Frasi su monaco
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“L'abito che costa poco fa il monaco che vale poco.”

Thorstein Veblen (1857–1929) economista e sociologo statunitense

Origine: Da La teoria della classe agiata (1899), Bur Rizzoli, Milano, 1981, p. 159.

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“Tripitaka giunse le mani e disse: "Per chi si è fatto monaco vien meno l'ostacolo del concatenarsi delle cause. Per chi comprende la natura, tutti i fenomeni sono illusori. La Grande Sapienza, vasta e a disposizione di tutti, risiede nella non-nascita; immersa nel silenzio dei veri misteri, essa vaga nel nirvana. Si vuotano i tre mondi, e allora ogni origine è al suo posto; si purificano i sei sensi, e allora ogni germe si esaurisce. Chi rafforza sincerità e coscienza, conoscerà il proprio cuore e il proprio spirito. L'anima purificata è uno specchio terso, che purifica anche ciò che vi si riflette.
"Un volto autentico non manca di nulla e non ha nulla di troppo, e ciò si vede dalla sua vita precedente. Ogni forma illusoria corre verso la distruzione: non serve a nulla cercarne altre fuori dal proprio stato. I meriti e la meditazione consentono la concentrazione; elemosine e carità sono le basi dell'austerità. La suprema abilità sembra goffaggine, perché in ogni circostanza si astiene dall'azione. Il miglior pianificatore non perde tempo in calcoli, perché sa che bisogna lasciar andare le cose per il loro verso. Basta non agitare lo spirito, e tutto andrà alla perfezione. L'idea di rafforzare lo yang attingendo allo yin è sbagliata. Chi promette di cibarti di immortalità, ti inganna con vane parole.
"Invece bisogna tener presente che tutto è niente, e respingere la polvere che ostacola la conoscenza. Il segreto del godimento naturale di una vita senza fine risiede nella semplicità e nell'abbandono dei desideri."”

Wú Chéng'ēn (1500–1582)

Viaggio in occidente

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“Tripitaka giunse le mani e disse: "Per chi si è fatto monaco vien meno l'ostacolo del concatenarsi delle cause. Per chi comprende la natura, tutti i fenomeni sono illusori. La Grande Sapienza, vasta e a disposizione di tutti, risiede nella non-nascita; immersa nel silenzio dei veri misteri, essa vaga nel nirvana. Si vuotano i tre mondi, e allora ogni origine è al suo posto; si purificano i sei sensi, e allora ogni germe si esaurisce. Chi rafforza sincerità e coscienza, conoscerà il proprio cuore e il proprio spirito. L'anima purificata è uno specchio terso, che purifica anche ciò che vi si riflette.
"Un volto autentico non manca di nulla e non ha nulla di troppo, e ciò si vede dalla sua vita precedente. Ogni forma illusoria corre verso la distruzione: non serve a nulla cercarne altre fuori dal proprio stato. I meriti e la meditazione consentono la concentrazione; elemosine e carità sono le basi dell'austerità. La suprema abilità sembra goffaggine, perché in ogni circostanza si astiene dall'azione. Il miglior pianificatore non perde tempo in calcoli, perché sa che bisogna lasciar andare le cose per il loro verso. Basta non agitare lo spirito, e tutto andrà alla perfezione. L'idea di rafforzare lo yang attingendo allo yin è sbagliata. Chi promette di cibarti di immortalità, ti inganna con vane parole.
"Invece bisogna tener presente che tutto è niente, e respingere la polvere che ostacola la conoscenza. Il segreto del godimento naturale di una vita senza fine risiede nella semplicità e nell'abbandono dei desideri.”

