Frasi su ispirazione
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“Lei è un caro figliolo, tale la poesia, tale la lettera. Ciò che Lei mi dice è all'altezza della sua ispirazione, vera e profonda: e dei doni che Lei ha ricevuto […]. Li custodisca, figliolo caro, con la virtù, con lo studio, e con l'amore intenso che Lei ha per la verità.”

Carlo Betocchi (1899–1986) poeta e scrittore italiano

Origine: Da una lettera a Giovanni Raboni; citato in Paolo De Stefano, Raboni, il mondo privato del poeta: tutti gli amici e una Milano perduta https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/08/Raboni_mondo_privato_del_poeta_co_9_090908072.shtml, Corriere della Sera, 8 settembre 2009, p. 34.

“Per ottenere più ispirazioni, bisogna cominciare ad ubbidire a quelle che riceviamo.”

Alla scuola dello Spirito Santo

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“Nel confessionale il sacerdote può penetrare nei cuori di molte persone e da questo gli derivano impulsi, incoraggiamenti e ispirazioni per la propria sequela di Cristo.”

Joachim Meisner (1933–2017) cardinale e arcivescovo cattolico tedesco

Tragedia per la Chiesa: il sacramento della confessione dimenticato

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“Quarant'anni fa, mentre attraversavo una grave crisi di scetticismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstoj Il regno di Dio è dentro di noi, e ne fui profondamente colpito. A quel tempo credevo nella violenza. La lettura del libro mi guarì dallo scetticismo e fece di me un fermo credente nell'ahimsa. Quello che più mi ha attratto nella vita di Tolstoj è il fatto che egli ha praticato quello che predicava e non ha considerato nessun prezzo troppo alto per la ricerca della verità.
Fu l'uomo più veritiero della sua epoca. La sua vita fu una lotta costante, una serie ininterrotta di sforzi per cercare la verità e metterla in pratica quando l'aveva trovata. Non cercò mai di nascondere o attenuare la verità, ma la presentò al mondo nella sua integrità, senza equivoci o compromessi, senza lasciarsi mai scoraggiare dal timore di qualche potenza terrena.
Fu il più grande apostolo della non-violenza che l'epoca attuale abbia dato. Nessuno in Occidente, prima o dopo di lui, ha parlato e scritto della non-violenza così ampiamente e insistentemente, e con tanta penetrazione e intuito. Andrei ancora oltre e direi che l'eccezionale sviluppo che egli diede a questa dottrina sconfessa l'attuale interpretazione ristretta e mutilata datane dai seguaci dell'ahimsa in questo nostro Paese. […]
La vera ahimsa dovrebbe significare libertà assoluta dalla cattiva volontà, dall'ira, dall'odio, e un sovrabbondante amore per tutto. La vita di Tolstoj, con il suo amore grande come l'oceano, dovrebbe servire da faro e da inesauribile fonte di ispirazione, per inculcare in noi questo vero e più alto tipo di ahimsa.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano
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“[Su Rino Gaetano] Prendeva appunti per i testi delle sue canzoni direttamente sui tovaglioli al ristorante, per non perdere nulla della sua ispirazione.”

Toni Malco (1955) cantautore, conduttore radiofonico e attore italiano

Origine: Citato in Una targa sulla casa di Rino Gaetano https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2011/giugno/08/Una_targa_sulla_casa_Rino_co_10_110608023.shtml, Corriere della Sera, 8 giugno 2011.

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“La nonviolenza […] è collocazione e scelta volontaria, non un dogma; e ognuno può a sua ispirazione (Spiritus ubi vult spirat) dirigerla.”

Aldo Capitini (1899–1968) filosofo, politico e antifascista italiano

Il problema religioso attuale

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“Il Curato d’Ars non è uno "schema", ma un'opera d'arte e un'ispirazione di vita.”

Renato Corti (1936) vescovo cattolico italiano

Non uno schema ma una ispirazione

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“Questo progetto [la stazione dell'arte "Università"] è molto poetico, volevo dare alle persone che al mattino vanno a lavoro o all'università, che frequentano la metropolitana, cinque minuti di ispirazione.”

Karim Rashid (1960) designer canadese

Origine: Citato in Forme, colori ed eclettismo: inaugurata la metro Università http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/03/26/news/apre_la_metro_dell_arte-14135059/, napoli.repubblica.it, 26 marzo 2011.

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“Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì forte, da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione.”

