Frasi su lavoro
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“Bruno Vespa fu un giornalista a totale e completo servizio della Prima Repubblica; nelle veste di bardo della Democrazia Cristiana, remunerato con la direzione del Tg1, prono agli ordini dei suoi padroni di turno e veri datori di lavoro, vale a dire i vari segretari del Biancofiore, e il cui unico atto di coraggio di una vita da domestico fu di' ammettere di esserlo quando (ma erano ormai gli ultimi giorni di' Saigon) disse «il mio editore di riferimento è la Dc.»”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Bruno Vespa sta alla prima Repubblica come Mario Appelius sta al Fascismo.
Origine: Da Goebbels fra i Padri della Patria http://www.massimofini.it/1840list.las?-nothing=&-Token.XK=X002190088&-Token.XKAction=.search&-Token.XKError=9000%2F9040Response.las&-Token.moreID=&-Database=iOrgDBmassimofini&-Table=Txt&-Response=1840list.las&-MaxRecords=10&-Token.XMessID=0A00230304f5625481NoW35F075E&Web=massimofini&-op=eq&Web=massimofini&-op=eq&Section=10&Status=3&Klass=1&-op=lt&InDate=2010-02-03+15%3A27%3A05&-op=gt&OutDate=2010-02-03+15%3A27%3A05&Type=Visitatori&-sortField=AcquireDate&-sortOrder=Descending&-MaxRecords=8&-Token.Key=Pensiero&-Token.SubKey=Giornalista&-Token.MenuLevel=2&-op=cn&Title=&-op=cn&Abstract=&-op=cn&Text1=&-op=cn&Text2=&-Operator=gte&AcquireDate=1997-7-16+00%3A00%3A00&-Operator=lte&AcquireDate=1997-7-16+23%3A59%3A59&-Operator=&AcquireDate=&-Operator=&AcquireDate=&-op=eq&-op=eq&P9=2&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq, Il Borghese, 16 luglio 1997.

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“Torino non era una copia in piccolo di Parigi anche perché, a differenza di questa, non fu città di sommosse, di barricate. È una città che produce eccentrici, solitari, genialoidi e talora tipi geniali, outsider, scrittori e pittori isolati, qualche anarchico ma teorico, di rado bombarolo, provoca omicidi e suicidi (per questi ultimi, una delle più alte, se non la più alta, percentuale italiana, in triste gara con Trieste, la città al confine opposto), ma la massa è di gente pacata, di sudditi, spesso brontoloni e ipercritici ma, alla fine, obbedienti. Nella sua storia non cacciò mai i suoi duchi e poi re, non complottò contro di essi. A differenza di Parigi, periodicamente sulle barricate, Torino insorse solo due volte. Ed entrambe non per fumosi obiettivi ideologici, ma per la concretezza del pane: nel 1864 quando, a tradimento, giunse il trasferimento della capitale; e nel 1917, quando lo Stato chiedeva di digiunare con le razioni di guerra e al contempo di faticare a ritmi accelerati nelle fabbriche che producevano per il fronte. Movimento ci fu anche negli ultimi giorni dell'aprile del 1945. Ma, pure qui, per una questione molto concreta: soprattutto per impedire la distruzione di impianti industriali, dal cui lavoro sarebbe dipesa la vita futura. Ancora una volta, al mito della «lotta di classe», prevalse la consapevolezza, dettata dal buon senso, che gli interessi degli imprenditori coincidevano con quelli dei dipendenti. Senza fabbriche, niente guadagni per il padrone; ma neanche pane per i lavoratori.”

cap. III
Il mistero di Torino

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“Il lavoro continuo è stupido come il riposo continuo.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

