Frasi su meno
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“Due oche di Ostenda
in guanti e mutande
pedalano in tandem
all'ombra dei dolmen
e in meno di un amen
imboccano un tunnel.”

Toti Scialoja (1914–1998) pittore e poeta italiano

Una vespa! Che spavento

“Fate tacere i critici per un anno, molto più, poco meno, ed avrete la piena rinascita dell'Arte Italiana.”

Libero Bovio (1883–1942) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Don Liberato si spassa, p. 11

“Non c'è concetto o pensiero che non possa fare a meno del linguaggio; tutta la conoscenza è illuminata in quanto è penetrata dalla parola.”

Bhartṛhari (570) poeta, scrittore e grammatico indiano

da Vākyapadīya, I.123
Origine: Citato in Kamalakar Mishra, Tantra. Lo Śivaismo del Kaśmīr, traduzione di P. Zanoni, Lakṣmī, Savona 2012, p. 197.

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“L'Europa ci incastra meno di quanto credessimo: s'è italianizzata col ritorno dell'Est ai tedeschi. Né la sua moneta, né la sua forma politica sono fatte per durare.”

Geminello Alvi (1955) economista e saggista italiano

Origine: Una repubblica fondata sulle rendite, p. 124-125

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“Basta Bierhoff a fare la differenza in questi Europei mediocri, privati di alcuni fuoriclasse da c. t. presuntuosi; un Bierhoff che Vogts non ha utilizzato neppure quando, fra squalificati e feriti, non riusciva a mettere in campo undici giocatori. C'è una sorta di nemesi, c'è una beffarda morale nel ritrovarlo nei panni del trionfatore. Dimostra quanto dico da tanto tempo: abbiamo il miglior vivaio d'Europa, bastava gestirne la ricchezza con oculatezza e buon senso per vincere. Non servono geni, non servono sofisticate ingegnerie calcistiche. Oppure Sacchi ed i suoi reggicoda vorranno farci credere che Bierhoff è un campione leggendario, che individualmente (come disse il c. t.) i nostri sono inferiori ai tedeschi e solo applicando il suo magico gioco potremmo batterli? Senza di lui l'abbiam fatto sempre. È proprio sicuro che gli attaccanti italiani (compresi quelli da lui messi all'indice) valgano meno di Klinsmann, Bierhoff, Bobic e Kuntz? Non Bestemmiamo. Crede davvero che da queste parti non ci sia gente migliore di Sammer, Reuter, Moeller, Haessler, Kohler ecc., ripudiati dai nostri club perché non riuscivano più ad emergere in un campionato duro come quello italiano? Si possono sbagliare scelte, formazioni, cambi, tattica, strategia, allenamenti ma non la corretta valutazione dei valori. L'impresa di Bierhoff, i pasticci dei ceki, l'ansimare di questa Germania orgogliosa, ma piena di vecchi, faranno capire ai trinariciuti quale irripetibile occasione abbiamo sprecato. Bastava un c. t. qualsiasi, senza l'ossessione di coltivare la propria grandezza.”

Giorgio Tosatti (1937–2007) giornalista italiano

da Bierhoff è la conferma che eravamo i migliori https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/02/Bierhoff_conferma_che_eravamo_migliori_co_0_9607022875.shtml, 2 luglio 1996
Dal Corriere della sera

“Le donne nere sono meno attraenti delle altre perché sono molto più grasse.”

Satoshi Kanazawa (1962) psicologo statunitense

Origine: Da Why Are Black Women Less Physically Attractive Than Other Women?, Psychology Today, 15 maggio 2011; citato in GQ.com http://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2011/5/satoshi-kanazawa-le-donne-nere-sono-meno-attraenti.

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“Una bellezza sconvolgente il giorno dopo sconvolge meno. È vero anche il contrario.”

