Frasi su versione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema versione, essere, stato, stesso.

Frasi su versione

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“Se avete problemi a prendere sonno vi consiglio la conferenza stampa di Zeman in versione integrale.”

Valentino Rossi (1979) pilota motociclistico italiano

Origine: Citato in Rossi: "Aragon controprova Zeman? Fa addormentare" http://www.gazzetta.it/Motomondiale/MotoGP/25-09-2012/rossi-aragon-controprova-zeman-fa-addormentare-912717080515.shtml, Gazzetta.it, 25 settembre 2012.

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“Viva l'Italia bagnata dal mare anche se è un mare di guai.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

versione alternativa di Safari cantata al programma televisivo Non perdiamoci di vista, 2009
Safari

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“Vorrei fondare l’Arci-tossico.”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

libro La versione di Vasco

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“Il pubblico mi ama e io amo lui | ma nella versione maledetta | il pubblico mi odia e io odio lui.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Parole in fumo, n. 2
Casus belli

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“Tu fatti affogare nel mare così il tuo singolo rimane solo una versione digitale; poi spargo le tue ceneri nel Po, così almeno una volta nella vita avrai avuto del flow!”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

da Cock 'n' Smizzle Pt. 1
V.E.L.M. (Vivi e lascia morire)

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“È troppo facile confondere la passione di chi è disposto a cambiare parere con l'integralismo che non cambia mai nulla. I cristiani integralisti si oppongono appassionatamente all'evoluzione, mentre io appassionatamente la sostengo. Passione per passione, parrebbe una condizione di parità. Ma, per citare un aforisma non ricordo di chi, quando si sostengono due opposti punti di vista con uguale forza, non è detto che la verità stia al centro. È possibile che una delle due parti si sbagli; e questo giustifica la passione della parte avversa. Gli integralisti sanno in che cosa credere e sanno che niente farà mai loro cambiare idea. La citazione da Kurt Wise […] è esemplare: «Se tutte le prove dell'universo andassero contro il creazionismo, sarei stato il primo ad ammetterlo, ma sarei rimasto creazionista perché è quello che la Parola di Dio sembra indicare. E qui io devo collocarmi.». Non si sottolineerà mai abbastanza la differenza tra questa appassionata fedeltà alla Bibbia e l'altrettanto appassionata fedeltà dello scienziato alle prove empiriche. L'integralista Kurt Wise afferma che neanche le più schiaccianti prove concrete gli farebbero mai cambiare idea. Il vero scienziato, per quanto «creda» con forza all'evoluzione, sa esattamente che cosa gli farebbe cambiare idea: prove contrarie. Come rispose J. B. S. Haldane quando gli chiesero che cosa avrebbe potuto smentire l'evoluzione: «Conigli fossili nel Precambriano». Mi si permetta di formulare la versione opposta del manifesto di Kurt Wise: «Se tutte le prove dell'universo dimostrassero l'attendibilità del creazionismo, sarei il primo ad ammetterlo e cambierei subito idea. Stando le cose come stanno, tutte le prove disponibili (e ve n'è in abbondanza) sono a favore dell'evoluzionismo. È per questo e solo per questo che lo sostengo con una passione pari a quella dei suoi oppositori. La mia passione si basa sulle prove. La loro, che sfida apertamente l'evidenza, e solo la loro è integralista..”

Richard Dawkins (1941) etologo, biologo e divulgatore scientifico britannico
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“C'è una sola religione, benché ne esistano un centinaio di versioni.”

George Bernard Shaw (1856–1950) scrittore, drammaturgo e aforista irlandese

Origine: Dalla prefazione di Commedie piacevoli.

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“[…] ventosa gloria è il cercar fama dalla splendidezza delle parole.”

