Frasi su riguardo
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“L'intelletto fa sì che l'uomo sia inebriato, come per il vino, di tutto ciò che riguarda Dio.”

Procopio di Gaza (465–528) religioso e retore bizantino

Commento sui Proverbi

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“Ce ne sono di due tipi. Una parte mi riguarda, racconta di me, di mie sensazioni ed eventi quotidiani. Le altre sono invece frutto di visioni oniriche, di momenti irreali, fantastici.”

Matthew Bellamy (1978) cantautore, pianista e chitarrista britannico

dall'intervista per Kataweb Musica http://www.kwmusica.kataweb.it/kwmusica/index.jsp

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“Finché Pericle fu, durante la pace, a capo della repubblica, la guidò con moderazione e la conservò sicura, e sotto di lui essa fu potente come non mai; quando poi scoppiò la guerra, è evidente che anche allora egli ne seppe ben riconoscere la forza. Sopravvisse (allo scoppio della guerra) due anni e sei mesi; e dopoché fu morto, allora anche meglio si poté conoscere la sua antiveggenza nei riguardi della guerra. Egli infatti andava ripetendo che gli Ateniesi ne sarebbero usciti con successo qualora si fossero condotti prudentemente, avendo cura della flotta, e non cercassero di allargare con la guerra il loro impero, e non mettessero in pericolo la città stessa: ma essi fecero tutto il contrario, e giudicando altre imprese estranee alla guerra meglio rispondenti alle ambizioni private e ai privati vantaggi, mal governarono lo Stato per se stessi e per gli alleati… E la causa di tutto ciò era che Pericle, potente per dignità e per senno, manifestamente incorruttibile, dominava liberalmente la moltitudine e conseguito il potere con mezzi non illeciti, egli non era costretto a parlare per compiacerla, ma poteva, per la sua autorità, contraddirla ed affrontarne la collera… Si aveva dunque di nome la democrazia, ma di fatto il governo tenuto dal primo cittadino.”

Storie, II, 65
Origine: Citato in Giulio Giannelli, Trattato di storia greca. Patron editore, p. 240.

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“Marco Pannella era già un mito quando lo conobbi. Erano gli anni '70 e il suo impegno sui diritti civili mi faceva riflettere mentre studiavo medicina all'Università Cattolica e proprio da studente lo incontrai la prima volta. Mi emozionai quando nel 2006, ritornato in Italia, raccontò quel nostro primo incontro a mia figlia che lo guardava come si guarda un saggio da ascoltare con rispetto. La stima per Marco si è accompagnata in questi ultimi anni alla gratitudine per avermi permesso di condividere alcuni progetti e momenti di grande intensità. Come potrei dimenticare quando mi venne a prendere per accompagnarmi a casa di Pier Giorgio Welby, dove incontrai Pier Giorgio e Mina, o quando mi chiuse nel salotto di casa mia per ore per cercare di convincermi a entrare nel Partito Radicale prima delle elezioni per il Parlamento Europeo nel 2009. O la marcia per la giustizia nel dicembre 2013, quando Marco si presentò con l'immancabile sigaro e un cappello da babbo natale con scritto sopra "Amnistia". Non eravamo sempre d'accordo ma io gli ho voluto un grandissimo bene e so che ero ricambiato. A volte mi sgridava perché non condivideva alcune mie decisioni. Io non ebbi mai il coraggio di sgridarlo sulle scelte politiche ma, ogni tanto, mi prendevo la libertà di farlo in occasione degli scioperi della sete quando alcuni valori nel sangue, come la creatinina e l'azoto ureico, salivano pericolosamente mettendo a rischio la sua vita. Marco se la rideva e continuava a fumare. Testardo, risoluto, irremovibile, visionario. Ecco Marco siamo in tanti ad aver appreso qualcosa da te. Per quello che mi riguarda non dimenticherò mai che oltre le doti che tutti ti riconoscono avevi anche dolcezza e signorilità e quelle carezze che ogni tanto mi hai dato sul volto sono entrate nel mio cuore e le ricorderò per sempre.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano
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“[Sul film 12 Years a Slave] Non volevo che i miei figli mi vedessero nei panni di un uomo crudele. Forse al maggiore potrei farlo vedere anche subito. Ma per quanto riguarda tutti gli altri preferisco aspettare che crescano un po' e capiscano le dinamiche del mondo. Si tratta infatti di una pellicola che tratta un tema alla base della nostra condizione umana.”

