Frasi sulla nascita
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“Non ci allontaniamo molto se pensiamo che l'opera di von Balthasar si pone in piena continuità con le grandi opere dei Padri della Chiesa.”

Salvatore Fisichella (1951) arcivescovo cattolico e teologo italiano

Origine: In AA.VV. Hans Urs von Balthasar. Cento anni dalla nascita, Communio, n. 203-204, settembre-dicembre 2005.

“Abbiamo poi appreso che la cultura di sinistra, una parte della cultura di sinistra, che dalla nascita della repubblica è andata a senso unico tutte giuste le guerre comuniste, le rivoluzioni comuniste, sempre sbagliate le guerre dell'Occidente massime degli Stati Uniti ora non avendo più la sponda dell'Unione sovietica e del sol dell'avvenir su cui far rimbalzare la sua propaganda e trovare uno zoccolo duro alle sue parole, passa a un pacifismo totale e indiscriminato per cui, pur di contrastare una guerra votata dalle Nazioni unite, si sostiene che non esistono guerre giuste. E se quell'uomo serio, prima che un grande intellettuale, che è Norberto Bobbio si permette di ricordare che le guerre giuste esistono, che combattere il nazismo nella Resistenza fu una guerra giusta come lo sono le guerre in corso dei baltici o dei negri sudafricani o di chiunque si difenda da una ingiusta oppressione lo si attacca come un cattivo maestro. Il filosofo Vattimo, bontà sua, ci ha fatto sapere che forse la Resistenza l'avrebbe fatta anche lui, ma tutti gli altri firmatari del manifesto contro Bobbio non hanno mezzi termini, tutte le guerre per loro sono ingiuste, sono diventati tutti gandhiani, evangelici, se li schiaffeggiano su una guancia porgono l'altra. Ora se il pacifismo e il neutralismo cattolici hanno una giustificazione storica, hanno alle spalle una dottrina coerente, salvo qualche piccola eccezione come la guerra di Spagna con benedizione papale delle truppe franchiste, quelli del filone comunista o come chiamarlo, neo comunista o nostalgico comunista o comunista desiderante? Ci sembrano francamente poco decenti se ritroviamo fra i suoi esponenti degli stalinisti come il professor Gian Mario Bravo catafratto laudatore dei carri armati di Krusciov e di Breznev. Quanto allo squadrismo rosso del Manifesto meglio sorvolare, si sarebbero trovati bene anche a Salò.”

Giorgio Bocca (1920–2011) giornalista italiano
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“[Sul decreto semplificazioni e sviluppo] Gli italiani devono sapere che, grazie a questo provvedimento, un passo importante è stato fatto in direzione delle misure che mirano a una piena liberalizzazione della pubblica amministrazione, favorendo in questo modo un risparmio importante di spesa e alleggerendo ancora una volta le tasche dei contribuenti, nel senso positivo però: i pagamenti INPS sono online, i certificati dei comuni in tempo reale, la semplificazione delle procedure per l'edilizia, le misure per l'ammodernamento degli edifici scolastici. Si traccia in pratica, con questo decreto-legge, un'importante road map per la diffusione della banda larga ed ultra larga. Si semplificano le procedure per l'assunzione dei lavoratori extracomunitari e tutto questo, onorevole Presidente, onorevoli colleghi, nel breve volgere di un paio di mesi a fronte di quasi quattro anni di legislatura perduti appresso a fantasticherie e leggi inutili. A noi sembra tantissimo quello che si sta facendo e, anche se ne nell'azione del Governo ci può essere qualche ombra, il Paese comunque è salvo. Futuro e libertà per il Terzo Polo voterà a favore di questo provvedimento, ribadendo il suo pieno sostegno al Governo Monti, che è un Esecutivo la cui nascita abbiamo fortemente auspicato e favorito, perché siamo consci che il precedente assetto politico e di Governo stava inesorabilmente conducendo l'Italia oltre il baratro della crisi finanziaria e della recessione economica. Questa, senza voler alimentare polemiche con nessuno, è la cifra politica di Futuro e libertà per il Terzo Polo. Il nostro sostegno non si caratterizza e non si caratterizzerà per i distinguo populisti con i quali altri, pure, onorevole Antonio Di Pietro, provano a lucrare elettoralmente sull'inevitabile malcontento di qualche categoria sociale interessata dalle riforme.”

