Frasi su pressione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema pressione, fare, essere, grande.

Frasi su pressione

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“La pressione si deve esercitare sul pallone non sul giocatore.”

Johan Cruijff (1947–2016) dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore olandese

Mi piace il calcio ma non quello di oggi

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“I capi di governo come Blair e Bush non devono più dire che l'islam è ostaggio di una minoranza di terroristi. L'islam è ostaggio di se stesso. Sarebbe più utile se invece convincessero l'Arabia Saudita del fatto che i regimi repressivi, la pressione demografica e un certo metodo di insegnamento religioso producono estremisti.
In Europa e nei Paesi Bassi la maggioranza autoctona può aiutare la minoranza islamica non sottovalutando la gravità della condizione odierna dell'islam – che Afshin Ellian definisce oscurantismo – ma denunciandola. Ai musulmani sono anche utili le domande e le critiche che dopo l'11 settembre vengono mosse all'islam. Che all'integrazione delle minoranze vengano poste condizioni più severe è uno sviluppo positivo, anche se non tutti lo capiranno. Concedendo spazi in Occidente alla voci di dissidenti si può contribuire a controbilanciare la retorica religiosa unilaterale e paralizzante che milioni di musulmani sono costretti a sentire ogni giorno. Lasciate che i Voltaire di oggi possano adoperarsi per l'illuminismo dell'islam in un ambiente sicuro. Nel nostro mondo questa possibilità non viene concessa spesso. L'islam non ha avuto un illuminismo e le società islamiche si trovano ancora a dover affrontare gli stessi problemi della cristianità prima del processo illuministico. La conoscenza della ragione libererebbe lo spirito dei singoli musulmani dal giogo dell'aldilà, dai continui sensi di colpa, e dalla tentazione del fondamentalismo. Inoltre impareremmo ad assumerci la responsabilità della nostra arretratezza e dei nostri problemi. Per questo non abbandonateci al nostro destino, concedeteci un Voltaire.”

Ayaan Hirsi Ali (1969) politica e scrittrice somala

Non sottomessa

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“Rosie, domani torno a Boston, ma prima di partire volevo scriverti questa lettera. Tutti i pensieri e i sentimenti che mi ribollivano dentro traboccano finalmente dalla penna; ti lascio queste poche righe perché tu non abbia la sensazione che io ti voglia in qualche modo fare pressione. Mi rendo conto che avrai bisogno di tempo per valutare quello che sto per dirti. So bene che cosa ti sta succedendo, Rosie. Tu sei la mia cara amica e io vedo chiaramente la tristezza nei tuoi occhi. So che Greg non è via per lavoro, questo fine settimana. Tu non sei mai riuscita a mentirmi. Sei negata. I tuoi occhi ti tradiscono sempre. Non fingere che tutto vada benissimo, perché io vedo che non è così. Vedo che Greg è un egosita che non ha la minima idea della fortuna che ha, e questo mi fa stare male. È l'uomo più fortunato al mondo ad avere te, Rosie, ma non ti merita e tu meriti molto di più. Ti meriti qualcuno che ti ami con tutto il cuore, qualcuno che pensi a te costantemente, qualcuno che passi ogni minuto di ogni giorno a domandarsi che cosa stai facendo, dove sei, con chi sei, se stai bene. Hai bisogno di qualcuno che ti possa aiutare a realizzare i tuoi sogni e che sia in grado di proteggerti dalle tue paure. Hai bisogno di qualcuno che ti tratti con rispetto, che ami tutto di te, soprattutto i tuoi difetti. Dovresti avere accanto qualcuno che ti possa rendere felice, davvero felice, spensieratamente felice. Qualcuno che avrebbe dovuto cogliere l'occasione di stare con te tanti anni fa invece di lasciarsi prendere dal panico e sentirsi troppo spaventato per tentare. Io non ho più paura, Rosie. Non ho paura di tentare. Ora sono certo di sapere che cosa ho provato al tuo matrimonio: gelosia. Mi sono sentito il cuore andare a pezzi nel vedere la donna che amo voltarmi le spalle e avviarsi lungo la navata al fianco di un altro uomo, un uomo con il quale lei contava di trascorrere il resto della vita. Per me è stata come una sentenza di condanna a vita: gli anni mi si stendevano davanti e io ero riuscito a dirti i miei sentimenti o a stringerti tra le braccia come avrei desiderato. Per ben due volte siamo stati l'uno accanto all'altra sull'altare, Rosie. Per ben due volte. E per ben due volte abbiamo sbagliato. Avevo bisogno che tu fossi presente il giorno del mio matrimonio, ma ero troppo stupido per capire che avevo bisogno che tu fossi la ragione del mio matrimonio. Non avrei mai dovuto permettere che le tue labbra si staccassero dalle mie, tanti anni fa a Boston. Non avrei mai dovuto allontanarmi. Non avrei dovuto lasciarmi prendere dal panico. Non avrei dovuto sprecare tutti questi anni senza di te. Dammi la possibilità di recuperare il tempo perduto. Ti amo, Rosie, e voglio stare con te, con Katie e con Josh. Per sempre. Ti prego, pensaci. Non perdere tempo con Greg. Ora tocca a noi. Smettiamola di avere paura e cogliano questa occasione. Ti prometto che ti renderò felice.
Con tutto il mio amore, Alex”