Amélie Nothomb (1967) scrittrice belga

Origine: Diario di Rondine, p. 75

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“Si discuteva una sera a Jasnaja Poljana della divisione del lavoro. In quel tempo mio padre stava scrivendo il saggio Cosa bisogna fare?, opera colma di appassionata rivolta contro lo sfruttamento dei lavoratori da parte della classe privilegiata, che dimostra l'ingiustizia della cosiddetta «divisione del lavoro».
«Il lavoro manuale è sempre necessario,» diceva, «mentre il più delle volte il nostro lavoro, scientifico o artistico, non serve che a un cerchio ristretto di persone […].»
Il pittore Repin, nostro ospite, l'interruppe:
«Permettete Lev Nikolaevič, una mia osservazione personale. […] Mi capita spesso di vedere operai attaccati ai cavi, che alano parti del battello in costruzione. Un giorno che il pezzo era più pesante del solito, e gli operai sembravano esausti dalla fatica, vidi due di loro staccarsi dal gruppo e saltare sulla trave che stavano trascinando. Con bella voce vigorosa, intonarono un'allegra canzone. La loro energia si comunicò ai compagni che, ritrovate le forze, sentirono meno grave il loro compito.»
«E allora?» chiese mio padre, che aveva ascoltato attentamente e aspettava la conclusione.
«Ebbene,» disse Repin in modo discreto, «penso che debbano pure esistere coloro che confortano la vita dei lavoratori con la loro arte. Hanno un compito da assolvere. Mi sento uno di loro. Voglio essere fra coloro che cantano.»
«Molto bene,» riprese mio padre ridendo. «Il male è che sono in troppi a voler saltare sulla cosa che si sta trascinando e pochi a trascinarla. Il problema è questo!»”

Tat'jana L'vovna Tolstaja (1864–1950) attivista russa

Origine: Anni con mio padre, pp. 199-200

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“Quando una donna è veramente casta, è anche incorruttibile; crederò meno facilmente ai cedimenti morali di donne angeliche.”

Sully Prudhomme (1839–1907) poeta francese

Giovedì, 2 ottobre 1862, p. 51
Diario intimo

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“In Italia abbiamo la crescita a zero; qui a Bologna la crescita è meno dieci perché i comunisti se li mangiano.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Comici
Imitazioni, Emilio Fede

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“Metteme a foco! Zummolo! De più! De meno! De più! Levete, damm' 'a due! Inquadramo! Strignomo!”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

dal Pippo Chennedy Show, episodio 1
Imitazioni, Gianfranco Funari

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“Più badili e meno chitarre.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

da Live in Italy Book
Citazioni di Zucchero

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“Tripitaka giunse le mani e disse: "Per chi si è fatto monaco vien meno l'ostacolo del concatenarsi delle cause. Per chi comprende la natura, tutti i fenomeni sono illusori. La Grande Sapienza, vasta e a disposizione di tutti, risiede nella non-nascita; immersa nel silenzio dei veri misteri, essa vaga nel nirvana. Si vuotano i tre mondi, e allora ogni origine è al suo posto; si purificano i sei sensi, e allora ogni germe si esaurisce. Chi rafforza sincerità e coscienza, conoscerà il proprio cuore e il proprio spirito. L'anima purificata è uno specchio terso, che purifica anche ciò che vi si riflette.
"Un volto autentico non manca di nulla e non ha nulla di troppo, e ciò si vede dalla sua vita precedente. Ogni forma illusoria corre verso la distruzione: non serve a nulla cercarne altre fuori dal proprio stato. I meriti e la meditazione consentono la concentrazione; elemosine e carità sono le basi dell'austerità. La suprema abilità sembra goffaggine, perché in ogni circostanza si astiene dall'azione. Il miglior pianificatore non perde tempo in calcoli, perché sa che bisogna lasciar andare le cose per il loro verso. Basta non agitare lo spirito, e tutto andrà alla perfezione. L'idea di rafforzare lo yang attingendo allo yin è sbagliata. Chi promette di cibarti di immortalità, ti inganna con vane parole.
"Invece bisogna tener presente che tutto è niente, e respingere la polvere che ostacola la conoscenza. Il segreto del godimento naturale di una vita senza fine risiede nella semplicità e nell'abbandono dei desideri.”