Antonino Lo Presti (1954) avvocato e politico italiano

Origine: Citato in Seduta della Camera di Deputati n. 617 del 4 aprile 2012 http://nuovo.camera.it/412?idSeduta=0617&resoconto=stenografico&indice=cronologico&tit=00040&fase=#sed0617.stenografico.tit00040.sub00030 – Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 4940-B)., Camera dei Deputati, 4 aprile 2012.

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“Trasportandoci al di qua del nostro passato, l'ossessione della nascita ci fa perdere il gusto del futuro, del presente, e del passato stesso.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

L'inconveniente di essere nati

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“La dolcezza di prima della nascita, la luce della pura anteriorità.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Il funesto demiurgo

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“Nonostante il progresso scientifico, il controllo delle nascite sono sempre più per la donna……caavoli suoi!”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, La sessuologa Merope Generosa

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“Questo cambiamento [il retrocedere dell'uomo vecchio e l'inizio dell'attività dell'uomo nuovo] può prodursi progressivamente, per mezzo di molti sforzi, di fatiche e di tentativi, sostenuti con pazienza e tenacia, grazie anche a molte preghiere con lacrime, grida, violenza, dolore e tristezza. Infatti si tratta di una dolorosa duplice operazione di morte e di parto, espressa da una stessa parola nella Bibbia [1]: sono da un lato i dolori della morte dell'uomo vecchio recalcritrante che vi si oppone con tutto il suo essere e dall'altro i dolori del parto dell'uomo nuovo: essi implicano un'immensa trasformazione dell'essere che l'uomo subisce faticosamente, perché rinasce a immagine del suo Creatore nella giustizia e nella santità della verità. Le forze repulsive richieste per espellere il vecchio e el eforze di attrazione necessarie per mettere in opera il nuovo superano le capacità umane. È come se l'essere uomo dovesse ingaggiare la lotta contro se stesso e mettersi a morte. Se non fosse stato per le qualità eccezionali dell'uomo nuovo, la nuova nascita sarebbe stata impossibile. Ma Dio l'ha creato perché viva, perché domini e nulla possa impedirgli di vivere. Le forze vitali dell'uomo nuovo hanno la meglio sugli atteggiamenti recalcitranti dell'uomo vecchio, con una potenza invincibile che il soggetto percepisce con ammirazione, chiedendosi da dove gli venga questo aiuto, e perché prima fosse nascosto. Egli ha l'impressione di essere liberato da ciò che l'ostacolava e comincia a discernere come l'eco di una voce che lo chiama dall'intimo del suo essere e che lo invita alla traversata. Tuttavia questo stesso cambiamento può anche prodursi all'improvviso – come testimonia l'esperienza di molti – senza sforzo né dolore, come un risveglio dopo un profondo sonno. Sul punto di nascere, l'essere nuovo attende solo più un impulso della grazia, in un movimento di fede ardente nel cuore. Allora si sveglia, si manifesta e suscita lo stupore e l'ammirazione. Si dice allore che il tale si è "rinnovato", si è trasformato. Egli stesso percepisce bene che qualcosa è cambiato nel suo essere, nel suo fisico, nel suo stesso corpo. La sua voce, la sua intonazione, l'espressione del suo viso hanno qualcosa di nuovo. Una gioia serena inonda il suo cuore e sprizza dal suo viso e da tutto il suo essere. La calma interiore colma tutta la sua vita: altrettanti segni che una nuova nascita nello Spirito è effettivamente avvenuta. L'uomo si sente riempito di nuove energie spirituali che gli sembrano venire dall'alto ma che, in realtà, hanno la loro origine all'interno, nell'essenza stessa della sua creazione e della sua eredità celeste. [1] Il travaglio del parto (cf. Rm 8,22) e l'agonia della morte (cf. At 2,24) sono espressi in greco dallo stesso termine: odinas.”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Il cristiano: nuova creatura

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“Gli individui accecati dall'ambizione vedono ancora meno di coloro che sono ciechi dalla nascita.”

Mariano José Pereira da Fonseca (1773–1848) politico brasiliano

Origine: Citato in Selezione dal Reader's Digest, marzo 1985.

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“Si parla con tanto fervore contro gli antropomorfismi e non si pensa che la nascita di Cristo è il più grande e significativo di tutti.”

Possibilità di Dio nella realtà del mondo
Origine: Cfr. Søren Kierkegaard: «Ci si pronuncia così tanto contro gli antropomorfismi e non si ricorda che la nascita di Cristo è il più grande e il più ricco di significato».