Scrivimi ancora

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“La sconfitta è semplicemente il segnale di continuare a fare pressione.”

Helen Keller (1880–1968) scrittrice, attivista e insegnante statunitense
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“La pressione crea il diamante.”

George Patton (1885–1945) generale statunitense

citato in Being Erica, stagione 1, ep. 1

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“Il mio punto di vista è che l'arbitro è un uomo e può sbagliare, anche se sono stati commessi errori marchiani e lo sbaglio pesa tutto su una delle due squadre e favorisce chiaramente l'altra. Vede, io ho girato il mondo nel mio lavoro, e posso assicurarle che i nostri arbitri sono i migliori di tutti. Purtroppo nei loro confronti esistono molte pressioni e il malcostume di chi fa parte di questo ambiente. L'arbitro può sbagliare, è un uomo, e purtroppo la sudditanza psicologica esiste e continuerà ad esistere. È una molla che scatta a livello inconscio, qualcosa di inevitabile.”

Pietro Lo Monaco (1954) dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Da Paolo Camedda, Lo Monaco legge così i fatti di Catania-Juventus: "Sono stati errori marchiani ma pur sempre errori. L'arbitro è un uomo e può sbagliare, purtroppo la sudditanza psicologica esiste" http://www.goal.com/it/news/1942/esclusiveinterviste/2012/10/30/3488770/lo-monaco-legge-cos%C3%AC-i-fatti-di-catania-juventus-sono-stati, Goal.com, 30 ottobre 2012.

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“[Sulle paralimpiadi Londra 2012] Forse l'Olimpiade è stata una specie di riscaldamento per questo momento. Qui la gente si aspetta molto da me, questo mi mette anche un po' di pressione, ma è un momento di una bellezza unica. Al villaggio ritrovo tanti amici, molti dei quali pronti a battermi.”

Oscar Pistorius (1986) atleta sudafricano

Origine: Dall'intervista di Pierlangelo Molinaro, Pistorius, il Bolt della Paralimpiade "L'integrazione è inarrestabile" http://www.gazzetta.it/Paralimpiadi/29-08-2012/pistorius-bolt-paralimpiade-l-integrazione-inarrestabile--912430662721.shtml, Gazzetta.it, 29 agosto 2012.