Terenzio Mamiani (1799–1885) filosofo, politico e scrittore italiano

Origine: Prose letterarie, Prefazione alla scelta dei poeti italiani dell'età media, XII

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“Ho fatto un sogno riguardante il Web… ed è un sogno diviso in due parti. Nella prima parte, il Web diventa un mezzo di gran lunga più potente per favorire la collaborazione tra i popoli. Ho sempre immaginato lo spazio dell'informazione come una cosa a cui tutti abbiano accesso immediato e intuitivo, non solo per navigare ma anche per creare. […] Inoltre, il sogno della comunicazione diretta attraverso il sapere condiviso dev'essere possibile per gruppi di qualsiasi dimensione, gruppi che potranno interagire elettronicamente con la medesima facilità che facendolo di persona. Nella seconda parte del sogno, la collaborazione si allarga ai computer. Le macchine diventano capaci di analizzare tutti i dati sul Web, il contenuto, i link e le transazioni tra persone e computer. La "Rete Semantica" che dovrebbe renderlo possibile deve ancora nascere, ma quando l'avremo i meccanismi quotidiani di commercio, burocrazia e vita saranno gestiti da macchine che parleranno a macchine, lasciando che gli uomini pensino soltanto a fornire l'ispirazione e l'intuito. Finalmente, si materializzeranno quegli "agenti" intelligenti sognati per decenni. Questo Web comprensibile alle macchine si concretizzerà introducendo una serie di progressi tecnici e di adeguamenti sociali attualmente in fase di sviluppo.”

Tim Berners-Lee (1955) informatico britannico, inventore insieme a Robert Cailliau del World Wide Web

Origine: L'architettura del nuovo Web, pp. 139-140

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“Con fantascienza ["scientifiction"] intendo il genere di storie scritto da Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe: un'affascinante romance intimamente mescolato a dati scientifici e visioni profetiche. […]
Edgar Allan Poe può giustamente essere chiamato il padre della "fantascienza". Fu lui che a dare veramente inizio al romance, a intessere brillantemente nella e attorno alla storia un filo scientifico. Jules Verne, con i suoi romance strabilianti, anch'essi intessuti di un filo di scienza, venne per secondo. Poco più tardi giunse H. G. Wells, le cui storie di fantascienza, al pari di quelle dei suoi precursori, sono diventate famose e immortali.
Bisogna ricordare che viviamo in un mondo completamente nuovo. Duecento anni fa, le storie di questo tipo non erano possibili. La scienza, nelle sue varie branche di meccanica, elettricità, astronomia ecc., entra oggi così intimamente nelle nostre vite, e noi siamo così immersi in questa scienza, da essere ormai abituati a dare per scontate nuove invenzioni e scoperte. L'intero nostro modo di vivere è cambiato con l'attuale progresso e non c'è da stupirsi, perciò, se molte situazioni fantastiche – impossibili cent'anni fa – sono oggi reali. È in queste situazioni che i nuovi autori di romance trovano la loro grande ispirazione.
Non solo queste storie sbalorditive sono una lettura tremendamente interessante: esse inoltre sono sempre istruttive. Forniscono conoscenze che non potremmo ottenere in altro modo, e le forniscono in modo assai gradito al palato. Perché i migliori di quei moderni scrittori di fantascienza hanno la dote di impartire conoscenza, e anche ispirazione, senza mai farci capire che ci impartiscono un insegnamento.
E non solo! Poe, Verne, Wells, Bellamy e molti altri si sono dimostrati veri poeti. Le profezie fatte in molte delle loro storie più strabilianti sono in corso di realizzazione, o sono già state realizzate. Prendete per esempio il fantastico sottomarino della più famosa storia di Jules Verne, "Ventimila leghe sotto i mari."”

Hugo Gernsback (1884–1967) inventore, editore e scrittore lussemburghese

Ha previsto l'odierno sottomarino fin quasi all'ultimo bullone! Le nuove invenzioni ritratte per noi nell'odierna fantascienza non sono affatto impossibili da realizzarsi domani.
Origine: Estratto dall'editoriale del primo numero della rivista Amazing Stories, 5 aprile 1926; citato in Riccardo Valla, Storia della fantascienza - Hugo l'inventore http://www.fantascienza.com/delos/delos52/storia.html, Delos Science Fiction n. 52, dicembre 1999-gennaio 2000

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“Ci deve essere qualcosa come l' esperienza religiosa, e credo ci sia. E con la parola «esperienza» voglio dire di conoscitivo, non solo una emozione, sebbene senza dubbio l'emozione l'accompagni. Voglio dire un modo di consapevolezza, unico, non riducibile a qualsiasi altro… se dobbiamo classificarla sotto una delle definizioni familiari, io stesso la chiamerei piuttosto «un senso», un senso del divino; poiché ha questo in comune con i sensi ordinari, che è una sorgente originale di dati sebbene (per altri lati) non è niente come loro: per esempio, nessun organo di senso è connesso con lei… Sembra ci siano molte persone, specialmente nell'epoca nella quale viviamo, nelle quali questa consapevolezza di cui ho parlato è completamente assente. Esse vi direbbero che non hanno mai avuto alcun genere di esperienza religiosa, e che semplicemente non sanno che cosa voglia dire quando parlate di ciò. Arrischio l'ipotesi (naturalmente non è niente di più) che in tali uomini la consapevolezza di cui parlo è repressa, un po' allo stesso modo che desideri e ricordi sono repressi secondo la psicologia di Freud; ed è repressa, penso, perché non va d'accordo con la concezione del mondo e della natura umana che è comunemente accettata nella attuale concezione laica della civiltà ocidentale. Non è molto difficile reprimerla. È descritta nella Bibbia come «una voce calma, piccola». Ciò non toglie che io non creda rimarrà repressa per sempre, più di quanto non pensi che la fase presente della civiltà occidentale durerà per sempre. Verrà il tempo, e penso potrebbe venire abbastanza presto, nel quale la nostra moderna Weltanschauung di ispirazione prettamente naturalistica sembrerà rivoluzionaria, in un tentativo sistematico di mettere le cose seconde prime e le cose prime in nessun luogo.”