Zhuangzi (-369–-286 a.C.) filosofo

da Wù Chéng'ēn, Viaggio in Occidente: parafrasi di una sezione del canone taoista di Zhuangzi)
Variante: Tripitaka giunse le mani e disse: "Per chi si è fatto monaco vien meno l'ostacolo del concatenarsi delle cause. Per chi comprende la natura, tutti i fenomeni sono illusori. La Grande Sapienza, vasta e a disposizione di tutti, risiede nella non-nascita; immersa nel silenzio dei veri misteri, essa vaga nel nirvana. Si vuotano i tre mondi, e allora ogni origine è al suo posto; si purificano i sei sensi, e allora ogni germe si esaurisce. Chi rafforza sincerità e coscienza, conoscerà il proprio cuore e il proprio spirito. L'anima purificata è uno specchio terso, che purifica anche ciò che vi si riflette.
"Un volto autentico non manca di nulla e non ha nulla di troppo, e ciò si vede dalla sua vita precedente. Ogni forma illusoria corre verso la distruzione: non serve a nulla cercarne altre fuori dal proprio stato. I meriti e la meditazione consentono la concentrazione; elemosine e carità sono le basi dell'austerità. La suprema abilità sembra goffaggine, perché in ogni circostanza si astiene dall'azione. Il miglior pianificatore non perde tempo in calcoli, perché sa che bisogna lasciar andare le cose per il loro verso. Basta non agitare lo spirito, e tutto andrà alla perfezione. L'idea di rafforzare lo yang attingendo allo yin è sbagliata. Chi promette di cibarti di immortalità, ti inganna con vane parole.
"Invece bisogna tener presente che tutto è niente, e respingere la polvere che ostacola la conoscenza. Il segreto del godimento naturale di una vita senza fine risiede nella semplicità e nell'abbandono dei desideri."

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“Epperò, proprio da questa ricostruzione storica, lontana da ogni tono apologetico ed edificante, emergono i reali meriti e i reali punti di forza del liberalismo. Dando prova di una straordinaria duttilità, esso ha cercato costantemente di rispondere e adattarsi alle sfide del tempo. È vero, ben lungi dall'essere spontanea e indolore, tale trasformazione è stata in larga parte imposta dall'esterno, ad opera di movimenti politici e sociali coi quali il liberalismo si è ripetutamente e duramente scontrato. Ma per l'appunto in ciò risiede la duttilità. Il liberalismo ha saputo apprendere dal suo antagonista (la tradizione di pensiero che, prendendo le mosse dal «radicalismo» e passando attraverso Marx, sfocia nelle rivoluzioni che in modi diversi a lui si sono richiamate) ben più di quanto il suo antagonista abbia saputo apprendere dal liberalismo. Soprattutto, l'antagonista non ha saputo apprendere quello che costituisce il secondo grande punto di forza del liberalismo. Certo, il processo di apprendimento dal liberalismo è tutt'altro che agevole, almeno per coloro che vogliono superare le clausole d'esclusione che attraversano in profondità questa tradizione di pensiero. Nessun'altra più di essa si è impegnata a pensare il problema decisivo della limitazione del potere. Epperò, storicamente, questa limitazione del potere è andata di pari passo con la delimitazione di un ristretto spazio sacro: maturando un'autocoscienza orgogliosa ed esclusivistica, la comunità dei liberi che lo abita è spinta a considerare legittima la schiavizzazione ovvero l'assoggettamento più o meno esplicito, imposti alla grande massa dispersa per lo spazio profano. Talvolta si è giunti perfino alla decimazione e all'annientamento. È dileguata del tutto questa dialettica in base alla quale il liberalismo si trasforma in un'ideologia del dominio e finanche in un'ideologia della guerra?”

cap. X, 6, p. 339
Controstoria del liberalismo

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“[All'Elettrice Sofia di Hannover, nel 1689] Questo paese [l'Inghilterra] dove si discute sempre di religione, ma dove ce n'è certamente meno di quanto possiate immaginare.”

Guglielmo III d'Inghilterra (1650–1702) re inglese

citato in Christopher Hill, La formazione della potenza inglese, parte II, cap. VII, p. 215
Citazioni di Guglielmo III