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“Erano indiani, per davvero. O figli della rivoluzione del '68, o profeti di una dottrina che avrebbe cambiato per sempre il modo di fare calcio. E il loro capo-tribù si chiamava Rinus Michels. Il suo calcio totale che trasformava gli spazi in praterie era fatto di un possesso-palla esasperato, di accelerazioni improvvise, di pressione multipla sul'avversario col pallone, di fuorigioco alto quando non altissimo. Ma soprattutto era interpretato non più da specialisti dei vari ruoli, bensì da giocatori eclettici capaci di attaccare e difendere, di giocare senza palla prima ancora che con la palla, di muoversi con disinvoltura in ogni zona del campo stando sempre corti, compatti, ossessivi. Una nuvola biancorossa, quella dell'Ajax, una nuvola arancione, quella dell'Olanda. Con portieri che, una volta aboliti i ruoli specifici, si erano riciclati da liberi, interpretando la parte in maniera più spregiudicata. L'emicrania non venne soltanto a Maldini. Venne agli inglesi la prima volta che affrontarono l'Olanda di Michels, le punte scattavano sul risaputo lancio dalle retrovie e la nuvola arancione li aveva messi in offside non di tre, ma di dieci-quindici metri. Venne al sommo Brera, cui quei satanassi mandarono all'aria tutti i parametri atletici e tattici sino a li' elaborati: e Brera se ne vendicò ribattezzandoli «cicale» dopo la finale mondiale persa nel '74 dai tedeschi padroni di casa. È vero, nell'albo d'oro ci sono le formiche, che ad ogni buon conto si chiamavano Beckenbauer, Muller, Overath, Breitner, Mayer. Ma nell'archivio delle emozioni indimenticabili restano loro, restano quei 16 tocchi consecutivi olandesi dal fischio d'avvio al fallo di Vogts su Cruyff in area germanica. Il primo tedesco a toccare il pallone in quella finale fu Muller, riavviando il gioco dal disco di centrocampo dopo il rigore di Neeskens. Il generale Michels si prese la rivincita quattordici anni più tardi quando, sullo stesso campo, l'Olympiastadion di Monaco, decorò la bacheca olandese dell'unico trofeo conquistato sin qui, l'Europeo '88, firmato da una storica prodezza di Van Basten. Ma fu un indennizzo tardivo e mai fino in fondo assaporato. Perché pur nel rispetto di una matrice di massima, quella non era più la sua Olanda-totale. Tant'è vero che il suo fuoriclasse, Van Basten, era pienamente classificabile, in quanto prototipo del centravanti moderno: a differenza del fenomeno d'un tempo, Cruyff, che segnava sì a mitraglia ma che nessuno ha mai saputo battezzare se non come uomo-ovunque.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

4 marzo 2005

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“Nel mio prossimo incarico dovrò affrontare un sacco di pressioni, ma è in situazioni come queste che divento più forte.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)

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“[Su Marco Verratti] Per arrivare ai livelli di Pirlo deve mangiarne di pane! Nella sua posizione deve lasciare il pallone molto velocemente. Tuttavia nei controlli è fantastico. Non sente la pressione dell'avversario. Speriamo che in futuro diventi ancora più rapido nelle giocate.”

Carlo Ancelotti (1959) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in PSG, Ancelotti: "Verratti come Pirlo? deve mangiarne di pane" http://m.calcionews24.com/psg-ancelotti-verratti-come-pirlo-deve-mangiarne-di-pane-267416.html, Calcionews24.com, 21 settembre 2012.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Se l'energia e gli impulsi naturali vengono repressi per troppo tempo, diventano violenza. È naturale che ciò che è tenuto sotto pressione sfoci nella violenza per reazione. Una persona che è stata repressa troppo duramente prova un piacere immenso in quegli sfoghi violenti. Sono esplosioni rare e brevissime. E alla lunga ti rendono infatuato della violenza.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Versi poetici e dichiarazioni di guerra
Variante: Se l'energia e gli impulsi naturali vengono repressi per troppo tempo, diventano violenza. È naturale che ciò che è tenuto sotto pressione sfoci nella violenza per reazione. Una persona che è stata repressa troppo duramente prova un piacere immenso in quegli sfoghi violenti. Sono esplosioni rare e brevissime. E alla lunga ti rendono infatuato della violenza.

