Frasi su ottocento

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema ottocento, essere, dopo, fine.

Frasi su ottocento

Telmo Pievani photo
August von Platen photo
Roberto Gervaso photo
Carlo Lapucci photo
José Saramago photo
Prosper Mérimée photo
Italo Calvino photo
William Somerset Maugham photo
Fratelli Wright photo
George Steiner photo
Carlo Bo photo

“Il caso Campana rappresenta – a nostro avviso molto bene – un vuoto fra il canto pieno della grande poesia dell'Ottocento e la partenza di Ungaretti, avvenuta da zero.”

Carlo Bo (1911–2001) critico letterario italiano

Origine: Introduzione a Canti orfici e altri scritti, p. XXXII

Giovanni Sartori photo
Bruno Vespa photo
Stefano Benni photo
Stefano Benni photo
Donald Sassoon photo
Claudio Lotito photo

“Nell'Ottocento i ricchi si davano alla caccia alla volpe: era di moda. Poi fu la volta delle scuderie e dei cavalli. Nel secolo scorso, negli anni '50, ricchi e arricchiti si sono buttati nel calcio, il vezzo è diventato acquistare un club. Senza badare ai conti: una volta lo sport era quasi avulso dal carattere economico. Oggi è un mercimonio.”

Claudio Lotito (1957) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Dall'intervista di Cesare Lanza "Nel calcio ci sono più magnager che manager" http://www.lamescolanza.com/INTERVISTE0205/2006/intervista_claudio_lotito=822006.htm, lamescolanza.com, 8 febbraio 2006.

Carlo Collodi photo
Carlo Lucarelli photo
Jean d'Ormesson photo
Igor Sibaldi photo
Andrea Riccardi photo
Mario Monti (scrittore) photo

“Nei galatei per i bambini e le bambine, soprattutto del popolo, l'igiene personale è un compito che spetta a loro, in questo caso viene loro riconosciuta una grande autonomia e responsabilità. Sembra esplicito l'intento di formare attraverso i bambini dei cittadini nuovi, finalità non trascurata neppure dalla politica scolastica del secondo Ottocento. I bambini e le bambine devono preoccuparsi della pulizia della persona e degli abiti, indossati con grazia e sempre «convenienti», cioè adeguati alla propria condizione sociale. Nei galatei il corpo è lo specchio dell'anima, «la nettezza e l'ordine esteriore indicano mondezza e purezza dell'anima» si legge ne Il piccolo galateo del 1897. «Il corpo è l'abitazione dell'anima; questo voi già sapete da un pezzo. Ma perché l'anima possa esercitare il suo potere è necessario che il corpo sia sano. Per conservarlo sano bisogna averne cura. Si ha dunque il dovere di avere cura del corpo» si ricorda alle bambine della terza elementare ancora nel 1907. I bambini devono lavarsi con l'acqua fresca, «facendo anche uso del sapone», le mani, il viso, le orecchie, il collo, i denti e pettinarsi tutte le mattine; i piedi devono essere lavati con frequenza soprattutto d'estate, si ricorda ne Il piccolo galateo del 1897, tralasciando di parlare del bagno e delle altre parti del corpo, come avverrà solo a partire dagli inizi del Novecento.”

Origine: Le bambine nella storia dell'educazione, p. 267

Carmelo Bene photo
Silvia Ziche photo
Silvio Berlusconi photo
Emir Kusturica photo
Piergiorgio Odifreddi photo
Suso Cecchi D'Amico photo
Domenico Losurdo photo
Simonetta Agnello Hornby photo
Mario Praz photo
Guido Piovene photo
Jeffrey Moussaieff Masson photo
Aldo Palazzeschi photo
Natalia Ginzburg photo