H. H. Price (1899–1984) filosofo britannico

da The Socratic, 1952; citato in Donald Nicholl, Il pensiero contemporaneo

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“Quando ho lasciato la band, più di un anno fa, noi eravamo in una pausa a tempo indefinito. Non era presente nessun dramma o rabbia all'interno di ciò, e gli altri ragazzi del gruppo avevan capito le mie ragioni. Sono stati realmente solidali su qualsiasi cosa rendesse me contento ed era come se di riflesso lo fossero anche loro. Lo dichiaro nella forma più semplice, il mio interesse musicale mi ha portato in una strada diversa. Una volta tornato nel gruppo, e durante tutto il periodo che sono stato nella band, sono stato molto preso dall'esplorare le strade musicali che aveva da offrirmi l'essere in una rock band, e approfondendo ciò con le persone con cui interagivo. Diversi anni fa, ho iniziato ad essere mosso dalla medesima eccitazione, ma stavolta ero intriso di un desiderio di una concezione di musica diversa, più intima, divenire l'ideatore di me stesso. Amo realmente la band e ciò che abbiamo creato. Capisco e valuto quanto davvero il mio contributo sia stato significativo per tanta gente, ma devo seguire le mie ispirazioni. Per me, l'arte non deve mai essere qualcosa da creare sotto l'ispirazione del dovere. È qualcosa che compongo quando davvero mi diverto, mi affascino, e ne sono immerso. In questi 12 anni, sono cambiato, come persona quanto da artista, a tal punto da considerare che se avessi continuato con la band, sarei andato contro la mia stessa natura. Non c'è nient'altro dietro questa mia decisione. Semplicemente devo essere ciò che sono, e far ciò che devo fare.”

John Frusciante (1970) chitarrista e cantautore statunitense

Origine: Da un comunicato pubblicato sul suo sito ufficiale e sul suo profilo MySpace, dicembre 2009; citato in Adesso è ufficiale: John Frusciante ha lasciato la band http://www.venicequeen.it/cms/News/adesso-e-ufficiale-john-frusciante-ha-lasciato-la-band.html, Venicequeen.it, 17 dicembre 2009.

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“Dipanare la propria musica. Si parte dalla volontà per giungere alla ispirazione o, meglio, ad un'altra specie di volontà così senza sforzo ora, da poterla scambiare con l'ispirazione.”

Dino Garrone (1904–1931) Critico letterario e scrittore italiano

dalla lettera a Mario Puccini del 29 febbraio 1928; p. 683
Citato in Luigi Russo, La critica letteraria contemporanea

“I disordini verificatisi sabato 12 dicembre u. s. in questa città con luttuose, se pure accidentali, conseguenze, sono da considerare i prodromi di altri eventi ben più gravi e deprecabili che possono ancora verificarsi in conseguenza del progressivo rafforzamento e proliferazione delle formazioni estremiste extra-parlamentari di ispirazione «maoista» (Movimento Studentesco, Lotta Continua, Avanguardia Operaia, ecc.) nonché dei movimenti anarchici e di quelli di estrema destra. Tutti questi movimenti, che hanno la loro «centrale» a Milano, nonostante differenziazioni sul piano ideologico e nella metodologia, sono prettamente rivoluzionari, propongono «la lotta al sistema» e si prefiggono di sovvertire le istituzioni democratiche, consacrate dalla Carta Costituzionale, attraverso la violenza organizzata. Gli appartenenti a tali formazioni, che sino a qualche anno fa erano poche migliaia, ammontano oggi a circa ventimila unità, svolgono fanatica ed intensa opera di propaganda e proselitismo sia nell'ambiente studentesco che in quello operaio, facendo leva sulle frange maggiormente portate all'oltranzismo. Si rileva quindi con frequenza sempre maggiore l'organizzazione di riunioni e cortei, i quali sono spesso l'occasione per turbare profondamente la vita della città, compiere atti vandalici con gravi danni a proprietà pubbliche e private, limitare la libertà dei cittadini, usare loro violenza, vilipendere e dileggiare i pubblici poteri centrali e locali con ingiurie volgari ed accuse cervellotiche.”

Libero Mazza (1910–2000) magistrato e politico italiano
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“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

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