Brad Pitt (1963) attore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Da un'intervista rilasciata al New York Post; Citata in Brad Pitt rinuncia al set per i figli http://www.tio.ch/News/People/765330/Brad-Pitt-rinuncia-al-set-per-i-figli/, Ticinonline. 20 novembre 2013.

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“Vivere insieme tra diversi è una delle grandi sfide che l'Italia, l'Europa, il mondo, sono chiamati ad affrontare. Ma è possibile vivere insieme quando si è diversi, per provenienza, cultura, religione? La condivisione degli stessi luoghi con l'"altro" suscita problemi, pone domande. Eppure la realtà è che, al di là delle difficoltà, già viviamo insieme. E con grandi vantaggi reciproci. I lavoratori immigrati costituiscono quasi un decimo della forza lavoro, generano più del 10% del Pil, innalzano i tassi di natalità, sostengono il sistema pensionistico. La presenza di tanti stranieri che arricchiscono con il loro lavoro, e il loro contributo umano e civile, la vita del nostro Paese ci offre già l'immagine di un possibile e proficuo convivere fra diversi, ma uguali. E mi sembra che negli ultimi tempi, si stia riuscendo ad andare oltre le generalizzazioni, i luoghi comuni. Certo, l'integrazione è un processo non breve, non facile, perché significa muovere verso l'"altro". L'immigrato incontro a noi. Ma anche noi incontro allo straniero. L'integrazione non riguarda solo i non italiani, bensì pure gli italiani. Qui c'è una grande sfida culturale ed educativa, ma anche una necessità di empatia, di una simpatia che faccia cadere i muri, che aiuti ad accettare il fatto che le identità si ereditano, ma si costruiscono anche.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

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“Per guidare un sistema industriale, e anche farne la critica, non si può essere preindustriali. Riguardo alla mentalità che ha prevalso, bisogna ricordare che in definitiva per anni in tutte le sedi hanno detto: i padroni. Noi dicevamo: gli imprenditori. Perché lo spirito imprenditoriale c'era, sarà stato all'italiana ma c'era, aveva una sua creatività e non si poteva ucciderlo. Io temo che già sia stato mezzo ucciso. Se leggi certe encicliche recenti dei papi, il linguaggio è anticapitalistico nella più vecchia delle maniere. E il linguaggio ha la sua importanza. Anche Andreotti per esempio ha detto: "Dobbiamo colpire i ricchi". Ma in un paese moderno si dice: gli alti redditi. Lui dice i ricchi, pensando forse che sia questione di morale cristiana. Ma quale morale cristiana! In Svezia tassano davvero gli alti redditi e non per morale cristiana, semmai per morale laica. Il Partito comunista, ideologicamente, ha usato un certo linguaggio. Ma ora si è accorto che quel linguaggio non si applica al nostro tipo di società. I Socialisti li conosciamo bene. I democristiani hanno un linguaggio per cui il capitalismo è un male. Non vedono i problemi se non con mentalità precapitalistica, puramente assistenziale. Quindi l'opinione pubblica non è stata informata sulla realtà dei suoi problemi, è stata solo abituata a quel linguaggio. Gli emigrati in Germania usano già un altro lessico. Se mai avremo una ripresa, questa sarà possibile solo imparando alcune cose.”

Ugo La Malfa (1903–1979) politico italiano

Origine: Intervista sul non – governo, pp. 73-74

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“Credo si possa essere sicuri che una dieta vegetariana sia molto migliore di una dieta che preveda il consumo di carne, soprattutto per quel che riguarda il rischio di cancro e malattie cardiovascolari, e che una dieta vegana sia un buon modo di ridurre, tra le altre cose, il rischio di cancro alla prostata.”

Neal D. Barnard (1953) medico statunitense

Origine: Citato in Jeffrey Moussaieff Masson (che riporta una mail inviatagli da Barnard), Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 183. ISBN 978-88-6052-218-4

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“Il licaone anche agli occhi del profano appare quale perfetto prodotto della luce, mentre la iena è una figlia delle tenebre per ogni riguardo.”