16 agosto 1906; Vergani, p. 241
Diario 1887-1910

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“Nel fondamentale gruppo di disegni ora a Windsor, che lo stesso Canaletto cedette al console Smith e che almeno in parte dovette eseguire per lui appositamente, mentre mancano gli appunti documentari e gli schizzi del tutto sommari, la varietà è notevole in quanto a carattere e grado di finitezza, ed è da mettere in relazione ai diversi momenti dell'artista in oltre trent'anni di lavoro. Si va da riprese sintetiche macchiate con vigore, ad altre tratteggiate regolarmente con un andamento incisorio, ed altre ancora a contorni lineari e con ombre acquarellate. Ma non basta, perché in qualche caso Canaletto si esercitò a ripetere fedelmente nella terza maniera, quasi con una diversa strumentazione, lo stesso soggetto già realizzato nella seconda: così da darci l'occasione di riflettere sulla parte dominante che talvolta dovette avere per lui la intenzione stilistica. Potrebbe darsi che i diversi modi di Canaletto disegnatore venissero in se stessi variamente apprezzati. Sarebbe sulla linea critica ormai tradizionale una preferenza agli schizzi sommari esprimenti di getto impressioni e idee in pochi tratti essenziali. Se però da tale orientamento, che certamente può essere motivato, si passasse, anche in modo non esplicito, a mettere da parte certi disegni finiti semplicemente perché tali, ciò rischierebbe di portare ad un accademismo alla rovescia e ad una incomprensione non solo della posizione storica di Canaletto ma dei risultati che egli seppe raggiungere in quei disegni. Non giova contrapporre l'estro lirico ad una meditata stesura, ma interessa piuttosto di riconoscere liberamente dove anche nei disegni più finiti la vibrazione poetica ha un battito inconfondibile, anche se tutti gli strumenti e gli accorgimenti sono stati usati, come del resto nei quadri e nelle miracolose incisioni dello stesso Canaletto.”

Vittorio Moschini (1864–1940) politico e storico dell'arte italiano

Canaletto
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“I milanesi sono produttivi, con una profonda visione etica del lavoro, un forte senso della giustizia sociale, della trasmissione del benessere alle generazioni future e con un rispetto totale della civiltà, dei diritti, della tolleranza e della solidarietà.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Dall'intervista di Elisabetta Soglio, Veronesi: «Sala vero civil servant, continuerà quanto fatto da Pisapia» http://milano.corriere.it/notizie/politica/16_gennaio_11/veronesi-sala-vero-civil-servant-continuera-quanto-fatto-pisapia-237f7bbc-b84e-11e5-8210-122afbd965bb.shtml, Corriere.it, 11 gennaio 2016.

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“[Sul Governo Renzi] Renzi riconosca che non ha il consenso delle persone oneste, dei lavoratori e di chi cerca lavoro.”

Maurizio Landini (1961) sindacalista italiano

Origine: Citato in Siluro di Landini a Renzi «Gli onesti non ti votano» Esplode la guerra rossa http://www.ilgiornale.it/news/politica/siluro-landini-renzi-onesti-non-ti-votano-esplode-guerra-1069760.html, il Giornale.it, 22 novembre 2014.

“Roddy Young: Hard Rock: Lavoro duro, porca zozza!”

Domenica Luciani (1962) scrittrice italiana

Tostissimo!, Intro

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“[Sul caso Ruby] Tutto si risolverà in una tempesta di carta: vedrete che alla fine verrà fuori che non è stato altro che un atto di solidarietà che mi sarei vergognato di non fare, e invece l'ho fatto, lo faccio continuamente perché sono fatto così da sempre. Da sempre conduco un'attività ininterrotta di lavoro, se qualche volta mi succede di guardare in faccia qualche bella ragazza… meglio essere appassionati di belle ragazze che gay.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2010
Origine: Citato in Ruby, Berlusconi attacca gli omosessuali: "Meglio guardare ragazze che essere gay" http://www.repubblica.it/politica/2010/11/02/news/caso_ruby_berlusconi_preferisce_scherzare_avrei_da_sistemare_una_certa_ruby_-8660303/, Repubblica.it, 2 novembre 2010.

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“Mi sento un'operaia del cinema, faccio il mio lavoro e sono privilegiata perché lo amo tanto e mi fa crescere come persona.”

Micaela Ramazzotti (1979) attrice italiana

Origine: Dall'intervista Micaela Ramazzotti e il successo di «Un matrimonio: «Raccontiamo un candore ormai sparito»» http://www.sorrisi.com/2014/01/19/micaela-ramazzotti-intervista-un-matrimonio/, Sorrisi.com, 19 gennaio 2014.

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“Noi, che siamo il motore della CdL, se vogliamo trarre un insegnamento dagli anni passati, dobbiamo aver ben chiaro che va battuta definitivamente quell'utopia secondo cui i lavori non hanno pari dignità.”

Gianfranco Fini (1952) politico italiano

Origine: Dal palco di una manifestazione a Roma del 13 ottobre 2007; citato da Avvenire il 14 ottobre 2007.