Zhuangzi (-369–-286 a.C.) filosofo

da Wù Chéng'ēn, Viaggio in Occidente: parafrasi di una sezione del canone taoista di Zhuangzi)
Variante: Tripitaka giunse le mani e disse: "Per chi si è fatto monaco vien meno l'ostacolo del concatenarsi delle cause. Per chi comprende la natura, tutti i fenomeni sono illusori. La Grande Sapienza, vasta e a disposizione di tutti, risiede nella non-nascita; immersa nel silenzio dei veri misteri, essa vaga nel nirvana. Si vuotano i tre mondi, e allora ogni origine è al suo posto; si purificano i sei sensi, e allora ogni germe si esaurisce. Chi rafforza sincerità e coscienza, conoscerà il proprio cuore e il proprio spirito. L'anima purificata è uno specchio terso, che purifica anche ciò che vi si riflette.
"Un volto autentico non manca di nulla e non ha nulla di troppo, e ciò si vede dalla sua vita precedente. Ogni forma illusoria corre verso la distruzione: non serve a nulla cercarne altre fuori dal proprio stato. I meriti e la meditazione consentono la concentrazione; elemosine e carità sono le basi dell'austerità. La suprema abilità sembra goffaggine, perché in ogni circostanza si astiene dall'azione. Il miglior pianificatore non perde tempo in calcoli, perché sa che bisogna lasciar andare le cose per il loro verso. Basta non agitare lo spirito, e tutto andrà alla perfezione. L'idea di rafforzare lo yang attingendo allo yin è sbagliata. Chi promette di cibarti di immortalità, ti inganna con vane parole.
"Invece bisogna tener presente che tutto è niente, e respingere la polvere che ostacola la conoscenza. Il segreto del godimento naturale di una vita senza fine risiede nella semplicità e nell'abbandono dei desideri."

“L'italiano è un animale sociale; quando cerca sul serio la solitudine, l'organizza in consorzio e si fa monaco.”

Henry Furst (1893–1967) giornalista, scrittore e regista teatrale statunitense

da Emily, p. 28
Donne Americane

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“Ho l'anima anticlericale e un cuore da monaco.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

24 gennaio 1905; Vergani, p. 227
Diario 1887-1910

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“Calma, signor mio, calma. Non dimenticare quel che nell'illuminato Settecento diceva il matematico e philosophe Jean-Baptiste d'Alembert. In un'isola selvaggia e disabitata diceva, un poeta (leggi scrittore) non sarebbe molto utile. Un geometra sì. Il fuoco non fu certo acceso da uno scrittore, la ruota non fu certo inventata da un romanziere. Quanto al mestiere più esaltante e più appagante del creato, aggiungerai, domandalo agli scrittori che scrivono ogni ora e ogni giorno per anni, che a un libro immolano la loro esistenza. Ti risponderanno colonnello, crede seriamente che per dare un tale giudizio basti scrivere qualche ora dopocena a Beirut? Crede seriamente che per scrivere un libro basti avere idee o costruire a grandi linee una storia? Crede seriamente che scrivere sia una gioia?!? Glielo spieghiamo noi che cos'è, colonnello. È la solitudine atroce d'una stanza che a poco a poco si trasforma in una prigione, una cella di tortura. È la paura del foglio bianco che ti scruta vuoto, beffardo. È il supplizio del vocabolo che non trovi e se lo trovi fa rima col vocabolo accanto, è il martirio della frase che zoppica, della metrica che non tiene, della struttura che non regge, della pagina che non funziona, del capitolo che devi smantellare e rifare rifare rifare finché le parole ti sembrano cibo che sfugge alla bocca affamata di Tantalo. È la rinuncia al sole, all'azzurro, al piacere di camminare, viaggiare, di usare tutto il tuo corpo: non solo la testa e le mani. È una disciplina da monaci, un sacrificio da eroi, e Colette sosteneva che è un masochismo: un crimine contro sé stessi, un delitto che dovrebb'esser punito per legge e alla pari degli altri delitti. Colonnello, c'è gente che è finita o finisce nelle cliniche psichiatriche o al cimitero per via dello scrivere. Alcoolizzata, drogata, impazzita, suicida. Scrivere ammala, signor mio, rovina. Uccide più delle bombe.”

l'immaginaria moglie del Professore: II, VI, IV; p. 418
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“La salvezza del mondo sta nella sofferenza dell'uomo.”

William Faulkner (1897–1962) scrittore, sceneggiatore e poeta statunitense

da Requiem per una monaca

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“Lo Monaco? Io conosco il monaco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco, il Gran Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se questo Lo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Io ho già degli sponsor che mi pagano per fare pubblicità. Non vengo pagato per fare pubblicità a Monaco. […] Qualche tempo fa ho detto che qualcuno che vuole la prima pagina sa come trovarla.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)
Origine: Citato in Lo Monaco contro Mourinho José: "Vuole pubblicità? Paghi" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Catania/Primo_Piano/2008/09/15/lomonaco.shtml, Gazzetta.it, 15 settembre 2008.