“Se dovessi descrivere Paolo Poli a qualcuno che non l'avesse mai visto, direi di lui che la sua figura è quella di un giovinetto esile: ignoro la sua età, ma ho l'idea che comunque resterà sempre come un esile giovinetto; che il suo linguaggio è un puro toscano; che i suoi spettacoli sono, in genere, parodie di romanzi o di commedie dell'Ottocento, o del primo Novecento, inframmezzate da canzoni; che quando canta alza nell'aria le sue lunghe braccia snodate e le mani fini e soavi, assomigliando a una bella ragazza, o a un cigno, o a un fiore dall'altissimo stelo; che suscita ilarità con la grazia, in un tempo in cui la comicità sembra poter nascere soltanto su note stridenti e odiose, da volti e gesti scomposti e ripugnanti. Lui è comico restando sé stesso, conservando i suoi tratti lindi e gentili. Non c'è tuttavia nulla di lezioso o vezzoso nella sua grazia: non c'è in lui nessuna civetteria, e nessuna timidezza, nei confronti della realtà. La sua grazia sembra rispondere a un'armonia intima, sembra sprigionarsi da un'intima e lucidissima intelligenza. Fra i suoi molteplici volti nascosti, c'è essenzialmente quello d'un soave, ben educato e diabolico genio del male: è un lupo in pelli di agnello, e nelle sue farse sono parodiati insieme gli agnelli e i lupi, la crudeltà efferata e la casta e savia innocenza.”

Natalia Ginzburg (1916–1991) scrittrice italiana

Origine: Da Nella farsa con soavità http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0129_01_1970_0003_0003_4986732/, La Stampa, 4 gennaio 1970, p. 3.

Dacia Maraini photo
Federico Zeri photo
Mario Praz photo
August von Platen photo
Leonardo Sciascia photo

“All'inizio di questa giornata del 24 aprile, vorrei fare memoria in quest'Aula del genocidio armeno: 97 anni fa, nel 1915, ci fu il culmine di una persecuzione che avveniva già da parecchi anni, sin dalla fine dell'Ottocento. È ancora una ferita aperta, ancora vi è bisogno di una coscienza collettiva condivisa delle parti che sono state protagoniste di quella drammatica vicenda: la coscienza di quel che è stato, di quello che ha significato e la consapevolezza che oggi, a 97 anni di distanza, solo la politica può chiudere quella ferita aperta. Vi sono in Italia e nel mondo (in diverse città del nostro Paese, da Roma a Milano) comunità armene che per tutto l'anno, ma in modo particolare in questo giorno, tengono vivo il senso di una storia, di una cultura, della vicenda di un popolo che non appartiene soltanto a quel popolo ma alla coscienza europea e mondiale. Noi oggi non possiamo che auspicare l'attraversamento – mi viene da dire – dei confini, nel senso del superamento dei muri, degli ostacoli che impediscono oggi alle comunità, così vicine, dell'Armenia e della Turchia di trovare, di ritrovare il filo della comune appartenenza ad una comunità internazionale in cui gli accordi, l'apertura delle frontiere, l'incremento dei rapporti e dei contatti possono aprire in quella zona una fase nuova che diventa un grande segno per l'Europa e per tutta l'area del Medio Oriente che ha visto questa tragedia. Questa tragedia appartiene alla comunità internazionale, all'Unione europea, e l'Italia ne è parte. Di fronte a questa tragedia non possiamo che auspicare, con tutte le nostre forze, verità e riconciliazione. Vi sono già accordi internazionali che attendono solo di essere applicati. Oggi, a 97 anni di distanza da quel tragico evento, da quel grande male, la nostra solidarietà e il nostro impegno è perché sia superata quella ferita e si apra una fase nuova nella vita del popolo armeno e della Turchia.”

Albertina Soliani (1944) politica italiana

Origine: Citato in Seduta del Senato della Repubblica Italiana n. 715 del 24 aprile 2012 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=16&id=658674 Legislatura XVI – Sull'anniversario dei massacri di armeni nell'Impero ottomano – Resoconto stenografico della seduta. Senato della Repubblica Italiana, 24 aprile 2012.