Alfred Edmund Brehm (1829–1884) biologo e scrittore tedesco

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 499

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“Questo è un appello alle buone coscienze che gioiscono per la moratoria sulla pena di morte nel mondo, votata ieri all'ONU da 104 paesi. Rallegriamoci, e facciamo una moratoria per gli aborti. […] condanniamo in linea di principio la soppressione legale di un essere umano senza guardare ai suoi motivi, che in qualche caso, in molti casi, sono l'aver inflitto la morte ad altri. Bene, anzi male. Il miliardo e più di aborti praticati da quando le legislazioni permettono la famosa interruzione volontaria della gravidanza riguarda persone legalmente innocenti, create e distrutte dal mero potere del desiderio, desiderio di non averli e di odiarsi fino al punto di amputarsi dell'amore. È lo scandalo supremo del nostro tempo, è una ferita catastrofica che lacera nel profondo le fibre e il possibile incanto della società moderna. È oltre tutto, in molte parti del mondo in cui l'aborto è selettivo per sesso, e diventa selettivo per profilo genetico, un capolavoro ideologico di razzismo in marcia con la forza dell'eugenetica. Rallegriamoci, dunque, in alto i cuori, e dopo aver promosso la Piccola Moratoria promuoviamo la Grande Moratoria della strage degli innocenti. Si accettano irrisioni, perché le buone coscienze sanno usare l'arma del sarcasmo meglio delle cattive, ma anche adesioni a un appello che parla da solo, illuministicamente, con l'evidenza assoluta e veritativa dei fatti di esperienza e di ragione.”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

dall'editoriale de Il Foglio, 19 dicembre 2007

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“- Andiamo al British Museum.
Detto fatto. Per non perderci, ci demmo appuntamento a mezzogiorno in Mesopotamia. Non è una cosa da tutti i giorni poter fissare un appuntamento in un posto del genere.
In quel tipo di edifici, apprezzo ancora di più l’insieme che il dettaglio. Mi piace passeggiare, senza altra logica che il mio piacere, dall’antico Egitto alle Galapagos passando per Sumer. Ingozzarmi di tutta l’assiriologia mi rimarrebbe sullo stomaco, mentre piluccare qualche carattere cuneiforme a mo’ di aperitivo, rune come antipasto, la stele di Rosetta come piatto principale e delle mani a negativo preistoriche come dessert manda in estasi le mie papille.
Quello che non sopporto, nei musei, è il passo lento e solenne che le persone si credono obbligate in cuor loro ad adottare. Quanto a me, mi sposto con passo ginnico, abbracciando con lo sguardo vaste prospettive: che si tratti di archeologia o di pittura impressionista, ho notato i vantaggi di questo metodo. Il primo è evitare l’atroce effetto guida turistica: “Ammirate la bonarietà dello sceicco el-Beled: non vi sembra di averlo incrociato ieri al mercato?” oppure: “Una controversia oppone la Grecia e il Regno Unito a proposito del fregio del Partenone.” Il secondo è concomitante al primo: rende impossibili i commenti all’uscita dal museo. I Bouvard e Pécuchet moderni devono chiudere il becco. Il terzo vantaggio, e non il meno importante per quanto mi riguarda, è che impedisce l’insorgere del terribile mal di schiena museale.
Intorno a mezzogiorno, mi resi conto di essermi persa. Affrontai un responsabile in questi termini:
– Mesopotamia, please.
– Third floor, turn to the left – mi venne risposto nel modo più semplice possibile.
E questa è la dimostrazione che ci si sbaglia nel ritenere la Mesopotamia tanto inaccessibile.”