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“In una società dove esiste, sotto qualunque forma, lo sfruttamento o la violenza, il denaro non può assolutamente rappresentare il lavoro.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Citato in Saggezza dell'Oriente, p. 70

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“Le società operaie molto hanno giovato all'Italia, moltissimo devono giovare per l'avvenire; il lavoro è virtù; il lavoro è libertà; benedetti coloro che lavorano!”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

Alla Società degli operai — Asti, Pisa, 14 novembre 1862; p. 299
Scritti politici e militari, ricordi e pensieri inediti

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“«La fede senza lavoro è morta»: questo era il motto che Trotsky scelse per sé in quei giorni decisivi [della primavera del 1897].”

Max Eastman (1883–1969) saggista, scrittore e critico letterario statunitense

Origine: Il giovane Trotsky, p. 64

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“Cosa si mangia di speciale a Torino? Esiste un ambiente di lavoro molto particolare, sei contagiato: un'atmosfera che serve nella vita e in panchina. La principale caratteristica alla Juve è la testa bassa. L'umiltà rispetto a quello che si vince, che è sempre tanto. Il club ti in­segna l'importanza degli one­ri: ti mette nelle condizioni giuste per dimostrare quanto vali, ma poi tu devi dare il mas­simo. A quel punto vinci e ti go­di gli onori. Ma per poco per­ché devi rivincere subito dopo. Ecco, il successo è spesso un sollievo più che una gioia […]. Certo, al Barcellona predili­gono l'estetica, la bellezza o anche solo il divertimento, mentre la Juventus è meravi­gliosamente pratica. Confesso che nei miei anni in biancone­ro non è mai entrato un diri­gente a dirci: "Mi raccomando, oggi giochiamo bene."”

Gianluca Vialli (1964) allenatore di calcio, ex calciatore e commentatore televisivo italiano

Più e più volte, la frase era: "Mi rac­comando, oggi vinciamo".
Origine: Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in Vialli: "Juve club speciale, non ci chiedevano di giocare bene, solo il successo. Lippi il maestro. Allegri adattissimo a mentalità bianconera" http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/gazzetta-vialli-juve-club-speciale-non-ci-chiedevano-di-giocare-bene-solo-il-successo-lippi-il-maestro-allegri-adattissimo-a-mentalita-bianconera-346434, Tuttojuve.com, 26 novembre 2016.

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“I giovani devono essere più determinati nel trovare il lavoro, perché ci sono molte opportunità, spesso colte da altri, proprio perché loro non hanno voglia di coglierle. Questo stimolo, legato al fatto che o non ne hanno bisogno o non c'è la condizione di fare certe cose.”

John Elkann (1976) imprenditore italiano

Origine: Citato in John Elkann: "Molti giovani non trovano lavoro perché stanno bene a casa" http://www.repubblica.it/economia/2014/02/14/news/john_elkann_giovani_non_trovano_lavoro_perche_stamnno_bene_a_casa-78592759/, Repubblica.it, 15 febbraio 2014.

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“Penso che l'idea del matrimonio sia molto romantica, veramente, e nella pratica può essere una cosa molto bella. Eppure non credo che sia naturale essere monogami. Potrei essere condannata per questo, ma penso che la monogamia richieda lavoro. Un sacco di lavoro.”

Scarlett Johansson (1984) attrice e cantante statunitense

Origine: Dall'intervista di Amanda Petrusich, Playboy, 14 febbraio 2017; citato in Enrica Iacono, Scarlett Johansson: "La monogamia non è naturale, la gravidanza una liberazione" http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/scarlett-johansson-monogamia-non-naturale-gravidanza-1364714.html, il Giornale.it, 15 febbraio 2017.

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“Lo sanno tutti nel mondo dello spettacolo, in Rai si lavora solo se ti prostituisci o se sei di sinistra. In Rai non c'è nessuno che non sia stato raccomandato, a partire dal direttore generale che non è stato certo scelto attraverso una ricerca di mercato.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2007
Origine: Citato in Berlusconi: «In Rai lavora solo chi si prostituisce o è di sinistra» http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2007/12/berlusconi-rai.shtml?uuid=5fa65ae6-af08-11dc-8731-00000e25108c&DocRulesView=Libero&refresh_ce=1, ilSole24Ore.com, 20 dicembre 2007.

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“Il lavoro, il lavoro duro, unisce e annulla le differenze.”