Francesco Petrarca (1304–1374) poeta italiano autore del Canzoniere

dalla Lettera ai posteri, in Del disprezzo del mondo, dialoghi tre, prima versione italiana del rev. prof. Giulio Cesare Parolari, coi tipi di Luigi di Giacomo Pirola, Milano 1857

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“Talvolta qualcuno mi chiede se nella Chiesa dell'Emacs non sia considerato peccato ricorrere al vi. Usarne una versione libera non è peccato, ma è una penitenza. Happy hacking a tutti.”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

citato in Sam Williams, Codice Libero. Richard Stallman e la crociata per il software libero, 2002, cap. 5 – Sant'Ignucius

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“I programmatori che scrivono miglioramenti per GCC (o Emacs, o Bash, o Linux, o un qualsiasi programma coperto dalla GPL) lavorano spesso per aziende o università. Quando il programmatore vuole offrire questi miglioramenti alla comunità e vedere il suo codice incluso nella versione successiva del programma in questione, il suo capo potrebbe dire: "Fermo lì! Il tuo codice appartiene a noi! Non vogliamo condividerlo con altri; abbiamo deciso di trasformare la tua versione migliorata in un prodotto proprietario".
Qui viene in aiuto la GNU GPL. Il programmatore mostrerebbe al capo che un tale prodotto proprietario sarebbe una violazione del diritto d'autore e il capo capirebbe che ci sono soltanto due possibilità: rilasciare il nuovo codice come software libero o non rilasciarlo affatto. Quasi sempre al programmatore viene consentito di comportarsi come intendeva fare e così il codice risulta disponibile per la versione successiva del programma.
La GNU GPL non è sempre accondiscendente; dice di "no" ad alcune delle cose che a volte la gente vuole fare. Alcuni utenti affermano che sia negativo il fatto che la GPL "escluda" alcuni sviluppatori di software proprietario che "hanno bisogno d'essere portati nella comunità del software libero."
Ma non siamo noi ad escluderli dalla nostra comunità; sono loro che scelgono di non entrare. Decidere di produrre software proprietario equivale a decidere di starne fuori. Esservi dentro significa cooperare con noi; non possiamo "portarli nella nostra comunità" se non vogliono unirsi a noi.
Ciò che possiamo fare è offrire un incentivo ad unirsi a noi. È per far sì che il nostro software già prodotto sia un incentivo che la GNU GPL è stata pensata: "Se renderete il vostro software libero, potete utilizzare questo codice."”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

Di certo in questo modo non si vincerà sempre, ma qualche volta sì.
Permesso d'autore: idealismo pragmatico

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“Esistono diverse versioni nella letteratura in lingua inglese.”

They came first for the Communists, | and I didn't speak up because I wasn't a Communist. || Then they came for the Jews, | and I didn't speak up because I wasn't a Jew. || Then they came for the trade unionists, | and I didn't speak up because I wasn't a trade unionist. || Then they came for the Catholics, | and I didn't speak up because I was a Protestant. || Then they came for me, | and by that time no one was left to speak up. (citato nel monumento all'Olocausto del New England a Boston, Massachusetts)
:Vennero per i comunisti | e io non parlai perché non ero un comunista. || Quindi vennero per gli Ebrei, | e io non parlai perché non ero un Ebreo. || Quindi vennero per i sindacalisti | e io non parlai perché non ero un sindacalista. || Quindi vennero per i cattolici, | ed io non parlai perché ero un protestante. || Quindi vennero per me | e a quel punto non rimaneva nessuno che potesse alzare la voce.
First they came for the Communists, and I didn't speak up, | because I wasn't a Communist. || Then they came for the Jews, and I didn't speak up, | because I wasn't a Jew. || Then they came for the Catholics, and I didn't speak up, | because I was a Protestant. || Then they came for me, and by that time there was no one left, | to speak up for me. (citato nel Time, 28 agosto 1989)
:Prima vennero per i comunisti, e non alzai la voce, | perché non ero un comunista. || Quindi vennero per gli Ebrei, e non alzai la voce, | perché non ero un Ebreo. || Quindi vennero per i cattolici, e non alzai la voce, | perché ero un protestante || Quindi vennero per me, e a quel punto non vi era rimasto più nessuno | che potesse alzare la voce per me.
First they came for the Socialists, and I didn't speak up, | because I wasn't a Socialist. || Then they came for the Trade Unionists, and I didn't speak up, | because I wasn't a Trade Unionist. || Then they came for the Jews, and I didn't speak up, | because I wasn't a Jew. || Then they came for me, and there was no one left | to speak up for me. (la variante che si trova nella maggior parte dei manifesti e poster in lingua inglese)
:Prima vennero per i socialisti, e io non alzai la voce | perché non ero un socialista. || Quindi vennero per i sindacalisti, e io non alzai la voce | perché non ero un sindacalista || Quindi vennero per gli ebrei, e io non alzai la voce | perché non ero un ebreo. || Quindi vennero per me, e non vi era rimasto più nessuno | che potesse alzare la voce per me.
Prima vennero