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“[Gesù] è nato nel tempo con un'anima razionale, in virtù dello Spirito Santo, da Maria sempre vergine; ha due nascite, una eterna dal Padre, l'altra nel tempo dalla madre.”

Papa Leone IX (1002–1054) 152° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dalla lettera Congratulamur vehementer, 681

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“I promessi sposi si collocano all'inizio della storia linguistico-culturale italiana che precede di pochi anni la nascita dello Stato unitario e l'affermarsi dell'Italia come nazione. Restano un'opera che accompagna la crescita dello spessore nazionale e l'identificazione di crescenti gruppi sociali nel destino nazionale.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da «I promessi sposi»: cuore dell'Italia unita http://www.corriere.it/unita-italia-150/recensioni/11_gennaio_17/riccardi-prefazione-i-promessi-sposi_dfe43410-2252-11e0-83ff-00144f02aabc.shtml Corriere.it, 17 gennaio 2011.

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“Voler perdonare per forza di volontà impedisce la nascita di un perdono integrale.”

Jean Monbourquette (1933–2011) presbitero e psicologo canadese

Chiedere perdono

“Salerno, con le sue più antiche memorie, è immersa nel mondo classico, che è poi, nel canto dell'epos, il mondo dei miti, mondo fantasioso della fanciullezza del gruppo etnico greco – latino. Ha una nobiltà epica lo stesso nome… Lievemente circonflessa lungo il litorale, come la nascente falce di Cintia, essa contempla, quasi intenta ad ascoltare, il suo golfo lunato, sul quale passa eterno I'epos di Omero e di Virgilio; mentre la richiamano alla religione delle memorie le meste ruine delle vicine città, Elea, Paestum, Pompei, un tempo fiorenti di studi e di ricchezza, e le antiche necropoli che d'ogni parte la circondano. Sentinella, nei secoli primigeni, del sacro nome d'Italia, quando questa aveva a confine settentrionale il Sele, il fiume, dicevano, che aveva la virtù di pietrificare le foglie, Salerno, nonostante che oggi appaia come una città del silenzio in confronto con i centri culturali della penisola, è forse la meglio indicata a gridare alla Patria, la quale, dal secolo scorso, a malgrado della sua unificazione, s'è andata sempre più snazionalizzando e snaturando per seguire mode letterarie e ideologiche straniere, esser tempo ormai di riprendere la tradizione classica che la fece maestra all'Europa, e che è il sostrato della sua stessa italianità.”

Luigi Guercio (1882–1962) sacerdote italiano

citato in Luigi Guercio umanista – Nel centenario della nascita

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“Prima della nascita non è vita, e spesso neanche dopo.”

Filippo Facci (1967) giornalista italiano

da Contro la legge 194 una truppa di farisei http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=231462, 4 gennaio 2008

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“[A proposito della nascita del Partito della Libertà annunciata da Berlusconi a Milano in piazza San Babila il 18 novembre 2007] Berlusconi in piazza davanti alla gente la faccia un po' l'ha persa. […] Troppa demagogia. Del resto l'ho detto anche a lui. No, non mi è piaciuto proprio, io sono un'altra cosa.”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

dall'intervista di Guido Passalacqua, "Berlusconi in piazza non mi è piaciuto, senza Fini rischia di perdere le tv" http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/071126/gbm9j.tif, la Repubblica, 24 novembre 2007, p. 7

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“Von Balthasar, che dopo la letteratura aveva studiato filosofia e teologia, voleva servirsi delle tre discipline per giungere all'anima, per vedere poi come questa si ponesse di fronte al suo destino eterno […].”

Elio Guerriero (1948) teologo e scrittore italiano

Origine: Da Von Balthasar e le sfide della cultura, in Aa.Vv., Mito versus Fantasy, Editoriale Jaca Book, Milano, 2008, p. 72 http://books.google.it/books?id=2PDI15N3saAC&pg=PA72. ISBN 978-88-16-70218-9

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“La critica è un fucile molto bello: deve sparare raramente!”

Benedetto Croce (1866–1952) filosofo, storico e politico italiano

Origine: Citato in Gino Doria, Venticinque aneddoti crociani scelti e pubblicati in occasione del 75. compleanno dalla nascita di Benedetto Croce, SIEM, Napoli, 1936.

