Frasi su autore
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“Il disegno dei borghi fu commesso, con opportuna delibera, ad otto architetti siciliani; perché fin dal suo sorgere (nella luce nuova delle opere e dei giorni attesi) l'edilizia rurale dell'appoderamento ripetesse dagli autori e inventori, nati nell'isola, forme congeniali alla natura e ai paesi di Sicilia: direi al senso del suo costume e della sua storia mediterranea, al suo essere: antico e nuovo. E davvero le forme han corrisposto, per felicità intera e nativa, all'aspettazione ed alla fede. Ho veduto i raduni bianchi dei cubi nella immensità della terra, quasi gregge portatovi da Geometria: e una limpida disciplina di masse, riquadri, diedri, gradi; e li avviva una grazia semplice, un'opportunità dell'atto, una speranza. E mi parvero già custoditi dal senno: non nati dall'arbitrio tetro, come può accadere a chi ha matita tra mano da fare i rettangoli, e soltanto matita. E vi erano brevi, puri portici: tinti alla calce i volti, i pilastri: e a sfondo il sereno. Archi a sesto, campiti di turchese. E la torre. Sul lastrico del cortile erano portate le ombre, come ore. E gli sgrondi cadevano alla serpentina lunga dei tegoli veduti in taglio, quasi ghirigoro o belluria: ma non ghirigoro, disegno sano anzi e venuto da necessità. E la porta era accesso già sacro, e la cucina in luce, con l'acquaio, pareva sbandire tutti i mali del luogo come dèmoni il fulgore dell'Arcangelo.”

Carlo Emilio Gadda (1893–1973) scrittore italiano

Origine: Da I nuovi borghi della Sicilia rurale http://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/resources/essays/borghisici.php, La Nuova Antologia, Roma, 1941, 1° febbraio 1941, p. 7.

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“Montherlant: un autore di teatro meraviglioso, discusso da dei pigmei.”

Gabriel Marcel (1889–1973) filosofo, scrittore e drammaturgo francese

Origine: Dall'intervista di Vittorio Abrami, Colloquio con Gabriel Marcel http://digital.sturzo.it/spogliogenerale/1963/19630327/20/5/acoll, Il Popolo, 27 marzo 1963.

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“Adesso che sono finalmente venuto in Sicilia, ho desiderio di conoscerla bene, non solo attraverso gli autori che ho letto, Verga, Sciascia, Tomasi di Lampedusa e soprattutto Pirandello. Voglio conoscerne le differenze e sono molto curioso di scoprire Palermo.”

Orhan Pamuk (1952) scrittore e saggista turco

Origine: Citato in Eleonora Lombardo, Diario da Taobuk: il Nobel Orhan Pamuk, l'innocenza contro i muri del mondo http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/09/21/news/diario_da_taobuk_il_nobel_orhan_pamuk_e_i_muri_dell_umanita_-123360254/, Repubblica.it, 21 settembre 2015.

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“Satira (s. f.). Genere antiquato di composizione letteraria in cui vizi e follie dei nemici personali dell'autore venivano presentati con una tenerezza un po' lacunosa.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 160
Dizionario del diavolo

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“[Su Gomorra - La serie] Il problema è un altro, sottinteso al titolo. Contrariamente alla natura del libro, che si basa su vicende reali, quella trasmessa su Sky è una fiction. Ma questa differenza non viene percepita. Le persone che vedono Scarface non credono che quello sia il volto di Miami e della Florida, perché sanno che è un'opera inventata. Invece nel caso di Gomorra c'è un corto circuito tra i fatti raccontati nel libro attraverso la mediazione letteraria di Saviano e la creazione verosimile ma fantasiosa della serie tv. Gli autori hanno fatto una scelta legittima, quella di prendere spunto da un pezzo della realtà napoletana e impostare una visione intrisa di verosimiglianza. Ma non viene mai sottolineata la distanza tra le pagine di Saviano, che dieci anni fa hanno dato un contributo importante e originale nel far conoscere le dinamiche della camorra campana, e la narrazione televisiva che va in onda oggi. La stessa ambiguità va tenuta presente nel momento in cui si valuta il rischio di emulazione verso i personaggi dello schermo. Io non ritengo che la serie tv spinga verso l'emulazione. Certo, non ci sono figure positive nella saga dei Savastano ma è una caratteristica comune ad altre fiction: ne esistono di molto più violente, con personaggi decisamente spietati. So che i ragazzi che tendono a identificarsi con i modelli di Genny e Ciro non hanno bisogno certo di ispirarsi a camorristi della televisione, perché crescono a contatto con la presenza criminale: è uno degli aspetti più drammatici della condizione giovanile in alcune zone della Campania, dove spesso mancano gli stimoli a crescere nella legalità e le alternative al richiamo dei clan sono rare. Allo stesso tempo […] c'è una fascia di pubblico in cui la visione di Gomorra innesca una riflessione e contribuisce a scuotere le coscienze.”