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“Cornacchie magre volavano in circolo sopra le sterpaglie in cerca di cibo. Qualcuna si avventurava anche al centro della carreggiata deserta se c'era da piluccarela carcassa di qualche animaletto sfortunato appena maciullato da un'auto. Rocco odiava quegli uccelli. anche a Roma avevano preso il sopravvento sugli altri volatili. Sbranavano le uova di passeri, pettirossi, cinciallegre ed erano sempre più numerosi. Stavano diventando i padroni dei cieli italiani, a Roma ormai gli unici a tenergli testa erano i gabbiani e i pappagalli verdi che avevano colonizzato i grandi parchi cittadini. Quelli erano rapaci veri, venivano dal Brasile e in quanto a fame non avevano certo da imparare da una cornacchia italiana. Ogni volta che a Villa Borghese o a Villa Ada li vedeva volare in formazione come degli stuka, verdi e rossi coi loro richiami sgraziati, pensava al primo scemo che aveva aperto la gabbia e s'era fatto scappare il Pappagallo Alfa, il pioniere di quella che ora era un'enorme colonia aggressiva e micidiale che stava finendo di massacrare i passeri e gli altri uccellini romani. Comunque, in quanto a bellezza, i pappagalli erano assolutamente superiori a quelle cornacchie spelacchiate e sgraziate. Rocco aspettava trepidante il momento in cui a Roma il cretino di turno si sarebbe lasciato scappare un anaconda. L'Anaconda Alfa. Lì sì che le cose si sarebbero fatte interessanti. Se non altro sarebbe diminuita in maniera esponenziale la popolazione dei ratti romani, ormai grossi come alani e davanti ai quali qualsiasi gatto scappava a zampe levate. Ecco, gli sarebbe piaciuto vederli di fronte ad un anaconda del delta delle Amazzoni, lungo una decina di metri, che ingoia in pochi minuti una bufala campana. Anche questo sarebbe stato un effetto collaterale della globalizzazione, un effetto benefico secondo Rocco Schiavone. Certo poi sarebbe stato un po' complesso affrontare serpenti abbarbicati sui rami dei platani del lungotevere ma almeno il nemico era visibile, meno subdolo, elegante e bello da guardare. In più non era portatore di malattie infettive come i sorci. Magari avrebbe anche incrementato la produzione di borse e scarpe. Chissà.”

La costola di Adamo

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“D'Artagnan non poté fare a meno di pensare quanto fragili e sconosciuti siano i fili che talora regolano i destini di un popolo e la vita degli uomini.”

Dopo che il Duca di Buckingham decide di stabilire l'embargo e dichiarare guerra alla Francia soltanto per una questione d'amore. cap. XXI La contessa di Winter
I tre moschettieri

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“I politici, che cercano oggi ingegnose soluzioni alla questione di Napoli, non si sono giammai chiesti in qual modo crescessero sotto i Borboni i figli del povero, in questo paese tanto malmenato e dalla stupidità e dall'ignoranza e dalla miseria, e dalla tirannia degli uomini, quanto beneficato da tutti i doni del Cielo. Quando il bambino staccavasi dal seno materno, e sovente anche prima, — dacché i fanciulli qui vengono allattati fino al terzo anno — stendeva la mano ai passeggeri e si struggeva in lacrime, giurando per tutti i santi del paradiso esser egli orfano di nascita, e morente per fame. Mancavano scuole ed asili, ed il pane era a sì mite prezzo, che i genitori non si trovavano costretti ad insegnare ai figli la necessità del lavoro. Il piccolo vagabondo restava dunque mendicante, e addiveniva ladro di buon'ora Rubava fazzoletti, col furto si assicurava ne' mercati il suo vitto, si impadroniva or qua or là di qualche piccola moneta di rame, e finiva un giorno o l'altro col risvegliarsi in prigione. Allora di due cose l' una : o avea coraggio, o ne difettava. Vigliacco, era sfruttato dalla camorra; coraggioso, aspirava a divenir camorrista. Ma per giungervi era mestieri che ei superasse i vari gradi di iniziamento. Dapprima, garzone di mala vita, era tenuto al servizio de' più rigorosi e de' meno produttivi, semplice servo de' servi de' settari, in realtà assai più di quello che il Papa sia servo de' servi di Dio. Rimaneva in questo stalo fino a che non avesse fornito prova di zelo e di ardire. Passando allora dal terzo grado al secondo, dalla candidatura al noviziato, diveniva picciotto di sgarro.”

Marc Monnier (1827–1885) scrittore italiano

Origine: La camorra, p. 6

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“Amici. Ci si vede troppo, ci si vede meno, non ci si vede più.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

9 aprile 1894; Vergani, p. 74
Diario 1887-1910

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