Licia Troisi (1980) scrittrice italiana

Origine: Da I Dannati di Malva, Telkar

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“Molte persone mi stanno chiedendo di "aderire" alla campagna Stop Vivisection. Vorrei chiarire: Stop Vivisection e tutto ciò che ruota intorno a questa iniziativa è frutto del mio personale impegno e del mio lavoro parlamentare e politico!!!”

Sonia Alfano (1971) politica italiana

Origine: Da un post https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10151622665772364&id=40869527363&fref=nf sulla sua pagina Facebook 13 ottobre 2013.

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“Fare il comico oggi penso che sia un lavoro di grande goduria. I comici sono dei grandi masturbatori.”

Roberto Benigni (1952) attore, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano

E l'alluce fu

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“[A proposito di Shia LaBeouf] Oh, io amo questo ragazzo. È uno dei migliori attori che io abbia mai visto. È un ragazzo pieno di talento e impegno, vive il lavoro come nessun altro, lasciate che ve lo dica. Ho avuto la fortuna di lavorare con un sacco di attori e, lasciate che ve lo dica ancora, è uno dei migliori che io abbia mai visto.”

Brad Pitt (1963) attore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Da un'intervista rilasciata a Gq; citato in Brad Pitt su Shia LaBeouf: amo questo ragazzo http://www.glamour.it/uomo/celebrities-uomo/2015/06/15/compleanno-shia-labeouf-stima-brad-pitt-fury/, Glamour.it, 19 giugno 2015.

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“Sì, sì sì, il presidente d'una repubblica democratica fondata sul lavoro non appartiene a se stesso. E allora, bah, passatemi il frac.”

Tommaso Landolfi (1908–1979) scrittore, poeta e traduttore italiano

da Racconti impossibili, Vallecchi, Firenze, 1966, p. 110

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“Maria non si stupì affatto della presenza di un angelo. Fu invece l'angelo a stupirsi di lei. Maria vedeva il Creatore in tutte le creature, e vederlo negli occhi di un angelo le sembrava altrettanto sublime che vederlo in quelli di un uomo. Non la stupiva scorgere ovunque il Creatore. Era intenta a normali lavori domestici. Aveva forse un panno in mano o una spazzola di legno che a un certo punto le erano caduti non perché fosse rimasta trasecolata dall'apparizione di Gabriele, ma per lo stesso identico motivo per cui a ciascuno di noi cascano di mano le penne e gli smartphone. Gabriele ha il volto di un giovane molto bello, dai lineamenti molto delicati. Capelli leggermente ondulati, castani. Occhi verdi. Niente ali però, questo no. Solo una veste candida. È lui a stupirsi. Molto, molto più di Maria. Gabriele è un arcangelo eviterno abituato a guardare fisso l'eterno Dio, e sa bene tutta l'opaca caligine che avrebbe trovato arrivando sulla terra. Aveva ancora fresca una certa esperienza con Zaccaria (cfr Lc 1). Proprio per questo si stupì. Di Maria. Si stupì molto. Non si aspettava di vedere il Creatore guardando una creatura. Di vedere una creatura "tutta così piena di Creatore. Così stracolma, così piena di grazia, così kecharitoménê. Devo aver sbagliato strada, pensò Gabriele. Credevo d'esser sceso sulla terra, e guarda un po' sono arrivato in cielo. Si guardava attorno nella stanza mentre Maria curava cose casalinghe impercettibili a un angelo, e quel principe del cielo pensava: «Guarda un po', qui è tutto pieno di cielo. È tutto pieno degli spirituali sorrisi che si sorridono nei cieli, delle trepidanti parole che alitano su da noi nei cieli». Era molto stupito, Gabriele, di fronte a Maria. Era stupefatto. Non aveva mai visto nulla di simile. Con nessuna creatura aveva mai visto Dio comportarsi in simile modo. Gabriele disse «il Signore è con te» (Lc 1, 28) e non lo aveva mai detto a nessuno. Una cosa così non l'aveva mai detta. Era una prima volta, una primizia. Di tutta la creazione, di tutte le creazioni. Mai vista una cosa simile, pensava Gabriele, mentre Maria lo guardava e non si stupiva più di tanto. E lui proprio di questo era stupefatto. Dell'atmosfera famigliare, normale, che lo sguardo di Lei, le sue mani, la sua presenza, creavano. Lei era quasi seduta a terra (forse a filare o a pulire) e lui, che veniva dal più alto dei cieli, era molto affascinato da quelle dita, da quelle mani. E si chiedeva se stesse filando o forse solo pulendo, e si stupiva di essere affascinato da una cosa così semplice e umile.”