Raffaele Cantone (1963) magistrato italiano

Origine: Da Cantone: la mia Napoli non è solo Gomorra, in quella fiction manca la speranza http://www.repubblica.it/cultura/2016/06/02/news/la_mia_napoli_non_e_solo_gomorra_in_quella_fiction_manca_la_speranza-141117901/, Repubblica.it, 2 giugno 2016.

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“Quando le sinagoghe e i cimiteri ebraici devono essere sorvegliati come nei paesi islamici dove i mausolei cristiani ed ebraici sono distrutti perché la libertà di espressione e di fede non è un diritto costituzionale, questa è Eurabia. Il dialogo euro-arabo ha importato in Europa la tradizione anticristiana e antiebraica dell'islam inscritta nell'ideologia jihadista da tredici secoli. Quando in Europa critici dell'islam, musulmani e non musulmani, devono nascondersi o vivere sotto la protezione delle guardie del corpo, come Geert Wilders e molti altri, questa è Eurabia. Le celebri caricature di Flemming Rose, riprese anche da altri giornali, a cui hanno fatto seguito le minacce di morte al filosofo francese Robert Redeker, autore di un articolo, ritenuto blasfemo, apparso su Le Figaro il 19 settembre 2006, hanno esasperato l'opinione pubblica. Quando l'insegnamento nelle università, nella cultura, nell'editoria viene controllato in gran parte dalla Anna Lindh Foundation o dalla Alleanza delle civilizzazioni (strumento dell'Organizzazione della conferenza islamica, ndr), questa è Eurabia. Quando i bambini ebrei non possono frequentare una scuola pubblica senza essere aggrediti e i ragazzi ebrei sono minacciati per strada, o rapiti e uccisi come il francese Ilan Halimi, questa è Eurabia. Quando dimostrazioni islamiche di massa nelle città europee invocano la distruzione di Israele, questa è Eurabia. I nostri multiculturalisti non ci danno le chiavi per conciliare i valori della sharia con quelli della laicità europea, i contenuti della Carta islamica dei diritti umani con quelli della Dichiarazione universale, l'espandersi dell'imperialismo islamico e i principi di libertà e uguaglianza tra i popoli e tra i sessi.”

Bat Ye'or (1933) saggista egiziana

Origine: Citato in Giulio Meotti, L'eurabia è dentro di noi http://www.ilfoglio.it/articoli/2009/07/26/leurabia-e-dentro-di-noi___1-v-114624-rubriche_c154.htm, Il Foglio.it, 26 luglio 2009.

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“Quella della musica è una delle tre vie per le quali l'anima ritorna al Cielo.”

Torquato Tasso (1544–1595) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

da Esposizioni dell'autore d'alcune sue rime, in Opere, nota al sonetto CXXXVIII

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“L'affresco de "La dolce vita" è grandioso e plasticamente esemplare: l'autore non si sofferma a descrivere la degradazione in cui versa l'aristocrazia e quella meno sintomatica dei tempi che emerge dalla "notte del falso miracolo", ma anche la degradazione su cui poggia il mito della donna-sesso e della "diva" e il mondo che li circonda (due fenomeni di isterismo collettivo, quelli del miracolo e della diva, che tanti punti hanno in comune).”

Guido Aristarco (1918–1996) critico cinematografico e sceneggiatore italiano

da Cinema nuovo, IX, 143, Milano, gennaio-febbraio 1960
Origine: Citato in Claudio G. Fava, I film di Federico Fellini, Volume 1 di Effetto cinema, Gremese Editore, 1995, p. 96 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA96. ISBN 8876059318

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“Mango è stato un caso unico nella musica leggera italiana: ha saputo coniugare raffinata melodia con un pizzico di sperimentalismo vocale e con una spruzzata di sensazioni etniche, senza perdere di vista né il rock né la canzone d'autore, generi da cui ha sempre evitato accuratamente di attingere qualsiasi effetto, accordo, prassi in qualche modo prevedibile.”

Mario Luzzatto Fegiz (1947) giornalista, critico musicale e saggista italiano

Origine: Da Mango, la voce divenuta strumento che ha rinnovato la musica leggera http://www.corriere.it/spettacoli/14_dicembre_08/mango-morto-voce-divenuta-strumento-innovatore-musica-leggera-9016ab1a-7ed4-11e4-bf8b-faa9d359f85b.shtml, Corriere.it, 8 dicembre 2014.

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“Si possono citare dei brutti versi quando sono di un grande autore.”

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (1741–1803) scrittore, generale e inventore francese

1999, p. 13
I legami pericolosi

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“De Mita fa riferimento alla sua indubbia intelligenza politica, ma omette di ricordare che in Campania è autore, insieme a Bassolino, di una feroce macchina di potere di stampo feudale.”

Francesco Pionati (1958) politico e giornalista italiano

Origine: Citato in Pionati: De Mita segretario in Campania apre autostrada a UDC http://ciroaquino.go.ilcannocchiale.it/post/1428193.html, Il Cannocchiale.it, 1° aprile 2007.