Pétronille

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“Sto leggendo Diderot anche riguardo agli attori e alla recitazione. Lui sapeva quanta vita passiamo a recitare una parte. Concepiva la vita come una forma di ipocrisia necessaria, in cui ciascuno recita la sua parte, fingendo di essere se stesso. È vero. Che altro sono mai stato se non un attore, seppur un cattivo attore, troppo coinvolto nel mio ruolo, non sufficientemente distaccato, non abbastanza freddo. Sì, sì, è così. Mi reputate freddo? Non lo sono. Crudo, forse, incurante della proprietà, troppo propenso agli scherzi di bassa lega, ma freddo no davvero, no. Proprio il contrario, anzi, caldo e sudato, in farsetto e calzabraca, cerco di non guardare le facce all'insù oltre le luci di scena, gli occhi avidi di disastro fissi su di me che incespico tra i miei compagni attori, balbettando le mie improbabili battute e saltandole del tutto nei momenti clou. Per questo non ho mai imparato a vivere come si deve in mezzo agli altri. La gente mi trova strano. Be’, io stesso mi trovo strano. Nono sono convincente, in qualche modo, neppure per me stesso. “L'uomo che ambisce a commuovere la folla dev'essere un attore che impersona se stesso”. È così, è davvero così? Ho trovato il bandolo? E sì che per tutto il tempo avevo creduto fossero gli altri che dovevo immaginarmi di far vivere. Bene bene. Questa ha l'aria di una grande scoperta. Dev'essere di certo un'illusione.”

Ghosts

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“Questi elogi del tipo «te lo spiego io di cosa parla il tuo libro» sono tutti appunti che ho mandato agli amici a proposito dei loro libri. La mia tendenza è sempre quella di spingere il libro verso l’astratto, verso la tristezza, verso le tenebre, verso la duplicità, verso diciassette tipi di ambiguità. Mi sforzo sempre di leggere la forma come contenuto, lo stile come significato. In un certo senso il libro balbetta sempre sul suo stesso linguaggio. Dipingo sempre me stesso e l’autore come le uniche fonti di un’oscura sapienza, sono sempre il paladino della disperazione spensierata, volo sempre troppo alto. Metafisico è grande. Nella mia formulazione, il soggetto del libro non è mai quello che sembra. Dico spesso che secondo tutti il libro riguarda X ma in realtà riguarda Y. Leggo sempre il libro come un’allegoria, una tesi filosofica mascherata. Uno dei termini ricorrenti è esistenza, così come umano, animale, sesso, cazzo e violenza. Adoro gli avverbi potentemente ed enormemente e instancabilmente e infinitamente. Uso di continuo indagine ed esplorazione e scavo ed esame e rigoroso. Dove andrei a finire senza meditazione? Sotto sotto c’è sempre una storia d’amore tra me e l’autore: io che amo il libro e l’autore. La chiave è il candore: essere disposto a dire ciò che nessuno è disposto a dire. Il gesto di scrivere è sempre visto come un atto di coraggio (impavido imperversa). La vita è dura, e a volte perfino una noia: il linguaggio è una (piccola) consolazione. Nessun altro coglie quello che stai facendo: solo io ci arrivo. Siamo io e te, baby. Intimità. Urgenza. Solo noi capiamo la vita. Te lo spiego io il tuo libro, il testo. Te lo spiego io di cosa parla il tuo libro. La vita è una merda. Noi siamo delle merde. Solo questo ci salverà: questa dichiarazione.”

Reality Hunger: A Manifesto

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“Per quanto riguarda questi traditori, hanno i giorni contati, e sono stati umiliati di fronte al popolo. Il popolo si è armato con la pazienza e la fede. Insisto sulla cooperazione e la toleranza fra il popolo. Riguardo l'esecuzione o la non-esecuzione dei traditori, è una facenda che sta a noi decidere.”

Abd al-Karim Qasim (1914–1963) militare e politico iracheno

Principles of 14th July revolution
Variante: Per quanto riguarda questi traditori, i loro giorni sono finiti e sono stati umiliati di fronte al popolo. Il popolo si è armato con la pazienza e la fede. Insisto sulla cooperazione e la tolleranza fra il popolo. Quanto all'esecuzione o la non-esecuzione dei traditori, è una questione che sta a noi decidere.

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“Siamo democratici perché siamo pessimisti nei riguardi dei governanti.”

Ernesto Rossi (1897–1967) politico, giornalista e antifascista italiano

Origine: Citato in Gaetano Pecora, Realismo politico alla Pareto, Il Sole 24 Ore, 5 febbraio 2017.

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“Condanniamo fermamente l'intensa campagna propagandistica contro il popolo del Vietnam sotto la copertura di accuse riguardo a «rifugiati vietnamiti.»”

