Frasi su ragazzino
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“Nei miei ricordi di ragazzino, Pescara somigliava a New York.”

Rocco Siffredi (1964) attore pornografico, regista e produttore cinematografico italiano
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“Ero in prima elementare quando mi ha preso questa ossessione di recitare, soprattutto di far ridere la gente: volevo essere uno di quei giullari medioevali che intrattenevano le corti. Anche da ragazzina non mi perdevo mai una commedia alla tv, da Cameron Crowe a Woody Allen. E ce l'ho fatta! Mi sento così fortunata.”

Emma Stone (1988) attrice statunitense

Origine: Citato in Alessandra Venezia, "Sono una buffona, non un'ingenua" http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2011/emma-stone-the-help-intervista-30631090010.shtml, Iodonna.it, 8 ottobre 2011.

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“Era una di quelle persone malvagie per natura. Aveva gli occhi in fuori, il collo corto, largo, con un porro scuro dietro. E i pugni come mattoni. Quando tornava a casa, mi bastava il rumore dei suoi scarponi in corridoio, il tintinnio delle chiavi, il suo canticchiare. Quando si infuriava, soffiava dal naso e serrava gli occhi, come fosse sprofondato nei pensieri, poi si strofinav la faccia e diceva: "va bene, ragazzina, va bene" e sapevi che la tempesta stava per scoppiare, e niente l'avrebbe fermata. Nessuno poteva aiutarti. A volte bastava che si strofinasse la faccia o soffiasse attraverso i baffi e io vedevo nero. Da allora ne ho incrociati altri uomini cosi. Mi piacerebbe poter dire diversamente. Ma purtroppo è la verità. E ho imparato che, se scavi un po', scopri che sono tutti uguali, chi più chi meno. Alcuni sono più raffinati, lo ammetto. Possono persino avere del fascino e tu ci puoi cascare. Ma in realtà sono tutti ragazzini infelici che sguazzano nella loro stessa rabbia. Si sentono vittime. Non hanno ricevuto quello che si meritavano. Nessuno li ha amati abbastanza. Naturalmente si aspettano che sia tu ad amarli. Vogliono essere coccolati, cullati, rassicurati. Ma è un errore accontentarli. Non sono in grado di accettare ciò che ricevono, ciò di cui hanno più bisogno. La conclusione è che ti odiano. Ma è un tormento senza fine, perché non riescono ad odiarti quanto meriti, e l'infelicità, le scuse, le promesse, l'abiura, lo squallore, tutto questo non finisce mai.”

E l'eco rispose

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“Ho allergia ai primati e ai numeri, quelli li lascio a voi giornalisti. Non voglio paragonarmi a nessuno dei grandi, come Louis o Ali, perché mi sento sempre il ragazzino di una volta e quei nomi sono ancora i miei miti.”

Volodymyr Klyčko (1976) pugile ucraino

Citazioni di Volodimir Kličko
Origine: Citato in Massimo Lopes Pegna, Boxe, Mondiale Massimi: stanotte Klitschko-Jennings http://www.gazzetta.it/Sport-Vari/Boxe/24-04-2015/boxe-mondiale-massimi-stanotte-klitschko-jennings-new-york-ucraina-110572583062.shtml, Gazzetta.it, 25 aprile 2015.

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“Se mai vi siete chiesti che faccia abbia un gamberetto, ho sentito alcuni ragazzini paragonarli a bambini addormentati.”