Umberto Saba photo

“[Tubercolosi, cancro, fascismo]. Ogni epoca ha la sua malattia, alla quale risponde un'altra (ma è probabilmente la stessa) nel campo morale. L'Ottocento ebbe la tubercolosi e gli sdilinquimenti sentimentali; il Novecento ha il cancro e il fascismo. Tutto il processo del fascismo – manifestarsi della sua vera natura quando è già tardi per un efficace intervento chirurgico; sua impossibilità di morire se non assieme alla vittima alla quale si è abbarbicato; tendenza a riprodursi in luoghi lontani dalla sua prima sede; disperate sofferenze che genera in quelli che ne sono colpiti; guasti profondi che si rivelano all'esame necroscopico dei corpi (o paesi) sui quali abbia totalitariamente imperato – tutto, dico, il suo processo ha sorprendenti somiglianze con quello del cancro. Ma in un'altra cosa gli assomiglia ancora.Nessuno ignora oggi che la tubercolosi è, molte volte, uno dei mezzi che i giovani impiegano per suicidarsi. Azzardo l'ipotesi che il cancro (malattia degli anziani) abbia le sue radici psichiche in un tentativo sbagliato dell'organismo per ringiovanire. La formazione di un neoplasma potrebbe significare il desiderio di rifarsi un nuovo organo, p. es. un nuovo stomaco. (Ho comunicata questa mia ipotesi ad alcuni medici intelligenti, i quali ne hanno tutt'altro che riso). Ebbene: che cosa è stata in fondo l'adesione al fascismo – in Italia e altrove – se non un tentativo sbagliato della borghesia di rifarsi una vita nuova, di ringiovanire? Troppo tardi si è accorta poi dell'errore; e allora… non c'era più rimedio; la buona cosa, la cosa provvidenziale, che si presentava apportatrice di un «ordine nuovo» recava invece inumane sofferenze; e, a più o meno lunga scadenza, la morte.”

Umberto Saba (1883–1957) poeta italiano

43, pp. 43-44
Scorciatoie e raccontini

Albert Camus photo
Walter Barberis photo
Sergio Mattarella photo
Leopoldo Franchetti photo
Dacia Maraini photo
Primo Levi photo
Carlo Afàn de Rivera photo
James Joyce photo

“Ritengo che i tre scrittori dell'Ottocento naturalmente dotati di maggior ingegno fossero d'Annunzio, Kipling, Tolstoi.”

James Joyce (1882–1941) scrittore, poeta e drammaturgo irlandese

Origine: Citato in L'arte di Gabriele d'Annunzio, Atti del convegno internazionale di studio, Venezia-Gardone Riviera-Pescara, 7-13 ottobre 1963, a cura di Emilio Mariano, Mondadori, Milano, 1968, p. 169.

“Che cos'è l'Ottocento? Un'epoca nella quale la donna era sacra, e si poteva comprare una ragazza di tredici anni per poche sterline, o pochi scellini se la si voleva soltanto per un'ora o due. Nella quale si costruirono più chiese che in tutta la precedente storia del paese, e a Londra una casa su sessanta era un bordello (la proporzione moderne sarebbe pressappoco una su seimila). Nella quale la santità del matrimonio (e della castità prematrimoniale) era esaltata da ogni pulpito, in tutti gli editoriali e nei pubblici comizi, e grandi personaggi pubblici - dal futuro re in giù - conducevano una vita assolutamente scandalosa. Nella quale venne gradatamente umanizzato il sistema penale, e la flagellazione era talmente diffusa che un francese cercò seriamente di dimostrare che il marchese De Sade doveva essere d'origine inglese. Nella quale il corpo femminile era più che mai celato agli occhi indiscreti, e i meriti degli scultori erano valutati in base alla loro capacità di scolpire donne nude. Nella quale non esiste un romanzo, una commedia o una poesia di un certo livello letterario che si spinga oltre la sessualità di un bacio […], mentre la popolazione di opere pornografiche raggiungeva un livello mai superato. Nella quale non si nominavano mai le funzioni escretorie, e le condizioni igieniche erano ancora talmente primitive […] che dovevano esserci poche case e poche strade che non le ricordassero in continuazione. Nella quale si sosteneva all'unanimità che le donne non hanno orgasmo, e si insegnava a ogni prostituta come simularlo. Nella quale ci furono progressi enormi in tutti gli altri settori dell'attività umana, e soltanto tirannide nel più personale e fondamentale”

The French Lieutenant's Woman

Bill Bryson photo
Jenny Erpenbeck photo
Marshall McLuhan photo

“Se l'Ottocento è stato il secolo della poltrona del direttore, il nostro è il secolo del divanetto dello psichiatra.”