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“I titoli sono come gli abiti: non fanno il monaco.”

Fausto Cercignani (1941) filologo, critico letterario e poeta italiano

p. 67

“Come i monaci, il gatto sa che c'è un altro rimedio contro la noia: la contemplazione.”

Pietro Citati (1930) scrittore e critico letterario italiano

Origine: L'armonia del mondo, p. 13

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“Voglio fare di Monaco una città che, chi non l'abbia vista, non possa dire d'avere veduta tutta la Germania.”

Ludovico I di Baviera (re) (1786–1868) Uno degli ultimi re di Baviera

Origine: Citato in Il re folle. Luigi II di Baviera, p. 38

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“David è uno che sbaglia poco, quando gioca sembra che abbia una calamita che cattura il pallone, è l'impressione che mi fece ai tempi del Monaco quando venne a fare un provino.”

Lilian Thuram (1972) calciatore francese

Origine: Citato in La Juve si consola con Thuram "Sono qui per vincere" http://www.repubblica.it/online/campionato/mercadopo/mercadopo/mercadopo.html, Repubblica.it, 18 giugno 2001.

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“L'Inter era una squadra leggendaria. C'erano giocatori come Facchetti e Mazzola, e in panchina c'era un totem come Herrera, con cui avevo parlato più volte e che mi convinse a lasciare il Bayern Monaco. [La differenza tra noi e loro] Era gigantesca. Noi giocavamo al "Grünwalder Straße Stadion", che aveva una capienza di circa 12.000 spettatori, loro invece a San Siro. L'atmosfera di quello stadio mi affascinava. Volevo giocarci ad ogni costo.”

Franz Beckenbauer (1945) calciatore, allenatore, e dirigente sportivo tedesco

Origine: Citato in Le rivelazioni di Beckenbauer: "Nel 1966 ero già un giocatore dell'Inter, poi..." http://www.gazzetta.it/Calcio/05-11-2014/rivelazioni-beckenbauer-nel-1966-ero-gia-giocatore-inter-poi-90948872774.shtml, Gazzetta dello Sport, 5 novembre 2014.

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“Se viene un marziano a Roma, vede una città allo sbando. Con periferie in condizioni difficilissime. Ad amici che dovevano andare a Tor Bella Monaca la polizia ha consigliato di non fermarsi ai semafori rossi con il motorino, per sicurezza. Hai una città nell’occhio del ciclone da anni per diecimila motivi. L’ultima cosa di cui hai bisogno sono le Olimpiadi.”

Roberto Perotti (1961) economista italiano

Origine: Dall'intervista Spesa pubblica, Perotti: «Dalle partecipate ai troppi sussidi, ecco perché le riforme hanno fallito» http://www.corriere.it/economia/16_settembre_03/spesa-pubblica-perotti-dalle-partecipate-troppi-sussidi-ecco-perche-riforme-hanno-fallito-7998c5de-7217-11e6-a5ab-6335286216cb.shtml, Corriere.it, 3 settembre 2016.

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“A 29 Giugno 1620 Thomaso Aniello figlio di Cicco d'Amalfi et Antonia Gargano è stato battezzato da me Don Giovanni Matteo Peta, et levato dal sacro fonte da Agostino Monaco et Giovanna de Lieto al Vico Rotto.”

Masaniello (1620–1647) rivoluzionario italiano

dall'atto di battesimo conservato nella Chiesa di Santa Caterina in Foro Magno, citato in Salvatore Di Giacomo, Celebrità napoletane, Trani, Vecchi, 1896