Mauro Leonardi (1959) giornalista italiano

Il Signore dei Sogni

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“[Su Rocco Chinnici] […] né la generale disattenzione né la pericolosa e diffusa tentazione alla convivenza col fenomeno mafioso – spesso confinante con la collusione – scoraggiarono mai quest'uomo, che aveva, come una volta mi disse, la "religione del lavoro."”

Paolo Borsellino (1940–1992) magistrato italiano

Origine: Dalla prefazione a Rocco Chinnici, L'illegalità protetta; riportata in Tsao Cevoli, Io non dimentico: Brevi storie di mafia e antimafia raccontate alla generazione del '92, Liberarcheologia, 2013, p. 117 https://books.google.it/books?id=xH9xAgAAQBAJ&pg=PA117. ISBN 8890572019

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“Amo follemente la Roma calcistica, perciò, durante il campionato, passo le domeniche davanti alla TV a tifare. Purtroppo lo stadio e il mio lavoro non vanno molto d'accordo. Finirei con l'essere totalmente afona il lunedì e non andrebbe bene.”

Federica De Bortoli (1976) attrice e doppiatrice italiana

Origine: Da Doppiatraccia: Federica De Bortoli. Bella, e che "Bella"! http://www.mpnews.it/index.php?section=articoli&category=31&id=6024/doppiatraccia-federica-de-bortoli.-bella-e-che-bella, Mpnews.it, 13 settembre 2010.

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“Se noi siamo qui a parlare liberamente in quest'aula, in cui una sciagurata voce [Benito Mussolini] irrise e vilipese venticinque anni fa le istituzioni parlamentari, è perché per venti anni qualcuno ha continuato a credere nella democrazia, e questa sua religione ha testimoniato con la prigionia, l'esilio e la morte.
Io mi domando, onorevoli colleghi, come i nostri posteri tra cento anni giudicheranno questa nostra Assemblea Costituente: se la sentiranno alta e solenne come noi sentiamo oggi alta e solenne la Costituente Romana, dove un secolo fa sedeva e parlava Giuseppe Mazzini. Io credo di sì: credo che i nostri posteri sentiranno più di noi, tra un secolo, che da questa nostra Costituente è nata veramente una nuova storia: e si immagineranno, come sempre avviene che con l'andar dei secoli la storia si trasfiguri nella leggenda, che in questa nostra Assemblea, mentre si discuteva della nuova Costituzione Repubblicana, seduti su questi scranni non siamo stati noi, uomini effimeri di cui i nomi saranno cancellati e dimenticati, ma sia stato tutto un popolo di morti, di quei morti, che noi conosciamo ad uno ad uno, caduti nelle nostre file, nelle prigioni e sui patiboli, sui monti e nelle pianure, nelle steppe russe e nelle sabbie africane, nei mari e nei deserti, da Matteotti a Rosselli, da Amendola a Gramsci, fino ai giovinetti partigiani, fino al sacrificio di Anna-Maria Enriquez e di Tina Lorenzoni, nelle quali l'eroismo è giunto alla soglia della santità.
Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all'Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile; quella di morire, di testimoniare con la resistenza e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole; quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno: di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore.
Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti.
Non dobbiamo tradirli.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Origine: Discorso pronunciato all'Assemblea Costituente nella seduta del 4 marzo 1947.

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“Il problema della Rai è che ha troppi soldi. Se si compara alla Bbc, i costi unitari sono molto più alti. Parlo di costo del lavoro unitario, il costo medio del lavoro per ogni unità di valore aggiunto. E soprattutto come sempre in Italia sono molto pagati i dirigenti. Perché l’Italia, che si vanta di essere un Paese molto egualitario, nel settore pubblico sono molto pagati i dirigenti, rispetto agli altri Paesi, e sono meno pagati invece quelli a livello più basso.”

Roberto Perotti (1961) economista italiano

Origine: Dall'intervista Spesa pubblica, Perotti: «Dalle partecipate ai troppi sussidi, ecco perché le riforme hanno fallito» http://www.corriere.it/economia/16_settembre_03/spesa-pubblica-perotti-dalle-partecipate-troppi-sussidi-ecco-perche-riforme-hanno-fallito-7998c5de-7217-11e6-a5ab-6335286216cb.shtml, Corriere.it, 3 settembre 2016.