“Robert Marshall scoprì la prova che fece saltare in aria la versione dei fatti resa da Compagnoni. La prima relazione di Mountain World 1955 sulla spedizione, a firma di Desio, riportava una foto della vetta (che non sarebbe più apparsa in seguito) nella quale Compagnoni appare portando sul viso la maschera per l'ossigeno mentre si alimentava dalle bombole che aveva asserito di aver esaurito due ore prima, tanto da aver dovuto gettare via la stessa maschera!”

dalla recensione fatta a The Mountains of My Life in American Alpine Journal n. 76 - 2002 http://c498469.r69.cf2.rackcdn.com/2010/2010_BACK_WEB/362_BookReviews_aaj2010_web.pdf
Origine: Citato in Walter Bonatti, K2. La verità. Storia di un caso http://books.google.it/books?id=tOBBE_xADLkC&pg=PA239&lpg=PA239#v=onepage&q&f=false, p. 239, Baldini Castoldi Dalai, 2003. ISBN 8884904315

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“Stimo e ammiro Renato Zero non solo come cantante ma anche come essere umano. Renato Zero conquista il pubblico perché rappresenta la libertà raggiunta con la micidiale arma del candore. Mi dà l'impressione di un anarchico pieno di lustrini e misticismo che potrebbe essere la versione moderna di un santo di ieri.”

Tomás Milián (1933–2017) attore cubano

Citazioni di Tomás Milián
Origine: Dall'intervista di Cristina Maza, Perché vi piace Renato Zero?, 1979, [//www.lealtrespeziedizenzero.com/1979_perchepiace_1.jpg p. 18].

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“Servendosi di essi [i mass media] la Chiesa «predica sui tetti» il messaggio di cui è depositaria; in loro essa trova una versione moderna ed efficace del pulpito.”

Papa Paolo VI (1897–1978) 262° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

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Evangelii Nuntiandi

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“Creatore del conte Dracula, prototipo di quel vampiro prestatosi a innumerevoli reincarnazioni letterarie e cinematografiche tanto da apparire persino in versione transessuale, Bram Stoker era romanticamente attratto dai travestimenti criminali e dall'arte del raggiro.”

Antonio Debenedetti (1937) scrittore e critico letterario italiano

Origine: Da I criminali di Bram Stoker https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/02/criminali_Bram_Stoker_co_9_091102026.shtml, Corriere della Sera, 2 novembre 2009.

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“Ho voluto rendere un omaggio a Mina perché è un punto di riferimento imprescindibile per tutte le interpreti femminili.”

Irene Grandi (1969) cantautrice italiana

sulla sua versione di "Sono come tu mi vuoi"
citato in Gigi Vesigna, Irene Grandi: punto e a capo, Famiglia Cristiana, n. 24, 17 giugno 2007

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“[Su Il testimone Vip, quarta stagione del suo programma, nella quale intervista personaggi conosciuti] L'idea è conoscerne l'altro lato. Ma in effetti adesso sono un po' preoccupato. Non vorrei che chi amava il programma pensasse che ho tradito lo spirito. Tornerò di sicuro alla versione classica. È un esperimento, ma l'approccio è lo stesso… alla base c'è la mia curiosità che non deve essere snob o a senso unico.”