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“Ali Eteraz – che significava ""Nobile Protesta"" – era la mia ultima incarnazione, una nuova fase del mio tentativo di soddisfare il patto congenito con l'Islam. Ali Eteraz era la forza che infrangeva l'incantesimo del silenzio che mi aveva avvolto come un bozzolo dopo che le Torri erano crollate a New York, e che aveva fatto da cuscinetto tra me e la realtà durante i molti anni alla facoltà di legge a Philadelphia. Ali Eteraz era colui che mi aveva fatto alzare la testa e affrontare il mondo in un periodo in cui mi accontentavo semplicemente di giocare ai videogame, guadagnare soldi e tentare di mettere su famiglia. Era Ali Eteraz che mi aveva fatto appassionare alla riforma dell'Islam – un movimento sommerso di milioni di musulmani in tutto il mondo, che sfidavano i teocrati e i terroristi che si erano impossessati della religione.
Ali aveva cominciato a manifestarsi ancor prima della sua nascita. Poco dopo l'undici settembre, c'era stato qualche fugace istante – alla notizia di un attentato suicida a Madrid, per esempio, o di una decapitazione in Iraq, o di una scuola femminile fatta esplodere in Pakistan – in cui la mia coscienza aveva minacciato di infiammarsi. La combustione però, non si era mai alimentata a sufficienza.
La situazione era cambiata nel gennaio del 2006 con il disastro delle vignette satiriche danesi. […] Che questa assurdità potesse produrre tale violenza fu l'ultima goccia. «Basta!», disse a quel punto Ali Eteraz. «L'Islam non appartiene agli idioti.”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano
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“Tripitaka giunse le mani e disse: "Per chi si è fatto monaco vien meno l'ostacolo del concatenarsi delle cause. Per chi comprende la natura, tutti i fenomeni sono illusori. La Grande Sapienza, vasta e a disposizione di tutti, risiede nella non-nascita; immersa nel silenzio dei veri misteri, essa vaga nel nirvana. Si vuotano i tre mondi, e allora ogni origine è al suo posto; si purificano i sei sensi, e allora ogni germe si esaurisce. Chi rafforza sincerità e coscienza, conoscerà il proprio cuore e il proprio spirito. L'anima purificata è uno specchio terso, che purifica anche ciò che vi si riflette.
"Un volto autentico non manca di nulla e non ha nulla di troppo, e ciò si vede dalla sua vita precedente. Ogni forma illusoria corre verso la distruzione: non serve a nulla cercarne altre fuori dal proprio stato. I meriti e la meditazione consentono la concentrazione; elemosine e carità sono le basi dell'austerità. La suprema abilità sembra goffaggine, perché in ogni circostanza si astiene dall'azione. Il miglior pianificatore non perde tempo in calcoli, perché sa che bisogna lasciar andare le cose per il loro verso. Basta non agitare lo spirito, e tutto andrà alla perfezione. L'idea di rafforzare lo yang attingendo allo yin è sbagliata. Chi promette di cibarti di immortalità, ti inganna con vane parole.
"Invece bisogna tener presente che tutto è niente, e respingere la polvere che ostacola la conoscenza. Il segreto del godimento naturale di una vita senza fine risiede nella semplicità e nell'abbandono dei desideri."”

Wú Chéng'ēn (1500–1582)

Viaggio in occidente

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“Il giudizio universale
Io una volta sognavo sempre mio nonno materno, l'unico che conobbi.
Ogni tanto, in sogno, questo nonno mi dava certi numeri sicuri, ma io non li capivo mai bene, oppure appena mi svegliavo me li scordavo. Poi non si fece vedere più e io, non so perché, mi misi in testa che forse non voleva più usare un mezzo di comunicazione di massa così antico, qual è il sogno. E una notte, obbedendo a un richiamo, scesi dal letto, accesi la televisione e cominciai a cercare. Non mi ero sbagliato.
Infatti dopo un po' vidi la sua faccia di napoletano dell'800, i suoi baffi guappeschi. Stavolta non era come in sogno, l'immagine era chiara, l'audio era perfetto.
Insomma era l'occasione per avere tre numeri precisi, il nome di un cavallo, una schedina da un miliardo.
Ma feci un grosso errore. Anziché pensare subito a queste cose serie, volli prima avere qualche risposta alle antichissime e inquietanti domande che si è sempre posto l'uomo: il mistero della nascita dell'universo, il fondamento della teoria aristotelica sulla nascita di Dio. Dissi: prima del terno sicuro, voglio notizie di prima mano sull'immortalità dell'anima.
Dietro mia insistenza, il nonno mi stava per rivelare i misteri dell'aldilà, quando improvvisanente mi disse che lo chiamavano dalla regia. Alzò la cornetta del telefono e cominciò a fare di sì con la testa, proprio come fanno quelli del telegiornale. Quando riattaccò, disse che dalla regia avevano detto che su quelle cose non poteva dire niente, poteva dare solo i numeri e i cavalli.
Dissi: va bene, per adesso mi servono almeno cinquecento milioni, il mistero della vita e della morte lo posso scoprire dopo che mi sono comprato una bella macchina nuova e una villa a Capri. Ma dovette succedere qualcosa all'antenna. Il nonno sparì nell'effetto nebbia e non lo ritrovai più.”