Jeffrey Moussaieff Masson (1941) psicoanalista statunitense

Origine: Chi c'è nel tuo piatto?, p. 122

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“Il lavoro di Bill Watterson ha qualcosa di mistico. Ciò che abbiamo di fronte non è una qualunque striscia a fumetti. Possiede quella particolare dimensione riconosciuta un tempo in Krazy Kat di George Herriman e, più tardi, in Pogo di Walt Kelly. Il che è stato, comunque, molto tempo fa: dopo di loro non c'è stato più niente di simile nel mondo del cartoon. Ora abbiamo Calvin & Hobbes. In questa striscia non ci sono personaggi finti o sdolcinati. Il ragazzino è decisamente e irresistibilmente pestifero. La madre e il padre (i nomi non sono necessari) vivono a fianco della loro discendenza chiedendosi con perenne e agitato stupore che cosa abbiano fatto per meritarsi un figlio del genere. Il bambino, da parte sua, vive per un buon 70 per cento del suo tempo in un mondo parallelo popolato dalle creature indicibili della sua fantasia, e per il resto del tempo in un mondo reale popolato da altre creature indicibili (la maestra, la bambina, il bullo). E trova scampo da questo secondo mondo rifugiandosi nel primo. E poi c'è il tigrotto di pezza. È un animo nobile e molto più intelligente del bambino, di cui, con sarcastica e affettuosa saggezza, tempera l'esuberanza. Ci sono un sacco di strisce a fumetti in giro, alcune buone, altre passabili, la maggior parte semplicemente roba di secondo piano. Tutti hanno il loro cast di personaggi, più o meno indovinati, tenuti insieme dal dialogo, a volte buono, a volte no. Sono pochissimi quelli che posseggono quella magia particolare che li fa reggere il confronto con il meglio del passato. Guardando al lavoro dei nostri due paragoni, Herriman e Kelly, possiamo vedere un connubbio tra sceneggiatura e segno grafico che si trova raramente al giorno d'oggi, la sensazione che le parole migliorino il disegno e che il disegno faccia lo stesso con il testo, che la fusione attentamente miscelata di questi due ingredienti possa creare quell'incanto che rivela il genio. Volete la magia? L'alchimista Watterson ha portato avanti un lavoro che, per acume, carattere e profondità, è portentoso in rapporto alla sua giovane età. Gli auguro lunga vita e possano i poteri della sua stregoneria non venir mai meno. Volete la magia? Questa è una raccolta di ricette dello stregone per trasformare della semplice carta e del semplice inchiostro in oro puro. Lasciate che umilmente vi presenti Calvin (il bambino) e Hobbes (il tigrotto). Questo libro è magico.”

Pat Oliphant (1935)

dalla prefazione di Bill Watterson, C'è qualcosa che sbava sotto il letto, Comix, 1997. ISBN 9788881930197

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“Film ipercitazionista che parla ai ragazzini con un linguaggio che ben conoscono.”

Il Farinotti (1951) critico cinematografico italiano

Super Mario Bros, p. 1973

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“[Godzilla] era destinato agli adulti. Ma in seguito abbiamo scoperto che il pubblico di quelle pellicole era formato in prevalenza dai bambini delle scuole elementari, e allora ci siamo adeguati… i film della serie di Godzilla sono diventati effettivamente pellicole per i ragazzini.”

Ishirō Honda (1911–1993) regista giapponese

Origine: Citato in Davide Di Giorgio, Andrea Gigante, Gordiano Lupi (2012). Godzilla il re dei mostri: Il sauro radioattivo di Honda e Tsuburaya. Il Foglio Letterario. p. 112. ISBN 978-88-7606-351-0

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“Starsky e Hutch è una delle serie che amavo di più quando ero ragazzino e vivevo in Texas. In fondo sono dei precursori della famosa coppia di poliziotti di Miami vice.”

Owen Wilson (1968) attore e sceneggiatore statunitense

Origine: Citato in Federica Paris, Owen Wilson, gli anni '70 sono buffi perché lontani http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/owen-wilson-gli-anni-70-sono-buffi-perche-lontani/275305, http://trovacinema.repubblica.it, 20 luglio 2004.

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“Mina voce d'Italia, ancora oggi, in piena era dei talent show e del televoto che promuove a star ragazzini e boccia cantanti con decenni di carriera alle spalle, è il simbolo di un Paese che forse non la merita. La sua ironia, la sua dignità, la sua indolente libertà, il suo silenzio parlano più di mille urlate opinioni da talk show che non dicono niente.”