Pif (1972) conduttore televisivo e scrittore italiano

Origine: Citato in Aldo Grasso, Pif intervista i vip ma la star è lui https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/07/Pif_intervista_vip_star_lui_co_9_110407124.shtml, Corriere della sera, 7 aprile 2011, p. 63.

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“Io voglio ringraziare Travaglio, perché ha detto l'assoluta e pura verità. Assolutamente. La versione che ha dato degli avvenimenti è quella esatta. […] Io ho conosciuto due Berlusconi: il Berlusconi imprenditore privato che comprò Il Giornale -e noi fummo felici di venderglielo, perché non sapevamo come andare avanti- su questo patto: tu, Berlusconi, sei il proprietario de Il Giornale, io, direttore, sono il padrone del Giornale, nel senso che la linea politica dipende solo da me. Questo fu il patto fra noi due. Quando Berlusconi mi annunziò che si buttava in politica, io capii subito quello che stava per succedere. Cercai di dissuaderlo […] ma tutto fu inutile. Dal momento in cui lo decise mi disse: "Ora Il Giornale deve fare la politica della mia politica". Ed io gli dissi: "Non ci pensare nemmeno". Allora lui riunì la redazione come ha raccontato Travaglio -e questo lo fece a mia totale insaputa- e disse: "D'ora in poi Il Giornale farà la politica della mia politica". E a quel momento me ne andai, cos'altro potevo fare? […] Nella mia vita ci sono stati due Berlusconi, completamente opposti […] questo fa parte del ritratto di Berlusconi. […] Come capo politico è quello che io ho conosciuto in quei brutti giorni in cui scorrettamente, nella maniera più scorretta e più volgare, saltandomi, radunò la redazione de Il Giornale per dirgli "Qui si cambia tutto" all'insaputa del direttore. Se questo sembra a Feltri un modo di procedere democratico e civile, è affar suo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

risposta telefonica a Marco Travaglio e Vittorio Feltri durante la trasmissione Il Raggio Verde, 23 marzo 2001

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“Perché spendere per una nuova traduzione quando si gode di un redditizio monopolio che permette di lucrare sulla versione esistente fino al 2056?”

Maria Chiara Pievatolo (1963) accademica italiana

Origine: Sette scritti politici liberi, Introduzione, Dal privilegio intellettuale alla censura, p. 16

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“Il comico Beppe Grillo ha dato vita al consueto paradosso di chi dice di voler fare "antipolitica". In realtà il suo è stato un riuscito rito liberatorio, versione civilizzata di quelli celebrati presso certe tribù primitive dove lo stregone che aveva sbagliato o abusato veniva linciato dai suoi ex fedeli e, in qualche caso, mangiato. Grillo ha colto l'ondata di risentimento che c'è nel paese mettendo a bollire in un unico calderone richieste sacrosante e altre di chiaro sapore qualunquistico. È vero che grida vendetta vedere in parlamento dei condannati a pene definitive. Ma prendersela in blocco con le case degli onorevoli è invece demagogia; nel mucchio ci sono autentiche situazioni di privilegio accanto ad altre legittime che risalgono a decenni fa. Attaccare in blocco i partiti è una sciocchezza. I partiti sono stati i tiranti, i tendini di un paese molto diviso, spesso hanno garantito loro, in mancanza d'altro, una riconoscibilità nazionale. Non i partiti in sé ma la loro degenerazione, la loro trasformazione in macchine elettorali o di sottogoverno, è la malattia politica da curare; così come la presa soffocante d'una politica degenerate sulla vita di singoli cittadini e delle loro imprese. Il guaio per Grillo, e per tutti noi, è che quando s'è consumato il rito liberatorio, dopo aver ucciso lo stregone o avergli gridato in piazza un vituperio, l'antipolitica non conta più niente e non porta a niente. L'antipolitica raccoglie un sintomo, lo interpreta, lo potenzia ma non ha nessuna terapia da proporre. Fino a quando non diventa essa stessa politica. È questo il paradosso.”

Corrado Augias (1935) giornalista italiano

da la Repubblica dell'11 settembre 2007

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