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“Il mio lavoro con pazienti affetti da malattie nervose in genere ebbe un esito ulteriore: il mutamento della tecnica catartica. Abbandonai l'ipnosi e cercai di sostituirla con un altro metodo nell'intento di andar oltre il trattamento riservato alle forme morbose di tipo isterico; tra l'altro, man mano che la mia esperienza si arricchiva ogni giorno di nuovi elementi, sorsero in me gravi dubbi relativi all'impiego dell'ipnosi nella stessa catarsi. Il primo riguardava il fatto che perfino i risultati più brillanti svanivano improvvisamente nel nulla allorché il rapporto personale del medico col malato veniva in qualche modo turbato […]. L'ipnosi, tuttavia, aveva reso al trattamento catartico servizi notevolissimi, ampliando il campo della coscienza dei pazienti e mettendo a loro disposizione conoscenze di cui nella vita vigile non disponevano. Sostituire l'ipnosi, sotto questo profilo, non era certo cosa facile. In questo frangente imbarazzante mi venne in aiuto un ricordo, il ricordo di un esperimento cui avevo assistito sovente durante il mio soggiorno presso Bernheim … Presi la risoluzione di fare altrettanto. Anche i miei pazienti non potevano non "sapere" tutte le cose che normalmente erano rese loro accessibili solo mediante l'ipnosi, e le mie assicurazioni e insistenze, con magari in più la pressione delle mani, dovevano pure avere il potere di spingere nella loro coscienza gli eventi e i nessi dimenticati … Abbandonai dunque l'ipnosi, di cui mantenni solo la posizione del paziente, posto a giacere supino su un divano, mentre io stavo seduto dietro di lui, in modo da vederlo senza esser visto. Le mie speranze si realizzarono, mi liberai dell'ipnosi; tuttavia tale mutamento tecnico implicò un mutamento del lavoro catartico nel suo insieme. L'ipnosi aveva nascosto un giuoco di forze che ora veniva messo allo scoperto, e la cui conoscenza dava alla nostra teoria un fondamento sicuro.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Autobiografia (1925), p. 94 e ss.

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“Eppure ogni teoria è speculativa. Quando i concetti fondamentali di una teoria sono relativamente «vicini all'esperienza» (come per esempio i concetti di forza, pressione, massa), il suo carattere speculativo non è facilmente individuabile. Se, però, una teoria è tale da richiedere l'applicazione di procedimenti logici complessi per raggiungere conclusioni, a partire dalle premesse, che possano essere confrontate con l'osservazione, chiunque acquisisce la consapevolezza della natura speculativa della teoria. In tal caso sorge un sentimento quasi irresistibile di avversione in coloro che non hanno esperienza nell'analisi epistemologica e che non sono consapevoli della natura precaria del pensiero teorico in quei campi che sono loro familiari. D'altro canto, si deve ammettere che una teoria ha un vantaggio considerevole se i suoi concetti base e le sue ipotesi fondamentali sono «vicini all'esperienza» ed è certamente giustificata una maggior fiducia in una teoria di questo tipo. Si corre meno il pericolo di andare completamente fuori strada, soprattutto perché ci vuole molto meno tempo e sforzo per invalidare tali teorie con l'esperienza. Eppure, via via che la profondità della nostra conoscenza aumenta, dobbiamo rinunciare a questo vantaggio nella nostra ricerca di semplicità logica e di uniformità nei fondamenti della teoria fisica. Si deve ammettere che la relatività è andata oltre le teorie fisiche precedenti nel rinunciare alla «vicinanza all'esperienza» dei concetti fondamentali allo scopo di raggiungere la semplicità logica.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Altri saggi e articoli, p. 8

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“Una pressione infinitamente più pesante si esercita senza dubbio sui dittatori moderni, ridotti a trovare la loro forza nella identificazione con tutti quegli impulsi che Nietzsche disprezzava nelle masse, in particolare con «quella mendace autoammirazione e libidine razziale». C'è una derisione corrosiva nel fatto d'immaginare un possibile accordo tra l'esigenza nietzscheana e una organizzazione politica che impoverisce l'esistenza al vertice, che imprigiona esilia o uccide tutto ciò che potrebbe costituire un'aristocrazia di «spiriti liberi». Come se non fosse lampante che Nietzsche, quando richiede un amore a misura del sacrificio della vita, è per la «fede» che comunica, per i valori che la sua esistenza rende reali, evidentemente non per una patria… «Nota per gli asini», scriveva già Nietzsche stesso, temendo una confusione simile, altrettanto miserabile.”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Origine: [Nota presente nel medesimo testo da cui è tratta la citazione] [F. Nietzsche] Gai savoir, § 377 [trad. it. La gaia scienza, in Id., Opere, vol. 5, 2, Adelphi, Milano 1965]
Origine: [Ibid. nota precedente] Nietzsche parla di aristocrazia, parla anche di schiavitù, ma quando si esprime al riguardo dei «nuovi padroni», parla della «loro nuova santità», della «loro capacità di rinuncia». «Essi danno all'inferiore il diritto alla felicità, e loro stessi se ne privano».
Origine: [Ibid. nota precedente] [Nietzsche] Volonté de puissance, § 942 [trad. it. cit.]
Origine: La congiura sacra, p. 18-19