Pino Daniele (1955–2015) cantautore e musicista italiano

Origine: Citato in Per Mina un nuovo singolo "Solo se sai rispondere" e un duetto con Pino Daniele http://www.musicalnews.com/articolo.php?codice=19915&sz=5, musicalnews.com, 22 ottobre 2010.

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“L'Italia è diventata un bordello. Non perché il premier va a escort e qualcun altro a trans, ma perché sono state sovvertite tutte le regole. Un bordello squallido e triste, la cui cupezza si respira nell'aria. Raccontavo qualche giorno fa a una mia giovane amica la Milano dei '50, di quando ero ragazzino. Eravamo poveri, allegri e spavaldi. I tram erano stipati fino all'inverosimile con la gente sui predellini aperti e qualcuno attaccato al troller. Uscivamo dalla guerra, ci eravamo salvati dai bombardamenti angloamericani e dai rastrellamenti tedeschi, non ci poteva certo spaventare una caduta dal tram. Tutti, uomini e donne, fumavano. Il terrorismo diagnostico era di là da venire. Noi ragazzini uscivamo di casa alle due del pomeriggio e rientravamo con le ginocchia sbucciate, alle otto, senza che i nostri genitori se ne preoccupassero. Perché nel quartiere c'era un controllo sociale e se un bambino si fosse messo nei guai ci avrebbero pensato gli adulti a tirarlo fuori e un pedofilo sarebbe stato avvistato a un chilometro di distanza. Eppoi c'era, "il ghisa", il vigile, autorità sovrana. La "pula" non aveva bisogno di farsi vedere. La malavita era professionale, conosceva le regole, stava attenta a non spargere una goccia di sangue (il colpo in banca della banda di via Osoppo, senza un ferito, tenne la scena sui giornali per mesi). Eravamo solidali perché eravamo poveri e anche quelli che non lo erano non lo davano a vedere. Il sordido gioco degli "status simbol" non era ancora cominciato. Lealtà e onore erano moneta sonante. Se fra noi ragazzi ci si scontrava a pugni sulla strada – dove ci siamo formati – e un gruppo era di dieci e l'altro, poniamo di otto, due si levavano per far pari. E l'onestà era un valore assoluto. Per la borghesia, se non altro perché dava credito. Per il proletariato, per il mondo contadino dove la stretta di mano contava più di un contratto. Mentre raccontavo queste e altre cose i begli occhi della mia amica si ingrandivano, si sgranavano. Alla fine mi ha detto "tu mi stai raccontando una favola, questa non è l'Italia."”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Appunto.
Origine: Da Il Gazzettino, 6 novembre 2009.

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“Non amo sentirmi una donna, mi sento ancora molto ragazzina dentro.”

Jennifer Lopez (1969) cantautrice e attrice statunitense

Origine: Citato in Jennifer Lopez e i sacrifici dell'essere vegana http://www.liberoquotidiano.it/news/news-da-radio-105/11613302/Jennifer-Lopez-e-i-sacrifici-dell.html, Libero Quotidiano.it, 14 maggio 2014.

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“Sono sempre stata innamorata delle icone musicali. Sono una figlia degli anni 80, proprio il periodo nel quale sono nate le icone del pop. […] Sarà che era il periodo in cui ero una ragazzina, ma mi ha sempre colpito la gioia apparente che c'era. È un sorriso che nasconde una malinconia di fondo. Anche in campo musicale: le grandi hit avevano tutte delle armonie molto malinconiche.”

Paola Iezzi (1974) cantautrice, musicista, disc jockey, produttrice discografica, conduttrice televisiva e fotografa italiana

Origine: Dall'intervista di Federica Palladini, Intervista con Paola Iezzi in uscita con l'ep iLove http://www.elle.it/Showbiz/paola-iezzi-i-love-album-dj-party-guess-elle. Elle.it, 12 novembre 2014.

