sorvolò. Non però quella penale: la Procura di Milano fece rinviare a giudizio Berlusconi e Galliani per falso in bilancio. Ma niente paura. Il processo fu poi assassinato nella culla dalla legge Berlusconi sul falso in bilancio. Prescrizione garantita per tutti: per il Cavaliere, quello che rivuole indietro gli scudetti, e per Galliani, quello del codice etico.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Il Codice da Perdi, l'Unità, 22 maggio 2006
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“Le grandi città come Parigi o New York […] non sono popolate solo da grandi vincitori della globalizzazione ma da tutti, classi medie, poveri, senza casa, migranti. Abbiamo il dovere di occuparci di tutti. E il riscaldamento globale minaccia tutti. Dobbiamo cercare di rendere le nostre città inclusive, anche se questo termine può suonare come una parolaccia per Trump.”

Anne Hidalgo (1959) politica spagnola

Origine: Citato in Stefano Montefiori, La sindaca di Parigi rilancia «Il leader Usa uomo del passato Non abbiamo un Pianeta B» «Le città del mondo unite hanno più potere di lui: l’intesa vivrà», Corriere della Sera, 3 giugno 2017, p.2.

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“Non so quale sia più difficile, se il mestiere del vinto o quello del vincitore: di una cosa sono certo, che il valore umano dei vinti è superiore a quello dei vincitori.”

Curzio Malaparte (1898–1957) scrittore italiano

Origine: Citato in Paolo Granzotto, Montanelli, Bologna, il Mulino, 2004, p. 119. ISBN 88-15-09727-9.

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“Monty era veramente dotato. Era serio soltanto su di una cosa, recitare.”

Truman Capote (1924–1984) scrittore, giornalista e drammaturgo statunitense

Origine: Citato in Michelangelo Capua, Montgomery Clift, vincitore e vinto, Lindau Editore, 2009.

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“I vincitori non sanno quello che perdono.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Calende greche, p. 178

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“I vincitori non parlano mai delle loro gloriose vittorie. Perché sono loro che vedono il campo di battaglia dopo. Sono solo i vinti ad avere gloriose vittorie.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 14. Tartarughe Divine (1992)

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“Nessun vincitore crede al caso.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

258; 2006

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“Gli scrittori si dividono in due categorie: persone produttive e vincitori di premi letterari.”

Helmut Qualtinger (1928–1986) attore, scrittore e giornalista austriaco

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“Il vincitore appartiene alle spoglie.”

2006
Belli e dannati

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“Vincasi per virtude, ovver per frode, | È sempre il vincitor degno di lode.”

Giovanni Battista Casti (1724–1803) poeta e librettista italiano

XI, 4
Gli animali parlanti

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“Monty era perfetto come prete, aveva il volto di un santo, ma quando lo si guardava negli occhi si vedeva un'anima torturata che cercava un'uscita dalla totale incertezza.”

Karl Malden (1912–2009) attore statunitense

citato in Michelangelo Capua, Montgomery Clift, vincitore e vinto, Lindau Editore, 2009. ISBN 9788871808086

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“Povero Monty, beveva praticamente sempre.”

Anne Baxter (1923–1985) attrice statunitense

citato in Michelangelo Capua, Montgomery Clift, vincitore e vinto, Lindau Editore, 2009. ISBN 9788871808086

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“L'anno scorso non mi sono divertito molto, ma quell'esperienza mi è servita. Quest'anno è diverso perché mi sono presentato qui da vincitore di un torneo del Grande Slam e come un giocatore più maturo e cresciuto mentalmente e fisicamente.”

Novak Đoković (1987) tennista serbo

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/11/15/132811-citazioni_bordo_campo_novembre.shtml, Ubitennis.com, novembre 2008.

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“[Nel 1992] Il prossimo vincitore di Slam di colore sarà più probabilmente una donna che un uomo… i migliori atleti di colore uomini giocano ancora a pallacanestro o si dedicano alla corsa.”

Arthur Ashe (1943–1993) tennista statunitense

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/09/26/121263-citazioni_bordo_campo_settembre.shtml, Ubitennis.com, settembre 2008.

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“Sono sicuro che nel tennis ci siano giocatori che assumono sostanze dopanti, non rintracciabili dai Test. Sono realista. Con tutti i soldi che girano nel circuito, basta pensare al premio di 1.9 milioni di dollari per il vincitore degli US Open, è fisiologico che alcuni cerchino un modo per migliorare le proprie prestazioni.”

James Blake (1979) tennista statunitense

Origine: Citato in Angelo Lo Conte, Blake: il tennis non è immune dal doping http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/10/19/789159-blake_tennis_immune_doping.shtml, Ubitennis.com, 19 ottobre 2012.

“[L'italiano] Ama le battute di spirito, ma a carico degli altri. Sale sempre sul carro del vincitore, ma è prontissimo a scendere in corsa, se si accorge di avere sbagliato carro.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

Origine: Non siamo più povera gente, p. 14

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“[Su Andreas Hofer] Non aveva Andrea alcuna qualità eminente, dico di quelle, alle quali il secolo va preso: bensì era un uomo di retta mente e di incorrotta virtù. Vissuto sempre nelle solitudini dei tirolesi monti ignorava il vizio e i suoi allettamenti. I parigini e i milanesi spiriti, anche i più eminenti, correvano alle lusinghe napoleoniche; povero albergator di montagna perseverava Hofer nell'innocente vita. Allignano in ordinario in questa sorte di uomini due doti molto notabili, l'amore di Dio e l'amore della Patria: l'uno e l'altro risplendevano in Andrea. Per questo la tirolese gente aveva posto in lui singolare benevolenza e venerazione. Non era in lui ambizione. Comandò richiesto non richiedente. Di natura temperatissima, non fu mai veduto, né nella guerra sdegnato, né nella pace increscioso, contento a servire o al principe o alla famiglia. Vide vincitori insolenti, vide pacifici tugurj, vide lo strazio e la strage dei suoi: né per questo cessò dall'indole sua moderata e uguale: terribile nella battaglia, mite contro i vinti, non mai sofferse che chi le guerriere sorti avevano dato in sua potestà, fosse messo a morte; anzi i feriti dava in cura alle tirolesi donne, che, e per sé, e per rispetto di Hofer gli accomodavano di ogni più ospitale servimento. Distruggeva Napoleone le patrie altrui, sdegnoso anche contro gli amici: difendeva Hofer la sua, dolce anche contro coloro che la chiamavano a distruzione e a morte.”

Carlo Botta (1766–1837) storico e politico italiano

citato in Massimo Viglione, Rivolte dimenticate: le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815, Città Nuova, p. 115