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“Lui ti mette tanta pressione, ti spinge a tentare qualcosa di più e di migliore, ma non sai come farlo. La verità è che sull'erba Federer è quasi imbattibile, l'unica cosa che non va in lui è il taglio dei capelli, forse devi metterti a sedere e dire: "Troppo bravo lui."”

Andy Roddick (1982) tennista statunitense

Speriamo si stufi. Nemmeno Sampras ha dominato così.
Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Il giardino di Federer il magnifico http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/luglio/04/giardino_Federer_magnifico_ga_10_0507042780.shtml, Gazzetta dello Sport, 4 luglio 2005.

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“In epoca fascista non subii pressioni politiche, nessuno mi chiese di prendere la tessera (che non ho mai preso). Ebbi delle diatribe di carattere personale con alti esponenti del regime, ma senza la minima conseguenza.”

Carlo Ninchi (1897–1974) attore cinematografico e attore teatrale italiano

Origine: Citato in Massimo Scaglione, I Divi del Ventennio, per vincere ci vogliono i leoni..., Lindau, 2005, p. 129.

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“Il 1989, dal momento in cui ho vinto il Roland Garros, è stato l'anno più duro della mia vita. Ho scoperto che vincere nel tennis non porta gioia, porta pressione.”

Michael Chang (1972) tennista statunitense

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/11/15/132810-citazioni_bordo_campo_ottobre.shtml, Ubitennis.com, ottobre 2008.

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“Federer è un campione molto, molto grande perché mantiene concentrazione e risultati anche sotto la massima pressione. Talento e capacità di adattamento alle situazioni più disparate lo fanno unico.”

Tony Roche (1945) tennista australiano

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, «Roger è un campione unico» http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/gennaio/30/Roger_campione_unico__ga_10_070130142.shtml, Gazzetta dello Sport, 30 gennaio 2007.

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“Roger utilizza tutti gli effetti, è professionista al 100%, sotto pressione reagisce benissimo e dimostra che non è necessario tirare sempre a mille ogni palla.”

Peter Lundgren (1965) allenatore di tennis e ex tennista svedese

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Mago Federer cambia la moda http://archiviostorico.gazzetta.it/2004/novembre/23/Mago_Federer_cambia_moda_ga_10_04112310036.shtml, Gazzetta dello Sport, 23 novembre 2004.

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“La squadra è come un buon piatto di carne. A volte basta cuocerla a fuoco lento, altre volte serve pressione o brace.”

Aldair (1965) calciatore brasiliano

Origine: Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2113 http://books.google.it/books?id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2113. ISBN 8880898620

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“Ho cominciato a vincere troppo giovane, non ero preparata a far fronte a tanta pressione, ogni sconfitta la vivevo come un dramma, non mi perdonavo nulla, pretendevo troppo da me stessa. E solo più tardi mi sarei come resa conto che nessuno è perfetto.”

Daniela Hantuchová (1983) tennista slovacca

Origine: Citata in Alessandro Mastroluca, Hantuchova: 30 e lode http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/04/23/878030-hantuchova_lode.shtml, Ubitennis.com, 23 aprile 2013.

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“Newk mi mandò un fax e trovò le parole giuste al momento giusto. Stavo arrivando al punto più basso della mia carriera e invece all'improvviso mi sentii tirar su fino al punto più alto. Le pressioni te le crei da solo.”

Patrick Rafter (1972) tennista australiano

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Rafter, quel fax che allunga la vita http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/settembre/15/Rafter_quel_fax_che_allunga_ga_0_9809154890.shtml, Ubitennis.com, 15 settembre 1998.