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“Life is now è una cosa vergognosa. La vita non è soltanto adesso, è anche adesso, ma deve esserci un po' di passato e tanto di futuro, non si è solo ragazzini, si è stati bambini e saremo vecchi. Io non sono meno importante di mio nipote!”

Enzo Bearzot (1927–2010) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Citato in «Bearzot, campione anche nella fede» http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-bearzot-campioneanche-nella-fede-243.htm, La Bussola Quotidiana.it, 21 dicembre 2010.

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“Odio la mia vita sociale. La odio. La gente non mi conosce veramente. Se quando finisce la partita potessi spegnere le luci e diventare uno sconosciuto, lo farei. Non posso andare a vedere una partita di mio figlio. Se vado a una partita di dodicenni, verranno quelli che si vogliono fare una foto, quelli che vogliono un autografo, quelli che vogliono insultarmi, quelli che vogliono andare dietro la porta per insultare mio figlio, un ragazzino di 12 anni. Per strada vorrei poter essere normale.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Real Madrid (2010 – 2013)
Origine: Da un'intervista rilasciata alla CNN; citato in È dura essere Mourinho: "Odio la mia vita sociale" http://www.gazzetta.it/Calcio_Estero/Liga/01-10-2012/dura-essere-mourinho-odio-mia-vita-sociale-912778340100.shtml, traduzione di Tancredi Palmeri, Gazzetta.it, 1° ottobre 2012.

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“[Riferendosi al suo periodo al Brescia] Quando Roby si allenava, dava sempre tutto. Sembrava sempre un ragazzino, ed io lo invidiavo. In quel periodo faceva da chioccia a molti di noi. Diceva sempre, per ogni problema o consiglio, io sono qui… All'epoca ero giovane, ed a volte capitava che mi alzavo dal letto con zero voglia di allenarmi. Capitò un periodo in cui fallivo molte occasioni da goal. La porta non la vedevo proprio. Un giorno Roby, in allenamento, mi vide giù di morale, si avvicinò a me e disse: Luca, nel calcio capitano quei momenti, non ti abbattere, se posso darti un consiglio, quando sei davanti alla porta, prima di tirare, con l'occhio guarda per un secondo il portiere. Sembra una stronzata, ma in quel momento capisci che intenzioni ha. Ricordati che la porta è di sette metri, ed il portiere occupa solo un settimo dello specchio… A fine allenamento, rimaniamo a fare un po' di uno contro uno con il portiere. Parto prima io e poi tu. Guardami però, così vedi un po' quello che faccio io… Non sto qui a raccontarvi che lui fece sempre goal. Da lì però imparai ad essere più calmo, e da quel giorno anche grazie a Roberto, non mi sono più fermato.”

Luca Toni (1977) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, citato in Luca Toni racconta Roberto Baggio http://hellaslive.it/news/luca-toni-racconta-roberto-baggio/, HellasLive.it, 25 gennaio 2016.