Riccardo Pazzaglia (1926–2006) scrittore, giornalista e paroliere italiano

pagg. 41-42
Il brodo primordiale

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“La giustificazione scientifica di questa scelta risiede in una peculiare definizione del sistema nervoso, oggi rimessa in discussione da nuove ricerche, che mettono in dubbio proprio il fatto che la morte del cervello provochi la disintegrazione del corpo. Come dimostrò nel 1992 il caso clamoroso di una donna entrata in coma irreversibile e dichiarata cerebralmente morta prima di accorgersi che era incinta; si decise allora di farle continuare la gravidanza, e questa proseguì regolarmente fino a un aborto spontaneo. Questo caso e poi altri analoghi conclusi con la nascita del bambino hanno messo in questione l'idea che in questa condizione si tratti di corpi già morti, cadaveri da cui espiantare organi. Sembra, quindi, avere avuto ragione Jonas quando sospettava che la nuova definizione di morte, più che da un reale avanzamento scientifico, fosse stata motivata dall'interesse, cioè dalla necessità di organi da trapiantare.”

Lucetta Scaraffia (1948) storica e giornalista italiana

Origine: Nel 1968 il "rapporto di Harvard" ha cambiato la definizione di morte, basandosi non più sull'arresto cardiocircolatorio, ma sull'elettroencefalogramma piatto e quindi sulla morte cerebrale
Origine: Da «I segni della morte», l'Osservatore Romano, 3 settembre 2008; riportato su InternEtica.it http://www.internetica.it/morte-cerebrale.htm.
Origine: L'articolo pubblicato sullOsservatore Romano, avendo messo in dubbio il rapporto di Harvard, suscitò grande scalpore. Ignazio Marino, ad esempio, criticò il pezzo in un articolo di la Repubblica http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/09/03/un-atto-irresponsabile.html definendolo "un atto irresponsabile", mentre Sandro Magister in un articolo su Espresso.it http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/09/08/morte-cerebrale-interviene-roberto-de-mattei/ e Stefano Lorenzetto in un articolo su Il Giornale.it http://www.ilgiornale.it/news/quei-dubbi-sulla-morte-censurati-40-anni.html sostenerono la storica per aver portato all'attenzione pubblica il problema.

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“A noi ce interessa la vita dar concepimento alla nascita: già dopo un quarto d'ora nun gliene frega più niente a nessuno. Prova te a cercà un asilo nido.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Parla con me, 2 marzo 2008
Personaggi originali, Don Pizzarro

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“Tripitaka giunse le mani e disse: "Per chi si è fatto monaco vien meno l'ostacolo del concatenarsi delle cause. Per chi comprende la natura, tutti i fenomeni sono illusori. La Grande Sapienza, vasta e a disposizione di tutti, risiede nella non-nascita; immersa nel silenzio dei veri misteri, essa vaga nel nirvana. Si vuotano i tre mondi, e allora ogni origine è al suo posto; si purificano i sei sensi, e allora ogni germe si esaurisce. Chi rafforza sincerità e coscienza, conoscerà il proprio cuore e il proprio spirito. L'anima purificata è uno specchio terso, che purifica anche ciò che vi si riflette.
"Un volto autentico non manca di nulla e non ha nulla di troppo, e ciò si vede dalla sua vita precedente. Ogni forma illusoria corre verso la distruzione: non serve a nulla cercarne altre fuori dal proprio stato. I meriti e la meditazione consentono la concentrazione; elemosine e carità sono le basi dell'austerità. La suprema abilità sembra goffaggine, perché in ogni circostanza si astiene dall'azione. Il miglior pianificatore non perde tempo in calcoli, perché sa che bisogna lasciar andare le cose per il loro verso. Basta non agitare lo spirito, e tutto andrà alla perfezione. L'idea di rafforzare lo yang attingendo allo yin è sbagliata. Chi promette di cibarti di immortalità, ti inganna con vane parole.
"Invece bisogna tener presente che tutto è niente, e respingere la polvere che ostacola la conoscenza. Il segreto del godimento naturale di una vita senza fine risiede nella semplicità e nell'abbandono dei desideri.”