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“La guerra in Spagna era da qualche mese finita, e stava per cominciare quella mondiale, quando in una bottega di vecchi libri mi sono imbattuto nel grosso volume delle Obras di josé Ortega y Gasset pubblicato dalla Espasa—Calpe (Bilbao— Madrid—Barcelona: e questi nomi di citta‘ erano per me ancora intrisi della passione con cui avevo seguito le vicende della guerra civile) nel 1932. Un volume rilegato in tela arancione e stava accanto ad un altro di uguali dimensioni rilegato in tela rossa e che portava il timbro di un circolo socialista di Zaragoza: El capital di Marx.
Era facile pensare che qualcuno li avesse portati dalla Spagna come preda di guerra: e mi commuoveva l’immagine di quel reduce dalla guerra fascista che chi sa per quale sentimento, interesse o intento si era caricato di quei due pesanti volumi, portandoli dalla Spagna in Italia. Era un’immagine che dava alla fantasia e inclinava alla retorica. Mi faceva affiorare alla mente quella frase di Shakespeare che l’anno prima il premier inglese Chamberlain aveva declamato tornando da Monaco: “Dentro una selva di pericoli abbiamo colto questo fiore” (e intendeva, il pover’uomo, il fiore della pace). Dentro i disagi, i pericoli e lo strazio della guerra — e di una guerra di cui altro non sapeva che era contro quei “rossi” di cui nulla sapeva — ecco che l’ignoto reduce italiano aveva riportato, come un fiore, dei libri. E forse non per sè. Per me, in definitiva.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

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“Vengo da una famiglia contadina. Durante la mia infanzia, ho vissuto con i miei genitori, e gli aiutai nei loro lavori agricoli. Dopo però, in accordanza coi costumi, ho vissuto in una pagoda per imparare a scrivere e leggere. Passai sei anni in una pagoda e sono stato monaco per due anni.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Vengo da una famiglia contadina. Durante la mia infanzia, ho vissuto con i miei genitori, e li ho aiutati nei loro lavori agricoli. Dopo però, secondo le consuetudini, ho vissuto in una pagoda per imparare a scrivere e leggere. Ho trascorso sei anni in una pagoda e sono stato monaco per due anni.

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“Il convento è povero, ma i monaci sono ricchi.”

Rino Formica (1927) politico italiano

Origine: Citato in Elio Veltri, Da Craxi a Craxi, Laterza, 1993, p. 208.

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“In collegio avevo imparato ad aspettare, ad aspettare sempre. Come amante, come moglie, mi sembrò naturale continuare a farlo. Sono stata sempre come una monaca di clausura.”

Maria Mercader (1918–2011) attrice spagnola

Origine: Dall'intervista di Giulia Massari, Marito bugiardo e così adorabile! http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,1472_02_1978_0245A_0032_23053468/, Stampa Sera, 23 ottobre 1978.

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“Ivi, in quel vasto salone così armonicamente grandioso, vediamo rispecchiarsi l'universalità e la varietà dello scibile riunito e classificato giusta gli antichi ideali, oggi smarriti per la necessità delle cose. Oggi perché possa conservarsi a una biblioteca il suo carattere generale occorrono mezzi di cui solo due o tre biblioteche al mondo possono disporre. Né è più possibile, per la mancanza di spazio, dare ai libri una classificazione materiale, e le stesse classificazioni ideali sono state surrogate da metodi più pratici e più comodi. La nostra Biblioteca Nazionale, la scarsezza della sua dote, ha serbato come ha potuto l'indole sua generale.
Essa da quando fu aperta al pubblico, è già quasi un secolo, e per molti anni dopo, fu annoverata tra le principali di Europa: non contava allora la Nazionale di Parigi i suoi due milioni e mezzo di volumi, né quella del Museo Britannico un milione e mezzo, né le altre di Pietroburgo, di Monaco, di Berlino, di Firenze avevano raggiunto o sorpassato il milione. Ora la Nazionale nostra, che possiede un 500,000 e più tra volumi ed opuscoli, mentre ha ancora innanzi a sé, sotto il rispetto del numero, parecchie biblioteche, oltre le già nominate, non ha poi nemmeno perduta quella rinomanza mondiale che le fu un giorno riconosciuta. Ciò si deve al grandissimo pregio dei suoi antichi fondi, alla rarità dei suoi bibliografici e paleografici, alla varietà e ricchezza delle sue collezioni speciali. Questa sua parte antica va diventando ogni dì più preziosa e ricercata, e basta per sé sola a mantenere a un grado elevato una biblioteca che ne è fornita, malgrado l'esser rimasta indietro, come questa nostra, negli acquisti delle cose moderne.”

Alfonso Miola (1844–1934)

da Le biblioteche, p. 267
In Napoli ieri
Origine: Tutti i dati riferiti da A. Miola sono relativi agli inizi del XX° secolo. Il saggio Le biblioteche, fu pubblicato nel volume collettaneo Napoli d'oggi, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1900.

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