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“«Alex, non ti capita mai di pensare come la nostra storia sia assolutamente folle e fuori da tutti i canoni, e di come la gente non la capisca e di come nessuno la potrà mai capire?»
«Se è per questo, ci penso praticamente tutti i giorni. Anzi, spesso mi domando quanto ne capisco io»
«Un sacco di gente mi chiede perché non stiamo insieme e… non so, è strano, a pensarci bene. Effettivamente, visti dal di fuori dobbiamo dare l'idea di due che stanno insieme.»
«Io non sto con te perché… perché va bene così, perché giugno è fantastico, e sapere che c'è l'America che arriva, e allora dirsi tutto perché tra una settimana è troppo tardi, è magnifico. Qualcosa mi manca, e lo sai. Io vorrei baciarti e tutto il resto, ma non tanto per il gesto in sé… Davvero. E’ difficile… E’ come mettere le basi per addomesticarti un po’ di più. Farai più fatica a dimenticarti di me, così. Resteremo più attaccati ogni cosa in più che faremo. Io ho paura, per l'anno prossimo. Bacerò cento ragazze, andrò a letto con gente di cui non m'importa, ma non sarà come uscire con te e non dirsi niente per tutto il pomeriggio. Io so già che l'anno prossimo farò le cose più facili, più banali. E con te è tutto così trasparente e da ragazzini… Se penso che non ti ho mai baciata, Aidi…»
«Lo sai, bisogna sempre fare solo Quello Che Ci Si Sente.»
«Certo, dicevo così. Dicevo Quello Che Mi Sento.»
«E cosa ti senti, ancora?»
«Sento che questo giugno, questo scoprirsi ogni giorno di più, e ogni pezzo di me che scopro trovarne uno nuovo di te, e ogni pezzo di me che ti regalo trovarne in cambio uno che tu mi lasci nel calzino di lana di fianco al camino mentre dormo, è bello. A me non era mai successo. E vedere crescere Aidi e Alex, ogni giorno, ogni mattina di sole, che per il resto della gente non vuol dire niente di particolare, è sovvertire tutti i pronostici, è ridere di fronte all'Uomo con le Previsioni Sicure, quello che era certo che la Danimarca avrebbe preso una vagonata di gol e sarebbe stata eliminata nelle qualificazioni e invece si è qualificata e agli Europei giocherà con squadre molto più forti, e l'Uomo con le Previsioni Sicure non si raccapezza. La Gente capisce solo quando le cose sono già successe, mai mentre accadono. E per noi due è lo stesso. La Gente che non capisce come sia possibile, visto che l'Uomo dei Sondaggi aveva negato categoricamente che due come noi potessero avere una pazza storia del genere.»
«Fantastico. E la Danimarca come gioca?»
«Bene. Si vede che si divertono.»
«Alex», aveva detto lei, stringendogli le mani con una strana intensità che l'aveva turbato. «Io voglio che la Danimarca vinca.»”

Jack Frusciante Has Left the Band: A Love Story- with Rock 'n' Roll

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“Quando ero piccola mia madre mi lesse una storia su una ragazzina cattiva. La lesse a me e a mia sorella: ce ne stavamo rannicchiate contro il suo corpo sedute sul divano, mentre lei leggeva ad alta voce un libro che teneva sulle ginocchia. La luce della lampada splendeva su di noi, avvolte da una coperta. La ragazza della storia era bella e crudele. Sua madre era povera, perciò la mandava a lavorare per una famiglia di persone ricche che la viziavano e la coccolavano, ma le dicevano anche di andare a trovare la madre. Lei però si sentiva troppo importante, e si limitava a farsi vedere. Un giorno quella gente ricca la mandò a casa con una pagnotta per la madre, ma quando la ragazza si trovò davanti a una pozzanghera di fango, per non sporcarsi le scarpe ci buttò il pane, e ci mise i piedi sopra. La pagnotta affondò come in una palude, e lei affondò con essa, scendendo giù giù fino a un mondo popolato di demoni e creature orribili. Dal momento che era bella, la regina dei demoni ne fece una statua per donarla al suo bisnipote. La ragazza venne coperta da serpenti e melma, intrappolata e circondata dall’odio di ogni altra creatura. Soffriva la fame, ma non riusciva a mangiare il pane che non le si staccava dai piedi, e poteva sentire quello che la gente diceva di lei: un ragazzo che passava di lì aveva visto che cosa le era successo e lo aveva raccontato a tutti, e tutti dicevano che se lo meritava, persino sua madre diceva che se lo meritava. La ragazza non poteva muoversi, ma anche se avesse potuto avrebbe finito per torcersi di rabbia. “Non è giusto!”, urlò mia madre, facendo il verso alla ragazza cattiva.
Io me ne stavo seduta contro mia madre mentre ci raccontava la storia, e forse per questo mi sembrò di non sentirla semplicemente con le orecchie: la sentii nel suo corpo. Sentivo una ragazza che voleva essere troppo bella. Sentivo una madre che voleva amarla. Sentivo un demone che voleva torturarla. E li sentivo così strettamente mescolati dentro di me che non c’era modo di separare tutte quelle emozioni. La storia mi terrorizzò e mi misi a piangere. Mia madre mi prese tra le sue braccia. “Aspetta”, disse, “la storia non è finita: lei sarà salvata dalle lacrime di una bambina innocente come te”. Mia madre mi baciò sulla fronte per poi finire di raccontare la storia. E io l’ho dimenticata per molto, molto tempo.”