Marshall McLuhan (1911–1980) sociologo canadese

La cultura come business

Roberto Boninsegna photo

“Un giorno Scopigno mi dice: siamo pochi e gli unici ad avere mercato siete tu e Gigi [Riva]. Lui non si vuole muovere, e tu? Io qui ci sto benone, ma se mi date via accetto solo l'Inter. Affare fatto. Arrivano in cambio Domenghini, Gori e Poli più ottocento milioni, mica poco. E senza di me il Cagliari vince il suo primo scudetto. Io il primo con l'Inter, l'anno dopo, quando mi ero trasformato in prima punta.”

Roberto Boninsegna (1943) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Variante: Un giorno Scopigno mi dice: siamo pochi e gli unici ad avere mercato siete tu e Gigi. Lui non si vuole muovere, e tu? Io qui ci sto benone, ma se mi date via accetto solo l'Inter. Affare fatto. Arrivano in cambio Domenghini, Gori e Poli più ottocento milioni, mica poco. E senza di me il Cagliari vince il suo primo scudetto. Io il primo con l'Inter, l'anno dopo, quando mi ero trasformato in prima punta.

Ernst Hans Josef Gombrich photo
Ernst Hans Josef Gombrich photo
Cees Nooteboom photo

“C'è uno scrittore come Marcel Proust, considerato mondano, frivolo, che non si è mai impegnato in nulla, a parte firmare per Dreyfus; ma se oggi vuoi sapere che cos'era la Francia dell'Ottocento devi leggere la Recherche.”

Cees Nooteboom (1933) scrittore olandese

Origine: Citato in Cristina Taglietti, La Germania occuperà il vuoto lasciato da Londra. Sono un idealista, ma l'Ue è nata dall'avidità. È la paura che alimenta i nazionalismi, La Lettura, supplemento del Corriere della Sera, 9 aprile 2017, pp. 3 e 5.

Ugo Intini photo

“Una democrazia non nasce spontaneamente. Noi europei lo sappiamo bene. Per l'Africa va ricordato che nel tracciare i confini dei loro possedimenti, alla fine dell'Ottocento, le potenze coloniali non badarono all'omogeneità culturale dei gruppi umani. Gli stessi confini diventarono negli anni Sessanta quelli degli Stati-nazione indipendenti. Così, per fare un esempio, i popoli di lingua kongo furono dispersi in tre Stati, il Congo ex francese, il Congo ex belga e l'Angola ex portoghese. Nessuno tenne in considerazione il fatto che quei popoli avessero costituito nel passato un potente regno, durato assai più a lungo dell'epoca coloniale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Una democrazia non nasce spontaneamente. Noi europei lo sappiamo bene. Per l'Africa va ricordato che nel tracciare i confini dei loro possedimenti, alla fine dell'Ottocento, le potenze coloniali non badarono all'omogeneità culturale dei gruppi umani. Gli stessi confini diventarono negli anni Sessanta quelli degli Stati-nazione indipendenti. Così, per fare un esempio, i popoli di lingua kongo furono dispersi in tre Stati, il Congo ex francese, il Congo ex belga e l'Angola ex portoghese. Nessuno tenne in considerazione il fatto che quei popoli avessero costituito nel passato un potente regno, durato assai più a lungo dell'epoca coloniale.
Origine: Da Africa. Dalla tirannia al Darfur le piaghe di un continente http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/10/africa-dalla-tirannia-al-darfur-le-piaghe.html?ref=search, la Repubblica, 10 marzo 2009.

Antonia Arslan photo

“Gli italiani sono uno strano popolo di miscredenti anarchici. E dobbiamo anche ricordare che nella tradizione laica delle élite liberali della seconda metà dell’Ottocento era presente una importante componente cattolica liberale. Una vera tradizione laica nel nostro paese è sempre rimasta il patrimonio di una minoranza.”

Origine: Citato dall'intervista di Guido Vitale, Francesco Margiotta Broglio: “Valori laici, patrimonio di tutti” http://moked.it/blog/2011/07/18/francesco-margiotta-broglio-%E2%80%9Cvalori-laici-patrimonio-di-tutti%E2%80%9D/, su Pagine Ebraiche, luglio 2011, ripresa dal sito moked.it. URL archiviato il 13 gennaio 2020 http://archive.is/wip/d6E8m