Zhuangzi (-369–-286 a.C.) filosofo

da Wù Chéng'ēn, Viaggio in Occidente: parafrasi di una sezione del canone taoista di Zhuangzi)
Variante: Tripitaka giunse le mani e disse: "Per chi si è fatto monaco vien meno l'ostacolo del concatenarsi delle cause. Per chi comprende la natura, tutti i fenomeni sono illusori. La Grande Sapienza, vasta e a disposizione di tutti, risiede nella non-nascita; immersa nel silenzio dei veri misteri, essa vaga nel nirvana. Si vuotano i tre mondi, e allora ogni origine è al suo posto; si purificano i sei sensi, e allora ogni germe si esaurisce. Chi rafforza sincerità e coscienza, conoscerà il proprio cuore e il proprio spirito. L'anima purificata è uno specchio terso, che purifica anche ciò che vi si riflette.
"Un volto autentico non manca di nulla e non ha nulla di troppo, e ciò si vede dalla sua vita precedente. Ogni forma illusoria corre verso la distruzione: non serve a nulla cercarne altre fuori dal proprio stato. I meriti e la meditazione consentono la concentrazione; elemosine e carità sono le basi dell'austerità. La suprema abilità sembra goffaggine, perché in ogni circostanza si astiene dall'azione. Il miglior pianificatore non perde tempo in calcoli, perché sa che bisogna lasciar andare le cose per il loro verso. Basta non agitare lo spirito, e tutto andrà alla perfezione. L'idea di rafforzare lo yang attingendo allo yin è sbagliata. Chi promette di cibarti di immortalità, ti inganna con vane parole.
"Invece bisogna tener presente che tutto è niente, e respingere la polvere che ostacola la conoscenza. Il segreto del godimento naturale di una vita senza fine risiede nella semplicità e nell'abbandono dei desideri."

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“I politici, che cercano oggi ingegnose soluzioni alla questione di Napoli, non si sono giammai chiesti in qual modo crescessero sotto i Borboni i figli del povero, in questo paese tanto malmenato e dalla stupidità e dall'ignoranza e dalla miseria, e dalla tirannia degli uomini, quanto beneficato da tutti i doni del Cielo. Quando il bambino staccavasi dal seno materno, e sovente anche prima, — dacché i fanciulli qui vengono allattati fino al terzo anno — stendeva la mano ai passeggeri e si struggeva in lacrime, giurando per tutti i santi del paradiso esser egli orfano di nascita, e morente per fame. Mancavano scuole ed asili, ed il pane era a sì mite prezzo, che i genitori non si trovavano costretti ad insegnare ai figli la necessità del lavoro. Il piccolo vagabondo restava dunque mendicante, e addiveniva ladro di buon'ora Rubava fazzoletti, col furto si assicurava ne' mercati il suo vitto, si impadroniva or qua or là di qualche piccola moneta di rame, e finiva un giorno o l'altro col risvegliarsi in prigione. Allora di due cose l' una : o avea coraggio, o ne difettava. Vigliacco, era sfruttato dalla camorra; coraggioso, aspirava a divenir camorrista. Ma per giungervi era mestieri che ei superasse i vari gradi di iniziamento. Dapprima, garzone di mala vita, era tenuto al servizio de' più rigorosi e de' meno produttivi, semplice servo de' servi de' settari, in realtà assai più di quello che il Papa sia servo de' servi di Dio. Rimaneva in questo stalo fino a che non avesse fornito prova di zelo e di ardire. Passando allora dal terzo grado al secondo, dalla candidatura al noviziato, diveniva picciotto di sgarro.”

Marc Monnier (1827–1885) scrittore italiano

Origine: La camorra, p. 6

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“Ho scritto L'occhio del ciclone, una raccolta di poesie ispirate alla Sicilia, ma non una Sicilia folcloristica bensì una Sicilia primordiale, quando non esistevano le case, le persone, nemmeno le religioni, dunque colta nel momento germogliante della nascita di una civiltà. Ho amato e amo moltissimo la Sicilia.”

Maria Luisa Spaziani (1922–2014) poetessa, traduttrice e aforista italiana

Origine: Dal video Innamorata della Sicilia e di Parigi http://www.scrittoriperunanno.rai.it/scrittori.asp?videoId=871&currentId=58, Scrittoriperunanno.Rai.it.

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