Frasi sul mare
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“Vi sono certi tipi fatti apposta per il mare. Non sono adatti per vivere fra gente comune.”

Marvin H. Albert (1924–1996) scrittore e sceneggiatore statunitense

Origine: La via senza ritorno, p. 48

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“Un marinaio in mezzo al mare | con una barca ed un cannone. | È andato là per fare la sua guerra | ad un nemico | che non ha mai visto. | Con sé ha portato il ritratto di una donna | con qualche lettera, | con i suoi sogni.”

Luigi Tenco (1938–1967) cantautore italiano

da La ballata del marinaio, n.º 9
Luigi Tenco canta Tenco, De André, Jannacci, Bob Dylan
Origine: Tenco stesso indica questo brano come la prima delle "ballate" composte per il programma televisivo Le comare e pubblicate postume nel 1972. Enrico De Angelis, Luigi Tenco. Io sono uno. Canzoni e racconti

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“La Sicilia è la gemma splendente di questo nostro secolo per pregi e bellezze. Lo splendore della sua natura e il complesso delle sue architetture ne fanno un paese veramente unico, un paradiso circondato dalle acque del mare, un paese meraviglioso nel quale i viaggiatori giungono provenendo dai paesi più lontani.”

Idrisi (1100–1165) geografo e viaggiatore arabo

dal Libro di Ruggero, XII secolo
Origine: Citato nel film-documentario di Alessandro Giupponi, Sicilia Felix (2007) http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-c9b3857a-f4e7-4365-a0e6-8c5d17084a1f.html, Rai.tv.it, andato in onda il 21 luglio 2011.

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“Coraggio, su coraggio! | Siamo del mare i figli: | Si sprezzino i perigli, | Iddio ci guiderà. | Sì, vendichiam l'offesa, | Spezziamo il rio servaggio; | Osiamo! e l'alta impresa | Il ciel proteggerà!”

Eugène Scribe (1791–1861) scrittore, drammaturgo e librettista francese

da Les vêpres siciliennes, coro di siciliani, atto primo, scena III, 13 giugno 1855
Origine: Libretto http://www.impresario.ch/libretto/libverves_i.htm disponibile su Impresario.ch.

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“L’amore è o animale, o razionale. L’amore animale ha tutti i fenomeni d’una febbretta, quando è nel suo aumento: frequenza ed espansione di polsi, palpitazioni di cuori più sensibili, inquietudine di tutta la macchina, deliri, sogni, guance rubiconde, ecc. E quando quest’amore tira a lungo senza conseguire il desiderato fine, genera i segni d’una febbre continuata per lungo tempo: inappetenza, lassezza, pallore, emaciamento, lentezza e bassezza di polsi, debolezza e vacillamento di testa, e delle volte una morte etica. Dunque l’amore ha la sua sede e cagion fisica nel diaframma, nel cuore e nel sangue. I primi moti di quest’amore sono dolcemente piacevoli per quelle momentanee e continuate pressioncine nascenti e cadenti in tempi cortissimi ed eguali, per la forza dell’immagine dell’oggetto amato. Ma continuando poi, le percosse divengono più forti e lunghe; ond’è che essendo le cadute momentanee, comincia a prevalere la premitura dolorosa, e con ciò la tristezza e la malinconia. Così anche un vento mediocre, se continua, prima increspa il mare, poi fa che ondeggi, e ultimamente tempesti. In fatti l’amore quando tira a lungo, se vi si mischia la disperazione di conseguire il bene che si ama, diventa, come nelle febbri acute, frenesia: e dove venga ad unirsi la gelosia, furore.”

Antonio Genovesi (1713–1769) scrittore, filosofo e economista italiano

da Logica e metafisica

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“Siamo giunti in alto mare. Affinché, in mezzo agli scatenati venti avversi, il turbine delle acque non ci sommerga, abbiamo rivolto a Dio le Nostre preghiere e i Nostri indicibili lamenti perché ci soccorra copiosamente […].”

Papa Clemente XIII (1693–1769) 248° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Da una lettera a tutti i cristiani; citato Tutte le encicliche e i principali documenti pontifici emanati dal 1740, a cura di Ugo Bellocchi, Libreria Editrice Vaticana, 1993, p. 9.

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“Me pare me mare | me manda cagare | el prete me vede | mi taco scoréde.”

cap. 4
Libera nos a Malo
Origine: Traduzione letterale in italiano: «Mio padre e mia madre | mi mandano a cacare | il prete mi vede | e io inizio a scoreggiare». Libera traduzione del doppio senso: «I miei genitori | mi sgridano in malo modo | mi vede anche il prete | allora non accetto anche la sua intrusione deridendolo».

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“Ogni tanto guardo a lungo verso il porto. se Sabrina arriverà, ormai lo so, arriverà dal mare.”