Menghistu Hailè Mariàm (1937) militare e politico etiope

We strongly condemn the intensive propaganda campaign against the people of Vietnam under the cover of allegations about 'Vietnamese refugees'.
Variante: Condanniamo fermamente l'intensa campagna propagandistica contro il popolo di Vietnam sotto la copertura di accuse riguardo «rifugiati vietnamiti».

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“Sapete, a nessuno piace essere criticato o insultato, e Pol Pot non ha mai detto niente di brutto riguardo a me. Diceva sempre cose molto, ma molto buone. Per me, era l'ospite perfetto.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

You know, nobody likes to be criticized or insulted, and Pol Pot never said anything bad about me. Always very, very good things. So to me he was the perfect host
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Sapete, a nessuno piace essere criticato o insultato, e Pol Pot non ha mai detto niente di brutto riguardo a me. Diceva sempre cose molto, ma molto buone. Per me, era l'ospite perfetto.

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“Bokassa aveva un particolare riguardo nei confronti dell'altro sesso. Le pattuglie militari facevano chiudere locali sospetti di dare copertura alla prostituzione. Una volta, ad esempio, decise che il miglior modo per onorare la Festa della Mamma era quello di liberare tutte le detenute. E lo fece. Ma non basta. Gruppi femministi di pressione, che avevano un certo peso nella Repubblica Centrafricana, lo esortarono a porre termine alla discriminazione nei confronti delle donne. Poco dopo Bokassa firmò un decreto che minava alle basi il maschilismo nazionale: si vietava la poligamia. […] Sfortunatamente non si può affermare che Bokassa fosse del tutto coerente con lo spirito delle leggi che lui stesso aveva promulgato: ebbe più di settanta mogli.”

Albert Sánchez Piñol (1965) scrittore e antropologo spagnolo

Variante: Bokassa aveva un particolare riguardo nei confronti dell'altro sesso. Le pattuglie militari facevano chiudere locali sospetti di dare copertura alla prostituzione. Una volta, ad esempio, decise che il miglior modo per onorare la Festa della Mamma era quello di liberare tutte le detenute. E lo fece. Ma non basta. Gruppi femministi di pressione, che avevano un certo peso nella Repubblica Centrafricana, lo esortarono a porre termine alla discriminazione nei confronti delle donne. Poco dopo Bokassa firmò un decreto che minava alle basi il maschilismo nazionale: si vietava la poligamia. [... ] Sfortunatamente non su può affermare che Bokassa fosse del tutto coerente con lo spirito delle leggi che lui stesso aveva promulgato: ebbe più di settanta mogli. (p. 40)
Origine: Pagliacci e mostri, p. 40

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“Da dove spunta il socialismo? Chi l'ha formulato? Molti sono confusi al riguardo. Noi diciamo che venne dal popolo musulmano. Diciamo che trova le sue radici nell'Islam.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II
Variante: Da dove ha origine il socialismo? Chi l'ha formulato? Molti sono confusi al riguardo. Noi diciamo che venne dal popolo musulmano. Diciamo che trova le sue radici nell'Islam.

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“Sapete che le donne prima della Rivoluzione [del 17 luglio 1968] erano in una situazione sociale ed economica simile a quella delle donne nel Terzo Mondo in generale. Ma la posizione delle donne è cambiata notevolmente, non in termini di progresso graduale e relativo, ma il cambiamento è stato sbalorditivo. Lungo la sua lunga storia, il Partito Ba'th Socialista Arabo si è sforzato a istruire le donne riguardo l'importanza della loro integrazione con gli uomini in tutti gli aspetti umani, politici e sociali.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

Variante: Sapete che le donne prima della Rivoluzione [del 17 luglio 1968] erano in una situazione sociale ed economica pressoché simile a quella delle donne nel Terzo Mondo in generale. Ma la condizione delle donne è cambiata notevolmente, non in termini di progresso graduale e relativo, ma piuttosto il cambiamento è stato tangibile. Nel corso della sua lunga storia, il Partito Ba'th Socialista Arabo si è sforzato di illuminare le donne sull'importanza della loro integrazione con gli uomini in tutti gli aspetti umani, politici e sociali.

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