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“Ho letto successivamente alcuni testi sulla bhakti, alcune citazioni di autori chassidici e un brano di Francesco di Assisi, vi aggiungo alcune parole buddhiste, e ancora una volta sono colpito dal fatto che è la stessa cosa.”

René Daumal (1908–1944) scrittore e filosofo francese

Origine: Da Cahiers du Sud; citato in Paola Ricci Sindoni, Filosofia e preghiera mistica nel Novecento: Edith Stein, Simone Weil e Adrienne von Speyr, EDB, Bologna, 1997, p. 29. ISBN 88-10-41112-9

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“[Su La dolce vita] Mi sono ben guardato dal parlare di visibilità. […] Il film è veritiero, ed è perché colpisce orribilmente la vita di molti, che taluni hanno reagito anche sulla stampa: vi si sono visti descritti ed hanno avuto paura di se stessi. Ma tutto questo deporrà per le qualità notevolissime dell'autore, non per la visibilità del film.”

Giuseppe Siri (1906–1989) arcivescovo cattolico e cardinale italiano

Origine: Dalla lettera di risposta a Montini, 13 febbraio 1960; citato in Antonio Carioti, E Siri difese «La dolce vita» dopo le censure di Montini https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/settembre/09/Siri_difese_dolce_vita_dopo_co_9_080909096.shtml, Corriere della Sera, 9 settembre 2008, p. 41.

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“I grandi classici, sono sempre degli scrittori "radicali", nel senso più proprio del termine, in quanto, appunto, "vanno alla radice delle cose", esplorano, sommuovono le profondità dell'essere, come un aratro che rovescia le zolle e ne mostra il lato a lungo nascosto. Rappresentare l'essere significa necessariamente tornare verso le origini, rimontare all'indietro o scendere in profondità al di là della civilizzazione. In ogni grande classico l'elemento barbarico, primitivo, è almeno altrettanto forte di quello che esprime la civiltà e la cultura. Dioniso sta dietro ad Apollo, ed è da lui che viene la forza primigenia del grande autore: prima di prender forma, prima di assumere l'involucro armonico che più facilmente scorgiamo, c'è uno sconvolgimento tellurico che cambia la forma del territorio e inonda di lava gli ordinati assetti dei letterati comuni, dei prosecutori, dei continuatori e degli esegeti. Chi vede solo Apollo, vede solo una metà del classico, e non sempre quella più significativa. In conclusione, niente è meno imitabile del processo attraverso il quale il grande classico arriva a costruire la sua opera. Secondo la nostra ottica, infatti, grande classico è l'artista che, per costruire un ordine, deve necessariamente spazzarne via molti altri. Di conseguenza, ciò che lui fa è talmente specifico e peculiare da non poter essere mai veramente ripetuto.”

Alberto Asor Rosa (1933) critico letterario italiano

Origine: Dal saggio introduttivo presente in Letteratura italiana. [Le opere], a cura di Alberto Asor Rosa, Einaudi, Torino, 1992, vol. I (Dalle origini al Cinquecento); citato in Alberto Asor Rosa, È un "classico", come mi inquieta http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/20/un-classico-come-mi.html, la Repubblica, 20 novembre 1992.

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“Grisi era scrittore di vaglia e generoso organizzatore di cultura. Ai giovani giornalisti del Secolo, autori di libri, capitava di vincere premi letterari esclusivamente grazie al suo intervento.”

Mauro Mazza (1955) giornalista italiano

da I ragazzi di via Milano: cronache e ricordi di un Secolo d'Italia fa, Fergen, Roma, 2006, p. 56

“Un buio assoluto totale, simile a quello che avrà assillato l'ignoto autore dei bisonti volanti ad Altamira quando, in qualche notte senza luna, avrà messo il naso fuori della sua caverna… solo chi ha visto quel buio, presumibilmente (intendo quel vuoto assoluto di forme, di spiragli, di chiarori) può davvero capire il Disegno.”

Gianni de Luca (1927–1991) fumettista e pittore italiano

citato in Il commissario Spada, Black Velvet Editrice, Edizioni BD, 3° volume; in Renato Pallavicini, l'Unità, 2008, Le geometrie della mente di De Luca e Escher http://conversazionisulfumetto.wordpress.com/2013/05/15/le-geometrie-della-mente-di-de-luca-e-escher/
Origine: Vedi Grotte di Altamira.

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“Se ho il torto di amare autori «reazionari» come Montherlant e Rebatet e Michel de Saint-Pierre, se ancora indugio su Proust e Gide e Bernanos e Mauriac e Maurois, lapidatemi.‬”

Enzo Giudici (1920–1985) accademico, scrittore e critico letterario italiano

Origine: Da ‪Memorie e pensieri di un cattedratico, Giovanni Volpe Editore, Roma, 1975, p. 44.

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“L'attore può portare un grande contributo linguistico al film senza per questo sottrarre nulla all'autonomia e alla libertà di espressione dell'autore.”

Gian Maria Volonté (1933–1994) attore italiano

1984; citato in Un attore contro. Gian Maria Volonté. I film e le testimonianze., a cura di Franco Montini e Piero Spila, ed. BURsenzafiltro

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