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“Il lavoro è la mia principale preoccupazione. Cerco sempre di evitarlo.”

Giuseppe Pollicelli (1974) giornalista, poeta e regista cinematografico italiano

Origine: Da Darkwood Monitor Annual, edito a cura dello Zagor Club, Roma, 2000.

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“Sostenendo che si stia facendo un'operazione fondamentale e decisiva come quella della presunta soppressione del Senato, esattamente come presuntivamente sono state soppresse le Province, Matteo Renzi elenca i risultati che questo Esecutivo da lui guidato avrebbe portato a casa. Bene, fra questi, lui dice: «abbiamo portato a casa la riforma del lavoro, nessuno lo credeva eppure ci siamo riusciti». Lo ringrazio perché quantomeno ha parlato in italiano per uno che è abituato allo slang e allo "shish" almeno ha recuperato un pochino di sano orgoglio linguistico. Poi Matteo Renzi dice: «Poi abbiamo anche eliminato tasse giudicate a torto o a ragione insopportabili». Scusi, probabilmente qualunque contribuente potrebbe ritenere la propria tassazione una sorta di vessazione, poi poco importa se a torto o a ragione. Anche in questo caso Matteo Renzi dimostra la sua grettezza intellettuale e dunque morale perché le tasse non si tolgono a torto o a ragione perché sono considerate insopportabili. Noi abbiamo una Costituzione che ci dice che la fiscalità deve essere progressiva e questa è stata una conquista di chi adesso approva uno stravolgimento di quei principi, a torto o a ragione! Come se un Governo non si dovesse far orientare dalla ragione. Da che cosa si dovrebbe fare orientare: forse da Jim Messina, quel famoso specialista di comunicazione politica che forse lo accompagnerà casa per casa quando Matteo Renzi, così ci ha detto, dovrà andare a convincere gli italiani per il referendum confermativo. Perché a questo siamo arrivati, perché chi non ha il polso della situazione, chi non ha il controllo di quanto venga sentito dalle persone, dai cittadini, dai lavoratori, dai disoccupati, da tutti coloro che stanno pensando da troppo tempo all'emigrazione come unica via di fuga da questa situazione insopportabile, bene, chi quel rapporto non ce l'ha può anche pensare di spendere un botto di soldi per far venire un professionista statunitense di comunicazione politica.”

Nicola Morra (1963) politico italiano
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“Silvio è un esempio di vita un esempio per i bambini per come si comporta con i suoi nipoti, un esempio di lavoro e di sacrificio. Un esempio di vita. Se poi il problema è che gli piacciono le donne, qual è il problema? Lui può insegnare alla gente come si ricostruisce un paese, come si governa. Ieri una signora di 80 anni mi ha detto: "Faccia una carezza a quel fiol, Berlusconi."”

Michaela Biancofiore (1970) politica italiana

Questo vorrà pur dire qualcosa.
Origine: Durante la trasmissione radiofonica La Zanzara, Radio 24; citato in Biancofiore: "Berlusconi e le donne? Almeno è normale. Marrazzo va con i trans" http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/michaela-biancofiore-berlusconi-marrazzo-trans-1356513/, BlitzQuotidiano.it, 2 ottobre 2012.

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“Io il mio lavoro l'ho sempre amato e ho avuto fortuna di trasmettere questo amore a chi lavora con me. Ecco che cos'è la cultura del lavoro: fare proprie le difficoltà e i successi a cui l'azienda va incontro.”

Pasquale Natuzzi (1940) imprenditore italiano

Origine: Citato in Lello Parise, Santeramo, dove nasce la "cultura del lavoro", La Gazzetta del Mezzogiorno, 1997.

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“È veramente un enigma per me che cosa induce la gente a prendere il proprio lavoro con tanta maledetta serietà. Per chi? Per se stessi? Tutti quanti dobbiamo ben presto andarcene. Per i contemporanei? Per i posteri? No, rimane sempre un enigma.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Da una lettera a Joseph Scharl, un amico artista, 27 dicembre 1949; Archivio Einstein 34-207; citato in Pensieri di un uomo curioso, p. 155.
Origine: Il lato umano, pp. 94-95

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