Veronica

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“Eri una ragazzina assai robusta, | non sapevi ancora di essere divina, | ci hai spezzato per sempre il cuore.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Casta Diva, n. 3
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“Sono ribelle a modo mio perché anche le lotte utili sono quasi inutili, nel senso che le battaglie vere e forti alla prova dei fatti hanno sempre procurato tanti danni e tante morti inutili. Mi pare una follia uccidere qualcuno perché ha un'idea opposta alla tua. In ogni caso io con le lotte sono sempre stato sfortunato: nel '68 ero troppo piccolo e negli anni '70 ero ancora un ragazzino che giocava "a guerra" con gli amici facendo sceneggiature improvvisate a braccio.”

Marco Giallini (1963) attore italiano

Variante: Sono ribelle a modo mio perché anche le lotte utili sono quasi inutili, nel senso che le battaglie vere e forti alla prova dei fatti hanno sempre procurato tanti danni e tante morti inutili. Mi pare una follia uccidere qualcuno perché ha un'idea opposta alla tua. In ogni caso io con le lotte sono sempre stato sfortunato: nel '68 ero trppo piccolo e negli anni 70 ero ancora un ragazzino che giocava "a guerra" con gli amici facendo sceneggiature improvvisate a braccio.
Origine: Dall'intervista di M. Caruso, Politicamente scorretto, Tele Sette, anno 40, N. 42, 14-20 ottobre 2018.

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“Da ragazzino tenevo degli album che riempivo con tutti i film che vedevo e ne vedevo tantissimi - raccontava - scrivevo le mie minicritiche, mettevo già le stellette anche se non si usava, scrivevo tutto il cast dagli attori al direttore della fotografia. Ero un vero malato di cinema.”

Carlo Vanzina (1951–2018) regista italiano

Origine: Citato in Chiara Ugolini, E' morto il regista Carlo Vanzina http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/07/08/news/carlo_vanzina-201007243/, Repubblica.it, 8 luglio 2018.

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“Cercando, si trova tutto quel che si desidera: il web funziona così. Nulla di strano, dunque, se i cacciatori di apocalisse escono ogni volta pienamente soddisfatti dal loro tour: perché, per quanto riguarda ragazzine e ragazzini, le chiavi di ricerca usate dagli osservatori adulti tentano di individuare soprattutto lap-dancers.”

Loredana Lipperini (1956) giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica italiana

Bulli. Suicidi. Pedofili. Pornografi. Satanisti. In un territorio sterminato, quel che si vuole trovare viene incontro con rapida accondiscendenza al solerte visitatore.
Peccato. Perché l'insistenza sui pericoli di Internet costringe alla solita manovra di retromarcia, porta a difendere il tutto per la parte. E a ripetere ancora una volta che il sistema è innocente e anzi virtuoso (perché è proprio grazie alla rete che è possibile rielaborare e rovesciare contenuti mediocri e antichi stereotipi): e sono semmai coloro che vi inseriscono concetti e modelli molto simili a quelli reperibili off line, o reiterano comportamenti irridenti e offensivi, a confondere ancora una volta le acque. Sapendo che, nel web, è addirittura più facile.
Ancora dalla parte delle bambine

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