Roberto Cotroneo (1961) giornalista, scrittore e critico letterario italiano

da Adagio infinito e altri racconti sospesi

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“Vedemmo l’eco artificiale che dicono essere stato fatto fabbricar da Dionisio in una prigione, dove teneva molti schiavi, perchè si sentisse ciò ch’essi colà dentro parlavano; e parmi, se non fallo, che di tal fabbrica fosse artefice Archimede. È in vero una delle più belle cose ch’io abbia visto al mondo, ed anche degli artifizii che l’arte abbia saputo inventare, imitando così bene la natura che fa un eco bellissimo che replica le parole ed i detti interi, imita i suoni e i canti perfettissimamente, come alla presenza nostra con diversi instromenti si provò; e se si batte con una verga qualche panno grosso steso, rende tanto rimbombo ch’imita i colpi delle più grosse artiglierie; e che tutto questo faccia cosi bene una grotta formata non dalla natura, ma dall’artificio umano, è certo cosa strana e mostra il grandissimo ingegno di colui che l’inventò e lo seppe fare. Non è da tacere che la fabbrica del concavo di questa grotta è fatta e cavata appunto nella forma del concavo d’una orecchia umana, donde l’artefice debbe pigliar l’invenzione che, come la voce percotendo nell’orecchie fabbricate in quel modo rende suono e si sente, cosi si vede per isperienza che percotendo colà in quel grande ed artifizioso orecchio, intagliato a mano nella dura pietra, fa il medesimo effetto di rendere il suono, benchè gli altri echi naturali non sappiamo che siano in caverne in tal modo fabbricate. Vedemmo presso al luogo dell’eco i gran vani sotterranei cavati per stanza e prigione dei sopraddetti schiavi, e sopra quelli, nell’alto il luogo del palazzo di Dionisio in bellissimo sito che scuopriva da lunge la terra e ‘l mare.”

Pietro Della Valle (1586–1652) scrittore italiano

Il pellegrino

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“Le primarie sono come il gesto del bambino che ascolta la conchiglia e sente il rumore del mare: è il rumore della vita.”

Nichi Vendola (1958) politico italiano

Origine: Da "Io alle primarie sfido il Pd" http://stage.ilfattoquotidiano.it/2010/06/10/nichi-vendola-%E2%80%9Cio-alle-primarie-sfido-il-pd%E2%80%9D/25303/, IlFattoQuotidiano.it, 10 giugno 2010.

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“Nuotare in un mare di merda, | ce ne vuole di forza.”

Paolo Nori (1963) scrittore italiano

Origine: I quattro cani di Pavlov, p. 119

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“«Il dubbio è voce infernale | che grida al cielo: | – Non c'è un Dio lassù | che pensi al genere umano? – || E certamente | chi dice questo | merita che da lui | ritragga le mani il buon Dio. || Perché c'è un Padre del genere umano, | un fedele, provvido Padre, | e chiunque da Lui non si scosti | può bene vederlo. || Ma non siamo impazienti! | Egli ha tanti figliuoli. | Non pretendiamo che ponga | noi, dinanzi a tutti! || Questa è la legge: «Attendi il tuo turno» | e non aspetterai invano. | Come il sole attorno alla terra, così | gira la sua bontà. || Nessuno ne resta privo. | Se Egli non viene oggi, giunge domani | e finché l'uomo non è felice | non può morire. || E la felicità non giunge mai troppo tardi, | e questa è magica cosa; | se solo una goccia ve ne cadesse dentro | addolcirebbe un mare». || A lungo ancora parlò il giovane | e il vecchio ognor più attento, ascoltava. | Così la sua anima assorbì quei discorsi | come il piccolo succhia il latte materno. || E quando quello cessò di parlare | il vecchio chiese meravigliato: | «Dove imparasti tu queste cose? | Chi sei, giovanotto, qual è il tuo nome?». || Già il giovane si era annoiato | d'aver sfoggiata tanta gravità, | e allegramente, e biricchino | diede codesta risposta: || «Dove ho imparato tali cose? | Me le disse una nottola | quando, in una notte di tempesta, | dormii con essa nel cavo di un albero. || Chi sono? Un vagabondo | senza paese e senza casa; | un qualche uccello di passo | mi fu forse antenato. || Me ne vado in giro pel mondo; | oggi qua, domani là, | e mi levo il cappello | dinanzi a chi lo desidera. || Quanto più soffro il freddo e la fame | tanto più io godo | poiché migliore sarà il futuro | se più brutto è il presente. || E come mi chiamo? Confesso | che il mio nome l'ho quasi scordato, | ma so dirti che ora nel mondo | mi chiamano Stefano il folle».”

Sándor Petöfi (1823–1849) poeta e patriota ungherese

da Stefano il folle, pp. 145-146
Poemetti e poesie scelte

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“Perché quando tu stai annegando non sai mai, | oh mai, | se conviene farsi forza | o lasciarsi andare giù | nel mare.”

Michele Zarrillo (1957) cantautore e chitarrista italiano

da Cinque giorni, n. 1
Come uomo tra gli uomini

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“Rileggere è più divertente che leggere. Tutto si trasforma, come ogni volta un nuovo mare si crea dal vecchio.”

Herman de Coninck (1944–1997) poeta, scrittore, giornalista

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Rileggendo Willem van Toorn

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“Un sorso di mare in una coppa perde il suo lume non altrimenti che una seta.”

Origine: La camera di Jacob, p. 172

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“E a me togli ogni onore se porti via il mare!”

Rudyard Kipling (1865–1936) scrittore e poeta britannico

da L'ultimo cantico, in I grandi romanzi, racconti e poesie

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